Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 November 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA / Cronaca di Cagliari (Pagina 26 - Edizione CA)
NUOVO REPARTO DI GINECOLOGIA
Da lunedì prossimo si potrà partorire anche al Policlinico
Un passaggio storico, anche se era atteso già da un po' di tempo, e che si spera porti il capoluogo sempre più all'avanguardia dal punto di vista sanitario.
Dalla settimana prossima, infatti, si potrà partorire anche al Policlinico di Monserrato. Lunedì, per l'esattezza, infatti apre il nuovo reparto di Ginecologia e Ostetricia del Blocco Q.
Il vecchio reparto del San Giovanni di Dio, a Cagliari, chiude dopo 150 anni i battenti e si trasferisce nel nuovo edificio, più moderno e all'avanguardia con la nuova Terapia intensiva neonatale e la Puericultura.
L'azienda ospedaliero universitaria del capoluogo sardo sta ultimando gli ultimi particolari tecnici per fare in modo che non ci sia alcun tipo di intoppo e tutto vada alla perfezione. Sino alle 7.59 del prossimo 2 dicembre i ricoveri ordinari e le urgenze saranno accettate al San Giovanni di Dio.
Un minuto dopo, alle 8, si cambia e tutti i ricoveri ricadranno nella struttura del Policlinico, che da lunedì ospiterà anche le visite ambulatoriali. Tutto è stato organizzato al meglio per fare in modo che non ci sia nessun tipo di intoppo. Per garantire che il trasferimento avvenga in tutta sicurezza, infatti, per tutta la giornata saranno attive due equipe mediche in contemporanea, una al San Giovanni e l'altra al Policlinico.
Dunque, un cambiamento tanto atteso che non potrà che aumentare la qualità offerta dall'azienda sanitaria per le pazienti di Cagliari e hinterland, e che allo stesso tempo sarà garantito nella più totale sicurezza.
La nuova struttura ospita sei sale parto (una anche con la vasca per la nascita in acqua) più una attrezzata per i casi maggiormente delicati, 36 posti letto per le degenze e quattro in day hospital, con un organico complessivo di 150 operatori tra medici, ostetriche, infermieri e operatori socio sanitari.
Grande soddisfazione è stata ovviamente espressa dal direttore generale dell'Azienda ospedaliero universitaria, Ennio Filigheddu, che mette in risalto proprio il fatto che i cittadini sardi avranno a disposizione servizi di ottimo livello: «Viene offerta ai sardi - ha detto Filigheddu - una qualità sanitaria ai vertici assoluti nel campo medico».


2 - L’UNIONE SARDA / Quartu Sant'Elena (Pagina 28 - Edizione CA)
TEATRO
Antica Grecia nella rassegna «Parole nel tempo»
Pensiero e miti dell'Antica Grecia come filo conduttore della rassegna teatrale “Parole nel tempo“. È l'iniziativa promossa dall'Houdini Theatre di via De Gasperi 48 in collaborazione con la facoltà di studi umanistici dell'Università di Cagliari (dipartimento di Filologia letteratura linguistica) e l'associazione culturale Aula39. Sono tre gli appuntamenti in cartellone. Il primo è domenica alle 19. Sarà portato in scena il ventiduesimo libro dell'Iliade che narra l'episodio cruciale del poema omerico: lo scontro tra Achille ed Ettore. La traduzione è stata curata da Patrizia Mureddu mentre Gaetano Marino si è occupato di messa in voce, musiche e drammaturgia del suono. Domenica 8 dicembre sarà la volta di “E ragionar d'amore“: una rilettura del simposio di Platone. Ultimo appuntamento domenica 15 con “Quando la donna è una dea”: intrighi e amori sull'Olimpo e dintorni. (g. mdn.)


3 - L’UNIONE SARDA / Sulcis Iglesiente (Pagina 40 - Edizione CA)
Carbonia
Bike sharing, tappe finali
CARBONIA La sua sigla è Movirì (l'esortazione in campidanese “muoviti”), ma questo bel progetto comunale di mobilità verde e di bike sharing (bici a noleggio) invece di decollare la scorsa primavera forse si attiverà solo adesso, a fine anno. A frenare Movirì è stata anche l'attesa riposta nell'Università di Cagliari la quale, per convenzione prevista in appalto, avrebbe dovuto realizzare la veste grafica delle postazioni da dislocare in città: sono le strutture dalle quali prelevare le bici. Questo aspetto, unito a contrattempi poi superati anche dell'impresa, ha fatto perdere sei mesi. Allora, a realizzare il logo ci ha pensato il Comune. Il riferimento grafico si rifà alla sua storia mineraria: un vecchio modello di bici posata su un imponente macchinario sullo sfondo delle torri della Grande miniera. (a. s.)


