Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 April 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 


 

L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 19 - Edizione CA)
L'UNIVERSITÀ
La Limba sarda comuna? Un'opportunità, non un totem. Maurizio Virdis, 65 anni, è docente ordinario di Filologia romanza e Linguistica sarda all'Università di Cagliari. Ha coordinato la seconda annualità del corso di formazione per insegnanti di lingua sarda. «Speriamo che ora la Regione finanzi anche la terza, come da progetto». Ottanta studenti, fra Cagliari e Oristano. Tutti laureati, spesso con master. Lezioni di Letteratura e linguistica sarda, musica, metodologie per la didattica, ma anche laboratori di scrittura e traduzione. Per metà in sardo. «Quest'anno il professor Bartolomeo Porcheddu ha insegnato la Lsc», finora non proprio gradita nell'ateneo cagliaritano. Uno strumento utile, sottolinea Virdis «se si chiariscono le condizioni e gli ambiti d'uso». Una lingua unificata sarebbe preziosa «in ambito amministrativo giuridico e per una certo tipo di pubblicistica, che so, un notiziario regionale». Il docente invita a non fare della Lsc un totem: «Il rischio è cercare di imporla, come l'italiano nell'Ottocento». Per salvare il sardo è importante che lo si parli, in qualunque variante. Ma ci vorrà tempo (e una politica culturale chiara e coerente) perché si arrivi a uno standard. «Quanto ci è voluto perché l'italiano diventasse la lingua di tutti gli italiani? E non ce l'avrebbe fatta senza la tv». Internet e i computer games potrebbero essere la tv del sardo unificato? «Sarebbe interessante vedere la pubblicità dei pelati, se non della Coca Cola, in sardo». (d. p.)
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 28 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ  Misterioso furto nella sede di “Ajò”
«La prossima volta chiudete meglio la porta». Prima il danno, poi la beffa. Dopo aver svaligiato la sede dell'associazione studentesca Ajò, in via Università 49, i ladri hanno lasciato un messaggio denigratorio sulla lavagna. Il misterioso furto è stato scoperto domenica pomeriggio, ma gli interrogativi sono molti.
«È un blitz sospetto» spiega Fabrizio Mattu, senatore accademico del gruppo Ajò, candidato alle elezioni d'Ateneo che si svolgeranno il 2-3 aprile. «Hanno rubato l'impianto audio» prosegue, «due videoproiettori e il materiale elettorale dei nostri candidati. Ma hanno lasciato la cassa, con 210 euro, che era in bella vista». Anche prima delle precedenti elezioni l'associazione aveva subito un furto. «Abbiamo avvisato il Rettore» conclude Mattu, «e i carabinieri. Riteniamo sia un atto intimidatorio che punta a destabilizzare il nostro gruppo in vista delle elezioni: ma non ci facciamo spaventare».
I ragazzi della lista Ajò condividono la sede con le associazioni CultArk e Goliardia Universitaria. Il furto, dicono gli interessati, sarebbe avvenuto domenica mattina dopo le 6, visto che prima i ragazzi erano ancora lì per una festa. (fr.pi.)
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 19 - Edizione CA)
Lingua sarda Si moltiplicano nelle scuole i corsi sperimentali nella Limba unificata
SI SCRIVE ABBA, SI LEGGE ACQUA E la Lsc divide i docenti
L o studente del primo banco dice «sole». Il suo vicino «soli». Una terza compagna «sobi». Urge un compromesso. «Così finiamo per scrivere sole , ma ciascuno pronuncia come vuole. E tutti ci capiamo». Prove pratiche di Limba sarda comuna in una seconda media all'Istituto Calasanzio di Sanluri. Uno dei tanti che offrono agli studenti percorsi sperimentali per studiare in sardo , ma non solo il sardo .
Giuseppe Orrù, 39 anni, laurea in Lettere moderne, di professione fa l'esperto in Lingua sarda. «Definizione pomposa. Non abbiamo un albo né una graduatoria. Costruiamo con le scuole rapporti di fiducia», spiega. Ha imparato la didattica della lingua nativa in un corso Fils, organizzato dall'Università di Cagliari e finanziato dalla Regione. In classe, usa la Lsc. Forma sperimentale di sardo unificato, dal 2006 lingua ufficiale nelle comunicazioni della Regione. Approdata nelle scuole come lingua veicolare grazie (o per colpa, a seconda delle opinioni) al lavoro dell'Uffitziu Limba e Cultura sarda diretto da Giuseppe Corongiu. Centosessantadue i progetti approvati per il 2013 (erano 22 nel 2010): il 5 per cento in catalano, il 62 in Lsc; il resto nelle varianti locali, a discrezione del docente.
«Chi parla in Limba comuna? Nessuno. Agli alunni dobbiamo insegnare a scrivere nella lingua che sentono in famiglia», afferma Vincenzo Panduccio, maestro a Capoterra. In classe usa la cosiddetta Norma campidanese, fatta propria dalla Provincia di Cagliari. «Quaranta bambini, portati dalla prima alla quinta. Dapprincipio dovevo tradurre. Alla fine, quasi tutti parlavano, scrivevano, sapevano la grammatica. Comprese l'alunna siciliana e quella romena». La storia di Sardegna, dal Neolitico al Regno d'Italia. Nella variante di casa: perché tra mandicare e pappai, sostiene Panduccio, c'è un mondo di differenza, non solo le desinenze. La Lsc non sembra creare problemi a Cagliari, nella scuola paritaria (salesiana) Infanzia Lieta. Semmai c'è stato il bisogno di spiegare ai genitori perché un corso pomeridiano, in sardo, per gli alunni di quarta elementare. «Nessuno ha esonerato i figli, eppure ci sono due alunne nate in Lombardia e una cagliaritana di genitori filippini», sottolinea soddisfatta la maestra Serena Delogu, quartese di nonna friulana. I bambini imparano i nomi degli animali, delle piante, degli alimenti. Ma anche la storia. «Senza confondersi se pronunciano acqua ma scrivono abba ». Perché, spiega la maestra, studiano anche l'inglese: «Sanno già che spesso non c'è corrispondenza fra la pronuncia e l'ortografia».
