Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 November 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Le eccellenze dell'Isola
Otto aziende isolane premiate da Banca di Credito Sardo:
un esempio da seguire per uscire dal tunnel della crisi economica
 
La crisi c'è e si sente, ma esistono anche imprese che riescono a crescere, aumentare il fatturato, ingegnarsi per aumentare l'occupazione. Banca di Credito Sardo, così come lo scorso anno, ha deciso di premiarne otto, selezionate con l'aiuto di un comitato scientifico di cui fanno parte, oltre ai vertici dell'istituto, i rettori delle due università sarde, i direttori dell'Unione Sarda e della Nuova Sardegna, l'assessore regionale del Bilancio, il presidente della Sfirs e il direttore della Banca d'Italia di Cagliari. Un riconoscimento che le otto aziende condividono con gli imprenditori sardi che quotidianamente combattono contro la burocrazia, le difficoltà economiche, la stretta del credito con un unico obiettivo: agganciare la ripresa. Premiate anche due reti d'impresa: Cinara Iqnusa e la Rias-Rete imprese agroalimentari della Sardegna.
Ecco le aziende premiate.
ESSEDI La società di Guspini, più conosciuta per il marchio Edilana, si occupa di materiali per la costruzione di edifici a basso impatto energetico, grazie anche all'utilizzo di materiali biologici, a iniziare dall'utilizzo della lana di pecora come isolante. Con i suoi prodotti, è riuscita a ottenere importanti riconoscimenti e a raggiungere nel 2012 un fatturato di 9,5 milioni di euro.
CENTRO CARNI L'azienda, di proprietà della famiglia Forma, ha sede a Macomer, e si occupa di macellazione e confezionamento delle carni. La sua peculiarità sta nel fatto di avere un'organizzazione e una solidità tale da essere riuscita a chiudere contratti di fornitura con la grande distribuzione organizzata. Nell'ultimo anno ha fatturato 13 milioni.
DOMENICO MANCA Il marchio dell'olio d'oliva San Giuliano ormai si trova dappertutto grazie ai tanti premi ricevuti e alla capillare rete di distribuzione di quest'azienda che da quasi cento anni ottiene un prodotto di grande qualità nelle colline algheresi. Il fatturato registrato nel 2012 ammonta a 9,3 milioni di euro.
SUGHERIFICIO GANAU Chi invece fornisce ottimi strumenti all'industria agroalimentare è il sugherificio Ganau di Tempio. Nonostante il forte legame con la tradizione, grazie a nuove tecnologie riesce a produrre tappi in sughero di grande qualità che aiutano i produttori di vino a non far perdere le caratteristiche originarie al loro prodotto. Nel 2012 ha fatturato 31,5 milioni.
SARDEX Nata nel 2009 grazie all'idea di tre giovani di Serramanna, la società rappresenterà l'Italia all'European business award 2013-14, uno dei più prestigiosi concorsi per le aziende europee. Si occupa di monete virtuali: Sardex ha infatti creato un circuito di imprese all'interno del quale si paga con forme alternative all'euro. Il volume di operazioni transato in Sardex è pari a 15 milioni di euro l'anno.
CALA GINEPRO La storia dell'azienda turistica di Orosei potrebbe essere una sceneggiatura per un film se raccontasse la vita di Michela Mastio, fondatrice della società che oggi è tra le eccellenze nel campo dell'ospitalità turistica. L'imprenditrice iniziò tanti anni fa con la vendita porta a porta e oggi l'impero della sua famiglia fattura 5,75 milioni di euro all'anno.
MAORI FUTURE CONCEPT Il cantiere nautico nato a Olbia nel 2010 ha avuto una crescita esponenziale: nel 2012 ha fatturato 2,4 milioni di euro, operando nel settore della progettazione, costruzione e riparazione di imbarcazioni sportive e da diporto. A dare una spinta decisiva allo sviluppo del business, la realizzazione dei primi 15 esemplari del “Maori 50”, imbarcazione di 50 piedi innovativa sia sul fronte della navigazione che delle finiture.
B METAL L'azienda di Tortolì opera nel mercato della costruzione, montaggio e manutenzione di apparecchiature e impianti industriali nel settore off-shore, chimico e petrolchimico oltre che degli acquedotti. Tra i suoi clienti anche colossi come Saipem. E l'export rappresenta un punto di forza dell'azienda che nel 2012 ha fatturato 9,2 milioni.
Giuseppe Deiana
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
Monceri, Banca di Credito Sardo
«Agroalimentare e turismo sono complementari»
 
L'uscita dalla crisi è più vicina, dicono gli analisti economici, ma per fare in modo che la Sardegna possa agganciarla occorre che si punti su alcuni settori trainanti e si intervenga sulle criticità. La ricetta di Banca di Credito Sardo, istituto di credito che fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo, sarà illustrata oggi alle 17,30 nell'aula magna dell'Università di Cagliari in occasione dell'assegnazione di un premio alle otto imprese sarde che hanno mostrato di aver già imboccato la strada per uscire dalla crisi.
LA RICETTA A tracciare la strada da percorrere per uscire dalla crisi sarà il direttore generale di Banca di Credito Sardo Pierluigi Monceri insieme a Gregorio De Felice, responsabile del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo. «Per promuovere l'eccellenza e sostenere la crescita», spiega Monceri, «non si può fare a meno di guardare ad alcuni dei settori strategici dell'Isola, tra cui il turismo e l'agroalimentare, oltre a energia e Ict». Altri comparti tradizionali, infatti, sembrano soffrire ancora il rallentamento del ciclo economico, come ad esempio le costruzioni nel loro complesso (se si tralascia il comparto immobiliare in senso stretto, dove le cose vanno meglio, le sofferenze bancarie al 26,8% superano gli impieghi - fermi al 22,2% - così come le attività manifatturiere in genere: sofferenze al 20% e impieghi al 16%). L'idea di fondo, dunque, è quella di cogliere le opportunità che possono arrivare da una positiva dinamica dei consumi e magari da una maggiore propensione all'export delle imprese sarde.
TURISMO E AGRICOLTURA Per fare questo è indubbio che la Sardegna debba guardare al turismo e cercare di incrementare il legame tra l'industria del turismo e le produzioni agroalimentari. Partiamo dal primo settore: da gennaio ad agosto del 2013 si è registrato un aumento delle presenze del 7%, grazie soprattutto agli stranieri. Le difficoltà del settore, messe in mostra fino a oggi, restano però quelle di una ridotta dimensione aziendale e di una forte concentrazione del business alberghiero, ad esempio, in capo ad appena il 2% delle società del settore. Allora che fare? «Si deve agire sulla leva turistica», spiega Monceri, «tenuto conto che un incremento del 10% delle presenze di vacanzieri garantirebbe un incremento di fatturato di 300 milioni di euro, pari all'1% del Pil sardo». Non solo. Ogni presenza turistica genera un valore aggiunto di 63,8 euro, inferiore alla media nazionale (103,4 euro). Se il settore fosse visto come una concreta fonte di ricchezza, con il potenziamento dell'offerta, l'allungamento della stagione e uno stretto collegamento con l'agroindustria, si potrebbe arrivare a incrementare almeno di dieci euro il valore aggiunto per ogni presenza prodotta dal turismo.
AGROALIMENTARE Al contrario del settore turistico, il peso del valore aggiunto dell'agroalimentare sul manifatturiero in Sardegna è il maggiore in Italia, con una quota che si attesta intorno al 23%. Anche su questo fronte, però, ci sono condizioni da migliorare: su 100 euro di spesa, 27 prendono la strada di altri settori e solo 3 euro vanno a formare l'utile d'impresa. Si deve dunque agire per integrare la filiera con quella turistica, proprio con l'obiettivo di portare almeno a 73 euro, per presenza, la capacità di creazione di ricchezza del settore turistico. Solo a quel punto si potrà dire che il turismo fa ricca la Sardegna.
G. D.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Ultime della notte (Pagina 13 - Edizione CA)
«Credito alle imprese, una partita decisiva»
DENTRO LA NOTIZIA. Cappellacci ieri a Videolina
 
Nell'Isola messa in ginocchio dalla crisi le imprese chiudono, le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese. E la politica non riesce a dare risposte adeguate per contrastare una delle stagioni più buie dal dopoguerra. Il presidente della Regione Ugo Cappellacci tira in ballo le banche: «Il credito è un fattore decisivo. La responsabilità è del sistema bancario, in Sardegna soffre e fa soffrire le imprese». Sul piano Sulcis: «Non si può pensare che risolva in dodici mesi una situazione che si trascina da vent'anni». Poi rilancia la zona Franca, «è necessaria per fare un passo avanti».
Nuovo appuntamento con Dentro la notizia, sugli schermi di Videolina. Anthony Muroni dirige il dibattito con gli ospiti in studio. Lo scenario è a tinte nere. «La situazione è nettamente peggiorata», racconta don Marco Lai, direttore della Caritas regionale. «Sino a poco tempo fa si trattava di difficoltà, adesso si parla proprio di fame». Il giornalista dell'Unione Sarda Ivan Paone è pungente: «Siamo usciti dalla guerra e abbiamo sputato sangue per risollevare questo Paese per poi ritrovarci nel 2013 in queste condizioni?». I primi segnali nel 2007, l'esplosione nel 2008: «È una crisi arrivata con molta lentezza», spiega Francesco Pigliaru, prorettore dell'Università di Cagliari. «La situazione è estremamente difficile».
La legge finanziaria regionale mette sul piatto 6,4 miliardi di euro, «in grossa parte vengono portati via dalle spese correnti», precisa il consigliere regionale del Psd'Az Christian Solinas. La Chiesa lancia un salvagente con il prestito della speranza, «solo a Cagliari abbiamo erogato tra i 500 e i 600mila euro a sostegno delle famiglie in difficoltà», sottolinea don Marco, la Sfirs mette a disposizione delle imprese con problemi di liquidità un fondo di garanzia di 240 milioni di euro stanziati dall'Unione Europea. «Siamo già arrivati a 2500 domande», racconta Massimo Concas, il responsabile del servizio garanzie. Fabrizio Enne, segretario Cisl del Sulcis iglesiente, aggrotta la fronte: «È la stessa cifra stanziata, virtualmente, per gli ammortizzatori sociali. Bisogna fare un passo in più per sostenere le politiche attive per il lavoro». Per uscire dalla crisi, insomma, ci vuole un passo in più.
Sara Marci
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
LAVORO. Con i fondi regionali
Imprenditori dopo il master universitario
 
La Regione continua a credere nelle competenze di tanti giovani sardi. Per incrementare le opportunità di inserimento lavorativo - oltre a Master and Back, Back impresa, assegni, dottorati, borse di ricerca e di specializzazione - ora si scommette anche su Master in Sardegna e Alta formazione. Per quest'anno è stato previsto uno stanziamento di 26 milioni e 672mila euro che permetterà a 1.207 laureati di ottenere una formazione di eccellenza negli atenei nazionali e internazionali. Il Master in Sardegna, finanziato con quasi 3 milioni e 700mila euro, destinato a 354 studenti sardi e a 120 provenienti dal resto d'Italia e dall'estero, è articolato in 15 percorsi formativi che saranno realizzati «nei centri regionali di formazione professionale di Cagliari e Sassari», ha chiarito ieri l'assessore regionale del Lavoro, Mariano Contu, «in partenariato con le Università di Pavia, Vienna, Barcellona, Lisbona, San Paolo, Toronto e Auckland».
LE RISORSE Fino a oggi, l'investimento messo in campo con le risorse del Fondo sociale europeo del Por Sardegna 2007-2013 per sostenere programmi di alta formazione, borse e dottorati è stato di circa 157 milioni 192mila euro. Dal 2008 a oggi con quasi 81 milioni e 450mila euro è stato possibile finanziare 1.419 borse di studio per il Master and Back, destinate ai giovani che hanno effettuato 868 percorsi di Alta formazione in Italia, 508 in Europa e 43 in Paesi extra europei.
MASTER & BACK Per i percorsi di rientro del Master and Back, che hanno interessato 200 giovani che hanno seguito i corsi tra il 2011 e lo scorso anno, erano stati stanziati 11 milioni e 700mila euro. A queste risorse si aggiungono anche 1 milione e 750mila euro per 50 borse di studio negli atenei sardi, altrettanti fondi per la riapertura del bando per 50 beneficiari del Master and Back, 900mila euro per i 200 giovani dell'alta formazione e un milione per l'apprendistato di 120 beneficiari. «Il progetto di apprendistato di alta formazione e ricerca, nato da un accordo con le università», ha sottolineato l'assessore, «è mirato alla crescita professionale e all'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani apprendisti e dei dottorandi, ma anche alla formazione di figure professionali qualificate nell'ambito dell'innovazione e sviluppo tecnologico».
La Regione ha messo a disposizione anche 3 milioni e 300mila euro per il Back Impresa, che consentirà almeno a 33 nuovi imprenditori che hanno conseguito un master di avere fino a un massimo di 100mila euro per avviare una nuova azienda nei settori innovativi. L'assessore Contu ha ricordato anche che circa 2 milioni di euro (dal 2009 a oggi), sono serviti a pagare i 535 voucher del Catalogo interregionale di Alta formazione.
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 44 - Edizione CA)
Mariano IV, il giudice che sfidò gli Aragonesi
Gli Arborea e la guerra sarda di liberazione
Domani un importante convegno a Masullas sul padre di Eleonora
 
Chi era davvero Mariano IV de Serra-Bas, padre di Eleonora, giudice d'Arborea, conte di Marimba e del Goceano, visconte di Bas? Perché il sovrano osò - era il 1354 - rompere i legami storici con la Corona d'Aragona e muovere guerra alla potenza di Pietro il Cerimonioso trasformando l'Isola in un campo di battaglia nel sogno di costruire una nazione? La figura del giudice, fondamentale per la storia sarda (non bisogna dimenticare che per il 90 per cento la Carta de Logu è merito suo), sarà al centro di un convegno domani a Masullas (“La guerra di Mariano, giudice d'Arborea”, aula consiliare, ore 17). Non a caso l'incontro è organizzato dal Comune (oltre che dal Centro studi sulla storia del Parte Montis e dal museo “I cavalieri delle colline”): da anni il paese della Marmilla oristanese è un laboratorio di idee e di iniziative che hanno al centro la cultura e la valorizzazione della sua storia e dei suoi personaggi.
Nel convegno si parlerà anche delle istituzioni politiche, culturali ed economiche dell'Isola tra Medioevo ed Età moderna, e delle storie dei personaggi che si intrecciano con le genealogie aristocratiche che uniscono la Sardegna a Genova, alla Sicilia e alla Catalogna. Sarà lo storico Gian Giacomo Ortu ad aprire i lavori, soffermandosi sulla guerra di Mariano, che è anche la guerra di Eleonora, la famosa giudicessa reggente. «La nostra intenzione è di rivalutare la figura di Mariano, che in certi momenti sembra essere stato oscurato dalla figlia Eleonora - dice Ortu - e di riconoscere la portata politica e storica di quella che le fonti catalane chiamano ribellione, ma che in realtà fu una vera e propria guerra».
Una sorta di guerra di liberazione che aveva come obiettivo cacciare gli Aragonesi e unire i sardi in un'unica patria - sotto gli Arborea - regolata da un sistema omogeneo di leggi (non solo la Carta de Logu, ma il fondamentale Codice rurale che si occupava tra l'altro dei burrascosi rapporti tra contadini e pastori). «Il giudice non aveva altre strade, una volta che sentì minacciata la pienezza dei suoi poteri territoriali», aggiunge Ortu, docente di Storia moderna all'Università di Cagliari. Gli Aragonesi lo bollarono come ribelle. In realtà gli Arborea (che non si recarono mai a rendere omaggio ai sovrani d'Aragona, lo fecero solo per procura) capirono che i loro diritti erano stati violati, che lo scontro si poteva risolvere soltanto con le armi. Una lunga avventura che si infranse contro le inespugnabili roccheforti di Cagliari e Alghero e con la sua morte nel 1376 per la peste.
Tra gli altri interventi al convegno, Alessandro Soddu ricostruirà le strategie dei Doria e dei Malaspina, famiglie liguri che dominavano la parte settentrionale dell'Isola, Roberto Ibba esporrà la situazione del Parte Montis e della Marmilla nella guerra tra Arborea e Aragona, Luigi Orrù di San Raimondo parlerà dei primi titoli nobiliari concessi in Sardegna.
Masullas ci tiene a ricordare e celebrare il grande Mariano IV, la sua visione, il suo sogno. Questo paese di 1200 abitanti sotto Monte Arci, ben curato e accogliente come pochi nell'Isola, da anni investe nelle iniziative culturali. Il sindaco Mansueto Siuni è riconosciuto da tutti come il motore della svolta: «La cultura è al primo punto del programma. Scavando nella nostra storia, abbiamo ritrovato la nostra identità e creato occasioni di lavoro».
Assidui gli appuntamenti teatrali (domenica, al Comunale, Bocheteatro mette in scena un dramma storico sulla vita di Mariano), due musei-gioiello, il Geomuseo con una sala Flu da non perdere e quello dei Cavalieri delle colline, dedicato alle otto famiglie nobiliari del paese, dai Flores d'Arcais ai Coni, dai Sepulveda ai Dedoni. In primavera, una grande mostra sui Templari, presto anche l'esposizione delle 52 lastre con i pesci fossili recuperate dal cavalier Incani. Un posto d'eccezione è dedicato alla figura di Predi Antiogu, la sua “Scomunica” (a danno dei masullesi colpevoli di avergli rubato il bestiame senza indicare il colpevole), è uno dei poemi in sardo più brillanti, amato da Gramsci e dal linguista tedesco Wagner. Personaggi e storie della Marmilla, passando per il giudice che osò sfidare la potenza d'Aragona.
Lello Caravano
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 18 - Ed_Cagliari
Ecco le aziende che superano la crisi
Banca di Credito sardo premia le piccole industrie innovative. Avere successo? «Serve l’idea e anche un piano finanziario»
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI L’altra faccia della luna è una Sardegna che funziona e che affronta la crisi a testa alta. Imprenditori che prendono linfa dal proprio territorio e racchiudono le caratteristiche indispensabili per fare impresa: innovatori, esportatori con solide basi finanziarie. L’altra faccia della luna è la seconda edizione del premio ideato dalla Banca di Credito sardo per «promuovere l’eccellenza e sostenere la crescita». (La premiazione delle otto aziende selezionate avverrà questo pomeriggio nell’aula magna del Rettorato a Cagliari). Pierluigi Monceri, direttore generale della Banca di credito sardo, definisce l’iniziativa giunta alla seconda edizione come uno «spaccato di positività» e lo spiega in questa intervista alla Nuova. Fare impresa in Sardegna è più difficile per la mancanza di infrastrutture ma per fortuna ci sono tante aziende sane. Hanno caratteristiche peculiari?
«Sì ci sono tante cose che non vanno ma vogliamo anche mettere in evidenza quello che funziona bene. Le peculiarità ci sono e sono indirizzate su quattro direttrici, tipicità rappresentate dal turismo, dall’agroalimentare, dall’energia e dall’Ict, quest’ultimo legato soprattutto all’area di Cagliari».
Sono imprese che fanno tesoro anche delle tradizioni territoriali?
«Sì, tipicità ma anche tradizioni. Aziende che possono avere maggiore sensibilità per le esportazioni e che provano a inserire le proprie logiche in una produzione di innovazione».
Le esportazioni non sono un punto dolente per molte imprese?
«C’è un tema nell’export legato alle dimensioni che non vuole dire necessariamente fare in modo che tre aziende diventino una sola. Oggi si possono usare strumenti che ieri non esistevano: le reti di impresa».
Con le reti di impresa si salva l’individualismo connaturato agli italiani?
«In quel modo le aziende possono trovare la maniera di mettere in comune servizi e indirizzi per fare in modo che la massa critica che si può generare risulti di maggiore appeal per mercati internazionali piuttosto che fare promozione».
Le aziende prescelte per il vostro secondo premio sono tutte innovative?
«Sono molto legate ai quattro settori che ho indicato (turismo, agroindustria, energia e Ict, Ndr), proprio perché nei momenti difficili è più opportuno partire dalle cose che ci sono congeniali. Quelle aziende hanno la capacità di stare sui mercati internazionali».
Quali qualità occorrono per lanciare una start up? E quali consigli darebbe a un giovane che volesse fare impresa?
«Quello che serve per lanciare un’impresa è avere una idea solida e sensata che non vuol dire avere una idea innovativa clamorosa ma avere la capacità di innescare su situazioni tradizionali quel meccanismo di innovazione necessario per il prodotto finale».
Che cosa manca di più: le idee o il denaro?
«L’idea “solida” deve essere accompagnata da una pianificazione finanziaria che la rende credibile. Su questo punto cadono in molti: spesso ci sono buone idee ma manca la struttura finanziaria. L’idea buona non necessariamente diventa un business».
Ma questo dipende anche dalle banche. Rete imprese si lamenta anche in questi giorni per il blocco del credito.
«Non è così, ragioniamo sui numeri».
I numeri dicono che in Sardegna i prestiti sono calati.
«E’ vero sono calati del 2,6% e la media del Paese è scesa del 5%. Ma allora dobbiamo anche vedere come si sono evoluti i fatturati e gli investimenti».
Sono calati anche quelli.
«Il fatturato è sceso del 4,8% e gli investimenti del 5,4%. Con questi numeri devo fare due osservazioni. La prima è che c’è una contrazione del credito anno su anno ma è anche vero che le modalità che dovrebbero stimolarlo sono in uguale contrazione».
La seconda osservazione?
«La qualità del credito è peggiorata, i giri a sofferenza nella media del Paese sono al 3,5%, in Sardegna e Sicilia al 4,5%. Voglio dire, quindi, che il problema è molto più ampio, più generale, e che il sistema bancario fa la sua parte».
Le otto aziende premiate stasera sono: Centro Carni e Domenico Manca (agroalimentare); Cala Ginepro (turismo); Maori Future (nautica); Sardex (moneta virtuale); Essedi lana di pecora (energia); B Metal (impianstica); Sugherificio Ganau che da tre generazioni porta avanti un’azienda innovativa legata alle tradizioni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 34 - Ed_Cagliari
la città che cambia
Parco urbano integrato col Policlinico
Questo il progetto dell’istituto ospedaliero che prevede anche un’area riservata ad auto e motocicli a trazione elettrica
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Un parco urbano in una delle zone più congestionate della città, trecento parcheggi, auto, scooter e bici elettriche per avere accesso alla Ztl ed energia elettrica gratis per le vicine scuole elementari. È il progetto di ristrutturazione del Policlinico sassarese e dell’intera area compresa fra viale Italia, via Muroni, via Porcellana e via Sardegna, studiato dall’Istituto sanitario privato che da 92 anni opera al centro della città. Per poter realizzare il piano di restyling e riqualificazione energetica dell’ospedale e dell’intero isolato, il Policlinico punta a ottenere l’accesso ai fondi comunitari “Jessica”, ossia a risorse comunitarie per progetti di sviluppo e rigenerazione urbana. L’erogazione dei finanziamenti(fra i 10 e i 15 milioni), gestita dalla Regione, non è a fondo perduto, ma ogni singolo centesimo va restituito, usufruendo però di un tasso agevolato. «Il nostro obiettivo è quello di attuare un’innovazione nell’ambito dei servizi sanitari che la nostra struttura offre all’utenza e allo stesso tempo aprire l’area del Policlinico alla città, creando un parco urbano e un parcheggio che offra la possibilità di uno scambio intermodale con mezzi elettrici che hanno accesso alla ztl», spiega il presidente del Cda del Policlinico, Piero Bua. Il progetto prevede un intervento di manutenzione generale dell’ospedale, pensato, oltre che per una riorganizzazione dei reparti, per un efficientamento energetico dell’intero edificio, e non solo. Sarà realizzata un impianto di cogenerazione di energia elettrica che sfruttando l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto, renderà l’ospedale autosufficiente e produrrà un surplus di energia che sarà messa a disposizione, gratuitamente, del Comune per alimentare la vicina scuola elementare. Sul versante di via Porcellana saranno costruiti 2 piani seminterrati con 300 posti auto, e in superficie, al livello di viale Italia, nascerà un giardino pensile, con accesso libero anche da viale Italia tramite un tunnel pedonale che attraversa l’area ospedaliera. Accanto al parcheggio ci sarà un’area attrezzata