Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 March 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 35 - Edizione CA)
Università
Concorsi per ordinari, associati e ricercatori
 
Sono 190 i docenti dell'Università di Cagliari che hanno conseguito con successo l'abilitazione scientifica necessaria per partecipare ai concorsi per docenti di ordinario o associato negli Atenei italiani. Circa il 20 per cento del totale dei docenti in servizio. «Si tratta di un dato», sottolinea il Rettore Giovanni Melis, «che evidenzia la qualità della docenza e al tempo stesso della ricerca scientifica svolta nel nostro Ateneo». Per riconoscere questi importanti risultati, il Cda ha approvato la proposta di programmazione di 109 concorsi per professore associato, 39 per ordinario e 9 per ricercatori di tipo B. «L'obiettivo di questo provvedimento è potenziare gli organici per la didattica e la ricerca e riconoscere i meriti di tutti gli abilitati». In una situazione di difficoltà per il sistema universitario nazionale, l'Ateneo di Cagliari ha programmato un processo concorsuale che nel 2014 e in parte nel 2015 consentirà di dare risposta alle aspettative dei ricercatori che hanno conseguito l'abilitazione.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Speciale (Pagina 30 - Edizione CA)
Giuristi telematici, Gallus confermato presidente
 
L'avvocato cagliaritano Giovanni Battista Gallus è stato riconfermato presidente del Circolo dei giuristi telematici, la più antica associazione di giuristi in Rete, nata per studiare e promuovere le iniziative legate al diritto dell'informatica.
Gallus (classe 1968, laurea all'Università di Cagliari e Master a University College London) è un avvocato penalista. Si occupa di diritto d'autore, tutela della privacy e diritto dell'informatica e delle nuove tecnologie. Guiderà l'associazione dei giuristi telematici per altri due anni. «Il Circolo - dichiara il presidente confermato - riunisce tra le migliori competenze in Italia nell'ambito dell'informatica giuridica. Avrà un ruolo essenziale per il Paese in questi mesi in cui si assiste alla digitalizzazione dell'intero Sistema Giustizia».
Molti associati, spiega Cardia, «stanno proponendo iniziative di formazione e alfabetizzazione informatica per la fase di passaggio che si concluderà con l'entrata in vigore a regime del processo civile telematico, previsto il 30 giugno». Il mandato precedente è stato caratterizzato dall'intensa attività convegnistica e di formazione sul diritto civile e processuale dell'informatica e vedrà impegnati gli associati per il biennio 2014-2016.
Il nuovo direttivo sotto la guida del giurista sardo è composto da Marco Coniberti, chiamato a ricoprire la carica di vicepresidente, da Ottorino Agati nel ruolo di Tesoriere, Emanuele Cavanna quale Segretario e Fernanda Faini in qualità di nuovo responsabile dei rapporti con i media.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 56 - Edizione CA)
Musiche di Doro
Nuoro, concerto all'Eliseo
 
Quarto appuntamento della rassegna Eliseo Musica lunedì alle ore 21 con il concerto dedicato all'opera del compositore sassarese Antonio Doro, i cui lavori saranno affidati a Luca Spanu, Andrea Bini, Mario Carraro e Claudio Sanna. Il concerto, alla presenza del compositore, è preceduto da un incontro coordinato dal musicologo dell'università di Cagliari Antonio Trudu con Eliana Carboni, Luigi Cennamo, Claudio Dionisi di Archivi Sassu.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 37 - Edizione CA)
Lista “Studenti Ajò”
Elezioni studentesche
 
«La lista “Studenti Ajò, costruiamo il nostro futuro” non è vicina al Pd né ad altri partiti: chi lo sostiene dice il falso». Lo precisa Fabrizio Mattu, esponente della lista, candidata alle elezioni delle rappresentanze studentesche dell'Ateneo. «Siamo slegati dai partiti, come testimonia la presenza di giovani di ogni estrazione politica. Noi guardiamo solo agli studenti».
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 38 - Edizione CA)
INCONTRO LETTERARIO
 
