Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 April 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA
 
1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 45 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ
Erasmus, mille i posti disponibili
Fino al 15 aprile è possibile presentare la domanda per partecipare al Programma di mobilità promosso dalla Unione Europea “Erasmus+ Studio” che consente agli studenti di trascorrere da tre a dodici mesi in un’università europea per frequentare i corsi, sostenendo i relativi esami, ed eventualmente preparare la tesi di laurea. A disposizione degli studenti dell’Università di Cagliari ci sono 1036 possibilità per partire. Gli atenei consorziati sono di Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia, Ungheria, Liechtenstein, Norvegia, Turchia. Le candidature possono essere compilate online fino alle 12 del 15 Aprile, collegandosi al sito www.unica.it.


2 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 49 - Edizione CA)
MONSERRATO. L’iniziativa
Più risparmio con il riciclo all’Università
È stato inaugurato nel bar della Cittadella universitaria, il nuovo compattatore che fa parte dell’iniziativa "Io non lo rifiuto, io lo riciclo" ideato dall’azienda “Effegreen” e realizzato in collaborazione con l’amministrazione comunale di Monserrato. L’apparecchio permetterà, inserendo una bottiglietta usata di plastica o alluminio, di ricevere in cambio un buono sconto spendibile nei negozi di Monserrato che hanno aderito all’iniziativa.
«Si tratta di un nn momento storico, un piccolo passo dalla valenza enorme perché spingerà ulteriormente gli studenti universitari ad acquistare a Monserrato, intensificando i rapporti tra la nostra città e l’università, e integrandosi nella nostra comunità, ha detto il sindaco Gianni Argiolas.
Ignazio Zuddas, ispiratore dell’iniziativa di collocare la macchina anche all’Università, sorride: «Nessuno meglio degli studenti costretti costantemente a fare economia in attesa di completare il corso accademico e di prepararsi per il mondo del lavoro, può avere necessità di questo servizio che unisce la salvaguardia dell’ambiente all’economia in un momento molto particolare per il nostro Paese».
Antonio Sarigu, assessore all’Ambiente, traccia un primo significativo bilancio dell’esperimento, cominciato qualche mese fa in pieno centro: «Nell’altro macchinario sistemato dal Comune a ridosso del mercato civico di via del Redentore abbiamo raccolto più di 1200 bottiglie di plastica al giorno. Un risultato molto incoraggiante e importante». (f.z.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 46 - Edizione CA)
STAGE PER STUDENTI ALL’EXMA’
Scadono lunedì le domande per la selezione di tre studenti universitari per uno stage formativo del valore di tre crediti formativi universitari. Gli studenti interessati devono essere iscritti a Beni culturali, Lettere, Filosofia, Scienze della Comunicazione, Lingue e Comunicazione, Archeologia e Storia dell’Arte, Filologie e Letterature classiche e moderne, Storia e Società. I tre assistenti lavoreranno presso lo spazio ExMà dall’11 al 13 aprile , per i workshop di fotografia, video e audio. Durante lo stage dovranno assistere i docenti e seguire i lavori del gruppo.

 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Nuoro (Pagina 64 - Edizione CA)
SINISCOLA. Lo specialista lavora nello staff del Cagliari Calcio e all’università
FRANCESCO, IL FISIOTERAPISTA-SCIENZIATO DELLO SPORT
Guru a livello internazionale delle attività motorie degli ultra sessantacinquenni, ma umile com’era da ragazzino. Francesco Todde, 43 anni, fisioterapista del Cagliari Calcio, nonostante sia uno dei professionisti più quotati del settore sportivo, in particolar di quello calcistico, continua a pensare ai giovani di Siniscola, dove è nato e cresciuto. A febbraio ha appeso nella sua bacheca personale un altro riconoscimento accademico: all’università di Cagliari (dove ha un incarico di docenza come tutor per specialisti di scienze motorie) ha conseguito il dottorato di ricerca discutendo una tesi sulla correlazione tra la facilitazione propriocettiva neuromuscolare e la gestione ottimale del gesto tecnico sportivo. Lavoro valutato con il massimo dei voti e una speciale menzione di lode per il contenuto scientifico e il risvolto applicativo pratico, su atleti professionisti. «È un traguardo che ho centrato grazie alla collaborazione tra le università di Urbino e Cagliari - dice - e mi riempie di orgoglio». Todde con la sua prestigiosa carriera dà lustro a Siniscola. «In un momento in cui la crisi dà poche opportunità di lavoro - prosegue - penso ai miei giovani compaesani. A loro consiglio di coltivare i sogni e di applicarsi senza indugio per cercare di raggiungerli. Solo così si riesce a emergere». Nel suo curriculum tanti titoli accademici culminati di recente (grazie alla collaborazione tra università di Cagliari e Coni Sardegna) in uno studio a livello geriatrico sugli effetti a lungo termine dell’esercizio fisico intenso sulle abilità motorie degli over 65, accettato con un indice di qualità altissimo dal Journal American Geriatric Society, prestigiosa rivista scientifica internazionale. «Sono grato a chi mi ha sostenuto e supportato, al mio gruppo di ricerca del laboratorio di Fisiologia dello sport, diretto dal professore Alberto Concu, e alla mia famiglia».
Fabrizio Ungredda

 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 45 - Edizione CA)
CASTELLO. Oggi il sindaco dal Papa: chiederò una preghiera per la nostra candidatura
CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019
Zedda: «Abbiamo le carte in regola»
Il progetto simbolo? «Se devo pensare a uno in particolare allora direi il nuovo lungomare del Poetto, perché cambierà un luogo a cui i cagliaritani tengono molto, purtroppo stravolto negli anni», dice Massimo Zedda per riassumere l’impegno della città nella candidatura a capitale europea della cultura 2019. In realtà la forza del progetto è la rete di storia, tradizioni e monumenti che Cagliari - insieme a tutta la Regione - può mettere sul piatto. «Spero che i commissari, quando verranno a giudicarci, rimangano colpiti da tutto l’insieme. La nostra è la città col centro storico più esteso d’Europa, ma non c’è solo questo. Pensate alla bellezza di Masua, alle miniere». Durante la presentazione della mostra-laboratorio “Futuro prossimo” al Ghetto degli ebrei, ieri sera, il sindaco ne ha approfittato per sparare sulle altre città candidate: «Prendente Lecce. Fino allo scorso anno con l’Anci abbiamo lavorato per trovare una soluzione al dissesto finanziario del Comune. Come può diventare capitale europea della cultura se non può spendere?». Discorso diverso per Matera, ma il risultato non cambia: «Ci vogliono tre giorni di viaggio per arrivarci», sorride Zedda.
SCREMATURA Insomma: dopo un inizio in sordina anche per via del blasone delle altre candidature - Venezia su tutte, poi esclusa - Cagliari ha superato la prima scrematura e ora ci crede. Perché a contare sarà soprattutto il «processo» di avvicinamento al traguardo. Un cammino in cui «verrà coinvolta tutta la cittadinanza», come hanno ricordato gli assessori alla Cultura: sia quello comunale Enrica Puggioni che quello regionale Claudia Firino. A rappresentare l’Università, il direttore del dipartimento d’Architettura Antonello Sana. Non c’era il sottosegretario Francesca Barracciu.
MOSTRA L’obiettivo messo nero su bianco nelle brochure è quello di trasformare tra il 2015 e il 2019 la città in una «grande e poliedrica mostra a cielo aperto». Per fare questo si è chiesto aiuto anche ai bambini e agli studenti delle scuole - per ora solo a quelle che si affacciano sul mare, come il Nautico, la Colombo e l’istituto di Sant’Elia - che hanno spiegato come vorrebbero trovare Cagliari tra cinque anni. «Profumata», hanno detto molti. Per arrivare primi servirà impegno, ma il sindaco non disdegnerebbe anche un aiuto dall’alto. Oggi sarà a Roma per un incontro col Papa: «Chiederò», scherza, «una preghiera per la nostra candidatura».
Michele Ruffi
 
