Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 January 2014

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Pd, ora l'agenda Pigliaru
Il candidato al lavoro sul programma. Ma resta il nodo indagati
Renzi benedice il nuovo leader e dà via libera all'intesa col Psd'Az
 
La prima uscita pubblica non è ancora in calendario, ma Francesco Pigliaru vuole arrivarci con i compiti già fatti. Cioè con messaggi chiari e forti, per lanciare al meglio una campagna elettorale fulminea. «Non subirà l'agenda politica di Cappellacci, intende dettarne una sua», dice chi ci ha parlato dopo l'investitura. Ieri il neo candidato ha lavorato alle prime idee sul programma, da condividere con Pd e alleati. Ma si è anche trovato per le mani una grana e una buona notizia. La prima riguarda la candidatura degli indagati. La seconda è una nota della segreteria nazionale, che elogia la scelta in suo favore.
CASO INDAGATI Al momento del passo indietro, Francesca Barracciu non ha preteso che cadessero anche le teste di tutti quelli che sono coinvolti nell'inchiesta sul Consiglio regionale: chiede di applicare agli altri il codice etico del Pd, che non vieta la candidatura per un avviso di garanzia. E pare che la segreteria nazionale sia d'accordo.
Altri ambienti del partito invocano la linea dura. Dopo le varie rinunce, il problema riguarda Gavino Manca (uno dei primissimi riferimenti di Renzi in Sardegna), Franco Sabatini e Marco Espa. La linea dura taglierebbe fuori anche big indagati per altri motivi, come Gianfranco Ganau. La questione si incrocia con quella del terzo mandato consiliare, che tocca Manca e Sabatini, oltre a Gianvalerio Sanna che non è indagato.
Ieri in via Emilia si è registrata molta fibrillazione sul tema, e Pigliaru si è trovato coinvolto nel dibattito: non avrebbe pronunciato diktat, ma si sarebbe informato con precisione sui termini della questione, per favorire una soluzione che non crei problemi. Indagati a parte, tra i primi nomi per la lista di Cagliari, insieme agli uscenti Diana, Moriconi e Cozzolino, si parla di Piero Comandini, Gigi Ruggeri, Valter Piscedda, Massimo Pusceddu e Gianluca Serra.
IL PD ROMANO La buona notizia, per il candidato, è il comunicato di Stefano Bonaccini, responsabile nazionale degli enti locali: «In Sardegna il Pd ha dato prova di coesione, vitalità e senso di responsabilità», e «lavorerà ora assieme a Francesco Pigliaru». Renzi ha probabilmente approvato la dichiarazione, interpretata nell'Isola come la promessa di una sua forte presenza accanto a Pigliaru da qui alle elezioni. Bonaccini aggiunge che l'obiettivo ora è «costruire una nuova alleanza di centrosinistra aperta alle forze autonomiste»: un placet evidente per il dialogo col Psd'Az.
L'AGENDA PIGLIARU Il programma partirà dalle priorità enunciate lunedì dal professore: creare lavoro, e pari opportunità per tutti. E se il centrodestra già lo addita come avversario della zona franca, lui punterà su ciò che ha definito «zona franca dalla cattiva burocrazia»: un piano per una pubblica amministrazione più snella, anche come costi, che aiuti a fare impresa.
Su questo punto avrà forse trovato ieri sintonia con Francesca Barracciu (che dopo le primarie aveva indicato la lotta alla burocrazia come priorità), negli incontri in via Emilia con lei e altri esponenti del Pd: a partire dal segretario Silvio Lai e Renato Soru. «C'è continuità tra molte idee di Francesca e quelle di Pigliaru», conferma Giampaolo Diana, «anche sull'istruzione. Ora possiamo recuperare il ritardo nella campagna elettorale», aggiunge il capogruppo, che insieme a Siro Marrocu è stato, dopo il passo indietro di Barracciu, tra i più decisi a far convergere su Pigliaru l'intera area vicina all'eurodeputata.
I TEMI IDENTITARI Ieri, intanto, è stata indirizzata al professore una lettera-appello che chiede di valorizzare la limba sarda comuna , nelle scuole e come seconda lingua ufficiale nell'Isola: i firmatari sono gli attivisti del Movimento linguistico sardo e alcuni dirigenti del Pd, tra cui l'ex candidato alle primarie Roberto Deriu.
Giuseppe Meloni
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Si investe sulla ricerca
Neuropsichiatria, 4,5 milioni di euro per il progetto “Matrics”
L'Ateneo in prima fila per studi sul comportamento antisociale dei bambini
 
Pioggia di soldi per un progetto che riguarda aggressività, comportamento antisociale nell'età evolutiva, terapie e assistenza ai minori con gravi patologie neuropsichiatriche. E soprattutto, un piano dove viene coinvolto anche l'Ateneo cagliaritano, che ancora una volta viene dunque coinvolto in progetti di grande spessore a livello europeo.
La Commissione Europea, sul finire del 2013, ha approvato un finanziamento di quattro milioni e mezzo di euro per il progetto di ricerca transazionale Matrics (Multidisciplinary approaches to translational research In conduct syndromes). E come detto, quindi, in prima fila c'è anche l'ateneo di Cagliari. Infatti, Alessandro Zuddas (professore associato Neuropsichiatria infantile - dipartimento Scienze biomediche, direttore clinica Neuropsichiatria infantile dell'Azienda ospedaliero-universitaria del capoluogo) coordina una serie di specifici sotto-progetti.
“DISTURBO DI CONDOTTA”, TEAM EUROPEO Il progetto Matrics, coordinato da Jeffrey Glennon (Donders Institute, Radboud University Medical Centre, Paesi Bassi), affida al professor Zuddas il coordinamento del sotto-progetto sulla definizione di specifici aspetti neuropsicologici sensibili a terapie farmacologiche innovative. Le attività di ricerca si aprono nel prossimo mese di marzo e sono tese a rafforzare gli studi dei ricercatori europei sul Disturbo di condotta. Gli studiosi interagiscono con i progetti Imagen (coordinato dal professor Gunter Schumann), Pers e Aggressotype (coordinati dai professori Jan Buitelaar e Barbara Franke).
MINORI E PATOLOGIE NEUROPSICHIATRICHE «Con la combinazione di studi neuropsicologici, neuro-immagini, genetici e su modelli animali, Matrics è finalizzato a ridefinire i fattori neuronali, genetici e molecolari coinvolti nella patogenesi dell'aggressività e del comportamento antisociale nel Disturbo di Condotta, nel tentativo - spiega il professor Zuddas - di definire nuove strategie terapeutiche. In particolare - prosegue il docente di Neuropsichiatria infantile - saranno studiati i meccanismi con cui l'assenza di sensibilità emotiva di fronte alla sofferenza degli altri (i cosiddetti tratti calloso-anemozionali) modula lo sviluppo, ed il perdurare nel tempo, dei disturbi del comportamento in età evolutiva».
Il docente, tra l'altro, rileva un sua speranza che riguarda alcuni cambiamenti che accadranno nel prossimo futuro: «Confido che le attività di ricerca possano incrementarsi anche grazie al prossimo trasferimento della Clinica all'ospedale Microcitemico-Pediatrico regionale. Il tutto - conclude dunque il professore universitario - si potrà tradurre anche in ulteriore miglioramento degli standard dell'assistenza ai minori con gravi patologie neuropsichiatriche».
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il giorno del nuovo questore
Oggi si insedia Filippo Dispenza, prende il posto di Bontempi
Sessant'anni, arriva da Alessandria ma ha lavorato anche a Napoli e all'estero
 
Il nuovo questore di Cagliari, Filippo Dispenza, si insedierà stamattina. Prende il posto di Massimo Bontempi, che lascia la Questura del capoluogo sardo dopo 15 mesi per occuparsi di sicurezza alla Camera dei Deputati.
Dispenza alle 9, alla presenza della rappresentanza del personale dei vari uffici e reparti della provincia, deporrà una corona di fiori alla lapide commemorativa dei caduti della Polizia di Stato, nell'atrio di ingresso della caserma “Carlo Alberto”, in viale Buoncammino. Successivamente, alle 11,30, il nuovo questore vedrà la stampa nell'aula conferenze della Questura, in via Amat.
Sessant'anni, recentemente al comando della Questura di Alessandria, nato ad Agrigento, Dispenza è entrato a far parte della Polizia a soli diciotto anni. Il primo incarico lo ha avuto a Napoli: nella città campana è stato dal 1976 al 1978 alla Squadra Mobile e alle Volanti. Dal 1999 al 2003 è stato alla direzione criminalità economica e finanziaria nel Servizio cooperazione internazionale di Polizia e al segretariato generale dell'Oipc - Interpol a Lione (Francia). Due anni fa la nomina a questore di Alessandria.
Dispenza prende dunque il posto di Massimo Bontempi, che se ne va via dopo più di un anno e si trasferisce a Roma: il Dipartimento di pubblica sicurezza gli ha affidato l'incarico di dirigente dell'ispettorato di pubblica sicurezza alla Camera dei Deputati.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
IL CANDIDATO COL COGNOME GIUSTO
Curriculum di prim’ordine e cognome giusto
Pigliaru è cresciuto in una famiglia di intellettuali e politici: il padre fu maestro di due generazioni
di MANLIO BRIGAGLIA
 
In un convegno sassarese di diversi anni fa, un militante del Pci non più tanto giovane ma giovanilmente rampante, fece un discorso tale che sembrava volesse diventare lui il segretario del partito. Lo riferirono a Luigi Berlinguer, che non batté ciglio: «Non ha il cognome giusto», disse calmo. Francesco Pigliaru, candidato a governare la Sardegna, il cognome giusto ce l'ha. Suo padre è stato, dopo Antonio Gramsci, il più importante e il più generoso intellettuale del Novecento in Sardegna. Non tanto per lo studio del cosiddetto “codice della vendetta barbaricina” quanto per l'infaticabile lavoro di organizzazione della cultura che raccolse intorno alla sua rivista “Ichnusa” il meglio di interlocutori che si potevano trovare in Sardegna. Senza distinzione fra cattolici (meglio se progressisti) e comunisti. Nella linea di famiglia: suo zio, Francesco Dore, olzaese ma a lungo medico condotto ad Orune, cattolico perfino scomodo, fu eletto come radicale alla Camera nel 1913.
Suo fratello Antonio, invece comunista, passò sotto il fascismo più tempo fra galera, confino e clandestinità che giorni tranquilli. Caduto il regime, fu il primo segretario regionale del Pci in Sardegna. Ne ha scritto una bella biografia Guido Melis, ed ora sta per uscire una biografia del deputato, scritta dal nipote Lorenzo Dore, figlio di Giampietro che è stato una delle personalità più rilevanti dell'intellettualità cattolico-democristiana nella seconda metà del secolo, fondatore della casa editrice “Studium”, editore de “Il Giorno”. Patria d'origine, per tutti, Olzai, dove ancora vive il ricordo delle sorelle Dore, Peppina (notissima scrittrice di vite di santi, fondatrice in paese di un monastero di Benedettine di clausura) e Grazia, delicata poetessa ma anche grande studiosa della prima emigrazione italiana begli Stati Uniti. Orune entra nella storia della famiglia per il lungo servizio dell'onorevole Francesco e per la sua lunga difesa dei poveri quando l'amministrazione decise di lottizzare il salto comunale (e si sa quanto poco ne tocchi ai poveri, in queste lottizzazioni). A Orune, da due genitori maestri elementari, nacque Antonio Pigliaru, 1922. Ripercorrere questo frondoso albero genealogico rischia di dare fastidio al professor Pigliaru, candidato da 48 ore a presidente della Regione per il centrosinistra. Che già ha un curriculum di studioso e di amministratore che da solo basterebbe a giustificare la scelta, a parte il miracolo che ha fatto, convincendo i 64 membri che dovevano fare il nome finale a votare compatti per lui. Unanimità alle ore 4.45 del mattino, dopo mesi che nel Pd sardo non c'erano meno confusione e bisticci e polemiche che nel Pd nazionale. Il candidato i titoli se li è già fatti per conto suo, senza appellarsi a una discendenza di cui peraltro è fortemente geloso e orgoglioso insieme: l'amore di Francesco per il padre è il più bel riconoscimento di che cosa fu quell'uomo mite e combattente, spesso dal letto dell'ospedale, maestro e guida di tanti della sua e della mia generazione. Titoli: maturità precoce all'Azuni (“saltò” la terza Liceo, come usava fra i più bravi), laurea in Scienze politiche, PhD in Economia all'Università di Cambridge, un anno di perfezionamento in California, all'Università di Stanford, poi la cattedra a Cagliari, sponsorizzato da Antonio Sassu, suo maestro. Quando fu eletto presidente della Regione, Renato Soru lo chiamò assessore al Bilancio e alla Programmazione: non so se sapesse che dietro quell'aria serena e disponibile che Pigliaru ha ci fosse un carattere di ferro, non meno intransigente del suo. Così (dice che causa del problema fu se mettere o no una tassa sulle barche di lusso: l'assessore disse con parole sue che era una cretinata) Pigliaru prese e se ne tornò ai suoi studi: nei quali l'economia della Sardegna e la ricerca di un'uscita dalle crisi congiunturali e dall'arretratezza storica della sua economia (con serrate polemiche con Paolo Savona, per dirne uno) erano sempre al centro. All'assessorato Pigliaru lasciava l'invenzione del Master and Back, il programma per fare studiare i giovani laureati sardi fuori della Sardegna, salvo tornare nell'isola a restituirvi quello che hanno imparato: perché l'istruzione è uno dei punti fermi del programma di vita di Francesco (anche la moglie, Adriana Di Liberto – scritto così, non tutt'attaccato, dicono in famiglia – , è una sua collega di studi all'Università cagliaritana: hanno un bambino che nei primi due anni di vita ha girato mezza Sardegna dentro lo zainetto del padre): senza un'istruzione di alta qualità l'isola non esce dalla palude della mera sussistenza. Nella scheda che coltiva su Internet si proclama juventino. Dopo il 3-0 alla Roma ora sogna di farlo a Cappellacci.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Attualita
MESSAGGIO DI PIGLIARU IN RETE
«Mobilitiamo le energie migliori»
 
Primo post da candidato- presidente del centrosinistra per Francesco Pigliaru, che tra l’altro continua a raccogliere consensi da tutti i partiti della coalizione e sul web. Ieri a ventiquattr’ore dalla direzione di Oristano, su Facebook, Pigliaru ha scritto: «Ringrazio tutti per l'entusiasmo e la grande fiducia che mi avete fatto sentire in queste ore. C'è da lavorare moltissimo, e lo stiamo facendo, ma per fortuna non partiamo da zero. Il mio impegno è portare davanti agli elettori la migliore proposta possibile per il governo della Sardegna: una proposta credibile, che ci metta al riparo dalla pericolosa demagogia del centrodestra, che ci consenta di ritrovare fiducia nella nostra capacità di gestire le emergenze e allo stesso tempo prepararci per il futuro. È una sfida difficile, ma mobilitando le nostre migliori energie e le nostre migliori competenze ce la faremo».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualita
lo scontro
Scuola, il governo taglia 150 euro ai prof
Trattenuti gli scatti maturati nel 2013. Il ministro Carrozza e Renzi contro Saccomanni.
Sindacati pronti allo sciopero
 
ROMA Rientro in classe amaro per gli insegnanti italiani. Alla ripresa delle lezioni, dopo la pausa natalizia, si sono trovati di fronte alla sorpresa di un taglio di 150 euro allo stipendio. Il ministero dell’Economia, infatti, chiede la restituzione degli scatti stipendiali già percepiti nel 2013 con una trattenuta appunto di 150 euro mensili, a partire da gennaio. Un’iniziativa che ha infiammato gli animi. I sindacati, infuriati, minacciano lo sciopero. E il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, si é schierata al loro fianco scrivendo al collega Saccomanni. Al titolare del dicastero dell’Economia ha chiesto di sospendere la procedura di recupero degli «scatti» stipendiali per il 2013 segnalando, tra l’altro, l’urgenza di un intervento in questo senso dal momento - ha spiegato nella missiva - che nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio e quindi a operare le trattenute per il recupero della tranche prevista. Contro Saccomanni anche il segretario del Pd Matteo Renzi: «Non mi interessa il rimpasto, ma se un ministero dell’Economia chiede indietro 150 euro agli insegnanti mi arrabbio perché non è “Scherzi a parte”, è il governo italiano». Ma il ministero dell’Economia fa notare che «il recupero delle somme è un atto dovuto da parte dell’amministrazione perché il Dpr n.122 entrato in vigore il 9 novembre ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013». Poi - spiegano al Mef - «se all’interno del ministero dell’Istruzione si riescono a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione ovviamente questo si farà». I sindacati già da giorni protestano con forza. «Le istruzioni impartite dal ministero dell’Economia per un graduale recupero degli scatti maturati nel 2012 costituiscono una decisione inaccettabile che va bloccata, una vera e propria provocazione che se attuata non potrà rimanere senza risposta» ha tuonato il segretario generale della Cisl Scuola Francesco Scrima. E dalla Gilda è arrivato un aut aut: «Siamo stanchi di aspettare: vengano restituiti ai docenti gli scatti degli stipendi 2012 o sarà sciopero generale». Per la Flc-Cgil si assiste «ancora una volta a un pesante intervento sui diritti acquisiti dei lavoratori della scuola, che saranno costretti a restituire le somme legittimamente e giustamente percepite». «La scuola - ricorda il sindacato guidato da Mimmo Pantaleo - ha già contribuito pesantemente al risanamento dei conti pubblici, finanziandolo con i tagli di personale (8 miliardi di euro), con il blocco del contratto di lavoro, con il taglio del salario e con l’aumento dei carichi di lavoro». Il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, parla di «situazione gravissima, mai accaduta prima». La nota del ministero dell’Economia del 27 dicembre - ricorda - «produce come effetto che, senza che nessuno sia stato avvertito, senza nessuna spiegazione, si procede con il prelievo nello stipendio. Come a dire, poiché la scuola è centrale nelle scelte di governo, apriamo il nuovo anno togliendo parte della retribuzione di quelli che l'avevano legittimamente percepita, perché le regole sono cambiate».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sardegna
CREDITO»INDAGINE DELLA BANCA D’ITALIA
Prestiti in calo, c’è una questione sarda
Imprese e famiglie nella morsa della crisi, meno finanziamenti ma migliorano i tassi di interesse. Il ruolo della Regione
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI Nel sistema del credito si sta riformando la “foresta pietrificata”. Nulla a che vedere con la rete di banche che per mezzo secolo aveva vissuto sotto la protezione di governi e Banca d’Italia ma sempre un apparato congelato. Lo dimostra l’indagine sulla domanda e offerta di credito, realizzata dalla Banca d’Italia, e divulgata da pochi giorni. L’indagine è aggiornata alla prima metà del 2013 e i dati rivelano che «la domanda di finanziamenti da parte delle imprese è debole» e la crisi del mercato immobiliare e quella dei consumi «hanno limitato le richieste di prestiti da parte delle famiglie». Il sistema bancario si trova alle prese con l’onda lunga della recessione e le previsioni sono cupe: gli strascichi del blocco del credito potrebbero protrarsi ancora per uno o due anni. Sono elementi che - a giudizio di alcune organizzazioni del mondo delle piccole imprese e degli artigiani - chiameranno la politica sarda ad avere un ruolo importante in materia di credito, (anche se la Regione ha perso di fatto le competenze che lo Statuto le aveva assegnato originariamente). Rilanciare la «questione sarda» nel