per la mobilità sostenibile: auto, scooter, biciclette e minivan elettrici, con tanto di colonnine per la ricarica. «Vorremmo promuovere e incentivare la mobilità sostenibile con gli utenti che parcheggiano la loro auto nel posteggio multipiano e poi utilizzano i mezzi elettrici per spostarsi in città e accedere alla ztl», spiega ancora Pietro Bua. Per riuscire a passare dalla fase progettuale a quella operativa, accedendo ai fondi Jessica e avviando i cantieri, il piano del Policlinico ha bisogno di condivisione, e per questo motivo il presidente Bua e il direttore generale Vincenzo Dettori, stanno concertando le azioni con la Asl , la Regione, il Comune di Sassari e gli istituti di credito che gestiscono i finanziamenti comunitari. Il progetto ha già ottenuto l’appoggio del Comune: nei giorni scorsi la giunta ha dato il proprio consenso all’iniziativa rilasciando un parere di coerenza del piano con le Linee di programmazione strategica comunale. «Abbiamo ritenuto che la proposta presentata dal Policlinico sassarese fosse in linea con la Programmazione che l’amministrazione sta attuando nel territorio e aderisse ai requisiti richiesti per l’accesso ai fondi Jessica – spiega l’assessore alla Programmazione, Nicola Sanna –. Come Comune invitiamo altri soggetti privati a presentare progetti che possano essere finanziati con i fondi Jessica».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 37 - Ed_Cagliari
il convegno
Uno scrittore sardo nella Resistenza
Cagliari, due giornate di studio allestite dalla Soprintendenza archivistica della Sardegna
Giaime Pintor e il lungo viaggio dell’antifascismo italiano. Le carte, la memoria, la storia.
di Walter Porcedda
 
CAGLIARI Forse fu lo sguardo lungo di chi è cresciuto davanti al mare a fare di Giaime Pintor un intellettuale atipico, senza dogmi, capace di aprirsi curioso al mondo. Aguzzando la vista in direzione dell’orizzonte, dalla finestra di casa sua, una palazzina sita nella salita di via Fiume che a Cagliari porta a Buoncammino, lo scrittore e partigiano antifascista sardo – morto a soli 24 anni, dilaniato da una mina tedesca, il 1 dicembre del 1943, mentre con un drappello di compagni passava le linee nel casertano – guardava lontano, oltre la vasta distesa d’acqua. Il fratello Luigi, insigne giornalista fondatore del quotidiano “Il Manifesto” nell’autobiografico “Servabo” andando agli anni cagliaritani dell’infanzia e dell’adolescenza, ricordava come “sembrava che il piroscafo varcasse un oceano e i rari idrovolanti accendevano l’immaginazione”. Proprio da quei “balconi di casa” li vedevano “alzarsi in volo dagli stagni o approdare in una scia di schiuma come nelle isole dei mari del sud , scoperte al cinematografo o nei racconti di avventura”. A Giaime Pintor, studioso e patriota, nei settanta anni della Resistenza la Soprintendenza archivista della Sardegna dedica due intense giornate di studi, il 25 e 26 novembre, nel teatro Comunale, con relazioni di storici e studiosi, una mostra con inediti (il diario intimo dello scrittore)e anticipazioni di opere. «Abbiamo scelto Pintor – spiega così la Soprintendente Monica Grossi – come rappresentante sardo del periodo resistenziale, anche per riscoprire un personaggio che in Sardegna è ancora poco conosciuto. Con l’obiettivo di farlo conoscere soprattutto ai più giovani. Ci siamo resi conto anche attraverso a una serie di interviste commissionate alla cattedra di Sociologia dei processi culturali diretta da Emiliano Ilardi che pochi conoscono le opere e la sua vita. Giaime Pintor era una figura assai particolare dentro la resistenza italiana. A differenza di altri che compiranno la scelta di diventare partigiani attraverso quello che gli storici chiamano “il lungo viaggio” (titolo anche di una delle relazioni del convegno tenuta da Albertina Vittoria) Giaime parte da una cultura della scelta individuale, attraverso un excursus personale. L’adesione nel movimento collettivo giunge nel momento in cui si renderà conto che quella sua scelta non basta più. In questa evoluzione, dall’individuo al collettivo, c’è il percorso di chi capisce come l’unione nella molteplicità,anche nelle differenze, può rendere più efficace una lotta». Un intellettuale quindi che sta dentro un flusso di pensiero democratico europeo più di tanti intellettuali italiani suoi contemporanei. «Nel corso del convegno tentiamo di compararlo con altre figure. Ad esempio quella di Renzo Laconi che compie un itinerario completamente diverso. Organico e dentro un contesto ben riconoscibile. Giaime si formò a Cagliari ma sentì forte la spinta verso l’esterno. Ai genitori chiese di completare gli studi a Roma dove venne ospitato dallo zio Fortunato, allora direttore della Biblioteca del Senato che poi lasciò per andare, chiamato da Gentile, alla Enciclopedia Italiana. A Roma Giaime accede al salotto del liberalismo frequentato anche dagli esponenti di quella che sarà poi la sinistra più ortodossa. Un circolo particolarmente fluido. La spinta ad andare fuori è una costante di Pintor e lo porterà anche a frequentare la cultura tedesca di cui è profondo conoscitore (fu un mirabile traduttore di Rainer Maria Rilke), frequentò la scuola per ufficiali... Una serie di suggestioni di cui si nutrì senza arrivare mai a volersi ritagliare un profilo netto. Ed è ciò che oggi attrae di Giaime. Ancora più sorprendente la scelta finale, quando deciderà di abbandonare tutto e diventare partigiano. Impossibile relegarlo a una immagine precostituita. Giaime Pintor era davvero tantissime cose. Ne ho avuto personalmente conferma – conclude Grossi – parlando con la sorella Antonietta che mi ha raccontato questa etereogenità e libertà di pensiero». “Giaime Pintor e il lungo viaggio dell’antifascismo italiano. Le carte, la memoria, la Storia” si apre il 25 novembre alle 16,30. Interventi di Claudio Natoli (“L’antifascismo italiano: un incontro tra diverse generazioni”); Albertina Vittoria ; Cecilia Calabri ( vita e pensiero di Giaime Pintor); Luisa Di Felice (“Renzo Laconi. La formazione antifascista di un intellettuale di provincia”). A seguire Rita Atzeri e Mario Faticoni del Crogiuolo con brani scelti da “Solo un anno ancora di giovinezza” e l’inaugurazione della mostra “Doppio diario”. L’indomani alle ore 10 “LeggiGiaime” maratona di lettura su Giaime Pintor (domani anche a Casa Enna di Tramatza). A seguire gli interventi di Margherita Martelli, Sara De Biasi , Monica Pacini de Emiliano Ilardi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Attualita
la crisi
Imprenditori più poveri dei dipendenti
In media dichiarano 200 euro in meno. L’Ocse: i dirigenti pubblici italiani guadagnano il triplo dei loro colleghi stranieri
di Lorenzo Robustelli
 
BRUXELLES Imprenditori più poveri dei loro dipendenti, manager pubblici pagati come se lavorassero ognuno come quattro colleghi tedeschi (e con gli stessi risultati). Per fortuna che ai disoccupati a Natale arriverà un rimborso Irpef anticipato. Le notizie di ieri intorno al reddito di chi lavora (o ha perso il posto) si sono accavallate, descrivendo un Paese dove c'è ancora tanto da fare sul fronte delle riforme della burocrazia, del fisco e del mercato del lavoro, i tre temi che la Commissione europea solleva da anni, e costantemente, come i primi problemi da risolvere per l'Italia. La notizia più eclatante - anche se in realtà conferma quello che avviene da molti anni - è che chi lavora da dipendente, in media, è più ricco di chi fa il padrone. E' vero che tra gli imprenditori ce ne sono tanti che lavorano da soli, senza dipendenti e altri che pur di salvare l'azienda e i posti di lavoro tirano la cinghia per qualche tempo, però che il misero milione e mezzo di imprenditori guadagni in media 200 euro l'anno meno degli oltre 20 milioni di salariati offre materia di riflessione, forse anche sui controlli fiscali. Secondo un rapporto del Dipartimento Finanze del ministero dell'Economia «i soggetti con reddito da lavoro dipendente prevalente (oltre 20,1 milioni) dichiarano un reddito medio di 20.680 euro», mentre «i soggetti con reddito d’impresa prevalente sono circa 1,5 milioni (89% di coloro che dichiarano reddito d’impresa), per un valore medio di 20.469 euro». In mattinata erano arrivati anche i dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) secondo i quali in Italia i dirigenti della Pubblica amministrazione guadagnano il triplo della media dei loro colleghi del resto dell'organizzazione (praticamente i 34 paesi più ricchi dell'Occidente più pochi altri). I nostri direttori generali portano a casa 632mila dollari l'anno, quasi tre volte la media degli altri, ferma a 232mila dollari. Ben distanti i dirigenti della Nuova Zelanda, al secondo posto, con 400mila dollari e poi i cileni. Molto indietro francesi e tedeschi che si fermano a poco più' di 250mila dollari. I dirigenti di livello più basso godono meno, ma sono sempre sopra la media: 176mila dollari contro i 126 degli altri. Sono invece sottopagati gli impiegati della pubblica amministrazione italiana, che potrebbero contestare qualcosa ai loro capi, con 69mila dollari l'anno contro una media Ocse che sfiora i 90mila. Il ministero della Funzione pubblica, riguardo ai dirigenti, ha precisato però che le nuove leggi impongono dei limiti agli stipendi. Anche i più alti gradi dal 2012 possono arrivare ad un massimo di 302.937 euro annui lordi (circa 360.000 dollari, sempre molto di più degli altri, neozelandesi esclusi). Ma sono solo i nuovi dirigenti, non quelli in carica. E poi, secondo la deputata di Sel Titti di Salvo, in realtà «il tetto è aggirato in diversi modi». E c’è anche un altro problema secondo l'Ocse: il fatto che in alcuni paesi, fra cui l'Italia, le amministrazioni pubbliche hanno ridotto pesantemente l'occupazione: nel nostro paese in dieci anni si è infatti passati dal 15,4% del totale al 13,7%. Per qualcuno che davvero se lo merita arriva invece un regalo di Natale. Lo Stato, una volta tanto, non picchia sui più deboli. Settantacinque milioni di euro di rimborsi fiscali sono in arrivo per gli oltre 96mila contribuenti che, non avendo più un datore di lavoro e vantando un credito fiscale, hanno usufruito dell'opportunità offerta dal Decreto del Fare di presentare il modello 730 “Situazioni particolari”. Così dal 21 dicembre potranno avere i soldi del rimborso Irpef.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 28 - Sassari
università
Lectura Dantis, il Purgatorio diventa un luogo magico
Gianni Venturi e Sante Maurizi oggi presentano la seconda delle tre serate dedicate all’antica tradizione dal Dipartimento di Scienze umanistiche
 
SASSARI Un accademico e un attore trasformano l’ascolto del primo canto del Purgatorio in un momento affascinante e formativo. L’appuntamento pere gli amanti della Divina Commedia è oggi alle 18.30, nell’aula magna dell’Università centrale, dove è in programma il secondo appuntamento della fortunata “Lectura Dantis turritana”. Oggi sarà la volta del primo canto del Purgatorio, presentato da Gianni Venturi, già ordinario di Letteratura italiana all’Università di Firenze. Il primo canto del Purgatorio sarà recitato – come nella serata di apertura dedicata al primo canto dell’Inferno, introdotto da Giuseppe Ledda dell’Università di Bologna – dall’attore e regista Sante Maurizi. «Per iniziativa del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali dell’Università di Sassari – si legge in una nota – rivive l’antica tradizione della Lectura Dantis, la cui nascita si fa risalire alle lezioni del Boccaccio iniziate a Firenze nell’ottobre del 1373, e diffusasi attraverso i secoli nelle principali sedi di studio di Dante in Italia e in Europa, approda in Sardegna». «Terra “dantesca”, intensamente evocata nella Divina Commedia attraverso personaggi, paesaggi e costumi – spiegano gli organizzatori della Lecutura – la Sardegna accoglie dunque per la prima volta la prestigiosa istituzione, riservando alla città di Sassari il privilegio di ospitarla fra le sue mura». «Ogni Lectura Dantis è un’esperienza allo stesso tempo partecipativa e specialistica, che mira a incrementare la tradizione degli studi danteschi e a coinvolgere la cittadinanza – si legge ancora nel comunicato –. Accanto alla comunità accademica, è pertanto la comunità tutta a rendersi partecipe e accogliente nei confronti dell’iniziativa, che viene patrocinata dall’assessorato comunale alle Culture e sostenuta dalla Società Dante Alighieri di Sassari». Il primo canto del Paradiso sarà l’argomento dell’incontro del 29 novembre, che si terrà sempre alle 18.30 nella sala conferenze dell’ex Infermeria San Pietro. La lettura di Sante Maurizi seguirà l’introduzione di Stefano Prandi dell’Università di Berna.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Sassari
Turismo, convegno della Banca d’Italia
All’incontro, promosso insieme a Confindustria e Crenos, si parlerà di economia e trasporti
 
ALGHERO L'economia sarda e in particolare il comparto turistico ricettivo cui è strettamente legata, saranno oggetto di una approfondita analisi in occasione del rapporto semestrale della Banca d’Italia che insieme a Confindustria Nord Sardegna e Crenos, espressioni delle Università di Sassari e di Cagliari, promuovono l’incontro dal titolo “Economia della Sardegna”. Il convegno si terrà martedì alle 10 nell'aula magna del dipartimento della facoltà di Architettura. Interverranno all'incontro: il direttore della filiale di Sassari Banca d’Italia, Dealma Fronzi; Antonio Conti e Giovanni Soggia dell’Ufficio analisi e ricerche economiche territoriali Banca d’Italia di Cagliari; il presidente Confindustria Nord Sardegna, Pier Luigi Pinna; il presidente Federalberghi Sardegna, Giorgio Macciocu; il professore di Economia dell’Università di Sassari, Disea e Crenos, Marco Vannini. Si tratta di un appuntamento di particolare importanza anche perché i riferimenti economici e le rilevazioni statistiche, indubbiamente autorevoli, della Banca d'Italia, consentiranno di mettere a fuoco la reale situazione economica della Sardegna e del turismo in particolare, soprattutto dopo una stagione ricca di indicazioni spesso contrastanti. Tra i diversi elementi che hanno portato a tracciare il quadro economico, per restare all'industria delle vacanze isolana, da non sottovalutare quello legato al fenomeno dei collegamenti low cost che nel corso della stagione appena trascorsa ha prodotto numeri di assoluto interesse, in crescita, subentrando di fatto al calo del traffico marittimo gravato dall’esosità delle tariffe dei traghetti. L'appuntamento della Banca d'Italia e della Confindustria Nord Sardegna consentirà inoltre, per quanto riguarda i contenuti di merito, di individuare elementi utili per la ripresa economica a breve e medio termine. (g.o.)

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