 
6 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 31 - Edizione CA)
Il linguista Blasco Ferrer: no ai codici estranei
IL SARDO DA INSEGNARE È LA LINGUA DI CASA
Primo, partire dall’allievo. Specie se è un bambino. Dalla lingua che parlano lui, la sua famiglia e la sua comunità. Senza imporre parole astruse, regole precoci. Soprattutto senza ricorrere a codici astratti e lontani. In classe, a Quartu o a Serramanna, l’acqua sarà àcua e mai abba. Verrà più tardi, al liceo il momento di imparare altre varietà della lingua sarda.
Li ha chiamati i “Dieci comandamenti della Glottodidattica del sardo”, Eduardo Blasco Ferrer, docente di Linguistica sarda all’Università di Cagliari. Autoironia o egocentrismo accademico? Forse un pizzico dell’una e dell’altro. Perché il linguista catalano conduce - con modi garbati ma incisivi - una battaglia scientifica che è un po’ guerra di religione. Nell’aula magna di Sa Duchessa ieri sera ha presentato una proposta teorico-pratica per l’insegnamento della lingua sarda dalla scuola materna alle superiori: «Sinora è mancato un programma multi vettoriale che tenesse conto della differenza tra i discenti. Ci vogliono approcci diversi per ogni fase dello sviluppo psicologico e cognitivo».
In platea, studenti di Scienze della formazione (tra cui un giovane timidissimo, chiamato a spiegare, nella lingua materna, la sua passione per su ballu tundu) docenti che usano il sardo nelle loro classi e militanti della causa sardofona: dai veterani Oreste Pili e Maria Marongiu ai giovani leoni come Ivo Murgia. Ma anche sardofoni di ritorno come Alexandra Porcu, figlia di emigrati a Berlino, che ha tradotto in tedesco Nanni Falconi per Condaghes. Uniti dalla voglia di parlare in sardo e del sardo, ma anche dalla crociata contro la Limba comuna. Ovvero lo standard ortografico unitario adottato in via sperimentale dalla Regione.
Blasco Ferrer, nella sua “Storia della lingua sarda”, l’ha bollata come «l’inferno». Ieri ha usato toni più pacati, ma decisi: «L’evoluzione storica del latino, la storia e l’antropologia della Sardegna hanno creato naturalmente due macrovarietà, diverse e irriducibili a unità: il logudorese e il campidanese». Ma la Lsc promossa dall’Uffiztiu Limba e Cultura della Regione, è filtrata nell’editoria (libri, videogame, radio e tv) e nelle scuole. Un centinaio di esperti (formati nei corsi Fils dell’Università di Cagliari, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica) insegna la storia e la geografia della Sardegna nelle scuole di ogni ordine e grado. Sempre più spesso in Lsc.
Inaccettabile, spiega Blasco Ferrer. Perché la buona pedagogia ruota intorno all’allievo, alle sue conoscenze, alle sue capacità e ai suoi bisogni. «Quanto sanno, da chi l’hanno imparato? Come coinvolgere le loro comunità di base?» sono le domande che ha insegnato agli insegnanti nel corso di glottodidattica del sardo. Finanziato - non a caso - dalla Provincia di Cagliari, che ha adottato uno standard linguistico campidanese, in contrasto con quello unitario regionale. “No codice astratto”: la scritta campeggia nelle immagini del power point che accompagna il discorso del professore. «Esclusiva didattica del codice comunitario di base / residenza». Ovvero: a Muravera il docente deve adoperare la variante di Muravera. Accompagnando naturalmente la crescita dell’alunno. La buona scuola salverà il sardo dall’estinzione è il messaggio. E può farsi garante presso le famiglie, che spesso non capiscono che il bilinguismo è un arricchimento. «La politica deve smettere di elargire finanziamenti a chi non ha competenze linguistiche e didattiche. Quei soldi dovrebbero essere indirizzati ai professori che da anni insegnano il sardo facendo volontariato». La platea applaude, la battaglia continua.
Daniela Pinna
 
