Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 January 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Gli obiettivi del centrosinistra
La Sardegna deve osare di più
di Attilio Mastino*
 
La discussione interna al centrosinistra per la scelta del candidato governatore è stato un momento alto del dibattito politico in Sardegna. Sostengo con convinzione Francesco Pigliaru e lavorerò per mettere al sicuro il risultato elettorale, per allargare il dibattito, per evitare che la classe dirigente del Pd rimanga paralizzata proprio nel momento in cui la Sardegna ha un disperato bisogno di politiche progressiste, uscendo dalle città e entrando nei territori, nelle scuole, nelle università, nelle aziende.
Ho apprezzato molto il fatto che Pigliaru abbia parlato nel suo primo discorso di lavoro e di pari opportunità. Sono due temi centrali, che ci sono cari, nel momento in cui esplode la disoccupazione giovanile, l'emigrazione, lo smantellamento del sistema industriale. Gli ultimi dati della Banca d'Italia e di Crenos raccontano a che livello è la condizione di povertà, testimoniata dal basso reddito degli under 25, del precariato, dal disagio sociale, dalla crisi del mercato del lavoro, dalla situazione finanziaria delle imprese, dal crollo dell'export, dalla riduzione del credito, dalla scarsa efficienza dei servizi pubblici e in particolare dei servizi sanitari. Mentre restano sul tappeto i cruciali temi dell'inquinamento e degli investimenti speculativi, le mancate bonifiche a Porto Torres e nel Sulcis, il degrado dell'ambiente, il dissesto idrogeologico del territorio, le minacce al patrimonio archeologico. E poi le politiche dei parchi ferme a vent'anni fa. Infine il tema dell'insularità e dell'isolamento, lo spopolamento inarrestabile delle aree interne.
Ho letto recentemente il giudizio di parificazione della Corte dei conti in occasione della discussione sul bilancio 2012: viene fortemente stigmatizzata la perdita finanziaria causata dalla flotta sarda che supera i 10 milioni di euro e si raddoppia se si calcolano le perdite della Saremar. Sono i risultati amari di 5 anni di governo del centrodestra. Non c'è nessun motivo che impedisca al centrosinistra di governare: auguro a Francesco Pigliaru di saper ascoltare, di suscitare passioni profonde, di raccogliere idee nuove, proposte non convenzionali, generosità vere. Di uscire dal Palazzo e di vivere tra la gente. Guardiamo verso una Sardegna di qualità, più identitaria e insieme più internazionale. In Consiglio regionale c'è bisogno di aprire le finestre, di far arrivare più giovani, più donne, più esponenti della società civile. Legarsi alle associazioni, ai gruppi di impegno politico, al mondo del volontariato e dello sport, ai sindacati, agli insegnanti. Di fronte ai giganteschi problemi che abbiamo, la Sardegna deve osare di più, porsi obiettivi più alti partendo dalla sua identità culturale e civile e dalla sua ricchezza ambientale, declinata nel senso della biodiversità.
*rettore Università di Sassari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Garante con pochi poteri
«Sanzione tardiva e che non ha riflessi sul futuro»
L'ESPERTO. L'opinione del docente universitario Massimo Deiana
 
L'Antitrust sanziona le compagnie marittime che non hanno rispettato i limiti (anche tariffari) imposti dopo l'acquisizione di Tirrenia ma la decisione varrà solo per il passato e non cambia il sistema dei trasporti sardi. Massimo Deiana, preside della Facoltà di Giurisprudenza ed esperto di diritto della navigazione, spiega che quella adottata dal Garante «è una valutazione sul rispetto totale e tempestivo delle prescrizioni impartite al momento dell'acquisizione ma per il futuro ho motivo di ritenere non esista materia del contendere». In altre parole, Moby e Cin si sarebbero adeguate in ritardo ma avrebbero comunque cercato di ottemperare ai limiti imposti. Al più, se in futuro Cin dovesse ancora non rispettare le regole sulla concorrenza e le prescrizioni impartitegli, l'Antitrust potrebbe chiedere l'intervento della magistratura ordinaria o addirittura la revoca della convenzione, ma al momento sul trasporto passeggeri non sembrano aperte nuove istruttorie a carico delle società. Nessuna conseguenza nemmeno sulla continuità territoriale.
Il dubbio, però, è che gli errori di calcolo sull'aumento delle tariffe commessi da Moby e da Cin si possano ripetere, che si rilevino tardi e che le sanzioni, ancora una volta, arrivino fuori tempo massimo, quando i passeggeri sono già danneggiati. ( an. ber. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
«Il sardo è una lingua normale ma le Università non lo sanno»
Limba, il bilancio di Milia: «Fondi cresciuti del 300%»
«Mentre tre istituti scolastici su dieci hanno già accettato l'insegnamento»
 
Più che soddisfatto dei finanziamenti e dell'attenzione che è riuscito ad attirare sulla lingua sarda, decisamente deluso dal rapporto con le due Università sarde nella partita del bilinguismo.
Ieri mattina la conferenza stampa di presentazione dell'ottava Cunfèrentzia Regionale de sa Limba Sarda ha rappresentato per Sergio Milia l'occasione per un bilancio della sua attività da assessore - almeno nell'ambito linguistico - e per tracciare sulla lavagna un rapido elenco di buoni, meno buoni e cattivi nella battaglia per riportare il sardo nel panorama quotidiano dei sardi.
Tra gli ultimi ci sono i docenti universitari ma anche i rappresentanti del governo: «In un colloquio riservato con il ministro Kyenge - ha detto in apertura Milia - ho sollevato il problema dell'integrazione. Ovvero: i sardi non sono integrati in casa loro, il governo ancora tarda a darci quello che ci spetta».
IL PROGRAMMA Le politiche da sviluppare - da confermare o da reinventare - per ridare vita all'idioma saranno al centro della Conferenza, che si apre domani pomeriggio alle 16 a Castelsardo, nella sala conferenze del Castello. Dopo gli interventi di Milia e del presidente della Regione Ugo Cappellacci, si alterneranno i relatori su tre aree tematiche: Antonio Ignazio Garau della Coop L'Altra Cultura di Oristano e Fabrizio Dettori (indicato come rappresentante della “Minoranza linguistica sassarese”) parleranno per l'area “Familias”; per “Artes” interverranno Teresa Soro (attrice), Bustianu Pilosu (presidente dell'associazione regionale Tenores) e Clara Farina (attrice) e per la Musica a prendere la parola saranno il docente Antonio Deiara, la cantante Maria Giovanna Cherchi, Ignazio Perra (docente al Conservatorio di Cagliari) e il cantautore Piero Marras. I lavori, coordinati dal giornalista Paolo Pillonca, riprenderanno sabato mattina alle 10 con le relazioni di Giovanna Tuffu (Sportello linguistico regionale) e Michele Ladu (Sportello linguistico regionale), per quanto riguarda la letteratura interverranno gli autori Antonio Buluggiu e Giuseppe Tirotto, Antonio Canalis del premio Ozieri di letteratura sarda e la poetessa Anna Cristina Serra, mentre l'insegnante Antonello Sassu interverrà sulla scuola.
Questo il programma di una conferenza che si sarebbe tenuto sul finire dello scorso anno «se gli eventi luttuosi che hanno colpito la Sardegna non ci avessero indotto a rinviarla».
Un appuntamento che per Milia «non deve avere nulla di celebrativo né di autocelebrativo: deve e vuole essere una fiammella che tiene viva la questione della nostra identità, così particolare, e che deve ricordare ai sardi - a volte così distratti, in particolare nella mia città - che esiste un'altra storia, una storia diversa da quella che ci viene propinata dai libri di testo scritti oltretirreno».
I FINANZIAMENTI Dalla sua parte, ha detto Milia, ha avuto il Consiglio Regionale, che ha finanziato l'impegno per il bilinguismo in misura sempre crescente: «Le risorse sono cresciute del 300 per cento - ha riassunto l'assessore augurandosi che il prossimo Consiglio sia almeno altrettanto sensibile - e dal milione e mezzo stanziato per l'ultimo anno della presidenza Soru i fondi sono cresciuti fino ai 9,6 milioni dello scorso anno». Lodi anche ai dirigenti e ai loro collaboratori, con un ringraziamento esplicito per Antonio Conti, direttore generale dell'assessorato, e per Pepe Corongiu, direttore del servizio Lingua e Cultura Sarda. Proprio Corongiu ha spiegato che nell'Isola - dove comunque all'ultimo censimento sulle competenze linguistiche il 66,4 per cento degli intervistati ha detto di conoscere il sardo - si può considerare compiuta metà del lavoro: «Resta l'altro cinquanta per cento», cioè coinvolgere pienamente le famiglie e le scuole. Per ora si parte da quel trenta per cento di istituti scolastici isolani che hanno accettato di inserire l'insegnamento del sardo in classe. Non pochi, se si considera che siamo in una fase iniziale: «Un gap culturale di questo tipo - ha spiegato Milia - non si colma in poco tempo».
GLI ATENEI Si colmerebbe più in fretta - pare di capire dalle dichiarazioni dell'assessore in chiusura di conferenza stampa - con una maggiore collaborazione da parte degli atenei. O forse semplicemente con una qualche collaborazione: «Rispetto al rapporto con le scuole, quello con le università effettivamente ha inciso molto meno. Da che cosa dipende? Non saprei, ma immagino che si possa spiegare col fatto che le Università sono culturalmente portate a ricoprire una posizione di predominio, mentre in questo caso noi abbiamo letteralmente ribaltato il tavolo facendo, o cercando di fare, del sardo una lingua normale». E le ultime quattro parole sono, non a caso, il titolo del testo recentemente pubblicato da Corongiu, che per il suo approccio al sardo come un idioma unico con più sfumature - e non come arcipelago di lingue diverse, come logudorese e campidanese - e per le sue considerazioni sulle politiche del bilinguismo gli ha attirato qualche attenzione polemica, a cominciare da quella del rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino.
Probabilmente, ha ipotizzato Paolo Pillonca, gli atenei si troverebbero in difficoltà a trovare al loro interno i docenti a cui affidare lezioni e corsi di studio.
Ma Milia sul tema non aggiunge altro, e in particolare si tiene a distanza - da sassarese - dalle diatribe su logudorese, campidanese e varianti: «Non sono un polemista linguistico, mi limito a osservare e a ritenere che la nostra lingua debba essere intesa innanzitutto come un collante per la nostra società, per la nostra identità».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 42 - Edizione CA)
Al direttore
LETTERE
La fila-beffa al Policlinico
 
Sono una paziente in carico al centro Tao del Policlinico di Monserrato. Dovendo fare un controllo, mi reco in ospedale di buon mattino. Alle 6 in punto mi guardo intorno: non c'è nessuno. Bene, penso rincuorata, dovrei essere la prima. Ma alle 6.30 spunta all'improvviso un numeroso gruppo di persone che sventola un foglio dove in un rudimentale “fai da te” sono elencate le precedenze per i prelievi. Quel foglio non ha nessun timbro, nessuna autorizzazione che attesti la legalità dell'iniziativa. Da dove spunta? Risale alla sera prima? Per farla breve, vengo fagocitata dalla prepotenza del gruppo e finisco in coda, dopo 40 persone. È possibile tollerare, in questa situazione, che la semplice macchinetta erogatrice del numero di arrivo sia guasta dal mese di settembre? Quale gravoso vincolo di bilancio impedisce che venga riparata?
Lettera firmata
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
«Stadio, priorità alla sicurezza»
Il nuovo questore interviene sul Sant'Elia: pronto al dialogo
Nella sua prima intervista Filippo Dispenza parla anche di ordine pubblico, droga e rapine
 
Appassionato di calcio, tifoso del Palermo, una militanza nella giovanili della Juventus e Gigi Riva come «mito assoluto». Dati questi presupposti il nuovo questore Filippo Dispenza, 60 anni, palermitano, in arrivo da Alessandria, non poteva sfuggire alla domanda più spinosa del momento: l'odissea stadio. Una questione a cui ieri - durante il primo incontro con la stampa in Questura - non si è sottratto, spiegando in modo chiaro il suo punto di vista: massima collaborazione e dialogo ma nessuno sconto sul versante sicurezza.
«Appena arrivato ho fatto un giro sia a Is Arenas che al Sant'Elia - sono le sue parole - , il problema stadio è molto importante perché non è solo un fatto sportivo ma anche sociale. Credo che in passato il problema avrebbe dovuto essere affrontato con più buonsenso da parte di tutti, spero che adesso si riesca a guardare avanti. Ma sia chiaro che per me la priorità assoluta è la sicurezza dei cittadini che frequentano lo stadio, degli atleti e degli agenti addetti all'ordine pubblico: laddove è in gioco la sicurezza non sono possibili deroghe, su questo sono chiaro e netto da adesso. Dopo col dialogo si possono trovare le soluzioni migliori perché alla gente sarda bisogna dare un progetto serio e definitivo».
Stadio a parte, ha già chiare le priorità da affrontare?
«Mi sono confrontato coi miei predecessori e so che tra i problemi principali c'è innanzitutto l'ordine pubblico legato alla crisi economica ed occupazionale e ai movimenti di protesta connessi. Come questore di Alessandria mi sono occupato di Tav e delle tensioni legate alla sua realizzazione. Non ho mai cercato lo scontro, non mi piace mostrare i muscoli, preferisco di gran lunga il dialogo, perché la visione che ho è di una polizia trasparente e amica dei cittadini, che da essi deve trovare legittimità e consenso ogni giorno. L'unico conflitto sarà coi criminali e con chi non rispetta le leggi. Saremo durissimi nella repressione, garantiremo la libera manifestazione del pensiero e la protesta ma non tollererò che i miei agenti diventino dei bersagli».
Cagliari e la Sardegna sono sempre più crocevia di traffici di droga, come pensate di contrastare il fenomeno?
«Si tratta di un problema mondiale, di recente sono stato in Colombia dove la lotta ai cartelli dei narcos ha ottenuto grandi risultati. L'attività investigativa non può prescindere dunque dalla sinergia tra le polizie dei vari Paesi, anche perché la Sardegna è spesso base di transito di grossi traffici internazionali. Ritengo però che sia fondamentale anche la prevenzione. Credo molto nei progetti di educazione alla legalità rivolti ai giovani e sono a disposizione delle scuole per andare a parlare coi ragazzi di questo problema».
A Cagliari sono in leggero aumento le rapine agli esercizi commerciali, ritiene che sia colpa della crisi?
«No, non ho mai creduto a questo legame, per esperienza dico che dietro i reati predatori, specie quelli violenti come le rapine, ci sono quasi sempre figure criminali ben precise che non hanno nulla a che vedere con l'anziano o il padre di famiglia in difficoltà economica. Quando arrivai ad Alessandria la provincia era al quarto posto per questo tipo di reati, ora è al sessantesimo. Lavorerò allo stesso modo, qua c'è una squadra Mobile che funziona benissimo, così come le volanti. Incrementeremo le pattuglie per le strade, non sappiamo quanti crimini si evitino con una maggiore presenza nel territorio, ma siamo sicuri che sono tanti».
Sa che il Centro di prima accoglienza per gli immigrati è dentro l'aeroporto civile?
«Come no, sono stato direttore nazionale del servizio immigrazione e ho affrontato la questione già nel 2008. Ne parlerò col prefetto, perché è necessario che questa situazione anomala venga risolta».
Cosa si aspetta da questo incarico a Cagliari?
«Qui ho tanti amici, vengo da 20 anni in vacanza. Amo la Sardegna e la gente sarda, che ha una grande dignità. Mi aspetto di non deluderli e di fare squadra con le altre forze di polizia e le istituzioni locali, tutti insieme al servizio dei cittadini».
Massimo Ledda
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Università
Il giornalista Stella incontra gli studenti
 
Domani alle 9 nell'aula Motzo della facoltà degli studi umanistici di via Is Mirrionis, Gian Antonio Stella terrà una lezione-incontro con gli studenti. Nel corso dell'appuntamento - moderato da Antonio Rossitto, inviato di Panorama - il giornalista del Corriere della sera presenterà il suo nuovo libro “Se muore il sud” edito da Feltrinelli e scritto in coppia con Sergio Rizzo.
L'incontro è organizzato dal nuovo master in Gestione dei prodotti e servizi della comunicazione. Un corso - si legge in una nota dell'Ateneo - caratterizzato da due aspetti innovativi e all'avanguardia: docenti ed esperti possono facilmente comunicare con gli studenti tramite una piattaforma web; le lezioni - che si svolgono in aula - vengono anche trasmesse in diretta streaming (metodo già sperimentato con la triennale in Scienze della comunicazione) per consentire agli studenti lavoratori e a quelli fuori sede di seguirle da casa. Il master inoltre prevede periodi di stage in aziende ed enti convenzionati del territorio regionale. (g.o.)
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia (Pagina 28 - Edizione CA)
Quell'università dalle uova d'oro
Rimborsi ai docenti e stipendi ai due direttori: mezzo milione
IL CASO. Contestati dal Comune i tagli ai dipendenti e il bilancio presentato dal Consorzio Uno
 
ORISTANO “Spending review”: è questa la formula per salvare l'università oristanese. Un imperativo categorico proprio mentre fa cronaca il caso dei tagli del governo agli insegnanti della scuola. Stop agli sprechi e riduzione delle spese dunque per dare fiato a un bilancio in affanno. Tagli sul personale e su varie attività era la prima ipotesi, salvo poi scoprire che una fetta importante del bilancio se ne va in rimborsi d'oro per i docenti e con le spese per la direzione generale. Dove tagliare, dunque? La partita è più aperta che mai. Il bilancio consuntivo è stato approvato a fine anno, mentre il preventivo (con il programma di riduzione della spesa ipotizzato dal Consorzio Uno) è ancora in sospeso. I soci pubblici (in prima linea il Comune) puntano i piedi, a giorni dovrebbe esserci un vertice decisivo per definire la strategia e cercare di salvare posti di lavoro e servizi per gli studenti.
IL BILANCIO I conti dell'università sono stati passati al setaccio nella riunione che si è svolta in Comune nei giorni scorsi. Il Consorzio Uno ha illustrato la situazione di difficoltà per via dei fondi regionali che tardano ad arrivare e il disavanzo di bilancio. I circa 2 milioni di euro stanziati dalla Regione per il 2013 non sono ancora arrivati in cassa e per il 2014 le prospettive non sembrano buone: si parla di una riduzione di un milione di euro del fondo unico per le sedi decentrate. Se arriveranno le stesse somme del passato, il Consorzio sarà costretto a tagliare tra servizio di management e di tutorato, laboratori e viaggi di studio, oltre a vari servizi per i circa 700 studenti. E soprattutto 27 lavoratori si ritroveranno con contratti part-time, orari ridotti anche del 40 per cento con tagli in busta paga («circa 600 euro di stipendio al mese, inferiore persino rispetto al sussidio di disoccupazione», sostengono i dipendenti).
L'ANALISI Un quadro preoccupante preso in esame dagli amministratori comunali che hanno puntato il dito su alcune voci di bilancio. I 160 mila euro di rimborsi per le spese ai docenti sono apparse una cifra elevata. Un importo consistente, «circa il 20 per cento del costo delle docenze» aveva fatto notare l'assessore al Bilancio Giuseppina Uda, mentre il segretario generale Luigi Mele ha sollevato dubbi sulla legittimità dei rimborsi spesa. «Per i dipendenti pubblici è previsto il rimborso del prezzo del biglietto del treno, nulla di più». E Momo Zucca, docente oristanese, ha insistito sull'importanza dei corsi universitari. «Dobbiamo essere orgogliosi di insegnare in questa università e, se è necessario, rinunciare anche a questi rimborsi». Altra nota dolente i 408 mila euro destinati alla direzione generale. Alla fine amministratori d'accordo nell'ipotizzare di rivedere le remunerazioni dei vertici «ma è impensabile tagliare su dipendenti che guadagnano mille euro al mese». Una posizione che era stata sostenuta anche dal rettore dell'università di Sassari, Attilio Mastino. «D'accordo per una riduzione della spesa, ma senza colpire servizi e dipendenti. La proposta del Consorzio non è equilibrata».
GLI IMMOBILI Francesco Asquer della direzione generale del Consorzio Uno ha ribadito che «per funzionare bene e garantire livelli di qualità servirebbero 2 milioni e mezzo di euro all'anno. Dobbiamo ridurre pur sapendo che non ci sono esuberi di personale, e ogni dipendente è necessario». Tra le varie ipotesi per ottimizzare la spesa si è parlato anche di un risparmio sugli affitti, in particolare per i locali che ospitano i laboratori. E si è pensato che quelle attività potrebbero essere svolte in edifici comunali messi a disposizione dei corsi universitari (dal Foro Boario ad alcune aule della scuola di piazza Manno).
Valeria Pinna
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Moviementu: ciak, non si gira
Le voci del cinema dall'assessore
Ma il colloquio non dà alcuna sicurezza per il futuro
Antioco Floris: «Una situazione kafkiana». Milia: «Ho contro tutti i capigruppo»
 
Difendere con le unghie e con i denti la cultura per tanti motivi, compreso quello legato all'economia. È quanto da mesi sta facendo l'associazione “Moviementu”, nata per richiamare l'attenzione sul comparto del cinema sardo da parte delle istituzioni. Dopo parecchie richieste d'incontro rivolte all'assessore regionale alla Cultura, Sergio Milia, per parlare della condizione sempre più difficile in cui versa il settore, ieri pomeriggio a Cagliari c'è stato il faccia a faccia tra quest'ultimo e una rappresentanza degli operatori (Marco Antonio Pani, Enrico Pau, Antioco Floris, Enrico Pitzianti, Simone Contu, Sandro Murtas), che di mattina aveva promosso il sit-in davanti agli uffici di viale Trieste con altri lavoratori del campo. «Al momento non ci sono cifre esatte sui fondi da destinare perché la Finanziaria non è ancora stata approvata» dichiara l'assessore: «Sappiamo però che cosa stiamo facendo per incrementare il milione di euro che dovremmo stanziare. Stiamo interloquendo per avere risorse sufficienti che dovrebbero arrivare anche da altri canali. Una cifra che si aggira sui sei o sette milioni recuperati all'interno di vari Por, come ad esempio quello che riguarda la promozione delle energie alternative. Inoltre, insieme all'assessorato alla Programmazione, stiamo vedendo come far arrivare alcune centinaia di milioni. Se noi avessimo a disposizione un decimo di quello di cui dispongono altri assessorati, non saremo qui a confrontarci o a protestare. Purtroppo le risorse arrivano quando arrivano. Mi rendo conto che quello del cinema è un campo importante, per questo stiamo cercando di fare uno sforzo per avere qualcosa in più rispetto al trend ordinario».
Parole che non tranquillizzano chi opera nel settore. «Mi sembra una situazione kafkiana» dice a fine incontro Antioco Floris, uno dei portavoce di “Moviementu”, nonché docente di Cinema nella facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Cagliari: «Milia è venuto a dirci che se dipendesse da lui, ci darebbe un sacco di soldi, ma che ha contro i capi gruppo, il presidente della commissione Bilancio, e alcune grandi componenti dello spettacolo. Tutti ci dicono che abbiamo ragione e che comprendono le nostre richieste, però poi passi da un ufficio all'altro e non ottieni mai niente. L'unico assessore che fino adesso ci è parso serio nei nostri confronti, è Alessandra Zedda, che guida la Programmazione. Ci ha ricevuto ogni volta che l'abbiamo contattata e ha avanzato delle ipotesi percorribili».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Enrico Pau, regista di pellicole come “Pesi leggeri” e “Jimmy della Collina”: «Mi sembra che sia un continuo rinviare all'ultima pagina di un libro che però non ha finale. Rispetto alle nostre richieste, che superano i tre milioni l'anno, la somma promessa dall'assessore non ci soddisfa affatto». Per la prossima settimana è fissato un altro incontro.