È perplessa Carmen Campus, una lunga carriera alle scuole medie, conclusa come dirigente ad Assemini: «Prima dell'ideologia linguistica vengono le esigenze degli alunni». Secondo l'ex preside, «la Lsc sradica il ragazzo dalla propria identità culturale». Adoperare la variante della comunità «è più rispettoso dello sviluppo dei ragazzi». Nessuno impone la Limba comuna, assicurano all'Uffitziu. Però è innegabile che, in tempi di tagli, le scuole colgano l'opportunità. L'Istituto comprensivo statale di Monte Gurtei si divide tra Nuoro e Mamoiada. Un'enclave dove lingua e identità sono forti. Eppure ha chiesto cinque corsi (ne ha ottenuto due) in Lsc. Spiega il dirigente Ambrogio Nazario Porcu: «Siamo terra di frontiera, la scuola è aperta a tutte le iniziative utili». All'inizio dell'anno scolastico, 30 docenti hanno partecipato, nel tempo libero, a un corso di Pedagogia con lezioni di sardo standard. Tenuto (gratis) da Maria Antonietta Piga, traduttrice esperta di Limba comuna. Poi sono partiti i corsi per gli scolari, finanziati dalla Regione e incentrati sulla cultura enogastronomica della zona. Il professor Porcu non ritiene che per i bambini la Lsc sia una violenza, come l'italiano fu per i nonni. «I tempi e i metodi sono cambiati. I bambini continuano a parlare come fanno in casa. Ovvero in modo diverso a Bitti e Lula, dodici chilometri di distanza». Ma per scrivere useranno una lingua comune. Cioè di tutti.
Daniela Pinna
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 52 - Edizione CA)
SASSARI
Universitari senza casa
Tramontata l'ipotesi del Campus universitario nelle ex Semolerie Azzena, l'Ersu di Sassari attiverà un avviso pubblico per l'individuazione di una nuova area. La procedura eviterà di perdere i 20 milioni di euro di fondi Cipe. «Attiveremo al più presto le procedure dell'avviso - ha chiarito il presidente dell'Ersu Gianni Poggiu - perché non deve vincere la decisione di non decidere». Intanto, nei giorni scorsi, l'Ersu ha ottenuto il via libera per un mini-campus nella ex fondazione Brigata Sassari. Grazie a un finanziamento del Miur di circa 3 milioni di euro, oltre ai 5 già ottenuti nella precedente legislatura, la struttura sarà recuperata e messa a disposizione degli studenti. I posti letto saranno 75 e si aggiungeranno ai 570 ora disponibili. In omaggio alla storia della Brigata Sassari, il campus ospiterà anche una parte museale dedicata ai Dimonios. Cantiere al via entro il mese di ottobre.
(a. br)
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 43 - Edizione CA)
IL PERSONAGGIO. Già socio di un avviato studio legale di Milano e scrittore
Antonello Martinez, ora anche rettore a Lugano
Antonello Martinez, 60 anni, avvocato e tanto altro. Da quando, 1988, lascia Oristano e lo studio legale del padre Giannino per Milano, ha messo il turbo. Fondatore e socio unico dello studio legale Martinez&Novebaci, rappresentante del dipartimento dello sviluppo economico del Governo di Dubai. Avvocato del Crown Prince di Dubai, ha rappresentato in Italia alcune tra le principali società riconducibili al fondo sovrano di Abu Dhabi. Dal 1999 presidente nazionale dell'associazione italiana avvocati d'impresa. Ha trovato anche il tempo di scrivere libri e trattati di diritto. Per diversi anni è stato assistente del professor Morris Ghezzi alla cattedra di Sociologia del diritto dell'università statale di Milano. È anche magnifico rettore dell'università L.U.de.S di Lugano, conservando la cattedra di Sociologia del diritto con delega all'internazionalizzazione e ai rapporti con l'estero.
Come chiamarla: professore, avvocato o preferisce che parta dal suo ruolo calcistico di portiere, di spalla di Benito Urgu o di conduttore di programmi radiofonici?
 «Tocca corde a me care, ricordi vivissimi della mia vita oristanese. I tempi della scuola e delle sterminate “ricreazioni”: In realtà mi sento un vivace studente di 20 anni e fatico molto a sentirmi dalla parte dei “professori”».
 Oristano, primo grande amore.
 «Anche se da 25 anni vivo a Milano mi sento e sono oristanese. Ho due fratelli, Marco e Filippo, molti amici e parenti che mi tengono costantemente informato. Quando mi dicono se sono di origini sarde, li correggo “io sono sardo”. Se penso a casa mia, vedo Oristano».
Come concilia l'attività universitaria con l'intensa vita professionale?
 «Sto dodici ore al giorno nel mio studio, mi gratifica e mi diverte. L'università la vivo come un privilegio, straordinario il rettorato. Basti pensare che il 70 per cento dei laureati trova un collocamento entro 3 mesi e il 100 per cento entro un anno».
 Oristano-Lugano: quale relazione?
 «Sto elaborando un progetto ma prima di renderlo pubblico vorrei parlarne col mio sindaco che, essendo stato preside del glorioso “De Castro”, sono certo che sarà particolarmente attento alla proposta. Tendas poi è di Solarussa, nella cui squadra di calcio ho giocato per tre anni. Grande squadra, pareggiammo con la Tharros e Tendas era un grande tifoso».
Antonio Masala


LA NUOVA SARDEGNA 
6 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 30
Scienziati da 17 Paesi europei e da Israele a confronto per 4 giorni all’Università
In Sardegna (nell’area di Arborea) ricade uno dei casi di studio del progetto
Cambiamenti climatici, esperti da tutto il mondo
di Gianni Bazzoni
SASSARI Esperti da tutto il mondo per una conferenza scientifica internazionale che servirà a fare il punto sui risultati finora conseguiti in termini di impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura europea e sulla sicurezza alimentare. Circa 150 ricercatori provenienti da 17 paesi europei e da Israele, da oggi e fino a venerdì si confronteranno nelle strutture del complesso didattico dell’Università di Sassari, in via Vienna. L’iniziativa fa seguito ad altre che si sono svolte in diverse realtà d’Europa: è la seconda volta, però, dopo Berlino - che ha segnato l’avvio del meeting- , che tutti i partecipanti si ritrovano per fare il punto della ricerca a metà del progetto. Il centro Nrd (Nucleo ricerca desertificazione) ha offerto la propria disponibilità a organizzare l’importante evento a Sassari, anche in considerazione del fatto che in Sardegna - più precisamente a Oristano (nell’area di Arborea) - ricade uno dei casi di studio oggetto di indagine nell’ambito del progetto. Scienziati a confronto, dunque, da questa mattina, nell’ambito dell’iniziativa intergovernativa “Facce-Jpi”: una occasione di dialogo tra ricercatori, stakeholder e amministratori pubblici in riferimento ai tre casi di studio pilota europei, tra i quali quello dell’agricoltura dell’Oristanese. All’iniziativa aderiscono 21 stati membri dell’Unione europea con l’obiettivo di indirizzare e promuovere la ricerca scientifica per supportare lo sviluppo di sistemi agricoli sostenibili e la crescita economica, in un contesto di cambiamento climatico. Al progetto lavorano 74 organizzazioni europee con l’obiettivo specifico di «sviluppare professionalità necessarie per la realizzazione, l’uso e l’interpretazione di modelli matematici per la valutazione del rischio associato ai cambiamenti climatici nell’agricoltura europea». La ricerca - come è stato spiegato dagli organizzatori dell’evento, con il Centro Nrd dell’Università di Sassari leader del partenariato italiano - si basa sull’integrazione di modelli di simulazione in ambito agronomico, zootecnico ed economico e sulla loro applicazione a casi di studio su scala regionale (nord, centro e sud Europa) che riflettono la diversità dei principali ambienti europei in termini di suolo, clima, sistemi agricoli e socio-economici. I lavori saranno aperti questa mattina dai saluti del Rettore dell’Università Attilio Mastino, del presidente della Provincia Alessandra Giudici e dei rappresentanti regionali e comunali. Quindi via all’incontro internazionale (tutti i giorni dalle 9 alle 18.30), con sessioni plenarie trasmesse in streaming su internet e altre parallele per diversi gruppi di lavoro. La Conferenza è stata co-finanziata dal Consiglio per la Ricerca Norvegese con contributi del Thunen-Institute (Germania) e dell’Università degli studi di Sassari. Proprio la rilevanza dei temi trattati e l’attualità delle ricerche sui cambiamenti climatici, insieme alla presenza a Sassari di un gran numero di ricercatori e scienziati provenienti da tutto il mondo, assegnano all’iniziativa una valenza strategica e collocano l’Università e il Nucleo ricerca desertificazione al centro dei programmi di ricerca in atto a livello internazionale.
 
 
 

7 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 30
PATRIMONIO CULTURALE
L’Università tra i partner dell’ «Archeomedsites»
SASSARI Il Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università sassarese partecipa al Progetto “Archeomedsites. Safeguard, valorisation and management quality. Use of the management models for the archeological sites and urban contexts”. Si tratta di un progetto di cooperazione transfrontaliera per la valorizzazione del patrimonio culturale nel Mediterraneo, il cui capofila è il ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo che coinvolge numerosi partner italiani e internazionali. Archeomedsites include, nell’ambito della cooperazione internazionale in tema di gestione e valorizzazione delle aree archeologiche e dei contesti urbani, sei siti distribuiti tra il Libano (Tiro: Al Bass e City State), la Tunisia (Cartagine e Kerkouane), la Sardegna (Monte Sirai Carbonia e Cagliari) e la Campania (Paestum e Velia). L’Università di Sassari, sotto la direzione del referente scientifico Michele Guirguis, si occuperà del coordinamento dell’analisi strategica sui siti archeologici nelle diverse aree di intervento e organizzerà laboratori didattici transfrontalieri nei cantieri. Il progetto verrà presentato oggi, alle 11.30, presso l’Associazione della stampa estera, a Roma. A Anna Catte, direttore generale dell’ufficio dell’autorità di gestione del Programma Enpi Cbc Med della Regione, e a Maria Grazia Bellisario, dirigente della direzione generale per il Paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea e Responsabile del Progetto Archemedsites, sarà affidato il compito di presentarlo e di illustrarne contenuti finalità. Interverranno Andrea Meloni, direttore generale per la Promozione sistema Paese del ministero degli Affari Esteri; Adnan Louihichi, direttore fenerale dell’Istituto nazionale del Patrimonio di Tunisi; il ministro della Cultura del Libano, Remon Areiji, che si collegherà in diretta video da Beirut e i rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni partner del Progetto, tra cui l’Università di Sassari, i Comuni di Firenze, Siena e Carbonia, le Soprintendenze per i beni archeologici per le Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta e per le Province di Cagliari e Oristano e Federculture, Ricerca e Cooperazione. Modererà l’incontro il giornalista Roberto Zichittella. Il progetto prenderà ufficialmente il via nelle giornate di giovedì e venerdì con il primo kick-off meeting (incontro di avvio) che si terrà a Paestum e al quale parteciperanno anche il Michele Guirguis dell’Università di Sassari. “Archeomedsites” ha ricevuto un finanziamento di due milioni di euro. Obiettivo generale del programma è quello di promuovere il processo di cooperazione sostenibile nel bacino del Mediterraneo, e di sostenere progetti di cooperazione transfrontaliera.
 
 
 

8 - La Nuova Sardegna / Sassari - Pagina 30
Direttive europee, domani seminario per imprese ed enti pubblici
AIUTI “DE MINIMIS”, NUOVE REGOLE
SASSARI Il nuovo regolamento “de minimis”, in riferimento alle novità introdotte dalla Commissione europea con il regolamento in vigore da quest’anno e fino al 2020. Questo il tema del seminario gratuito promosso dal Sistema Camerale del nord Sardegna - con l’Ufficio Enterprise Europe Network, partner della rete istituita dalla Commissione Europea a sostegno delle piccole e medie imprese europee - in programma domani nella sede di Promocamera dalle 9,30. Il primo gennaio, infatti, sono entrati in vigore i nuovi Regolamenti (UE) n. 1407 e 1408/2013 della Commissione sugli aiuti “de minimis”. La Commissione ha apportato sostanziali modifiche al Regolamento n. 1998/2006, scaduto nel 2013, in base alle consultazioni e alle nuove esigenze fatte valere dal mondo delle imprese. All'incontro prenderanno parte i presidenti dell'Ente camerale, Gavino Sini e di Promocamera, Gianuario Pilo, Carlo Eugenio Baldi, docente di diritto dell’ Unione europea all'Università di Bologna, il segretario generale della Camera di Commercio, Pietro Esposito e Luigi Chessa, Project Manager dell'Enterprise Europe Network. In base agli articoli 107 e 108 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, gli aiuti di Stato sono incompatibili con il diritto dell’Unione e devono essere notificati alla Commissione in modo che possa, di volta in volta, verificare il loro impatto sulla concorrenza e autorizzarli se opportuno. Tuttavia, la Commissione esenta dall’obbligo di notifica gli aiuti “de minimis”, ovvero gli aiuti di Stato di modesta entità, che non producono significative distorsioni della concorrenza. Lo scopo del Regolamento “de minimis” è quindi quello di permettere agli Stati di sostenere alcuni settori di attività o imprese, tramite la concessione di aiuti di modesta entità senza dover attendere un’autorizzazione da parte della Commissione e quindi semplificando e velocizzando le procedure. Il nuovo regime generale sugli aiuti (Regolamento (UE) n. 1407/2013), chiarisce e semplifica le norme per una maggiore certezza giuridica e una riduzione degli oneri amministrativi. La Commissione europea ha infatti introdotto e specificato il concetto di "impresa unica": nel calcolo del plafond “de minimis” devono essere prese in considerazione sia l'azienda che ha richiesto l'agevolazione che l'insieme di quelle collegate. La nuova norma richiama da vicino il principio e il metodo utilizzato per il calcolo della dimensione di piccola e media impresa. L’iniziativa del Sistema Camerale del nord Sardegna risponde all’esigenza di approfondimento della complessa materia da parte tutti i soggetti coinvolti nella elaborazione, stesura e gestione dei bandi in regime “de minimis”, così come di tutti coloro che assistono le imprese destinatarie dei bandi. L’evento è rivolto a enti pubblici, università, associazioni di categoria, imprese, istituti di credito, consulenti e liberi professionisti.


 



QUOTIDIANI NAZIONALI

Link: rassegna stampa MIUR

 

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