 
7 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Il tasso al 18 per cento, cinque punti in più della media nazionale
L’ESERCITO DEI SARDI CON LA VITA IN SOSPESO
Disoccupazione record, a casa un giovane su due
Gianfranco Ibba passa di qui tutti i giorni. Getta uno sguardo sulle bacheche dei bandi e delle graduatorie spesso vuote, allarga le braccia, fa un sospiro lungo, si siede e attende. Dev’essere un uomo di grande pazienza: è da settembre che aspetta un lavoro. «Da quando è venuto il Papa a Cagliari: io ero nella squadra che ha rifatto i marciapiedi in viale Bonaria». Cinquant’anni tondi, una mamma anziana e dializzata, una qualifica di bitumatore («impegno pesante, difatti siamo in pochi») - è un precario del Comune. «Sono otto mesi che non parte un cantiere. E intanto io non so come tirare avanti. Certo, non devo allevare figli, ma di cose da pagare ne ho come tutti».
SENZA PARACADUTE È gente senza paracadute, quella che aspetta il futuro negli uffici del Centro Servizi Lavoro di via Calamattia. La stessa gente e le stesse storie che passano nei Csl di tutta la Sardegna, una terra dove il tasso di disoccupazione raggiunge picchi del 18 per cento (il dato nazionale è del 13 per cento ndr ), con quasi 120 mila senza un salario, e dove un giovane su due è a carico della famiglia. Soltanto a Cagliari e provincia sono 42 mila, ma il dato Istat è dell’ultimo trimestre 2013 e non tiene conto dell’esercito di lavoratori finiti in strada da gennaio a oggi.
IL BENSERVITO Per dire, dentro quella già tremenda statistica non ci sono (ancora) Massimiliano Saba e il suo collega Massimo Spagnoletti, cagliaritani. A cinquant’anni, dopo ventiquattro mesi di cassa integrazione, sono stati licenziati. «Per fortuna non ho figli», dice Massimiliano, mentre il collega è papà di un ragazzo quasi maggiorenne. La ditta dove faticavano da un paio di lustri (la Sardinia Operational Service, una controllata di Vigilanza Sardegna) è in liquidazione, sicché con la lettera di benservito datata al 31 marzo 2014, l’altro ieri - spaesati come due pulcini appena nati - si sono iscritti nelle liste dei disoccupati. «Non so se riusciremo a trovare lavoro - dice Massimiliano Saba -. Emigrare, non se ne parla. Quali competenze posso spendere rispetto a tanti giovani che vanno fuori? Io, che sono un elettricista, per anni ho dovuto fare anche il guardiano notturno nella ditta dov’ero stato assunto. Adesso, a cinquant’anni, mi ritrovo senza uno stipendio e per me, che ho sempre lavorato fin da ragazzino, questo diventa un pianeta sconosciuto. Terrò duro, imparerò forse anche a non cedere allo sconforto, ma so che a cinquant’anni non posso pensare di partire e di mettermi in concorrenza con tanti ragazzi che cercano il pane. Mia nipote è emigrata. Ma ha vent’anni, sta alle Canarie e lavora come commessa in un negozio di abbigliamento. È contenta, d’altronde il futuro è dei giovani. E speriamo anche un po’ mio e di quelli della mia generazione».
«ANDRÒ VIA» Il futuro è di Alice Orrù che ha 19 anni, è di Monserrato, studia Economia all’Università e attende il suo turno davanti allo sportello del Csl. «Cerco un impiego come cameriera o aiuto al bar - racconta -. Un modo per raggranellare qualche soldo mentre studio e frequento i corsi in facoltà. Dopo la laurea vorrei andare via e aprire un’attività, non in Italia ma comunque in Europa. Qui non ci sono prospettive, non credo che riuscirei a trovare un lavoro».
LA RASSEGNAZIONE Giovedì scorso, a metà mattina, al centro di via Calamattia c’erano una trentina di persone. «Sono tanti, sa? Da qualche tempo - racconta Gianfranco Ibba - ormai la gente non viene neanche più. È che c’è sfiducia, rassegnazione». Qualcuno legge gli annunci per la ricerca di personale affissi su una parete. Un giovane laureato in Lettere («niente nome») prende appunti sul taccuino. «La mia laurea? Non serve». Le bacheche appese dall’altra parte della sala sono praticamente vuote, a parte una dove viene pubblicata la graduatoria per custodi generici. Quasi 560 domande per soli tre posti. «E questa volta gli aspiranti sono stati pure pochi - avvisa un impiegato -: in altri tempi i candidati non erano meno di ottocento, novecento. Sfiducia? È che lavoro proprio non ce n’è».
Piera Serusi


8 - L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 65 - Edizione CA)
MACOMER. L’Urban Center affidato ai giovani contro lo spopolamento
«UN ASSEGNO AI NEOLAUREATI? Per noi grande opportunità»
È affidato ai ragazzi il futuro di Macomer. L’Urban Center e il Forum giovani rappresentano l’originale ricetta per lo sviluppo e per arginare lo spopolamento. Le iniziative sono sostenute dal Comune, che tra l’altro favorisce ed intende incentivare il rientro dei cervelli, i neolaureati, per programmare il futuro della città. «È importante», riconosce Marco Manus, laureando in amministrazione e organizzazione all’università di Cagliari, presidente del Forum Giovani. «L’iniziativa del Comune permette a noi, una volta laureati, di muovere in casa nostra i primi passi e alla città di trattenere i giovani cervelli».
PARLANO GLI STUDENTI Per Fabiana Cugusi, studentessa di psicologia all’università di Cagliari, l’iniziativa del Comune rappresenta una interessante opportunità per i giovani laureati. «È utile, costituisce un buon modo per inserire i giovani laureati nel mondo del lavoro e un importante momento di crescita della nostra città, dove vorrei esercitare la professione dopo la laurea». Dello stesso avviso Antongiulio Piras, che studia scienze forestali all’università di Nuoro. «Il sogno di tanti giovani laureandi è poter trovare lavoro dove è nato è cresciuto. Un sogno che potrebbe avverarsi, vista la particolarità della facoltà che frequento, utile per il nostro territorio. Sarebbe interessante fare esperienza nella mia città».
«BELLA REALTÀ» Intanto gli studenti mettono il loro tempo libero a disposizione nel Forum dei Giovani, una istituzione che sta inizando ad operare e muovere con concretezza i primi passi. «Una bella realtà che cresce e si diffonde - dice Sergio Masia, capogruppo di maggioranza in consiglio comunale e dirigente scolastico - operando senza briglie e senza beghe politiche stantie». Il Forum ha già stretto un rapporto con lo sportello Europa. Ha selezionato 4 ragazzi che parteciperanno la prossima estate a due progetti dell’Unione Europea in Inghilterra e in Turchia. Dal prossimo anno vi parteciperà come partner anche economicamente. Lo stesso Forum sta organizzando, assieme alle scuole e alla consulta giovanile di Borore, la giornata dell’arte di quest’anno, al cui interno si svolgerà anche un contest grafico «che - dice il presidente Marco Manus - punta, tramite murales e writing, alla riqualificazione del sottopasso all’uscita di Macomer, in direzione Sassari, Bosa». Non solo. Si sta lavorando a un corso gratuito per i ragazzi del territorio e tanto si sta facendo in tema di istruzione.
Francesco Oggianu
 
 
9 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 42 - Edizione CA)
Ventisette anni, laurea in Scienze politiche, presiede la Consulta degli stranieri

DALLA CINA CON PASSIONE
Lina Zhan: ci sono tanti pregiudizi sulla nostra comunità
C’era una volta e c’è ancora un pezzo di Cina che vive a Cagliari in un superbo isolamento. «I pregiudizi nei nostri confronti sono tanti, lo so. Li possiamo sconfiggere solo con l’integrazione».
Lina Zhan ha ventisette anni e una laurea triennale in Scienze politiche, indirizzo Relazioni internazionali. Presidente della Consulta per stranieri e segretaria dell’Associazione cinese in Sardegna, è un ariete che vuole abbattere il quarantennale muro di diffidenza. Affronta i dubbi altrui con calma e quando la via d’uscita si fa stretta sparge fiducia e ottimismo a piene mani. Intanto progetta un ufficio disbrigo pratiche per la variegata comunità di immigrati: «Sono qui dal 1993. Il primo ad arrivare a Cagliari è stato mio padre. Lo abbiamo raggiunto mia madre e io». I suoi genitori sono il paradigma della prima generazione sbarcata in Italia: «Volevano fare impresa e aprirono un piccolo negozio di borse alla Marina. Oggi gestiscono un ingrosso. I fornitori sono perlopiù italiani».
La vostra comunità è impermeabile a ogni “contaminazione”.
«I pionieri aveva come unico obiettivo quello di affrancarsi dalla povertà. Noi siamo la nuova leva, abbiamo esigenze diverse».
I cinesi comprano negozi in contanti: tutti ricchi o qualcos’altro?
«È difficilissimo ottenere un finanziamento dalle banche, quindi ci si arrangia. Siamo molto legati ai familiari che vivono in Cina e alla comunità che abita in città. Attraverso uno dei due canali possiamo ottenere un prestito. I miei amici mi dicono: “Siete solidali come i sardi, che si aiutano a vicenda”».
I commercianti vi accusano di concorrenza sleale.
«Abbiamo rapporti solidi con gli imprenditori sardi. Facciamo girare i soldi, creiamo economia, se abbiamo bisogno di un elettricista o di un piastrellista saranno sicuramente cagliaritani. Non c’è ragione per essere così diffidenti. Si sta creando uno scambio commerciale proficuo per tutti».
Vendete jeans a quindici euro.
«Anche le Città Mercato. A scegliere sono i clienti. Se benestanti comprano le marche più costose e famose, altrimenti si adeguano».
La specialità è la merce taroccata.
«I primi imprenditori hanno scelto i prodotti low cost, ma la Cina ne ha tanti di qualità - la Giada, per dirne uno - che non sono ancora apprezzati in Italia».
Avete un sistema sanitario parallelo a quello nazionale?
«In che senso?»
In via Trieste la Finanza ha sequestrato uno studio medico abusivo della comunità cinese.
«È la prima volta che sento una cosa del genere. So che vent’anni fa molti preferivano soffrire piuttosto che andare in ospedale, convinti che le cure avessero costi folli. Grazie ai mediatori culturali hanno scoperto di avere diritto ai servizi sanitari perché pagano regolarmente le tasse».
Perché non risultano decessi?
«Ci sono pochissimi anziani. Mio padre ha 48 anni e una grande nostalgia della sua terra, vuol tornare lì. Come lui tanti altri sognano di morire vicino alle tombe dei nostri nonni. Ecco perché qui si celebrano pochi funerali».
Scappati dal comunismo?
«No, dalla fame. I primi immigrati erano contadini alla ricerca di condizioni di vita migliori».
Appena chiusi sei bordelli cinesi mascherati da centri massaggi.
«Erano di cinesi che non vivono in Sardegna, gente arrivata solo per quelle attività. Sino a un anno e mezzo fa ne gestivo uno con un socio sardo e posso assicurare che era una cosa seria e non abbiamo mai fatto cose di quel tipo. Lo dico per chiarire che esistono i cinesi onesti e disonesti, come lo sono gli italiani e i cittadini di ogni Paese».
La mafia cinese è ramificatissima negli affari all’estero.
«Sicuramente non in Sardegna, del resto non so».
C’è chi sostiene che siate l’avanguardia di un esercito di colonizzatori.
«Nella storia questo termine è legato a chi ha usato la forza per imporre le proprie idee, non è davvero il nostro caso».
I limiti di quest’Isola?
«È piena di ricchezze, bisogna saperle sfruttare. Si parla da anni di attirare la corrente turistica cinese, però non è stato fatto niente di concreto. Se si passasse dalle parole ai fatti si offrirebbe sicuramente uno stipendio a molte persone».
Il peggior difetto dei cagliaritani?
«Dicono sia la testardaggine, ma può essere una qualità».
Razzisti?
«Sono calorosi, ti fanno sentire a casa, molto più di quanto capiti anche nei paraggi, a Sassari per esempio».
Vi interessate di politica?
«I giovani iniziano a farlo».
Centrosinistra o centrodestra?
«Sono confusa, con un premier ogni otto mesi si rischia di non capire. Spero che Renzi riesca a risolvere almeno alcuni dei problemi che strozzano il Paese».
Si dice che le cucine dei ristoranti cinesi siano le più luride.
«Sfido chiunque a verificare le cucine dei locali italiani e fare un confronto. Sicuri di uscirne vincitori?»
ppaolini@unionesarda.it
 
 
10 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 30 - Edizione CA)
Con Elena, a spasso nel pensiero
DAL 2 MAGGIO IL FESTIVAL DELLA FILOSOFIA
Elena la bella sette anni dopo la Guerra e un lungo peregrinare, incontra Menelao. E solo allora il re capisce che in realtà Elena non era a Troia mentre la città veniva devastata dal conflitto divampato in suo nome. C’era un’ombra, una nebbia modellata a sua immagine dagli Dei, infantili e spietati, che volevano vedere gli uomini battersi fra loro.
E se Elena non c’era, se non aveva messo piede a Troia, allora perché? Perché il sangue, perché le lacrime, perché la devastazione? Quasi si turba Guido De Monticelli mentre racconta la tragedia di Euripide che il Teatro Stabile della Sardegna sta provando in questi giorni, perché in questo testo rappresentato per la prima volta nel 412 a.C. c’è il conflitto dei valori, c’è la bellezza che canta in coro tragico con la guerra, c’è un barlume di quella che sarà un’idea di Europa.
Ci sono, insomma, molti dei temi che verranno affrontato nella terza edizione del festival di filosofia che si terrà dal 2 al 4 maggio al teatro Massimo di Cagliari, con un’anticipazione il 1 maggio a Iglesias e un appuntamento alla Collina di Serdiana il 3. Tutte e tre le sere, alle 21, l’ Elena sarà lo specchio teatrale dei temi del festival, mentre al mattino e nel pomeriggio saranno i dialoghi con gli ospiti di questo appuntamento pensato da Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis ad approfondire i concetti di “Conflitto dei valori - La bellezza creata e la bellezza dissipata”. L’apertura, alle 17,30 del 2, vedrà Roberta De Monticelli dialogare con l’ex Pm di Mani Pulite Gherardo Colombo, presidente di Garzanti libri e componente del Cda Rai. Alle 11 di sabato 3 il docente di Filosofia del diritto Giuseppe Lorini converserà con Stefano Rodotà. Questi - giurista, a lungo parlamentare, primo garante della Privacy in Italia - si intende di valori e suo malgrado anche del conflitto, dopo la polemica che lo ha visto aspramente opposto al premier Renzi sulla riforme istituzionali. Nel pomeriggio Pierluigi Lecis accoglierà il filosofo Remo Bodei, già ospite in precedenza dell’appuntamento, e Maria Michela Sassi dialogherà con Elisabetta Cattanei. Il 4 maggio, infine, l’incontro di metà mattina sarà fra Antonello Sanna e Salvatore Settis, già presidente del Consiglio superiore dei beni culturali, mentre nel pomeriggio Pierpaolo Ciccarelli dialogherà con il teologo Vito Mancuso.
Il festival fa il suo terzo passo in avanti, insomma, in alleanza con Tiscali - che trasmetterà in streaming gli incontri attraverso www.streamago/festivaldifilosofia e dedicherà all’evento il sito www.festivalfilosofia.it - con l’Università di Cagliari (la webradio Unicaradio lo trasmetterà in diretta), con il Teatro Lirico che lo inserirà nel cartellone del Festival di Sant’Efisio e con CagliariAPP, che fornirà dettagli e informazioni sui tablet e gli smartphone di chiunque sia interessato. Manca alla schiera degli alleati la Regione, visto che il contributo garantito dall’assessorato al Turismo per la scorsa edizione stavolta non ci sarà. Ma è scontato immaginare, dato il tema dell’evento, che la defezione verrà presa con filosofia.
Celestino Tabasso

