Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 February 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 11 - Edizione CA)
Dieci posti di ricercatore
 
L'Università degli studi di Camerino seleziona dieci posti di ricercatore universitario con contratto a tempo determinato.
La scadenza. Per presentare le domande di partecipazione è necessario indirizzarle all'Università degli studi di Camerino, piazza Cavour 19/F, 62032, Camerino (Macerata), entro il trentesimo giorno successivo a quello della data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il bando. Gli interessati potranno visualizzare il bando nel sito dell'Università di Camerino web.unicam.it oppure rivolgersi all'Area personale e organizzazione, piazza Cavour 19/F - 62032 Camerino (Macerata), chiamando i numeri di telefono 0737.402024, 402019 o 402069, fax 0737.402023, dalle 9 alle 13 dal lunedì al venerdì.
Responsabile del procedimento Anna Silano, tel. 0737.402024, e-mail anna.silano@unicam.it. Responsabile dell'Area personale e organizzazione Annamaria Antonini, tel. 0737.402069, e-mail annamaria.antonini@unicam.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 12 - Edizione CA)
Libri
Anna Kuliscioff, «l'uomo del socialismo italiano»
Il ritratto della compagna di Filippo Turati curato dalla storica Maria Casalini
 
S econdo Antonio Labriola «a Milano non c'è che un uomo, che viceversa è una donna: Anna Kuliscioff». E in effetti pochi nomi hanno incarnato l'immaginario della sinistra italiana come quello di Anna Kuliscioff, su cui oggi si può leggere la nuova edizione aggiornata della biografia scritta da Maria Casalini, “Anna Kuliscioff. La Signora del Socialismo Italiano”, (Editori Riuniti, € 22,90, pp. 342). Storica dei movimenti e dei partiti politici all'università di Firenze, l'autrice racconta con rigore e freschezza di linguaggio la vita della donna che seppe incarnare l'ideale della lotta socialista combattendo contro i pregiudizi misogini non soltanto degli avversari, ma anche dei suoi compagni di partito.
Non era facile per una persona di sesso femminile assurgere a un ruolo preminente nella lotta politica tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima parte del Novecento, ma la Kuliscioff ci riuscì con la sua caparbietà e la sua intelligenza. Come si racconta molto bene nel libro la sua azione e il suo impegno, che si nutrì anche del legame sentimentale oltre che politico prima con Andrea Costa e successivamente con Filippo Turati, divenne parte integrante del socialismo della Seconda Internazionale. Si spiega così come attraverso la sua biografia si possa ricostruire tutto il tortuoso cammino che avrebbe compiuto il movimento socialista dibattuto tra l'impegno per l'uguaglianza sociale e la difesa dei diritti dei lavoratori, l'obiettivo rivoluzionario ma anche la volontà di entrare nelle istituzioni “borghesi” per contribuire da dentro il sistema al miglioramento delle condizioni di vita di milioni di persone. Originaria della Russia, influenzata dal populismo e da Bakunin, fu in Svizzera che la Kuliscioff entrò in contatto con il meglio del socialismo internazionale decidendo di aderire alla causa del riscatto dei lavoratori. L'incontro con personalità come Plechanov, come racconta la Casalini, l'avrebbe poi fatta avvicinare al marxismo e soprattutto ne avrebbe ampliato la visione in un'ottica ampia e cosmopolita, destinata a rimanere un tratto essenziale della sua azione politica. Sono queste le caratteristiche che, una volta trasferita a Milano, ne avrebbero costruito un'immagine quasi mitica tra i socialisti italiani. Il suo ruolo però, ed è uno dei meriti più importanti di questo lavoro della Casalini, si esplicò soprattutto nella capacità di declinare l'impegno a sinistra senza rinunciare a portare avanti le battaglie emancipazioniste per i diritti delle donne, che l'avrebbe poi spinta a laurearsi e specializzarsi in ginecologia e a delineare la prima proposta di legge sul lavoro femminile e dei fanciulli, presentata in Parlamento da Filippo Turati. Un atteggiamento che, come ben si spiega nel libro, non si sarebbe esplicato sempre con coerenza e in maniera lineare, con l'emergere progressivo di un certo distacco rispetto alla tematica femminile, come del resto imponeva il modus operandi dei maggiori dirigenti, di sesso maschile, del socialismo italiano e non solo.
La personalità della Kuliscioff non può essere quindi osservata senza vederne le tante contraddizioni che ne attraversano l'esistenza anche in momenti particolari come la Grande Guerra o il Biennio Rosso, sino all'avvento del fascismo. In questo senso il volume permette di comprendere non solo le mille sfaccettature della protagonista della biografia, ma soprattutto quelle della sinistra italiana degli albori, le sue divisioni e le sue incoerenze di fronte ai mille rivoli di cui si componeva la vita politica. Una storia che, a ben vedere, forse non ci appare tanto lontana dal nostro presente.
Gianluca Scroccu

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 5 - Sardegna
«Adulti che restano adolescenti»
La psicologa giuridica Cristina Cabras non è sorpresa dagli esiti della ricerca
 
CAGLIARI «L’età della maturità psicologica si è spostata un po’ più in là, uomini e donne vivono un’adolescenza prolungata che ha evidenti riflessi sulla sessualità. Questa ricerca lo conferma»: nessuna sopresa per Cristina Cabras, docente ai psicologia giuridica all’Università di Cagliari, esperta di psicologia sociale e consulente del tribunale nei procedimenti che riguardano i minori. La sua è una lettura tecnica dei dati, lontana dall’emozione che questa improvvisa “rivelazione” di Save the children sembra aver sollevato in Sardegna e nel resto d’Italia: «Viviamo in una società affollata di sesso, c’è sesso ovunque e la rete l’ha reso facile e di facile accesso. Si dà meno peso alla sessualità, ha perso significato, non si parla più di trasgressione, tutto rientra nel campo del gioco e gli adulti si fanno coinvolgere come i ragazzi, non percepiscono più l’età come un problema». Ed è forse questa adolescenza senza più termine - sostiene la docente - che ha abbreviato le distanze naturali segnate dall’età, riportando anche il sesso a una dimensione ludica: «Siamo a una fase di sdoganamento dell’atto sessuale - aggiunge Cristina Cabras - semplificato dall’uso spregiudicato della rete e dei nuovi strumenti tecnologici della comunicazione». Eppure i protagonisti della ricerca Ipsos, persone che hanno superato i quarant’anni e anche i cinquanta, arrivano da un mondo completamente diverso, dove il sesso entrava con difficoltà nelle dinamiche sociali. Soprattutto nelle periferie prevalevano i tabù e un rigore che si rifletteva anche pesantemente nell’offerta televisiva, tra censure e moralismi inquisitori: «E’ come se fossero trascorsi secoli - spiega Cabras - perché oggi tutto è esibito, l’inibizione è un ricordo, il sesso viene considerato un atto qualunque. Basta leggere la cronaca, ragazzine che non esitano a prostituirsi per una borsetta di Vuitton, immagini esplicite che circolano sui canali del web, dei telefonini cellulari». E gli adulti? A leggere la ricerca Ipsos cambiano e si adeguano alle nuove consuetudini, al punto da accettare l’idea di un’intimità sessuale che attraversi le barriere generazionali: «Internet è uno schermo efficace, è facile sul web superare le inibizioni - avverte la docente universitaria - ma non so se questi adulti così disinvolti riuscirebbero ad esserlo nel rapporto reale con un ragazzo o una ragazza. Loro dicono di sì? Io conservo qualche dubbio, anche se nel complesso le risposte raccolte da Ipsos non mi sorprendono più di tanto». Eppure, trasferendo il dato dal mondo del possibile a quello della società reale, appare all’orizzonte più di un problema. Se il rapporto adulto-adolescente sembra superare almeno in parte gli steccati morali, la legge proibisce con severità la prostituzione minorile, che spesso ne è la ragione. Può essere ipotizzato un adeguamento conseguente delle norme penali? «Spero proprio di no - è la risposta di Cristina Cabras - e non credo che avverrà. Quanto emerge dalla riccerca di Save the children è una patologia, che deriva dalla diseducazione sessuale che ha tolto al sesso il suo significato. E’ una modalità non certo sana di intendere l’atto sessuale e come tale va trattata». (m.l)

Questionnaire and social

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