Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 January 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 37 - Edizione CA)
J'accuse del rettore di Sassari dopo le critiche dell'assessore
Mastino risponde a Milia: «Non sono le Università gli assassini del Sardo»
 
Ho ricevuto solo ieri il cartoncino di invito, quasi illeggibile, per l'Ottava conferenza sulla lingua sarda, stampato con una grafica pessima, con errori e una toppa che tende a nascondere un tardivo ripensamento, per evitare le spese di una ristampa. Mi rammarico per la sciatteria e per il ritardo, che mi impedirà di essere presente come avrei voluto. Ma ormai da diversi anni gli inviti arrivano con ampio ritardo: non sarà per caso una strategia nei confronti degli invitati scomodi?
Vedo su L'Unione Sarda l'articolo di Celestino Tabasso dove l'Assessore Regionale alla cultura sostiene che le Università lo hanno deluso e non sanno che il Sardo è una lingua normale, perché «sarebbero portate a ricoprire una posizione di predominio». L'Assessore ora sposa fino in fondo le tesi del direttore del Servizio Lingua Sarda, che si ritiene costituito ufficialmente come guardiano del tempio dell'ortodossia linguistica e si dedica a dare colpi a tutti coloro che scantonano dal suo illuminato pensiero, comunque sempre dalla parte del potere. Forse l'Assessore farebbe bene a non avventurarsi in discussioni su lingue normali, normalizzate etc., rischia di fare confusione. Viene da domandarsi quanto la lingua sarda sia stata usata negli ultimi anni come strumento di consenso politico, tenendosi sempre ben lontani dal valorizzarla nel senso voluto dai parlanti. È così che si crea una lingua normale? E cosa è stato fatto per far crescere il numero degli interventi in sardo in Consiglio Regionale?
Mi sorprende questo nuovo attacco facile facile all'Università di Sassari, che ha sempre inteso contribuire a realizzare corsi di aggiornamento per la formazione di insegnanti di lingua e cultura sarda e a fornire un quadro di riferimento metodologicamente avanzato, in sintonia con le più recenti acquisizioni della ricerca linguistica e filologica. L'Università obbedisce a logiche di applicazione di standard internazionali riconosciuti sul piano scientifico: a dognunu s'arte sua, naraiada kuddu chi crastaida tilipilches. Assai opportuno sarebbe stato rispettare l'autonomia didattica e scientifica delle Università, coinvolgendole già in sede di individuazione degli obiettivi e delle strategie. Il Progetto di formazione “Il Sardo a scuola” per gli insegnanti non è stato realizzato dall'Università di Sassari solo per un motivo: per tre anni abbiamo aspettato il via libera dell'Assessorato, che nelle ultime settimane ha finalmente approvato il progetto perché «congruo con le linee guida del Piano triennale 2008-10». Ma ormai le somme erano andate in perenzione. Dunque non abbiamo speso un solo euro, le numerose discipline di area sardistica dei nostri Dipartimenti sono state attivate solo con fondi universitari.
Non cercavo polemiche con il mio amico Sergio Milia: ma ora mi vedo costretto a sfidare l'Assessore a confrontarsi pubblicamente con me in lingua sarda: io parlerò volentieri nel logudorese di Bosa, la lingua (che per Corongiu non esiste) alla quale non voglio rinunciare per una LSC standard e normale, che sarebbe più autorevole della tradizionale «accozzaglia di dialetti» visti con disprezzo e superiorità davvero coloniale. Noi non vogliamo impoverire il lessico stratificato per adottare un banale esperanto. Sergio Milia scelga pure la LSC e risponda come crede. Io parlo in sardo, altri ne parlano .
Ribadisco che gli «assassini del sardo» sono quelli che vogliono abbandonare la difesa della ricchezza di una lingua che non può essere disprezzata per la sua immaginaria storia di «frammentazione linguistica dialettale». La via maestra, nella difesa delle lingue minoritarie, è l'accettazione delle diversità in ogni loro manifestazione.
Non fa parte della nostra cultura accettare espressioni irrispettose nei confronti della lingua sarda. Non è nella nostra educazione culturale l'esclusione nei confronti di chi la pensa diversamente, sia pur impegnato verso obiettivi comuni. Ho trovato offensivi i giudizi rivolti da Giuseppe Corongiu verso i premi letterari, voluti dalla «cultura egemone» per solleticare «il poeta dopolavorista». Si può concordare con l'esigenza di difendere l'unitarietà della lingua sarda, ma senza stringerla in un abbraccio mortale: l'Assessorato può operare efficacemente attraverso gli sportelli linguistici proprio in questa direzione.
Al di là delle dichiarazioni di principio, voglio ribadire che l'Università di Sassari è fortemente impegnata per la difesa della lingua sarda come lingua dell'oggi e del domani. L'Università prende l'impegno per difendere e qualificare l'insegnamento delle lingue minoritarie e della lingua sarda nel nostro Ateneo al servizio della scuola sarda. La lingua sarda è stata pensiero, riflessione, strumento per intendere la realtà, per entrare in comunicazione con gli altri sardi, in una comunicazione orizzontale profonda.
Il nostro Ateneo vanta una tradizione di studi in materia di Lingua Sarda: penso a Massimo Pittau, Nicola Tanda, Giulio Paulis, Giovanni Lupinu, Dino Manca, Carlo Schirru, Fiorenzo Toso, ma anche a tanti altri, più o meno strutturati e incardinati nell'Accademia. Di conseguenza non posso accettare giudizi offensivi e invito l'Assessore ad innalzare il livello e la qualità del dibattito, ad allargare gli orizzonti, a migliorare l'immagine della Regione Sarda, a stampare programmi che abbiano un minimo di dignità e di rispetto per i temi affrontati.
Attilio Mastino
Rettore dell'Università di Sassari
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Ultime della notte (Pagina 11 - Edizione CA)
Finanziaria sarda
Commissione d'accordo: primo sì alla manovra
 
Approvazione in tempi record per la manovra finanziaria e il bilancio 2014 in commissione. Martedì la manovra dovrebbe approdare in Consiglio. Il documento finanziario, varato a tarda sera con i voti della maggioranza, ha avuto l'unanimità sull'emendamento - ora diventato articolo 1 - sulle accise. In sostanza, si prevede che le tasse sulle materie prodotte in Sardegna restino nell'Isola, togliendole alla disponibilità dello Stato. Per l'Isola si tratta di passare da 576 milioni all'anno a una disponibilità di un miliardo di euro. Inoltre la Commissione, con un lavoro congiunto tra maggioranza e opposizione, è riuscita a ripulire il bilancio recuperando 168 milioni di euro (8 in più di quelli recuperati nella Finanziaria 2013), riducendo il monte emendamenti per il bilancio da 400 a circa 60. Queste risorse verranno utilizzate per l'Università, compresi gli aiuti agli studenti, per la viabilità, per la messa in sicurezza del territorio, per il trasporto pubblico locale e per l'edilizia scolastica e per quella abitativa. «Ora la palla passa all'Aula - dice il presidente della commissione Bilancio Pietro Fois - grazie alla grande responsabilità delle opposizioni che non hanno chiesto i termini per la relazione di minoranza. Quest'ultimo passaggio potrebbero avvenire in due giorni, evitando così anche il primo mese di esercizio provvisorio».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Oristano e Provincia (Pagina 28 - Edizione CA)
Tutto il vino sardo in un clic
L'app “WinePix” creata da due ingegneri di Palmas Arborea e Cagliari
Scattando la foto all'etichetta si ha il profilo del prodotto e si conoscono le curiosità del vitigno
 
PALMAS ARBOREA Tutto il vino in un click su telefonino, tablet o altro dispositivo mobile. Questa è Wine pix, un'applicazione dedicata agli appassionati e ai produttori vitivinicoli. I creatori sono sardi: gli ingegneri Matteo Sanna e Massimo Gessa, rispettivamente di Palmas Arborea e Cagliari, della società “Sane biometrics”, una spin off dell'Università di Sassari.
