Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
24 September 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 12 - Edizione CA)
Monito di Napolitano: «Bisogna cambiare strada»
SCUOLA. Al Quirinale l'inaugurazione dell'anno 2013-2014
 
«La scuola negli ultimi anni ha sofferto ristrettezze provocate dalla crisi e ha sofferto, diciamo la verità, di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca, più che di una necessaria lotta contro innegabili sprechi, da parte dei responsabili della cosa pubblica». Non ha usato mezzi termini il capo dello Stato Giorgio Napolitano, per indicare i mali che hanno colpito la scuola italiana negli ultimi anni. E lo ha fatto nel cortile d'onore della Quirinale, dove ieri pomeriggio ha accolto circa 3 mila giovani, arrivati da tutta Italia, in occasione dell'inaugurazione dell'anno scolastico 2013-2014.
Il capo dello Stato ha elogiato gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo, «si sta comprendendo che bisogna cambiare strada» e ha dato atto al ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza di essere stata promotrice dell'ultimo decreto approvato 10 giorni fa dal Consiglio dei ministri, «con passione e determinazione».
Il capo dello Stato ha sottolineato che il «capitale umano, è un patrimonio su cui un Paese può contare». Un capitale però che in Italia si sta pericolosamente riducendo, ha osservato Napolitano, ricordando come l'Italia sia agli ultimi posti nell'Unione Europea «per il numero di quanti procedono fino in fondo negli studi». Con il calare delle iscrizioni all'università è, per il presidente, «a rischio il progresso realizzatosi nel lungo periodo precedente» un ritardo che è «particolarmente grave al sud, dove il divario rispetto al resto del Paese aumenta man mano che si passa ai gradi più alti dell'istruzione».
Il ministro Carrozza ha invece spronato i giovani a riacquistare il gusto per la politica: «la politica ha bisogno di voi e del vostro rinnovamento, ha bisogno di spirito di servizio, onestà, voglia di cambiare e discontinuità» ed ha ricordato che «la scuola è il luogo principe per l'integrazione, il luogo in cui i giovani hanno le prime esperienze di relazioni sociali indipendenti dalle famiglie, in cui convivono con coetanei di altre culture, religioni e tradizioni».
La cerimonia è stata allietata dall'esibizione dei bambini dell'Istituto comprensivo Pietro Mascagni di Prato, che hanno danzato un ballo dedicato al tema dell'integrazione; dal coro di 80 ragazzi provenienti da tutta l'Italia che hanno intonato un brano sul dramma del lavoro e dello sfruttamento minorile e dall'esibizione dell'«Inno al fair play».
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Venerdì
Musei aperti fino alle 22,30
per La notte dei ricercatori
 
L'Università di Cagliari, in collaborazione con l'assessorato comunale alla Cultura del Comune, aderisce alla manifestazione “La notte dei ricercatori 2013”, promossa dalla Comunità Europea nell'ambito dell'evento “Researchers Night” per favorire la divulgazione della scienza e l'attenzione sull'importanza del lavoro dei ricercatori. L'iniziativa si svolge in oltre 300 città europee con programmi accattivanti e spettacolari, rivolti a persone di tutte le età, per stimolare la curiosità verso il mondo della scienza in rapporto alla vita di tutti i giorni. Nell'occasione i musei dell'ateneo saranno aperti gratuitamente venerdì dalle 19 alle 22,30. In programma visite guidate a collezioni e laboratori e interessanti dimostrazioni scientifiche. Aderiscono all'evento il museo delle cere anatomiche e quello di collezioni archeologiche e litiche preistoriche (piazza Arsenale), il museo sardo di Antropologia ed Etnografia, e quello di Fisica di Sardegna (Cittadella universitaria), quello di Paleontologia e Geologia e quello di Mineralogia (via Trentino), oltre al museo Herbarium di viale Sant'Ignazio. Aperti anche Palazzo di città, Galleria comunale d'arte e museo d'Arte Siamese.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Suicidi, questione di geni
Nell'Isola si tolgono la vita 6 persone ogni 100mila
Esperti a convegno: «Ereditarietà e ambiente sono i fattori scatenanti»
 
Un milione di vittime ogni anno nel mondo. In Sardegna muoiono più di sei persone (6,6) per ogni 100.000 abitanti, un dato al di sopra, seppur di poco, della media nazionale (6 per 100.000 abitanti) ma, comunque, in linea con le regioni del Mezzogiorno. Sono queste le cifre drammatiche dei suicidi, un fenomeno complesso di cause biologiche e ambientali che può essere contrastato in maniera sensibile con l'utilizzo di un farmaco che oggi può essere considerato come un salvavita, ovvero il litio.
L'ESPERTA «Si tratta di un banalissimo ione che in assoluto è in grado di controllare il comportamento suicidario in altissima percentuale», afferma Maria Del Zompo, docente dell'Università di Cagliari nella facoltà di Medicina. Ricercatori cagliaritani e americani ne hanno discusso ieri, nell'ambito di un simposio “Correlati clinici e biologici del comportamento suicidario” organizzato dal Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università e dalla Unità di Farmacologia clinica dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, realizzato con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Presenti anche due massimi esperti di fama mondiale, Martin Alda (professore di Psichiatria alla Dalhousie University, Halifax) e Gustavo Turecki (docente allo Human Genetics, Neurology a Montreal). La tendenza al suicidio, nei pazienti affetti da disturbo bipolare, è presente nel sangue, cioè è “scritta” attraverso una serie di marcatori genetici “spie” in grado di indicare chi potrebbe tentare di togliersi la vita.
L'AMBIENTE Ma questo è solo un aspetto. L'altro, infatti, è il fattore ambientale. Dallo studio arriva la conferma che i fattori genetici, uniti a un ambiente “ostile”, sia dal punto di vista naturale (condizioni di vita) che umano (eventi traumatici), producono il terreno ideale per i suicidi. Ma, come detto, esiste un modo per ridurre l'insorgenza di questi comportamenti con il ricorso al litio. «Anche se ha una finestra terapeutica ristretta», spiega Del Zompo, nel senso che in alcuni pazienti con sindrome bipolare il farmaco potrebbe risultare poco efficace e avere effetti collaterali, «il litio può, comunque, controllare il comportamento suicidario».
L'EPIGENETICA Gli studi di epigenetica, ossia lo studio di come le situazioni traumatiche o di persistente sofferenza dell'età infantile che possono condizionare l'espressione delle componenti genetiche e portare in età adulta a fenomeni depressivi gravi, sono una novità in questo campo.
LO STUDIO Gustavo Turecki, che, insieme a Martin Alda e ai ricercatori sardi ha condotto uno studio sulla popolazione sarda e su quella canadese per verificare l'incidenza del suicidio nelle due popolazioni (i sardi si suicidano meno dei canadesi), è giunto alla conclusione che «non necessariamente il suicidio è legato a eventi negativi, come violenze o abusi sessuali, accaduti durante l'infanzia. Anzi, nella maggior parte dei suicidi non esistono storie di questo tipo». Non solo. Ma «quando il comportamento suicidario avviene in età adulta, quasi mai esiste un rapporto di causalità con eventi traumatici, come un abuso, subiti durante l'età infantile».
Mauro Madeddu
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia Medio Camp (Pagina 31 - Edizione CA)
Villanovafranca
Nuovi scavi nel nuraghe Su Mulinu
 
VILLANOVAFRANCA Si è ripreso a scavare nel nuraghe Su Mulinu di Villanovafranca. Da alcune settimane sono al lavoro nel sito archeologico della Marmilla studenti universitari, alcuni in arrivo anche dalla penisola. La nuova campagna di scavo è stato avviata grazie ad un accordo fra l'amministrazione comunale, l'Università di Cagliari e la Soprintendenza. Il nuraghe è anche beneficiario di un finanziamento per migliorare l'accessibilità ai disabili grazie al progetto “Accessit”. (an.pin.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 37 - Edizione CA)
Nuoro
Musei e paesaggi, seminario all'Isre
 
NUORO Seminario su “Musei e paesaggi culturali” lunedì prossimo su iniziativa dell'Istituto superiore regionale etnografico in collaborazione con Icom Italia, l'organizzazione internazionale dei musei e dei professionisti muiseali. Nell'auditorium dell'Isre in via Mereu il conmvegno inizierà alle 10 con i saluti del presidente Isre Bruno Murgia, del sindaco Alessandro Bianchi e del presidente di Icom Italia Alberto Garlandini. Dopo l'introduzione di Daniele Jalla, sono previste le relazioni di Claude Raffestin, docente dell'Università di Ginevra, Pietro Clemente, membro del Comitato tecnico-scientifico dell'Isre e Giuliana Ericani (Bassano del Grappa). Dopo la pausa pranzo si riprenderà alle 16,30 con le relazioni di Michele Lanzinger (Trento) e Paolo Piquereddu (Nuoro) e la proiezione di una videointervista con Steven Feld, antropologo dell'Università di New Mexico.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 45 - Edizione CA)
Gli inediti di Fiorenzo Serra rivivono sul grande schermo
Le meravigliose immagini della Sardegna anni '40
Domani a Sassari il cineconcerto “Ìsura da Filmà” di Pani e Fresu
 
Bastano un paio di inquadrature - quei tagli in campo medio dove le figure sono armoniosamente collocate nel paesaggio, quel sorriso di donna, i dettagli rivelatori dei piedi che seguono il ritmo del ballo sardo - per individuare a botta sicura la paternità di chi le ha girate: Fiorenzo Serra, il grande documentarista scomparso il 28 settembre del 2005. Lo stile è il suo, inequivocabile: attenzione ai temi sociali, all'evoluzione della Sardegna tra vecchio che impera e nuovo che avanza, i ritmi del lavoro e della fatica quotidiana, gli scorci urbanistici dei paesi. Temi che saranno il cuore della sua ricerca di regista e antropologo e che sfoceranno in decine di documentari e soprattutto in quel dolente capolavoro politico che è L'ultimo pugno di terra .
Ma questi materiali, finora, nessuno li conosceva. Facevano parte del suo archivio, Serra li aveva girati alla fine degli anni Quaranta con una cinepresa 16 mm, in bianco e nero. E lì erano rimasti, da allora. Alla sua morte e per espressa volontà del regista i materiali sono stati affidati alle cure sapienti della Società Umanitaria-Cineteca Sarda perché potessero essere studiati e catalogati come meritavano.
L'iter del ritorno alla luce dei filmati è presto detto: quattro studenti dell'Università di Cagliari (Luigi Cabras, Martina Mulas, Pamela Depau, Francesco Corona) hanno frequentato il master in gestione e restauro di prodotti audiovisivi presso la Cineteca Sarda, col compito di studiarli e catalogarli. Subito ci si è accorti del valore inestimabile dei materiali (oltre tre ore), così con l'aiuto di partner istituzionali (Regione e Fondazione Banco di Sardegna) il progetto ha preso la forma di un film di montaggio creativo, con la regia di Marco Antonio Pani e la colonna sonora di Paolo Fresu. Così è nato Ìsura da Filmà - Fiorenzo Serra e la Sardegna filmata in libertà che domani sarà presentato a Sassari (Teatro Comunale, ore 21), apertura del convegno di studi (giovedì e venerdì) dedicato a Serra “tra antropologia visuale e cinema”.
Colpisce, in questo il tesoro di inediti, che non si tratta di un balbettante inizio di carriera, al contrario dentro ogni inquadratura c'è un punto di vista forte: Serra sa cosa vuole raccontare, mettendo in mostra una maturità artistica notevole. Sono i prolegomeni dei suoi studi sulla storia sarda, appunti di diario, prove tecniche in vista delle commesse che gli arriveranno dagli enti pubblici. Si riconoscono dettagli che torneranno nei primi documentari: le donne con le brocche alla fontana, l'uscita di chiesa laterale, i ritratti di tessitrici, i bambini in strada. Il bel montaggio di Pani conferisce l'idea di un racconto di crescita, dall'ambiente agropastorale alla vitalità della città (Sassari) tra mercato e aperitivi al bar, dal proletariato alla borghesia. In mezzo le acute osservazioni di Serra, con i bellissimi dettagli sui lavori artigianali o la vestizione dei costumi. O quella poetica corsa del pastore tra le rocce. Un regalo che rinforza la memoria storica della Sardegna.
Sergio Naitza
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 47 - Edizione CA)
L'ESPERTO. Paolo Castiglia, Università di Sassari
Meningite, ecco tutte le armi per sconfiggerla
 
Sono circa dieci l'anno i casi ufficiali di meningite da meningococco in Sardegna. Attenzione però: probabilmente le cifre vere sono diverse. «Anche nella nostra regione vi è un fenomeno di sottonotifica, dovuto anche al fatto che al laboratorio di riferimento della Aou di Sassari in rete con quello dell'Istituto Superiore di Sanità, in grado di dare una risposta nell'arco di poche ore, a cui dovrebbero afferire i campioni da tutta l'Isola, pervengono di fatto solo campioni dal Nord», spiega Paolo Castiglia, professore ordinario di Igiene e Medicina preventiva all'Università di Sassari.
Per capire meglio le caratteristiche del nemico, in questo caso un batterio che ha la forma di un chicco di caffé, occorre innanzitutto conoscerlo. E capire quale tipo di malattia può dare, anche alla luce delle ricerche che oggi hanno reso disponibile in Italia un vaccino mirato per il meningococco B, responsabile di un elevato numero di infezioni. «La meningite da meningococco è un'infezione acuta delle meningi che può avere conseguenze gravi e portare al decesso - fa sapere Castiglia -. I sintomi sono aspecifici: spesso la malattia esordisce come una banale faringite. Il quadro poi precipita con cefalea, fotofobia, la classica rigidità nucale e alterazione dello stato di coscienza. Nei bambini più grandi e negli adulti è senz'altro più semplice il sospetto diagnostico, perché la rigidità nucale impedisce di camminare, mentre nei neonati, accanto alla febbre alta, il campanello d'allarme che la mamma può riconoscere e deve riferire immediatamente al pediatra è rappresentato dalle alterazioni del comportamento del bambino; si può anche osservare una protrusione delle fontanelle. La forma più grave e rapida, e altamente letale, è quella che evolve in sepsi». Il tasso di mortalità infatti è compreso tra il 9 e il 12 per cento e arriva anche al 50 per cento nei casi di sepsi. Purtroppo le conseguenze, in chi sopravvive, possono essere molto gravi: ritardo mentale, compromissione dell'udito o, addirittura, localizzazioni in organi periferici, che possono obbligare ad amputare la parte colpita. Le ricerche scientifiche dicono che su dieci persone che contraggono la malattia, circa una è destinata a morire anche se sottoposta a cure adeguate e su cinque persone che sopravvivono, una rischia di restare vittima di devastanti disabilità permanenti, come danni cerebrali, problemi di udito o amputazione di arti. Ciò che è peggio, la meningite attacca bambini perfettamente sani. Ma su questo fronte la scienza comincia a dare risposte. Secondo quanto emerso al Congresso Nazionale di Immunologia di Milano, sarebbero geni specifici per virus e batteri a determinare la predisposizione ad ammalarsi di infezioni causate da microorganismi e ceppi virali che nella stragrande maggioranza dei casi vivono nel corpo umano senza dare problemi seri.
Per quanto riguarda gli invisibili nemici, cioè i meningococchi, nel nostro Paese sono più diffusi i batteri di tipo B e C. Dopo l'introduzione del vaccino antimeningococco C, il prevalente è ora il B ed emergono altri ceppi, il W135, Y, X. Purtroppo per difendersi l'unica misura preventiva è il vaccino, mentre si può fare una prevenzione secondaria, cioè somministrare antibiotici, alle persone vicine a chi è stata contagiato.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
Castagna miglior manager del 2012
Un prestigioso riconoscimento nazionale per il direttore del Ctm
Il premio gli è stato consegnato durante il congresso dell'Accademia italiana di economia aziendale
 
Prestigioso riconoscimento per il direttore generale del Ctm Spa, Ezio Castagna. L'Accademia italiana di Economia aziendale lo ha premiato quale miglior “Public Manager” per l'anno 2012. La cerimonia di conferimento dell'onorificenza al manager Castagna si è tenuta venerdì scorso a Lecce nell'ambito dell'annuale congresso organizzato dalla stessa Accademia italiana di economia aziendale. Un'edizione speciale del meeting, dato che si celebravano i 200 anni di fondazione dell'Aidea.
La candidatura di Castagna era stata presentata da Aldo Pavan, docente di Economia aziendale dell'ateneo cittadino, che ha visto nel direttore generale dell'azienda che gestisce il trasporto pubblico a Cagliari «un esempio di buona managerialità e best practices». I risultati ottenuti hanno infatti portato l'azienda e Cagliari «all'eccellenza tra le grandi città europee», sottolinea il Ctm in un comunicato.
Nel suo discorso di ringraziamento, Castagna ha parlato della sua esperienza alla guida dell'azienda, delle tecnologie e della telematica applicata ai trasporti. Ha voluto ringraziare tutta la struttura e il personale aziendale. «Anche oggi, in occasione della visita del Santo Padre, appena conclusa, sono orgoglioso di essere il direttore generale del Ctm. Colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente tutto il nostro personale, i conducenti, gli operai, gli ausiliari della sosta Parkar, gli addetti, i coordinatori, gli impiegati, i quadri e i dirigenti che si sono adoperati tutti con il massimo impegno per svolgere questo imponente servizio a beneficio del capoluogo e non solo. Ci tengo particolarmente a condividere con loro questo premio». Alla cerimonia di Lecce hanno partecipato, tra i tanti, anche Massimo Sargiacomo, presidente dell'Academy of accounting history di New York, e Eugenio Anessi Pessina, docente dell'Università Cattolica.
In occasione della visita in città del Pontefice, lo sforzo è stato notevole. Il Ctm ha garantito un servizio gratuito di bus navette (80) e quasi raddoppiato il numero dei mezzi in circolazione (oltre 200). (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Colonialismo e identità
 
