Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
31 October 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’UNIONE SARDA / Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
I COMPENSI. Al secondo posto Carlo Manconi, amministratore unico di Abbanoa
CASTAGNA (CTM) IL PIÙ RICCO
Il direttore dell’azienda di trasporto guadagna 220mila euro
È in sella ad Abbanoa da febbraio del 2012: Carlo Manconi, amministratore unico del gestore idrico, può contare su un compenso annuo di 160mila euro lordi, che l’anno scorso (visto che ha percepito solo undici mensilità) si sono limitati a 136mila. Il suo, tra gli amministratori della società partecipate dal Comune, è lo stipendio più alto tra quelli indicati nella sezione "trasparenza" del sito. In realtà è il direttore generale del Ctm Ezio Castagna a guadagnare di più: 220mila euro lordi all’anno, a cui si aggiungono anche 12mila euro per la carica di amministratore del consorzio Its area vasta.
Il cda del Ctm è scaduto ed è in attesa di rinnovo. Il suo presidente, Giovanni Corona, ha guadagnato dal 2010 a oggi poco più di 41mila euro all’anno, sempre lordi. I consiglieri avevano invece un "gettone" annuale di 22.311 euro. Per il dopo-Corona, si fanno vari nomi. C’è quello del preside di Giurisprudenza Massimo Deiana, del docente universitario Italo Meloni, dell’ex assessore ai trasporti della Giunta Soru e attuale sindaco di Mogoro Sandro Broccia, dell’ex assessore dei lavori pubblici di Soru Carlo Mannoni, di Gabor Pinna, ex assessore al bilancio di Zedda, che ha lasciato l’esecutivo per incompatibilità con il suo ruolo di dirigente Sfirs. Nessun compenso invece per la Società ippica. Neanche il presidente Mauro Ballero ha un’indennità. E anche Renato Oppes, Paolo Moi, Gian Carlo Deidda, Efisio Floris, Franco Ghiani e Stefano Manso non ricevono gettoni di presenza. «Svolge l’incarico gratuitamente» pure Donatella Sole, dipendente del Comune che un anno fa è stata nominata amministratore unico della Multiservizi Srl. (m.r.)
 
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
2 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 22 - Ed_Cagliari
L’università di Cagliari partecipa a un progetto europeo anti-spoofing
SICUREZZA BIOMETRICA, LOTTA APERTA ALLA PIRATERIA 
Nel consorzio “Tabula rasa” anche l’equipe del professor Fabio Roli 
CAGLIARI Dai film di fantascienza ai nuovi smartphone: i sistemi di sicurezza biometrici – l’ultimo esempio è l’impronta digitale per i telefonini – sono già qui. La tecnologia che va avanti. Ma ci sono già i furbetti che si stanno mettendo al passo: si chiama spoofing l’impiego di make up, fotografia, registrazioni vocali per aggirare l’ostacolo. Le contromisure? Un progetto promosso dall’Unione europea e portato avanti dal consorzio Tabula rasa, con dodici organizzazioni provenienti da sette paesi. E in campo c’è anche l’Università di Cagliari. L’ateneo del capoluogo ha partecipato al progetto con il laboratorio diretto dal professor Fabio Roli e con l’unità di ricerca sulle tecnologie biometriche. I ricercatori cagliaritani hanno sviluppato in particolare una nuova tecnologia che impedisce l’utilizzo di una finta impronta digitale, ad esempio un dito di plastica, per frodare i sistemi di riconoscimento utilizzati negli aeroporti e in procinto di arrivare sui nostri bancomat. È stato anche sperimentato l’uso combinato del riconoscimento facciale e delle impronte per complicare la vita ai malintenzionati. In corso collaborazioni con aziende per il trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca anche in vista di un loro possibile sfruttamento commerciale. Un video su youTube realizzato dalle università di Cagliari e Oulu (Finlandia) mostra quanto può essere importante proteggersi dai ladri di dati. C’è Valerio che entra nel sistema del computer utilizzando l’impronta digitale. Ma una volta che ha abbandonato la sua postazione arriva Luca, il collega che vuole carpire le informazioni inserite nel pc. Per aggirare la barriere usa un fake finger, un falso dito, e accede a tutte le informazioni. Terza scena: Valerio, questa volta più accorto, inserisce un dispositivo anti-spoofing. E questa volta Luca, anche con lo stratagemma usato prima, non può accedere ai dati. E se ne va, senza mascherare il suo disappunto. Ingresso vietato. L’Ue in generale ha investito 4,4 milioni nel progetto Tabula rasa: a questa cifra va sommato quella messa a disposizione dal consorzio, 1,6 milioni. Ci sono già i primi risultati: Tabula rasa ha già trasferito alle aziende tutto quello che sa relativamente a cinque di queste contromisure. "Molti di noi- spiega in una nota Ryan Heath- portavoce della commissione europea, responsabile dell’agenda digitale e delle relative tecnologie- conservano informazioni personali e confidenziali su smartphone e tablet: dobbiamo quindi avere la tranquillità di poter fare pieno affidamento sugli strumenti biometrici". Nel 2014 l’Ue lancerà un nuovo programma dedicato a ricerca e innovazione: si chiamerà Horizon 2020 e durerà sette anni. (s.a.)
 

3 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 21 - Sassari
TURN OVER BLOCCATO, ATENEO IN RIVOLTA 
L’università, fra le ultime nella classifica del ministero, potrà sostituire pochissimi dei pensionati 
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Un sostanziale blocco del turn over e l’umiliazione di finire in fondo alla classifica delle università italiane meritevoli o meno di accedere ai finanziamenti per sostituire il personale in uscita. Per decisione del ministro Maria Chiara Carrozza l’ateneo cittadino, di circa 30 dipendenti che andranno in pensione, potrà sostituirne 4 al massimo 5. Insomma, l’università cittadina è ultima della classe, assieme ad alcune altre del Sud (Foggia e Napoli) perché la spesa per il personale è troppo alta e il rapporto tra uscite (gli stipendi appunto) e le entrate (tasse e fondo di funzionamento ordinario) è superiore all’80 per cento, per la precisione siamo all’84,69. Bollino rosso che nell’assegnazione dei “punti organico” – ciascuno di questi punti corrisponde al costo annuale di un dipendente, 118mila euro lordi per un professore ordinario, il 70 per cento di questa cifra per un associato e il 50 per un ricercatore – ha fatto precipitare Sassari in fondo al pozzo, Nel 2013 l’ateneo ha a disposizione, dice la tabella distribuita dal ministero, 1,52 punti organico, che corrisponde al 6,86 per cento del personale in uscita. Una percentuale che è suonata come uno schiaffo negli uffici amministrativi e del rettorato dove, a quanto dice un arrabbiatissimo Attilio Mastino, si è lavorato alacremente per migliorare i conti. «La situazione nella quale ci troviamo – ha affermato – è il risultato di una serie di ingiustizie che stiamo meditando di esporre in un ricorso al Tar. A cominciare dal valore attribuito alla ricerca nella quale ci eravamo distinti e che oggi, in virtù di una serie di decisioni che si sono accavallate, viene considerata per il 10 per cento mentre sale all’80 per cento la valutazione della didattica nella quale abbiamo ancora tanto da fare. Non è stato poi considerato, nell’equilibrio dei conti, che le università dove esiste il dipartimento di Medicina sono gravate dal peso economico dell’assistenza: basti pensare che in Sardegna la Regione non ha versato per decenni le indennità assistenziali ai medici rovesciando questa incombenza sull’ateneo. Tutte voci che non possono non pesare sul bilancio. A causa di queste inique distribuzioni dei finanziamenti ci troveremo a perdere un’intera generazione di giovani ricercatori. Le università del Sud sono state discriminate senza che si valutasse caso per caso». L’atteggiamento del ministero è stato stigmatizzato anche da altri rettori che non vogliono accettare il fatto che il tetto massimo del 20 per cento stabilito per il turn over da un decreto di Monti del 2012, sia stato ampiamente superato da università “virtuose”, come ad esempio la Sant’Anna di Pisa, che oggi potranno assumere fino al 200 per cento. «Una penalizzazione pesante per le università del Meridione – incalza il preside di Agraria Giuseppe Pulina nonchè candidato rettore alle prossime elezioni – perché non considera che questi provvedimenti inaspriscono situazioni già pesanti. Non si può ad esempio non considerare che tasse studentesche contenute, necessarie in un contesto di basso reddito pro capite, significano minori entrate. Provvedimenti come questo dei punti organico, derivanti a loro volta dai conti che faticano a stare in piedi, non fanno altro che impoverire l’ateneo, far scendere il suo appeal, e mandarlo sempre più nel limbo delle università borderline». I rettori comunque non intendono darsi per vinti e si uniranno per mettere in discussione le decisioni del ministro Carrozza.