credito - a giudizio di Francesco Porcu, segretario della Cna, «non è un’impresa né disperata, né retrò». E’ un’esigenza. L’indagine della Banca d’Italia, riproduce in larga parte i contenuti dell’analogo Report dell’Eurosistema: «Al calo delle richieste di fondi da destinare agli investimenti produttivi che continua a caratterizzare tutte le aree del Paese», si legge nel Report di Bankitalia, «si è associata la stagnazione della domanda di prestiti per le esigenze di copertura del capitale circolante». Il livello degli impieghi nel Sud ha subìto un nuovo rallentamento attestandosi a 290 miliardi di euro. Le banche maggiori hanno registrato un calo della domanda di prestiti meno intenso rispetto agli intermediari di minori dimensioni. Le famiglie, nella morsa della crisi, hanno limitato la richiesta di prestiti per l’acquisto di case e beni durevoli. Nel Report di Bankitalia si fa cenno alle «tensioni dal lato dell’offerta che si sono manifestate attraverso gli spread praticati sui tassi d’interesse». I dati sui tassi sono meno recenti e attribuiscono alla Sardegna tassi attivi (per le banche) del 5,93 e tassi passivi (per il cliente) pari allo 0,58. Il tasso sulle operazioni a breve termine in Italia è del 6,1%; al Sud il tasso attivo si mantiene superiore alla media italiana attestandosi al 7,6%. Quello della Sardegna è il valore più basso e dimostra che il problema del credito non è più il «rischio Sardegna» ma è legato ad altri fattori. Anche i tassi passivi sono cresciuti e se al Sud continuano a essere inferiori a quelli registrati in altre aree, il tasso più alto si riscontra proprio in Sardegna, ( 0,58%). L’isola sulla carta presenta le condizioni più vantaggiose per gli operatori economici sia per il risparmio sia per l’indebitamento. Ma questo sulla carta perché le imprese denunciano un sostanziale blocco del credito. Secondo Confindustria e la società Srm 38 imprese sarde su 100 hanno percepito un peggioramento nelle condizioni di accesso al credito. L’indagine rianima il tema del credito: il Sud e la Sardegna hanno visto negli ultimi anni le grandi banche inglobate nelle corporation finanziarie del Centro Nord e questo ha limitato l’uso dei principali strumenti dell’economia reale.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Sardegna
LA STRATEGIA
Fondazione Banco Sardegna
l’elezione del nuovo Comitato
 
CAGLIARI C’è fermento alla Fondazione Banco di Sardegna che detiene il 49 per cento dell’azienda bancaria: nei prossimi mesi dovrà essere rinnovato il Comitato d’indirizzo con le rose di nomi che verranno scelte dagli enti locali, dalle Università, dalle Camere di commercio. Il Consiglio regionale ha già provveduto nella prima seduta del nuovo anno, indicando una rosa formata da Natale Ditel, Angelo Rojch e Claudio Conteddu. Il comitato di indirizzo sceglierà i componenti che resteranno in carica quattro anni. Tra questi anche l’attuale presidente, Antonello Cabras, che pur essendo stato nominato pochi mesi fa e quindi non abbia nemmeno un mandato alle spalle decadrà e dovrà essere rieletto; (la rielezione è scontata). Banco e Fondazione sono due aziende floride: l’organismo presieduto da Antonello Cabras registrerà un avanzo dell’esercizio 2013 pari a 25,7 milioni e soprattutto vanta un patrimonio di circa un miliardo di euro. La realtà è che il radicamento locale e una solida struttura sono sempre le armi vincenti di una banca. Ed è per questo che, di recente, Cabras ha richiamato l’attenzione dell’azienda bancaria, presieduta da Antonello Arru, ricordando che «il Banco di Sardegna non può rinunciare a essere la banca dei sardi: il radicamento sul territorio è un fattore diverso rispetto alle altre banche che fanno parte del gruppo della Popolare dell’Emilia Romagna». Insomma, in momenti di crisi e di gravissima recessione come l’attuale, una banca del territorio deve agire di conseguenza e non limitarsi all’ordinaria amministrazione. Anche un segnale che la Fondazione che, per natura è legata al territorio e che al territorio destina una parte consistente di finanziamenti, vuole incidere anche sulla politica dell’azienda bancaria nell’isola. (a.f.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Prima Pagina
università
L’Ersu chiede la variante per il campus
 
Nonostante il “no” del consiglio comunale, l’Ersu chiede la variante urbanistica al Comune per il progetto del campus negli ex mulini Azzena.
 
Pagina 21 - Sassari
Progetto ex mulini: Ersu rilancia e chiede una variante al piano
Ma la proposta non è mai arrivata sul tavolo di Ganau Il caso in Commissione: «Su quali documenti discutiamo?»
di Vincenzo Garofalo
 
OZIERI L’Ersu non si arrende. Dopo avere incassato il no preventivo del consiglio comunale, i dubbi del Senato accademico e l’opposizione degli studenti, l’Ente regionale per il diritto allo studio rilancia sul tavolo di Palazzo Ducale la proposta per far nascere un campus universitario negli ex mulini Azzena, alle porte di Sassari. Il 20 dicembre il presidente dell’Ersu, Gianni Poggiu e Marco Cavalieri, amministratore unico della società Cator, (proprietaria del compendio ex semolerie Azzena) hanno inviato al sindaco una lettera con cui chiedono che l’amministrazione comunale approvi entro il 31 gennaio la proposta di variante urbanistica necessaria per poter realizzare la trasformazione dell’antico complesso industriale di via Predda Niedda in una moderna struttura per residenze universitarie. L’appello è sempre lo stesso che l’Ersu ripete da mesi: se passa il tempo si perderanno i finanziamenti Cipe e quelli regionali stanziati per concretizzare il progetto da 40 milioni di euro (7 solo per l’acquisto dell’area dalla Cator srl). Con la lettera inviata al sindaco, l’Ersu annuncia quindi che la Cator ha presentato agli uffici comunali la proposta di variante urbanistica per ottenere il cambio di destinazione d’uso dell’area degli ex mulini. Solo che a Palazzo Ducale quella proposta di variante è un oggetto misterioso. Il dirigente del settore Urbanistica, Gianni Agatau, ascoltato ieri dalla Terza commissione consiliare su richiesta dei consiglieri Piero Frau, Pierpaolo Panu, Giancarlo Rotella e Franco Era, ha detto che sulla sua scrivania quella pratica non è mai arrivata. Stessa risposta è arrivata dal sindaco, Gianfranco Ganau: «Ho ricevuto la lettera del presidente dell’Ersu e dell’amministratore della Cator, ma non la proposta di variante urbanistica, tanto che proprio oggi ho chiesto agli uffici di verificare dove possa essere stata recapitata. Non conosco quindi i dettagli». Intanto ieri mattina nella commissione Urbanistica presieduta da Giampaolo Mameli, si è scatenata l’ennesima bagarre sul futuro campus universitario, argomento che in tanti pensavano fosse già archiviato, almeno per quanto riguarda l’ipotesi di costruire la struttura negli ex mulini di via Predda Niedda. Il dirigente Agatau ha spiegato che avviare l’iter burocratico per l’approvazione di una variante urbanistica è una competenza specifica del consiglio comunale, ed è quindi una decisione solamente politica. «Gli uffici controllano soltanto che la variante non sia in contrasto con la normativa», ha chiarito il responsabile dell’Urbanistica. I consiglieri Panu e Frau, hanno sollevato dubbi sul fatto che la pratica sia ferma dal 20 dicembre e hanno chiesto che il settore Urbanistica la analizzi con la massima urgenza, trattandosi di una proposta che ha un alto interesse pubblico. Critico Giampiero Uneddu, sia perché i consiglieri non sono a conoscenza dei contenuti della proposta di variante urbanistica, sia perché «la giunta non ha tenuto fede alla mozione approvata dal consiglio comunale a settembre, con cui si impegnava l’esecutivo ad avviare un tavolo di confronto con l’Ersu e la città per trovare una soluzione alternativa, e condivisa, al sito individuato dall’ente universitario. «Non capisco il senso di questa convocazione. Ci state chiedendo di discutere una pratica che non conosciamo. Se lo ritiene, la giunta approvi la proposta di variante e la commissione si esprimerà sulla delibera di giunta. Questo è il percorso esatto, il resto non conta», ha detto Uneddu. Ancora più critico il consigliere Pd, Simone Campus: «Il Consiglio ha già espresso il suo parere negativo alla costruzione di residenze universitarie nelle ex semolerie Azzena, ma l’Ersu continua a dettare scadenze al Comune. Aveva stipulato un contratto preliminare per l’acquisto dell’area dalla Cator, vincolato all’approvazione della variante urbanistica. Il contratto scadeva il 31 dicembre ma è stato prorogato di un mese, e non si capisce perché». Il consiglio comunale non sembra volere cambiare idea rispetto al no espresso lo scorso settembre con una mozione presentata da Sel. E il no all’ipotesi di un campus negli ex mulini sembra essere definitivo anche da parte della giunta: «Valuteremo la proposta di variante urbanistica - ha chiarito il sindaco Ganau -, ma di certo le scelte della giunta non potranno essere in contrasto con quanto ha già espresso a larga maggioranza il consiglio comunale».

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