Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 September 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
A Cagliari per il congresso della Dante Alighieri
Decamerone, maratona di letture pubbliche
 
Una maratona di letture pubbliche tratte dal “Decamerone” aprirà “Decameron Mediterraneo sotto le stelle”, la manifestazione inaugurale del congresso della Dante Alighieri a Cagliari nei prossimi giorni in occasione del 700mo anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio (sul tema “Dal sud del mondo. La lingua, la cultura e l'economia italiane. La Sardegna come ponte sul Mediterraneo”).
L'appuntamento è per domani al teatro De Candia a partire dalle 18: chiunque, fino alle 22, potrà cimentarsi nella lettura dei testi davanti alle telecamere di Lamberto Lambertini. A seguire, alle 22, la compagnia Sidera Teatro mette in scena “Omaggio a Boccaccio”, un insieme di parole e musica ispirato alla tradizione della Commedia dell'arte. Entrambi gli appuntamenti sono gratuiti.
Lo spunto è offerto dall'idea di Paolo Peluffo, vicepresidente della Dante, e di Massimo Arcangeli, docente ordinario di Linguistica italiana all'Università di Cagliari, di ricollegare in un itinerario immaginario le tappe mediterranee dei protagonisti delle 100 novelle. La selezione e l'itinerario sono dello stesso Arcangeli e di Valeria Noli, per la quale «da questa maratona di lettura ci si può attendere l'occasione di ascoltare un testo che oggi ci è noto nella forma scritta, ma che anticamente - come usava - era declamato in pubblico». Da segnalare che la Sardegna è citata in ben quattro novelle del “Decamerone”.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Metrò, nuovo tratto entro il 2015
Finanziato il percorso che va da piazza Repubblica al Cis
Firmato il protocollo d'intesa tra Comune, Regione e Arst. Disponibili 20 milioni di euro
 
Fra due anni la metropolitana leggera collegherà piazza Repubblica al Cis, subito dopo si procederà alla costruzione del tratto che porta fino a piazza Matteotti. In tutto tre chilometri, finanziati con 20 milioni di euro. Per il primo pezzo la data di fine lavori è fissata entro il 31 dicembre del 2015, per il successivo, che completerà il tracciato dal Policlinico di Monserrato alla linea esistente e al centro intermodale della stazione, crocevia fra treni, traghetti e bus - i tempi saranno stabiliti dal Piano di azione e coesione.
Un importante passo avanti per la realizzazione dell'opera che rivoluzionerà il modo di muoversi in città e nell'area vasta è il protocollo d'intesa firmato ieri tra Comune, Regione e Arst.
La Regione si impegna a trasferire all'Arst le risorse stanziate nella deliberazione numero 50 del 21 dicembre 2012 (“Nuovo quadro finanziario degli interventi inclusi nel Por Fesr 2007-2013, asse V, infrastrutture di trasporto urbano sostenibile”) per la realizzazione dei due tratti, piazza Repubblica-Cis e Cis-piazza Matteotti. «Al fine di accorciare il più possibile l'attuazione delle opere», sottolinea il documento, «la Regione farà in modo che le procedure autorizzative di propria competenza siano completate in tempi brevissimi». Da parte sua il Comune dovrà supportare l'Arst «nello sviluppo della progettazione preliminare degli interventi, assicurando che la parte dell'iter che gli compete si svolga nei minimi tempi consentiti». Ancora: l'Arst dovrà curare (con il supporto del Comune e sotto il controllo e la supervisione della Regione) la progettazione degli interventi, e assumere il ruolo di stazione appaltante per l'affidamento, con il sistema di appalto integrato, dei successivi livelli di progettazione e dell'esecuzione delle opere.
«Stiamo portando a compimento un'opera rilevante non solo per la città, ma per l'intera area vasta del Cagliaritano», sottolinea il presidente della Giunta regionale, Ugo Cappellacci. «Nel 2011 e 2012 abbiamo programmato l'utilizzo di importanti risorse finanziarie per l'estensione della rete della metropolitana di Cagliari, per un importo totale di 83 milioni 638 mila 650 euro, a valere sui fondi Por Fesr e sulle risorse del Piano di azione e coesione. Le risorse finanziarie necessarie per assicurare la completa copertura dei costi previsti per la realizzazione della rete di metropolitana di superficie nell'area vasta di Cagliari, le somme già programmate, ammontano 706 milioni 500 mila euro».
In una nota il sindaco Massimo Zedda dice: «Siamo felici, perché con la firma di questo protocollo d'intesa si avviano finalmente le procedure per la realizzazione di un'opera fondamentale per la mobilità. Quello sul tracciato della metropolitana leggera è uno dei progetti strategici dell'amministrazione: ne abbiamo parlato in campagna elettorale, ci abbiamo lavorato in questi anni e finalmente, in tempi stretti, potremo approvare il documento preliminare alla progettazione». Aggiunge la nota di palazzo Bacaredda: «Il tracciato complessivo previsto nel documento, condiviso con Regione e Arst, parte da piazza Repubblica, attraversa via Dante e viale Cimitero sino al piazzale del Cis per poi proseguire lungo viale Diaz e via Roma sino a piazza Matteotti. Il capolinea, in accordo con le Ferrovie, è previsto dentro la stazione, accanto ai binari del treno che collegano piazza Matteotti con l'aeroporto e il resto della Sardegna».
Del “sistema integrato mobilità sostenibile nell'area metropolitana di Cagliari” si parlerà domani alle 16 nell'aula magna di Ingegneria e architettura, in piazza d'Armi. I lavori del convegno sono curati dal Crimm (Centro di ricerca modelli di mobilità) e dall'associazione Città ciclabile. Aprirà Italo Meloni, docente dell'ateneo di Cagliari e direttore del Crimm. A seguire, sono previsti interventi di specialisti ed esperti. Tra questi, Virgilio Scanu, Francesco Sechi, Valerio Parigi. In chiusura è in programma la tavola rotonda su “L'integrazione dei servizi di trasporto nell'area metropolitana di Cagliari” con i rappresentanti di assessorati regionali dei Trasporti e della Programmazione, Arst, Ctm, Trenitalia, Rfi, Provincia di Cagliari, comuni di Cagliari, Assemini e Sestu.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
La visita del Pontefice argentino
L'Isola mariana e laica e i confini della Terra
Giampaolo Mele
 
Dai confini della terra - Argentina - a una terra di confine - la Sardegna. Papa Francesco, originario di una contrada d'oltreoceano, tanto solcata con sofferenza anche dai sardi, sta per approdare nell'Isola. La Sardegna è profondamente cattolica, e animata da passione civile: i suoi canti più noti sono Deus ti salvet Maria - inno mariano - e Procurade 'e moderare - inno patriottico, contro i tiranni. L'Isola oscilla tra "vetera" (le cose antiche) e "nova" (le cose nuove). È terra di contraddizioni. Qualche esempio? Tenacia, ma anche tanta invidia e miopi faziosità. Capacità di lavoro? Indubbie, ma non sempre pronte all'imprenditorialità (pur viva, tra mille strazi). Forti individualmente, i sardi stentano a fare cordate. Di certo, la Sardegna è terra di profonda cultura: il Santo Padre la incontrerà presso la prestigiosa Facoltà Teologica della Sardegna.
Papa Francesco conoscerà un popolo accogliente e solidale. Sofferente. Bistrattato da Patria matrigna. Ma anche vittimista. Eppure capace di straordinario orgoglio nazionale, come ai tempi della guerra d'indipendenza dalla Corona d'Aragona, guidata dal Giudicato d'Arborea. Né dimentichiamo i due sardi Ilaro e Simmaco, Papi in epoche tempestose. L'Isola mariana è anche sapientemente laica. Di certo, coi suoi santi - cantati nei gosos/goccius - tramanda valori morali condivisi. Gli onesti non sono considerati cretini, e il giusto gode di rispetto (con tragiche eccezioni). Ma che fare, senza la dignità del lavoro? L'orgoglio delle radici può (e deve) coniugarsi alle grandi sfide universali, come insegna il Papa. La terra protetta dalla Vergine di Bonaria può (e deve) porsi come esempio per un Mediterraneo e un'Europa dei popoli - a misura d'uomo. Sì. L'Uomo, inteso come Persona, sempre in cima. Come Cristo ha insegnato da una cattedra - non comodissima - chiamata Croce. "Sa rughe/cruxi" (a seconda degli idiomi sardi), cioè l'albero della vita spinge alla pace e all'uguaglianza sardi e cittadini di tutto il mondo - credenti e non credenti. Il sardo Papa Simmaco ha introdotto nella messa il canto del Gloria. I sardi - pacifici, ma non imbelli - si uniscono a Papa Francesco nell'inno: "Pace in terra agli uomini di buona volontà".
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Ed_Cagliari
Posti letto, i manager Asl presentano otto dossier
Nelle relazioni le proposte di come dovrà essere riorganizzata la rete ospedaliera Gli atti secretati fino a quando non sarà stilato il piano regionale sui risparmi
di Umberto Aime
 
CAGLIARI I manager delle otto Asl il loro compito a casa (li era stato assegnato dalla giunta) lo hanno fatto, Nei tempi stabili, hanno presentato all’assessorato il piano di riordino del sistema regionale, dagli ospedali alle cliniche private, dai posti letto al personale, come previsto dalla legge regionale approvata alla fine del 2012. Gli otto dossier sono da alcuni giorni all’esame degli uffici, chiamati a valutare le proposte di riorganizzazione da parte dei direttori generali. Ma gli stessi dossier – secondo alcune indiscrezioni – sarebbero stati secretati prima di essere pesati con molta attenzione dal team dell’assessorato. La sanità, si sa, da sempre è materia delicata e arriva a scottare, come quest’anno, a ridosso delle elezioni regionali. Dunque, l’assessore Simona De Francisci potrebbe aver deciso di renderli pubblici solo quando sarà chiaro, con la sovrapposizione delle varie proposte, il quadro regionale del sistema sanitario pubblico e privato per i prossimi anni. Qualunque sia il contenuto dei dossier, la riorganizzazione andrà fatta: così prevede l’accordo Stato-Regioni (governo Monti) sul taglio della spesa pubblica e in particolare di quella sanitaria e farmaceutica. Uno dei punti fondamentali di quell’intesa (con una sorta di preamialità a favore delle Regioni più virtuose) riguarda soprattutto il numero dei posti letto. In Sardegna si parte da 6.600 e la riduzione annunciata dovrebbe essere appena superiore al 10 per cento, per ridurre quei costi che oggi da soli pesano il 48 per cento delle entrate della Regione. Ai manager, ecco il compito a casa, la legge e poi la giunta regionale con una delibera in sei punti ha affidato l’onere di individuare, negli otto territori di competenza, quelli che potrebbero essere i risparmi possibili con la rimodulazione dei posti letto, ad esempio sono da evitare le sovrapposizioni che oggi ci sono fra i reparti, e subito dopo con la ridistribuzione del personale. Dunque, agli otto direttori è stato affidato il compito più difficile e gravoso ma incarico da sempre contestato dall’opposizione, che negli otto dossier annunciati e ora depositati ha sempre visto una scorciatoia per scaricare sui tecnici, tra l’altro nominati dalla