Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 April 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 39 - Edizione CA)
Padiglione I
Alla scoperta interattiva dell'Isola
 
Tra le iniziative collaterali alla Fiera campionaria c'è la mostra “Sensi di Sardegna” al padiglione I, espressione dell'attività corale delle quattro Camere di Commercio già presentata a Copenaghen e a Berlino per promuovere il territorio regionale.
Una particolare installazione realizzata dai ricercatori di interazione naturale (Nit) del CRS4, accompagna il visitatore alla scoperta interattiva delle tradizioni e degli scorci dell'Isola stimolando il tatto, la vista e l'udito.
L'applicazione PickARock consiste in un tavolo interattivo sul quale sono disposte nove pietre e minerali tipici della Sardegna (l'arenaria del Cagliaritano, il granito ogliastrino e la sabbia di Is Arutas) che sollevati, attivano i sensori collegati allo schermo e avviano filmati e musiche che raccontano il territorio di appartenenza del minerale. Si accompagna così il visitatore in un viaggio nell'architettura, nell'archeologia, nella storia della Sardegna.
Altre due postazioni permettono di immergersi nel territorio e nelle tradizioni più antiche. Il canto dei Tenores fa parte della collezione della regione “Abitare la Musica”.
I manufatti artigianali, i cestini di Castelsardo, i percorsi della pasta e del pane, i dolci sardi, talmente particolareggiati da assumere le sembianze di preziosi gioielli e i tappeti più belli dell'Ex Isola completano la mostra.
 

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Economia – pagina 16
LE INIZIATIVE a cagliari
Tradizione e innovazione
nelle mostre della Fiera
CAGLIARI Aperta ieri, (e si potrà visitare sino al 5 maggio), la Fiera della Sardegna. L’edizione di quest’anno, numero 66, punta a valorizzare i settori tradizionali dell’economia sarda, come la filiera dell’agroalimentare, ma non trascura i settori innovativi. Da segnalare, a questo proposito, l’applicazione «PickARock» realizzata dai ricercatori di interazione naturale del Crs4, il centro di calcolo matematico di Cagliari): un tavolo interattivo con nove pietre e minerali tipici della Sardegna (l’arenaria del Cagliaritano, il granito dell’Ogliastra e la sabbia di Is Arutas nell’Oristanese) che, una volta sollevati, attivano sensori collegati a uno schermo e fanno partire filmati e musiche sul territorio di provenienza del minerale. Altre due postazioni consentono di immergersi nel territorio e nelle tradizioni più antiche della Sardegna. Fra le diverse iniziative collaterali, la Fiera ospita la mostra interattiva intitolata «Sensi di Sardegna», già presentata dalle Camere di commercio isolane a Copenaghen e a Berlino per promuovere l’eccellenza delle produzioni agroalimentari e artigiane sarde. Una novità: ingresso gratuito nell’ultima ora di apertura.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 – Commenti
l’opinione
Continuità territoriale e rete dei trasporti interni inadeguata
Francesco Annunziata
 
Credo di poter affermare che continuità territoriale e sistema dei trasporti integrato ed intermodale siano concetti estremamente interconnessi. Sistema dei trasporti integrato ed intermodale significa che i differenti modi/infrastrutture dei trasporti devono essere elementi di una rete nella quale ad ognuno di essi sia assegnata una funzione sinergica, in rapporto alle caratteristiche tecniche ed economiche, e quindi ai campi di impiego. Per me, cittadino italiano residente in Sardegna, continuità territoriale deve significare che ho la possibilità di andare e tornare in giornata dal territorio regionale alle altre località italiane, verso le quali esistono importanti motivi di spostamento, per ragioni di lavoro, studio, sanitarie, etc. Ciò significa servizi aerei adeguati, anche se non diretti, e quindi coincidenze rispettate non solo con altri voli aerei, ma anche con gli orari dei treni ad alta velocità. Ciò significa che dobbiamo trovarci nelle stesse condizioni di altri cittadini italiani che, grazie al sistema autostradale e ferroviario, hanno la possibilità di andare e tornare in giornata. Se la politica dei trasporti regionale non è rivolta al raggiungimento di questo obiettivo, il termine "continuità territoriale" è privo di significato concreto. Tornando al concetto di sistema integrato e intermodale vorrei fare alcuni esempi. In Sardegna abbiamo le ferrovie a scartamento ordinario e a scartamento ridotto: in ambienti ferroviari mi assicurano che interventi di adeguamento, che non sempre richiedono varianti di tracciato e quindi alti costi di costruzione, ci consentirebbero di spostarci lungo le linee ferroviarie esistenti nel tempo che impieghiamo a percorrere in autovettura pressochè le stesse distanze. E mi assicurano che questo è già possibile oggi, anche e ancor meglio con l'impiego del famoso treno "pendolino". Questo ci consentirebbe di raggiungere qualunque aeroporto dell'isola in condizioni di maggior sicurezza e di maggior comfort. Ma servono i treni e orari studiati appositamente, anche in rapporto agli orari dei servizi aerei, e al servizio delle pendolarità. Nel resto del territorio regionale va evidentemente adeguata la rete viaria. Tutto questo non significa continuità territoriale ? Se fosse esistita una politica dei trasporti che avesse visto i modi e le infrastrutture come elementi di un unico sistema forse noi oggi, giusto per fare un esempio, dovremmo avere la SS n° 291, denominata "Sassari-Alghero", strada a carreggiate separate, collegante prioritariamente l'area urbana di Sassari all'aeroporto di Alghero, con una diramazione verso la città di Alghero, anch'essa a carreggiate separate. Ed invece non è così: l'intervento prioritario non è stato all'aeroporto di Alghero, ed esso è servito da una diramazione stradale di livello inferiore. E lo stesso disappunto vale per il collegamento ferroviario a scartamento ridotto, che dovrebbe privilegiare il collegamento all'aeroporto e quindi rapportarsi alla Città di Alghero. L'applicazione del concetto di sistema dei trasporti integrato e intermodale non è avvenuta e ne risente anche il concetto di continuità territoriale. Se dove esistono le ferrovie, queste possono diventare da subito un’alternativa alla strada e all'auto, per quella domanda di trasporto che non ha necessità di utilizzare l'auto più volte nell'arco della giornata per soddisfare le proprie esigenze, occorre intervenire immediatamente: esse possono dare risposte senza attendere ancora anni per avere strade importanti per l'economia dell'Isola finalmente completate e sicure. È un problema di tempi e di costi, e quindi è un problema da risolvere con un'adeguata progettazione del sistema infrastrutturale e dei servizi. Chissà che la nuova Giunta non dia l'inizio alla politica dei trasporti, mai esistita se non con timidi accenni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Cultura-spettacoli - pagina 18/56
l’autonomia degli atenei
Le università non sono “carne da bojardi”
Staremo ben lontani dallo spoiling system all’amatriciana al quale ci hanno (indecorosamente) abituato governi vicini e lontani
Giuseppe Pulina
 
Il bel commento di Sante Maurizi, apparso su questa pagina in occasione del 25 aprile, mi trova in accordo su quasi tutti i temi trattati, ad eccezione di quello relativo all'asservimento dell'Università al potere politico. Poiché non ho assistito alla proiezione del film né in platea e nemmeno in loggione (ordine che amo frequentare fin da ragazzo), non posso essere annoverato fra coloro (potentati o presunti tali) che sono stati destinatari dell'applauso sferzante innescato dalle parole di Enrico Berlinguer il quale, nella famosa intervista del 1981, si scagliò contro l'occupazione delle istituzioni “manu militari” da parte dei partiti. Maurizi insiste nel considerare le università carne da bojardi utilizzando, non virgolettate, le parole che Berlinguer rese a Scalfari nell'intervista del 1977 che diede avvio alla ben nota stagione della "questione morale". Berlinguer sbagliò allora come Sante sbaglia oggi. L'Università è una delle istituzioni alle quali la nostra Costituzione garantisce la più ampia autonomia e questa prerogativa è stata nel passato, e sarà nel futuro, conservata gelosamente dal corpo accademico. Mi rendo conto che la tentazione per i sistemi di potere, che si chiamino partiti, oppure lobby, oppure ancora congregazioni di varia natura e confessione, di mettere le mani sull'Università è forte. Nello specifico, partiti e governi non riescono a concepire come sia possibile che una istituzione pubblica (quale l'Università, ma per certi versi anche la Magistratura), possa sottrarsi alla volontà politica di chi comanda "in nome del popolo". L'equazione che partiti e governanti fanno è di una semplicità sconvolgente: io ti do i soldi (sbagliato! I soldi sono dei cittadini contribuenti), quindi tu (Università) rispondi a me; ergo, devo mettere il naso nella designazione (e non elezione) di Rettore e altre cariche accademiche. Inoltre, dicono ancora costoro, non ti azzardare a criticarmi, altrimenti ti chiudo il rubinetto del gas. Grezza analisi? Leggiamo cosa dice in proposito Paolo Prodi nel bel saggio "Università dentro e fuori" (Il Mulino, 2014): esiste una relazione inversa nel rapporto fra università e potere politico ed economico in quanto «..più le università sono deboli e incapaci di autogoverno, più si espandono le scuole e le istituzioni di ricerca legate al potere; più il potere economico e il potere politico sono forti, più diventano insofferenti nei riguardi della funzione critica dell'Università e tendono a controllarla o a marginalizzarla». Stia tranquillo Sante Maurizi, l'Università di Sassari non sarà serva di nessun potere esterno, conserverà gelosamente la propria autonomia di critica e di organizzazione, coltiverà i talenti degli studenti della Sardegna che le si affidano, darà risposte vere e non piegate da interessi alle domande che la società le porrà. L'Università di Sassari terrà la schiena dritta davanti a tutti i poteri, quello regionale in primis, per ricordare a tutti che lo studio e la libertà di espressione sono i capisaldi della nostra democrazia e sceglierà il proprio rettore senza tenere in alcun conto gli incanti delle sirene della politica o, peggio ancora, dei poteri economici o delle congregazioni (questo tema è, per quanto mi consta, percepito allo stesso modo dai colleghi Carpinelli, Montella e Sanna Passino, candidati come me alla carica di Rettore). Per il governo della nostra Università, ci manterremo ben lontani dallo spoiling system all’amatriciana a cui ci hanno (indecorosamente) abituato governi vicini e lontani.

Questionnaire and social

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