Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 September 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Il Tar annulla una selezione: «Concorso da rifare»
La tesi presentata due volte: ricercatore perde il posto

Il concorso per il reclutamento di un ricercatore a tempo determinato nel Dipartimento di Storia dell’Università di Cagliari è da rifare. Lo ha deciso il Tar Sardegna che, accogliendo parzialmente il ricorso presentato da uno dei candidati, tutelato dagli avvocati Marcello Vignolo, Massimo Massa, Gianmarco Delunas e Marco Galleri, ha disposto che «la commissione aggiudicatrice rinnovi il procedimento a partire dalla fase di ammissione». Dunque si ripartirà quasi da zero.
 
IL RICORSO A innescare il processo era stato il candidato Alessandro Ruggeri, arrivato terzo nella graduatoria dietro Nicoletta Usai e Andrea Pala. Quest’ultimo era risultato vincitore e il 29 ottobre scorso aveva firmato il contratto di lavoro con l’Ateneo. A dicembre però Ruggeri aveva fatto ricorso al Tar, lamentando una lunga serie di presunte illegittimità. Il verdetto dei giudici è stato depositato il 23 settembre scorso, a quasi un anno dalla pubblicazione della graduatoria.
DOPPIA VALUTAZIONE Tra i motivi di illegittimità rilevati dal Tar spicca certamente il fatto che al vincitore la commissione ha attribuito 8,5 punti per una pubblicazione che era la copia della tesi di dottorato, per la quale gli era stato già assegnato il relativo punteggio. «La monografia - scrivono i giudici - appare, in effetti, la mera riproposizione della tesi di dottorato. Come emerge dal confronto tra i due testi, versati in atti, la monografia riprende in larga parte e quasi pedissequamente l’elaborato che ha costituito la tesi di dottorato», al punto che «appare manifestamente irragionevole e manifestamente ingiusta la decisione della «commissione di considerarla valutabile». Inoltre secondo i giudici le pubblicazioni del candidato Ruggeri furono scartate senza fornire un’adeguata motivazione.
RIPARTIRE DA ZERO Ma se il concorso deve ripartire dalla fase dell’ammissione dei candidati è perché la seconda in graduatoria, Nicoletta Usai, era stata ammessa nonostante alla data del bando - il 28 maggio 2012 - il suo titolo di dottorato di ricerca risultava conseguito da più di sei anni, cioè oltre il limite temporale imposto dal bando stesso. In alternativa - precisa il Tar - avrebbe dovuto essere valutata l’idoneità della candidata a svolgere attività di ricerca sulla base del curriculum scientifico e professionale», cosa che «la commissione giudicatrice dovrà, quindi, effettuare (rinnovando il procedimento dalla fase di ammissione) al fine di decidere in ordine» alla posizione della candidata Usai.
Massimo Ledda


2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Ricerca Fuori dai seggi un sondaggio dell’Università
Oggi (e anche in caso di secondo turno, una settimana dopo), in occasione delle primarie, il Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio dell’Università di Cagliari organizza una serie di interviste al corpo elettorale volte a identificare le motivazioni di voto e il grado di coinvolgimento politico dei votanti. La rilevazione si svolge nell’ambito di una ricerca coordinata da Fulvio Venturino, professore di Scienza politica nell’Università di Cagliari, coadiuvato da Stefano Rombi e da Carlo Pala. I tre coordinatori fanno parte del gruppo C&LS (www.candidateandleaderselection.eu/), da tempo attivo nella Società italiana di Scienza politica (www.sisp.it). La ricerca si estende a numerosi comuni delle province sarde.
Saranno realizzate circa 3mila interviste da rilevatori appositamente addestrati e facilmente identificabili per mezzo di una targhetta. Inoltre, Stefano Rombi e Carlo Pala cureranno anche un exit poll sull’esito della competizione elettorale.
 
 
3 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 5 - Edizione CA)
Giovani a confronto
Sardi, corsi e irlandesi per l’indipendentismo

L’indipendentismo visto con gli occhi delle nuove generazioni. Nasce con questo spirito l’organizzazione Scida che raccoglie al suo interno tutta la galassia indipendentista giovanile. È un gruppo di ragazzi attivo soprattutto all’interno del mondo universitario, dove è nato il comitato Scida 2013.
L’obiettivo è offrire uno spazio di confronto sui temi dell’indipendenza. Ne è testimonianza l’incontro internazionale di due giorni tra le organizzazioni studentesche indipendentiste, da cui è scaturito un convegno sulla storia del sindacalismo indipendentista universitario nel contesto europeo, tenutosi a Cagliari. Ospiti i ragazzi corsi e irlandesi. Il fulcro dell’attività è la diffusione della coscienza indipendentista tra i giovani, mentre c’è meno interesse per le elezioni.
«Lavoriamo all’università e nelle scuole», spiega Edoardo Figus, presidente di Scida 2013, «le elezioni non ci interessano e preferiamo confrontarci su temi come istruzione e lavoro». (mat. s.)
 

4 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 9 - Edizione CA)
All’inaugurazione il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza
LA PARABOLA CHE ASCOLTA LE STELLE
Pranu Sanguni, taglio del nastro per il Radiotelescopio di Andrea Piras
SAN BASILIO Sette anni fa era solo una speranza. Domani sarà una certezza, ufficializzata dalla festa per la sua inaugurazione anche se un bel po’ di lavoro alle spalle, l’immenso impianto di Pranu Sanguni - il Sardinia Radio Telescope per dirla col suo vero nome - lo ha già macinato. Lavoro degno di nota visto che la sua parabola (era l’estate del 2012, precisamente l’8 agosto) aveva già intercettato le voci dell’universo e in particolare quelle di una radio-galassia particolarmente chiassosa. Un evento quasi inatteso, arrivato durante i primi test e nella fase delicatissima di collaudo del ricevitore a 7 Ghz e del più grande radiotelescopio d’Europa, secondo al mondo per dimensioni.
L’ASCOLTO Era stato, l’ascolto della forte attività originata da un buco nero del cielo, quel puntamento della sorgente radio, «il primo successo del Sardinia Radio Telescope», come avevano immediatamente comunicato gli scienziati. Un primo eccezionale risultato del progetto Srt voluto dall’Istituto nazionale di astrofisica, dall’As, dal ministero della Ricerca e dalla Regione e accolto con entusiasmo dalle amministrazioni comunali del Gerrei. In testa San Basilio, Sant’Andrea Frius, San Nicolò Gerrei, Ballao, Armungia, Escalaplano, Silius, Goni, Villasalto, i paesi che sul grande impianto per la ricerca scientifica (collegato con l’Inaif-Osservatorio astronomico di Selargius) ripongono molte speranze per lo sviluppo dell’intero territorio. Per questo domani a Pranu Sanguni, all’inaugurazione del Srt, insieme al ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza, al responsabile del progetto Nicolò D’Amico e del centro osservatorio di Selargius Andrea Possenti, al presidente della Regione Ugo Capellacci e ai presidenti dell’Agenzia spaziale italiana, Enrico Saggese e dell’Istituto nazionale di astrofisica, Giovanni Bignami, ci saranno anche i sindaci del Gerrei.
I TEMPI Insomma, sette anni dopo il primo mattone, il radiotelescopio comincerà ininterrottamente a spiare l’Universo, protendendo il suo incredibile orecchio di 64 metri di diametro, lo specchio formato da oltre 1000 pannelli di alluminio posato su un piedistallo di settanta metri, verso l’infinito.
Programmato per misurare anche i più deboli segnali radio che provengono dall’Universo profondo, emessi da oggetti cosmici come galassie, pulsar, quasar e i buchi neri, il Sardinia Radio Telescope sarà in grado di funzionare anche come una stazione ricevente di terra per le sonde interplanetarie. Costruito con il contributo del Miur, della Regione sarda e dell’Agenzia spaziale italiana, Srt è gestito dall’Istituto nazionale di astrofisica, è costato oltre 67 milioni di euro. Il suo assemblaggio spettacolare e complesso, seguito passo dopo passo e raccontato dalla rete attraverso il sito web dell’Inaif, è stato completato nel 2011. Da allora i lavori, altrettanto complessi, per approntarlo. Fino a quel fatidico 8 agosto è stato puntato in direzione della radiosorgente Hydra A e successivamente verso una magnetar situata nel centro della via lattea, di cui ha registrato il segnale in alta qualità. «Niente vacanze prima dell’accensione», aveva riferito l’anno scorso Nicolò D’Amico, riprendendo quello che era diventato il motto dell’intero staff tecnico-scientifico.
Ora bisognerà pensare al futuro. I ricercatori si aspettano di effettuare importanti scoperte sulla natura e l’origine dell’universo.
L’ECCELLENZA Grazie alla sua installazione nella vallata di Pranu Sanguni, a circa trentacinque chilometri da Cagliari, l’Italia potrà contare sul terzo e più importante radiotelescopio della rete nazionale di interferometria, dopo gli altri impianti di Medicina (provincia di Bologna) e Noto, provincia di Siracusa. Un risultato d’eccellenza per la Sardegna che entra così di diritto nella rete europea.
Era il 2010 quando il radiotelescopio di Pranu Sanguni subì una battuta d’arresto. Non sui lavori, che proseguivano a tamburo battente, quanto sui finanziamenti. Una manciata di milioni (quattro, per l’esattezza) che rischiava di sparire dopo i tagli annunciati dal ministero. Il rischio rientrò, grazie anche all’eccezionale protesta del territorio, degli scienziati, in Parlamento.
 
 
5 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 30 - Edizione CA)
CORTE DEI CONTI. A Pisa e a Cagliari
Il doppio incarico di un medico: pagherà 250mila euro

Incassava l’indennità di esclusiva per lavorare solo nell’azienda ospedaliero-universitaria di Pisa, ma poi veniva anche a Cagliari per visitare pazienti in una clinica privata. Secondo quanto sostiene la Procura della Corte dei Conti, poi, alcune volte il ginecologo di fama internazionale Andrea Riccardo Genazzani, 71 anni, sarebbe risultato impegnato a sostenere congressi, mentre invece si alternava tra Roma e Cagliari in altre strutture mediche. Il luminare è così stato condannato dalla Corte dei Conti della Toscana a restituire alla sua ex azienda ospedaliera quasi 250 mila euro (maggiorati di interessi cumulati negli anni).
Negli anni Settanta l’ex docente (che lo scorso anno si è dimesso dalla guida del dipartimento di medicina della procreazione dell’Ateneo pisano dopo il rinvio a gudizio per truffa e peculato seguito all’indagine della Procura) aveva insegnato anche in città, vincendo la cattedra di Patologia ostetrica e Ginecolgia. E mentre il processo penale segue il suo corso con imputazioni gravissime, Gennazzani - difeso dagli avvocati Fabio Merusi e Francesco Gesess - è stato condannato dal Tribunale erariale toscano a rifondere quanto percepito illegittimamente. Assolto per le ipotesi di danno alle casse pubbliche causate dal presunto peculato, il luminare è stato invece ritenuto responsabile per quelli riconducibili alla presunta truffa sull’indennità di escusiva. Nella sentenza i giudici erariali hanno rigettando l’ipotesi di sospendere il giudizio in attesa di quello penale, condannando il ginecologo a restituire 245,810,30 euro all’azienda universitaria. La Procura ne chiedeva 400 mila. «Le eventuali comunicazioni della propria attività extramoenia» chiariscono i giudici, «non possono costituire implicita autorizzazione». Secondo l’accusa il docente toscano dal 2006, una o due volte al mese, avrebbe visitato pazienti privatamente, in assenza di autorizzazione, nel Centro di Cura San Michele cagliaritano di via Passeri. In qualche caso, sempre secondo l’accusa, «pur avendo riportato sul cartellino presenze il giustificativo “congresso”, trascorreva le mattine dei venerdì a Roma, recandosi nel pomeriggio a Cagliari per svoglere attività professionale privata».
Francesco Pinna
 
 
6 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 64 - Edizione CA)
La guerra al delitto d’onore
Via dall’ordinamento, presente nelle menti
Il 5 agosto 1981 spariva dall’ordinamento giuridico italiano la figura del delitto d’onore. Fino ad allora il testo dell’art. 587 del codice penale era il seguente: “Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella”. Tenendo presente che la pena prevista per l’omicidio non può essere inferiore a 21 anni si comprende come, ancora nell’81, fosse formalmente in vigore una norma che “giustificava” l’uccisione del coniuge infedele.
Ad oltre 30 anni da quell’abrogazione il Parlamento è oggi impegnato nella conversione del decreto legge sul femminicidio: una serie di norme che, al contrario, vogliono tutelare la libertà della donna (anche) nei confronti del proprio partner o ex-partner. A rendere urgente l’approvazione di questo decreto è stata l’escalation di notizie riguardanti episodi di violenza, talvolta commessi da uomini ancora legati alla mentalità che ispirava le norme sul delitto d’onore. L’idea che la libertà della donna rappresenti una lesione dell’onore maschile è, infatti, spesso alla base di episodi che sfociano in atti violenti o comportamenti persecutori. A quanto pare, c’è ancora chi non riesce ad accettare la rivoluzione culturale rappresentata dalle norme sul divorzio, introdotte nel 1970 e difese tramite referendum nel 1974. Ossia, c’è ancora chi non concepisce l’idea stessa della separazione, tantomeno accetta l’ipotesi che una persona con la quale si ha una relazione possa un domani averne un’altra ugualmente importante. Queste considerazioni non devono scoraggiarci, ma servono a ricordare la funzione pedagogica del diritto: le buone norme restano lo strumento migliore per correggere le cattive abitudini.
Riccardo Delussu
(Università di Cagliari)


LA NUOVA SARDEGNA 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 37 - Sassari
 
Architettura senza aule, ora slitteranno le lezioni
Martedì comincia l’anno accademico e l’ex ospedale è ancora da collaudare
Tante promesse, ma il Comune non ha tenuto fede agli impegni con il rettore
di Gianni Olandi
ALGHERO Martedì comincia l’anno accademico, ma per il Dipartimento di Architettura sarà necessario adottare il condizionale, visto che le aule che il Comune doveva consegnare all’ateneo già dal 15 di settembre scorso non sono ancora disponibili. Si tratta degli spazi che rientrano nel complesso di Santa Chiara, dove da tempo si è proceduto al consistente recupero architettonico e funzionale. I lavori sono conclusi, mancherebbe soltanto la procedura burocratica del collaudo. Il termine di consegna del 15 settembre era stato fissato in occasione della firma del protocollo di intesa tra l’amministrazione comunale e l’Università di Sassari. Atto ufficiale sottoscritto dal rettore Attilio Mastino e dal sindaco Stefano Lubrano. Qualche settimana fa era stato lo stesso rettore dell’ateneo a sollecitare la consegna delle aule rappresentando le difficoltà nelle quali la facoltà si trovava dovendo approntare le classe, gli arredi, peraltro già acquistati, e quindi dare corso all’inizio dell’anno accademico nel nuovo complesso di Santa Chiara. In quella occasione il rettore, provocatoriamente, aveva dichiarato di essere pronto a fare lezione con gli studenti davanti al Comune di Sant’Anna. Ora il tempo è praticamente scaduto, il primo ottobre è alle porte ma a quel protocollo sottoscritto non si dà continuità. È vero che l’amministrazione in carica è stata investita dalla bufera delle polemiche tra i partiti della maggioranza che si sta configurando nella mozione di sfiducia a carico del sindaco Lubrano. Ma è altrettanto vero che qualsiasi contrapposizione politica, anche dura, non può prevaricare gli interessi legittimi della collettività e in questo specifico caso quelli degli studenti che hanno scelto di frequentare la facoltà di Architettura di Alghero. La popolazione studentesca che ormai da anni è presente in città rappresenta una straordinaria risorsa non solo sotto l’aspetto culturale, ma anche economico. Va ricordato che il protocollo di accordo tra Comune e Università di Sassari prevedeva l’impegno specifico della giunta a garantire all’ateneo, per le esigenze del dipartimento di Architettura design e urbanistica, l’uso esclusivo di parte dei locali del complesso di Santa Chiara, l’ex asilo Sella, il palazzo del Pou Salit, alcuni locali al primo piano del Palazzo Serra destinati al Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, del Centro linguistico dell’ateneo e della Scuola universitaria di lingua e cultura italiana per stranieri. Istituzione quest’ultima di particolare prestigio, ma soprattutto di grandi prospettive per il breve e medio termine. Anche in virtù dell’aumento delle iscrizioni ad Architettura le tre aule di Santa Chiara sono assolutamente indispensabili. Si pone ora l’esigenza della assunzione di piena responsabilità da parte dell’ente locale per recuperare i ritardi e per evitare che ll’inizio dell’anno accademico venga rinviato e si creino quindi le condizioni per una situazione di sofferenza nei rapporti tra il Comune e Università. Tra l’altro si tratta di un argomento sul quale a più riprese è stata posta attenzione da parte delle forze politiche locali, indipendentemente dalla loro colore, e per risolvere il quale sarebbe ampiamente condiviso un provvedimento da adottare in regime di emergenza.


8 - La Nuova Sardegna / Pagina 37 - Sassari
FORMAZIONE
Quindici nuovi docenti di italiano per stranieri
ALGHERO La Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri sforna quindici nuovi docenti. Si è infatti conclusa nei giorni scorsi a Palazzo Serra, che ospita la sede dell’Unisstral di Alghero, la prima edizione del corso di preparazione per la Ditals (La certificazione di competenza in didattica dell’italiano a stranieri) di primo livello. Il ciclo di lezioni rappresenta l’inaugurazione della collaborazione tra l’Unisstral (amministrata dall’Università degli studi di Sassari attraverso il Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali) e l’Università per gli stranieri di Siena, nell’ambito della formazione dei docenti di italiano come lingua straniera. La certificazione Ditals è un titolo culturale che valuta la preparazione teorico- pratica nell’insegnamento dell’italiano a stranieri e certifica diversi livelli di competenza professionale in tale settore. In particolare, la certificazione pre-Ditals (il primo livello) consente ai candidati di acquisire una competenza di base nella didattica dell’italiano a stranieri e costituisce un titolo spendibile per l’insegnamento della lingua italiana a specifiche categorie di allievi (bambini, adolescenti, adulti e anziani, studenti universitari, immigrati, apprendenti di origine italiana, apprendenti di madre lingua omogenea), garantendo inoltre l’ammissione all’esame di certificazione Ditals di secondo livello. La Scuola universitaria di lingua e cultura italiana per stranieri di Alghero è l’unica esistente in Sardegna ed è amministrata dal Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari e dal Centro linguistico dell’ateneo turritano. Il corso di preparazione per la certificazione Ditals, tenuto da docenti molto qualificati, è articolato in lezioni frontali, laboratori, analisi di materiali didattici e simulazioni di esame accompagnate da discussioni di gruppo. Esso si rivolge a chi è in possesso di un titolo di studio valido per l’ammissione all’Università. (a.m.)


 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Provincia di Cagliari
Domani s’inaugura il radiotelescopio tra qualche polemica
SAN BASILIO Domani è il gran giorno per il mega RadioTelescopio realizzato a Pranu Sanguni (con una spesa complessiva stimata in 70 milioni di euro), che verrà inaugurato ufficialmente, con la prevista presenza del ministro all’Istuzione, Università e Ricerca, Maria Chiara Carrozza. E in concomitanza con questo evento nasce il “Comitato dei cittadini del Gerrei per la tutela e lo sviluppo del territorio”, che parte subito all’attacco con una sfilza di rivendicazioni: «L’impianto che verrà inaugurato è il fiore all’occhiello dell’astronomia italiana, il più grande in Europa e il secondo più grande telescopio al mondo. – sostengono – È evidente l’enorme rilievo che questa struttura riveste nel panorama scientifico mondiale ma è altrettanto evidente la consapevolezza dell’importanza che essa avrebbe potuto rappresentare per questo territorio. L’impianto è situato nel Gerrei, luogo storicamente isolato e abbandonato. In particolare l’area è caratterizzata da un inarrestabile spopolamento giovanile, dalla bassa natività, da un elevato indice di abbandono scolastico, nonché dagli indici più elevati di estrema povertà e di disoccupazione che non sono paragonabili ad altri territori dell’isola. In questo triste scenario, la scelta politica è stata quella di finanziare il Campus della Scienza (Progetto Hazard), di cui Il Sardinia Radio Telescope fa parte, a Selargius, privando il Gerrei di un’importante opportunità di sviluppo, non solo economico». (g.c.b.)
   
 

  
QUOTIDIANI NAZIONALI
Link:
rassegna stampa CRUI
Link:
rassegna stampa MIUR

 

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