Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 September 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Prove di valutazione anche per Lingue e comunicazione e Mediazione linguistica
UN FUTURO DA INFERMIERI
In tremila ai test per accedere agli ambìti corsi di laurea
C’è chi parla al telefono, chi fuma, chi si rilassa e chi non smette di confrontarsi con gli amici un solo secondo. Arrivano da tutta l’Isola, e a fine prova, presi d’assalto muretti e panchine, hanno gli occhi segnati, più che dalle difficoltà dei quesiti di matematica, dalla levataccia. All’ora “x”, le 11 in punto di ieri, tutti ai blocchi di partenza: questionario cartaceo sul banco e penna in mano. I parcheggi della cittadella di Monserrato sono già pieni, e gli spazi aperti, dove genitori e amici aspettano per quasi due ore, più che affollati. L’esercito delle tremila aspiranti matricole ai corsi di laurea per le professioni sanitarie (che ieri ha sostenuto le prove di ammissione) si presenta compatto. «Le assenze, quest’anno, probabilmente non supereranno il dieci per cento, mancano soltanto 4 o 5 ragazzi per aula», dice con soddisfazione Paolo Contu, preside del corso di laurea in Medicina e chirurgia. La maggior parte dei candidati (1235 per 125 posti) sogna di diventare infermiere, come Giulia Deplano, che non vuole sbilanciarsi «per non portarmi sfortuna da sola», o fisioterapista (679 pre-iscritti per 28 posti), come Irene Figus di San Gavino, Martina Peddes e Paolo Mameli, entrambi di Tonara. «Non era difficile», affermano, «abbiamo avuto difficoltà soltanto sulle domande di chimica».
LA CHIMICA Lo “scoglio” da superare, la chimica, è lo stesso anche per Alessia Curreli di Selargius, che ha passato l’estate a esercitarsi sulle simulazioni di vecchi test e ora incrocia le dita. Per sapere chi saranno gli igienisti dentali, le ostetriche, i fisioterapisti (e tutti gli altri professionisti nel campo della sanità di domani), c’è da aspettare. «I compiti verranno corretti a Bologna e le graduatorie saranno pubblicate dopo il 23 settembre», spiega il preside.
I più preparati avranno anche buone prospettive occupazionali e di reddito. Infatti, secondo i dati diffusi da Almalaurea in occasione di “Exposanità” (manifestazione annuale che si tiene a maggio a Bologna), il 64,3% dei laureati in discipline medico-sanitarie all’Università di Cagliari (nel 2011) ha trovato lavoro già a un anno dalla conclusione degli studi, con uno stipendio che supera la media nazionale (1.333 euro): 1400 euro. L’Ateneo cittadino si è conquistato così la tredicesima posizione nel ranking universitario per numero di impiegati a un anno dalla laurea, e la terza in quello relativo agli stipendi medi percepiti.
STUDI UMANISTICI Anche la facoltà di studi umanistici, ieri, ha fatto la sua parte con i test di valutazione per i corsi (ad accesso libero) in “Lingue e culture per la mediazione linguistica” e “Lingue e comunicazione”. A Sa Duchessa, invece, si è svolto il test d’accesso online al corso di laurea in “Scienze della comunicazione”. «Dalle 9,30, nel laboratorio informatico Turing», spiega Elisabetta Gola, presidente del corso, «i ragazzi hanno risposto a 50 domande relative a discipline pertinenti le materie del corso, abilità informatiche e conoscenza della lingua inglese, proposte attraverso una piattaforma software specifica per la didattica». Tutti i 184 candidati hanno già la certezza di essere ammessi al corso di laurea, dal momento che i posti disponibili sono 200. «Il risultato è comunque buono», dice ancora la preside, «quest’anno la partecipazione è stata maggiore rispetto allo scorso anno, quando i pre-iscritti erano 294 e i partecipanti 168».