“Colonialismo e identità nazionale” è il tema del seminario che inizia domani alle 10,30 nell'Aula magna del dipartimento di Scienze sociali di Cagliari. I lavori impegneranno i quaranta relatori fino a venerdì. Cuore del seminario le eredità politiche e culturali del colonialismo.

LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 36 - Ed_Cagliari
UNIVERSITÀ»SCELTE DI VITA ALL’INSEGNA DEL PRECARIATO
I ricercatori scommettono sul futuro
Oltre cento dottorandi si ritrovano in aula magna e mettono a confronto le loro esperienze, le difficoltà e i propri lavori
di Luigi Soriga
 
SASSARI C’è una concentrazione viva di neuroni nell’aula magna dell’Università. Un piccolo distillato di futuro, se è vero che l’intelligenza, lo studio e il sapere rappresentano ancora un buon punto di partenza per migliorare il mondo. I giovani ricercatori ci credono eccome in questa ambiziosa missione, della quale si sentono investiti. D’altronde anche il titolo del convegno al quale hanno partecipato ieri mattina suona impegnativo: “Ricerca in vetrina 2013, originalità e impatto sul territorio regionale della ricerva scientifica”. È la teoria che cala sulla realtà, gli accademici che si sporcano le mani con i grattacapi quotidiani di un territorio, di un piccolo comune, di un tratto di costa. L’Adi (Associazione Dottorandi Italiani), ieri ha raggrumato un centinaio di giovani cervelli, ognuno dei quali portatore sano di innovazione. Li ha messi uno accanto all’altro, ha permesso loro di raccontarsi, guardarsi in faccia, confrontare esperienze, scambiare conoscenze. L’identikit medio dell’uomo di scienza è questo: una trentina d’anni sulle spalle, la maggior parte dei quali spesi chini sui libri, stipendi da mille euro, 1467 al massimo, la veste di precario indossata come una seconda pelle, e la lucida consapevolezza di esser finiti dentro un trita-speranze inesorabile quale l’Università italiana, dove solo il 13 per cento dei ricercatori potrà approdare al traguardo: cioè alla stabilizzazione, al rango di docente, a una propria cattedra, al sogno. Gli altri saranno come delle comete che per uno o due anni hanno brillato di luce propria, ma che poi la penuria di risorse e i tagli ministeriali finiranno per spegnere. Uno di questi giovani capaci ancora di emanare bagliori di speranza è Salvatore Lampreu. Ha 33 anni, è di Sedilo, si è laureato da un anno in Scienze dei sistemi culturali, è un dottorando con borsa, campa con 1000 euro, e crede ciecamente nelle potenzialità di una Sardegna formato mosaico, dove ogni piccola identità locale ha le proprie carte da giocare nel grande tavolo dell’economia. Lui ha studiato il caso specifico della Marmilla, ed è convinto che i prodotti tipici, la cultura e l’identità siano valori aggiunti spendibilissimi sul mercato. Ne parla con entusiasmo, con quell’approccio genuino che contraddistingue ancora queste figure professionali in divenire: una via di mezzo tra lo studente e il prof., l’emozione del microfono sopra un solido puntello di conoscenza. Prima di aggiudicarsi la borsa di studio ha fatto tutti i lavori: cameriere in Irlanda, operatore nel riciclaggio dei rifiuti. «Adesso non posso fare altro, l’attività di ricercatore è una spugna che assorbe tutta la tua vita, non ha orari». Giuseppe Onni, 41 anni, assegnista di ricerca al Dodo di Alghero, scivola ancora di più nel filosofico: «Noi non siamo dei semplici lavoratori, noi siamo quello che facciamo». Insomma, ricercatore come condizione esistenziale. Un indomito ottimista, animato dalla passione, perennemente squattrinato, con una leggera inclinazione verso il masochismo, che non si piange addosso, convinto nei propri mezzi e nel proprio sacrificio, che ha investito una fetta enorme della propria vita sui libri e sa che sarà difficilissimo tornare indietro. Per certi versi ancora un puro, se in un terreno così sdrucciolevole come quello dell’Università pensa ancora di poter andare avanti con le proprie gambe e con le proprie forze. E dire: «Se hai veramente qualcosa da dare, allora alla fine arrivi».
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 6 - Sardegna
CONVEGNO all’università di SASSARI
Stretti nel saio del precariato
I ricercatori : «Noi piangerci addosso? E chi può permetterselo?»
di Luigi Soriga
 
SASSARI Il precariato, per i ricercatori, è una sorta di saio da indossare come una seconda pelle. Piangersi addosso, o come dice Papa Francesco, «seguire la dea lamentela», è l’ultima cosa che possa venire in mente. Sono consapevoli del loro purgatorio di studiosi squattrinati, hanno scelto di stare chini sui libri per 10 ore al giorno, sanno che su cento alla fine vedranno la luce in dieci, dove vedere la luce significa diventare docenti stabilizzati con una materia da insegnare. Nel convegno “Ricerca in vetrina”, dove un centinaio di dottorandi dell’Università si guardano in faccia, si raccontano, scambiano saperi ed esperienze, si sta a mollo in una sostanza fatta di ottimismo e voglia di migliorare il mondo. Federico Nurra è un archeologo di 32 anni, fa ricerca dal 2007, guadagna 1467 euro al mese, dice: «È bello sentire cose di sinistra proprio da chi non ti aspetteresti. E per quanto mi riguarda il Papa ha ragione. Qui, se non si crede in quello che si fa, si è perduti. Noi ricercatori abbiamo investito tutto nel nostro progetto, è un impegno che non si conclude nell’arco delle 8 ore di lavoro, perché la testa non stacca mai e anche di notte ti capita di pensare al modo migliore per raggiungere i risultati». Eppure l’Università è spietata e la stragrande maggioranza di questi scienziati malati di speranze, sono come stelle che nascono e muoiono con la propria borsa di studio, nell’arco di un paio d’anni. «Con il sistema degli assegni – continua Federico Nurra – abbiamo 4 anni per sparare le cartucce. E anche se vali non è scontato che arrivi al traguardo. Ma una cosa è certa: se ti lamenti non vai da nessuna parte, perché l’entusiasmo è l’unico motore che ti spinge a continuare». Non è incoscienza, illusione, o masochismo. È la passione per un bel mestiere che meriterebbe più considerazione e sostengno. Verdina Satta, 29 anni, dottoranda in Architettura ad Alghero, dice: È normale che talvota ci siano difficoltà e sconforto. Ma non è mai un pessimismo sterile e improduttivo. Alla fine si mette davanti lo studio, al disagio personale. La macchina della ricerca così non si ferma mai».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
CONVEGNO
Africa romana a Porto Conte
Sede di Porto Conte Ricerche, Alghero da giovedì 26 a domenica 29 settembre
 
ALGHERO Tutto pronto ad Alghero per parlare di trent’anni di “Africa romana”. Da giovedì 26 a domenica 29 settembre ad Alghero, a Porto Conte Ricerche (Tramariglio), si terrà il ventesimo convegno internazionale di studi “L’Africa Romana”. Sottotitolo: “Momenti di continuità e rottura: bilancio di trent’annidi convegni de l’Africa Romana”. «L'evento –si legge in una nota –è organizzato dall'Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Storia, Scienze dell'Uomo e della formazione, Scuola europea di dottorato "Storia, letterature, culture del Mediterraneo", Centro di studi interdisciplinari sulle Province romane, in collaborazione con l'Institut National du Patrimoine de Tunis e con la Faculté des Lettres et des Sciences Humanies de Sousse”.

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