Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 August 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 – L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
Ricerca sul Dna
I sardi, purissimi europei
Nel cromosoma Y dei sardi c'è una preziosissima traccia che ci riporta al genitore di tutti noi, l'Homo sapiens che viveva in Africa 185 mila anni fa. I risultati dello studio condotto su 1200 sardi da un'équipe di studiosi, guidati dal professor Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica del Cnr, saranno pubblicati sul numero di oggi della rivista americana "Science". Lo studio fa luce sulla storia della popolazione isolana e contribuisce a ricostruire le vicende del primo popolamento in Europa.
C. PINNA A PAGINA 7

Cronaca Regionale (Pagina 7 - Edizione CA)
L'indagine fatta da più istituti sardi è dedicata a Laura Morelli, studiosa scomparsa
UN TEAM GUIDATO DAL PROFESSOR CUCCA
«Il mio compito è stato quello di legare insieme i fili dei vari gruppi di studiosi, avendo lavorato per anni a Cagliari e poi a Sassari e di nuovo a Cagliari». Il professor Francesco Cucca, allievo del professor Antonio Cao, preferisce distribuire equamente i meriti di una ricerca che ha un valore scientifico molto importante non solo per ciò che riguarda la storia della popolazione sarda ma perché contribuisce a ricostruire le vicende del primo popolamento in Europa. «L'idea - racconta - è nata due anni fa, durante una semplice conversazione tra amici. A un convegno di genetisti in America abbiamo poi capito che gli studi procedevano in questa direzione e questo ha rappresentato un'ulteriore spinta».
Lo studio ha coinvolto in una intensa collaborazione numerosi ricercatori di differenti realtà scientifiche. In prima fila il professor Paolo Francalacci docente di Genetica presso il dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell'Università di Sassari che insieme al professor Cucca ha ideato e scritto il lavoro. «Del gruppo di lavoro sassarese faceva parte anche Laura Morelli, una collega e amica, recentemente scomparsa dopo una breve malattia, alla quale è dedicato lo studio». È stata la Morelli, insieme a Francalacci ad effettuare le complesse analisi filogenetiche per ricostruire le linee di discendenza del cromosoma Y e i rapporti evolutivi tra di esse. Gli altri protagonisti sono Carlo Sidore e Serena Sanna dell'Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica (IRGB) del Consiglio Nazionale delle Ricerche che hanno avuto un ruolo prevalente insieme a Riccardo Berutti del CRS4 nelle analisi informatiche e statistiche sulle sequenze di Dna esaminate nello studio; Andrea Angius dell'IRGB-CNR/CRS4 che ha supervisionato il sequenziamento di molti dei campioni Dna considerati nello studio. La ricerca ha coinvolto anche ricercatori di altri gruppi nazionali ed europei (rispettivamente dell'Università di Pisa e di Bilbao) e americani (University of Michigan e National Institute on Aging di Baltimora).
«Saranno due gli studi pubblicati su Science, il nostro e quello di un'équipe americana che ha fatto uno studio analogo su altre popolazioni».
A iniziare a leggere, trenta anni fa, il grande libro genetico della Sardegna è stato il professor Antonio Cao, un pediatra che ha condotto importantissimi studi sulla talassemia, malattia ereditaria. «Noi abbiamo continuato quel lavoro di ricerca», aggiunge ancora il professor Cucca. Le caratteristiche genetiche dei sardi hanno evidenziato i fattori di rischio di alcune malattie tipiche del bacino del Mediterraneo come il morbo di Cooley, responsabile di tanti morti.

Pubblicata negli States l'analisi di un'équipe isolana sul Dna di 1200 soggetti
GLI AFRO-SARDI, PURISSIMI EUROPEI
Uno studio sul cromosoma Y ci riporta all'Homo sapiens
È vero che noi sardi non siamo alti, né biondi e l'occhio chiaro suscita in noi un'ammirata sorpresa: il tutto considerato nella media, ben inteso. Se però un marziano dovesse sbarcare sul pianeta blu e dire quali sono gli “europei” indicherebbe senza timore di smentita noi isolani. Un po' bronzetti nelle fattezze, olivastri di pelle e con troppi peli (sempre nella media) ma provenienti con certezza dal Vecchio Continente.
Bisogna mettersi il cuore in pace, perché a dirlo sono i geni, il Dna, quell'infinita sequenza di triplette nelle quali è scritta la storia degli essere umani. Il primo nucleo che ha abitato l'Isola 7700 anni fa arrivava dall'Europa. Per storia e geografia poi, viviamo in una terra circondata dal mare, la popolazione sarda ha ereditato un altissimo numero di informazioni che ci rende unici e speciali dal punto di vista genetico. Ed è in questo immenso “registro” che è stata scoperta una nuova, preziosissima traccia che ci riporta indietro fino al paleolitico. Grazie a un'analisi dettagliata del cromosoma Y (che determina il sesso maschile) fatta su 1200 sardi, gli scienziati sono stati in grado di risalire al padre comune di noi tutti, all' homo sapiens vissuto 185 mila anni fa in Africa orientale.
I risultati di questa straordinaria ricerca, condotta da un'équipe coordinata dal professor Francesco Cucca, direttore dell'Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica, Cnr di Monserrato e professore di Genetica Medica dell'Università di Sassari, sarà pubblicata sul numero di oggi della prestigiosa rivista americana “Science” con il titolo “Low-Pass DNA Sequencing of 1200 Sardinians Reconstructs European Y Chromosome Phylogeny”. Un riconoscimento importante per il team di scienziati che ha scelto di dedicare il lavoro a Laura Morelli, una collega del gruppo sassarese scomparsa troppo presto.
«La scoperta più significativa della mappatura fatta sul cromosoma Y - spiega il professor Francesco Cucca - è che siamo riusciti a stabilire una data ben più antica di quanto non si fosse fatto finora e questo ci consente di mettere il codice maschile in linea con quello femminile». Si va indietro di oltre 50 mila anni rispetto a quanto indicato nella maggior parte degli studi precedentemente fatti su questo cromosoma.
Dal punto di vista genetico la Sardegna rappresenta uno straordinario laboratorio, perché i sardi assommano nel loro Dna un registro di informazioni ricchissimo. Dunque, all'interno del sequenziamento dell'intero genoma si inserisce «lo studio sul cromosoma Y di 1200 maschi, che rappresenta una popolazione ampia e adeguata a questo tipo di ricerca, e costituisce una fase più avanzata di indagine». Il cromosoma Y è particolarmente adatto per ricostruire ogni passaggio, perché viene trasmesso solo dai padri ai figli maschi, in una singola copia, quindi non si porta dietro le “ricombinazioni” tra contributi paterni e materni, tipici degli altri cromosomi.
Ciò significa che la sua lettura è più lineare ma anche più ricca di informazioni, perché se nella replicazione del codice genetico ci sono state delle “mutazioni”, quando queste riguardano le cellule deputate alla riproduzione sessuata (spermatozoi e ovociti), si accumulano di generazione in generazione. In questo modo ci si porta dietro un'eredità che racconta tutte le “mutazioni” che si sono verificate nei progenitori.
«Lo studio - aggiunge il professor Cucca - conferma che i sardi hanno nel loro Dna una serie di caratteristiche peculiari e distintive - geni frequenti nell'Isola e rarissimi altrove - ma rivela anche che posseggono la maggior parte delle variabilità presente sul Dna del cromosoma Y degli altri popoli europei».
Ecco perché per gli studi genetici ed evoluzionistici, i sardi rappresentano la singola popolazione che racchiude meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei contemporanei. «La prima espansione demografica risale a 7700 anni fa, grazie a un nucleo fondante, un gruppo che si espande in modo omogeneo in tutta l'Isola, qualunque fosse l'origine. Si suppone però venissero dalla penisola iberica ma tracce di varianti genetiche sono state trovate anche nell'ovest europeo». Romani e vandali hanno poi portato in Sardegna varianti genetiche rintracciate in Africa. Ogni apporto esterno è stato registrato: per sapere di più su di noi non resta che leggere il sorprendente libro scritto tra le spirali del Dna.
Caterina Pinna



 
 
2 – L’Unione Sarda / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
E la laureata da record disse no alla miniera
La tesi è solo per addetti ai lavori: "Ghise a grafite sferoidale". Ma contiene un presagio. Perché quella particolare evoluzione dell'antica lega di ferro-carbonio, materia madre di ponti e ferrovie, combina la forza collaudata con l'inedita duttilità. Solida e duttile era Fulvia Riccardino, che il 29 novembre 1952, a 24 anni, con un ragguardevole 105, diventa la prima donna laureata in Ingegneria mineraria all'Università di Cagliari. Quarantaquattro anni dopo Emma Strada, pioniera d'Europa, dottore al Politecnico di Torino. In miniera però lavorerà ben poco, anche se unirà il suo destino a un collega di studi, figlio e nipote di dirigenti minerari. Troppo duro lo sfruttamento degli operai per un'ex staffetta partigiana in Piemonte (i nazisti la misero al muro, ma non spararono), cresciuta in una famiglia progressista che chiamava Spartaco i figli maschi. Inaccettabile, la fatica brutale dei minatori. Così la prima donna ingegnere di Sardegna sceglie di uscire dai libri di storia. Insegnerà agli alunni l'Elettrotecnica (inusuale per una signora); ai cinque figli, l'indipendenza e la curiosità per la vita, la politica, l'arte; ai loro amici - che ospitava senza limiti - darà lezioni di accoglienza. In settembre saranno trent'anni che un'onda l'ha tradita, nel mare di Chia. Ma sembra di vederla ancora, sotto gli alberi del villino di Aritzo, ascoltare Vivaldi e parlare a ragazzi incantati di numeri, di Van Gogh e della rivoluzione.




LA NUOVA SARDEGNA 
 
3 – La Nuova Sardegna / Pagina 10 - Sardegna
Università di Sassari
IL DNA DEI SARDI RIVELA LA VERA ETÀ DI ADAMO
Su “Science” lo studio coordinato da Francesco Cucca e Paolo Francalacci
La comparsa del maschio dell’homo sapiens retrodatata di 50mila anni 
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Il segreto della nascita dell’uomo in una remota montagna dell’Africa scorre dentro il sangue dei sardi, nel loro Dna, per la precisione. E frugando tra i cromosomi del nostro popolo si è scoperto che il progenitore maschio della specie, l’homo sapiens, ma qualcuno lo chiama Adamo, è comparso sulla terra contemporaneamente alla progenitrice femmina, in pratica insieme ad Eva e non, come si pensava finora, 50mila anni più tardi. Lo ha stabilito uno studio condotto da ricercatori sardi e finanziato dalla Regione Sardegna, che proprio oggi è stato pubblicato sulle pagine della prestigiosissima rivista americana Science. Un risultato eccezionale accolto con soddisfazione dal mondo accademico non soltanto isolano. Alla ricerca hanno preso parte, oltre che l’università di Sassari, il Cnr e il consorzio scientifico Crs4. Lo studio riporta un'analisi dettagliata del cromosoma Y di 1.204 sardi (il campione più vasto mai utilizzato finora) che fa luce sulla storia della popolazione isolana e, più in generale, contribuisce a ricostruire le vicende del primo popolamento in Europa, fornendo anche una stima sull'epoca di origine dell'homo sapiens moderno. La ricerca, come spiegano i coordinatori Francesco Cucca (professore di Genetica medica nel dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari nonché direttore dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Cnr) e Paolo Francalacci (genetista evoluzionista, docente di Genetica nel dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’università di Sassari) si basa sul fatto che il Dna varia da individuo a individuo in seguito ad errori durante la sua replicazione noti come “mutazioni”. Queste mutazioni si verificano raramente, ma quando riguardano le cellule deputate alla riproduzione (spermatozoi e ovociti) si accumulano di generazione in generazione: in questo modo gli individui portano con loro tutte le mutazioni che si sono verificate nei progenitori. Il cromosoma Y è particolarmente adatto per tali analisi in quanto viene trasmesso solo dai padri ai figli maschi e di conseguenza è presente solo nei maschi e in una singola copia. La frequenza con cui le mutazioni si susseguono dà vita a un “orologio molecolare” adatto a ricostruire avvenimenti del passato, anche remoto. Lo studio dei cromosomi Y sardi ha dunque consentito di risalire agli antichi progenitori che vivevano nell’isola e ha collegato le varie linee genetiche agli spostamenti demografici del passato. In particolare è stato possibile ricostruire nel Dna dei sardi una serie di strati genetici che raccontano la prima grande espansione demografica in Sardegna dopo la glaciazione (8mila anni fa) e poi andare indietro nel tempo come in una gigantesca moviola anche prima dell’arrivo dei sardi nell’isola fino ai progenitori africani di tutti gli uomini della nostra specie vissuti circa 180-200mila anni fa, proprio quando nasceva la donna “sapiens”: una datazione più antica di 50mila anni rispetto a quanto indicato dagli studi precedenti basati sulla successione cromosomica mitocondriale (per via materna). Ma il risultato sorprendente dello studio condotto in due anni è anche un altro: «Non solo i sardi hanno nel loro Dna una serie di caratteristiche peculiari e distintive (geni molto frequenti in Sardegna e rarissimi altrove) – sottolineano Cucca e Francalacci – ma posseggono la maggior parte della variabilità presente nel Dna del cromosoma Y degli altri popoli europei. Si tratta cioè, probabilmente, della sola popolazione che racchiude meglio le caratteristiche genetiche di tutti gli europei contemporanei. Questi elementi rendono i sardi una risorsa preziosa, sia per studi evoluzionistici (come quello pubblicato su Science) sia per lo studio dei fattori genetici di rischio per malattie frequenti nell'isola e nel resto d'Europa». La successiva frontiera della ricerca sarà infatti diretta all’analisi delle cause di patologie molto diffuse in Sardegna come il diabete e alcune malattie autoimmuni che oggi risultano incurabili. Il lavoro pubblicato oggi su Science è dedicato a Laura Morelli, uno degli autori, scomparsa di recente dopo una breve malattia, che insieme a Francalacci aveva effettuato le complesse analisi filogenetiche per ricostruire le discendenze del cromosoma Y. Su Scienze è stato pubblicato uno studio analogo condotto negli Stati Uniti (università di Stanford) sul Dna di 69 uomini provenienti da nove Paesi di tutto il mondo.
 
Tutti gli autori della ricerca 
SCHEDA 
Ecco i nomi degli altri autori sardi dello studio: Andrea Angius, Riccardo Berutti, Frederic Reinier, Carlo Sidore, Fabio Busonero, Andrea Maschio , Ilenia Zara, Daria Sanna, Antonella Useli, Maria Francesca Urru, Marco Marcelli, Roberto Cusano, Manuela Oppo, Magdalena Zoledziewska, Maristella Pitzalis, Francesca Deidda, Fausto Poddie, Mariano Dei, Sandra Lai, Antonella Mulas, Michael Whalen, Sergio Uzzau, Serena Sanna.
 
 
 
4 – La Nuova Sardegna / Ediz. Naz.le
 VERTENZA NUOVA SARDEGNA
Il rettore di Sassari e Sni con i giornalisti
Il rettore dell’università di Sassari e Sardigna Natzione sono solidali con i giornalisti e li sostengono nella vertenza per evitare il trasferimento a Roma della sede amministrativa dell’Editoriale La Nuova Sardegna. Scrive il rettore Attilio Mastino:«A nome dell’Ateneo esprimo la mia preoccupazione per il progetto d’incorporazione deciso in questi giorni dall’azienda e non posso che auspicare che non si chiuda un capitolo di storia del quotidiano. Una storia da sempre strettamente intrecciata con quella dell’università di Sassari, nel portare avanti insieme valori, ideali, battaglie per la libertà e il progresso civile della Sardegna».Anche il coordinamento nazionale di Sardigna Natzione ha espresso la sua solidarietà «verso il quotidiano La NuovaSardegna in quanto rappresenta un bene indispensabile del popolo sardo».
 


5 – La Nuova Sardegna / Ediz. Naz.le
S'ISCHOLADESUTRABAGLIU
L’isola che riparte dal lavoro delle donne
Idee per il futuro della Sardegna: a Pattada sino a domenica dibattiti e incontri organizzati dall’associazione “Lamas”
Competenza, il primato femminile
La giornata di oggi della Ischola de su trabagliu si apre (alle 18.30) con la tavola rotonda “Le opere ed i giorni delle donne”. Su come sia possibile reagire alla crisi economica e intervenire partendo da un'ampia analisi di contesto, che costringe ad allargare l’orizzonte della riflessione agli eventi che caratterizzano il mondo globalizzato, interverrà Antonella Crescenzi, economista del ministero dell'Economia e autrice di diversi saggi di politica economica e sulla crisi mondiale. Con lei, Marliena Paulotto, rappresentante della Confindustia Nord Sardegna, Maria Maria Grazia Dessì della Camera di Commercio di Cagliari, Ilene Steingut architetta ed urbanista, Alice Soru, ideatrice dell'Open CampusTiscali, Maria Grazia Piras del CdA del Banco di Sardegna e Vanna Fois fondatrice ed amministratrice unica della casa editrice Ilisso. Alle 20 si apre la tavola rotonda “Conoscenza e competenza: il primato delle donne”. A introdurre il tema la direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Cagliari Maria del Zompo, che ne discute con Anna Maria Sanna, dirigente scolastico, Lella Nardi, direttrice dell’Ospedale Microcitemico e del Centro Interregionale per le Malattie Rare, Laura Iannelli ricercatrice di sociologia, Maria Giovanna Piano filosofa.

 


QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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