Carlo Argiolas
 

LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 4 - Attualita
Attilio Mastino: «Lavorerò per dare una speranza»
 
Il rettore di Sassari Attilio Mastino è stato l’ultimo competitor di Francesco Pigliaru nella corsa per la designazione del candidato leader del centrosinistra. Ieri Mastino è sceso in campo a favore del designato, che «è una novità e insieme una speranza», e poi aggiungere: «Lavorerò per mettere al sicuro il risultato elettorale, allargare il dibattito ed evitare che la classe dirigente del Pd rimanga paralizzata proprio nel momento in cui la Sardegna ha un disperato bisogno di politiche progressiste. Il partito deve uscire dalle città ed entrare nei territori, nelle scuole, nelle università e nelle aziende».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualita
Insegnanti, retromarcia del governo
I 150 euro restano in busta paga. La decisione di Letta dopo il pressing di Renzi. Scintille Saccomanni-Carrozza
di Annalisa D’Aprile
 
ROMA L’unica certezza della caotica giornata di ieri è che gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro di scatti di anzianità percepiti lo scorso anno. Per il resto, il pasticcio degli incrementi stipendiali prima sbloccati e poi ribloccati con tanto di retroattività si è trasformato in un rimpallo di responsabilità tra il ministero dell’Economia e quello dell’Istruzione. A fine pomeriggio è il ministro Maria Chiara Carrozza ad intervenire rispondendo a chi reclama la testa del ministro del Tesoro, Maurizio Saccomanni, che no, «non deve dimettersi». Poi però, Carrozza dice «tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti che cosa stava avvenendo». “L’inerzia amministrativa” di cui parla il ministro esplode martedì quando il collega dell’Economia avverte la classe docente che dovrà restituire «a decorrere dalla mensilità di gennaio 2014, con rate mensili, 150 euro lorde fino a concorrenza del debito». Apriti cielo. Per i sindacati è subito guerra, minacciano lo sciopero generale. Interviene il segretario del Pd, Matteo Renzi: «Lasciate ai docenti quei soldi, ma siamo su “Scherzi a parte”?». Lo spalleggia il ministro Carrozza che scrive a Saccomanni chiedendo di soprassedere. Il giorno dopo, cioè ieri, la mattina di Renzi inizia con un pressing sull’esecutivo via Twitter: «Il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia subito». Pronto alle barricate anche il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano. Il premier Enrico Letta convoca una riunione urgente a Palazzo Chigi. Il risultato lo twitta lo stesso presidente del Consiglio: «Gli insegnanti non dovranno restituire i 150 euro percepiti nel 2013». La marcia indietro blocca (per ora) le proteste dei sindacati, ma Gilda (sindacato dei docenti) avverte «adesso aspettiamo che all’annuncio politico seguano atti giuridici rilevanti». Un «bravo al governo che cambia verso» arriva dal segretario del Pd. «Soddisfatta» si dice la Carrozza che non vuole fare polemica. E invece la polemica scatta: al ministero dell’Istruzione, che lamenta di non essere stato informato del provvedimento retroattivo, il dicastero di via XX Settembre per tutta risposta precisa, non solo che la responsabilità del guaio è di viale Trastevere («rispetto al quale il Mef è mero esecutore», dice la nota) ma che è stato informato eccome «lo scorso 9 dicembre della necessità, ai sensi della legge in vigore, di effettuare il prelievo, ma non è intervenuto con ulteriori disposizioni». Così il ministero dell’Economia ha calcolato le cifre date e presentato il conto ai professori. Saccomani cerca di chiudere il caso attribuendo tutto a «un problema di comunicazione». Una «giustificazione ridicola» per Stefania Prestigiacomo, Forza Italia. Per Carrozza qualcuno non ha parlato con i ministri di competenza: «Faremo un’analisi interna - spiega - e posso garantire che rivedremo il processo decisionale e cercheremo di capire dove è che la comunicazione è saltata o dove non si è compreso che prendere una decisione su 80mila persone tra Natale e Capodanno doveva prevedere una comunicazione ai ministri. Si farà un’analisi di chi ha sbagliato e vedremo» prosegue il ministro che poi avanza la necessità di una riforma dello Stato. «Dobbiamo affrontare il tema del governo della scuola ad un livello normativo e di gestione: non è pensabile che da una parte si decidono le cose, e dall’altra come e quando si pagano gli stipendi». Caso «chiuso» per Saccomanni che però avverte: «Ora si vedrà come la decisione si rifletterà in busta paga e mi auguro non si alteri il saldo finale». Caso che si riapre per i sindacati che denunciano un nuovo caso di prelievo sullo stipendio del personale non docente (Ata). La circolare del ministero dell’Istruzione riguarda 8mila persone e chiede la restituzione dell’incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, per mansioni che vanno oltre i normali compiti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Attualita
UNIVERSITA’ DI MILANO
Ricercatori denunciano minacce e insulti da animalisti
 
MILANO Non hanno molta voglia di parlare e commentare l’episodio, ma una cosa è chiara: non hanno intenzione di mollare le loro ricerche, e hanno già presentato denuncia all’autorità giudiziaria. È questa la risposta dei quattro ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, Edgardo D’Angelo, Claudio Genchi, Alberto Corsini e Maura Francolini, agli insulti - con tanto di foto, nomi e cognomi e numeri di telefono scritti sui muri e sui volantini affissi in diverse strade e perfino sotto casa - subite ad opera di alcuni animalisti per i loro studi e sperimentazioni sugli animali. Lavori fatti nei diversi rami della scienza. D’Angelo, in pensione dal 2011, ha lavorato infatti al Dipartimento di Fisiologia umana, Corsini al dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari, e Francolini al dipartimento di Biotecnologie molecolari e medicina traslazionale. L’unico che se la sente di commentare è Genchi, professore di Malattie parassitarie. «Non mi sento in pericolo, anche se mi auguro che non passino alle vie di fatto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sardegna
Scanu: «La Regione si salva se impara a fare le scelte»
Appello alle forze politiche sui grandi temi: «Non si può dire di no a tutto
Sul metano occorre chiarezza. No alla lingua sarda, meglio puntare sull’inglese»
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI Alberto Scanu, presidente della Confindustria, sogna una Sardegna liberata dall’ipocrisia e dall’antico vizio della politica regionale «di decidere di non decidere». Gli industriali sono delusi ma resta l’orgoglio e persino l’ottimismo: «Il nostro è un problema politico, non economico», sostiene Scanu. Si può risolvere, quindi, partendo dalle cose semplici, realizzabili persino a basso costo: «Vuol sapere qual è il mio sogno»? chiede Scanu anticipando l’intervista, «una Sardegna che va avanti come una regione del Nord Europa».
Come imprenditore e presidente degli industriali cosa la preoccupa di più e quali gli elementi di speranza per il 2014?
«Dopo cinque anni drammatici di una crisi che è incominciata vent’anni fa, dobbiamo prendere atto che abbiamo perso terreno nei confronti degli altri paesi europei. Una parte dell’area euro è cresciuta, noi ci siamo fermati e siamo retrocessi. Altri sono riusciti a crescere noi no e questo per un problema di burocrazia».
Siamo un paese dove per un’impresa emiliana, (la Micoperi), è stato più facile partecipare al recupero della nave Concordia piuttosto che avere il permesso per ampliare lo stabilimento, atteso da vent’anni. E’ una follia burocratica?
«Sì, perché negli ultimi vent’anni abbiamo fatto un esercizio di complicazione. Non ritrovo nessuna attività imprenditoriale che possa essere svolta in modo più semplice rispetto a vent’anni fa. Dopo le riforme Bassanini ci sono state solo dichiarazioni d’intenti e la burocrazia ha bloccato lo sviluppo».
Assieme alla questione burocratica si è discusso a lungo della fiscalità e della zona franca. Ha un messaggio per le forze politiche in campo per le elezioni regionali?
«Spero che in questo dibattito elettorale, che fortunatamente durerà solo un mese, le forze politiche abbiano il coraggio di superare la definizione di un’idea. Noi parliamo di fiscalità di vantaggio, non di zona franca».
Sulla zona franca Confindustria pone due domande: a chi serve e chi la paga? Eppure, con la modifica dell’articolo 10 dello Statuto, oggi la Sardegna può manovrare i tributi erariali concedendo agevolazioni o addirittura esenzioni.
«E, infatti, si deve agire su questa linea. La zona franca al consumo non è nella realtà delle cose visto che dai conti risulta che la spesa pubblica è superiore alle entrate. Dobbiamo superare questo gap creando più valore aggiunto. La prima zona franca da istituire è quella della burocrazia: facciamo una prova nel punto franco all’interno del porto di Cagliari, già esistente: facciamo in modo che un’impresa straniera possa avviare la propria attività in due mesi».
Ce l’ha proprio con il settore pubblico?
«Perché c’è un sentiment negativo nella società che deriva dal fatto che il settore pubblico allargato ha un indice superiore al 70% del Pil. Gran parte della attività sono pubbliche, manca la cultura sociale che premia l’imprenditorialità».
Quindi il problema anche per le imprese è politico?
«Sì perché manca in Sardegna un dibattito che consenta di fare scelte consapevoli: si dice di no a tutto per evitare di scegliere. E’ uno spettacolo a cui assistiamo da decenni: la politica decide di non decidere».
Un esempio su che cosa la Regione ha scelto di non decidere?
«Potrei citare diversi casi, inizierei dall’energia visto che tutti paghiamo le mancate scelte: il piano energetico non c’è. Non dimentichi che la Sardegna è tagliata fuori dai benefici della riduzione del prezzo del metano e siamo l’unica regione europea a non disporre del gas».
Ormai tutti sanno che il Galsi non si farà più. La partita del metanodotto è chiusa?
«Ma quando mai? Ci sono diverse soluzioni alternative ma è impensabile che i sardi non debbano contare su una rete del gas. Come Confindustria facciamo un appello alle forze politiche perché dicano come la Sardegna potrà utilizzare il gas. In ogni caso, si tratta di decidere: possiamo costruire un rigassificatore, va rivendicata la necessità che l’isola sia interconnessa con la rete europea di trasporto del gas avviando la realizzazione del collegamento Olbia-Piombino, verifichiamo se sotto il mare ci sono giacimenti in grado di garantire l’autonomia energetica».
Sulle risorse da reperire nel sottosuolo sono sorte mille polemiche per le trivellazioni ad Arborea. Come mai?
«Nessuno ha voluto capire se è vera l’ipotesi che la Sardegna sia sdraiata su un letto di gas. Sarebbe importante capire se c’è e se è sfruttabile, se dobbiamo continuare con le centrali a olio combustibile o puntare sulla riconversione delle centrali. E’ in gioco la competitività di tutto il sistema. Dobbiamo smettere con la logica dei No a prescindere. Dobbiamo spogliarci delle ideologie, confrontarci sulle cose concrete». Qual è una cosa che la lascia perplesso e fa dire anche a lei un No deciso?
«Mi preoccupa il continuo richiamo alla lingua sarda e la mancanza di enfasi allo studio dell’inglese. A chiunque vinca chiedo l’impegno di realizzare il sito della Regione anche in inglese: abbiamo bisogno di aprirci».
Una grande opportunità sottovalutata in Sardegna è l’economia del mare?
«Assolutamente sì, ma dobbiamo recuperare. Ora a Cagliari opererà Luna Rossa e noi chiederemo un progetto di sviluppo per il settore della vela tenendo conto che esiste un centro di eccellenza a Caprera. Se riusciamo a superare i campanili e mettiamo le cose insieme possiamo attrarre investitori stranieri. Abbiamo un’idea di quanti investimenti può portare la nautica di altissimo livello»?
Magari ricorrendo alla fiscalità di vantaggio?
«Certo, la prima forma di sperimentazione la possiamo attuare nei sei punti franchi doganali mirandola proprio al settore della nautica».
Gli industriali sono d’accordo sulla modifica del Ppr?
«Anche questa non può essere una battaglia ideologica. C’è una parte del Ppr che non cambia rispetto a quanto scritto nel 2006 ma un’altra parte doveva avere una valenza temporanea e quindi siamo in ritardo nel cambiarla».
Expo 2015 a Milano è un’occasione per rilanciare l’immagine del Paese ma anche la Sardegna potrà approfittarne?
«Deve essere un’occasione anche per noi. L’Expo si basa su due grandi temi, alimentazione ed energia, due grandi temi su cui possiamo essere un modello. Una vetrina decisiva».
Non sarà facile attrarre turisti con la crisi del sistema trasporti.
«E’ stata fatta una battaglia contro le compagnie e non contro chi ha fatto le scelte sulla privatizzazione. Comunque è stato calcolato che ci sono 160 tipi di turismo e noi ne facciamo un solo: quello del mare».
Su chi possiamo contare perché si avveri il suo sogno di una Sardegna “liberata”?
«Penso a una grande alleanza dei giovani sardi in giro per il mondo. Oggi vanno via dall’isola e potranno tornarci solo se le cose cambieranno. Altrimenti verranno qui solo per le vacanze e sarà una grande sconfitta per la Sardegna».
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Cultura-Spettacoli
Lingua sarda, quale futuro? Investire su scuola e famiglia
A Castelsardo da domani, nella rocca dei Doria, l’ottava Conferenza regionale
A confronto politici e funzionari, con insegnanti, linguisti, cantautori e attori
di Walter Porcedda
 
CAGLIARI Lingua sarda, parola d’ordine: divulgazione. Se si vuole che questa possa diventare autentico veicolo di scoperta della propria storia e identità occorre assolutamente diffonderne l’uso. A partire dalle scuole e, in modo particolare, dalle famiglie. E’ proprio la famiglia infatti, il luogo deputato per eccellenza affinchè le radici vengano coltivate e valorizzate. Tracciando un primo bilancio delle politiche di tutela e valorizzazione l’assessore alla Pubblica istruzione e alla cultura Sergio Milia si mostra soddisfatto e butta sul tavolo delle cifre indubbiamente interessanti. Il trenta per cento della popolazione scolastica sarda ha infatti aderito ai programmi di studio e conoscenza della lingua sarda avviati nella regione. Cifra tanto più significativa per due motivi: il primo è che le famiglie contattate hanno aderito quasi unanimi, la seconda è che il numero di istituti di diverso ordine e grado coinvolti è appena, più o meno, il 30 per cento delle scuole sarde. Come mai? «E’ presto detto – ha spiegato Milia ieri mattina a margine della presentazione dell’ottava Conferenza regionale della lingia sarda che si aprirà domani alle 16 nella sala delle conferenze del Castello dei Doria a Castelsardo e si terrà sino a sabato mattina – la Regione non ha competenze dirette per quanto riguarda l’istruzione ma deve sempre bussare a casa del ministero competente». Ergo, dipende dalla sensibilità delle scuole se aderire o meno al progetto. Dal canto suo l’assessorato, ha spiegato Milia ha cercato di mettere a disposizione risorse e know how. Quanto? Si è passati dal milione e mezzo circa stanziati dalla giunta Soru agli attuali 9 milioni e seicento mila euro. Uno sforzo considerevole che, ha spiegato Giuseppe Corongiu del servizio lingua e cultura sarda della Regione, comincia a dare risultati importanti. E le“Familias” assieme le arti, la musica, gli sportelli linguistici, la letteratura e la scuola, indispensabili per aiutare la veicolazione della lingua sarda e delle varietà alloglotte (dal catalano al tabarchino, dal gallurese al sassarese) sono i temi al centro della Ottava conferenza che si apre domani alle 16 al Castello dei Doria di Castelsardo con una relazione dello stesso assessore regionale alla Pubblica Istruzione Sergio Milia e da un saluto del presidente della Regione Ugo Cappellacci. Alle 17 su “Familias” intervengono Antonio Ignazio Garau di Oristano e Fabrizio Dettori di Sassari. Sul tema “artes” si terranno invece le relazioni dell’attrice Teresa Soro, la cantante Maria Giovanna Cherchi, Ignazio Perra del Conservatorio di Cagliari e il cantautore Piero Marras. A conclusione, alle 19 spettacolo dei Tressardi. L’indomani a partire dalle 10 sul tema degli sportelli linguistici parlerannoGiovanna Tuffu e Michele Ladu. Per la letteratura, Antonio Buluggiu, Giuseppe Tirotto, Antonio Canalis del Premio Ozieri di letteratura sarda e Antonello Sassu. Modera i lavori il giornalista Paolo Pillonca.
 

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