Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 October 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
TESTIMONIANZA. A Napoli la storia di successo dell'impresa sarda Argiolas
Sì ai formaggi, no al colesterolo
 
NAPOLI Ottenere un formaggio come quello che veniva fatto oltre 50 anni fa dal fondatore dell'azienda casearia Argiolas Formaggi, sede a Dolianova, cuore del Parteolla, ma con un basso contenuto di acidi grassi che riducono il colesterolo. Tradizione e innovazione che si sposano in nome di un mercato che può allargarsi non solo per l'impresa che trasforma il latte, ma anche per i produttori, gli allevatori che sono il primo anello della catena e spesso anche il più debole. Alessandra Argiolas, giovane responsabile marketing dell'azienda di famiglia, oggi salirà sul palco del 28° convegno di Capri per Napoli, promosso dal Gruppo giovani di Confindustria, per raccontare una storia di successo imprenditoriale che viene dalla Sardegna e non è strano che nasca proprio qui.
LA STORIA «Dodici anni fa il professor Sebastiano Banni era appena tornato dagli Usa e cercava un'azienda per sperimentare la sua ricerca: ottenere un formaggio con un basso contenuto di acidi grassi buoni, riducendo quelli cattivi che fanno salire il colesterolo nel sangue», racconta. «Il dialogo è fondamentale tra noi e i nostri fornitori, circa 200 allevatori, perché così ogni parte conosce le esigenze dell'altro». Le esigenze dell'altro, per la sfida imprenditoriale della famiglia Argiolas, significa modificare l'alimentazione di ovini e caprini, non solo con i mangimi, ma anche con i pascoli, facendo in modo che gli animali bruchino quelle erbe che garantiscono la realizzazione di un formaggio con basso contenuto di acidi grassi cattivi, tanto da riuscire a ridurre il colesterolo del 7% in 21 giorni di assunzione del prodotto.
LE TAPPE «Il tutto viene fatto in modo assolutamente naturale, con la riscoperta dei pascoli e una lavorazione che, nonostante l'utilizzo di macchinari, ci permette di garantire lo stesso metodo e le stesse caratteristiche del formaggio che produceva mio nonno», racconta con orgoglio Alessandra Argiolas, che insiste sugli alti livelli di sostenibilità raggiunti dall'azienda che rappresenta. «Per noi è importantissimo il rapporto tra impresa e territorio, ecco perché abbiamo pensato di creare un sistema in cui le acque di scarto vengono depurate e utilizzate per l'irrigazione, mentre i fanghi servono come concime e l'energia viene prodotta dai nostri pannelli solari». Un modo per continuare a lavorare nel solco della tradizione e vincere la sfida con i mercati. (g. d.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Ghetto degli ebrei
Una torre aragonese a Santa Croce
ARCHEOLOGIA. Rinvenuta sul lato meridionale del Bastione accanto alle fortificazioni spagnole a ridosso del
 
Il Comune: «Nessuno stop ai lavori per la realizzazione del parcheggio sotto le mura»
Una sorpresa non del tutto inaspettata, quella che si è rivelata in questi giorni nel quartiere di Castello. Una Torre medievale ha fatto capolino nel lato meridionale del Bastione di Santa Croce, accanto alle fortificazioni già note di epoca spagnola. La notizia del ritrovamento fortuito della costruzione è stata data nella mattinata di ieri nel corso della riunione della Commissione consiliare Urbanistica. La presenza della struttura non sarebbe una novità. «È una torre circolare molto piccola, si intravede solo la parte sommitale e si trova nella casetta di proprietà del Comune, a ridosso del Ghetto degli Ebrei. È stata oggetto di un indagine sia mia che di altri studiosi», spiega Marco Cadinu, architetto e docente di storia dell'architettura all'Università.
Sulla base di opportuni confronti si tratterebbe di una struttura di epoca Aragonese e non Pisana. «La collocazione cronologica almeno tardo trecentesca deriva da un confronto con la torre Tedeschina, quella più a monte verso Buon Cammino, da me identificata in un precedente studio», chiarisce il professore che è anche responsabile degli scavi archeologici della chiesetta di Santa Lucia, nel cuore della Marina.
Come recita l'articolo del docente, intitolato “I catasti e la storia dei luoghi”, la torre sarebbe «collocata circa 9,5 metri sotto il piano stradale e coerente con un altro muro giudicato medievale, visibile nella parte settentrionale del bastione». Si tratterebbe della cosiddetta Torre de Fores citata anche da Massimo Rassu, nel suo libro “Baluardi di pietra. Storia delle fortificazioni della città di Cagliari”.
Come è stato precisato dal Comune, il ritrovamento non interesserebbe l'area degli scavi e non dovrebbe allungare i tempi o creare ostacoli al progetto di restyling da via Santa Margherita a Castello. Il piano, che prevede la realizzazione di parcheggi, ascensori e area verde, non sembra però gradito a molti cagliaritani. Si teme, infatti, proprio per le strutture antiche che qui si sovrappongono e che rappresentano la testimonianza più importante delle antiche dominazioni. Una considerevole stratificazione culturale avvenuta nel corso dei secoli che ha lasciato un'inconfondibile traccia nell'architettura cagliaritana. Per questo motivo il Comune ha voluto prendere delle precauzioni ed ha chiesto all'Università una simulazione matematica del comportamento delle rocce di fronte agli scavi. Solo allora si potranno presentare i progetti.
Valentina Caruso
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 49 - Edizione CA)
Storia del potere sardo
Importanti novità dagli scavi nel Palazzo giudicale
ARDARA. L'archelogo Marco Milanese ha illustrato le ultime scoperte
 
ARDARA Tre aree di scavo, la possibilità di leggervi i passaggi tra le diverse epoche, immersi tra le fondamenta del palazzo, l'ingresso monumentale, il torrione fortificato e il cortile. Importanti novità emergono dall'ultima campagna archeologica sul sito del Palazzo giudicale, sito di grande interesse che rende manifeste le stratificazioni del potere della Sardegna medievale.
L'attività del gruppo di studiosi guidati da Marco Milanese, ordinario di Metodologia della ricerca archeologica e di archeologia medievale dell'Università di Sassari, hanno prodotto una significativa documentazione sulle strutture fortificate del palazzo-castello, analizzandone le fasi di demolizione, i tempi e i modi con i quali furono costruite e utilizzate. È stata portata in luce una nuova cisterna all'interno dell'area di scavo, mentre gli speleo-archeologi hanno indagato fino a 20 metri di profondità un pozzo-cisterna costruito tra XI e XII secolo. L'intervento ha interessato una vasta area del centro storico del paese adiacente al municipio, dove sono presenti ruderi di differenti dimensioni riferibili al palazzo giudicale prima e alla sua successiva trasformazione in castello da parte della signoria dei Doria, alla fine del 1200. Il sito purtroppo è stato irreparabilmente danneggiato dalle demolizioni ottocentesche, dovute in parte dalla smania di trovare tesori, in parte all'utilizzo dei conci come materiale da costruzione per le nuove case. Un ulteriore aggravio pare sia stato causato da recenti interventi di scavo archeologico non appropriati. «Siamo in un sito unico in Sardegna - ha detto Milanese - perché in nessun altro centro del potere medievale è possibile leggere così chiaramente le varie fasi di insediamento nel loro succedersi cronologico».
Salvatore Taras
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
Un’altra torre pisana vicino alle mura
La scoperta, al vaglio degli esperti, accanto al futuro parcheggio del parco in via del Cammino Nuovo
 
CAGLIARI Una torre-fortificazione accanto al futuro cantiere del parco-parcheggio di via del Cammino Nuovo. Che fosse accanto alle mura spagnole si sospettava fa parecchio, ma ora arriva la conferma: si tratta di una costruzione di epoca pisana ed è un altro tassello delle stratificazioni storiche che nei secoli hanno circondato e protetto Castello. Sarà naturalmente l'Universitá ad avere l'ultima parola e a certificare la scoperta. Il Comune ha già pensato alla valorizzazione: il ritrovamento si potrà ammirare dall'ascensore trasparente, uno dei tre previsti dal nuovo progetto. È quanto emerso ieri mattina nel corso della commissione consiliare Urbanistica- presente in audizione il funzionario dei lavori pubblici! l'architetto Luisa Mulliri- convocata per fare il punto della situazione sull'intervento da 15 milioni che ha già scatenato proteste e polemiche. La scoperta non riguarda comunque l'area degli scavi e non dovrebbe allungare i tempi o creare ostacoli al piano. Sarà inoltre restaurata- queste le intenzioni dell'amministrazione- anche la torre settecentesca all'incrocio delle mura sopra il "rivellino". Anche quella, in qualche modo, riportata alla luce perché oggi è completamente nascosta dalla vegetazione spontanea. Un'area da recuperare, quella intorno al futuro parco sotto le mura. E ci dovrebbero essere anche i soldi: dipenderà dal ribasso d'asta. Per quanto riguarda il percorso del restyling da via Santa Margherita a Castello con parcheggi, ascensori e area verde il Comune sta attendendo dall'Universitá i risultati della simulazione matematica del comportamento delle rocce di fronte agli scavi. Solo allora si potranno presentare i progetti che saranno poi valutati da una commissione comunale. A quel punto, solo dopo l'elaborazione del progetto esecutivo, potranno partire i lavori. Con l'eventuale ribasso d'asta si pensa a un intervento anche accanto alla zona degli scavi. Tempi? Dipenderanno dal numero dei partecipanti alla gara. Per il momento è difficile ipotizzare una data precisa di partenza dei lavori. Ma si va avanti, questo è chiaro. Tutte le verifiche fin qui effettuate dicono che si può proseguire. «Vedo con favore il progetto del parco sotto le mura- spiega il presidente della commissione urbanistica Andrea Scano- anche perché tende ad eliminare dalla vista quello spazio che oggi si riempie di lamiere di auto, sostituendolo con un'area verde». Stefano Ambu

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie