Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 December 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
Raccolta
PER L’ALLUVIONE SOLIDARIETÀ DAI LAVORATORI DELL’UNIVERSITÀ
Un’altra iniziativa di solidarietà per aiutare le popolazioni dell’Isola colpite dall’alluvione del 18 novembre scorso. L’Università degli studi di Cagliari aderisce all’intervento dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e della Confindustria volta ad aiutare le popolazioni, i lavoratori e il sistema produttivo dei territori della Sardegna colpiti da Cleopatra. I dipendenti dell’Ateneo possono aderire alla proposta che prevede la raccolta di contributi volontari da parte dei singoli lavoratori attraverso la trattenuta dalla busta paga dell’equivalente di almeno un’ora di lavoro. La ritenuta sarà decisa liberamente dal singolo lavoratore indicando l’importo da trattenere nell’apposito modulo di adesione: la raccolta delle adesioni terminerà il 31 dicembre.
 
 
2 - L’UNIONE SARDA / Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
Nel nuovo reparto
SI CHIAMA NICOLÒ IL PRIMO NATO AL POLICLINICO
Alle 11 e 53 il pianto di Nicolò rimbomba tra i corridoi freschi di pittura del Policlinico. Tre chili e seicento grammi, gli occhietti vispi e una massa di capelli neri da far invidia a chiunque. È lui a scrivere la prima pagina della nuova storia pediatrica del Policlinico. Sono passate poco più di ventiquattr’ore dal battesimo del reparto di Ginecologia e Ostetricia nell’ospedale di Monserrato e dalla sala parto arriva la notizia più bella. È il giorno del primo nato nel blocco Q, nella nuova era che ha chiuso dopo centocinquant’anni la stagione dei vagiti al San Giovanni di Dio. Gian Benedetto Melis, direttore del reparto dell’Azienda ospedaliera universitaria, si sfila i guanti e non trattiene il sorriso: «Era un cesareo, è andato tutto alla perfezione».
Nicolò ha deciso di prendersi il ruolo da bambino dei record stravolgendo tutti i piani: «Sarebbe dovuto nascere la settimana prossima», sussurra mamma Maria Cristina, appena uscita dalla sala operatoria. Gli occhi brillano di gioia, gli affanni per il cesareo diventano un dettaglio: «Avrei dovuto fare solo il tracciato, ma si sono rotte le acque ed eccomi qui col mio secondo figlio». Nicolò agita le mani minuscole e fa smorfie buffe. Dalla sua culletta prende lentamente confidenza col nuovo mondo, semiavvolto nella copertina colorata. Ora è troppo piccolo per capire, magari quando diventerà più grande, mamma Maria Cristina e papà Ivan gli racconteranno di questa strana avventura nel nuovo ospedale di Monserrato. Dopo Nicolò è il turno di Rebecca e poi arriva Antonio. Quattro parti in tutto dopo l’inaugurazione di lunedì. Sul San Giovanni di Dio cala lentamente il sipario, il blocco Q del Policlinico entra ufficialmente a regime. I telefoni dell’accettazione squillano di continuo. Il personale è indaffarato. Un gruppo di future partorienti aspetta il proprio turno per fare gli esami di controllo in vista del grande evento, nella sala d’attesa le poltroncine sono tutte occupate. Tra il labirinto di corridoi qualche sguardo è spaesato, medici, infermieri, anestesisti, ginecologi e ostetriche devono ancora ambientarsi alla loro nuova casa. Ma le apparecchiature sono modernissime, le sale possono vantare i più sofisticati sistemi sanitari. Il neonato reparto è tra i più avanzati d’Europa.
Sara Marci


3 - L’UNIONE SARDA / Cronaca Regionale (Pagina 13 - Edizione CA)
Sono trenta gli amministratori iscritti ai corsi del “Giam”
SINDACI E ASSESSORI A LEZIONE PER IMPARARE A GOVERNARE
Sono oltre trenta i sindaci, assessori e consiglieri comunali che prenderanno parte a “GIAM”, il primo ciclo di lezioni rivolto agli amministratori locali giovani o alla prima esperienza di governo.
Età media di circa 30 anni, il 35% donne, la maggior parte laureati: questo il profilo dei partecipanti che assisteranno alla 6 giornate di studio finalizzate a sviluppare e arricchire le conoscenze e le capacità di governo degli amministratori locali.
Nel corso delle giornate, dal 5 dicembre al 30 gennaio 2014, verranno affrontate in aula, con docenti esperti, le principali problematiche connesse al sistema delle autonomie locali: dal ruolo, lo status e i doveri del consigliere comunale, dell’assessore e del sindaco, alle responsabilità nella gestione del territorio; dalle funzioni degli organi di governo locale al futuro delle funzioni associate; e poi come leggere e capire il bilancio comunale, i problemi aperti con il patto di stabilità e la complessità generale della finanza locale; la nuova programmazione europea e le modalità e le procedure di accesso ai relativi fondi attraverso la partecipazioni ai bandi. Una giornata verrà infine dedicata ai temi della comunicazione politica nell’era digitale e la comunicazione istituzionale. Il percorso sarà articolato in 6 giornate, ognuna composta da un modulo di 7 ore, per un totale complessivo di 42 ore di formazione. Ci si potrà iscrivere ancora alle singole giornate di studio. Tra i docenti, i professori universitari Andrea Deffenu, Giovanni Coinu, Antioco Floris e Riccardo De Lisa e il consigliere del Cnel Giorgio Macciotta, oltre che consulenti ed esperti di settore.


4 - L’UNIONE SARDA / Provincia di Cagliari (Pagina 31 - Edizione CA)
TEULADA. Municipio
Uno studio sulle centenarie da guinness
TEULADA Sei centenarie, un’ottantina di ultranovantenni e un piccolo esercito di oltre centocinquanta arzilli vecchietti tra gli ottanta e i novant’anni. Teulada è sempre più terra di lunga vita. Se poi alla longevità corrisponde anche una costante «partecipazione attiva» alla vita sociale, allora il “fenomeno” Teulada non poteva non attirare gli studiosi pronti, tra controlli medici e test psicologici, ad analizzare una comunità di 3.700 anime dove la percentuale di “grandi vecchi” è una delle più alte in Sardegna e tra le più alte d’Italia.
Con la distribuzione di questionari e l’avvio di incontri mirati, da alcuni giorni, a Teulada, è stato avviato il progetto A.Te.Ne, acronimo che sta per “Ageing and Teulada’s Neurocognition”, Presentato (e caldeggiato) alcuni mesi dalla sezione locale dello Spi Cgil, il sindacato dei pensionati, e sostenuto dal Comune, l’iniziativa vede impegnati sul campo l’associazione Comunità mondiale della Longevità, l’Università di Cagliari e gli esperti dell’associazione Medicina sociale che, attraverso un monitoraggio medico e psicologico degli anziani, che, oltre ad aprire una finestra sul progressivo invecchiamento della popolazione locale, conoscerne gli stili di vita e le problematiche quotidiane, permetterà di stilare anche programmi di prevenzione e di invecchiamento attivo. E il materiale umano a Teulada certo non manca. Esclusa Maria Pia Cossu, venuta a mancare a gennaio all’età di 103 anni, il paese può sempre annoverare altre sei arzille centenarie: Bardilia Marras, Veronica Cuccu, Anna Maria Guiso, Luigia Floris, Grazia Pilloni, tutte con 101 anni e Giovannica Putzu con 105. «Teulada è un’enclave unica - spiega Roberto Pili della Comunità mondiale della Longevità - e eccezionale, non solo in Sardegna ma anche nel resto del mondo». Numeri su cui ora gli esperti hanno deciso di accedere i riflettori. «Una prima fase, della durata di sei mesi, riguarderà l’acquisizione di dati ambientali, stili di vita (alimentazione e attività fisica) e altri fattori, anche genetici, che possono aver agevolato questo fenomeno. Successivamente - aggiunge Pili - ci sarà una fase di analisi e di confronto con altre realtà dell’Isola per capire la portata del fenomeno».
Maurizio Locci

 
5 - L’UNIONE SARDA / Cultura (Pagina 47 - Edizione CA)
Riportati alla luce una strada lastricata urbana e i resti di un’area di culto
GLI STUDENTI DI ARCHEOLOGIA ALLA SCOPERTA DELL’ALTRA NORA
Chiusa la prima campagna di scavo nell’ex zona militare
C’è un’altra Nora, nascosta sotto le casermette dell’ex area militare, riconsegnata ad un uso civile dal ministero della Difesa dopo anni di richieste e tentativi andati a vuoto. L’altra città, il resto dell’urbe di cui gli archeologi hanno da sempre ipotizzato l’esistenza ma che mai erano riusciti a indagare, riportare alla luce per via di quella servitù militare che teneva lontani gli estranei . Ci ha pensato l’Università di Cagliari (che mancava da Nora da tantissimi anni), ci hanno lavorato cinquanta studenti guidati dai docenti delle cattedre di Archeologia e Storia dell’arte greca e romana, Simonetta Angiolillo e Marco Giuman, ad avviare i primi attesissimi studi, i sondaggi nel sottosuolo. Appena due mesi di lavori per una campagna di ricognizione e scavo stratigrafico poco dopo l’istmo che ha permesso di confermare la presenza di emergenze del periodo romano.
«I risultati sono stati promettenti ma due mesi sono comunque un tempo limitato per un’indagine archeologica. È chiaro che speriamo di poter continuare e avere altri fondi a disposizione visto che l’area da scavare è piuttosto ampia. Intanto, durante i due distinti saggi, siamo riusciti a individuare da una parte una porzione di strada urbana costruita con grosse lastre e i cordoli laterali di un marciapiede. Dall’altra un deposito votivo connesso a un luogo sacro», spiega Simonetta Angiolillo. La strada, in particolare, dispone di accorgimenti giudicati interessanti. «Al centro della carreggiata scavato tra i grossi lastroni di pietra, un foro di forma quadrata per il deflusso delle acque nella cloaca. Il fatto che non ci siano segni di ruote di carro sul fondo di questa arteria lascia pensare che si tratti di una strada pedonale», spiegano gli archeologi Emiliano Crucas e Romina Carboni. «In uno dei lati della strada - prosegue Angiolillo - abbiamo anche individuato alcuni blocchi che fanno pensare ai resti di un edificio».
Già nella prima fase d’indagine sono emersi materiali ceramici affioranti che sono stati raccolti e campionati. I vari strati di terra hanno inoltre restituito materiale di pregevole fattura, come vasellame da mensa finemente decorato e terrecotte con rappresentazioni di temi mitologici, inquadrabile tra le età punica e tardo-imperiale. «Al momento - spiegano gli archeologi - si può ipotizzare la presenza di un’area di culto dismessa, particolarmente interessante nell’ottica di una rilettura degli spazi urbani della città romana».
Insomma, la ricerca si allarga sull’istmo di Nora, regalando altre conoscenze sulla città punico-romana affacciata sul mare. A renderlo possibile è stato il progetto Isthmos (finanziato interamente dall’Università) che ha spinto l’amministrazione comunale di Pula a restituire alla comunità scientifica quest’area di grande interesse storico. Da una parte per consentire studi approfonditi su Nora e la città ancora nascosta, dall’altra con l’intento di rendere le rovine archeologiche fruibile a cittadini e turisti.
«È questo il nostro obiettivo», ricorda il sindaco Walter Cabasino, «far sì che questo immenso patrimonio sia sempre più conosciuto, amato e rispettato da chi sul territorio ci abita e da chi ogni anno raggiunge il nostro territorio per visitarlo». Il sito di Nora, oltre che laboratorio di analisi scientifica per gli archeologi della Soprintendenza e delle Università di Padova, Pisa, Milano, Viterbo e Genova che da ormai oltre quindi anni ci scavano, ora è anche luogo per l’attività pratica e formativa degli studenti dei corsi di laurea e della scuola di specializzazione in Archeologia dell’ateneo cagliaritano.
Andrea Piras

 
6 - L’UNIONE SARDA / Cronaca Regionale (Pagina 14 - Edizione CA)
Le linee guida illustrate ieri alle associazioni imprenditoriali e oggi ai sindacati
L’ISOLA NON RINUNCIA AL METANO
C’è anche un rigassificatore nei progetti della Regione
Meno energia, ma di migliore qualità per abbattere i costi e consumare il più possibile vicino al luogo di produzione. Il nuovo piano energetico regionale, che sta muovendo i primi passi, ha due obiettivi principali: quello di ridurre i costi e rendere la Sardegna autosufficiente e tecnologicamente avanzata. Per realizzarli, tuttavia, lo scenario deve essere chiaro e oggi, con la crisi economica in atto e con le industrie energivore che chiudono, oltre che con la tecnologia che fa passi da gigante, mettere nero su bianco cosa si vuole fare non è semplice.
 IL PIANO L’assessore regionale dell’Industria, Antonello Liori, tuttavia, ha deciso di predisporre le linee guida di quello che sarà il piano energetico regionale, creando in sostanza una versione leggera del programma, facile quindi da modificare a seconda delle esigenze, come è stato spiegato ieri sera alle associazioni imprenditoriali e oggi sarà ripetuto ai sindacati. «Ci sono alcune variabili che possono cambiare lo scenario, a iniziare dal destino di Alcoa, che da sola assorbiva circa il 25% del fabbisogno energetico regionale», spiega Alfonso Damiano, docente all’Università di Cagliari e consulente della Regione. Ecco, il perché di due versioni del piano che possono essere modificate. Allo stesso tempo, ci sono dei punti fermi da cui non si può prescindere, «a iniziare dalla banca dati che abbiamo creato e che ci permetterà in futuro di modificare il piano energetico in tempi brevi, visto che il mondo, in questo settore, cambia velocemente», aggiunge la dirigente del servizio Energia dell’assessorato Simona Murroni.
I PUNTI FERMI Le linee guida, dunque, sono sostanzialmente due: abbattere il costo dell’energia e puntare sull’efficienza energetica, a iniziare dalla riduzione dei consumi. Sul primo punto, il ragionamento che fa la Regione parte da una constatazione: in Sardegna l’energia, soprattutto quella termica, costa tre volte tanto che nel resto d’Italia, a causa dell’assenza del metano. Negli anni passati si è puntato molto sul Galsi, il metanodotto che avrebbe dovuto collegare l’Algeria alla Sardegna e poi alla penisola, ma quel progetto, anche se ufficialmente è ancora in piedi, sembra essere stato immolato sull’altare dei rapporti con i Paesi dell’Est Europa, a iniziare dalla Russia, e con alcuni Stati asiatici, come l’Azerbaijan, che produrrano il gas immesso nel Tap, la pipeline che sbarcherà in Puglia. Oggi, dunque, siamo a metà del guado. I bacini hanno già iniziato a realizzare le reti, ma si sono fermati perché i bandi avviati a partire dal 2005 si basavano su una situazione diversa. «Le aziende che stanno realizzando le reti di bacino ci hanno spiegato che è cambiato lo scenario, perché se non potranno utilizzare il metano, i calcoli effettuati per avere una redditività adeguata non sono più validi», spiega l’assessore regionale dell’Industria Antonello Liori. Per superare questo scoglio, dunque, la Regione ha stanziato complessivamente 600 milioni di euro per i lavori e inserito nelle linee guida del piano energetico regionale la possibilità di realizzare un rigassificatore, ossia due impianti per scaricare a terra il metano trasportato via mare dalle navi gasiere, per poi immettere il gas in rete, una volta conclusa. «Questo è il mezzo più veloce per far arrivare il metano ai sardi», spiegano dall’assessorato regionale, «altrimenti nell’Isola le famiglie e le imprese continueranno a pagare il triplo, rispetto alla penisola, per l’energia termica».
 EFFICIENZA L’altro punto nodale è quello appunto di incrementare l’efficienza energetica dell’Isola. Come? Intanto con il miglioramento delle reti, ma anche con sistemi tecnologicamente avanzati che permettano sempre più di consumare in loco quanto prodotto e quindi di immagazzinare energia. Su questo sta lavorando soprattutto Terna (la società che gestisce la rete), per stabilizzare l’energia che proviene dalle rinnovabili (quasi il 19% del totale in Sardegna) e permettere di utilizzarla in maniera costante. Allo stesso tempo, si cercherà di ridurre il consumo, puntando sull’efficienza tecnologica. «La sfida del futuro è consumare meno e meglio, utilizzando l’energia autoprodotta», spiega ancora l’assessore Antonello Liori, «ma su questo fronte i costi sono ancora alti. L’obiettivo della ricerca tecnologica è questo, anche perché da Roma è stato già annunciato che non ci saranno più incentivi per aumentare la produzione da rinnovabili. Quindi il futuro non è produrre più energia, ma incentivare i comportamenti virtuosi e immagazzinare quella da consumare».
Red. ec.


7 - L’UNIONE SARDA / Economia e Borsa (Pagina 21 - Edizione CA)
Il governo modifica l’indicatore della situazione economica delle famiglie
RICCOMETRO PIÙ SEVERO
Nuovi parametri Isee: stop a sprechi e finti poveri
Stop ai finti poveri, stop allo spreco di risorse, stop ai diritti astratti che non si tramutano in soluzioni concrete per chi ha effettivamente bisogno. Sono gli obiettivi del nuovo Isee, l’indicatore della situazione economica, che, ha assicurato il presidente del Consiglio Enrico Letta, metterà fine allo scandalo di chi si approfitta dei servizi sociali non avendone alcuna necessità, non pagando ad esempio la retta universitaria ma andando tranquillamente all’Università alla guida di una Ferrari. Un’immagine che stride e che fa appunto gridare allo scandalo se si pensa che quei soldi potrebbero invece essere destinati alle famiglie numerose, ai disabili, ai non autosufficienti o a chi vive momenti di difficoltà.
 LE NOVITÀ Il nuovo indicatore, già ribattezzato “riccometro”, si pone quindi come misuratore effettivo della ricchezza degli italiani o almeno di coloro che richiedono servizi di assistenza o esonero dai pagamenti in virtù di situazioni economiche disagiate. «L’accesso ai servizi sociali», ha sottolineato Letta, «deve andare alle persone che ne hanno effettivamente diritto e bisogno. Dobbiamo creare un meccanismo di trasparenza e di verità». Il premier ha definito «insopportabile» che a godere delle esenzioni e degli aiuti siano invece spesso cittadini che conducono una vita agiata: «Non possiamo permetterci di sprecare risorse».
 CASA E PATRIMONIO Nell’Isee rivisto e corretto dal governo peseranno dunque di più la casa e il patrimonio, considerando il valore degli immobili rivalutato ai fini Imu (invece che Ici), e sarà ridotta la franchigia della componente mobiliare. La nuova scala considererà in modo più attento le famiglie con tre o più figli o con persone con diversi gradi di disabilità. Solo una parte dei dati sarà autocertificata, mentre i dati fiscali più importanti come il reddito complessivo e quelli relativi alle prestazioni ricevute dall’Inps saranno compilati direttamente dalla pubblica amministrazione. «Molte delle voci che oggi sono parte di autodichiarazioni», ha spiegato il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, «verranno compilate automaticamente dall’Inps in base alle banche dati, in modo tale che nessuno si possa dimenticare di indicare i valori corretti». In questo modo si potranno «ridurre le sperequazioni», e «rafforzare i controlli».
I dati sono del resto fin troppo eclatanti: con l’Isee vigente, in cui tutto è auto-dichiarato, spiega il ministero, «si è verificata una sistematica sottodichiarazione sia del reddito (anche rispetto all’Irpef) sia del patrimonio». Parlando del proprio patrimonio mobiliare, l’80% delle famiglie dichiara addirittura di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, dato non coerente con quelli della Banca d’Italia.
 
 
8 - L’UNIONE SARDA / Quartu Sant’Elena (Pagina 29 - Edizione CA)
Biblioteca di flumini
CONFERENZA SU PRIMO LEVI
“Ho giocato a boccette con Primo Levi”. È il titolo della serata in programma domani alle 17.30 nella biblioteca di Flumini, in via Mar Ligure. A organizzarla è l’associazione culturale “Itamicontas”: ospiterà Guido Pegna, direttore del museo di Fisica dell’Università di Cagliari, che ha conosciuto personalmente lo scrittore di “Se questo è un uomo”: è il massimo testimone letterario della deportazione degli ebrei nei lager nazisti durante la Seconda guerra mondiale.
A introdurre l’argomento sarà il presidente dell’associazione, Paolo Maccioni. Pegna traccerà un ricordo di Levi e del loro rapporto d’amicizia.
Il direttore del museo di Fisica non è nuovo a iniziative letterarie: ha pubblicato diversi racconti e il libro “Una strada per Nebida”. (g. mdn.)


9 - L’UNIONE SARDA / Cronaca Italiana (Pagina 17 - Edizione CA)
INDAGINE OCSE 2012. Le competenze degli studenti tra matematica, scienza, lettura
SCUOLA, IL NORD SURCLASSA IL SUD
La Sardegna agli ultimi posti, ben lontana dalla vetta
ROMA Trento, Friuli Venezia Giulia e Veneto al top con Olanda e Finlandia. Sicilia e Calabria giù, nelle posizioni più basse, assieme a Romania e Bulgaria. È un’Italia spaccata in due quella che emerge dall’indagine Ocse-Pisa 2012 sulle competenze degli studenti quindicenni in matematica, scienze e lettura. Un’Italia a due velocità, con eccellenze matematiche al nord est e risultati molto al di sotto della media Ocse al sud.
 NORD EST VICINO AL TOP MONDIALE Se nella classifica mondiale delle competenze matematiche gli studenti del nord est si collocano a ridosso della top ten, vicini alle eccellenze di Shanghai e Singapore, i ragazzi che studiano nelle scuole del sud occupano invece posizioni vicine ai «fanalini di coda d’Europa». «La diversità di performance in molte aree del Mezzogiorno, dove si registrano risultati in generale al di sotto della media italiana», ha osservato il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, obbliga a «guardare con più attenzione a queste aree, come abbiamo già iniziato a fare con il decreto istruzione, con maggiori investimenti per la lotta alla dispersione scolastica nelle zone più a rischio».
A fronte di un punteggio medio Ocse in matematica di 494, la Calabria, ultima regione d’Italia, si ferma a 430. I ragazzi trentini invece arrivano a quota 524. Sopra la media nazionale (485) si collocano, in generale, nord ovest e nord est; il centro Italia rimane sulla media, mentre il sud è al di sotto.
 IL CASO LAZIO Con l’eccezione di Puglia e Abruzzo che ottengono risultati migliori rispetto alla propria macro area, avvicinandosi alla media nazionale, mentre il Lazio è l’unica regione del centro a essere sotto la media. Un andamento simile, rileva l’indagine, lo si ha anche per per quanto riguarda le competenze in lettura e scienze.
Al sud, si sottolinea nella sintesi dei dati Pisa elaborata dall’Invalsi, c’è anche «una maggior concentrazione di studenti che hanno basse competenze in matematica»: se la media nazionale dei «poveri di conoscenze» è del 25%, al sud cresce fino al 34%.
 LA SARDEGNA Frugando tra i dati emerge la posizione della Sardegna tra i fanalini di coda. Sulle competenze matematiche l’Isola è quintultima (punteggio di 458 contro il 524 di Trento su una media Ocse di 494): sotto ci sono Sicilia, Puglia, Campania e Calabria. Va peggio nel settore Lettura: terzultima in compagnia della Campania e supera Calabria e Sicilia (punteggio 464 contro i 521 di Veneto, Lombardia e Trento. Meglio nel compartimento Scienze, in cui la Sardegna è sestultima, precedendo Sicilia, Molise, Campania, Basilicata e Calabria (473 contro il 533 di Trento su una media Ocse di 501).