Un progetto legato ai Por Sardegna, con un finanziamento rivolto alla tecnologia. Idea arrivata dalla passione di Sanna e Gessa per il vino. «L'obiettivo - afferma Matteo Sanna - è quello di realizzare un'applicazione che diventi un luogo di incontro tra chi ama il buon vino e le imprese». Un progetto che mira a far conoscere ciò che si beve, come e dove lo si produce. E poi gli abbinamenti con i piatti. Attraverso un motore di riconoscimento di immagini basta scattare una foto frontale all'etichetta, con un telefono cellulare o qualsiasi altro dispositivo dotato dell'applicazione, per avere il profilo di quel vino e sapere tutte le curiosità sul vitigno, la zona e la cantina.
«Siamo partiti dai vini che ci piacciono di più e dalle bottiglie che avevamo in casa - aggiunge Sanna - poi abbiamo proseguito con quelli conosciuti durante le gite nell'Isola, cercando di trasmettere la bellezza dei luoghi e delle tradizioni, ma l'obiettivo è andare oltre i confini regionali». All'interno dell'applicazione anche un'area personale, per registrare i preferiti o i “bocciati” così da non dimenticare il vino assaggiato. La piattaforma permette anche di condividere opinioni e valutazioni sui prodotti. Attraverso WinePix i produttori possono raggiungere direttamente i consumatori/clienti e conoscere le valutazioni date ai propri vini o lanciare nuovi prodotti.
«Ci piacerebbe - continua Sanna - coinvolgere l'utente a conoscere e i produttori a dare informazioni. Sarebbe bello avere la collaborazione dei produttori, in modo da dare informazioni complete». Una realtà in crescita, che al momento vede registrata la presenza della quasi totalità della produzione sarda. Attraverso i caricamenti, gli utilizzatori della App potranno contribuire in futuro a far crescere il parco etichette di WinePix. «A noi interessa - conclude l'ingegnere palmarese - avere più utenti possibili, al momento siamo a circa un migliaio. Speriamo che questo progetto possa rappresentare un trampolino di lancio per noi e per il settore».
Giacomo Pala
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 42 - Edizione CA)
Al direttore
LETTERE
La laurea inflazionata
Ho seguito la discussione sui Savoia e l'analfabetismo tra i lettori Cenzo Vargiu e Pietro Pisu. Quest'ultimo riporta dichiarazioni del rettore dell'Università di Sassari Attilio Mastino, secondo cui 100 anni fa, in proporzione, c'erano più laureati e diplomati di oggi. Non so in quale contesto parlasse Mastino. Però 100 anni fa chi conseguiva una laurea o un diploma in breve tempo otteneva un impiego adeguato al titolo. Oggi un laureato o diplomato può ritenersi fortunato se, previa raccomandazione, lavora come commesso in un supermercato. È ovvio che tale drammatica situazione dissuada tanti studenti dal conseguire un titolo che si traduce in un semplice pezzo di carta.
Marco Guiso
Quartu Sant'Elena
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Oristano
UNIVERSITÀ»LE RISORSE
Fondi al Consorzio Uno, mancano 350mila euro
La Giunta regionale ha suddiviso i finanziamenti che però non sono sufficienti
Con la stessa delibera si assegnano 427mila euro a Iglesias, che non ha iscritti
di Simonetta Selloni
 
ORISTANO Arrivano al Consorzio Uno di Oristano i fondi per i corsi universitari dell’anno accademico 2013-2014, secondo le ripartizioni proposte dall’assessore regionale alla Pubblica istruzione, Sergio Milia, e approvate dalla Giunta dopo il parere favorevole di legittimità del direttore generale dell’assessorato. Arrivano, e non c’è nulla di cui stare allegri. Almeno non a Oristano. Intanto perché questi fondi, per Oristano 2 milioni, 161mila e 106 euro su complessivi 6 milioni, sono per ora virtuali. Nel senso che ancora mancano all’appello circa 450mila euro dell’annualità 2013; e se i tempi di erogazione saranno gli stessi dello scorso anno, allora c’è da dire che i primi finanziamenti saranno disponibili attorno al mese di maggio. E, sulle nuove attribuzioni, all’appello ne mancano circa 350mila: tanti ne occorrono per il funzionamento dell’università. Dove, a fronte della tenuta delle immatricolazioni – dato in controtendenza e condiviso con Olbia, visto il crollo generalizzato