 
 
4 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 19 - Cultura-Spettacoli
CAMPUS UNIVERSITARIO 
Ex Semoleria Azzena, il no del Comune di Sassari all’Ersu è giusto 
di GIAMPIERO UNEDDU
Consigliere comunale Sassari
Il 17 settembre scorso il Consiglio comunale di Sassari ha deliberato, a larga maggioranza, di esprimere parere sfavorevole alla localizzazione nell’area delle ex Semolerie Azzena di un intervento dell’Ersu per la realizzazione di una "residenza universitaria con relativi servizi accessori. Con la stessa deliberazione il Consiglio comunale ha invitato il Sindaco e la Giunta Comunale a proporre al suddetto Ente regionale un tavolo di concertazione per individuare possibili soluzioni alternative. Le motivazioni che hanno portato il Consiglio comunale ad assumere tale decisione riguardano sia la procedura seguita dall’Ersu per la formazione della scelta, sia il merito della proposta. Da una parte, non è stato condiviso il mancato coinvolgimento da parte dell’Ente dei portatori dei vari interessi collettivi della città, che anzi hanno manifestato una diffusa contrarietà alla localizzazione dell’intervento col voto contrario del Senato Accademico e dal Cda dell’Università, il voto contrario del rappresentante dagli studenti in seno al Cda dell’Ente, gli interventi pubblici di alcune associazioni ambientaliste, movimenti politici, esponenti di vari ambiti culturali e, certamente non ultimo per importanza, dello stesso Sindaco Ganau. Dall’altra parte, l’area prescelta è stata considerata dal Consiglio comunale non idonea per l’insufficiente integrazione urbanistica nel tessuto cittadino, la difficile raggiungibilità veicolare, pedonale e ciclabile e gli effetti di congestione sui flussi di traffico che l’intervento potrebbe determinare nella Via Predda Niedda. In sintesi, il Consiglio comunale ha ritenuto che la scelta di localizzare l’intervento nell’area delle ex Semolerie Azzena non garantisca un’adeguata tutela dell’interesse pubblico, che costituisce il presupposto essenziale per la concessione della variante urbanistica. Recentemente la Commissione urbanistica comunale, di cui faccio parte, è stata informata della richiesta avanzata dalla Società proprietaria dell’area al settore Edilizia Privata del Comune di un parere preliminare sul progetto che l’Ersu intende realizzare nell’area delle ex Semolerie Azzena. Non si comprende quali speranze di esito favorevole possa avere la suddetta richiesta, posto che l’istituzione competente a rilasciare il parere vincolante continua indubbiamente ad essere, ai sensi delle citate leggi che disciplinano i Programmi Integrati, il Consiglio comunale che, come detto, si è già espresso negativamente sulla localizzazione dell’intervento nell’area in questione. Delle due l’una: o si vuole tentare un’ulteriore "opera di convincimento" nei confronti dei singoli consiglieri comunali, o si vuole far trascorre inutilmente ulteriore tempo per far crescere il timore che si possa perdere il finanziamento dell’opera, concretizzando in tal modo la minaccia del presidente dell’Ersu (cfr La Nuova Sardegna del 13/04/2013): "o si fa come dico io oppure a quei 40 milioni gli dò fuoco". Nella prima ipotesi, ritengo sia molto improbabile che il Consiglio comunale, Sindaco e Giunta compresi, possano rimangiarsi una decisione assunta in assoluta corrispondenza alle aspettative della città. Nella seconda ipotesi, ritengo che il Consiglio comunale non possa essere condizionato da una minaccia. In ogni caso, la responsabilità dell’eventuale perdita del finanziamento ricadrebbe soggettivamente sui rappresentati dell’Ersu e oggettivamente sui partiti politici che tali rappresentanti hanno nominato. Per parte mia, da amministratore del Comune di Sassari, in attesa di sviluppi della vicenda che consentano valutazioni ulteriori e maggiormente condivise di possibili soluzioni alternative, mi impegno a mantenere una posizione coerente con quella già assunta, al solo scopo di continuare a tentare di garantire esclusivamente la tutela degli interessi collettivi.


5 - LA NUOVA SARDEGNA / Pagina 7 - Sardegna
Docente di fama, esperto di beni culturali 
CHI È 
Accademico dei Lincei, Salvatore Settis è un archeologo e storico dell’arte di prestigio internazionale. Professore ordinario specializzato nelle antichità classiche greca e romana, è stato per undici anni direttore della Normale di Pisa. Nel 2009 si è dimesso dalla presidenza del Consiglio superiore per i beni culturali per protesta contro i tagli del governo Berlusconi alle attività didattiche e ricerca degli atenei italiani. È autore di decine di pubblicazioni di carattere scientifico e di parecchi altri saggi destinati al grande pubblico. Da tempo collabora nel suo campo con riviste specializzate e autorevoli periodici. Da sempre in prima linea nella difesa dell’ambiente e del paesaggio, con particolare riguardo alle testimonianze di un passato che tutto il mondo c’invidia, da agosto ricopre un altro importante ruolo: il governo Letta l’ha infatti chiamato a presiedere la commissione per l’applicazione del Codice dei beni culturali. Gli obiettivi? Trovare soluzioni per armonizzare le norme su questa delicatissima materia.
 
 
 



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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