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ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
06 October 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 12 - Edizione CA)
La donna, un’anziana di 78 anni, morì pochi mesi dopo a causa delle ferite riportate
UN LETTO TROPPO ALTO PER I SARDI
Policlinico condannato per la caduta di una paziente
A norma per gli standard europei e per il resto degli ospedali italiani, ma troppo alti per molti pazienti sardi, specie quelli anziani. Questa la ragione che ha convinto il Tribunale civile di Cagliari a condannare il Policlinico dell’Università di Cagliari e la sua assicurazione (la Grupama) a risarcire, con circa 90 mila euro, i familiari di un’anziana paziente, deceduta nel 2002 all’età di 78 anni a causa di una rovinosa caduta dal letto del reparto in cui era ricoverata.
LA SENTENZA Le motivazioni della sentenza sono rimaste a lungo confinate alla riservatezza delle parti, ma ora la notizia è filtrata nei corridoi del Palazzo di Giustizia per l’imminente discussione del processo d’appello. Nessuna colpa di medici e infermieri, prosciolti dopo l’indagine della Procura della Repubblica, ma una responsabilità condivisa dal Policlinico e dalla stessa paziente - come si legge nelle motivazioni - che non avrebbe ascoltato le raccomandazioni dei sanitari, alzandosi durante la notte senza farsi aiutare e cadendo rovinosamente. L’azienda universitaria, invece, avrebbe dovuto tener conto dell’altezza e del fatto che in Sardegna, al contrario di altre parti dove quel letto sarebbe stato perfettamente a norma, capita frequentemente di imbattersi in pazienti, specie tra gli anziani, di proporzioni - per così dire - contenute.
LA CAUSA A chiedere l’intervento del Tribunale civile, dopo il decesso della donna, era stato l’avvocato Salvatore Stavolta, nominato dai figli della paziente settantottenne ricoverata undici anni fa, il 27 giugno 2002, in uno dei reparti del Policlinico di Monserrato a causa di problemi alle arterie e alle gambe, causati dal diabete. Due giorni dopo l’ingresso in ospedale, alle 4 e mezza del mattino, la paziente era caduta dal letto, riportando «un trauma a carico del bacino» e la frattura scomposta del femore sinistro. Trasferita alla clinica ortopedica dell’ospedale Marino di Cagliari, il 12 luglio era stata operata per ridurre la lesione, prima di tornare nuovamente al Policlinico. È qui che, pochi mesi dopo, il 21 ottobre, l’anziana signora era deceduta a causa del complicazioni seguite alle ferite riportate in quella rovinosa caduta dal letto. L’azienda ospedaliero-universitaria si era costituita in giudizio con l’Avvocatura di Stato, mentre l’assicurazione del Policlinico aveva nominato l’avvocato Marino Cotti che, dopo la sentenza, ha presentato appello. Al termine del processo di primo grado, il giudice del Tribunale, Graziella Bagella, ha sollevato da qualsiasi responsabilità il personale medico e infermieristico che, al contrario, aveva mostrato un comportamento «improntato alla massima prudenza e diligenza, tanto che in sede penale è stata disposta l’archiviazione del procedimento».
LA CADUTA A contribuire alla rovinosa caduta, poi rivelatasi fatale, sarebbe stata - invece - l’altezza eccessiva del letto: ben 78 centimetri da terra, incluso il materasso, contro gli appena 154 centimetri dell’anziana paziente. Sia chiaro: l’amministrazione del Policlinico non aveva acquistato letti irregolari, come accertato anche dal consulente nominato dal Tribunale che li aveva giudicati «a norma». Undici anni fa, infatti, non esisteva una disposizione precisa che individuasse limiti d’altezza dei letti fissi ospedalieri. L’unica norma riguardava quelli regolabili: nella posizione più bassa non potevano superare i 40 centimetri, escluso il materasso.
SPIEGAZIONI L’ospedale - secondo il Tribunale - avrebbe dovuto tener dunque conto dell’altezza della paziente ricoverata, visto che in Sardegna non è raro trovare anziani che superino di poco il metro e mezzo. E la sentenza lo scrive a chiare lettere. «Nel caso in esame» chiarisce il giudice, «il letto di degenza, attesa la bassa statura della paziente, peraltro non eccezionale ma, al contrario, piuttosto ricorrente fra la popolazione sarda, tanto più fra quella anziana, era certamente inadeugato a garantire la sua icolumità». Il fatto che il nosocomio non avesse altri tipi di letti, secondo il giudice, ha sollevato da responsabilità medici e infermieri «non certamente il Policlinico universitario». Il Tribunale, in ogni caso, ha riconosciuto metà della responsabilità anche alla nonnina che, a quanto pare, «era stata invitata a rimanere a letto e ad avvalersi dell’ausilio del personale infermieristico a sua disposizione». Un concorso di colpa che ha dimezzato il risarcimento pagato dall’assicurazione agli eredi: poco più di 80 mila euro più gli interessi. Una sentenza che, nelle prossime settimane, sarà discussa in appello, dopo il ricorso dei legali di università e assicurazione.
Francesco Pinna
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca Italiana (Pagina 15 - Edizione CA)
BARI. ANCHE 5 “SAGGI”
Università, concorsi falsati: 38 indagati

BARI Avrebbero pilotato decine di concorsi universitari dal 2006 al 2011 creando una sorta di circoli privati all’interno dei quali si decideva il destino degli aspiranti docenti attraverso accordi, scambi di favori, sodalizi e patti di fedeltà. L’inchiesta della Procura di Bari è ormai alle battute finali dopo l’informativa conclusiva depositata dalla Guardia di Finanza nel maggio scorso e ora al vaglio dei pm Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli.
Negli atti dei finanzieri spuntano i nomi di noti costituzionalisti, di un ex ministro, dell’ex garante della Privacy e di cinque dei “saggi” incaricati di supportare il governo nella definizione delle riforme costituzionali. Il loro coinvolgimento emergerebbe dal contenuto di alcune intercettazioni telefoniche. Nel dettaglio, risulterebbero coinvolti l’ex ministro Anna Maria Bernini, l’ex Garante della Privacy Francesco Maria Pizzetti, e i “sagg” Augusto Barbera, Beniamino Caravita, Giuseppe De Vergottini, Carmela Salazar e Lorenza Violini.
Sono 38, complessivamente, i docenti universitari di cui parla l’informativa della Gdf con riferimento a decine di concorsi per docenti di prima e seconda fascia in diritto ecclesiastico, costituzionale e pubblico comparato.
Nel fascicolo, aperto nel 2008 e vicino alla chiusura - l’ultima proroga delle indagini risale al 21 dicembre 2012 - la Procura di Bari ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, falso e truffa. Nell’ambito di questa indagine, nel marzo 2011 sono state eseguite perquisizioni in 11 città (Milano, Bari, Roma, Napoli, Bologna, Firenze, Piacenza, Macerata, Messina, Reggio Calabria e Teramo), a carico di 22 docenti. Gli accertamenti della Gdf si sono, però, avvalsi soprattutto di intercettazioni telefoniche. Da alcune di questa sarebbe emersa persino l’intenzione, da parte di alcuni indagati, di esercitare pressioni sull’allora ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, per ostacolare la riforma dell’Università, poi approvata in via definitiva nel dicembre 2010.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
PSICOLOGIA
Due mamme o due papà: seminario sulla famiglia

“Mamme e papà omosessuali. La psicologia si confronta con l’omogenitorialità”. Diego Lasio, docente di Psicologia delle relazioni familiari all’Università di Cagliari, coordinerà - martedì prossimo alle 17.30 nella sala convegni dell’ex Lazzaretto, nell’ambito della Settimana del benessere psicologico - il seminario dedicato a un tema di grande attualità: i figli cresciuti da coppie gay. Con le testimonianze dell’Arc, delle Famiglie Arcobaleno e di Menabò, l’obiettivo è quello di raccontare, fuori dagli ambienti accademici, quello che la ricerca psicologica internazionale ha registrato da tempo: «La coppia omosessuale è in grado di crescere i figli allo stesso modo di quella eterosessuale». Spiega Lasio che «a Cagliari e provincia, oltre le due famiglie iscritte all’associazione, ce ne sono almeno altre cinque. Formate quattro da sole donne e una da un uomo single, in base a quello che ho potuto constatare, la risposta della società, degli ambienti che frequentano, degli insegnanti dei bambini, dei genitori dei compagni, è del tutto positiva e normale».


LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Sassari
UNIVERSITÀ» TUTTI CONTRO LA FUSIONE 
«Giù le mani dall’Ateneo puntiamo sulla ricerca» 
Mondo politico e accademico contrari all’accorpamento con Cagliari L’offerta didattica di alta qualità unica soluzione per mantenere l’autonomia 
di Luca Fiori
SASSARI Salvaguardare l’autonomia puntando sulle eccellenze e su un’offerta formativa di altissima qualità. L’idea che l’università di Sassari possa essere federata con un altro ateneo o declassata in nome del contenimento dei costi, secondo quanto prevede un decreto appena emanato dal ministro Maria Chiara Carrozza, ha provocato una levata di scudi da parte del mondo accademico e di quello della politica. Accanto al rettore Attilio Mastino, che ha assicurato che finchè ci sarà lui alla guida l’ateneo non si fonderà con nessun’altra università, scendono in campo le istituzioni: «pronte alla battaglia in tutte le sedi» come assicura il sindaco Gianfranco Ganau. Ma anche i direttori dei dipartimenti, che indicano quella dell’alta qualità nell’offerta didattica come l’unica strada possibile per evitare un accorpamento con Cagliari, da cui Sassari avrebbe solo da perdere. «L’autonomia di un ateneo che ha più di 450 anni di storia – spiega Ganau – deve assolutamente essere mantenuta. In Sardegna esistono due università ciascuna delle quali ha costruito nei secoli prestigio e specificità culturali e scientifiche, un accorpamento tra i due atenei per la nostra città sarebbe certamente dannoso». Un’ipotesi da scongiurare anche per Alessandra Giudici. «Rappresenterebbe – spiega il presidente della provincia – una grave perdita di autonomia e un pesante svilimento di un’istituzione culturale che vanta una storia ultrasecolare, piena di successi e di traguardi prestigiosi. Nella specifica circostanza, l’eventualità di un accorpamento con Cagliari è da scongiurare a maggior ragione, perché quando c’è di mezzo Cagliari – aggiunge Alessandra Giudici – la parola accorpamento è sinonimo di accentramento cagliaricentrico, con conseguente perdita di ogni potere decisionale da parte di Sassari e un ulteriore danno al nostro territorio e alla propria capacità di autodeterminazione». Per Rosario Musmeci, assessore provinciale dell’Istruzione, la soluzione potrebbe essere un sistema unitario in cui convivano le due autonomie e che punti all’alta formazione. «Dobbiamo ragionare in termini di università della Sardegna – spiega Musmeci – che guardi a un unico bacino regionale e non solo, e in cui non ci siano ripetizioni di corsi, ma la valorizzazione delle eccellenze. Non si può però prescindere dall’autonomia, non è pensabile che il cuore di dipartimenti come Veterinaria e Archittetura non siano qui dove due delle eccellenze del territorio sono nate. Bisognerebbe smettere invece di creare false gemmazioni – conclude Musmeci – ma investire piuttosto sui collegamenti e i servizi per chi dai piccoli centri deve raggiungere la città». Ad Alghero intanto, federazione o no, la collaborazione con Cagliari è già iniziata. «Non credo che ci sarà nessuna fusione – spiega Arnaldo Cecchini direttore di Architettura – le federazioni imposte dall’alto sono una sciagura perché le università hanno una storia e delle tradizioni. Con la facoltà di Archittetura di Cagliari stiamo però studiando la possibilità di far nascere un corso congiunto di Design, con lezioni che si terranno un semestre ad Alghero e un semestre nel capoluogo. Due giorni fa, sempre insieme, abbiamo firmato un accordo con il comune di Monserrato per uno studio congiunto del territorio in cui si trova la facoltà». Da una federazione con Cagliari chi potrebbe trarre vantaggio sono i dipartimenti unici nell’isola come Veterinaria e Agraria. «Nella distribuzione di risorse – spiega Salvatore Naitana direttore del dipartimento di Veterinaria – è inevitabile che l’unicità ci vedrebbe avvantaggiati, ma ciò a cui puntiamo, guardando anche oltre i confini nazionali, è l’alta qualità della ricerca e dell’offerta didattica, solo in questo modo potremo sopravvivere. A maggio di quest’anno – conclude Naitana – un riconoscimento dei nostri sforzi è arrivato da una commissione europea, giunta a Sassari per valutare di persona il report di autovalutazione del nostro lavoro».

 
HANNO DETTO 
GIANFRANCO GANAU «L’autonomia del nostro ateneo deve essere salvaguardata a tutti i costi, non solo per la sua storia centenaria. Siamo pronti a ribadirlo in tutte le sedi»

DUE RICONOSCIMENTI PER BIOINGEGNERIA 
Una dottoranda e un gruppo di ricerca premiati a Pisa al convegno della società interdisciplinare 
SASSARI In attesa di capire cosa accadrà nel futuro l’ateneo sassarese raccoglie riconoscimenti a livello nazionale. Un docente dell’Università degli Studi di Sassari è il nuovo presidente della Siamoc - Società italiana di Analisi del movimento in Clinica. Si tratta di Ugo Della Croce, professore ordinario di Bioingegneria presso il Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione. La Siamoc è una società scientifica interdisciplinare a cui aderiscono medici (fisiatri, neurologi, ortopedici), bioingegneri, fisioterapisti, specialisti in Scienze motorie, psicologi e altre figure professionali. La sua missione è quella di «promuovere lo studio e le applicazioni cliniche dei metodi di analisi del movimento al fine di migliorare la valutazione dei disordini motori, aumentare l’efficacia dei trattamenti attraverso l’analisi quantitativa dei dati e una più focalizzata pianificazione dei trattamenti, e quantificare i risultati delle terapie correnti». Per l’Università di Sassari le buone notizie non finiscono qui. In occasione dell’ultimo congresso Siamoc, tenutosi a Pisa dal 26 al 28 settembre, il premio «Giovani Ricercatori» è stato assegnato all’ingegnera Diana Trojaniello, studentessa di dottorato di ricerca in Bioingegneria con borsa finanziata dall’Università di Sassari. È il secondo anno consecutivo che una studentessa di dottorato di Bioingegneria finanziata dall’Università di Sassari vince il prestigioso riconoscimento. Sempre in occasione del congresso Siamoc di Pisa è arrivato un altro riconoscimento. Il gruppo di ricerca di Bioingegneria dell’Ateneo sassarese si è aggiudicato infatti il premio «Miglior lavoro metodologico», confermando così il livello di prim’ordine raggiunto dagli studiosi del Dipartimento di Scienze politiche, Scienze della Comunicazione e Ingegneria dell’Informazione in questo particolare ambito di ricerca. Del gruppo i ricerca di Bioingegneria dell’Ateneo sassarese che si è aggiudicato l’importante riconoscimento fanno parte un ricercatore, due assegnisti e quattro studenti di dottorato: si tratta di Andrea Cereatti, Gabriele Paolini e Agnese Peruzzi, Manuela Calderone, Diana Trojaniello, Valeria Serchi, Andrea Castelli.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Olbia
Fondi per gli universitari
LOIRI PORTO SAN PAOLO Il Comune di Loiri Porto San Paolo riesce a mettere insieme 20mila euro per i suoi universitari. Fino al 4 novembre, infatti, nel piccolo centro gallurese si può presentare domanda per l’assegnazione di borse di studio per studenti iscritti all’università, relative all’anno accademico 2012-2013. L’intervento è destinato agli studenti residenti nel comune di Loiri Porto San Paolo che abbiano i requisiti richiesti dal bando. Le domande dovranno essere corredate di calcolo Isee e dovranno essere presentate entro e non oltre il 4 novembre al protocollo del Comune o all’ufficio Pubblica istruzione. Gli uffici resteranno aperti a Loiri il lunedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdì dalle 10 alle 12, mentre a Porto San Paolo, nei locali della delegazione comunale in via Pietro Nenni, il martedì dalle 10 alle 13. «Siamo molto soddisfatti di essere riusciti a reperire queste risorse per i nostri studenti - afferma il sindaco Giuseppe Meloni, anche a nome della delegata alla Pubblica istruzione, Filippa Azzena -. In generale, in quest’ultimo periodo non è facile trovare fondi, e non lo è stato neanche per noi, ma ce l’abbiamo fatta e ne siamo felici». (al.pi.)
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 25 - Ed. Naz.le
Riparte l’università a distanza
SANT’ ANNA ARRESI Si apre il nuovo anno universitario telematico con una serie di nuove offerte formative per un polo accademico considerato di eccellenza. Così la prima università a distanza del Sulcis Iglesiente sta facendo registrare grandi successi da oltre dodici anni. Dapprima il collegamento didattico era con l’Università di Bologna ma dal 2005 il riferimento è con Uni Nettuno di Roma. Sono numerosi i corsi di laurea che si possono frequentare attraverso quello che tecnicamente viene definito polo tecnologico/centro di ascolto. Per quanto riguarda i corsi di laurea triennali del nuovo ordinamento sono attive le facoltà di economia, giurisprudenza, ingegneria, lettere, psicologia e scienze della comunicazione. Da quest’anno accademico sono attivi anche i corsi di laurea magistrale, nello specifico per le facoltà di Giurisprudenza e Psicologia. Intanto, il Miur sta valutando le richieste per due nuove facoltà: ingegneria informatica e ingegneria gestionale. I vantaggi per gli studenti del territorio sono notevoli: possono iscriversi e sostenere gli esami a Sant’Anna Arresi, evitando costose trasferte a Roma. «Il centro di ascolto universitario è a disposizione degli studenti - spiega il sindaco, Paolo Luigi Dessì – i quali possono usufruire della dotazione informatica presente per seguire le lezioni, scaricare esercizi, contattare docenti e tutor on line, navigare su internet e per tutti gli altri scopi inerenti la didattica e le attività telematiche legate ai corsi universitari. Presso la biblioteca comunale sono reperibili diversi libri di testo dei vari insegnamenti, a disposizione degli studenti per il prestito e la consultazione». Attualmente sono accreditati al polo 30 studenti provenienti da diversi Paesi della Provincia di Carbonia Iglesias, alcuni da Cagliari e Provincia, da Abbasanta, Olbia, Sassari, Arzachena, Perfugas, Gesturi, Isili e Orotelli. «I corsi riscuotono un grande successo – aggiunge il sindaco – voluti dall’Amministrazione Comunale, rappresentano un’alternativa ai tradizionali canali di studio ed un’ importante opportunità per diverse categorie di utenti del territorio, giovani e meno giovani, che riescono ad ottenere, in loco, un titolo universitario legalmente riconosciuto». Enrico Cambedda
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Ed. Naz.le 
Concorsi truccati Indagati 5 ‘saggi’ incaricati da Letta
BARI Avrebbero pilotato decine di concorsi universitari dal 2006 al 2011 creando una sorta di lobby all’interno della quale si decideva il destino degli aspiranti docenti attraverso accordi, scambi di favori, sodalizi e patti di fedeltà tra «baroni». L’inchiesta della procura di Bari è ormai alle battute finali dopo l’informativa conclusiva depositata dalla Guardia di finanza nel maggio scorso e ora al vaglio dei pm Renato Nitti e Francesca Romana Pirrelli. Negli atti dei finanzieri spuntano i nomi di noti costituzionalisti, di un ex ministro, dell’ex Garante della privacy e di cinque dei “saggi”incaricati di assistere il governo nella definizione delle riforme costituzionali. Il loro coinvolgimento emergerebbe da alcune intercettazioni telefoniche. Nel dettaglio, risulterebbero coinvolti nell’inchiesta l’ex ministro Anna Maria Bernini, l’ex Garante della privacy, Francesco Maria Pizzetti, e i “saggi” Augusto Barbera, Beniamino Caravita, Giuseppe De Vergottini, Carmela Salazar e Lorenza Violini. Sono 38, complessivamente, i docenti universitari di cui parla l’informativa della Gdf con riferimento a decine di concorsi per docenti di prima e seconda fascia in diritto ecclesiastico, costituzionale e pubblico comparato. Nel fascicolo aperto nel 2008 la procura di Bari ipotizza, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, falso e truffa. Nel quadro di questa indagine, nel marzo 2011 sono state eseguite perquisizioni in undici città (Milano, Bari, Roma, Napoli, Bologna, Firenze, Piacenza, Macerata, Messina, Reggio Calabria e Teramo), a carico di 22 docenti. Gli accertamenti della Gdf si sono, però, avvalsi soprattutto di intercettazioni telefoniche. Da alcune di questa sarebbe emersa persino l’intenzione, da parte di alcuni indagati, di esercitare pressioni sull’allora ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Mariastella Gelmini, per ostacolare la riforma dell’Università, poi approvata in via definitiva nel dicembre 2010. Dell’opportunità di «convincere» il governo a rivedere quella riforma, i docenti avrebbero parlato tra di loro al telefono, ignari che ad ascoltarli ci fossero i finanzieri. La riforma universitaria cui si fa riferimento è quella che riguardava, tra le altre cose, l’adozione di un codice per evitare incompatibilità e conflitti di interesse legati a parentele. La riforma modificava, inoltre, le procedure di valutazione degli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia e dei ricercatori attraverso l’introduzione di criteri di sorteggio per i membri delle commissioni esaminatrici, con lo scopo - dichiarato - di impedire la rideterminazione dell’esito dei concorsi.
 


 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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