Un libro fotografico sulla città di Cagliari con testi in italiano, inglese, tedesco e spagnolo. La prima presentazione si terrà mercoledì alle 19, al centro comunale d'arte e cultura “Il Ghetto” in via Santa Croce 18. Oltre agli autori interverranno lo storico dell'architettura Marco Cadinu e l'architetto urbanista Giovanni Maria Campus. Coordinerà la serata il giornalista Massimiliano Messina, accompagnerà lo slideshow il maestro Gino Mazzullo.
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Fatto del giorno – pagina 6
Nell’attesa dello spoil system, l’assessore Arru ha deciso:
«Non dovete andare oltre l’ordinaria amministrazione»
I manager delle Asl dovranno limitarsi a gestire i conti
 
CAGLIARI Non è ancora tempo per lo spoil system, il cambio politico di dirigenti e manager negli enti, nelle Asl e nelle agenzie regionali, ma dalla giunta Pigliaru un messaggio è arrivato lo stesso chiaro, diretto, inequivocabile: «Nell’attesa, chi è in carica si deve limitare all’ordinaria amministrazione». La raccomandazione ancora più esplicita è questa: niente concorsi, assunzioni e tanto meno spese diverse da quelle correnti, perché i manager dovranno mantenere un profilo basso fino a nuovo ordine. Sanità. Il primo assessorato a mettere lo sbarramento nelle spese è stato quello alla sanità. Luigi Arru l’ha proprio detto e subito scritto in una circolare inviata agli otto manager delle Asl, dell’Azienda speciale del Brotzu e anche ai due delle Miste, Cagliari e Sassari, fra Regione e Università: «Tutti i direttori generali – ha confermato Arru – sanno da giorni che dovranno attenersi a regole ferree e non potranno andare oltre la normale gestione dei conti». Era inevitabile che fosse così in attesa del possibile ma non ancora scontato azzeramento dei vertici aziendali. La giunta ha ancora a disposizione quasi tutti i novanta giorni previsti dallo spoil system e dunque non ci saranno scelte affrettate e automatiche, come sostenuto più volte dal presidente Pigliaru, che vuole valutare caso per caso. Le Asl, come si sa, sono poi un caso da studiare persino con maggiore attenzione soprattutto dopo la delibera di febbraio, la salva-bilanci, della giunta Cappellacci. È la delibera da 115 milioni con cui il centrodestra voleva permettere nei fatti ai manager delle Asl di pareggiare i bilanci e quindi non rischiare il licenziamento in tronco per essere stati «cattivi amministratori», come prevedere la legge. Quello che sembrava uno scoglio insormontabile o comunque andava aggirato con una legge del Consiglio, come fece a suo tempo Cappellacci quando subentrò a Soru, sarebbe stato superato così: l’ultima tranche del superfinanziamento non sarebbe stato accreditato ancora alle tredici aziende sanitarie che avrebbero quindi lo stesso i conti in rosso. Certo, è un’escamotage (pare sostenuto da alcuni intralci burocratici nel trasferimento dei fondi) ma è servito a bucare il paracadute di febbraio, la salva-bilanci, e nel frattempo permesso all’assessore di firmare la circolare: «Mi raccomando, limitateci all’ordinaria amministrazione». Quando sarò il tempo dello spoil system la giunta dovrà affrontare anche un’altra cinquantina di casi che vanno dalla Sfirs alle Agenzie agricole, da Sardegna promozione alle Saremar. La burocrazia. Nella prima giunta operativa, Pigliaru e i dodici assessori hanno discusso anche su come affrontare le «evidenti disfunzioni della macchina Regione». Pare che sul tema ci sia stato un fitto confronto fra l’assessore agli affari generale e personale, Gianmario Demuro, e il resto della giunta. Oltre alla riorganizzazione, c’è da affrontare con urgenza anche la scadenza fra pochi mesi del mandato a diversi dirigenti facenti funzione. Fra gli assessori c’è chi ha sollecitato concorsi immediati per evitare il blocco della macchina amministrativa, ma c’è la spending review ed è una strettoia. La soluzione? È nelle mani di Gianmario Demuro. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Attualità – pagina 11
I “Neet” ci costano 32,6 miliardi
Cresce la percentuale dei giovani che non lavorano e non studiano
 