4 - L’UNIONE SARDA / Speciale (Pagina 15 - Edizione CA)
Lo psichiatra Carpiniello spiega il meccanismo che scatena gli istinti bestiali dell'uomo
L'aggressività contagia come la paura
L'aggressività è contagiosa: parte dal singolo e diventa gruppo con risultati devastanti. Perché l'effetto moltiplicatore di sentirsi come gli altri rende l'uomo peggio di una bestia. E spiega, in parte, la crudeltà del massacro di donne e bambini nell'accampamento indiano vicino al fiume Sand Creek. «La violenza dei soldati americani su donne e bambini indifesi richiama, con le dovute proporzioni e senza generalizzare, il bullismo e i pestaggi di gruppo». Bernardo Carpiniello, direttore della clinica psichiatrica dell'Università di Cagliari, sintetizza il concetto con tre parole. «Violenza chiama violenza». Ieri come oggi. Ma sempre contro i più deboli.
Dietro lo sterminio degli indiani Cheyenne e Arapaho, esempio della barbarie di tutte le forme di colonialismo, ci sarebbe quindi una qualche affinità con l'azione del “branco” nell'azione collettiva e in quella individuale. «L'aggressività nasce da un atteggiamento di pregiudizio: quando un gruppo, in questo caso un popolo, si ritiene superiore ricorre alla violenza per far valere la sua presunta superiorità». E quando gli ordini arrivano dall'alto, scatta un processo di imitazione anche per chi, preso individualmente, non sarebbe mai stato così aggressivo.
Gli esperti lo chiamano indottrinamento, incitamento psicologico, una vocina martellante, “è giusto, lo devi fare, devi uccidere, è un nemico”. «Ecco perché un individuo inserito in un gruppo viene influenzato dall'azione dei compagni e il fatto di vedere gli altri compiere atti di violenza devastante lo convince a fare altrettanto, anche senza una valida ragione». La conferma arriva da uno degli ufficiali responsabili del massacro del Sand Creek. “Quando siamo arrivati all'accampamento, non ci importava della tregua, di sapere se quegli indiani erano amici o meno, ci avevano ordinato di ucciderli tutti, donne e bambini”. L'effetto dell'alcol e la qualità dei soldati, per lo più mercenari, ha fatto il resto. «Una persona mite sotto l'effetto di droghe, e l'alcol è micidiale, può diventare violenta perché le sostanze ingerite abbassano la soglia di autocontrollo». E l'individuo si comporta come il resto del gruppo. Un meccanismo molto simile a quello della paura, contagiosa almeno quanto l'aggressività. «Pensate al panico scatenato da un evento anomalo in uno stadio pieno di tifosi: persone normali, terrorizzate da quanto sta accadendo, fuggono calpestando tutto e tutti compiendo azioni violente sino ad allora impensabili, almeno per loro».
Accade un qualcosa di simile anche nel mondo animale, dove però la violenza può essere una reazione difensiva: ho paura, ti attacco. «Nell'uomo, invece, l'aggressività nasce dall'incapacità di gestire la proprie frustrazioni». E un impedimento a una necessità (o anche solo a un qualcosa che viene percepita e vissuta come tale) può far aumentare l'aggressività. «Più forte è il bisogno, maggiori la frustrazione e il livello di violenza del gesto». Quasi fosse una necessità psicologica, più marcata negli uomini per via di un fattore biologico: la presenza del testosterone, un ormone che rende gli uomini più aggressivi delle donne.
(st.sa.) salone@unionesarda.it


 
5 - L’UNIONE SARDA / Economia (Pagina 20 - Edizione CA)
OLBIA
Convegno sul turismo dopo il disastro
Si parlerà di turismo, domani mattina (inizio ore 9) all'hotel Hilton di Olbia, delle difficoltà attraversate dal comparto e di qualche segnale di ripresa. Ma - come chiariscono gli organizzatori della “Starsolutions” che ogni anni curano questo evento giunto alla settima edizione - «il primo pensiero andrà alle vittime dell'immane tragedia che ha colpito la Sardegna tutta e la Gallura in particolare».
Proprio ieri è giunta la conferma della presenza del governatore Ugo Cappellacci. Dopo i saluti del sindaco di Olbia Gianni Giovannelli e del deputato Gian Piero Scanu, è prevista la relazione del professor Carlo Marcetti docente alla facoltà di Economia del Turismo dell'università di Olbia, alla quale seguirà l'intervento del dottor Marco Balata presidente dell'Ordine provinciale dei Commercialisti. Quindi la parola passerà ai rappresentanti del Consorzio Costa Smeralda (Salvo Manca), del Consorzio Albergatori (Ramona Cherchi), di Meridiana, della Geasar (Silvio Pippobello), della Sogeaal (Mario Peralda), di Fedele Sanciu (Autorità portuale Nord Sardegna), Gian Paolo Scano (Go in Sardinia) e della Tirrenia. Saranno anche presenti i sindaci del territorio dell'ex provincia Olbia-Tempio. Coordinerà i lavori il giornalista de L'Unione Sarda Augusto Ditel.
 
 
6 - L’UNIONE SARDA / Cultura (Pagina 53 - Edizione CA)
“Acquarelli” alla Cittadella
Oggi alle 17 si inaugura nella Sala Mostre Temporanee della Cittadella dei Musei a Cagliari la mostra “Acquarelli” di Lalla Lussu e Italo Medda, a cura di Maria Luisa Frongia e Rita Ladogana (Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio - Facoltà di Studi Umanistici dell'Università di Cagliari). Gli artisti hanno condiviso nel 2012 un significativo riconoscimento alla XII Biennale dell'Acquarello di Albignasego, occasione nella quale sono stati selezionati a rappresentare la regione Sardegna per l'importante appuntamento internazionale, che riunisce artisti provenienti da tutta l'Europa. Due percorsi paralleli e ben distinti, accomunati dalla peculiarità e unicità della tecnica dell'acquarello con la quale sono state realizzate le opere, offrono un inedito dialogo di levità e raffinatezza fondato sulla ricerca e sulla continua sperimentazione delle potenzialità espressive del mezzo.
 
 
7 - L’UNIONE SARDA / Cultura (Pagina 52 - Edizione CA)
CONVEGNO. Nel salone della Biblioteca nazionale di Budapest una serata sarda
Deledda, donna moderna e grande scrittrice europea
Si chiude l'anno della cultura tra Italia e Ungheria
dal nostro inviato Carlo Figari
Budapest. Come si spiega il successo duraturo e mondiale di Grazia Deledda? Per quali ragioni l'unica donna italiana Premio Nobel per la Letteratura (nel 1926) continua ad essere tradotta e ristampata? Anche in Ungheria, dove una decina di romanzi e novelle si trovano in libreria e l'università di Pecs dedica studi e corsi specifici sulla scrittrice nuorese. A svelare il segreto della popolarità fuori dall'Italia di un'autrice spesso criticata in patria con le etichette di "provinciale" e "arcaica" sono stati due studiosi della Deledda, Luigi Tassoni e Duilio Caocci, in una cornice prestigiosa come il salone della Biblioteca nazionale di Budapest. Sabato scorso la capitale magiara ha ospitato il convegno "Grazia Deledda, scrittori e poeti dell'identità sarda", che ha concluso l'anno delle relazioni culturali tra Italia e Ungheria. Una serie di iniziative promosse dai rispettivi ministeri degli Esteri.
LA CASA ROSA L'appuntamento tutto sardo, in collaborazione con la presidenza della Giunta regionale e di Sardegna Promozione, è stato organizzato dall'associazione cagliaritana "La Casa Rosa" che già nel 2011 era stata qui per un convegno dedicato ai volontari ungheresi che combatterono con Garibaldi. «Nel solco di questa amicizia sardo ungherese - ha anticipato nel suo intervento la presidente Maristella Casula - l'anno prossimo faremo un incontro per ricordare i militari dell'esercito austro ungarico prigionieri all'Asinara nel 1915. Molti finirono al lavoro coatto in alcuni paesi della Sardegna e qualche migliaio è sepolto nei cimiteri sparsi nell'isola ex penitenziario».
GRANDI EVENTI A portare i saluti dell'ambasciatrice Maria Assunta Accili è stata la direttrice dell'Istituto italiano di cultura Gina Giannotti che ha ripercorso i numerosi eventi dell'anno: dai concerti di orchestre famose come quella dell'Arena di Verona alla grande mostra ancora visitabile al museo di Belle Arti nel parco Széchenyi intitolata "Da Caravaggio a Canaletto". Un'esposizione eccezionale di 600 opere che ha attirato migliaia di visitatori.
SERATA SARDA Che per l'Italia ci sia un particolare affetto e interesse lo ha dimostrato anche la serata sarda, grazie agli autorevoli interventi degli studiosi che hanno parlato della Deledda scrittrice di respiro mondiale, alternati dalla lettura di pagine tratte dai suoi romanzi con la voce dell'attore Tarjan Peter e da brani del repertorio romantico di Liszt, con al piano il cagliaritano Mirko Atzori e al violoncello Dèri Gyorgy. Le note del maggior compositore romantico ungherese hanno creato un'atmosfera quasi magica nel salone, interrotta da un momento di commozione quando il direttore della comunicazione della Biblioteca, Istvàn Elbe, ha rivolto parole di solidarietà per i sardi colpiti dal devastante ciclone.
IL CONVEGNO Il cuore dell'incontro è stato il dibattito sulla Deledda, «apprezzata e studiata con passione in Ungheria», come dice Luigi Tassoni, critico e semiologo, nonché direttore di dipartimento dell'università di Pecs. Da vent'anni insegna qui, dove ha creato una vera scuola di italianistica e di qualificati traduttori.
Tassoni sottolinea che «diversi scrittori di oggi si sono espressi con giudizi differenti e non sempre positivi». Citando l'antropologo e romanziere Giulio Angioni, rileva che «Grazia Deledda è stata costretta ad essere testimonial dei sardi e della Sardegna, rappresentando tempi e luoghi legati all'Isola, ma anche il tempo finale del mondo contadino e agropastorale europeo: questo spiega il suo successo universale in quanto è la più sarda e, contemporaneamente, la meno sarda degli scrittori sardi». «Però - aggiunge Tassoni - ho sempre visto con un po' di pena l'immagine di questa donna impegnata in una ricerca tenace, che ha dovuto farsi largo tra due grandi tendenze della letteratura italiana perché si sentiva influenzata da scrittori popolari e ingombranti quali De Amicis e D'Annunzio. Eppure, ragazza terribile qual era, è riuscita a rappresentare l'io e il mondo, inventando un personaggio narrante che comunque è sempre presente nelle sue storie e che meglio può mettersi in gioco nel descrivere riti, consuetudini, costumi, racchiusi nei confini dell'isola».
LA MODERNITÀ Possono i giovani comprendere la Deledda? si chiede Tassoni: «Lo potrebbero se adoperassero chiavi di mediazione fornite dagli altri scrittori sardi che hanno contribuito a farci leggere meglio la Deledda», risponde il docente ricordando i lavori critici di Satta, Dessì, Maria Giacobbe e dello stesso Angioni. «Grazia ha inventato l'eroe letterario della donna moderna: primo, facendo i conti col suo presente e poi non rinunciando alla sua storia che è la storia di tutti noi. Leggete il romanzo postumo "Cosima", che è la sua biografia, ma anche la summa della sua poetica», conclude Tassoni.
DUILIO CAOCCI Al collega cagliaritano Duilio Caocci, docente di letteratura sarda e letterature regionali presso la facoltà di Lettere, il compito di spiegare la "modernità" di Grazia, attraverso un articolato e approfondito intervento. Caocci, che ha dedicato corsi e libri alla scrittrice barbaricina, fa emergere i veri meriti della Deledda: «È l'unico nome di donna italiana nei Nobel della Letteratura: e questo già significa molto a livello internazionale. Ma Grazia ha anche svolto un ruolo fondamentale per l'emancipazione delle donne, si è impegnata in una nuova stagione narrativa e ha valorizzato la lingua sarda. La Sardegna da lei raccontata esiste ancora, perché descrive un mondo arcaico e quelle tradizioni che non tramontano mai. Sbagliato racchiudere la Deledda in una letteratura regionale perché tutta la letteratura italiana, a partire dagli esordi nel Duecento con Rustico Filippi e poi con lo stesso Dante, è una letteratura di province».
PROVINCIALISMO «Così - rileva Caocci - ogni volta che si parla di letteratura regionale si avverte un certo disagio di cui è rimasta vittima la stessa Deledda. Lei nasce nel 1871, un momento in cui si forma l'idea di un'Italia nazionale e si pretendeva che tutti gli italiani si conoscessero e mostrassero in modo conclamato. Bisognava fare gli italiani attraverso la lingua, mentre le lingue regionali rappresentavano il vecchio. La grandezza della Deledda sta proprio in questo: pur parlando di una Sardegna arcaica e reale com'era al suo tempo, utilizza modelli europei, tedeschi e francesi, cita Goethe e Hugo. A 17 anni mostra una modernità assoluta, ribaltando i canoni tradizionali in una terra dove le donne si nascondevano e svenivano, mentre le sue eroine sono ribelli e pronte ad uccidere. Lei era arcaica per ragioni generazionali. Tuttavia da questo mondo arcaico ha saputo creare una letteratura davvero moderna ed europea».
La serata è finita con una degustazione di prodotti sardi, quei dolci, quei pani e quei vini citati nelle pagine della Deledda e che pare siano piaciuti molto agli ospiti ungheresi.
 
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
8 – LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 13 - Attualita
BOLOGNA Droga e favori, docente indagato
Clima avvelenato alla scuola di specializzazione di Psichiatria
BOLOGNA Presunti favoritismi per pubblicazioni scientifiche, turni di lavoro più comodi per una ristretta cerchia di allievi. Ma anche incontri in cui avrebbe «stimolato» l'utilizzo di sostanze stupefacenti e alcol. E pure relazioni con alcune studentesse, che avrebbero per questo goduto di un trattamento privilegiato. Sono le accuse mosse ad un professore associato della Scuola di psichiatria dell'università di Bologna e molto conosciuto in ambito accademico, Alessandro Serretti. Accuse che ora la procura è chiamata a vagliare e in parte messe su bianco da un gruppo di iscritti. Il docente è indagato per reati legati agli stupefacenti, mentre per le altre circostanze segnalate, i carabinieri stanno indagando sui contenuti delle denunce, ancora tutte da verificare. Denunce nate in un clima di rapporti avvelenati all'interno della Scuola dell'università bolognese. Alcuni specializzandi (si tratta di laureati in Medicina e Chirurgia) sono stati già sentiti dagli inquirenti. L’inchiesta è nata quattro mesi fa, quando un'altra docente si rivolse ai militari, dopo aver «raccolto» i racconti di due studentesse. Nei giorni scorsi, alla procura è arrivata una descrizione più dettagliata e circostanziata: un esposto firmato da 25 su 32 iscritti e inviato al Garante dell'Ateneo, quindi arrivato in rettorato e da lì spedito ai pm. Quello che viene descritto è un contesto fortemente «avvelenato» all'interno della scuola. Il rettore Ivano Dionigi: «Se anche un decimo di quello di quanto scritto è vero sarebbe gravissimo».
 
 
9 – LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 37 - Cultura-Spettacoli
Martini, un profeta del nostro tempo
OGGI un convegno a SASSARI
Oggi alle 16,30 nell’aula magna dell’Università di Sassari, in piazza Università, si svolgerà il convegno dal titolo “Carlo Maria Martini, profeta del nostro tempo”. La relazione sarà svolta dal teologo padre Bartolomeo Sorge (“Martini: uomo della parola, uomo del Concilio, uomo del nostro tempo”). Interviene monsignor Pietro Meloni, vescovo emerito di Nuoro (“Martini, buon pastore e maestro di Spirito”). Il moderatore sarà Mario Oppes, coordinatore dei Gruppi di impegno politico e sociale che hanno organizzato l’incontro. Dopo le relazioni seguiranno delle letture a cura degli attori Daniela Cossiga e Sante Maurizi. Al termine sono previsti altri interventi da parte del pubblico. Nato a Torino nel 1927, Carlo Maria Martini fu ordinato sacerdote a Chieti dal cardinale Maurilio Fossati, arcivescovo di Torino, che prima era stato vescovo a Nuoro e a Sassari. Martini è stato una delle figure centrali della Chiesa postconciliare.
NEW YORK Un caschetto di capelli ricci, neri e folti degno di Lucio Battisti; uno sguardo ironico da teppista col cuore d'oro; un fisico atletico disegnato apposta per parti da «duro» in un tempo che non esaltava solo i «palestrati»; un carattere ribelle e schivo; un neo sulla guancia che divenne segno riconoscibile e vezzo fascinoso. Queste le immagini che Tony Musante - morto martedì a New York a 77 anni in seguito ad un intervento chirurgico - regala allo spettatore di cinema che lo scoprì nel 1967 in un film di Larry Peerce che all'epoca sembrò rivoluzionario e quasi neo-realista nella sua descrizione della violenza di strada: «New York ore tre: l'ora dei vigliacchi». Allora Anthony Peter Musante, nato in Connecticut da una famiglia di immigrati italiani aveva 31 anni e una promettente carriera dietro le spalle. Diplomato al college, fallito come insegnante, aspirante attore di teatro, aveva fatto fortuna nell'off Broadway che lo accolse all'inizio dei '60 con una serie di ruoli da «bulletto» alla Marlon Brando. Tre anni dopo, nel '63, si fa notare da un produttore di rilievo come David Susskind che lo mette sotto contratto per una mini-serie tv, «Ride with Terror» e lo fa debuttare davanti a una telecamera. Nonostante una fitta serie di apparizioni, è proprio «Ride with Terror», ribattezzato per il cinema «The Incident» a farlo conoscere al pubblico di cinema. Nel film di Larry Peerce fa coppia con Beau Bridges (ma il film tiene a battesimo anche Charlie Sheen) e interpreta un italo-americano, balordo del Bronx. Colpito da improvvisa notorietà, Tony Musante ritorna in tv ma è proprio l'Italia a ricordarsi di lui, in quel filone spaghetti-western che ormai ha conquistato anche l'America. Interpreta allora «Il mercenario» di Sergio Corbucci, ma è il debuttante Dario Argento a dargli la prima chance diversa, volendolo come protagonista del suo «L'uccello dalle piume di cristallo». La fama italiana di Musante decolla così da un giorno all'altro: nel 1968 lo sceglie Marina Cicogna imponendolo a Giuseppe Patroni Griffi come protagonista maschile in «Metti una sera a cena» in coppia con Florinda Bolkan. I due insieme fanno scintille e la produttrice Cicogna intuisce le potenzialità di un matrimonio cinematografico che può essere declinato in molti modi. Così, nel 1970 il ragazzotto del Connecticut si riveste da intellettuale e si trasforma nel musicista morente di «Anonimo veneziano». Il film diretto da Enrico Maria Salerno diventa un clamoroso successo al box office e anche se la critica si vanta di stroncarlo come melodramma lacrimoso lascerà un segno nella storia del cinema e regalerà alla memoria alcune dei più incantati scorci di Venezia mai visti al cinema.
 
 
10 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 13 - Attualità
FURBETTI ALL’UNIVERSITÀ
A Roma il 62% “bara” sulreddito
Ricchi ma furbi. Di sicuro non poveri. La dichiarazione Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) per le Università diRoma é finita al centro di un'indagine della Guardia di Finanza, che ha effettuato migliaia di controlli e scoperto che il62%degli studenti dei tre atenei della Capitale si finge bisognoso per scroccare borse di studio, affitti calmierati, sconti sui trasporti e assegni. Con il risultato di toglierli a chi ne ha diritto.


 
11 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 20 - Sassari
Lo sport come terapia per i bambini
Nell’aulamagnadell’Università domani si riuniscono gli stati generali della pediatria
SASSARI Gli stati generali della pediatria sarda si riuniscono domani nell'aula magna dell'Università di Sassari per celebrare la Giornata mondiale del bambino discutendo di un tema di grande attualità: lo sport e il bambinomalato. Il convegno è stato organizzato dalla delegazione sarda della Società italiana di pediatria di cui è presidente Giuseppe Masnata, urologo-pediatra all'ospedale Brotzu di Cagliari. All'incontro parteciperà tra gli altri il direttore scolastico regionale Francesco Feliziani che parlerà della promozione dello sport nelle scuole. Nella convinzione che lo sport sia fondamentale per la crescita dei bambini, i pediatri sardi hanno deciso di approfondire le numerose problematiche legate alla necessità di favorire l'accesso allo sport anche per i bambini che hanno una malattia cronicamache, come tutti i loro coetanei, traggono notevoli benefici dalla pratica sportiva. I pediatri parleranno di cardiopatie, spina bifida, diabete, nefropatie, uropatie e sport, con l'intenzione di trovare un'unitarietà di risposte sulle possibilità di fare sport per chi ha un problema di salute. Succede infatti che gli specialisti tranquillizzino le famiglie sulla pratica sportiva per i figli e poi non sia facile ottenere il certificato medico.
 
 
12 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 23 - Ed_Oristano
«Giganti a Cabras, tutti insieme»: Lilliu lo diceva nell’85
Cabras, l’archeologo sosteneva l’unitarietà della collezione Vent’anni dopo, per le statue si profila un futuro di divisione
di Claudio Zoccheddu
CABRAS Una voce dal passato che mette in dubbio una teoria del presente. L’idea di dividere le statue rinvenute a Mont’e Prama e di creare una sorta di museo diffuso nel territorio non sarebbe piaciuta a Giovanni Lilliu. Lo scopritore della reggia nuragica di Barumini, infatti, era un acceso sostenitore del rientro a Cabras dell’intero patrimonio archeologico rinvenuto nel 1974 nei rilievi del Sinis. Lilliu, scomparso il 19 febbraio dell’anno scorso, è stato tuttavia citato di recente dai vertici della soprintendenza ai beni archeologici. L’occasione è la celebrazioni del centenario della nascita dello studioso di Barumini, avvenuta il 13 marzo del 1914. Una ricorrenza che sarà festeggiata con un evento a cui lo stesso Lilliu non avrebbe voluto assistere: l’esposizione dei giganti di Monte Prama divisi tra Cagliari e Cabras. L’apice della festa è previsto per il 13 marzo del 2014, quando la presentazione di venti statue e di alcuni modelli di nuraghe catalizzerà l’attenzione della comunità scientifica su Cagliari. I giganti, infatti, saranno le attrazioni principali del museo archeologico nazionale. Il giorno dopo, il 14 marzo, sei giganti e quattro modelli di nuraghe dovrebbero arrivare nel piccolo museo civico di Cabras dove, se non ci saranno novità, saranno esposti per un breve periodo. La notizia, tuttavia, non è stata confermata dall’assessore alla cultura, Fenisia Erdas: «Ci stiamo lavorando ma ora non c’è nulla di certo. Diciamo che se tutto dovesse andare per il verso giusto, il museo civico potrà esporre le statue per un periodo limitato». I giganti, probabilmente, finiranno nella stessa sala in cui, 28 anni fa, uno dei padri dell’archeologia sarda ribadiva ad alta voce la sua convinzione: «I giganti di Monte Prama devono ritornare a Cabras e riempire un museo che deve essere rinnovato e ampliato». La parole di Giovanni Lilliu, registrate su nastro, erano state pronunciate durante una conferenza-dibattito organizzata da Mena Manca Cossu nel 1985, quando gran parte dei giganti di Mont’e Prama era custodita negli scantinati del museo di Cagliari e tre statue erano esposte senza troppi fronzoli. L’appuntamento cabrarese, che precedeva un’escursione nel Sinis guidata dallo stesso Lilliu, era stata l’occasione per ribadire concetti e parole che sono rimasti di stretta attualità: «Vedo il museo come un contenitore», aveva detto Giovanni Lilliu, «una scatola da riempire con le statue. Se non dovesse bastare lo spazio sarà necessario costruire una nuova struttura, ma questi sono problemi che devono essere risolti dall’amministrazione comunale». Trent’anni dopo la situazione non è cambiata di una virgola. Il museo è sempre lo stesso e le statue non hanno mai fatto ritorno a Cabras. Tuttavia c’è chi spera nel futuro, quando il museo sarà ampliato e sei giganti, almeno loro – su un totale di ventisei statue – ritorneranno in laguna per un breve intervallo di tempo.
Quelle 26 statue trent’anni in trasferta
Ventisei statue a tuttotondo di epoca nuragica divise in circa 5mila frammenti pesanti, nel complesso, circa dieci tonnellate. I numeri e la natura dei giganti di pietra arenaria rinvenuti nelle campagne del Sinis, in località Mont’e Prama, hanno arrovellato le menti dei più brillanti archeologici sardi e italiani. Dopo il ritrovamento nel marzo del 1974, effettuato dal contadino Battista Meli, la zona di Mont’e Prama è stata oggetto di quattro campagne di scavo effettuate tra il 1975 e il 1979. Nelle terre di proprietà dalla confraternita del Santo Rosario di Cabras si alternarono i lavori diretti da Alessandro Bedini, Carlo Tronchetti e Giovanni Lilliu. Scavi che portano alla luce, oltre ai frammenti dei giganti recentemente assemblati nel certo di restauro di Li Punti, una necropoli con tombe a pozzetto. (c.z.)
 



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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