 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
11 - La Nuova Sardegna / Cultura e spettacoli - Pagina 35
Dal 1° al 4 maggio a Cagliari il terzo Festival della Filosofia
LA BELLEZZA DI ELENA Alle fonti del conflitto tra verità e giustizia
Con Rodotà, Colombo, Mancuso, Bodei e Salvatore Settis
di Walter Porcedda
CAGLIARI Roberta De Monticelli, direttrice artistica del Festival della Filosofia – dal 2 al 4 maggio alla sua terza edizione – cita Simone Weill e il suo scritto “Non ricominciamo la guerra di Troia” per mettere a fuoco la figura di Elena, la bella Elena di Troia rubata da Paride a Menelao, casus belli del lungo conflitto che oppose gli Achei ai Troiani. Elena come «icona del dubbio che attraversa lo splendore, dubbio morale o sconcerto, nel vedere come “in nome dei valori” l’uomo uccida». Citando Weill si ricordano quindi le “tre parole assassine” che sono bellezza, verità e giustizia. Tre dee dal cui conflitto nasce secondo il mito la tragica guerra degli uomini come punti di riferimento di questo festival che tenterà una riflessione a tutto tondo sulla nostra contemporaneità . “Il conflitto dei valori, la bellezza creata e quella dissipata” come recita il titolo dell’iniziativa curata oltre dalla De Monticelli anche da Pier Luigi Lecis in collaborazione con l’Università di Cagliari e il Teatro Sardegna. Festival che accanto agli incontri offrirà anche un allestimento teatrale ad hoc . E non a caso questo sarà un testo drammatico come è “Elena” di Euripide con la regia di Guido De Monticelli con Giorgia Sanesi nel ruolo di protagonista assieme agli altri attori Lia Careddu, Eleonora Giua, Paolo Meloni, Luigi Tontoranelli e Marco Spiga. Di alto livello il contributo che studiosi e uomini di pensiero porteranno a questa edizione. Da Stefano Rodotà a Vito Mancuso, da Gherardo Colombo a Remo Bodei e Salvatore Settis. Non solo filosofi ma anche professionisti e studiosi di altri saperi e specializzazioni per permettere una indagine a tutto campo. Questi gli appuntamenti in programma al teatro Massimo. Si parte il 2 maggio alle 17,30 con un focus sul concetto di potenza: “Il potere e il diritto: cosa fonda la legge?” con un confronto tra Gherardo Colombo e Roberta De Monticelli. Alle 21 prima teatrale di “Elena”. Sabato 3 si parte dalle 11 con il secondo dialogo. In campo Stefano Rodotà e Giuseppe Lorini a cui seguirà un dibattitto pubblico. Al pomeriggio, alle ore 16 secondo focus su: “Ragione: L’idea di Europa, o la “Vecchia” Europa ?” .Si confronteranno su questo tema il filosofo Remo Bodei e Pier Luigi Lecis docente di Filosofia all’università cagliaritana. A seguire il quarto dialogo. Protagonisti: Maria Michela Sassi docente di Storia della Filosofia Antica presso l’Università di Pisa (“Gli inizi della filosofia in Grecia” il suo titolo più recente pubblicato dalla Bollati e Boringhieri) ed Elisabetta Cattanei dell’Università di Genova. Domenica terza ricognizione su “Bellezza: la terra e il cielo”. Alle ore 11 Antonello Sanna, preside della facoltà di Architettura di Cagliari ne parlerà con Salvatore Settis. Al centro della riflessione, la bellezza del paesaggio e quello della salvaguardia ambientale. Dopo il dibattito pubblico si riprende al pomeriggio (ore 15 con il dialogo tra Vito Mancuso e Pierpaolo Ceccarelli. Due gli appuntamenti decentrati. Il primo è il 1 maggio al teatro Elettra di Iglesias con Gherardo Colombo e Roberta De Monticelli e il 3 maggio alla Comunità la Collina con Vito Mancuso che presenterà “Il principio passione”. Tutto su www.festivaldifilosofia.it




 

QUOTIDIANI NAZIONALI
 
Link: rassegna stampa MIUR

 

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