ROMA I Neet, ossia i giovani che non studiano, non lavorano e non si formano, tra i 15 e i 29 anni in Italia sono 2,250 milioni (dato 2012), ossia il 24% dei giovani italiani in quella fascia di età. Il loro costo sociale (ossia l’esclusione dal mercato del lavoro) è significativo: a livello europeo (14,5 milioni i Neet in totale) è di 153 miliardi di euro l’anno, in Italia è di 32,6 miliardi. In sostanza, se i Neet entrassero a far parte del sistema produttivo nazionale, si potrebbero guadagnare più di 2 punti percentuali di Pil. Nel volume del Centro studi di Confindustria, “People first. Il capitale sociale e umano: la forza del Paese”, si evidenzia anche che guardando ai Neet nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni la percentuale risulta pari al 21,1% contro il 13,1% della media europea. Il divario - viene inoltre sottolineato - si è accentuato con la crisi: nel 2007 la percentuale italiana dei Neet under 25 era il 16,2% contro il 10,9% della media europea. I Neet tra i 15-24 anni sono il 18,8% in Spagna, il 12,2% in Francia e il 7,1% in Germania.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Lettere e commenti – pagina 17
carcere e università
Una sfida ritenuta impossibile che porta speranza nelle celle
Studiare significa comprendere ed essere attenti anche alle piccole cose, significa essere curiosi, essere disposti al cambiamento
di Giampaolo Cassitta
 
Ci sono sfide quasi impossibili ed altre dove è difficile comprendere l’esito finale. Ma le sfide, proprio per la loro intrinseca natura, vanno vissute intensamente sino alla fine. Quando si cominciò, quasi timidamente, a far mettere “il naso” a professori dell’Università all’interno di un carcere sardo non si sapeva, davvero, quale sarebbe stato il percorso, quali i risultati e, soprattutto, chi avrebbe seguito questo cammino ritenuto da alcuni assolutamente “presuntuoso”. E invece, quando nel 2008 il primo detenuto ha conseguito la laurea triennale in “biblioteconomia” con una tesi sulla lettura dei detenuti nel carcere di Alghero, il Preside della facoltà, Attilio Mastino (che poi sarebbe diventato magnifico Rettore), ha stretto la mano a quel detenuto nell’aula esterna del carcere dove abbiamo festeggiato tutti operatori e docenti insieme. E si è capito che la sfida era stata vinta. Con molte difficoltà ma era stata vinta. Aveva vinto la parola, la forza dell’impegno, lo studio, il dovere di applicarsi. Avevamo restituito, noi operatori da una parte e docenti universitari dall’altra, un uomo diverso alla società. Non era e non è falsa retorica. Quei gesti di quel giorno hanno permesso ad altri studenti di iscriversi all’Università e oggi, il carcere di Alghero, completamente aperto, senza sbarre intermedie, con una biblioteca di circa 13.000 libri è una piccola comunità dove è possibile studiare prima alle scuole superiori e, dopo il diploma, si può continuare con gli studi universitari. Ma non basta. Le sfide vanno ripetute e rimodellate. Ed ecco che dovremmo, ancora insieme, poter costruire un cammino diverso, tortuoso e sicuramente più complicato, ma che potrà dare comunque ottimi risultati. I detenuti sottoposti al regime di alta sicurezza sono presenti negli istituti penitenziari di Tempio e di Nuoro e molti di essi sono iscritti all’Università. Sono ergastolani, hanno un orizzonte con troppi ostacoli, la loro possibilità è provare a essere curiosi. Riprendersi quella dignità che si sono giocati commettendo reati atroci. L’università può essere un buon antidoto e può esserlo anche con le nuove tecniche. Se, infatti, i detenuti algheresi potranno recarsi in ateneo per sostenere gli esami, i detenuti sottoposti ad alta sicurezza non possono farlo. Ma potremmo (e sono già state allestite delle telecamere in prova) far assistere a delle lezioni universitarie o, addirittura, si potranno sostenere gli esami in videoconferenza. È una sfida importante, difficile, una di quelle sfide che la cultura deve effettuare per avvicinarsi agli altri. È una sfida unica, che ha permesso, per esempio, di allestire un corso di formazione all’interno del carcere Nuoro dove hanno partecipato degli avvocati, con un ergastolano detenuto nelle vesti di docente ottenendo ottimi risultati. Lo studio, il volersi confrontare con i libri, il voler intraprendere un passaggio fondamentale, descrive il primo vero passo per un reale riscatto. Il poter dire, un giorno, di essere riuscito a varcare la soglia della sapienza, di poter essere stato trattato da “studente” e quindi con le vittorie e le sconfitte che ogni studente si porta all’interno del suo zaino, rappresenterà un momento altissimo per il detenuto e per tutti noi della società esterna: studiare significa comprendere ed essere attenti anche alle piccole cose, significa essere curiosi, essere disposti al cambiamento. Ricordo, alla fine degli anni Ottanta, un seminario congiunto con dei detenuti dell’Asinara e degli studenti della facoltà di Magistero. L’incontro avvenne prima sull’isola e successivamente a Sassari, in facoltà. Ricordo ancora i volti di quei detenuti all’interno dell’aula magna, all’inizio quasi spauriti. Ma poi vinse la voglia di confronto e di poter esprimere i propri punti di vista e ci fu un dibattito serio, articolato, dotto, sulle costruzioni del proprio futuro partendo dal carcere. Un protocollo di intesa tra l’Università e il mondo carcerario sardo rappresenta un bell’investimento, rappresenta un ponte tra i silenzi di un carcere e quelli di una biblioteca. Il rumore sarà comunque lieve, ma sarà intriso di storie da raccontare.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Sassari – pagina 22
Ventimila euro per gli studenti
La Fondazione intesa San Paolo finanzia 15 borse di studio
 
