Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 January 2014
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagine  1 e 15 - Edizione CA)
Le banche non mollano la presa
Perché non si allenta la restrizione del credito
Beniamino Moro
L’allontanamento del rischio di default per i Paesi dell’Eurozona colpiti dalla crisi finanziaria e di quello connesso a una rottura traumatica dell’Unione monetaria europea (Ume) ha riportato la fiducia nei mercati finanziari dei titoli di Stato, dove la domanda sta tornando abbondante. Ciò ha provocato una diminuzione degli spread sui livelli pre-crisi, con un’accelerazione del processo virtuoso nelle ultime settimane. Le differenze che permangono nei rendimenti rispecchiano ora più fedelmente il rischio Paese connesso al suo merito di credito, ma il rischio comune connesso a un’ipotetica rottura dell’Eurosistema è stato eliminato. L’aver superato la sua prima vera grande crisi sistemica costituisce un merito indiscutibile dell’Ume che, alla faccia degli euroscettici, ne uscirà più forte e intoccabile.
Resta da superare la crisi economica, che continua a mordere nonostante i deboli segnali di ripresa. Un elemento decisivo è costituito dal credito bancario, che continua a diminuire (credit crunch). Gli ultimi dati Istat ci dicono infatti che a novembre i prestiti bancari alle imprese sono crollati del 6% su base annua. Il calo totale, da settembre 2011, è stato del 10,5%, pari a 96 miliardi. Peraltro, la crisi finanziaria ha segmentato il mercato del credito in tanti sub-mercati nazionali non più comunicanti tra di loro.
Per superare la frammentazione e ricostituire la normale funzionalità di un mercato unico europeo, la Bce a cavallo tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012 aveva fatto le due famose operazioni di prestito a lungo termine (3 anni) al tasso dell’1% per un importo complessivamente superiore ai mille miliardi. Con due obiettivi. Il primo era quello di consentire alle banche ordinarie di comprare titoli di Stato al posto della stessa Bce, che per statuto non può farlo. L’obiettivo è stato conseguito ma ha accentuato la frammentazione dei mercati, perché le banche hanno acquistato solo titoli nazionali, contribuendo ad abbassare gli spread.
Il secondo obiettivo era quello di rianimare il mercato del credito alle imprese e alle famiglie, ma a questo riguardo le due operazioni creditizie hanno fallito lo scopo. Le banche hanno beneficiato dell’allentamento della crisi e del ritorno di fiducia nei mercati finanziari. Il portafoglio di titoli pubblici che hanno nei loro bilanci (403 miliardi, pari al 25% del debito statale), se gli spread non fossero calati, avrebbe rischiato di trascinare nel baratro l’intero sistema bancario. Con la diminuzione degli spread il valore di questi titoli è aumentato, migliorando la situazione patrimoniale delle stesse banche. Ma ottenere un credito bancario è ancora un’operazione titanica, che blocca qualsiasi ripresa economica.
Tra le cause rientra anche la decisione di dare avvio all’Unione bancaria, di cui uno dei pilastri è costituito dal trasferimento alla Bce della vigilanza unica sui principali istituti di credito. In vista di questo traguardo, entro fine ottobre la Bce procederà all’esame dei bilanci dei 130 istituti (di cui 15 italiani) che saranno sottoposti alla sua vigilanza
Si tratta di un’analisi approfondita per testare la capacità di resistenza delle banche a nuovi shock economici, da condurre con due criteri di valutazione. Il primo è che i titoli di Stato siano tutti considerati a rischio zero, mentre i prestiti a imprese e famiglie sono considerati rischiosi perché fanno aumentare le sofferenze, arrivate a 135 miliardi a fine novembre. Da qui la preferenza delle banche a comprare titoli pubblici invece di concedere prestiti. Per contrastare la distorsione, la Bce sta studiando il modo di legare le future operazioni di prestito a lungo termine ad una clausola, già sperimentata con successo dalla Banca d’Inghilterra, che condizioni gli stessi prestiti alla loro intera o parziale destinazione a favore di imprese e famiglie. ( b. m. )
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Libro smarrito
Mercoledì verso le 19, nel tragitto tra la facoltà di Fisica e il quartiere del Sole, è stato smarrito il libro “Fisica tecnica ambientale”. Chi lo trovasse può chiamare al 392-9064824.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
La frequenza dei cognomi esaminata da un ricercatore italiano a Chicago
Atenei malati di nepotismo
Baroni in cattedra: Cagliari subito dietro Sassari
Dopo le inchieste e i processi, la conferma dalle statitiche: le Università sono malate di nepotismo. E nella classifica degli Atenei nazionali governati dai baroni la Sardegna brillerebbe di luce propria: preceduti da Bari (Libera Università Mediterranea “Jean Monnet”) si piazzano nell’ordine Sassari e Cagliari. Istruzioni per l’uso: la statistica sulla parentopoli che dilaga non è nuova e - pur trattandosi di uno studio accurato, finanziato dalla National Science Foundation - è stata criticata per la sua «scarsa attendibilità». Stefano Allesina, ricercatore italiano dell’Università di Chicago, è l’artefice del programma che consente di calcolare la frequenza negli Atenei di persone con lo stesso cognome. L’indice più probabile di nepotismo si trova nelle facoltà di Ingegneria industriale, Giurisprudenza, Pedagogia e Geografia.
LA REAZIONE All’Università di Cagliari chiariscono che «autorevoli osservatori, già due anni fa, hanno fatto notare che la sola ricorrenza dei cognomi non è di per sé un criterio oggettivo, specie in un’isola come la nostra, in cui i cognomi sono spesso gli stessi senza che questo dimostri parentela o consanguineità».
LA FREQUENZA Per calcolare la diffusione del fenomeno il ricercatore ha utilizzato un database creato dal ministero dell’Istruzione (Cineca): 61 mila professori e ricercatori in servizio in 84 Atenei. Allesina, in concreto, ha fatto una semplice analisi della frequenza dei cognomi inseriti nel database. Oltre 27 mila cognomi distinti appaiono almeno una volta. L’autore dello studio ha inteso rilevare se particolari cognomi apparissero più spesso di quanto atteso in un dato settore. Il programma esegue un milione di estrazioni casuali per stabilire la probabilità di ottenere il numero di cognomi riscontrato nei dati reali. Un esempio: tra i 10.783 docenti di Medicina sono stati individuati 7.471 cognomi distinti. Il programma non ha mai ottenuto meno di 7.471 cognomi distinti, frequenza che indicherebbe l’esistenza di pratiche di assunzioni nepotistiche. Il rilevamento è stato ripetuto 28 volte, quanti sono i settori disciplinari: da qui la più alta probabilità di nepotismo in Ingegneria industriale, Legge, Medicina, Geografia e Pedagogia. I settori con una più bassa probabilità di parentopoli: Linguistica, Demografia e Psicologia.
LE AREE GEOGRAFICHE Il nepotismo aumenta mentre si procede da Nord verso Sud, fino alla vetta: le isole. È qui che i figli hanno più possibilità di seguire le orme dei genitori in facoltà? Allesina: «Il termine human-capital trasfer descrive conoscenze, relazioni personali, attitudini e passioni che si trasferiscono da una generazione all’altra, e in molti casi i figli saranno naturalmente portati a scegliere la carriera dei genitori».
LE CHIAMATE L’Università di Cagliari chiarisce in una nota che la «legge Gelmini dispone ormai da anni che non possono partecipare ai procedimenti di chiamata dei professori - non possono cioè diventare docenti, né ricercatori - coloro che abbiano un grado di parentela o di affinità fino al quarto grado compreso con un docente dello stesso dipartimento, con il Rettore, con il direttore generale o un consigliere d’amministrazione dello stesso Ateneo. La stessa disposizione è contenuta nel Codice etico dell’Ateneo di Cagliari, in vigore ben prima della legge Gelmini». La vigilanza: «In Ateneo, sul rifiuto di ogni nepotismo e favoritismo - anche indipendente dal cognome - e quindi sul rispetto delle norme sopra richiamate, vigila dal 2009 la Commissione etica, costituita dal magistrato Carlo Piana e dai docenti universitari Alessandro Maxia e Marcello Ghiani».
Pietro Picciau


4 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
TECNOLOGIE. Su smartphon o tablet
Chi l’ha visto? La risposta è in una “app”

I sardi all’avanguardia sulle nuove tecnologie. Arrivano dall’Isola tre nuove applicazioni per smartphone o tablet che permettono di segnalare le persone scomparse, ma anche di riconoscere l’etichetta di un vino e di rimanere aggiornati sul calendario delle sagre nostrane.
INVESTIGAZIONE La più curiosa è “Scomp?rsi” ideata da due cagliaritani, Daniele Tocco e Silvia Mainas, e sviluppata dalla società informatica Softfobia. L’app consente di inserire la scheda di un familiare o di un amico scomparso con tanto di foto e dettagli utili al suo ritrovamento. Chi ha questo programma installato potrà invece inviare una segnalazione anonima su presunti avvistamenti. Ogni singolo avviso è geolocalizzato, ovvero individuato nel territorio tramite il sistema gps. In questo modo chi è alla ricerca di una persona può vedere gli spostamenti in tempo reale del presunto scomparso e segnalare eventuali avvistamenti non attendibili. L’applicazione è gratuita.
VINO Arriva invece da Sassari l’app per i buongustai, in particolare per gli amanti e i produttori di vino. La Sane Biometrics, spin off dell’Università turritana, insediata al parco tecnologico di Porto Conte, ha presentato la versione 2.0 di “WinePIX per smartphone e tablet. Con questo programma, sempre gratuito, si potrà fotografare l’etichetta di una bottiglia per riconoscere il tipo di vino e avere le informazioni sul vitigno, sulla zona e la cantina di produzione. Grazie alla possibilità di registrare i vini preferiti, scrivere e condividere con gli altri utenti le valutazioni sui vini, l’app potrà essere usata anche dai produttori, che in questo modo possono raggiungere direttamente i clienti, conoscere i loro giudizi e utilizzare la piattaforma per lanciare nuove etichette.
FESTE Per chi ama le sagre c’è invece “Sardegna.it”. L’app, per ora disponibile gratuitamente su Android e dal pc, è stata ideata da uno studente in informatica di Quartu, Davide Gessa e vuole dare un elenco di tutte le feste che si svolgono nell’Isola. «Al momento», spiega Gessa, «il database contiene le informazioni su 89 paesi, 45 sagre e 31 eventi». Chiunque però può inviare nuove segnalazioni e mantenere l’elenco aggiornato. ( an. ber. )
 
5 - L’Unione Sarda / Primo piano – Pagina 5
Sardegna possibile. Sono il docente universitario Spano (Affari generali) e il sindaco di Ottana Marras (Bilancio)
Murgia, presentati altri due assessori
La scrittrice punta a superare il 25%. «A me i consensi di Grillo? Sono voti dei sardi»
Sul tema delle alleanze tiene il punto. E quando un giornalista la incalza per chiederle con chi si alleerebbe se non raggiungesse il 25% dei consensi, utile per ottenere il premio di maggioranza, risponde sicura: «Vogliamo andare oltre il 25% e prenderlo perché siamo diversi dagli altri e non intendiamo negoziare con nessuno. Anche se riteniamo che governare con i voti di un quarto dell’elettorato sia antidemocratico e siamo convinti che questa legge sia nata per favorire le larghe intese e contenga un meccanismo subdolo per non dare diritto di rappresentanza ai piccoli movimenti».
Nel giorno in cui presenta il nono e il decimo assessore della sua Giunta, Michela Murgia continua a lavorare su quella che definisce una battaglia culturale per far uscire «commentatori e anche gran parte dell’opinione pubblica dallo schema del duello tra poli». Che poi è la differenza tra il pensiero «dipendentista» e quello «indipendentista ». Quello sul quale lavora da mesi con la sua squadra giovane e cosmopolita. Della quale faranno parte anche Alessandro Spano, che se Murgia vincerà diventerà l’assessore agli Affari generali, personale e riforma della Regione, e Giampaolo Marras, che avrà la delega alla Programmazione e bilancio. Il primo è docente di Public management ed Economia aziendale all’università di Cagliari, il secondo è il sindaco di Ottana. Esponenti di una Giunta non tecnica, chiarisce Murgia, ma «di competenza e di visione» perché, evidenzia, «i saperi si coniugano con la competenza politica». In attesa del programma dettagliato, che sarà presentato domani al Regina Margherita, i due assessori in pectore sintetizzano i loro primi obiettivi: «Modificare la struttura organizzativa, migliorare il coordinamento tra assessorati, valorizzare le persone», sono i tre punti-cardine di Spanu. Mentre Marras, da sindaco, pensa che la programmazione degli interventi debba essere fatta «partendo dalle esigenze dei territori».
A chi le chiede se si aspetta di incassare il voto degli elettori orfani di Grillo, la leader di Sardegna possibile risponde così: «I voti non sono di Grillo ma dei sardi, non esistono pacchetti. L’elettore ha diritto a essere infedele». (f. ma.)

 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
Università/Studio di un ricercatore a Chicago 
Nepotismo, record nell’isola? Alta ricorrenza di cognomi tra i docenti a Sassari e Cagliari 
SASSARI “Meglio” di Sassari e Cagliari ha fatto solo la Libera Università Mediterranea «Jean Monnet» di Casamassima. Secondo la classifica (che negli ultimi giorni ha avuto notevole diffusione sul web) stilata da Stefano Allesina, ricercatore dell’Università di Chicago, gli atenei sardi sono in Italia quelli in cui il fenomeno del nepotismo è il più diffuso. Allesina ha condotto la ricerca utilizzando i dati del database Cineca, compilato dal Ministero dell’Istruzione. La ricerca ha analizzato in maniera automatica i cognomi di professori e ricercatori di 84 atenei italiani. Il risultato è sconfortante per Sassari, università seconda in classifica, e per Cagliari, che segue in terza posizione. Ma questa diffusione di baroni, figli e nipoti nei due atenei sardi non convince. Il problema è proprio il metodo utilizzato, quello dei cognomi. Un parametro giudicato poco attendibile in Sardegna, isola poco popolata nella quale i cognomi sono spesso gli stessi senza che questo dimostri parentela o consanguinità. Dall’università di Cagliari fanno notare che «lo studio di Stefano Allesina è noto da almeno due anni». E che, al di là delle perplessità sul metodo, «la legge Gelmini dispone ormai da anni che non possono partecipare ai procedimenti di chiamata dei professori (non possono cioè diventare docenti, né ricercatori) coloro che abbiano un grado di parentela o di affinità fino al quarto grado compreso con un docente dello stesso dipartimento, con il Rettore, con il Direttore generale o un consigliere d’amministrazione dello stesso Ateneo. La stessa disposizione è contenuta nel Codice etico dell’Ateneo di Cagliari, in vigore ben prima della legge Gelmini».

 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie