Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 September 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Italiana (Pagina 7 - Edizione CA)
L’intervento della titolare della pubblica istruzione Maria Chiara Carrozza al Forum Ambrosetti
DALLA CRISI SI ESCE CON LA SCUOLA
«Non voglio studenti che arrivano a 25 anni senza un giorno di lavoro»
ROMA «Non voglio più che gli studenti italiani arrivino a 25 anni senza aver mai lavorato un solo giorno nella loro vita». Lo ha ribadito anche a Cernobbio il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza. E le sue parole sono state accolte da un lungo applauso. Un applauso con una eco virtuale. Secondo una ricerca on line svolta dal portale Skuola.net all’inizio del mandato del governo, il 96% degli studenti intervistati ritiene utile svolgere uno stage in azienda durante il percorso scolastico e uno su quattro giudica l’introduzione di percorsi lavorativi in azienda durante gli studi come una priorità per la scuola del futuro.
Agli studenti è dedicato un corposo capitolo del decreto legge che la titolare del dicastero dell’Istruzione porterà oggi in consiglio dei ministri, un provvedimento che - ha tenuto a sottolineare oggi il ministro - è il risultato del lavoro di tutto il Governo, di tanti ministri, e che riguarda anche università e ricerca.
Oltre alla promozione dell’alternanza scuola-lavoro si vuol varare una sorta di Welfare scolastico, con un pacchetto trasporti (bus e treni) pensato nell’ottica di abbassare il costo dell’istruzione per gli studenti e le famiglie. Già nel cosiddetto Decreto del fare era stato messo un tassello per ridare centralità agli studenti prevedendo dal 2014 il finanziamento (a disposizione 17 milioni di euro) di borse per la mobilità, pari a 5.000 euro annui, agli studenti meritevoli che si immatricolano in un corso di laurea triennale o magistrale a ciclo unico in una Regione diversa dalla propria.
Misura a cui si sono aggiunti i tirocini formativi da 400 euro al mese in azienda (sempre dal 2014). Ora si procede nello stesso solco. Uno stanziamento è previsto per favorire l’Orientamento dei ragazzi, in uscita dalle superiori, con l’obiettivo di far emergere attitudini ed evitare scelte sbagliate.
Altro capitolo importante riguarda gli insegnanti. In particolare la stabilizzazione di una bella fetta di docenti di sostegno (27-28 mila persone) nell’arco di un triennio (’spalmaturà fortemente sostenuta dal ministero dell’Economia). In generale, si stabilizzeranno i precari cercando di avvicinare l’organico di diritto della scuola all’organico di fatto. «Credo che si lavori meglio quando si ha un lavoro stabile. La scuola ha tanti precari. C’è stata una filosofia della precarietà».
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 23 - Edizione CA)
ALGHERO. Nell’ex asilo Sella c’è spazio soltanto per sei delle nove aule
ARCHITETTURA VA A SASSARI?
Per tre classi il trasferimento è dietro l’angolo
ALGHERO Tre classi di Architettura potrebbero essere trasferite a Sassari con gli studenti che, nel frattempo, avevano già preso casa ad Alghero. Pronostico più che probabile visto che il complesso di Santa Chiara non è ancora pronto e nell’ex asilo Sella c’è spazio solo per sei delle nove aule della facoltà.
DOPPIO ALLARME Dopo l’allarme lanciato dal preside Arnaldo Cecchini, preoccupatissimo in vista dell’imminente inizio dell’anno accademico, previsto per il primo ottobre, ora c’è anche Ivan Blecic, docente del Dipartimento, ad avanzare dubbi e perplessità circa la situazione logistica.
Gli aspiranti architetti si sono organizzati con case in affitto nel centro di Alghero e non hanno intenzione di spendere soldi per ulteriori trasferimenti, nel caso in cui l’Università dovesse essere costretta a sistemare un terzo delle classi nella sede centrale di Sassari. Blecic, nel suo blog, ricorda che già a maggio il Dipartimento di Architettura aveva chiesto per tempo all’Ateneo «di prevedere la possibilità di collocare temporaneamente a Sassari le classi delle due lauree specialistiche (cosa che avrebbe consentito agli studenti di organizzarsi meglio).
RETTORE SOTTO ACCUSA Il Rettore ha insistito invece di mettere Alghero in alcuni documenti ufficiali, confidando che «gli spazi sarebbero diventati disponibili in tempo». A oggi c’è uno schema di protocollo d’intesa tra l’Università di Sassari e il Comune che parla della concessione degli spazi di Santa Chiara, «ma ci sono ancora vari passaggi formali da compiere, non ultimo la stesura con il Comune di un programma quadro, nonché l’approvazione in Consiglio comunale. Il mio pessimismo - continua il docente - deriva dal fatto che vedo difficile che questi atti possano compiersi in così poco tempo».
TRASFERIMENTO IMMINENTE Da parte sua il Dipartimento è pronto a prendere possesso del nuovo complesso di Santa Chiara, «Noi tutti abbiamo fatto tutto il possibile e tutto il necessario per essere pronti per il primo ottobre: preventivi per i traslochi, procedure per l’acquisto degli arredi, banchi, lavagne, proiettori. Noi siamo e saremo pronti per il primo ottobre, basta che ci facciano entrare». La situazione di Architettura rimane in bilico.
Caterina Fiori
 
 
3 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 9 - Edizione IN) Incontri
CAGLIARI
Scuola estiva di Architettura
Prosegue la Scuola estiva internazionale di Architettura: in città figure di primissimo piano come Alberto Campo Baeza, Hans Kollhoff, Jordi Bellmunt, Carlo Olmo, Lorenzo Pignatti, Jacques Sbriglio, Walter Angonese, Enzo Cucchi e Armando Milani. Lezioni fino al 14 settembre nel Polo di Architettura dell’Università (in Castello).
Management della Comunicazione, nasce il Master
Nasce in Sardegna il primo Master a numero chiuso in "Gestione dei prodotti e dei servizi della comunicazione". L’iniziativa si deve all’Università di Cagliari. Iscrizioni entro il 16 su www.com.unica.it/master
 




LA NUOVA SARDEGNA 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 14 - Sassari
UNIVERSITÀ
Due giorni di test per futuri medici e architetti 
SASSARI Altri due giorni cruciali per gli studenti che stanno affrontando i test di accesso alle facoltà a numero chiuso dell’Università. Questa mattina e domani il palazzetto dello sport aprirà i battenti èpper gli aspiranti medici e per i ragazzi che sognano di diventare architetto. L’appuntamento per i test di accesso a Medicina è oggi alle ore 8 per l’appello e la verifica dei documenti, mentre la prova avrà inizio alle 11. Stessi orari, domani mattina, per le prove di accesso ad Architettura.


5 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 – Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
IL “PASTICCIO” DEL BONUS MATURITÀ 
polemiche infuocate Fatte passare in secondo piano la discussioni sul numero chiuso
di EUGENIA TOGNOTTI
Il 2013 sarà forse ricordato come quello del pasticciaccio brutto del bonus maturità, appena battezzato e già sul punto di scomparire, stando all’ipotesi contenuta nella bozza di decreto su «Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca» che dovrebbe approdare oggi in Consiglio dei ministri. Nessun rimpianto per quel bonus, destinato ad addurre “infiniti lutti”, sotto forma di polemiche e ricorsi degli studenti impegnati, questi giorni, con i test a risposta multipla per l’accesso programmato alle facoltà a numero chiuso. Intendiamoci: l’idea di far pesare il percorso di studio e premiare il merito, sommando un bonus ai punti assegnati in base alle risposte date ai quesiti, era tutt’altro che peregrina. Avanzata da più parti, in questi anni di feroci polemiche sui test, in particolare quelli di Medicina, era in campo dal 2007, vale a dire quattro ministri fa. Sennonché in sei anni – un aggiustamento dopo l’altro – ha partorito un mostriciattolo, che rischia di causare un mare di ingiustizie. I 25 punti fissati da Fioroni sono stati ridotti a 10 dalla Gelmini. In seguito, il suo successore, il ministro Profumo, ne aveva modificato la fisionomia con l’intenzione di rendere più omogeneo il “peso” del voto, “corretto”, scuola per scuola, in base ai percentili sul voto di maturità preso l’anno precedente dagli studenti della stessa scuola. Polemiche, proteste e prese di posizione dei rettori avevano consigliato alla ministra Carrozza un intervento d’urgenza La gatta frettolosa, si sa, fa i gattini ciechi e il risultato non ha cambiato le cose. La media dei voti non è più tarata sull’istituto scolastico dove si fa la prova, ma sulle singole commissioni a cui, in base a complicati calcoli, vengono attribuiti dei percentili (il voto raggiunto o superato dal miglior 20% degli studenti giudicati da una commissione, ovvero il 20% degli studenti della classe che abbia ricevuto un voto di maturità pari o superiore a 80/100). Per fare un esempio, l’aspirante medico o odontoiatra che ha avuto un voto di maturità superiore a 80 centesimi deve aver conseguito un voto superiore all’80° percentile dei voti dati dalla commissione dove ha sostenuto l’esame. Se la commissione è stata di manica larga e l’80° percentile si colloca, per esempio, a quota 97, anche chi ha preso 96 avrà zero punti. Ma uno studente della stessa scuola, potrebbe avere, con il medesimo voto, diversi punti di bonus, se il percentile assegnato alla sua commissione fosse più basso. Insomma, una vera e propria lotteria, un meccanismo perverso, incapace di rappresentare con precisione e di premiare il percorso di studio dei ragazzi, dati anche gli squilibri settoriali e territoriali nell’assegnazione del voto di maturità. Le infuocate polemiche sul sistema del bonus maturità hanno fatto passare in seconda fila, almeno per il momento, le discussioni sul numero chiuso. Che in Italia è necessario, in una parte perché l’accesso ad alcune professioni va contingentato rispetto ai bisogni del Paese; dall’altro perché occorre tener presente la disponibilità di strutture e attrezzature. Per restare all’area medica, e riferendoci alla realtà di Sassari, sarebbe possibile salvaguardare il diritto di ogni singolo studente ad un insegnamento di qualità se si aumentasse indiscriminatamente il numero dei posti riservati (133 in totale), accettando tutti coloro che si sono iscritti ai test (1168)? Resta sul tappeto – a proposito della selezione dei futuri medici – la necessità di individuare un modo che consenta di reclutare gli studenti più motivati ad abbracciare una professione per cui occorre predisposizione ed inclinazione, l’attitudine a “prendersi cura” , la capacità di rapportarsi alla malattia e al dolore, e tutti i valori della professione che hanno sempre fatto parte, da Ippocrate in poi, del bagaglio del medico.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
Baby-teacher sardo spiega agli inglesi le crisi mediorientali. Roberto Roccu, di Benetutti, insegna al King’s College. La carriera a Londra iniziata grazie al “master and back” 
IERI, OGGI E DOMANI DI GIACOMO MAMELI 
La Sardegna tira a campare aspettando salvatori della patria. Deve smetterla e dotarsi di una base industriale ecologicamente compatibile
BENETUTTI Appuntamento a Londra martedì 24 settembre, giorno della prima lezione di economia internazionale del professor Roberto Roccu. Tema obbligato: le crisi ribollenti nell’Africa mediterranea e nel Medio Oriente, i fuochi di una guerra prossima ventura dopo il flop del G20 di San Pietroburgo. Ascolteranno questo baby-teacher (fa i commenti in diretta sugli schermi dei Tg della Bbc) novanta studenti della triennale del King’s College in un edificio che si affaccia su Kingsway, etnicamente costeggiato da Sardinia Street. Ci arriverà in venti minuti di bici da Whitechapel dove ha casa, cuore dell’East End vittoriana teatro, a fine Ottocento, delle gesta criminali di Jack lo squartatore. Passaggio a Tower Bridge, poi tante banche, ecco il Blackfriars Bridge di Roberto Calvi. E poi in aula, ore 9 spaccate. Un traguardo esaltante per un ragazzo di 31 anni ripartito una settimana fa da Benetutti, figlio di Mario, ex impiegato in Provincia a Sassari, e di mamma Mirella Crabargiu di Nule, nipote del bisnonno Giovanni («Salpò in Argentina nel 1914, rientrò nel 1938, quando il nonno, “nonnu Istèvene”, attraversò l’Oceano per andarsi a riprendere il figlio errante a Comodoro Rivadavia in Patagonia»). Al rientro in Sardegna, Giovanni vide per la prima volta il suo ultimogenito (tziu Sarvadoreddu), nato nell’anno della sua partenza per l’altro mondo. Mito anglosassone. Emozionato? «No, preparato. Ho studiato durante le vacanze sotto gli olivi di Locorrò». E così il nome sardissimo di Roccu del Goceano, in quel tempio della cultura che è il King, si ritrova con Sidney Webb, uno dei fondatori della London School. Qui sono passati Virginia Woolf («A lei è intitolato l’edificio nel quale il mio dipartimento si sta ora trasferendo»), Florence Nightingale, John Keats, Thomas Hardy. Dopo la seconda Guerra mondiale ci hanno studiato Desmond Tutu, Peter Higgs (quello del bosone), Mario Vargas Llosa, Rosalind Franklin (premio Nobel postumo per la scoperta della struttura del Dna), David Owen (ministro degli Esteri dal 1977 al ’79 prima della Thatcher). Storicamente King’s College è uno dei miti anglosassoni. Nomi eccellenti anche oggi. «Nel mio dipartimento insegna uno dei più apprezzati teorici marxisti in Inghilterra, Alex Callinicos. Nel dipartimento di War Studies c’è Sir Lawrence Freedman, consigliere di politica estera di Tony Blair, considerato uno dei principali promotori dell’invasione in Iraq. Il dipartimento di War Studies può contare su alcuni tra i migliori consulenti di eserciti e ministeri della difesa in giro per il mondo (Theo Farrell, Philip Sabin, Alexander Anderson)». Pentola a pressione. Il debutto in cattedra sarà sul filo dell’attualità. Roccu: «L’evoluzione della situazione in Siria fa pensare che tutta la regione ormai appaia come una pentola a pressione sul punto di esplodere. È in moto un potente ingranaggio militare fra aerei B-52 e B-2, missili da crociera, navi e reparti di artiglieria, per non dire delle unità chimiche, le ambasciate in allerta. Un dato di fondo è però innegabile: Assad è un criminale. Ma per quanto chirurgico, qualsiasi intervento, specialmente se di natura punitiva come paventato dal vice di Obama, rischierebbe di scoperchiare il vaso di Pandora, con effetti assolutamente incontrollabili. Nel fronte dei ribelli ci sono divisioni profonde, con la componente fondamentalista sunnita che combatte quella “secolare” (una guerra civile dentro la guerra civile). La rimozione di Assad rischierebbe di creare un vuoto di potere persino peggiore di quello verificatosi in Iraq dopo la caduta di Saddam». Roccu conosce bene l’Egitto. «Durante la prima visita al Cairo ebbi la netta sensazione di una bomba pronta a deflagrare. Nello stesso anno Mubarak concludeva accordi commerciali con Berlusconi per lo sviluppo (leggasi: cementificazione) della costa mediterranea da Alessandria a Marsa Matrouh. Ma il malcontento diventava evidente. Ma più passa il tempo, più diventa chiaro che l’esercito ha “addomesticato” e gestito sapientemente genuine energie popolari. Sono stati comunicati i nomi delle cinquanta personalità per l’assemblea costituente, perlopiù elementi dell’ancien régime, élite economica a cavallo tra neoliberismo e corporativismo buoni per tutte le stagioni, alcuni rappresentanti degli studenti e delle donne usati per certificare il pluralismo dei militari. Finita la repressione degli islamisti e dei Fratelli Musulmani in particolare, è possibile che ricomincino manifestazioni di piazza con obiettivi socio-economici». Prima del salto OltreManica, la vita di Roberto è stata simile a quella di tanti altri sardi «orgogliosi di essere paesani» e che fuori da Ichnusa diventano number one. Secondo di tre figli (Cristian fa il geometra, Daniele lavora in Comune a Masainas), frequenta le elementari e le medie a Benetutti («una insegnante era austera, estremamente fredda»), fa il sacrista («ma non il campanaro, scalzato dagli ingranaggi elettronici»). Liceo scientifico a Ozieri. Alla maturità tesina sul pessimismo ragionato di Giacomo Leopardi e il pessimismo autodistruttivo di Arthur Schopenhauer. Università a Sassari in Scienze politiche («a casa mi volevano medico, ingegnere o avvocato»). Laurea a 22 anni. Tesi e massimo dei voti con Rodolfo Ragionieri su “Unipolarismo: il neorealismo come base teorica per la politica estera americana”. Specializzazione a Forlì in Scienze internazionali e diplomatiche. Sei mesi con l’Erasmus in Finlandia («a Tampere in inverno c’erano appena cinque ore di luce»), si occupa del Mediterraneo, della democratizzazione del terzo mondo, le varie primavere. Si rende conto che «più del consolidamento delle democrazie si radicavano sempre meglio i sistemi autoritari». Tesi sul Magreb con Eugenia Baroncelli. Un po’ di mesi a Barcellona. Il dottorato nel 2011. Tre mesi in Provincia. Bagna anche i panni in Tirso e rientra ogni tanto in Sardegna, tre mesi in Provincia a occuparsi della «armonizzazione dei piani regolatori di sette Comuni costieri». Lo sfotticchiano perché in ufficio arriva puntuale («Non vorrai mica far carriera?»). C’è il master and back della Regione. Lo acchiappa al volo. A settembre il bando, a maggio i soldi. Eccolo a Londra. «Poche sterline ma importanti. Contavo i cent». Studia l’Oriente, ha come nume tutelare il pensiero di Antonio Gramsci. «Mi suggeriscono di iniziare a far lezione, passo tre anni alla Summer School insegnando International Political Economy». Nel 2010 è in Egitto, ne avverte il malessere lacerante, fa il pendolare con Londra per le lezioni, ci torna lo scorso giugno: «Grande incertezza, fragilità massima, popolazione esausta ma non si vedono soluzioni. La rivoluzione partì al grido di eish, karama, ’adala igtimaya (pane, dignità, giustizia sociale). Su tutti questi tre fronti la situazione non è migliorata, è lecito attendersi nuove proteste». Paesi che si spengono. Le ferie in Sardegna. «Sono arrivato per la festa di Sant’Elena, mio fratello era prima pandèla in rappresentanza della moglie che attende un bambino, ci tenevo a esserci, a mangiare sas cogònes e l’ottimo pane carasau, a stare in campagna, andare a Santulussurgiu dal mio amico Paolo Ardu per giocare a tennis». Parlare di Sardegna con un guru della politica estera? «Crisi c’ada, devastante, nei paesi dell’interno c’è il nulla, nessuno se ne occupa. I miei amici dicono “sa ’idda si ch’est istudende” ed è vero, i nostri paesi si stanno spegnendo, ma c’è chi reagisce. A Benetutti c’è la Confraternita de S’Arvisionadu, un vitigno autoctono che fa riscoprire in chiave moderna l’economia della terra. È un’eccezione, spero diventi regola». Come giudica la classe dirigente? «Mi riferisco non solo alla politica ma anche agli imprenditori, ai burocrati, è una classe diffusamente inetta ma anche ignava, come la intendevano Italo Svevo e Musil, c’è una disarmante passività nei confronti del governo centrale nella gestione dei costi della crisi». Quali obiettivi indicherebbe ai futuri dirigenti sardi? «Salvare e potenziare le attività produttive come le intendeva Michelangelo Pira. Avere una base industriale ecologicamente compatibile guardando l’Africa, l’Oriente. E poi smetterla di governare “tirende”, tirando a campare nell’attesa di un salvatore della patria, prima Aga Khan, oggi Al Thani».
 
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 6 - Sardegna
E a Egham una ricercatrice di Lanusei prepara la tesi di dottorato sui Balcani
Anche Daniela Lai, amica e collega di Roberto Roccu, ama la politica estera. Non solo per aver studiato Scienze internazionali e diplomatiche a Forlì (110 e lode nella laurea triennale e specialistica) ma anche per il prossimo dottorato in Politics and International Relations a Royal Holloway, istituzione della University of London, a Egham, vicino a Windsor. Lavorerà sotto la supervision di Lara Nettelfield, che ha probabilmente scritto il libro migliore sul Tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia (Courting Democracy in Bosnia and Herzegovina). Nata a Lanusei, innamorata dell’Ogliastra marina e montana, Daniela ha studiato al liceo scientifico di Nuoro. Nel 2007 è stata per sei mesi a Cipro col programma Erasmus. Forte il suo interesse per i Balcani, in particolare per il modo in cui il Tribunale internazionale dell’ex Jugoslavia si è occupato di investigare e processare i crimini contro l’umanità. A Forlì ha lavorato sotto la supervisione di Francesco Privitera e Stefano Bianchini, quest’ultimo autore del best seller sul conflitto (Sarajevo: le radici dell’odio e La questione jugoslava). Nel 2012 un Master of Research in the Politics and Economics of Eastern Europe (finanziato dal M&B) all’University College London, nella School of Slavonic and Eastern European Studies. Con Eric Gordy si occupa di Bosnia ed Herzegovina utilizzando concetti propri del pensiero di Michel Foucault per analizzare le interazioni tra il Tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia con diversi attori della società civile.
  
  

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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