 DISCIPLINA E di pari passo con il rendimento scolastico va l’andamento disciplinare. Due variabili strettamente collegate, secondo l’Ocse. In Italia la percentuale di chi non è mai arrivato tardi a scuola è molto più elevata in Veneto, Trento, Bolzano, Emilia, Friuli (con punte del 75%); nel Lazio scende al 59%, in Calabria al 54%. Per quanto riguarda infine l’assiduità nella frequenza: i sempre presenti vanno da un minimo del 37,7% della Campania a un record di quasi l’80% registrato a Bolzano.
 CAMPIONI DI MATEMATICA La miniera dei «numeri primi» comunque è a Nordest: è qui infatti che si concentrano gli studenti più brillanti, le menti del problem solving, quelli che ogni anno si sfidano nelle Olimpiadi della matematica e della fisica. Andrea Sottana dopo aver partecipato alla competizione dell’aprile scorso a Senigallia, tra una settimana volerà a Londra. Lo attendono gli esaminatori dell’Imperial College, uno dei cinque atenei britannici (tra cui Oxford) che spera di frequentare dopo le superiori. «Vorrei studiare all’estero - racconta - per migliorare il mio inglese scientifico».
 

10 - L’UNIONE SARDA / Commenti (Pagina 52 - Edizione CA)
Ma conserva sempre un grande valore
SE LA SCUOLA NON È PIÙ UN ASCENSORE SOCIALE
Gabriele Uras
Gli anni sessanta e settanta regalarono al Paese alcune importanti riforme che incisero positivamente sul funzionamento e sulla qualità delle nostre istituzioni educative. Nel 1968, tra molti contrasti, fu approvata la legge che istituiva la scuola materna statale, nel 1962 aveva visto la luce la nuova scuola media che unificava in un triennio comprensivo i tre vecchi canali dell’avviamento professionale, della postelementare e della scuola media del latino. Nel 1970 toccò al tempo pieno nella scuola elementare, nel 1977 all’integrazione dei diversamente abili nelle scuole dell’obbligo.
Ma già nel 1973/74, coi decreti delegati, la gestione delle istituzioni scolastiche era stata sensibilmente modificata, e si era avviato un graduale processo di liberalizzazione organizzativa e didattica, che si sarebbe concluso negli anni ’90 con la conquista dell’autonomia. Con l’estensione dell’obbligo scolastico e l’avvento di quello formativo si disse che la scuola finalmente era aperta a tutti, come sanciva l’articolo 34 della Costituzione, e che questa apertura l’avrebbe resa anche migliore.
Si parlò di qualità di massa. I pessimisti segnalarono l’ossimoro, ma prevalse l’ottimismo. Erano gli anni della pedagogia affluente. All’istruzione era data la priorità nella destinazione delle risorse e attribuito un ruolo fondamentale nella promozione della mobilità sociale e dello sviluppo economico del Paese. La scuola sembrava capace di assicurare la parità dei livelli di partenza, condizione di un’uguaglianza sostanziale tra giovani dalle disuguali provenienze. Grazie allo studio e al valore legale del relativo titolo, il figlio poteva collocarsi qualche gradino più su del padre nella cosiddetta scala sociale.
Purtroppo le successive verifiche, pur inframmezzate da altre riforme, come quella del secondo ciclo dell’istruzione, non mancarono di confermare che le buone leggi non bastano a cambiare la realtà e ad assicurare i risultati sperati. Alcuni obiettivi furono raggiunti, altri no. Crebbe il numero degli alfabetizzati, aumentò quello dei diplomati e dei laureati, scomparvero i renitenti all’obbligo scolastico, ma prese corpo il fenomeno della dispersione scolastica. La qualità arrivò solo in parte, non si attenuò il distacco dal mondo del lavoro, e la stessa quantità andò incontro a progressive restrizioni, giacché la scuola divenne una variabile dipendente dall’economia. Qualcuno disse che la vecchia scuola, diventata scuola di tutti, tornò ad essere per ciò stesso scuola di pochi, di quei pochi che per rango o posizione economica sono in grado di farne a meno, potendo contare sulle offerte formative del privato o dei buoni collegi anche d’Oltralpe, fucine delle future élite.
Il fatto è che, anche a prescindere dalle sue qualità e dall’efficacia formativa, l’avvento della scuola di massa produsse l’aumento della concorrenza per la conquista dell’impiego e del posto, un tempo agevolmente assicurato da un titolo di studio che solo in pochi possedevano. Ora che l’istruzione e i titoli che la attestavano erano diventati un bene diffuso, la scuola non poteva più fungere da ascensore sociale, se non in misura ridotta, e comunque inferiore alle attese. Rimasero in funzione altri “ascensori”, tra essi il clientelismo, fenomeno ben noto sia ai suoi fruitori sia alle vittime. Ma l’istruzione conserva il suo valore. Serve ancora per crescere come persone e come cittadini. E anche se non è più uno strumento sicuro per salire nella piramide sociale, essa è comunque utile e necessaria per non restare emarginati nella lotta dell’esistenza.
 
  
11 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
L’ira del docente universitario che ha vinto un ricorso al Consiglio di Stato
PORTO, ESPOSTO IN PROCURA
Deiana: «Massidda non può fare il commissario»
Adesso Massimo Deiana si è rivolto alla Procura della Repubblica. Ieri mattina ha presentato un esposto, perché il decreto del ministro dei Trasporti che nomina Piergiorgio Massidda commissario straordinario dell’Authority sarebbe «elusivo» rispetto alla sentenza del Consiglio di Stato secondo cui l’ex senatore non ha i titoli per guidare il porto. In sostanza, per il docente di diritto marittimo e i suoi avvocati, se Massidda è privo dei requisiti per fare il presidente, non potrebbe neppure fare il commissario, e il provvedimento adottato da Maurizio Lupi andrebbe contro una decisione della magistratura.
Ricapitolando: Massidda, medico fisiatra, specialista in chirurgia plastica e titolare di un centro di riabilitazione, Pdl, ex parlamentare, dodici anni deputato, cinque senatore, era stato nominato presidente dell’Authority portuale di Cagliari il 23 settembre 2011. Massimo Deiana, professore di diritto, ex preside della facoltà di Giurisprudenza, con una lunga esperienza nel settore dei Trasporti, che aspirava a ricoprire lo stesso incarico (e il suo nome, con quello di altri professionisti, figurava tra le terne proposte dagli enti pubblici interessati) aveva fatto ricorso al Tar e lo aveva perso. In seguito, appellandosi al Consiglio di Stato, aveva invece ottenuto ragione: per i giudici amministrativi di secondo (e ultimo) grado, tra le altre cose spiegate in una sentenza di oltre venti pagine, «l’indubbia fiduciarietà della nomina non può essere ancorata a criteri personali, amicali o di militanza partitica. E la scelta non può concernere un soggetto che non sia realmente un esperto in possesso della massima e comprovata qualificazione». Hanno argomentato che per quanto riguarda le esperienze nella commissione Trasporti della Camera e in quella analoga della Provincia, «si sarebbe trattato di un artificioso tentativo di acquisire qualche modesto titolo formale di un’inesistente competenza...». Insomma, «siccome non si trattava della presidenza di un’agenzia sanitaria o socio-assistenziale, si deve concludere per l’illegittimità della designazione dell’onorevole Massidda».
Ma Massidda si è rivolto alla Cassazione («per eccesso di giurisdizione», e lo stesso ha fatto il ministero) è rimasto al suo posto, per due mesi è andato tutti i giorni in ufficio e ha continuato a costruire le sue relazioni per le attività del porto («non ho comunque firmato atti né ho preso lo stipendio») nel frattempo è stato confermato vice presidente di Assoporti a livello nazionale e caldeggiato (in lettere recapitate al ministro) per proseguire nel suo incarico da Confindustria Sardegna meridionale e alcune associazioni di categoria. Fino a quando Lupi, la settimana scorsa, lo ha nominato commissario per sei mesi. Una nomina - sottolinea l’esposto di Deiana - che cozza con la motivazione di «voler garantire la normale gestione» dell’Authority. (cr. co.)
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 4 - Fatto del giorno
OLBIA
Solidarietà, nuove iniziative
L’università di Cagliari aderisce all’iniziativa di Cgil, Cisl e Uil e Confindustria: i dipendenti dell’ateneo possono aderire alla proposta che prevede la raccolta di contributi volontari da parte dei singoli lavoratori attraverso la trattenuta dalla busta paga dell’equivalente di almeno un’ora di lavoro. La raccolta delle adesioni terminerà il 31 dicembre. Anche Peugeot Italia interviene per aiutare gli alluvionati con un pacchetto di sconti e finanziamenti agevolati per l’acquisto di un’auto nuova o per la riparazione dei mezzi danneggiati.


13 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 9 - Attualità
IL GOVERNO E IL FISCO Ecco il nuovo “Isee” contro i falsi poveri 
Meno autocertificazioni per stanare i furbi, nel calcolo tutte le forme di reddito, «anche quelle fiscalmente esenti» 
di Andrea Di Stefano
MILANO Obiettivo: combattere le truffe e i finti poveri. Dopo centinaia di casi di autocertificazioni false (secondo le Fiamme Gialle oltre il 63% dei controlli sulle autocertificazioni, rese dagli studenti di tre università di Roma per avere accesso ad agevolazioni economiche, sono risultate irregolari) il governo ha varato ieri il nuovo Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). «Si tratta di una notizia importante per il cambiamento che interviene in modo significativo in favore delle famiglie e dei disabili», ha sottolineato Enrico Letta. L’Isee è lo strumento per misurare la ricchezza complessiva delle famiglie non basandosi solo sul reddito. È utilizzato a livello nazionale dalle università per inquadrare la fascia di reddito, stabilire la tassazione degli studenti e le eventuali agevolazioni (alloggi e borse di studio) ma in migliaia di Comuni italiani è lo strumento per le rette delle mense scolastiche, la concessione dei buoni affitto e una lunga serie di strumenti di welfare municipale. La riforma dell’Isee «è un passo fondamentale per una maggiore equità» ha aggiunto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini secondo cui si ridurrà «l’area dell’autodichiarazione e ci saranno ulteriori controlli per evitare l’abuso di uno strumento così importante. L’Isee considererà tutte le forme di reddito, anche quelle fiscalmente esenti, dando un peso più adeguato alla componente patrimoniale», ha aggiunto. Nel 2012 sono state presentate 6,5 milioni di dichiarazioni sostitutive uniche (Dsu) corrispondenti a più di 5,8 milioni di famiglie (il 30% del totale). La riforma prevede la ridefinizione del reddito disponibile (includerà anche somme fiscalmente esenti come ad esempio le pensioni di invalidità), la valorizzazione maggiore della componente patrimoniale (maggior peso per la casa e minore franchigia per la componente mobiliare) ma tiene anche conto delle caratteristiche dei nuclei familiari con carichi particolarmente gravosi, come l’avere tre o più figli o persone con disabilità a carico. La riforma riduce l’area dell’autodichiarazione consentendo di rafforzare i controlli e ridurre le situazioni di accesso indebito alle prestazioni agevolate: con l’Isee vigente finora, in cui tutto è auto-dichiarato, «si è verificata una sistematica sottodichiarazione sia del reddito (anche rispetto al reddito Irpef) sia del patrimonio», afferma il ministero del Lavoro sottolineando che l’80% dei nuclei familiari in riferimento al patrimonio mobiliare dichiara di non possedere neanche un conto corrente o un libretto di risparmio, dato non coerente con quelli pubblicati dalla Banca d’Italia. Immobili. Con riferimento agli immobili, si considera patrimonio solo il valore della casa che eccede il valore del mutuo ancora in essere, mentre viene riservato un trattamento particolare alla prima casa. La franchigia sul patrimonio mobiliare è ridotta a 6.000 euro, con un aumento di 2.000 euro per ogni componente del nucleo familiare successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro. Questa soglia è incrementata di 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo. Cig o calo reddito. In caso di perdita del lavoro o di cassa integrazione, ma comunque di una riduzione del reddito superiore al 25%, sarà possibile aggiornare il proprio Isee. In una situazione di crisi la condizione delle persone può cambiare rapidamente, quindi sarà possibile calcolare un’Isee “corrente”, riferito a un periodo di tempo più ravvicinato rispetto al normale (reddito dell’ultima dichiarazione che si riferisce all’anno precedente. Affitto detraibile. Aumenta l’importo massimo dei costi dell’affitto che si può portare in detrazione del reddito ai fini del calcolo dell’Isee. L’importo aumenta da 5.165 a 7.000 euro con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo.
 
 
14 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 17 - Cultura-Spettacoli
Lauree e bunga-bunga, il declino del potere 
di FERDINANDO CAMON 
L’OPINIONE 
Anche se il padre ha una villa con piscina e la Ferrari il figlio universitario si presenta come nullatenente e ottiene l’esonero delle tasse e sconti alla mensa
È bello vivere tra la gente, stare al bar con tutti, partecipare alle feste di laurea, entrare in banca con gli altri. Impari un sacco di cose. L'altro giorno vado al bancomat, davanti a me c'è un signore che batte il codice segreto, fa il prelievo, poi chiede il saldo e lo legge con attenzione. Mi spiega: "Controllo, per vedere se qualcuno m'ha fatto dei versamenti a mia insaputa". "Càpita mai?" gli domando. Risponde amaro: "Mai". Ferocissima allusione all'ex potente Scajola, che s'era trovati dei debiti cospicui, pagati da altri, senza che lui sapesse niente. Càpita solo a quelli che non ne hanno bisogno. Si girano i soldi uno con l'altro, è tutto un do ut des, se ridai quel che hai avuto, poi riavrai di più. L'ho guardato a lungo, lo sconosciuto cliente del bancomat, che chiedendo il saldo controllava, speranzoso, se per caso fosse miracolosamente cresciuto. No, non cresce mai.Abito in un quartiere studentesco, pieno di ragazzi. Mangiano e bevono in piazza, dritti in piedi. Sempre a gruppi. Gli altri clienti li guardano e mormorano: "Studiano gratis". Vogliono dire che non pagano le tasse, perché, anche se il padre ha una villa con piscina e Ferrari, i figli universitari si presentano come nullatenenti, ottenendo l'esonero dalle tasse e sconti alla mensa. È successo in qualche università, ma la società è maligna, e se la corruzione c'è da qualche parte e non viene punita, allora prolifera dappertutto. Anche perché, scusate: ma come si fa a nascondere una piscina? E una Ferrari? E una villa? Qui la corruzione non è nascosta. È vista da tutti, ma tutti fan finta di niente. Per la gente, son tutti d'accordo. C'è un televisore nel bar, ed è sempre acceso. Ieri il tg mostrava il figlio di Bossi e il falso diploma di laurea in Albania: costo 77mila euro, soldi sottratti al partito, cioè soldi nostri. Sborsando 77mila euro di tasca nostra abbiamo laureato un ignorantone che non ha mai sostenuto neanche un esame. È il figlio del grande boss della guerra a Roma Ladrona. Il bar è pieno di gente, c'è un frastuono assordante, ma qualcuno sente la notizia, vede il falso-laureato e sghignazza: "Laureato da strapazzo", ma non ha detto proprio così, ha detto qualcosa che fa rima con strapazzo. Fatalità, questo è tempo di lauree, quando si laurea uno i compagni fanno una canea che stordisce la città. La laurea è il trionfo della borghesia. Con la laurea il figlio del borghese esce dall'età della dipendenza e del bisogno, entra nell'età del guadagno e dell'autonomia. Ieri. Oggi la gente sente i canti della goliardia e commenta: "Ma perché cantano? Un disoccupato in più". Un laureato è un disoccupato più grave degli altri, perché gli altri possono accettare un sotto-lavoro, bidello o spazzino, ma un laureato non può, anche se lui si rassegna il padrone non lo assume. Nel giorno della laurea, gli amici del laureato dovrebbero piangere. Ci sono molte studentesse qui, e alla sera si mettono in ghingheri. Vanno a cena dai compagni, niente di scandaloso. Ma la gente le vede e commenta: "Vanno al bunga-bunga". Il bunga-bunga ha sconvolto la mente degli italiani. Come un fulmine nel buio, ha illuminato tutto. Cos'è la vita di noi-popolo? Fatica e risparmio. Cos'è la vita dei potenti? Un bunga-bunga. I potenti han tentato di spiegare il bunga-bunga come spettacolo elegante e grazioso. Il popolo lo ha inteso come un bordello. E lo intende ancora così. Non dico che il popolo abbia ragione o torto, dico che la pensa così. Gli ultimi vent'anni di politica hanno diffuso il senso di una corruzione generale, di un potere concentrato tutto in alto, e di un'assoluta impotenza in basso. Pare una situazione tranquilla, invita ad approfittarne all'infinito. Invece è una situazione pericolosissima. E dura da troppo tempo. Fossi un potente, avrei paura. (fercamon@alice.it)
 
 
15 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 33 - Cultura-Spettacoli
Il bosone di Higgs La chiave per capire com’è fatto l’universo 
SCIENZA 
Intervista con Guido Tonelli, tra i protagonisti della scoperta Oggi e domani a Sassari parlerà delle nuove frontiere della fisica
di Pasquale Porcu
SASSARI Oggi e domani Sassari ospita uno dei protagonisti della scoperta del bosone di Higgs: Guido Tonelli, professore ordinario di Fisica generale all'Università di Pisa e ricercatore associato all'Istituto nazionale di fisica nucleare. Oggi alle 17 Tonelli terrà una conferenza nell'Aula Magna dell'Università di Sassari e domani sarà nell'Auditorium ITC Dessì La Marmora per un seminario dedicato agli studenti delle medie superiori. Il doppio evento è organizzato dal professor Massimo Carpinelli del Dipartimento di Chimica e farmacia in collaborazione col Museo scientifico dell'Università di Sassari, l'Associazione italiana per l'insegnamento della fisica e col patrocinio del Comune di Sassari. La scoperta. Del bosone di Higgs si parla ormai da diverso tempo ma il tema è diventato di grandissima attualità il 4 Luglio 2012 quando nella sede del Cern di Ginevra è stata annunciata l’osservazione del bosone di Higgs, l’ultima particella attesa per completare il quadro delle particelle elementari. L’assegnazione del Nobel 2013 per la Fisica a Peter Higgs e François Englert ha solennemente sancito il ruolo fondamentale delle collaborazioni sperimentali Atlas e Cms (Compact Muon Solenoid), nello storico passo in avanti nella conoscenza del nostro Universo. Ma la scoperta del bosone di Higgs è una conquista molto italiana. Sono infatti un migliaio i ricercatori italiani che hanno contribuito alla ricerca, la maggior parte dei quali fa capo all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Guido Tonelli ha guidato CMS fino a dicembre 2011 e ne è oggi spokesperson emerito. Qual è il senso della presenza a Sassari di Guido Tonelli? «In un’epoca ormai sempre più globalizzata– dice il professor Massimo Carpinelli– le Università sono chiamate a raccogliere sfide continue per raggiungere e mantenere alti livelli di competitività su tutti i fronti: dalla didattica alla ricerca alla capacità di costruire network internazionali». «È su questa base – aggiunge Carpinelli – che ho pensato di invitare l’amico e collega Guido Tonelli a Sassari. Guido Tonelli è uno scienziato di fama internazionale, di casa in tutti i più grandi laboratori del mondo, ma è anche legatissimo alla Sardegna e a Sassari, dove è stato per anni docente, e persona attenta al mondo dei giovani. Penso, insomma, che la presenza di Guido Tonelli in Ateneo costituisca la migliore esemplificazione della direzione che deve prendere il futuro della nostra Università: eccellenza scientifica, internazionalizzazione, forte aggancio col mondo della scuola e con il territorio». Guido Tonelli, autore di oltre seicento pubblicazioni internazionali, ha condotto ricerche in Fisica delle particelle elementari con esperimenti al Cern (Svizzera) ed a Fermilab (Usa) ha ricoperto per molti anni importanti incarichi manageriali in CMS . Per il suo contributo a questa scoperta storica, Guido Tonelli ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali. Professor Tonelli, che cos'è il bosone di Higgs? «Il bosone di Higgs è una particella molto speciale. Non a caso è stata considerata una sorta di moderno "Sacro Graal" ricercato per decenni da intere generazioni di fisici. In buona sostanza essa gioca un ruolo fondamentale nella formazione dell' Universo che ci circonda. Fin dai primi istanti subito dopo il big bang, il campo di Higgs ha occupato tutto lo spazio disponibile, comprese le immensità del vuoto siderale. Questa sottile ed invisibile "ragnatela" attribuisce una massa molto specifica a tutte le particelle elementari come gli elettroni ed i quarks. E' grazie a questa particolarissima proprietà, la massa, che gli elettroni possono ruotare intorno ai nuclei, può quindi esistere la chimica, possono nascere le molecole che danno forma a tutto quello che conosciamo, compresi noi. Senza il bosone di Higgs non potremmo capire nulla del mondo che ci circonda. Questa scoperta ha davvero un’ importanza storica, dobbiamo riscrivere i libri di fisica». Spendere risorse pubbliche nella ricerca scientifica o nell'acquisto di F35: c’è differenza? «La fisica delle particelle richiede lo sviluppo di grosse infrastrutture di ricerca, gli acceleratori, i rivelatori, i grandi sistemi di calcolo. Per indagare nei misteri della materia dobbiamo continuamente inventare nuove tecnologie, nuovi sensori, apparati elettronici sempre più sofisticati, sistemi informatici sempre più potenti. Moltissime di queste tecnologie trovano importanti applicazioni nella vita di ogni giorno. Tutti sanno che la moderna diagnostica ospedaliera (dalla Tac, alle risonanze magnetiche fino alla Pet, la Tomografia a Emissione di Positroni) sono applicazioni alla medicina delle tecniche utilizzate dai fisici delle particelle. Ma lo stesso discorso si potrebbe fare per le telecomunicazioni o per l' economia nel suo complesso. Senza le scoperte della fisica moderna la nostra civiltà, semplicemente, non starebbe in piedi, il mondo ritornerebbe indietro di secoli. Nessun altro campo di ricerca consente progressi così rivoluzionari; sicuramente non è questo il caso degli investimenti per sistemi di armamenti sui quali, oltretutto, avrei fortissime obiezioni sia tecnico-scientifiche che morali». Che vantaggi avrebbe una piccola università come quella di Sassari a investire di più e meglio in ricerca scientifica? «Il primo vantaggio sarebbe stabilire fortissimi collegamenti internazionali. L' arena della ricerca è oggi tipicamente mondiale. Non si fa buona ricerca se non si collabora a livello mondiale con i centri di ricerca e le università più prestigiose. Per farlo c'e' bisogno sicuramente di fondi ma soprattutto di una mentalità e di una organizzazione che superi il provincialismo tipico di molte nostre istituzioni. Occorre avere ambizione e fiducia. L' ambizione di poter giocare un ruolo nelle ricerche più avanzate e la fiducia di poterlo fare nonostante le difficoltà dei finanziamenti e delle risorse dell' Italia. Ho insegnato a Sassari a lungo e posso testimoniare che, nonostante tutti i problemi del momento, ci sono colleghi che continuano ad intraprendere iniziative di grande valore scientifico e soprattutto c'e' abbondanza della risorsa più importante per queste attività: studenti in gamba, preparati e vogliosi di dimostrare al mondo quello che sanno fare . Di questa risorsa, l' intelligenza viva dei giovani, c'e' abbondanza a Sassari come in tutta la Sardegna. E' la risorsa piu' importante che abbiamo e che tutto il mondo ci invidia. Dobbiamo solo " vederla" e saperla valorizzare: al resto ci penseranno loro».
 



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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