Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
23 September 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 13 - Edizione CA)
 
Il messaggio del successore di Pietro ai docenti e agli allievi degli atenei
È IL SAPERE LA RICETTA ANTI-CRISI: «L’UNIVERSITÀ PROMUOVA IL DIALOGO»
di Lorenzo Piras
 Parole forti, che lasciano il segno sul mondo della cultura sarda: «Prestiamo attenzione ai giovani, soprattutto ai giovani impegnati in politica: hanno un altro modo di pensare. La loro musica è diversa da quella che siamo abituati a sentire, e non si abbia paura di ascoltarla. Il coraggio sia il tempo musicale per andare avanti». E poi: «Sapete come i cinesi scrivono la parola crisi? Ve lo dico io: con i caratteri del pericolo e dell’opportunità. Teniamolo a mente: può essere un’opportunità». Papa Francesco ha appena portato la sua parola di conforto ai poveri quando, puntuale, si presenta nell’aula magna della pontificia facoltà teologica.
 L’AMBIENTE All’inizio un siparietto che ha poco di accademico, molto di familiare: «Papa Checco, sali per 1 caffè?» Ore 16, via Sanjust: in un palazzo davanti all’istituto si è mobilitato un condominio intero per esporre uno striscione con questa frase. Alla ringhiera di uno dei balconi c’è la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. In strada una folla. Per il caffè sarà per un’altra volta, ma il Papa dimostra di gradire visto che, dalla papamobile , mima il gesto della tazzina.
 L’ARRIVO Il rigido servizio d’ordine scorta in pochi secondi il Pontefice dal piazzale all’aula magna. Ad accoglierlo, già al microfono, c’è il rettore, padre Maurizio Teani. Accomodati in ordine sparso nelle poltroncine rosse, seminaristi, docenti, studenti, preti e tanti ex: l’ex sindaco democristiano (l’ultimo) di Cagliari Ninni Giua, l’ex assessore regionale Giorgio La Spisa, l’ex presidente del Consiglio regionale Gian Mario Selis, l’ex vescovo di Oristano Piergiuliano Tiddia. Tra le autorità in carica, il presidente del Banco di Sardegna Antonello Arru e l’assessore alla Cultura di Cagliari Enrica Puggioni. Teani prende subito la parola: «Per il suo nome sono contenti i francescani, ma lo siamo anche noi gesuiti», dice il rettore della facoltà teologica, «visto che nel parlare della libertà interiore riconosciamo l’influsso della spiritualità di Ignazio di Loyola». E poi: «Condividiamo il richiamo contro l’autorefenzialità della Chiesa. E quello contro l’ambizione, che veniva combattuta nel ’500 con la lettura del Vangelo».
 LA SALA Applausi a Francesco, applausi al rettore. Anzi, ai rettori. Perché è il momento dei magnifici di Cagliari e di Sassari. Giovanni Melis (Cagliari) ricorda che «da qui i giovani sono costretti ad emigrare, aumentano coloro che non studiano e non lavorano e si moltiplicano atteggiamenti privi di speranza. Eppure siamo convinti che l’istruzione sia ancora un investimento per la collettività». Attilio Mastino, invece, invita il pontefice a Sassari e poi dice: «Sono troppo pochi i giovani laureati in Sardegna, troppo diffusa è la disoccupazione giovanile, troppi ritardi si sono accumulati a danno dello sviluppo. Il compito delle università è necessario per arrivare presto alla nascita di un sistema regionale integrato in piena sinergia tra i due atenei, con un modello di università a rete aperta a dimensione internazionale».
 IL DISCORSO Quindi la chiusura affidata a Papa Francesco, che in più passi fa riferimento alla crisi: «Bisogna guardare in faccia la realtà, le letture ideologiche o parziali non servono», è l’esordio. «La crisi può diventare momento di purificazione e di ripensamento dei modelli economico-sociali. L’università è luogo in cui si elabora la cultura della prossimità e della vicinanza, dove si insegna e si vive la cultura del dialogo, che non livella differenze e pluralismi, uno dei rischi della globalizzazione, e neppure li estremizza facendoli diventare motivo di scontro, ma apre al confronto costruttivo. Non abbiate timore di aprirvi anche agli orizzonti della trascendenza, all’incontro con Cristo. La fede non riduce mai lo spazio della ragione, anzi difende dal pericolo di ridurre l’uomo a materiale umano». Francesco sceglie tre parole: disillusione, rassegnazione, speranza. Disillusione, a causa della crisi economica finanziaria, ma anche ecologica, educativa e morale, che «scuote le nostre certezze» con conseguenze a volte terribili. Il Papa fa riferimento «agli squilibri sociali, al deterioramento dell’ambiente e alla guerra dell’acqua, alla potenza delle armi». Poi descrive la rassegnazione, «come pessimismo verso un rimedio» che provoca «la paralisi dell’intelligenza e della volontà» da cui scaturisce «un atteggiamento simile a quello di Ponzio Pilato».
SPERANZA La speranza, per il successore di Pietro, sta anche nell’Università come luogo «di elaborazione del sapere». Francesco chiude qui. In largo Carlo Felice lo aspettano i giovani.
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
CONVEGNO. DALLE 8,30 ALLE 13,30
Oggi alla Cittadella esperti a confronto sul tema del suicidio
Scienziati sardi e internazionali si confronteranno oggi in città per discutere di suicidi. Dalle 8,30 alle 13,30, la sala congressi della Cittadella universitaria di Monserrato, asse A, ospita il simposio “Correlati biologici e clinici del comportamento suicidario”. I lavori sono organizzati dalla Farmacologia clinica dell’azienda ospedaliero-universitaria diretta da Maria Del Zompo e dalla sezione di Neuroscienze e Farmacologia clinica del dipartimento di Scienze biomediche.
Di rilievo, tra i numerosi esperti che prendono parte ai lavori, la presenza di Martin Alda e Gustavo Turecki, scienziati canadesi di provata levatura internazionale. Alda (professore di Psichiatria alla Dalhousie University, Halifax) è esperto di disturbi dell’umore, genetica psichiatrica e bioinformatica applicata alla risposta ai trattamenti a lungo termine in psichiatria. Turecki (docente allo Human Genetics, Neurology & Neurosurgery, McGill University, Montreal) direge il “McGill Group per gli Studi sul Suicidio” ed è responsabile della Banca dei Cervelli “Douglas - Bell Canada Brain Bank” con gestione di software e database dedicati. Gli studiosi locali (tra questi, gli specialisti Bocchetta, Manchia, Rodriguez, Severino, Squassina, Tondo e Zuddas) presentano relazioni sulle basi biologiche del suicidio, gli effetti del trattamento con stabilizzanti dell’umore e l’ideazione suicidaria in bambini e adolescenti.
Maria Del Zompo, ricercatrice di chiara fama, ha pubblicato più di 120 articoli su riviste internazionali e si occupa da anni delle basi biologiche del suicidio anche nel Disturbo Bipolare.
Il simposio è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione Banco di Sardegna al progetto “Sopravvivenza dei pazienti trattati con il litio”, di cui è responsabile scientifico Alberto Bocchetta, ricercatore al dipartimento di Scienze biomediche.
L’iscrizione è gratuita, sono stati chiesti i crediti Ecm per tutte le professioni e i Cfu per gli studenti in Medicina. Info: 070/6092438 - mosca@unica.it, o andare su http://dipartimenti.unica.it/scienzebiomediche/2013/07/24/simposio-23-settembre-2013-correlati-clinici-e-biologici-del-comportamento-
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 29 - Edizione CA)
Università
INNOVATORI E STARTUPPER PER LA FABBRICA DELLE IDEE
Mercoledì Working Capital arriva in città per l’ultima tappa del tour che toccherà l’Università di Cagliari (Facoltà di Ingegneria e Architettura). L’obiettivo dell’abbinata Sardegna 2050 _ Dpixel è preciso: ricerca di innovatori, startupper & maker. Quest’anno Working Capital per facilitare l’incontro tra startupper, investitori e community sul territorio, ha aperto le porte a tre nuovi spazi di accelerazione nei punti nevralgici della digital innovation italiana. All’interno di ogni spazio un percorso di accelerazione durante il quale i mentor supporteranno i team nello sviluppo della propria idea. Per partecipare basta registrarsi su barcamper.it/tours/wcaptour/ e caricare il progetto: workingcapital.telecomitalia.it/repository/login/ .
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
NUOVI SCAVI NEL SULCIS
Su Carroppu, il rifugio del sardo antico
Diecimila anni fa, quando il Sulcis chissà come era, l’uomo si aggirava fra i boschi o le lande del sud ovest della Sardegna. E trovava riparo in una grotta che sorge ad una manciata di chilometri da Carbonia, il rifugio sottoroccia di Su Carroppu, a Sirri. Da alcuni giorni il sito, la cui importanza è fondamentale per ricostruire le dinamiche della presenza umana in Sardegna, è ancora una volta al centro delle indagini dell’archeologo Carlo Lugliè, Università di Cagliari, già protagonista da tre anni di studi che hanno permesso di retrodatare di duemila anni la frequentazione del sito: dal tardo neolitico un bel balzo indietro al mesolitico.
La nuova campagna di scavi scattata nei giorni scorsi (si concluderà domani) mira a trovare conferme a quanto appurato anche grazie all’ausilio degli strumenti scientifici (l’esame di un frammento di osso era stato determinante) e indugia su aree che inizialmente non erano state scrutate e che potrebbero, invece, rivelare sorprese. L’uomo più antico della Sardegna, senza dubbio cacciatore e raccoglitore, potrebbe davvero aver trascorso molti dei suoi anni in questo lembo di Sulcis, a pochi passi dalla valle carsica del rio Cannas. Il riparo è una cavità poco profonda che domina una valletta. Il recupero di alcuni lembi archeologici non violati dai clandestini aveva permesso di documentare un orizzonte preistorico riferibile al neolitico. «La revisione critica - sottolinea Carlo Lugliè - aveva poi permesso di accertare che l’insediamento fosse riferibile anche al mesolitico». E difatti verranno prese in esame alcune superfici del mesolitico dove si ritiene sia avvenuta una frequentazione antropica «che magari - aggiunge Lugliè, docente di preistoria e paletnologia - confermano un tipo di insediamento non isolato».
Certo è che Carbonia, dal punto di vista della cultura, si ricorderà per un pezzo il 2013 perché i nuovi studi avviati ora da Carlo Lugliè (e autorizzati dal Governo e dal Comune) rappresentano la quinta campagna di scavi in città nell’arco di pochi mesi: in giugno e in luglio erano contestualmente aperte le campagne nella cittadella fenicio punica di Monte Sirai, quella nel vicino Nuraghe Sirai dell’area artigianale (il Pip), poi gli scavi nella Villa Romana sempre zona Pip, ed infine erano in corso gli studi antropologici e archeologici nella necropoli di Cannas di Sotto. Una simile abbondanza nella città del carbone non si era mai registrata.
Andrea Scano


LA NUOVA SARDEGNA 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualita
 
«Nei politici giovani ho trovato altre idee e una musica diversa» 
L’incontro con il mondo della cultura nella Facoltà teologica «La crisi è pericolo e anche opportunità, non serve fuggire» 
di Giampaolo Meloni
CAGLIARI «Il coraggio sia il tempo musicale per andare avanti». Come prevedibile, Papa Francesco chiude l’intervento nell’aula magna dell’Università teologica con una frase fuori programma, non compresa nel testo ufficiale che ha pronunciato in circa trenta minuti d’intervento davanti a una sala silenziosa, rapita, alla quale la gioia di avere Francesco faccia a faccia ha fatto ignorare il caldo eccessivo. Il riferimento alla musicalità non è stato casuale. Senza metafore, il Papa ha raccomandato la necessità di stare accanto ai giovani, in sintonia con i loro linguaggi moderni: «Ho trovato nei politici giovani un’altra maniera di pensare, non dico migliore, non dico peggiore, dico perlomeno diversa». E ha inciso: «La musica loro è diversa dalla nostra. Non abbiamo paura, apriamoci. I giovani cercano una chiave diversa per sentire la musica». C’è un mondo nuovo con il quale ci si deve confrontare, ha detto Francesco. Un insegnamento che conforta questa prospettiva viene dai rettori, quelli delle due università sarde e quello della Pontificia facoltà teologica, Padre Maurizio Teani, che hanno parlato della loro collaborazione: «Ho sentito che lavorate insieme, come amici: questo è buono». Perchè nel futuro Papa Francesco vede il rischio del baratro esistenziale, che riassume in tre parole: disillusione, rassegnazione, speranza. Ne spiega i significati ricorrendo alla parabola dei discepoli di Emmaus. Come suo solito, semplifica ulteriormente: «La disillusione deriva dalla crisi economico-finanziaria, ma anche ecologica, educativa, morale». Quando il Papa pronuncia la parola crisi ha un’idea ben chiara, che apre al futuro: «Quando i cinesi scrivono la parola crisi, usano due caratteri: uno significa pericolo, l’altro vuol dire opportunità: ecco, quando diciamo crisi, dobbiamo intendere entrambi i significati». L’altro fronte di pericolo è la rassegnazione. «Nei momenti di crisi non ci si deve chiamare fuori. Non cerchiamo “isole” o momenti di tregua». Insomma, si deve evitare l’atteggiamento di Pilato: di “lavarsi le mani”. Un atteggiamento che ignora il grado di giustizia, di umanità e di responsabilità sociale e porta all’individualismo, all’ipocrisia, se non a una sorta di cinismo». C’è una via d’uscita? Si deve fuggire dalla realtà, oscurare la speranza? chiede Francesco. «Penso che il momento storico che viviamo ci spinga a cercare e trovare vie di speranza, che aprano orizzonti nuovi alla società. Qui è il prezioso ruolo dell’Università, come luogo di elaborazione e trasmissione del sapere, di formazione della sapienza, di educazione integrale alla persona».Un grande timore, rivelato in un’altra trasgressione al testo ufficiale, per il Papa è l’eventualità che «dal dizionario possa scomparire la parola “solidarietà”». Parole pronunciate nell’istituto dei gesuiti, che le hanno molto gradite. «Hai scelto il nome Francesco e siamo stati contenti anche noi gesuiti», gli dice con una battuta carica d’affetto il rettore padre Maurizio Teani, accogliendo anche le riflessioni del Papa sulla Chiesa «autoreferenziale». Accanto al Papa ci sono i vescovi sardi, il presidente della Conferenza espiscopale sarda monsignor Arrigo Miglio, ma c’è anche monsignor Angelino Becciu, segretario di Stato. Francesco lascia la facoltà e prima di appartarsi per qualche minuto all’interno, s’intrattiene con il Provinciale dei gesuiti, padre Carlo Casalone. Che le ha detto? Scherza, padre Carlo: «Gli ho dato qualche consiglio». In realtà il Papa gli ha raccomandato di non smettere mai di essere incisivi con i loro insegnamenti.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 9 - Attualita
«Santità, la aspettiamo all’ateneo di Sassari» 
L’invito del rettore Mastino e le preoccupazioni di Melis (Cagliari) per il futuro degli studenti 
CAGLIARI Il rettore dell’Ateneo di Sassari Attilio Mastino ha richiamato le origini gesuitiche dell’Università (risalgono al 1559, con atto del padre Diego Laimez) e ne ha ripercorso la storia (documentata nel volume donato al Santo Padre), auspicando una continuità nel lavoro comune. Un rapporto da consolidare ulteriormente, tanto da manifestare apertamente un augurio: «Santità ,le rivolgiamo l’invito a venire a visitare la nostra Università». Papa Francesco accoglie con piacere e si apre in un sorriso. Il rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis conferma la volontà di un percorso comune con la Facoltà di teologia, in considerazione del ruolo «importante» che l’ateneo ha nei confronti dei giovani: «Possiamo trovare una forma di collaborazione», auspica. Una disponibilità che entrambi i rettori legano al tormento generato sui giovani dalla mancanza di lavoro. L’università, la formazione, sono un argine al dramma e una necessità «in questa Italia in forte ritardo con le riforme» (Melis) e dove «troppo pochi sono i giovani laureati» (Mastino). Per questo l’ateneo di Sassari «ha avviato un percorso di apertura ai tempi, e lavora per arrivare a un sistema regionale integrato», ha spiegato Mastino. Collaborazione è stata avviata con i paesi latinoamericani, mentre la sede sassarese è stata arricchita di nuovi centri di ricerca. «La mancanza di lavoro mortifica i giovani – ha sottolineato Giovanni Melis –, trovare occupazione è difficile anche per chi è formato». Obiettivo primario, per i presìdi della formazione, hanno confermato i due rettori, è investire sui giovani, azione necessaria per non rinunciare al futuro». Al termine dell’incontro con il mondo della cultura nella Facoltà Teologica, il rettore Giovanni Melis ha donato al Santo Padre un volume che raccoglie gli Atti di fondazione dell’Ateneo. Nel volume è riprodotta fedelmente la Bolla pontificia di fondazione firmata da Papa Paolo V, ora non conservata nell’Archivio Vaticano. L’originale, che risale al 1607, è custodito nell’Archivio comunale di Cagliari. Francesco ha ringraziato, stringendo le mani ai rettori, manifestando di avere gradito soprattutto le dichiarazioni di apertura ulteriore verso forme di collaborazione tra i due atenei sardi e la Facoltà Teologica. (gpm)
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 24 - Sassari
IL MONDO DELLA RICERCA SI METTE IN VETRINA 
Oggi e domani a Sassari e a Porto Torres il convegno dell’Adi: la sfida positiva di 120 precari delle università italiane 
SASSARI. In dieci mesi sono già oltre cento i ricercatori e gli assegnisti dell’Università di Sassari che hanno aderito all’Adi. Nel lavoro di organizzazione del convegno nazionale, oltre al presidente Marco Calaresu che è anche il coordinatore generale della iniziativa , ha lavorato un gruppo di volontari costituito da Adriana Galistu, Caterina Dessole, Stefania Napoli, Matilde Schirru, Maria Laura Ruiu, Gabriella Colucci, Federico Zappino, Giuseppe Onni, Stefano Fiori, Alberto Valenti.
L’ASSOCIAZIONE Oltre cento adesioni in dieci mesi 
di Daniela Scano
SASSARI Sono centoventi e rappresentano un esercito di giovani talenti della ricerca: dottorandi e assegnisti assunti nelle università italiane con borse di studio e contratti a tempo determinato. In una parola, precari. Tutti sanno già che solo due su cento sarà stabilizzato. Con queste premesse, il convegno “Ricerca in vetrina”, in programma oggi e domani a Sassari e a Porto Torres, potrebbe essere l’annuncio di un chaiers de doléances. Niente di tutto questo, come spiega il sottotitolo “Originalità e impatto sul territorio regionale della ricerca scientifica di dottorandi e dottori di ricerca”. La manifestazione nazionale organizzata in città dalla sezione sassarese dell’Adi (Associazione dottorandi e assegnisti di ricerca italiani) è soprattutto un convegno volto a far conoscere le innumerevoli opportunità che il mondo della ricerca offre agli atenei – di cui è un elemento indispensabile – ma anche alla imprenditoria e più in generale al territorio. Lo spiega Marco Calaresu, assegnista in Scienze politiche e presidente dell’Adi di Sassari, annunciando un evento che per due giorni trasformerà le due città nella capitale della ricerca italiana. Una vetrina, appunto, dove giovani uomini e donne impegnati in tutti gli ambiti disciplinari racconteranno i risultati raggiunti con i loro studi e quelli che ancora si possono toccare. «Siamo lavoratori precari della conoscenza – dice Calaresu – ma orgogliosamente uniti da una grande passione e dalla volontà di cambiare qualcosa». All’appello dell’Adi sassarese hanno risposto studiosi di tutti gli atenei italiani. Oggi a Sassari, nell’aula magna dell’Università centrale, e domani a Porto Torres, nella sala “Filippo Canu”, si parlerà di “Nuove prospettive per il governo del territorio”, di ricerca scientifica applicata a “Salute, ambiente e tecnologia”, di “Lavoro, formazione e qualità della vita per lo sviluppo del territorio”, di “Governo del territorio con un percorso di ricerca tra economia e scienze umane”, di “Archeologia in Sardegna: studi e metodi di ricerca”. In programma le relazioni di decine di dottorandi e assegnisti che illustreranno il loro lavoro. Ogni aspetto dei temi sarà discusso in modo interdisciplinare, con diversi punti di vista e altrettanti spunti di approfondimento. In mattinata, nel giardino interno della sede centrale dell’ateneo, 52 totem illustreranno altrettanti lavori eseguiti da ricercatori italiani. Si spazierà dalle neuroscienze all’architettura, dalla chimica alla storia, di urbanistica e di ambiente. «L’obiettivo – dice Caralesu – è accrescere il substrato culturale del territorio, incentivare innovazione e mostrare le possibili vie d’uscita del nostro territorio dalla crisi economica attraverso il lavoro dei ricercatori sardi e degli altri che, fuori dall’isola, studiano la Sardegna». Le due giornate sono state organizzate, in dieci mesi di lavoro sottratto agli impegni professionali, con il contributo dei Comuni di Sassari e di Porto Torres, della Università, della Fondazione Banco di Sardegna, dell’ufficio Trasferimento tecnologico dell’ateneo e dell’Ersu. Stamane i lavori saranno introdotti da Marco Calaresu dopo i saluti istituzionali del rettore Attilio Mastino («che ci ha offerto la massima collaborazione e il suo convinto sostegno» tiene a dire Calaresu), del sindaco Gianfranco Ganau e dell’assessore regionale alla Pubblica istruzione Sergio Milia. Alle 9.30 si apriranno le “vetrine”. La speranza degli organizzatori, già soddisfatti per l’altissimo numero di adesioni, è che la manifestazione attiri un gran numero di rappresentanti delle istituzioni e delle imprese.

 




 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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