delle altre sedi –, del calo dei fuori corso, dell’unanime riconoscimento della validità dei suoi corsi, non corrisponde evidentemente una adeguata sensibilità regionale. E dove si fanno i salti mortali, con un Cda – presidente Pupa Tarantini – che non percepisce compensi, mentre per tentare di compensare le minori entrate si fa strada la possibilità che ai 27 dipendenti si applichino contratti part-time. La delibera della Giunta regionale, è la 53/53 del 20 dicembre 2012. Nelle sei pagine che la compongono, vengono descritti nel dettaglio i criteri di suddivisione che vanno ad alimentare le quattro sedi decentrate: il Consorzio per la promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale di Nuoro, il Consorzio Uno di Oristano, l’Ausi (Associazione universitaria Sulcis-Iglesiente), con sede a Iglesias, il corso universitario di economia e imprese del turismo di Olbia. Gli indicatori sui quali si basa la suddivisione, esposte le caratteristiche di ogni sede e i suoi corsi, con una incoraggiante premessa che riguarda proprio Oristano, sono il funzionamento, la didattica, le immatricolazioni. Ora, anche al più sprovveduto degli osservatori non sfugge che all’Ausi di Iglesias vengono attribuiti 427mila 883 euro. Piccolo particolare: come peraltro scrive la delibera a della Giunta e firmata dal presidente Cappellacci e dal direttore generale dell’assessorato alla Pubblica istruzione Gabriella Massidda, «La situazione dell’Ausi si caratterizza per alcune peculiarità, tra cui il fatto che presso la stessa non è più attivo alcun corso di laurea; pertanto, il numero degli immatricolati per l’anno accademico 2012-2013 è parti a zero». Andando a vedere i bilanci (disponibili online), si osserva che la chiusura di quello 2012 è di un milione 239mila 926 euro, mentre nel bilancio di previsione 2013, si ipotizza un avanzo di amministrazione di 552mila 453 euro. Eppure, la Regione continua a erogare fondi, di fronte alla assenza di immatricolazioni, corsi, attività. Si faranno? Mah. All’Università di Oristano ne basterebbero 300mila in più. In queste settimane, la paventata riduzione dell’orario dei dipendenti , che potrebbe essere la conseguenza della mancanza di liquidità, ha suscitato reazioni anche nella comunità oristanese e nelle istituzioni. Del Consorzio Uno fanno parte Comune, Provincia, Camera di commercio, Associazione industriali, Ente bilaterale per il turismo. La Provincia rende disponibile, gratuitamente, la sede del Consorzio Uno, il Chiostro del Carmine, che non è poco. La Camera di Commercio partecipa con risorse e alcune iniziative. Tutti, indistintamente, decantano questa eccellenza culturale e, perché no, produttiva. Così consiglieri e assessori regionali (Oristano ne vanta due). Ma i tagli che stanno mettendo in difficoltà l’Università si perdono nella mancanza di reazioni operative. Cosa diversa dall’esercizio della – improduttiva – indignazione.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Nuoro
LIBRI E LAVORO»LA CITTÀ DELLA CULTURA
Prove tecniche per salvare la biblioteca
Comune e Provincia propongono la modifica dello statuto per allargare il numero dei soci aderenti al Consorzio
di Francesco Pirisi
 
NUORO La modifica dello statuto per mettere dentro i 29 Comuni del territorio, insieme al comune capoluogo e alla Provincia. È la proposta dell’amministrazione di Nuoro per ridare vigore e continuità al consorzio bibliotecario “Sebastiano Satta”, che proprio nel 2013 ha raggiunto gli 80 anni di vita. La bozza sarà portata all’assemblea di sindaci e amministratori della Provincia, prima dell’esame e dell’approvazione delle rispettive assemblee civiche. Se l’operazione dovesse andare in porto potrebbe rappresentare la fine del tempo di emergenza, iniziato nel 2005 con l’uscita di scena (per via della soppressione) delle Comunità montane di Nuorese e Baronia, che facevano parte del gruppo dei soci insieme a Provincia e Comune di Nuoro. Il forfait istituzionale ha portato al commissariamento nel 2011, proprio per la mancanza di alcuni degli “aventi causa” alla nomina degli organi di governo. Dal palazzo del municipio l’assessore della Cultura, Leonardo Moro, fa capire che questa è la strada maestra: «Ci siamo basati sulla normativa nazionale e su quella regionale 14 che ha assegnato alla Provincia il coordinamento e agli enti locali la gestione». In piazza Asproni, sede della biblioteca territoriale, le certezze non sono le stesse. L’ottimismo in questi anni si è consumato insieme alle vicende della legge regionale che avrebbe dovuto aprire una stagione di fervore culturale nell’isola, con specifica attenzione per le biblioteche. Tonino Cugusi, direttore del consorzio di pubblica lettura: «Le competenze andavano divise tra Regione, investita per programmazione, controllo e standard di servizio, e il territorio provinciale, competente per la gestione e per i servizi ai comuni». Con la legge c’è stato anche l’inganno, è il concetto che riassume le critiche del consorzio: «La Regione – spiegano – non ha voluto mollare la gestione, continuando anche a finanziare i mille o 2mila euro per l’acquisto di libri nel piccolo comune». A sostegno dell’attacco a Cagliari, ecco la prova: «Nel 2007 abbiamo preparato un progetto per dare una soluzione alla materia. È stato approvato in Provincia e inviato alla Regione: ma l’osservatorio che l’avrebbe dovuto approvare ha smesso di funzionare nel 2006», ricorda il direttore Cugusi. Una struttura su due livelli, guidata dal sodalizio di enti a capo della “Satta”, che avrebbe gestito il sistema delle 3 biblioteche urbane e assicurato i servizi nei 52 centri della provincia, attraverso le convenzioni. Un’idea mai accantonata. Nel bel mezzo del discorso è tuttavia arrivata la finanziaria del 2011, con nuove regole sulla possibilità degli enti locali di far parte di consorzi. Il commissario Vannina Mulas: «Per un anno e mezzo abbiamo cercato di capire che il nostro era un consorzio di servizi e dunque salvato dalle previsioni della nuova legge, anche perché la Provincia continuava a dire che la natura fosse quella di “funzioni” e dunque venisse preclusa la sua partecipazione allo stesso organismo». Mulas fa presente che tuttavia l’ente di Piazza Italia ha continuato a garantire i suoi 250mila euro, in aggiunta ai 293mila euro del Comune capoluogo, i 300mila della Regione e alle contribuzioni dei 29 comuni aderenti. Fatti i conti finali, «risorse sufficienti, anche se non si è mai certi del momento in cui arrivano, con pregiudizio per la programmazione», chiude Tonino Cugusi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Nuoro
Il commissario punta su Cagliari
Vannina Mulas: «La Regione deve rendere certe le risorse finanziarie»
 
NUORO Tra gli eventi per gli 80 anni della biblioteca Satta è previsto un convegno per parlare dei sistemi bibliotecari, con sguardo rivolto a quanto succede del nord progredito d’Italia. «Verranno due esperti che gestiscono il consorzio pubblico dell’area di Milano, tra i maggiori conoscitori del settore», annuncia il commissario Vannina Mulas Per poi aggiungere: «Vogliamo capire qualcosa in più per trovare la migliore veste istituzionale all’attività, oltre che a creare un confronto su alcuni aspetti operativi». La conferenza era prevista per novembre, nei giorni in cui il territorio è stato colpito dall’alluvione. La nuova data è dopo le elezioni anche per avere un interlocutore della Regione. Perché è su Cagliari che il commissario dell’organismo culturale continua a far riferimento per il futuro dei servizi bibliotecari: «Sia che mantenga l’attività di pianificazione, sia che questa passi in provincia, la Regione deve assicurare la difesa del sistema e soprattutto rendere certe le risorse. Non ho perso le speranze che Nuoro e il territorio possano assumere il ruolo di secondo polo nell’ambito della cultura e delle attività bibliotecarie in Sardegna». Rispetto ai fondi, l’attenzione maggiore il commissario la chiede soprattutto per la celerità. I problemi maggiori sono a carico della cooperativa che gestisce da 20 anni una parte dei servizi in convenzione. La Regione non ha trasferito il finanziamento 2013 e 9 operatori sono rimasti senza stipendio per 6 mesi. Mentre per pagare i dipendenti, nel 2013 è stata chiesta un’anticipazione alla banca (f.p.)

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