Veronica Nedrini
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 33 - Edizione CA)
SASSARI. Riconoscimento
IMPIEGO SUBITO: MEDICINA AL TOP IN ITALIA
SASSARI La facoltà sassarese di Medicina batte il resto d’Italia piazzandosi al primo posto nella graduatoria delle percentuali di occupati a un anno dalla discussione della tesi con l’82,6%. Exposanità, manifestazione annuale che si tiene a Bologna a maggio, conferma i dati di Almalaurea: medaglia d’oro nel nord Sardegna, ma anche Cagliari può dirsi soddisfatto: il 64,3% degli studenti che nel 2011 si è laureato in discipline medico-sanitarie ha trovato lavoro già a un anno dalla conclusione degli studi. L’ultimo rapporto Almalaurea mette in evidenza come l’82,6% dei giovani italiani che nel 2011 si è laureato in discipline medico-sanitarie presso l’Università di Sassari ha trovato lavoro già a un anno dalla conclusione degli studi. Sempre secondo i dati i laureati che si sono formati presso l’ateneo di Sassari possono guardare con fiducia al futuro anche sotto il profilo della remunerazione, con un primo stipendio che mediamente supera i 1.400 euro (media nazionale € 1.333).
 ESAMI Battaglia a colpi di quiz, da martedì scorso a Sassari, per 280 aspiranti di Medicina veterinaria che si sono contesi i trenta posti disponibili. Ieri, invece, il secondo round al Palaserradimigni con 1258 studenti che hanno tentato l’accesso a Professioni sanitarie. Giorni intensi, per le future matricole dell’ateneo sassarese che, nei prossimi giorni, disputeranno anche i quiz di Medicina, Odontoiatria e scienze dell’architettura. Martedì erano 280 i candidati che hanno partecipato alla prova d’accesso per medicina veterinaria al Palazzetto dello sport, su un totale di 441 domande pervenute. Tutti per 30 posti. La stessa procedura, ieri, è stata osservata per gli aspiranti infermieri. Il 17 settembre saranno poi pubblicati i punteggi ottenuti dai candidati consultabili sullo stesso sito. Il calendario delle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato nazionale proseguirà lunedì 9 settembre con Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria; martedì 10 Scienze dell’Architettura e del progetto. (a. br.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 9 - Edizione IN)
Incontri CAGLIARI
SCUOLA ESTIVA DI ARCHITETTURA
Continuano gli appuntamenti alla Scuola estiva internazionale di Architettura: in città figure di primo piano come Alberto Campo Baeza, Hans Kollhoff, Jordi Bellmunt, Carlo Olmo, Lorenzo Pignatti, Jacques Sbriglio, Walter Angonese, Enzo Cucchi e Armando Milani. Lezioni fino al 14 settembre nel Polo di Architettura dell’Università (in Castello).
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
L’immobile tra via Lamarmora e via dei Genovesi fu ricostruito da Gaetano Cima nel 1830
STORIA DI FAMIGLIA TRA LACONI E CAGLIARI
Oggi è un “vuoto urbano”, ma il palazzo Aymerich deve essere stato una meraviglia. Come riportano numerosi documenti, e il sito araldicasardegna.org, sorgeva su un substrato di origine medievale, che inglobava più strutture abitative. Aveva il suo lato nobile nell’ala rivolta verso via Lamarmora, un piano terra e altri due piani, mentre su via Genovesi era costituito da un piano terra e cinque piani. Ristrutturato dall’architetto Gaetano Cima tra il 1830 e 1840, in stile neoclassico, fu fino al 1931 casa del marchese di Laconi (Castelvì e poi Aymerich). Venne venduto alla famiglia Puxeddu e poi distrutto durante la seconda guerra mondiale, dai bombardamenti aerei del 1943. Il sottopassaggio esistente, murato, venne detto Portico Laconi.
Silvia Aymerich scrive la storia dei suoi antenati, pubblicata sul sito del Comune di Laconi. Marchesi di Laconi dal 1769, la famiglia Aymerich, proveniente dalla Catalogna, arrivò in Sardegna nel XIV secolo al seguito dell’Infante Don Alfonso il Benigno.
Don Ignazio III Aymerich y Brancifort fu il primo marchese di Laconi. Nel 1774 fu delegato dei tre Stamenti, «personaggio di notevole fascino, molto amato dalla popolazione, fu acclamato a furor di popolo nuovo viceré (di cui rifiutò l’onore), quando nel 1794, gli insorti cagliaritani cacciarono il viceré Balbiano con tutti i piemontesi ( Sa die de sa Sardigna ). Suo figlio, Don Ignazio V Aymerich y Ripoll, nel 1847 fece parte della delegazione che presentò al re Carlo Alberto la formale richiesta dell’unificazione amministrativa della Sardegna con gli Stati Reali di Terraferma. Di convinzioni liberali e amico del conte Camillo Benso di Cavour, nel maggio 1848, Don Ignazio fu nominato senatore del Regno nel nuovo Parlamento Subalpino a Torino. Si occupò dei gravi problemi economico-sociali dell’Isola, fu esperto di agricoltura e a Laconi incentivò, grazie all’abbondante presenza di gelsi, la produzione della seta allevando i bachi, che venivano alimentati al Palazzo dove gli era stata dedicata una grande stanza definita ancora, riporta Silvia, “Stanza dei bachi da seta”. Importò a Laconi, per primo in Sardegna, le trebbiatrici meccaniche, rivoluzionando il lavoro di trebbiatura che coinvolgeva uomini e animali. Si batté con forza per la costruzione delle ferrovie, fu consigliere comunale e provinciale di Cagliari e autore di trattati dedicati all’agricoltura e ai trasporti dell’Isola (a lui si deve anche la linea di omnibus che collegava Laconi a Cagliari).
Dopo la distruzione del Castello per un incendio, diede inizio alla costruzione del Palazzo di Laconi, commissionato all’architetto Gaetano Cima, e terminato nel 1846. Dopo un lungo soggiorno in Francia, decise di arricchire il nuovo Palazzo, alla stessa stregua dei grandi giardini e parchi che impreziosivano i castelli in quel Paese, impiantando nel bosco che sovrasta il borgo piante preziose e rare di paesi lontani, e creando cascate, viali e fonti. Don Giuseppe Aymerich Asquer ha continuato l’impegno sociale dei suoi antenati all’Università di Cagliari, prima come docente della facoltà di Matematica, poi diventando magnifico rettore per molti anni.
 
 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
SARROCH. Il sospetto di una censura nel centro che ospita il grande polo petrolchimico della Saras
OIL 2, LE LUCI RESTANO SPENTE
Film-denuncia proiettato in molti paesi ma mai nella cittadina industriale
SARROCH Ha girato tutta l’Italia, nella nostra Isola è stato proiettato in diversi paesi, ma a Sarroch pubblicamente non è mai stato presentato. Oil 2, il film denuncia del regista Massimiliano Mazzotta sulla raffineria della Saras, verrà mostrato ai cittadini di Capoterra il 14 settembre alle 18,30 nei locali della Cooperativa Poggio dei Pini, ma nel paese che ospita il più importante polo petrolchimico dell’Isola, ancora no.
«A Sarroch, è stata proiettata solo la prima parte della pellicola Oil e per giunta in un bar - racconta Mazzotta - i vari tentativi fatti con l’amministrazione comunale di presentarlo pubblicamente si sono conclusi con un nulla di fatto. Questa è una chiara censura, il Comune, anziché trincerarsi dietro un ingiustificato silenzio, dovrebbe dirmi chiaramente che non intende proiettarlo».
Mazzotta, intanto ha dato vita a una sezione speciale intitolata “Life after oil”, una sorta di opera collettiva sull’intelligenza e la creatività umana per dimostrare la possibilità di un futuro senza il petrolio, inserita nel Sardinia Film Festival di Sassari. «Le difficoltà di proiettare a Sarroch il film denuncia di Mazzotta, le ha toccate con mano anche Michele Muntoni, un giovane di Villa San Pietro che aveva richiesto insieme ad altri ragazzi, la possibilità di mostrarlo.
«La richiesta è stata pure protocollata - assicura Muntoni - ma gli amministratori comunali di Sarroch non hanno mai preso una posizione precisa. Avevamo chiesto uno spazio all’aperto, ma ci hanno detto che non eravamo in regola con le norme antincendio. Questo film non fu proiettato neppure all’Università di Cagliari: la Sala Cosseddu che ci venne assegnato ci fu tolta senza un motivo plausibile». Il sindaco Salvatore Mattana allontana lo spettro della censura. «Evidentemente nella richiesta venne riscontrato qualche problema legato alle autorizzazioni, quando si richiedono spazi comunali bisogna rispettare le norme».
Ivan Murgana
 
 
6 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 36 - Edizione CA)
COMMENTI La moda della legge-spot
Sempre più norme contro la Costituzione
Pur di ottenere la decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore, il Pd si è schierato in favore dell’applicazione di una legge palesemente incostituzionale come la Severino. Il problema sarebbe dovuto emergere in sede di approvazione del decreto, di cui tutte le forze politiche sono responsabili, anche il Pdl che, come spesso accade, si mobilita a favore del suo leader ma non della generalità dei cittadini (compresi alcuni suoi esponenti, che in virtù di tali norme sono stati esclusi dalle liste o dalle amministrazioni locali). Negli ultimi tempi è frequente l’uso della legislazione-spot, ossia l’emanazione di leggi che tendono a soddisfare esigenze di propaganda ma non rispettano i principi fondamentali dello stato di diritto. Nel caso della Severino è sufficiente confrontare il suo art. 8, che prevede la sospensione dalle cariche regionali in seguito a condanna “non definitiva” per certi reati, col testo dell’art. 27 Cost. per cui l’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva. Basterebbe questo esempio a chiudere ogni discussione sulla costituzionalità della norma emanata dal governo dei “professori”.
Sul punto della sua applicazione, infine, bisogna ricordare che la responsabilità penale è personale e dipende dal fatto di reato e non dal provvedimento di condanna. Significa che non si può essere puniti per una legge che non era in vigore al momento del reato, perché chiunque ha diritto di conoscere in anticipo le conseguenze giuridiche delle proprie azioni. Anche questo principio è scritto in Costituzione (art. 25), e rischia di venire sacrificato in nome della battaglia contro Berlusconi. I cittadini devono rispettare le leggi, ma le leggi devono rispettare la Costituzione. Inutile chiamarla “la più bella del mondo” se ci si dimentica di difenderla.
Riccardo Delussu
(Università di Cagliari)
 
 
7 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 36 - Edizione CA)
CONTINUITÀ NON È SOLO LOW COST
Alla Sardegna servono collegamenti migliori
Perché cinque aeroporti in Sardegna, a fronte di 1.600.000 abitanti? Il motivo è lo stesso che ha condotto all’alto numero di tali strutture sul territorio italiano: il non aver mai ragionato in termini di sistema delle infrastrutture di trasporto. Il nostro è un Paese con una dotazione insufficiente di rete stradale e ferroviaria adeguate alle esigenze attuali: accanto a spinte campanilistiche è esistita l’esigenza di supplire alle suddette carenze costruendo nuovi aeroporti. Eppure sarebbe stato sufficiente intervenire sui bacini di utenza con una politica tesa all’adeguamento delle reti stradali e ferroviarie di connessione tra il territorio e i nodi di traffico (portuali e aeroportuali) verso l’esterno: pensiamo che nel territorio dell’Italia settentrionale ogni 100 chilometri circa esiste un aeroporto: Torino, Milano Malpensa, Milano Linate, Bergamo, Brescia, Verona, Venezia, Trieste. Non sarebbe stato più conveniente collocare stazioni ferroviarie in prossimità degli aeroporti?
Veniamo alla Sardegna: spesso si parla di continuità territoriale, che significa anche migliori connessioni verso altri aeroporti, in quelli di transito, così da essere presenti agli impegni di lavoro all’inizio degli stessi e andare e tornare in giornata nella nostra residenza. Continuità non significa solo ridotto costo del biglietto aereo; significa soprattutto ridurre il costo complessivo dello spostamento. E quindi: non Sassari-Alghero, ma Sassari-aeroporto di Alghero-Alghero e adeguamento della rete viaria del territorio della provincia di Sassari; migliori collegamenti ferroviari là dove già esistono, per esempio sulla linea Oristano-Cagliari e sulle linee di collegamento a Carbonia e Iglesias. Quindi potenziamento del complessivo sistema infrastrutturale e non solo belle strutture aeroportuali che reggono il confronto con altre aree italiane, delle quali andare fieri anche se potrebbero essere il punto di partenza di migliori collegamenti.
Francesco Annunziata
(Ordinario di Costruzioni Università di Cagliari)


LA NUOVA SARDEGNA 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 12 - Ed. Naz.le
Test facoltà sanitarie: entra 1 su 3
 
 
ROMA Sono quasi 115 mila in tutta Italia gli studenti impegnati in questi giorni nei test di accesso alle facoltà a numero chiuso. La concorrenza più aspra spetta a Medicina, «regina» del numero chiuso, i cui test si terranno lunedì prossimo: iscritti 84.165 aspiranti medici per un totale di 10.157 posti. Ieri è toccato alle professioni sanitarie per 27.396 posti: solo 1 su 3 potrà frequentare il corso di laurea triennale prescelto. Ieri non sono sono mancati i problemi. Annullata la prova all’università di Parma «per errori nelle domande», mentre l’Unione degli universitari afferma di avere ricevuto «tante segnalazioni tra cui il grave caso di uno studente dislessico a cui non è stato permesso l’uso della calcolatrice scientifica». A Roma dove i candidati sono stati 9.017 per un totale di 3.824 posti, tutto si è svolto regolarmente. Ci si consola con una più che soddisfacente possibilità di trovare lavoro: nei primi due anni dal conseguimento della laurea, il 65% ha un impiego. «Le possibilità di queste lauree cono ampie - afferma il preside della facoltà di Medicina della Sapienza, Eugenio Gaudio – se non fosse per il blocco del turn-over gli assunti potrebbero crescere. C’è un deficit di infermieri: ne laureiamo 9mila ma il ricambio annuo è di 13 mila. Fra dieci anni i reparti saranno gestiti in maniera più qualificata». Tra le domande ai test alcune di cultura generale: per gli studenti romani è stato tirato in ballo il gruppo musicale dei Nirvana il cui terzo album si chiama come un organo del corpo umano (utero). La tornata di test si chiuderà il 10 settembre con quelli di accesso ad Architettura.

9 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Ed. Naz.le
UNIVERSITÀ, gettonatissime le professioni sanitarie
 
CAGLIARI Diciannovemila domande per i test di accesso all’Università. Non significano altrettanti studenti perché un candidato può provare anche diverse strade, ma sono tante e comunque in linea con quelle dell’anno passato. Le prove sono iniziate nei giorni scorsi e continueranno anche nei prossimi, ma ieri c’è stato il primo vero assalto alla cittadella di Monserrato, con gli aspiranti partecipanti ai corsi delle professioni sanitarie, da ostetricia a logopedia passando per l’igiene dentale e tante altre discipline. Cifre molto alte soprattutto quando si parla di Infermieristica: 1235 domande per 125 posti. Complessivamente, il numero più alto di domande riguarda Medicina: quasi seimila sommando Medicina e Chirurgia e Odontoiatria ai corsi delle professioni sanitarie. La ragione di questa passione sono anche legate alle statistiche, confermate ieri da Exposanità (manifestazione annuale che si tiene a Bologna a maggio) che riprende a sua volta i dati di Almalaurea: il 64,3% degli studenti che nel 2011 si è laureato in discipline medico-sanitarie all’ Università di Cagliari ha trovato lavoro già a un anno dalla conclusione degli studi. E in questa classifica il capoluogo è al tredicesimo posto in Italia. Sempre secondo le statistiche i laureati, sempre in queste materie, che si sono formati presso l’ateneo di Cagliari possono guardare con fiducia al futuro anche sotto il profilo della remunerazione, con un primo stipendio che mediamente supera i 1.400 euro (media nazionale 1.333 euro). E in questa graduatoria Cagliari è addirittura al terzo posto. Una novità è l’avvio di un corso di laurea in modalità completamente on line: Economia e gestione aziendale offre - per chi vuole - le lezioni telematiche. (s.a)
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 20 - Ed. Naz.le
Fare l’infermiere, un sogno per 1200
di Daria Pinna
SASSARI Già prima di studiare per il primo esame si trovano davanti una montagna da scalare. Sono gli studenti che in questi giorni si stanno misurando con i test di accesso alle facoltà a numero chiuso, veri e propri scogli sui quali può incagliarsi anche chi è uscito dalla maturità con il massimo dei voti. La staffetta per arrivare all’immatricolazione è già partita. Ieri al Pala Serradimigni oltre 1200 studenti provenienti da tutta l’isola hanno affrontato le prove di ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie: Infermieristica, Fisioterapia, Ostetricia, Igiene dentaria e Tecniche della prevenzione negli ambienti e nei luoghi di lavoro. Il giorno cruciale sarà il 9 settembre, in contemporanea in tutti gli atenei italiani: l’esercito degli aspiranti iscritti alla facoltà di medicina e chirurgia e al corso di laurea di Odontoiatria si sottoporrà al megaquiz per conquistare uno degli 11mila posti in palio. All’Università, la ghigliottina del numero chiuso si annuncia spietata e i ragazzi ne sono consapevoli. Pochi i posti nell’ateneo sassarese, 150 in Infermieristica, 20 in Fisioterapia e 15 in Ostetricia e moltissime le domande, oltre 1500. Sessanta i quesiti a risposta multipla, metà di cultura generale, le altre più tecniche su biologia, chimica e domande di logica. Il via alle 11, due ore di tempo per la consegna. Alla fine volti tesi, sigarette consumate a getto continuo e pessimismo diffuso. «I quiz sono troppo difficili- dice Marta quasi rassegnata-non ho molta fiducia ma ci ho provato». «Grazie a questi corsi di laurea, le professioni sanitarie hanno acquistato negli anni grande appeal tra i neodiplomati - spiega Antonio Azara- vice presidente della Commissione che ieri ha accolto gli studenti al Palasport –. Questi specialisti hanno conoscenze scientifiche di alta qualità e l’esame di laurea è anche valido come abilitazione professionale. Un’unicità nel panorama lavorativo nazionale». Non è un caso che l’Università di Sassari abbia guadagnato il primato nazionale degli occupati: l’82,6 per cento dei laureati in discipline medico-sanitarie (fonte Exposanità, la manifestazione che si tiene a Bologna a maggio) trova lavoro già a un anno dal conseguimento del titolo con un primo stipendio che mediamente supera i 1400 euro. Se da un lato si verifica ogni anno una grande affluenza alle professioni sanitarie con “la speranza di conquistare un posto fisso” dall’altro, nonostante in pochi siano disposti ad ammetterlo, si intravede la speranza di poter fare il medico e non riuscendoci, si “ripiega” su questo tipo di professioni. C’è chi invece le prova tutte, come Marco, che dichiara apertamente di voler tentare tutti i test, «prima o poi da qualche parte riuscirò ad entrare». Qualcuno è già certo: sarà dura. Dovranno trovare un’uscita di sicurezza, una facoltà parcheggio oppure emigrare all’estero.
 
SASSARI – Francesca, sassarese, è tra le prime a uscire. «Com’è andata? Non lo so, ho risposto solo alle domande di cui ero certa. Perché voglio fare l’ostetrica? Mi piace e poi è un mestiere che non conoscerà mai crisi: le donne continueranno a partorire». Claudia , ozierese, è al secondo tentativo: «Perché ritento? Fare l’infermiera è quello che mi piace». Stefano arriva da un paesino vicino: «Ho sempre sognato di fare il fisioterapista, sin da bambino. È una professione che mi affascina». Di certo tra questi ragazzi non abbonda l’ipocrisia. Tra le motivazioni spicca soprattutto l’aspirazione di trovare subito lavoro e guadagnare bene. «Inutile dire che non sia così - ammette Andrea -, ma se non si ha propensione per certe materie non credo si possa andare lontano». Però c’è anche chi a fare il test è venuto quasi costretto, come Federico che vuole accontentare papà e mamma. E a proposito di genitori, in tantissimi ieri sono rimasti fuori ad aspettare, tesi quanto e più dei figli, mentre nelle aule si svolgevano i test. (d.p.)

 



QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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