Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 August 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università, anche quest'anno niente tasse per i figli della crisi
FORMAZIONE. Dodici mesi fa furono esentati due studenti su dieci
 
Anche quest'anno l'università di Cagliari non farà pagare le tasse agli studenti figli di lavoratori in cassa integrazione o che abbiano perso il lavoro, oltreché agli studenti che si siano diplomati con il massimo dei voti. L'ateneo contribuisce così ad alleviare i disagi ai tanti sardi che pagano gli effetti della crisi economica.
«Si tratta di una misura adottata tre anni fa per venire incontro alle famiglie sarde alle prese con la crisi», spiega il rettore, Giovanni Melis. «Pensiamo che l'investimento in formazione sia fondamentale nella nostra società e da tempo sosteniamo che la laurea sia sempre più importante per affrontare con maggiori opportunità il mondo del lavoro». Nello scorso anno accademico, gli studenti esenti per vari motivi sono stati quasi il 20% del totale.
L'università cagliaritana propone agli studenti 38 corsi di laurea triennale, 34 corsi di laurea magistrale e 6 corsi di laurea magistrale a ciclo unico.
Dal 2 settembre si svolgeranno i test d'accesso alle facoltà a numero chiuso a cui si sono iscritti oltre 14 mila studenti. In realtà gli aspiranti ingegneri hanno cominciato a sostenerli online già a maggio. Dato lo “scoglio” matematica hanno avuto a disposizione più date per superare la prova d'ingresso. Inoltre, chi, ad oggi, non avesse ancora superato il test, potrà ripeterlo nelle aule di via Marengo il 2 e il 3 settembre (le iscrizioni sono aperte fino al 2 mattina).
Il 10 settembre toccherà a 500 aspiranti a scienze dell'architettura (126 posti) mentre lo stesso giorno toccherà anche agli aspiranti informatici, chimici e matematici della facoltà di scienze. Infine, due giorni dopo, il 12, test per i i 139 candidati alla facoltà di Architettura.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Estate Prima (Pagina 1 - Edizione IN)
Il cervello in provetta
Costruito sulle cellule staminali dell'uomo
 
H a un aspetto biancastro, lattiginoso, una forma indefinita ed è minuscolo: è la prima versione in miniatura del cervello umano, ottenuta in provetta dopo anni di ricerche. Sebbene il mini-cervello raggiunga appena i quattro millimetri, è uno strumento gigantesco a disposizione dei ricercatori, che finora non avevano mai potuto avere a disposizione un modello per studiare il cervello umano.
Il risultato, pubblicato sulla rivista “Nature”, è frutto di una ricerca internazionale guidata dall'Istituto di Biotecnologie molecolari dell'Accademia austriaca delle scienze, in collaborazione con le università di Edimburgo e Londra e con l'istituto britannico Sanger, della Wellcome Trust. «Siamo fiduciosi che questo metodo permetterà di studiare una varietà di malattie legate allo sviluppo neurologico», osservano i ricercatori.
Il cervello in miniatura si è rivelato uno strumento unico per studiare l'intero processo di sviluppo del cervello umano: «Lo sviluppo delle regioni della corteccia - dicono i ricercatori riferendosi all'organo artificiale - avviene secondo un'organizzazione simile a quella che si osserva nei primi stadi di sviluppo del cervello umano». È anche un laboratorio nel quale riprodurre malattie neurologiche finora impossibili da studiare in un modello. «La complessità del cervello umano rendeva impossibile studiare molti disordini in organismi modello». Adesso, invece, nel cervello in provetta è già stata riprodotta la prima malattia: la microcefalia.
Il cervello è stato costruito a partire da cellule staminali umane pluripotenti, ossia cellule immature in grado di svilupparsi in ogni direzione. Nella ricerca sono state utilizzate sia cellule staminali embrionali, sia cellule adulte riprogrammate, le cosiddette Staminali pluripotenti indotte. Una volta isolate e immerse in un ambiente capace di stimolarne lo sviluppo, le cellule sono diventate neuroni e si sono assemblate spontaneamente in una struttura tridimensionale. Non è un vero e proprio organo, ma un organoide: la struttura è quella di un cervello in miniatura e ricorda quella della parte più evoluta e complessa, la corteccia.
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
UNIVERSITA’
Niente tasse per i figli dei cassintegrati
 
CAGLIARI Niente tasse all'Universitá per chi deve fare i conti con la crisi, leggi cassa integrazione o disoccupazione. Un aiuto confermato anche quest'anno. «Si tratta di una misura adottata tre anni fa per venire incontro alle famiglie sarde alle prese con la crisi – spiega il rettore, Giovanni Melis – Pensiamo che l’investimento in formazione sia fondamentale e da tempo sosteniamo che la laurea sia sempre più importante per affrontare con maggiori opportunità il mondo del lavoro. Sono esentati dal pagamento delle tasse anche gli studenti diplomati col massimo dei voti». Nello scorso anno accademico, gli studenti esenti per vari motivi sono stati quasi il 20% del totale. Da alcuni anni l’ateneo– nell’ambito delle più generali politiche per il diritto allo studio - prevede l’esenzione dal pagamento delle tasse per gli studenti figli di lavoratori collocati in cassa integrazione o che abbiano perso l’occupazione. (s.a.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
università
Un campus nel centro di Sassari molto più utile a tutta la città
di SIMONECAMPUS
 
Sono contrario a battaglie ideologiche, perché generalmente allontanano dalla soluzione dei problemi. Non amo i comitati per il NO, epperò sembra che il presidente dell'Ersu non voglia recedere dall'idea del "campus universitario" nell'area degli "ex molini Azzena". Allora mi chiedo: perché non costituire un comitato di cittadini, studenti e loro associazioni, intellettuali, politici, etc. che esamini con accuratezza il progetto e proponga un'idea alternativa di Sassari città universitaria? Apriamo un dibattito sul futuro di Sassari e sul come 40 milioni di euro possano essere investiti per il bene di tutti e per garantire il diritto allo studio. Sassari, colpevole anche il blocco del Puc da parte della Regione, da troppo tempo attende un processo di rigenerazione urbana che muova dal valore della partecipazione che intrecci pianificazione e comunicazione, per attivare la trasformazione urbana che desiderano i suoi abitanti e coloro che la vivono. L'idea di base è che sia la città a ripensare se stessa. Un metodo partecipativo che integri diverse discipline (pianificazione urbana, sociologia, antropologia, scienze della comunicazione, marketing territoriale, economia) affinché siano i cittadini, tramite il loro impegno a rigenerare la città con la politica, quella buona, a supportarli nel renderli protagonisti. Ed è per questi motivi che una scelta importante come quella di realizzare una nuova residenza universitaria andrebbe approcciata in relazione alle esigenze complessive della città e dei suoi abitanti. Come ha sostenuto tra gli altri la sociologa Antonietta Mazzette «uno dei limiti che ha caratterizzato il dibattito sulle sorti di Sassari è dato dal fatto che i problemi sono stati affrontati in modo separato dal contesto complessivo. Per lo più senza spirito autocritico. Basti pensare alla discussione sulla crisi del centro storico che, volta per volta, a seconda degli interessi di chi interveniva, diventava emergenza per singoli aspetti della crisi senza però collocarli in uno scenario più ampio: dalla chiusura delle attività commerciali alla Ztl, dai problemi di sicurezza alle nuove presenze sociali percepite come ingombranti. Poco invece si è riflettuto sull'incapacità di fondo che la nostra città continua ad avere di ricambio generazionale, di rinnovamento e di progettazione di qualità. Di fatto il dibattito sul cento storico si è finora tradotto in esternazione sterile perché priva di obiettivi comuni da praticare». Devo precisare quanto affermato dall'attuale presidente dell'Ersu in un suo recente intervento su "La Nuova" che ripete un fatto storicamente sbagliato e che io intendo respingere. Non è vero che durante il mandato di Antonello Mattone si iniziò a ragionare di "campus universitario", meno che mai di residenze fuori dalla cinta urbana. In verità in quel mandato si puntò su tre grandi progetti: 1) il recupero dell'ex Fondazione Brigata Sassari; 2) la realizzazione della residenza Carrera longa in via Rosello; 3) la riqualificazione di alcune palazzine all'interno del plesso dell'ex ospedale psichiatrico di Rizzeddu, baricentrico rispetto alle facoltà umanistiche, di agraria, di medicina e di veterinaria e a due passi dalla mensa di via dei Mille. La soluzione del "campus" pensato dall'Ersu, invece, somiglia molto ad una sorta di "paese dei balocchi" la cui realizzazione, con la messa a disposizione dei cittadini di servizi a valenza urbana (vedi il cinema multisala), scatenerebbe l'effetto perverso di risucchiare dalla città non solo gli studenti, ma tanti altri cittadini. Questa logica è il contrario di quello che serve a Sassari, basti pensare a quali benefici sociali si creerebbero con la presenza stabile di giovani che vivono e studiano dentro le mura della città e quali ricadute si avrebbero sull'intera città in termini di lavoro e di servizi.
Consigliere comunale di Sassari
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Ed_Cagliari
CAOS IN VIA SALARIS»CULTURA AL MACERO
Libri buttati, è polemica: «Sono solo vecchie riviste»
L’università si libera di annuari e pubblicazioni in tedesco degli anni ’80 e ’90
Montesu (Pdl) fotografa tutto e lo posta in facebook scatenando dure reazioni
di Giovanni Bua
 
NUORO Decine di libri e riviste malamente ammassati sul marciapiede di fronte alle porte dell’università nuorese in via Salaris. E un camioncino che li carica per portarli al macero. Questa l’inquietante immagine apparsa ieri mattina agli occhi di alcuni passanti, e del coordinatore del Pdl Peppe Montesu. Che, imbracciato il telefonino d’ordinanza, l’ha fotografata e postata nel suo profilo facebook con un duro commento: «Un libro dovrebbe essere un tesoro. A Nuoro no! È solo un rifiuto da incenerire o da avviare a discarica. Il Comune di Bianchi e Moro e la Provincia di Deriu li bruciano in piazza, l’Università li butta in discarica e no trova modi migliore per utilizzarli. Questo è lo scenario ai cancelli dell’Università nuorese di via Salaris. Queste sono le persone che devono diffondere la cultura e gli studi». Abbastanza per scatenare un vero putiferio. Con esperti, curiosi, cittadini che si chiedono che materiale sia quello “smaltito”, se qualcuno (la Biblioteca Satta) ne sia stato informato per sapere se fossero interessati a conservarlo. Se il macero fosse davvero l’unica via possibile per liberarsi di quelle pubblicazioni. Dubbi in gran parte comprensibili, visto la forza dell’immagine postata da Montesu, e l’impressione che sempre fa veder libri (o presunti tali) buttati via. E completamente fugati da un tempestivo comunicato del commissario del consozio universitario Caterina Loi. Che spiega: «Il Consorzio ha richiesto alla società Ecotopia di provvedere allo smaltimento di vecchie riviste risalenti agli anni 80-90, anche rilegate, ormai obsolete e inservibili ma reperibili nelle nostre Biblioteche on-line. Questo si è reso necessario al fine di rendere fruibile l'aula didattica occupata sino ad oggi con il suddetto materiale cartaceo, assicurando in tal modo il regolare svolgimento delle attività didattiche nella sede di Via Salaris, in previsione dell'inizio dell'anno». Dopo la nota ufficiale poi le parole “private”. «Bastava avvicinarsi a parlare con la responsabile – spiega il commissario – invece che voler far credere che noi, che della produzione della salvaguardia della nostra cultura facciamo la nostra ragion d’essere, la cultura la vogliamo distruggere. Quelle riviste sono state selezionate da esperti e smaltite secondo basilari e consolidate pratiche di biblioteconomia. Ne esiste oltretutto copia digitale nei nostri archivi. Un attacco cattivo e pretestuoso». La conferma arriva a stretto giro di posta dagli esperti della biblioteca Satta: «Ci siamo informati – spiegano – sono annuari, vecchie riviste di diritto in tedesco. Posteggiate qui dall’Università di Cagliari da anni. Mai consultate da nessuno. E rimaste a marcire nonostante i tanti inviti a Cagliari di riprenderle indietro. Robaccia insomma. Da eliminare con quello che in gergo si chiama désherbage, e che tutte le biblioteche, compresa la nostra che ha precisi compiti di conservazione, fanno». Brutto da vedere insomma, ma assolutamente giusto da fare. «Perché una biblioteca funzioni – spiega Tonino Cugusi, direttore della Satta – deve essere fresca. Certo noi non buttiamo mai libri. Ma, se nessuno li prende in prestito per un certo numero di anni, li trasferiamo dagli scaffali al magazzino. Per le riviste facciamo una selezione, ma anche noi ne mandiamo tante al macero. Diverso il discorso per i libri di testo, che, soprattutto quello scientifici, rischiano di diventare sorpassati. Ma noi, ad esempio abbiamo ricevuto di recente una grossa donazione che ne comprendeva oltre 500. Con l’accordo del donatore abbiamo preso contatti con i volontari che insegnano nella colonia penale di Mamone, e loro selezioneranno quelli che gli possono essere utili». Insomma, prima di buttare un libro ci si pensa cento volte. L’unica eccezione? «Quelli per bambini – ride Cugusi – le piccolw pesti dopo una cinquantina di prestiti li distruggono letteralmente, riempiendoli di disegni, marmellata, scollandoli e strappandoli. Alla fine li dobbiamo per forza buttare e comprare nuovi. Ma sono bimbi, che ci vuoi fare».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Ed_Cagliari
Il libraio: «Ma non potevano regalarle agli appassionati?»
il commissario caterina loi: Materiale inservibile e del quale abbiamo copia digitale
L’attacco è pretestuoso la cultura la difendiamo non la distruggiamo
tonino cugusi della satta: In gergo si chiama désherbage
A volte buttare via vecchio materiale serve a tener fresca e viva una biblioteca
 
«Se quelle riviste sono state buttate sicuramente è stata fatta una selezione attenta e scrupolosa. A differenza dei libri di testo infatti le riviste, alcune anche rilegate mi dicono, hanno un’importanza storica. E prima di disfarsene ci si pensa due volte». A parlare è Pierfranco Fadda, tra i titolari della libraria Miele Amaro, e tra i soci fondatori dell’associazione dei “paladini del libro” Liberos. «Capisco però anche che per chi passava di lì è stato brutto da vedere. Magari si poteva mettere un annuncio sul giornale e chiedere alla gente di andare a dare un’occhiata. Magari qualche appassionato poteva decidere di prendere alcune di quelle riviste e “salvarle” portandole a casa sua. Forse sarebbe stato inutile, ma sicuramente sarebbe stato bello. E le cose belle vale sempre la pena di farle».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Ed_Oristano
la rassegna
Cinema e archeologia si incontrano
Al via il festival di San Vero Milis
 
SAN VERO MILIS Prende il via questo pomeriggio, con una visita guidata al parco archeologico di S’Urachi il terzo Festival Internazionale del cinema archeologico, che per tre giorni catalizzerà l’attenzione di appassionati e studiosi sul piccolo centro del Campidano. La manifestazione, che si concluderà sabato prossimo, prevede la proiezione di cinque film documentario, più un sesto fuori concorso, prodotti da Italia, Francia, Grecia, e Stati Uniti. Subito dopo l’escursione al sito di S’Urachi, oggetto di una recente campagna di scavi da parte di un team di studiosi internazionali coordinati dall’archeologo Alfonso Stiglitz, nel Museo Civico del Comune, alle 21, saranno proiettati tre dei cinque documentari in cartellone. Il primo è “Nerone e la Domus Aurea” di Stacey Mannari, seguirà “Leptis Magna. Roma in Africa” di Baudouin Koening e concluderà la giornata “Diolkos per 1500 anni” di T.P. Tassios. Domani, alle 21 nel Museo Civico, sarà la volta di “Cheope rivelato” di Florence Tran, subito dopo “Le cattedrali svelate” di Gary Glassman. La rassegna si concluderà sabato con la proiezione del film documentario, fuori concorso, “I segreti di Stonehenge”, di Gail Willumsen. A decretare il vincitore del Festival sarà il pubblico, al quale, all’inizio di ogni serata, sarà consegnata una scheda nella quale dovrà esprimere il proprio gradimento. La terza edizione del Festival si propone di avvicinare i cittadini alle problematiche della storia nostra e di quella degli altri, e, non a caso, si tiene proprio durante la realizzazione di alcune campagne di scavi nel territorio sanverese che interessano i siti di s’Urachi, su Pallosu e Serra is Araus. In quella nel sito di S’Urachi sono stati rinvenuti alcuni reperti di epoca Punica come resti di cibo, vinaccioli e ceramiche. Piero Marongiu

Questionnaire and social

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