SASSARI Martedì alle 15, nell’aula magna dell’università il rettore Attilio Mastino premierà 14 studenti dell’Ateneo vincitori di altrettante borse di studio erogate dalla fondazione Intesa San Paolo Onlus a favore di universitari che si sono trovati in condizioni di svantaggio nell’anno accademico 2013-2014. La Fondazione Intesa San Paolo Onlus ha messo a disposizione un finanziamento complessivo di 20mila euro, al fine di venire incontro agli studenti che per motivi economici, fisici, psichici, familiari o sociali, hanno incontrato gravi ostacoli al completamento degli studi. Gli studenti sono stati selezionati, tramite apposito bando, da una commissione giudicatrice mista università-fondazione, che ha valutato anche il merito, in termini di crediti formativi conseguiti, e la condizione economica dei candidati. Alla cerimonia di premiazione parteciperanno il Segretario della fondazione Intesa San Paolo Onlus, Pierangelo Azzali, il prorettore Vicario dell’Ateneo Laura Manca, Franca Sanna (università di Sassari) e Giuseppe Milazzo (fondazione Intesa San Paolo Onlus), componenti della commissione che ha lavorato per l’assegnazione dei contributi, Paolo Enrico delegato rettorale per gli studenti disabili. L’iniziativa dimostra che l’università e le organizzazioni no profit possono e devono incrementare i momenti di collaborazione con l’obiettivo di ampliare e rendere effettivo il diritto allo studio. Per il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino e per il Presidente della Fondazione Intesa San Paolo Onlus, Pietro de Sarlo, «Le borse di studio costituiscono uno strumento importante per agevolare il completamento degli studi da parte di studenti si trovano ad affrontare gravi difficoltà, insieme alle loro famiglie».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Nuoro – pagina 32
Precise disposizioni del neo assessore regionale Luigi Arru
Da concordare anche l’affidamento di incarichi professionali
Stop della Regione all’Atto aziendale, rischio di caos all’Asl
di Pier Luigi Piredda
 