giunta, l’obbligo della politica di predisporre un vero piano sanitario regionale e non «una serie di sforbiciate alla rinfusa». Sulla stessa posizione ci sono anche i sindacati, che da mesi contestano al centrodestra di aver affidato la riorganizzazione «a chi dovrebbe essere controllato», i manager, e invece all’improvviso «ha fra le mani l’immenso potere di decidere la qualità del servizio in questo o quel territorio». Accuse respinte dalla giunta. In ogni occasione Simona De Francisci ha replicato che sin dall’inizio è stata prevista la preventiva e obbligatoria consultazione delle «realtà locali» per evitare il rischio dello spopolamento sanitario dei territori e questa procedura, stando alle indiscrezioni, sarebbe stata rispettata dai manager. L’altra replica storica dell’assessorato ha riguardato i posti letto: non ci saranno tagli e tanto meno saranno chiusi degli ospedali, è questa la posizione ufficiale della giunta, ma finiranno in stand by solo i posti letto con un tasso di occupazione (l’utilizzo medio in un anno) inferiore al 75 per cento nelle grandi strutture e al 65 in quelle piccole. Ed è proprio questo uno dei segreti contenuto negli otto dossier ancora secretati.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 14 - Ed_Cagliari
“Fenice”, la riconversione ecologica dei cementifici
PROGETTO PRESENTATO DALL’UNIVERSITà DI SASSARI ALLA REGIONE
 
SASSARI Il professor Alberto Mariani – docente di Chimica industriale e dei polimeri al dipartimento di Chimica e Farmacia dell'università di Sassari e direttore del master internazionale di secondo livello “Chimica verde” – ha presentato all'assessore regionale all'Industria Antonello Liori il “Progetto Fenice”: grazie a un innovativo processo di produzione di polimeri, che prevede l'impiego delle ceneri delle centrali termiche da utilizzare quali sostituti del cemento, sarà possibile una rilevante riduzione dell'anidride carbonica immessa in atmosfera. «L'applicazione del Progetto Fenice e il conseguente impiego di questi nuovi materiali ha il suo punto di forza nella sensibile riduzione dell'impatto ambientale provocato dalla produzione di cemento – spiega Mariani –. Sebbene sia un fatto sottaciuto, infatti, la principale causa di inquinamento da anidride carbonica (CO2) dovuto ad attività umana è legato alla produzione del cemento tradizionale (una tonnellata di CO2 circa per una tonnellata di cemento); inoltre questo tipo di processo produttivo richiede l'utilizzo di ingenti quantità di risorse energetiche, in quanto la trasformazione delle materie prime avviene in altiforni a circa 1500 gradi, il che rende l'attuale cemento incompatibile col concetto di sostenibilità ambientale». Ma in che cosa consiste il Progetto Fenice? «Si tratta di utilizzare un processo grazie al quale è possibile utilizzare le ceneri delle centrali termiche per la produzione di polimeri da utilizzare quali sostituti del cemento e non quali suoi additivi. Questi materiali, oltre ad avere spesso caratteristiche migliori del cemento stesso, non comportano alcuna emissione di anidride carbonica nell'atmosfera. La trasformazione, inoltre, avviene a temperatura ambiente, senza alcuno spreco di risorse energetiche. Al posto delle ceneri, o in aggiunta ad esse, è anche possibile utilizzare materiali rocciosi, facilmente reperibili in molte zone della Sardegna. Non solo non si incorrerà nel rischio di immettere nuova anidride carbonica nell'atmosfera, ma di fatto la presenza della stessa diminuirà, in quanto ogni tonnellata di ceneri prodotta che verrà convertita in polimeri sostitutivi al cemento comporterà la produzione di una tonnellata in meno di cemento, che equivale a una tonnellata in meno di anidride carbonica nell'atmosfera. Gli attuali cementifici potranno riconvertirsi quasi a costo zero, in quanto sarà possibile utilizzare gli stessi impianti di macinazione già in uso, ed è probabile che lo stesso processo possa essere applicato per risolvere, almeno in parte, il problema dei fanghi rossi del Sulcis. Le ricadute in ambito occupazionale – conclude Mariani – saranno presumibilmente positive».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Il metrò cresce: firmato l’accordo per arrivare al Cis
Primo passo per portare i binari fino a piazza Matteotti Comune, Regione e Arst decisi: il traguardo è il Poetto
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI C'è un protocollo d'intesa tra Comune, Regione e Arst e una data per la realizzazione del primo tratto di metropolitana punta al cuore del centro storico: dalla stazione di piazza Repubblica al Cis tutto dovrà essere pronto entro il 31 dicembre 2015. Per l'altro pezzo, quello che passerà parallelo al porto per raggiungere la stazione di piazza Matteotti e da qui collegarsi con il resto del mondo (leggi aeroporto) e della Sardegna (ferrovie) tutto dipenderà dai tempi stabiliti dal piano di azione e coesione. La copertura finanziaria c'è tutta: 6 milioni (fondi Po Fesr 2007/2013) per il tratto compreso tra piazza Repubblica e Cis. E 14 milioni, per viale Bonaria (o viale Diaz)-via Roma- stazione, presi dal piano di azione e coesione. Totale: tre chilometri di tracciato dal Policlinico a piazza Matteotti. Ma c'è un progetto molto più ampio che abbraccia tutto l'hinterland. «Stiamo portando a compimento un’opera rilevante non solo per la città, ma per l'intera area vasta del Cagliaritano. – sottolinea il presidente della Regione Ugo Cappellacci –. Nel 2011 e 2012 abbiamo programmato l’utilizzo di importanti risorse finanziarie per l’estensione della rete della metropolitana di Cagliari, per un importo totale di 83.638.650 euro, a valere sui fondi Po Fers 2007/2013 e sulle risorse del Piano di Azione e Coesione. Le risorse finanziarie necessarie per assicurare la completa copertura dei costi previsti per la realizzazione della rete di metropolitana di superficie nell’Area Vasta di Cagliari, le somme già programmate, ammontano 706 milioni e 500 mila euro». Comune soddisfatto. «Siamo felici - sottolinea il sindaco Massimo Zedda - perché con la firma di oggi si avviano finalmente le procedure per la realizzazione di un'opera fondamentale per la mobilità a Cagliari e in tutta l'Area Vasta. Quello sul tracciato della metropolitana leggera è uno dei progetti strategici dell'amministrazione: ne abbiamo parlato in campagna elettorale, ci abbiamo lavorato in questi anni e finalmente in tempi stretti potremo approvare il documento preliminare alla progettazione, come previsto nel Protocollo d'Intesa». Per il momento c'è il tratto piazza Repubblica-Gottardo. Funziona bene, anche se potrebbe essere utilizzato molto di più dai potenziali utenti. Ma qualcosa potrebbe cambiare già dalla prossima primavera: tra marzo e giugno potrebbe essere aperto il secondo tratto, quello che da Gottardo arriva sino al Policlinico Universitario. E quella potrebbe essere la vera svolta dal momento che tra ospedale e facoltà dell'ateneo i possibili utenti sarebbero migliaia. L'ultimo aggiornamento è arrivato sabato scorso durante la presentazione della Settimana della mobilità: avanzato stato dei lavori e possibile “sorpresa” già in primavera. Mentre è a buon punto anche l'altro tratto, quello che dovrebbe portare dal Policlinico sino a Settimo con un ricongiungimento con la rete ferroviaria. La nuova frontiera da raggiungere si chiama Poetto, raggiungibile da via Roma.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Ed_Cagliari
Il Consiglio: no al campus in periferia
Passa a larga maggioranza la mozione di Sel contro il progetto. «Ora un confronto urgente con Ersu, università e studenti»
di Paoletta Farina
 
SASSARI Il consiglio comunale dice no al campus nelle ex Semolerie Azzena. La mozione presentata da Sel contro il progetto dell’Ersu di investire 36 milioni in una residenza universitaria in via Predda Niedda trova l’accordo a larga maggioranza. Contrario solo il Psd’Az con Antonio Cardin e Franco Era, si sono astenuti Manuel Alivesi e Giancarlo Carta (Pdl) e Michele Foe (Sassari è). Nel documento votato si invita il sindaco Ganau (ieri assente) e la giunta comunale a chiedere all’Ersu un incontro «con la massima urgenza per la creazione di un tavolo di concertazione» che veda protagonisti, oltre al Comune, l’Università e le rappresentanze studentesche, per cercare soluzioni alternative. L’urgenza è indispensabile perché il 31 dicembre prossimo è il termine ultimo in cui verrà meno la promessa di acquisto per sette milioni di euro dell’area di fronte al cimitero e a pochi passi dal centro commerciale Tanit, che l’Ersu si è impegnato ad onorare con il proprietario, la Cator Srl, di cui è socio unico Marco Cavalieri. Compravendita che è subordinata alla certezza di poter ottenere l’autorizzazione dal Comune alla costruzione di 500 posti letto, mensa e altri servizi per gli universitari: serve infatti, una variante al piano urbanistico che proprio il Consiglio dovrebbe approvare. In questi mesi, però, il fronte del no al progetto si è pian piano allargato: partito dagli studenti dell’ateneo, ha trovato adesioni in associazioni ambientaliste come il Wwf, in partiti, nella stessa università e anche nell’amministrazione comunale. Il sindaco Ganau, di recente ha più volte pubbblicamente affermato che le residenze universitarie devono essere integrate nel tessuto urbano, in particolare nel centro storico, in molti hanno messo in rilievo che l’ubicazione del campus a Predda Niedda creerebbe problemi di mobilità per gli stessi studenti, proponendo soluzioni alternative a una scelta che per l’Ersu sembra invece obbligata. L’ente,infatti, sostiene che si perderebbe il finanziamento. Un aspetto, questo, che dal punto di vista tecnico non è ancora chiaro, ma che è il convitato di pietra di tutta la vicenda campus. In una città attanagliata dalla crisi, dire no a 36 milioni di euro è un fatto che va soppesato. E infatti il voto in consiglio comunale, tutto sommato compatto, non è stato una conclusione proprio scontata perché all’interno della maggioranza di centrosinistra, in particolare del Pd, ci sarebbero dubbi e perplessità. Perplessità che ha espresso in aula l’assessore all’Urbanistica Gavino Zirattu, pur ribadendo la volontà dell’amministrazione di procedere in tempi stretti a organizzare il confronto con l’Ersu: «Non vorrei – ha detto l’assessore – che fosse stato compiuto qualche passo che impedisce soluzioni diverse». L’ente di via Michele Coppino al momento non avrebbe ancora presentato una richiesta esplicita di autorizzazione edilizia, mentre avrebbe chiesto un parere tecnico agli uffici. Al di là di tutto questo, i tre consiglieri di Sel Sergio Scavio, Raffaele Tetti e Antonio Sanna, firmatari della mozione protocollata lo scorso maggio, incassano non solo il voto favorevole di tutta la maggioranza, dissidenti compresi (hanno detto sì anche Pier Paolo Panu, Giancarlo Rotella e Dario Satta) ma anche il risultato di aver portato dentro il Consiglio un tema, quello del campus, che finora si era discusso solo in altre stanze, aule di convegni compresi. come è stato fatto notare a più riprese durante il dibattito. Sergio Scavio,nel suo intervento, ha sottolineato l’urgenza da parte dell’amministrazione comunale di prendere iniziative , ma anche la necessità di non perdere i finanziamenti. Finanziamenti che invece, secondo Simone Campus, del Pd, ex rappresentante degli studenti universitari e già da allora critico nei confronti del progetto, non sono assolutamente in pericolo. «Così come è possibile – ha detto Campus – che l’Ersu li dirotti verso un progetto rispettoso delle richieste e aspettative proveniente dalla città, che vuole gli studenti dentro la cinta urbana». «Lo prevedono anche le linee programmatiche del sindaco, gli universitari devono stare nel centro storico», ha rincarato il compagno di partito Giampaolo Mameli. I sardisti Antonio Cardin e Franco Era hanno invece motivato così il loro voto contrario. «Plauso a Sel, ma dieci mesi fa presentammo un’interrogazione sul campus sulla quale non si è mai discusso – . hanno detto –. Cosa ha fatto l’amministrazione in tutto questo tempo? Adesso ha senso discuterne? Piuttosto il sindaco deve darci garanzie che i finanziamenti non verranno persi se si cercheranno altre soluzioni».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
Villacidro, un omaggio a Maria Lai
Incontri di letteratura, canzoni e cultura aspettando i premiati di domenica
 
VILLACIDRO In attesa di conoscere i vincitori, domenica pomeriggio, della XXVIII edizione del Premio Dessì. (In lizza per l'alloro finale sono Giuseppe Lupo, Fabio Stassi e Gian Mario Villalta per la Narrativa, e i tre finalisti della sezione Poesia, Gian Piero Bona , Claudio Damiani e Enrico Testa). La serata finale vedrà premiati con loro Philippe Daverio, critico d'arte e giornalista, cui andrà il Premio Speciale della Giuria insieme allo scultore Pinuccio Sciola, cui va il premio speciale della Fondazione. Nella giornata odierna intanto è da segnalare l'assenza di Barbara Alberti che non sarà a Villacidro a presentare il suo libro Amore è il mese più crudele; l'incontro, previsto stasera alle 19, verrà recuperato in altra data. Per il resto il programma prosegue come previsto: giovedi sarà una giornata dedicata alla memoria di Maria Lai. La pittrice di Ulassai recentemente scomparsa e amica di Giuseppe Dessì, verrà ricordata alle 18,30 in un incontro coordinato da Egidiangela Sechi, con Pietro Clemente, Romano Cannas, Pinuccio Sciola e le due nipoti dell'artistaMaria Sofia ed Elisabetta Pisu, che si chiuderà con la proiezione della videointervista “La tela infinita” di Romano Cannas e Antonio Rojch. Alle 21,30 il concerto per piano e voce di Francesco Baccini, che presenta insieme ai suoi successi alcuni brani in omaggio al cantautore Luigi Tenco, scomparso drammaticamente nel 1967. Venerdì 20, alle 17,30 uno sguardo all'attualità con la tavola rotonda “Hodie limes imperii”, dedicata ai temi dell'immigrazione alla quale intervengono Gianfranco Bottazzi, docente di Sociologia economica all'Università di Cagliari, la sua collega, docente di Storia dei paesi islamici Patrizia Manduchi, la responsabile dei servizi medici della ASL8 Silvana Tilocca e lo scrittore Amara Lakhous, coordinati da Paolo Maccioni. Sabato 21, la vigilia del gran finale inizia alle 11 con la presentazione del volume Giuseppe Dessì. Nell'ombra che la lucerna proiettava sul muro, pubblicato dalla Cuec per iniziativa della Fondazione, a cura di Gianni Olla che interviene con l'editore Mario Argiolas e la studiosa Monica Graceffa. Da non perdere alle 21,30 nel cortile di Casa Dessì “Bestia di gioia”, reading della poetessa e attrice Mariangela Gualtieri, una delle voci più alte e possenti della poesia italiana contemporanea che molti hanno già potuto ammirare in teatro o al festival Cabudanne de sos poetas di Seneghe. (d.p)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 26 - Sassari
Cultura e turismo: la bioarcheologia è una carta vincente
Il meeting di Stintino: «Fare rete per progetti importanti»
L’obiettivo è quello di diventare un patrimonio Unesco
 
STINTINO «In questo convegno ho visto una fotografia della Sardegna in cui Stintino può essere un pezzo del mosaico della nostra isola, dal quale partire per una rivoluzione culturale». Così, il sindaco del paese costiero Antonio Diana, ha aperto la tavola rotonda conclusiva del convegno internazionale "Archeologia, bioarcheologia e beni culturali: rapporto tra ricerca e sviluppo del territorio" che, il 13 e 14 settembre a Stintino, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori studiosi, esperti, docenti italiani e stranieri. Il meeting internazionale, organizzato dal Comune di Stintino in collaborazione con il Centro studi sulla civiltà del mare, è stato l'occasione per mettere a confronto studiosi e docenti delle Università di Sassari, di Camerino, di Firenze, di Pisa, del Canada, di Zurigo, di Tubingen. E ancora gli esperti della Soprintendenza per i beni archeologici per le province di Sassari e Nuoro, del parco archeologico di Petra, del Museo giordano, delle Missioni archeologiche spagnole in Giordania e dell'Unesco. Sabato alla tavola rotonda conclusiva in sala consiliare, per parlare di archeologia e sviluppo del territorio si sono ritrovati, oltre al primo cittadino di Stintino, i sindaci di Castelsardo Matteo Santoni e di Usini Giuseppe Achenza, gli assessori alla Cultura della Provincia Daniele Sanna e del Comune di Sassari Dolores Lai, il rettore dell'Ateneo turritano, Attilio Mastino. Quindi ancora Marco Rendeli, Marco Milanese, Alberto Moravetti, Franco Campus dell'Università di Sassari. A moderare l'incontro è stato il presidente della Fondazione Banco di Sardegna Antonello Cabras. «Stintino, con i suoi 52 chilometri quadrati, possiede - ha ripreso Diana - cinque villaggi nuragici. La presenza dell'uomo sul nostro territorio risale al 3200 a.C., ci sono tombe prenuragiche, nel 1000 a.C. questo mare era il crocevia di naviganti che tentavano le penetrazioni in Egitto o che facevano sosta in queste acque per scampare alle tempeste. In località Ezzi Mannu - ha aggiunto - è stata riscontrata la presenza degli antichi romani e di villaggi medioevali. Stiamo parlando di un immenso patrimonio archeologico ancora sconosciuto». Insomma, c’è una ricchezza che va gestita. Bisogna avviare una campagna di sensibilizzazione e di recupero per un approfondimento delle aree, per evitare che ci sia una fruizione disordinata. «Questo deve fare l'istituzione - ha detto Diana -, il piccolo Comune può avviare piccole iniziative, ma forse è necessaria una gestione più ampia, magari regionale». Secondo il primo cittadino stintinese, si deve trasmettere questa cultura a partire dalle scuole e avviare una rivoluzione culturale: il fruitore di quei siti, colui che li vive deve diventare il loro vero custode. La Sardegna con il suo vastissimo patrimonio, con siti di grande importanza potrebbe essere considerata patrimonio per l'Unesco. Allora la proposta di Stintino, con un villaggio nuragico sepolto in località Pozzo San Nicola che a detta degli archeologi e studiosi del Puc può essere considerato una piccola Barumini, è quella di lavorare per creare una rete, un sistema che ci permetta di partecipare a progetti importanti, anche ad ambire a diventare patrimonio dell'Unesco. Stintino quindi, nell'arco della due giorni ha offerto spunti notevoli di studi, in particolare con riferimento all'isola dell'Asinara, lo ha detto anche il rettore Attilio Mastino, mentre l'assessore regionale alla Cultura, Sergio Milia, riferendosi al progetto regionale di Virtual archeology, per la fruizione e la catalogazione dei beni archeologici isolani, ha detto «dovremo pensare anche a investimenti per Stintino». Durante il convegno si sono svolte le conferenze magistrali del rettore Mastino, di Claudio Lo Curto, avvocato generale della Repubblica di Sassari, di Frank Ruhli dell'Università di Zurigo e di Amjad Yaaqba della Cooperazione italiana di Amman, quindi il forum su Mont'e Prama tra passato e futuro. Quindi interventi sugli scavi archeologici in Sardegna e sulle esperienze archeologiche italiane all'estero. Si sono svolte poi sessioni su "Il Museo che crea conoscenza", "bioarcheologia" e il forum su Petra, Giordania: un modello di archeologia e turismo.

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie