Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
04 September 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
 

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
UNIVERSITÀ. Forse si è trattato di un attacco di hacker, risultati in ritardo
Va in tilt il sistema informatico: test cartacei per oltre 180 studenti
Quando il primo gruppo di studenti stava rispondendo alle ultime domande, i computer hanno iniziato a rallentare, poi il blocco. Totale, per tutta la prima delle due giornate di prove. A giocare un brutto scherzo alle aspiranti matricole in ingegneria, stavolta, non sono stati i quesiti di matematica, ritenuti ogni anno “troppo difficili”, ma il test online. Il sistema informatico da cui gli studenti da quest’anno devono rispondere alle domande della prova di ammissione alla facoltà (a numero programmato) lunedì mattina è andato in tilt. Così oltre 180 ragazzi, provenienti da mezza Sardegna, sono ritornati alle vecchie consuetudini: carta e penna.
Le cause del fallimento del sistema gestito dal Consorzio interuniversitario Sistemi Integrati per l’Accesso (Cisia), non sono ancora chiare. Che alcuni pirati informatici l’abbiano preso di mira è la più probabile. «C’è stato un problema al sistema del Consorzio nazionale», informa la preside di ingegneria, Alessandra Carucci. «Dalla sede centrale stanno cercando di capire se si è trattato di un attacco hacker, per questo non è possibile avere i risultati in giornata (attesi per ieri)». Senza la tecnologia, il rischio era quello di allungare i tempi, facendo accavallare le date di ingegneria con quelle di altri corsi di laurea. Il problema è stato però risolto. «Facendo i salti mortali siamo riusciti a tamponare», continua la preside, «abbiamo fatto centinaia di stampe e fotocopie, e agli studenti iscritti ai due turni del pomeriggio abbiamo dato un test equivalente ma cartaceo, che verrà corretto con il lettore ottico».
Poi precisa: «È da maggio che stiamo facendo i test online e non c’era mai stato nessun problema, infatti il 50 per cento degli aspiranti ingegneri, (dati aggiornati a luglio), sono riusciti a superare la prova di ammissione prima di settembre». Impossibile fare paragoni con l’anno scorso, «il test era diverso», afferma la Carucci. E confermano i ragazzi, che ieri mattina, sguardo basso e carta d’identità ancora in mano, lasciavano le aule del Padiglione Q. «Devo proprio dire quanto ho preso?», scherza Gabriella Sangio di Quartu. Per lei era il primo tentativo. «È andata malino, sicuramente era più facile l’anno scorso ma non era inaccessibile», commentano Enrico Floris e Antonio Morittu, pronti a ripartire per Sassari, anche se un po’ rammaricati. Un po’ per tutti le domande più complicate erano quelle della sezione “Scienze”. «Cos’è un acido ossidante?», si chiede ancora Andrea Porru, ex studente del Pacinotti. Se non dovesse andar bene? «Proverò il test d’ammissione in architettura», risponde. E non sarà di certo solo: è la seconda scelta più gettonata.
Veronica Nedrini
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Aumentano gli iscritti
BIOTECNOLOGIE, LAUREA DI SUCCESSO
Alcuni sono diventati responsabili di laboratorio, tecnici o chimici, altri ricercatori, assegnisti, nutrizionisti o dipendenti di grosse aziende alimentari, non solo in Sardegna. Il trenta per cento dei dottori in biotecnologie industriali che non hanno scelto di proseguire gli studi magistrali ha già trovato un’occupazione. Sono sempre di più le matricole che scelgono il corso di laurea di primo livello della facoltà di biologia e farmacia dell’Ateneo di Cagliari. Il 10 settembre, alla Cittadella di Monserrato, saranno in 105 a sostenere i test di ammissione per accaparrarsi uno dei 52 posti disponibili. Il trenta per cento in più rispetto allo scorso anno accademico. Le lezioni del corso a numero chiuso (assieme a quelle del corso in economia e gestione dei servizi turistici, tecnologie alimentari e viticoltura ed enologia) si svolgono nella sede staccata di Oristano, gestita dal Consorzio Uno. «La sede di Oristano, polo alimentare sardo, è stata scelta per la presenza di industrie in cui un biotecnologo può intervenire», spiega il coordinatore del corso e titolare di chimica organica, Guido Alberti.
I 150 laureati, dagli esordi (1999) ad oggi, si occupano, infatti, di imparare lo sviluppo dei processi fermentativi legati alla produzione di alimenti, bevande, farmaci e prodotti industriali. «Si pensi ad esempio all’insulina», ricorda Alberti, «prima veniva prodotta dal pancreas dei maiali, oggi sono stati individuati dei microrganismi dai quali viene prodotta direttamente quella umana, oppure al miglioramento della qualità del vino, sempre grazie allo studio dei processi di fermentazione». (v.n.)
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia e Borsa (Pagina 15 - Edizione CA)
Pensionamento obbligato
Statali, mai più in ufficio fino a 70 anni
Nuove regole sulle pensioni degli statali: chi voleva rinviare l’addio al lavoro per rimanere in servizio fino a 70 anni dovrà rivedere i suoi piani. Il decreto legge 101 del 2013, l’ultimo sul pubblico impiego, contiene una norma che obbliga la pubblica amministrazione a pensionare tutti i dipendenti che ne abbiano maturato i requisiti entro il 2011, facendo salvi i limiti previsti nei diversi ordinamenti. Questo per tagliare tutti i contenziosi che si erano aperti fra gli enti pubblici e quei dipendenti – soprattutto alti dirigenti e professori universitari – interessati a restare al lavoro fino a 70 anni.
Nel decreto c’è anche la norma che allunga fino a tutto il 2015 la validità dei requisiti pensionistici pre-riforma Fornero per consentire di mandare in pensione il personale in sovrannumero nella pubblica amministrazione. Quindi da una parte le norme che obbligano i dipendenti pubblici ad andare in pensione più tardi, dall’altra l’obbligo di tagliare i costi spinge le amministrazioni a liberarsi di chi ha più anzianità di servizio per scongiurare il pericolo di dover pagare stipendi fino a 70 anni. Anche perché ad andare in pensione più tardi è in media chi riceve retribuzioni più alte. Sono Università e magistratura i settori con i dipendenti più vecchi in servizio. E secondo gli ultimi dati sono più di 20mila i dipendenti della Pa che hanno già superato il 65esimo anno di età. Quanto all’identikit la maggioranza dei “vecchi” ancora al lavoro è uomo.
 
 
4 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 5 - Edizione IN)
Kollhoff per la Scuola estiva di architettura: «Diamo il centro cagliaritano agli studenti»
HANS E IL BELLO DEL MATTONE
L’archistar ripensa Castello
«È incredibilmente bello vedere alla sera, la gente che si muove verso il terrazzo di Castello e poi chiacchiera, ascolta musica, beve. Mi piace moltissimo. È un luogo della città molto forte che la gente condivide. Ecco, è questa l’architettura: prendere uno spazio e trasformarlo in un sentimento comune». Negli occhi celesti di Hans Kollhoff, celebre architetto tedesco, si legge il miscuglio di gioia e sorpresa nell’osservare quel rito serale così cagliaritano e considerarlo come uno dei momenti in cui uno spazio architettonico trova il suo punto di equilibrio con le persone che lo vivono: «C’è l’idea di vita condivisa». Il terrazzo è ovviamente il bastione di Saint Remy, capace di guardare straordinari orizzonti per poi tornare al punto di partenza. «Architettura - incalza ancora l’allievo di Egon Eiermann, il padre della Chiesa commemorativa dell’imperatore Guglielmo, costruita a Berlino intorno alle rovine del tempio distrutto dalle bombe - non è avere un’idea astratta e sovrapporla, ma è far crescere uno spazio che ha nella terra il suo legame più forte». Come un albero che dalle radici trae alimento.
A Cagliari per il secondo appuntamento con la Scuola estiva di architettura dell’Università di Cagliari, diretta da Nicola Di Battista, Hans Kollhoff raccoglie i frutti del lavoro iniziato un anno fa quando con gli studenti cominciò a ragionare su Castello. «Mi piace moltissimo questo posto - confida con un largo sorriso, e subito lancia la sua idea - Ci sono tanti edifici rovinati e deserti: potrebbero viverci gli studenti, anziché vederli andare via alle tre del pomeriggio per ritornare a casa dalla mamma. Anzi - incalza - potrebbero loro stessi fare lavori da muratore, da falegname. L’architettura, specialmente in Italia, è una cosa teorica, tagliata fuori dalla vita pratica. Sono convinto che per trovare l’idea della pratica in architettura, Castello sia un posto ideale».
Non c’è nulla di provocatorio nella riflessione di Kollhoff, quanto piuttosto un pensiero coerente con la sua idea di architettura che si sforza di costruire uno “spazio per la vita”. «Oggi c’è un’ossessione a costruire edifici slegati dal contesto, quasi fossero satelliti venuti dallo spazio, per il forte contrasto che creano. Questa è l’architettura per il marketing, dove l’immagine è più importante della durabilità e della funzionalità. Purtroppo è forte per un momento, poi evapora».
È questo uno dei nodi, o paradossi, del dibattito culturale europeo sull’architettura: il modernissimo, il futuribile, tradisce molto prima i segni dell’età e sopporta meno le ingiurie del tempo. «Noi - osserva ancora - parliamo tanto di sostenibilità e invece facciamo cose che non hanno la stessa capacità di durare nel tempo come quelle di una volta». Considerato tra i più classici degli architetti europei, («non solo il solo, ve lo assicuro»), ritiene che lavorare modernamente significa «fare i conti con la storia del posto, fare i conti e accettare i materiali che si trovano a disposizione. Fare qualcosa bene, meglio, questo è classico. Oggi però i soldi sono limitati, la società moderna li spende per altre cose. Nel passato gli uomini hanno pagato di più per costruire».
Al di là dell’aspetto economico, indubbiamente condizionante, l’idea guida dell’architetto tedesco è che un progetto deve saper creare comunione. «Anche la casa tradizionale non era per me solo un edificio, ma una parte della città, della piazza, della strada. Uno spazio pubblico per tutti». Se poi gli domandate del suo materiale preferito, il mattone, disegnandolo idealmente con le mani vi risponderà che «con i mattoni è difficile fare cose stupide».
Protagonista negli anni Novanta della rinascita di Potsdamer Platz a Berlino, il grande vuoto tra le due città riempito dalle archistar del mondo, Renzo Piano in testa, il padre della Kollhoff-Tower riflette su quell’esperimento parzialmente riuscito: «L’immagine della città distrutta e l’idea di società contemporanea come luogo di futuro sono le idee forza del progetto, riuscito in parte. Già il termine Platz è improprio perché era in passato un crocevia e lo è ancora. Ma anche fare un crocevia non è così facile: bisogna accettare la linea della strada, il passaggio di confine. Il problema di Potsdamer Platz è lo shopping center che è solo un ingresso, una trappola. Vicino a uno shopping center ci sono le uscite d’emergenza, l’accesso per i camion, il parcheggio, la spazzatura, ma non finestre per comunicare. Ecco perché è triste».
Caterina Pinna

 
 
5 - L’Unione Sarda / Estate (Pagina 9 - Edizione IN)
Incontri
SCUOLA ESTIVA DI ARCHITETTURA
Via alla Scuola estiva internazionale di Architettura: in città figure di primo piano come Alberto Campo Baeza, Hans Kollhoff, Jordi Bellmunt, Carlo Olmo, Lorenzo Pignatti, Jacques Sbriglio, Walter Angonese, Enzo Cucchi e Armando Milani. Lezioni fino al 14 settembre nel Polo di Architettura dell’Università (in Castello).
 
 
6 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 37 - Edizione CA)
I MUTAMENTI DI PARADIGMI
L’uso delle staminali tra scienza e mito salvifico
di Francesco Marrosu,
Università di Cagliari
Faceva un certo effetto un logo sulla T-shirt di un malato di SLA che dichiarava la sua (incondizionata?) fiducia nell’uso delle “staminali”, a fronte di una distanza ancora stellare tra evidenza scientifica e risultati sperati. Ancor più clamoroso, perché supportato da tribunali e ministri (!), l’avallo di un utilizzo delle staminali in una certa patologia a dispetto, questa volta, del chiaro pronunciamento della comunità scientifica internazionale sull’assenza di qualsiasi garanzia di un protocollo terapeutico che includeva “quell’uso” delle staminali. L’imposizione “de jure” di una terapia del genere, per chi non lo sapesse, ci ha sprofondato ad un equivalente “voodoo” pseudoscientifico negli articoli comparsi su prestigiose riviste (Nature, una su tutte) che hanno pesantemente commentato l’operato non dei medici italiani, si badi bene, ma della interfaccia socio-politico-legislativa del nostro Paese su tale materia.
Premesso che le staminali rappresentano un reale destino per il trattamento di diverse malattie, ma premesso anche che in molti settori (Parkinson, SLA, Alzheimer...) il loro utilizzo non può essere effettuato prima di risposte su molti temi correlati (ad esempio: perché le cellule responsabili delle malattie di cui sopra muoiono? Sono ancora operanti i comandi killer su queste cellule che vanificherebbero trapianti di qualsivoglia cellule?), alcuni aspetti antropo-culturali su questo tema vanno delineati.
Il ragionamento deve essere portato entro la temperie dei rapporti tra società, medicina e razionalità, tenendo bene a mente l’antifrasi irrazionale che alberga nell’animo umano, impersonata dalla dimensione mitica, nella sua versione più profondamente presente (ben in rilievo in antropologi come De Martino) che è rappresentata dalla trascendenza del Mito sulla Morte. Il mito espunge l’incombenza del “memento mori” così che in tutte le società la tematica mitica è presente anche in forme sofisticate, traslate o quasi evaporate nella sublimazione religiosa o paganeggiante, amplificate a dismisura dai media, metabolizzate a fini di lucro persino nella cartellonistica pubblicitaria, alimentate costantemente da riti (il rito rafforza il mito) che cadenzano le stagioni dell’anno e della vita. Ma qui, in tema di staminali, sorge un curioso corto-circuito. Si mutua la posizione della moderna medicina, forte di una rendita di posizione di una “sana” epistemologia realista, convinta nella “progressio ad infinitum” delle cure basate sulla “credenza salvifica nel potere della scienza” e da questo bastione si fa partire un sillogismo irrazionale: le staminali sono “vera” medicina, dunque non è possibile non avere benefici da questo utilizzo. Una razionalità da Curva Sud avrebbe facile ragione su queste proposizioni pseudologiche... ma le dimensioni della malattia incurabile sono diverse e le aspettative sulle staminali, se non opportunamente ragionate e filtrate da un tessuto sociale maturo, sconfinano dalla dimensione del bisogno a quella del desiderio che ha per l’appunto nel Mito il suo grande veicolo. Come dire: normalmente si procede a piedi, sotto il sole su una mulattiera polverosa (facile metafora della Ricerca), ma alla fantasia umana piace viaggiare sul teletrasporto di Star-Trek.
 




LA NUOVA SARDEGNA
 
7 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
IN 280 AI TEST DI VETERINARIA
E questa mattina al PalaSerradimigni si prosegue con le selezioni per le professioni sanitarie 
SASSARI Ieri mattina, davanti all’ingresso del PalaSerradimigni, si sono presentati in 280. Sono i candidati che hanno partecipato alla prova di ammissione al corso di laurea magistrale in Medicina Veterinaria per l’anno accademico 2013-2014. I posti disponibili sono 30, più 5 posti riservati a cittadini non comunitari residenti all’estero. Le domande pervenute sul sito Universitaly erano 441. La prova, che consisteva in 60 quesiti, è iniziata puntualmente alle 11 ed è durata 100 minuti. Alle 12.40 la commissione ha decretato lo scadere del tempo a disposizione e ha ritirato gli elaborati. L’integrità dei plichi è stata verificata dalla commissione nel rispetto delle indicazioni ministeriali e l’esame si è svolto regolarmente, senza che ci fosse bisogno di annullare alcun elaborato. A decorrere dal giorno successivo alla prova (perciò da oggi) ed entro il 10 settembre, i candidati, nell’area riservata del sito http://accessoprogrammato.miur.it, devono prendere visione del loro voto di maturità acquisito dall’Anagrafe Nazionale Alunni e, in caso di mancanza o difformità di tale voto, lo devono indicare. Il 17 settembre il Cineca, per conto del Miur (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), pubblicherà il punteggio ottenuto dai candidati sul sito http://accessoprogrammato.miur.it. I candidati potranno prenderne visione utilizzando le chiavi di accesso personali, trattenute nella giornata della prova. Il 30 settembre nell’area del sito riservata ai candidati verrà pubblicata la graduatoria nazionale di merito nominativa. Oggi invece è la volta delle prove di ammissione ai corsi di laurea delle Professioni sanitarie, ugualmente al PalaSerradimigni. L’inizio è fissato per le ore 11.00, ma i candidati dovranno presentarsi alle ore 8. Il calendario delle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato nazionale proseguirà in questo modo, sempre nello stesso luogo: lunedì 9 settembre Medicina e Chirurgia e Odontoiatria e Protesi dentaria; martedì 10 settembre Scienze dell’Architettura e del progetto.
 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Attualità
Test d’ingresso al via tra polemiche e ricorsi 
Università, in 8mila alla prova di veterinaria (832 i posti). «Domande assurde e graduatorie falsate» 
ROMA Test "impossibili", bonus maturità discriminatori e "graduatorie falsate", un ricorso collettivo al Tar contro il numero chiuso delle facoltà. L’anno scolastico e, soprattutto, la stagione dei test d’ingresso ai corsi di laurea parte all’insegna delle polemiche. A sfogarsi su Facebook lamentando il livello di difficoltà di molte delle domande dell’esame tante aspiranti matricole di veterinaria. In 8mila ieri mattina hanno affrontato in tutta Italia le prove d’ammissione (solo 832 i posti disponibili). E quasi tutti hanno bollato il test come "molto difficile", alcune domande "proprio impossibili". Quesito di cultura generale che sembra aver fatto incetta di risposte sbagliate quello sui premi Nobel. Sulle bacheche del social network i ragazzi riportano la domanda: «Quale di queste materie (chimica e medicina, fisica, economia, matematica) non è premiata col riconoscimento dedicato allo scienziato svedese?» La risposta è matematica, ma molti studenti pare Non lo sapessero. Francesca, 18 anni, di Messina, racconta: «Gli argomenti erano prevedibili, ma nello specifico le domande erano tutte ad alto coefficiente di difficoltà». Malcontento anche per il criterio dei percentili usato per calcolare il “bonus maturità” da assegnare ai candidati. E mentre ieri di buon’ora il ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, annunciava l’inizio ufficiale dei test, l’Unione degli studenti universitari annunciava l’inizio di un altro anno di "ingiustizie”. «Anche quest’anno decine di migliaia di studenti si sottoporranno alla lotteria dei test d’ingresso, anche quest’anno la maggior parte di loro resterà esclusa a causa della carenza di posti e soprattutto quest’anno subiranno tantissime ingiustizie e discriminazioni» dice il coordinatore Michele Orezzi. Secondo l’Udu, infatti, «il bonus maturità creerà discriminazioni di partenza che falseranno di fatto la graduatoria, impedendo a migliaia di studenti meritevoli, di entrare nel percorso di studi scelto». E mentre pensano ad un ricorso collettivo nazionale per impugnare non soltanto il bonus maturità, ma tutto il sistema a numero chiuso, il Codacons ha già pronto un ricorso collettivo al Tar del Lazio contro il numero chiuso per le facoltà di Medicina e Odontoiatria. (a.d’a.)
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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