Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 April 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Speciale (Pagina 32 - Edizione CA)
UN’ISOLA FUCINA DI IDEE
Le app sarde: un settore da 26 miliardi

Il mercato delle app nei telefonini o tablet e dei sistemi informatici che aiutano la vita di tutti i giorni è in continua crescita, anche in Sardegna. Il settore vale, in Italia, quasi 26 miliardi di euro, si appresta a toccare la soglia del 2% del Pil e l’Isola sembra una fucina di idee. Tra le ultime nate c’è un’app dedicata ai maratoneti e agli sportivi. Everywhere sport è la società (uno spin off dell’Università di Cagliari) che ha realizzato “Everywhere sport run” che permette di seguire un allenamento professionale con il proprio smartphone o con un apparecchio indossabile (come uno smartwatch). A differenza dagli altri sistemi già esistenti questa app consente di impostare un allenamento professionale (oltre che personalizzato) ma anche soltanto di correre per semplice divertimento. Per ora il sistema è disponibile sul sistema Android, presto anche per gli Iphone, e sono già 15 mila le persone che hanno scaricato l’applicazione (diffuso da un mese). Il software, poi, è stato legato alla maratona di Cagliari (che si svolge oggi) con allenamenti specifici per le varie distanze in programma (4,5km, 12km, 42km). «L’idea è proprio quella di legare il software agli eventi sportivi e non solo», spiega uno dei soci fondatori, il ricercatore Fabrizio Mulas. In futuro la società vuole espandersi ad altre attività sportive (come la bicicletta) e «creare una sorta di market place dello sportivo, un Ebay dove gli appassionati possono comprare pacchetti e gli allenatori possono proporsi».
MANGIARE Chi poi, dopo aver fatto una bella corsa volesse fare il carico di calorie può ordinare pranzo o cena sempre tramite internet. Gustaclick è uno degli ultimi sistemi nati nell’Isola che consente di ordinare con uno smartphone, tablet o computer. Il servizio per ora è attivo a Cagliari e nell’hinterland e offre la possibilità di ordinare a domicilio una pizza o le pietanze offerte dei diversi ristoranti aderenti (in tutto, per ora, oltre 20 solo a Cagliari). «In questo modo», come spiega uno dei quattro soci, Marco Galletta, «è possibile vedere il menu, con tanto di prezzi, di ogni locale e sapere qual è la cifra finale, prima di chiudere l’ordine». Il servizio, che presto sarà disponibile anche come app per i telefoni, consente anche di raccogliere punti: più si ordina, più si accumula un punteggio utile per vincere un buono sconto. Il sistema viaggia su internet e non poteva ignorare i social network, e in particolare Facebook con cui è possibile giocare e vincere altri punti.
Annalisa Bernardini
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 4 - Edizione CA)
Parla Claudia Firino, assessore all’Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport «Cultura e Turismo, un lavoro comune per valorizzare il nostro patrimonio»
Alle regionali del 16 febbraio ha votato un suo giovane compagno di partito, Francesco Agus. Che poi è stato eletto. L’ha confessato nel suo blog, “Diario precario 2.0”, quello che da qualche anno ospita le sue riflessioni, quello dal quale dopo la nomina ad assessore della Pubblica Istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport ha ringraziato chi l’ha sostenuta nella vita, chi l’ha scelta per questa nuova avventura e anche chi non l’ha scelta. Perché se è vero che nessuno ha mai contestato il suo nome, è altrettanto vero che in Sel il modo in cui è stata indicata dal suo mentore, Luciano Uras, ha suscitato non pochi mal di pancia. Ma è acqua passata.
Del resto Claudia Firino, disabile a causa di una distrofia muscolare, è una donna colta, impegnata socialmente e sensibile. E guarda avanti. Ozierese, trentacinque anni, project manager al Cnr di Cagliari, si è buttata a capofitto nel suo lavoro.
Nella grande scrivania del lussuoso ufficio di viale Trieste che ha ereditato dal suo predecessore non ci sono che dossier. «Sto studiando tanto, ho un assessorato complesso ed eterogeneo con deleghe che riteniamo fondamentali per la crescita dell’occupazione e la qualità dei cittadini di domani».
Si parte da un handicap enorme: la Sardegna ha il record della dispersione scolastica.
«Ne siamo consapevoli, non a caso abbiamo iniziato dalla scuola».
Avete stanziato i primi trenta milioni per l’edilizia, poi?
«Sappiamo che partiamo da una buona scuola, con insegnanti di qualità che fanno molti sacrifici. E lo so bene perché sono figlia di un’insegnante. Ma bisogna lavorare sul contesto sociale, occorre un approccio multisettoriale ed è questa l’impostazione che ci siamo dati».
Tornando all’edilizia: avete costituito la struttura tecnica che deve darvi l’elenco del patrimonio edilizio e individuare le priorità?
«Sì, da lunedì sarà operativa».
Come mai l’assessorato non ha già i dati?
«Perché l’ufficio scolastico regionale, cui per legge spetta la redazione dell’anagrafe dell’edilizia, non l’ha fatto».
C’è molto da lavorare anche sull’enorme patrimonio archeologico.
«Viviamo sopra un grande parco archeologico e ne valorizziamo solo il 20%. Questa è una nostra debolezza ma è anche una grande potenzialità. C’è da fare un grande lavoro assieme alle università, agli enti di ricerca e agli operatori privati».
Con quali soldi li valorizzerete se il bilancio è sempre più magro?
«Premetto: non voglio che le difficoltà economiche siano un alibi. Stiamo lavorando per capire come sono stati spesi i soldi fino ad ora e come possiamo usarli meglio. Nel frattempo è in corso una contrattazione col Governo per l’allentamento del patto di stabilità e vedremo come andrà».
Sta lavorando assieme al suo collega al Turismo?
«Certo. I nostri funzionari e i dipendenti degli assessorati lavoreranno assieme su molti progetti. Siamo convinti che operando in rete si razionalizza il personale, si spendono meglio i soldi e si ottengono migliori risultati».
Che ruolo avranno i privati nella gestione dei beni culturali?
«Importante purché si rispetti un principio: il pubblico deve controllare e dialogare con enti locali, associazioni ed enti privati. Pubblico e privato devono lavorare nella stessa direzione nell’ambito di regole certe».
In Sardegna ci sono molti musei e pochi visitatori, che cosa farete per invertire la tendenza?
«C’è soprattutto un problema economico. Molti musei non si possono permettere curatori e responsabili di marketing e comunicazione. Il nostro assessorato è ricco di eccellenze: li supporteremo e li aiuteremo a crescere».
Sul fronte dell’editoria c’è da affrontare la crisi di Sardegna Uno. Come agirete?
«La tutela del pluralismo dell’informazione è un bene superiore da tutelare. Sosterremo molte emittenti ma vincoleremo ancora di più gli aiuti alla tutela dei lavoratori. E sosterremo anche le testate giornalistiche on line, finora incomprensibilmente escluse dai contributi. Tutto questo sarà nella legge sull’editoria che è tra le nostre priorità».
Tornando al sostegno al diritto allo studio, cambierete le regole?
«Daremo contributi a chi ne ha davvero bisogno e a chi li merita».
Perché, in passato non è stato così?
«Dare un po’ a tutti è stato più facile ma non è stata una scelta politica coraggiosa».
Fabio Manca
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Spettacoli e Società (Pagina 29 - Edizione CA)
Ora il sovrintendente di Cagliari Meli apre ai nuovi media, al sociale e alla formazione
E IL LIRICO VA “IN RETE”
Musica e tecnologia, il matrimonio per il futuro
Il futuro è di innovatori e visionari. Questo l’assunto da cui parte il nuovo corso del Teatro Lirico di Cagliari: si apre il sipario, va in scena l’innovazione. La musica chiama e la tecnologia prontamente risponde. Il Lirico riparte, e lo fa con uno sguardo attento al sociale, alla formazione e ai nuovi media, naturalmente. È l’obiettivo illustrato dal sovrintendente Mauro Meli, durante la presentazione dei nuovi progetti, nati dalla collaborazione con Sergio Benoni e Nicola Fioravanti, esperti di comunicazione, marketing, sviluppo e ricerca. «Su impegno e determinazione a tradurre le parole in fatti - ha precisato Meli - ci giochiamo il futuro del teatro».
Allora “In Rete!”. Questo il titolo del progetto basato su innovazione e cooperazione. Un rilancio della principale istituzione musicale sarda, fondato sulla potenzialità catalizzatrice di energie creative, appartenenti al mondo culturale locale (formazione, arte, musica, teatro e danza). Sull’idea di “co-working” per professionisti, studenti, associazioni e imprese creative, si basa invece il Co-Opera MediaLab, un incubatore di imprese con sede negli spazi del Parco della Musica.
La spettacolarizzazione tipica del teatro sarà unita nel nuovo sito web all’utilità del box office per la vendita biglietti e al canale web tv, Lirico Channel, per la visione in streaming. Particolare considerazione sarà rivolta a studenti universitari (è previsto il coinvolgimento dei dipartimenti di architettura e scienze della comunicazione) e bambini, il futuro. Avvicinare i giovani al teatro diventa una priorità: si pensa ad attività per le scuole, opere facilmente fruibili per i più piccoli e ingresso ridotto del 50 per cento per gli under 30. Tra i progetti per il sociale, Pierino e il Lupo per i bambini autistici, realizzato per l’Ospedale Brotzu.
Ma l’innovazione irrompe con l’apertura alla fantasia dei giovanissimi: lo sviluppo di due applicazioni “mobile” basate sull’interazione tra musica e arti figurative, denominate “tantangram” e “pipira.pipira”. Un significativo cambiamento di paradigmi nel campo dell’educazione musicale di base, la possibilità di comporre musica attraverso forme e colori, prescindendo dalla conoscenza della notazione musicale tradizionale. Le composizioni più interessanti saranno eseguite dall’orchestra diretta dal piccolo autore (progetto You conduct).
Luisa Sclocchis



 
4 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
ASSEMBLEA. Salvatore Rubino è il nuovo vicepresidente
BANCA DI SASSARI IN UTILE
Nonostante il periodo difficile, la Banca di Sassari chiude il 2013 con un utile di 4 milioni di euro. Ieri l’assemblea dei soci, presieduta da Ivano Spallanzani, ha approvato il bilancio del 2013 che ha visto comunque rimanere stabile la raccolta diretta da clientela a 1.375,3 milioni, -0,12% rispetto ai 1.376,9 del 2012. Gli impieghi si attestano invece a 1.271,9 milioni con un calo di 135,8 milioni rispetto ai 1.407,7 del 2012 (-9,65%). Il margine di interesse ammonta a 51,7 milioni di euro, -3,36% rispetto ai 53,5 del 2012 (-1,8 milioni in valore assoluto), mentre il margine di intermediazione è di 96,3 milioni, -1,73% rispetto al dato del 31 dicembre 2012 (98 milioni).
L’assemblea, che ha deciso di distribuire un dividendo ordinario di 0,025 euro ad azione, ha anche nominato un nuovo componente del cda: è Fioravante Montanari. Al posto di Vanni Palmieri, vicepresidente della Banca di Sassari scomparso nel giugno scorso, è stato scelto invece Salvatore Rubino, professore di Biologia nell’ateneo sassarese, da due anni componente del cda dell’istituto e per oltre dieci anni in quello della Fondazione Banco di Sardegna. Sono stati nominati poi anche i componenti del Collegio sindacale: sono Giorgio Porqueddu (presidente), Piero Scudino, Carlo Filippi, Raffaelina Denti ed Emanuela Murgia. ( g. d. )
 
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Speciale (Pagina 32 - Edizione CA)
Dagli Usa e da Pisa nuove idee per la mobilità
I robot-soldati danno gambe ai paraplegici
Replicare il “passo”, il cammino fisiologico, per i mielolesi.
È la nuova frontiera della ricerca robotica, una sfida che si impegna a dare risposte concrete alle persone con lesioni al midollo spinale, paraplegici e tetraplegici e non solo. A Pisa, all’indomani della Giornata nazionale delle mielolesioni, si è svolto un convegno organizzato dall’Azienda ospedaliero-universitaria pisana e dalla Scuola Superiore Sant’Anna, in partenariato per un progetto triennale scelto e finanziato dal ministero della Salute per 500 mila euro, per parlare dell’oggi e del domani della ricerca robotica.
L’oggi offre già una soluzione. Si tratta dell’esoscheletro robotico indossabile, un apparato del peso di 22 chili che viene indossato dal paziente “a mo’ di vestaglia” e che gli permette di deambulare in maniera autonoma appoggiandosi ad un carrello. L’apparato è dotato di uno zainetto-computer, posizionato dietro la schiena, alimentato a batterie (con 4 batterie di ricambio ricaricabili in 10 minuti), con un’autonomia di quattro ore di cammino, e di due gabbie per gli arti dotate di 4 motori, 2 per arto, che controllano i movimenti dell’anca e del ginocchio.
«Il paziente lo indossa e cammina, lo sforzo lo fa solo la macchina che applica l’impostazione del software fatto dal terapista - spiega Claudio Ceresi, responsabile divisione riabilitativa della Emac di Genova, che da un anno commercializza il prodotto in Italia per gli ospedali. Un prodotto made in Usa, ideato per scopi militari da due ingegneri californiani che hanno permesso ai soldati americani di muoversi sulle alture dell’Afghanistan alla ricerca di Bin Laden alla velocità di 13 chilometri orari e con un carico sulle spalle di 200 libbre. Era il robot che li sollevava letteralmente dalla fatica.
Oggi quegli ingegneri si sono dedicati all’uso civile della loro invenzione che, da due anni, commercializzano in tutto il mondo (www.eksobionics.com). «In Italia abbiamo già richieste di acquisto da 20 ospedali (il costo è di 170 mila euro - n.d.r.) e di altri centri privati - spiega Ceresi - e abbiamo distributori in tutte le regioni, da febbraio anche in Sardegna». Ma a Pisa si è parlato anche del “domani” della ricerca robotica in questo settore: è nella testa e nelle mani di un giovane ingegnere, Stefano Mazzoleni, ricercatore della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, formatosi dal 2002 nell’Istituto di Robotica.
Mazzoleni, che è coordinatore del laboratorio di bioingegneria della riabilitazione dell’Ospedale di Volterra (Pisa) e da anni si occupa di tecnologie robotiche per il recupero degli arti superiori post ictus e dell’interazione paziente-ventilatore in ambito pneumologico, ora vuole andare oltre: progettare esoscheletri molto leggeri e portatili per permettere di integrare ed innovare il sistema Lokomat del cammino robotico (testato nella clinica universitaria Balgrist di Zurigo) con la FES, acronimo inglese per Stimolazione funzionale elettrica, dei muscoli retti femorali e bicipite femorali della coscia per il recupero motorio delle persone con lesioni midollari incomplete e per il mantenimento del trofismo muscolare per le persone con lesioni midollari complete. Per parlare di questo, Mazzoleni è stato invitato domani ad Instanbul, prima al Meeting del progetto europeo di robotica, operativo da tre anni, e poi, a seguire, al Congresso mondiale di neuroriabilitazione.
Beatrice Bardelli
 
 
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 36 - Edizione CA)
LO PSICOLOGO: «Cari papà e mamme, dovete accompagnar e i vostri ragazzi»
Adolescenti, prof, sesso e regole: a scuola va in scena il conflitto

Alunni che fanno l’amore nel cortile della scuola davanti ad altri che (forse) li filmano e (forse) condividono il filmato; un prof sospeso perché in aula parla di sesso, e forse non per fare educazione sessuale, anziché insegnare la propria materia; una prof che, dal suo profilo facebook, scrive che «la cosa migliore sarebbe» “eliminare” gli studenti lenti in matematica. Che succede, nelle scuole cittadine? Che succede a scuola? Niente di che: «La scuola, per gli adolescenti è il luogo del vivere. È normale che lì accadano certi episodi: è il luogo della costruzione del rapporto con i propri pari ma anche del conflitto con gli adulti e con le regole e, quindi, con la trasgressione di queste».
A parlare è Eugenio Mangia, psicoterapeuta, docente di Psicologia dello sviluppo all’università di Cagliari, autore di un libro dal titolo più che eloquente: “Il disagio giovanile contemporaneo - immagini di un’adolescenza tradita” (edizioni Ila-Palma). La sua idea è che la sessualità sia un aspetto-chiave del conflitto che si vive a scuola: «Inquadriamo la faccenda così: ogni persona, nelle varie fasi della sua vita, si trova ad affrontare quelli che gli psicologi chiamano “compiti di sviluppo”. Nell’adolescenza la sessualità è un compito di sviluppo. Questi ragazzi non fanno nulla di più e nulla di meno di ciò che viene proposto dai modelli culturali».
Per esempio?
«Il ragazzo che filma un rapporto sessuale fra coetanei e lo mette su Youtube non fa qualcosa di molto diverso da ciò che si vede fare in tanti programmi tv basati sulla pubblicizzazione della propria intimità. Non esiste più una sfera del privato; telecamere e videocamere ormai arrivano dappertutto».
Però un conto è parlare della propria intimità in tv, un altro fare sesso nel cortile della scuola, senza nemmeno nascondersi.
«Questo è un tipico agìto sessuale: per gli adolescenti mentalizzare le esperienze, pensarle, è difficile. Così le agiscono : sono azioni non pensate, si fa sesso senza porsi nessuno dei problemi di una relazione piena e complessa con l’altro».
Gli adolescenti di oggi, tra internet, social network, smartphone, hanno accesso a una quantità di dati, immagini, informazioni senza precedenti.
«È il cuore del problema. Hanno un sistema concettuale molto povero e si trovano a dover gestire una grande complessità sociale. Reagiscono con la ricerca di stati d’eccitazione: sport a rischio, o azioni sessuali. Penso anche alla moda, registrata tra gli adolescenti, di assumere Viagra: lo scopo è essere sempre più eccitati. Dalla pubblicità ricevono quel messaggio: no limits ».
Di recente ha fatto scalpore un’inchiesta giornalistica de Il Fatto quotidiano che raccontava la fretta delle quattordicenni di perdere la verginità come fosse un peso di cui liberarsi.
«Per gli adolescenti la sessualità non è amore ma rito di conoscenza. Fare sesso è varcare la soglia di un mondo sconosciuto: sentono di doverla varcare ma con tutte le paure e le angosce per ciò che troveranno. E cosa avviene? Una scissione tra i gesti sessuali e i loro contenuti emotivi: cercano una sessualità senza intimità».
Di fronte a loro, a scuola, trovano professori che sentono di aver perso il loro ruolo, l’autorevolezza che avevano sino a pochi anni fa.
«In psicoanalisi c’è chi ha approfondito la figura del padre maternizzato. Il padre, storicamente, agli occhi del figlio rappresentava l’autorità, la norma, mentre la madre cercava un rapporto più intimo e affettivo: in questo modo il bambino interiorizzava la norma. Questa figura di padre è scomparsa: i padri sono sempre più attenti a non turbare il rapporto con i figli e quindi non trasmettono più la regola. Così i ragazzi arrivano a scuola impreparati all’autorità: i professori tentano di esercitarla, ma essa non viene riconosciuta, non fa presa».
E come ne escono, i prof?
«Eh, bella domanda. Occorre essere autorevoli. Cioè competenti, sensibili ed esercitare una fermezza moderata dal buon senso. A quel punto dai ragazzi otterranno stima e rispetto».
Tentare di impostare un rapporto da amici non funzionerebbe?
«Quei ragazzi che i genitori trattano da amici tenderebbero a fare a scuola ciò che fanno già in famiglia».
E invece i genitori cosa dovrebbero fare? Come si fa a vigilare sui ragazzi senza opprimerli?
«I genitori devono accompagnare i ragazzi nelle loro esperienze, essere loro vicini senza intrusioni. Gli adolescenti devono sentirli vicini affettivamente, sentirsene protetti, sapere che - nel caso ne avessero bisogno - possono rivolgersi a loro».
Marco Noce
 
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 41 - Edizione CA)
Creata una pagina su facebook per una donna affetta da “Sensibilità chimica multipla”
GARA DI SOLIDARIETÀ PER LA PROF
Stella Conte ha una malattia rara e dovrà curarsi all’estero 
Domani comincerà con i test per capire meglio la sua situazione. Ha una malattia rara che può diventare invalidante. Stella Conte è affetta da “Sensibilità chimica multipla” (Mcs), che in parole semplici, come scrive lei stessa su facebook, «è una patologia che comporta un’incapacità nella eliminazione di sostanze tossiche». Ma lei non si vuole arrendere, e ha deciso di andare a curarsi in una clinica inglese che si chiama Breackspear Clinic. Prima effettuerà dei test, poi dovrà tornare nel Regno Unito per effettuare delle cure. Il tutto a un costo tutt’altro che abbordabile: si parla di almeno 15 mila euro per trenta giorni. In Italia, purtroppo, non ci sono centri in grado di affrontare la Mcs.
LA SOLIDARIETÀ Per questo è stata creata su facebook una campagna di sensibilizzazione per pagare, almeno in parte, le cure della donna. È scritto anche l’iban dove mandare le offerte. Tante le risposte già avute, per ora sono stati donati quasi 2 mila euro, si spera di aumentare l’importo. Lei si imbarazza e ringrazia tutte le persone che stanno dimostrando affetto.
LA CLINICA «Ho sentito la clinica, mi ha precisato che il pagamento sarà suddiviso in più tranche, questo mi darà un po’ più tempo», ha spiegato la docente universitaria (insegna a Cagliari nel dipartimento di Psicologia e collabora con Medicina). Insomma, c’è ancora tempo per darle una mano. Tutte le informazioni sono presenti su facebook sia nella pagina personale della professoressa, sia in una pagina apposita dedicata alla vicenda.
LA MALATTIA «Scusatemi se non rispondo al cellulare. Purtroppo sono allergica ai campi elettrici ed elettromagnetici e quando parlo mi viene subito l’affanno. Sto provando ad attrezzarmi in qualche modo! Scusatemi». Un messaggio che la donna ha scritto lo scorso 29 marzo e che fa capire quanto questa malattia possa essere fastidiosa. Lei la descrive in questo modo: «Comporta un’incapacità nell’eliminazione di sostanze tossiche. Nello specifico ho una riduzione di gutatione-trasferasi e un’alterazione nella disponibilità dello zinco. Ciò causa la difficoltà di metabolismo di sostanze chimiche e l’eliminazione dei metalli». Poi chiarisce: «Ora ho un aumento delle risposte tossiche in presenza anche di fonti elettriche e elettromagnetiche».
IL RICONOSCIMENTO Stella Conte è residente nel Lazio, una delle poche regioni che riconosce questa patologia. Ha fatto domanda per il rimborso delle spese che sosterrà, che arriveranno chissà quando. Per ora le spese sono tutte a carico suo. Purtroppo, come fa sapere il medico e politico Claudia Zuncheddu, in Sardegna l’Mcs non è stata riconosciuta. Per questo ha iniziato una battaglia per il riconoscimento della patologia in Sardegna, con una mozione di qualche mese fa che impegna «il presidente della Regione e l’assessore della Sanità a predisporre le iniziative necessarie per il riconoscimento della mcs come malattia di origine organica, multisistemica e polisintomatica su base tossica».
Piercarlo Cicero
 

 



LA NUOVA SARDEGNA

8 - La Nuova Sardegna / Sassari - Ed. Naz.le
SASSARI
«Uno dei valori più importanti della Banca di Sassari è l’attaccamento al territorio, un fattore strategico che con la collaborazione delle istituzioni vorremmo rafforzare ulteriormente».
Le prime dichiarazioni a caldo di Salvatore Rubino, fresco di nomina a vicepresidente dell’istituto bancario di viale Mancini, concedono poco spazio al dubbio. Rubino, microbiologo, docente universitario, per dodici anni consigliere di amministrazione del Banco di Sardegna, ha rimarcato con orgoglio il fatto che la Banca di Sassari è una risorsa locale. «Non siamo una realtà avulsa dal contesto di riferimento – ha proseguito a margine il nuovo vicepresidente della Banca di Sassari – e credo che la riprova possa essere la vicinanza nei confronti dei giovani anche attraverso la promozione di numerose iniziative a carattere culturale ».
A questo riguardo Salvatore Rubino ha evidenziato la necessità di rafforzare i rapporti di collaborazione con le realtà universitarie e con strutture come Sardegna ricerche. Nell’università di Sassari Rubino si è occupato anche di gestione di piccola impresa con la direzione di progetti spin off. (a.me.).
 
 
    


QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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