NUORO Stop all’atto aziendale dell’Asl 3. Il primo documento ufficiale del nuovo assessore regionale alla Sanità, il nuorese Luigi Arru, presidente dell’Ordine dei medici di Nuoro e aiuto nel reparto di Ematologia del’ospedale San Francesco, è stato quello di inviare un dettagliato elenco di disposizioni ai direttori generali dell’Asl e dell’Aou della Sardegna e, quindi, anche a quella in cui ha prestato la sua opera fino a qualche giorno fa e della quale conosce ogni più piccolo dettaglio. Le disposizioni sono contenute in un documento pubblicato, oltre che sul sito istituzionale della Regione, soltanto su quello dell’Azienda ospedaliero universitaria di Cagliari. La circolare dell’assessore è ricca di elementi che denotano la sua perfetta conoscenza della materia, delle criticità e dei problemi legati all’applicazioni dei vari atti aziendali. In particolare per gli affidamenti degli incarichi, materia particolarmente scottante. «In questa fase di transizione e di avvio di un nuovo processo di programmazione del Servizio sanitario regionale – ha scritto l’assessore nella nota – non possono essere adottati provvedimenti che rischiano di condizionare pesantemente la programmazione dei servizi e che incidano in maniera rilevante sui costi, con la conseguenza di aggravare i già consistenti disavanzi di sistema. ...sussiste quindi la necesità di emanare precise disposizioni sulle procedure da seguire per determinate categorie di atti, eccedente l’ordinaria amministrazione, per la cui adozione dovrà essere preventivamente acquisita l’autorizzazione dell’assessato». E dopo questa premessa, in cui viene precisato l’orientamento della Giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru sul futuro della sanità sarda, l’assessore Arru ha elencato gli otto punti fondamentali ai quali i direttori di Asl e Aou devono attenersi in questa fase. Le aziende sanitarie dovranno chiedere preventivamente l’autorizzazione all’assessorato regionale per la stipula di contratti per lo svolgimento di attività specialistica e di assistenza ospedaliera. Autorizzazioni preventive della Regione anche per tutti gli atti di disposizione del patrimonio al di fuori dell’ordinaria amministrazione, per la contrazione di mutui e altre forme di indebitamento e per contratti superiori ai 500mila euro. Ma anche per il ricorso a lavoro temporaneo, convenzioni, consulenze e contratti di collaborazioni a progetto, che potranno essere fatti solo in casi eccezionali e per esigenze inderogabili, ma all’interno dei limiti di spesa previsti dalle norme. Poi, l’affondo decisivo sull’argomento forse più scottante e che tanto ha fatto e sta facendo discutere all’interno dell’Asl 3: gli affidamenti degli incarichi. «Dovrà essere fatta richiesta preventiva all’assessorato per l’istituzione o la soppressione di qualsiasi struttura o servizio – ha sottolineato l’assessore, confermando così la perfetta conoscenza della situazione soprattutto nell’Azienda nuorese, ma non solo –. E preventiva autorizzazione dovrà essere richiesta anche per l’attribuzione di qualsiasi incarico gestionale di dipartimento, struttura complessa o semplice o professionale». Che cosa succederà adesso nell’Asl nuorese, dove l’Atto aziendale con gli incarichi, la soppressione di strutture e altre decisioni prese dai vertici sono state appena applicate?
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Cultura – pagina 33
Il Museo del Betile, un’ idea da rilanciare
Il progetto dell’archistar Zaha Hadid è già pronto e approvato, sarebbe un fattore forte di sviluppo turistico
di Luciano Marrocu
 
Thierry Fabre mi chiede a un certo punto: «Beh, che se ne è fatto del vostro Betile». Superata la sorpresa per il fatto che il commissario generale del Museo del Mediterraneo di Marsiglia, il MuCem, sappia del progetto pensato da Renato Soru di un grande museo nel quartiere di Sant’Elia a Cagliari, confesso con qualche imbarazzo che il progetto non è andato avanti. «Sarebbe utile riprenderlo», aggiunge Fabre, «anche pensando alla candidatura di Cagliari a capitale europea della cultura». Modello francese. Tutto questo dopo una visita al Museo, una straordinaria struttura sospesa tra cielo e mare, dalle linee modernissime ma collegata al forte Saint-Jean iniziato nel XII secolo e destinato per secoli alla difesa del porto di Marsiglia. Il MuCem offre ai visitatori un percorso museale permanente che illustra, in modo fantasioso e innovativo, la civilizzazione del Mediterraneo e destina ampi spazi a mostre permanenti. Ciò che colpisce, comunque, è l’animazione che regna nel MuCem, la quantità di gente, turisti e moltissime le famiglie e le scolaresche. Al MuCem si proiettano film, si tengono conferenze, ci sono laboratori di musica e pittura. Un sogno nero-blu. Animate soprattutto le sale dedicate alla grande mostra temporanea curata dallo stesso Thierry Fabre che si intitola “Le noir e le bleu. Un rêve mediterranéen” (Il nero e il bleu. Un sogno mediterraneo). Sia l’idea di civilizzazione sia di Mediterraneaneo sono nate nell’età dei Lumi e solo più tardi ha preso forma l’ipotesi di una civilizzazione mediterranea. La mostra esplora questa ipotesi, interrogando il sogno mediterraneo e il suo specchio, da una riva all’altra, dalla luce, il bleu, all’ombra, il nero. Lo fa mostrandoli, il bleu e il nero, sin all’inizio del percorso. Il nero delle famose tavole di Francisco Goya dedicate ai Disastri della guerra e del più celebre dei suoi Capricci, quello che ammonisce come il sonno della ragione generi mostri. Veste di nero il demone che si impossessa dell’uomo quando concepisce, progetta e infine compie la distruzione. In opposizione il bleu, illustrato da un bellissimo Bleu di Joan Mirò del 1961. Confessa Mirò: «Il bleu è il colore dei miei sogni». Commenta una didascalia a fianco del quadro: « E in questa ostinazione a sognare che i processi di civilizzazione trovano il loro senso e la loro direzione». Nuovo paradigma. Una civilizzazione mediterranea? Il Mediterraneo è anche il luogo del “noi” e degli “altri.” La polarizzazione civilizzazione-barbarie è centrale nella storia del Mediterraneo. Il percorso della mostra fa di tutto per sganciare l’idea di civilizzazione da quel sentimento di unicità e di assoluto che si fa misura della superiorità degli uni sugli altri. Non più “la civilizzazione”, quindi, ma “le civilizzazioni”. La sponda Nord e quella Sud. L’Italia e l’Africa. Una sezione della mostra è dedicata a Napoleone in Egitto.E mentre non può mancare il famoso quadro di François Watteu che illustra la battaglia delle Piramidi, gli fa da contrappunto il diario di Al-Jabarti, notabile religioso della moschea di El-Azhar, che ci dice come l’occupazione francese abbia significato «corruzione del senso comune, oltre che generale devastazione». Seguono, a poca distanza, le immagini fotografiche di Omar el-Mochatar, il leader della resistenza araba all’occupazione italiana della Libia: Omar El-Mochtar incatenato nelle mani dei funzionari coloniali italiani il 12 settembre del 1931, Omar El-Mochtar impiccato poche settimane dopo. Ma la mostra ci parla anche dell’aspirazione a un sogno mediterraneo condiviso: Paul Valery che chiede all’Europa di non «ordinare il resto del mondo a dei fini europei». Calamita turistica. Al termine del percorso, Thierry Fabre mi dice come “Le noir e le bleu” sia stata la mostra d’apertura del MuCem, avvenuta nel 2013, l’anno in cui Marsiglia è stata capitale europea della cultura. «Nel programma con cui diversi anni prima Marsiglia presentava la sua candidatura era presente il progetto del MuCem, che poi sarebbe stato inaugurato proprio nel 2013». Faccio presente che la candidatura di Cagliari è per il 2019 e che difficilmente il Betile potrebbe essere pronto per il 2019. «Non importa», dice Thierry Fabre. «Intanto, la sola idea del museo arricchirebbe la candidatura di Cagliari. Ma il premio più grande sarebbe comunque la nascita del museo. Ve lo assicuro, sarebbe un buon affare per Cagliari». Un buon affare. Sarebbe un buon affare sia per Cagliari sia per la Sardegna, questo è certo. Tanto più che del Betile esiste già un progetto firmato da un architetto famoso, Zaha Hadid. Potrebbe significare per la città, oltre alla riconfigurazione di un’intera sezione del fronte mare, anche la riconquista, una volta per tutte, di Sant’Elia, un tempo borgo di pescatori in un sito di grande valore paesaggistico ma oggi tra i quartieri più degradati e condannato, sino ad oggi, a un destino di isolamento e di separazione. Mille e una storia. Quanto alla Sardegna avrebbe la grande istituzione museale che le manca, capace di mostrare le diverse espressioni di una civilizzazione tutta nostra ma anche tutta dentro la storia del Mediterraneo. Mille storie da raccontare, non solo quelle già scritte ma anche le tante che potrebbero per l’occasione essere ripensate e scritte in una forma nuova. Sarebbe tra l’altro, il Betile, un momento importante di autocoscienza, un modo per riconsiderare il senso del nostro dirci sardi. Non un puro contenitore di reperti, ma una casa dell’identità che sappia essere aperta e fantasiosa come la struttura architettonica del progetto di Hadid.

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