Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
26 July 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA


1 – L’UNIONE SARDA.it / Cronache dalla Sardegna
Telethon torna a sponsorizzare la ricerca scientifica sarda. Dopo le valutazioni positive della Commissione medico-scientifica internazionale della Fondazione, sono infatti in arrivo 260mila euro per finanziare il progetto di ricerca coordinato da Manuela Uda, responsabile dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche(Irgb-Cnr), in collaborazione con il professor Paolo Moi dell’Università di Cagliari e Andrea Angius, ricercatore CNR e responsabile del laboratorio di genotipizzazione e sequenziamento del Crs4.
STUDI MULTICENTRICI - Molti dei progetti finanziati da Telethon sono multicentrici, saranno cioè svolti in sinergia da più gruppi distribuiti sul territorio nazionale. Gli specialisti dei tre laboratori sardi si prefiggono l’esplorazione di un possibile nuovo approccio terapeutico per la beta talassemia, malattia genetica del sangue tra le più diffuse, specialmente in alcune zone del Mediterraneo, come appunto la Sardegna. I ricercatori di Cagliari e Lanusei studieranno, in particolare, i meccanismi di regolazione del gene BCL11A, che ha un ruolo chiave nella modulazione dei livelli di emoglobina fetale nella vita adulta.
PAOLO MOI SULLA SCIA DI RENZO GALANELLO E ANTONIO CAO - Per l’unità operativa dell’Università di Cagliari (insediata all’ospedale Microcitemico), con il professor Paolo Moi - direttore della 2a clinica pediatrica ed erede diretto di Renzo Galanello e Antonio Cao, entrambi recentemente scomparsi - sarà impegnata in questo studio anche la dottoressa Stefania Satta, biologa specializzata in genetica medica e già inserita nello stesso gruppo di ricerca del Dipartimento di sanità pubblica, medicina clinica e molecolare.
NUOVE CURE PER LA BETA TALASSEMIA - Agire farmacologicamente sull’attività del gene BCL11A potrebbe rivelarsi una chiave importante per migliorare le condizioni di salute dei pazienti. La malattia, che colpisce nel mondo 3 nuovi nati ogni mille, è dovuta a un difetto dell’emoglobina, la proteina del sangue responsabile del trasporto dell’ossigeno ai tessuti. La forma beta è la più grave e provoca una grave anemia emolitica cronica che costringe a trasfusioni periodiche fin dall’età di sei mesi e che porta precocemente alla morte se non curata. Attualmente l’unica terapia davvero risolutiva è il trapianto di midollo osseo o di cellule staminali da cordone ombelicale, ma non sempre è disponibile un donatore compatibile. Ricercatori di tutto il mondo sono al lavoro per mettere a punto strategie terapeutiche alternative al trapianto, tra cui per esempio la terapia genica. L’approccio mira ad aumentare nei pazienti i livelli di emoglobina fetale, ovvero quella variante dell’emoglobina che è presente nel sangue del nascituro durante la gravidanza, ma che decresce al momento della nascita, sostituita dalla forma adulta. Studi precedenti hanno infatti dimostrato che l’aumento dei livelli di emoglobina fetale nell’adulto può migliorare in maniera significativa le condizioni dei pazienti affetti dalle forme più gravi di beta talassemia, così come di un’altra malattia genetica del sangue, l’anemia falciforme.
 



2 – L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 38 - Edizione CA)
PUNTI DI VISTA
Il premio ai laureati: un regalo ingiusto?
L’Università di Cagliari ha premiato con mille euro i migliori laureati di quest’anno. Inorridisco. Non solo loro sono stati bravi: c’è un esercito di laureati nei tempi e con il massimo dei voti che è stato escluso perché, ad esempio, aveva già un’altra laurea. Io sono fra loro, forse l’unica che si prende la briga di raccontare l’altra verità, dopo tante telefonate di colleghi schifati. Sono una di quelli che hanno anche svolto in contemporanea un’attività lavorativa (precaria e frustrante, ovviamente, visti i tempi), per poter mangiare, avere un tetto sulla testa e lo studio come unico lusso. L’Università aumenta le tasse, gravando sulle famiglie, chiede centinaia di euro per convalidare esami già sostenuti, non ha politiche chiare per gli studenti lavoratori e si permette di regalare soldi! Poveri studenti che hanno dovuto lavorare per mangiare, che hanno avuto problemi di salute ed hanno finito in ritardo, che hanno dovuto dar da mangiare alla loro famiglia, che hanno studiato la notte per farcela: sbeffeggiati anche da laureati. L’Università avrebbe potuto consegnare una pergamena a quelli che considera i migliori in assoluto (e sulla cui preparazione non si discute, sia chiaro), e destinare quei soldi (tra l’altro pescati tra le somme destinate ai contributi di facoltà), agli studenti in difficoltà.
Lettera firmata
 
Gentile lettrice, l’Università di Cagliari è attraversata da molte contraddizioni. Però mi sembra sacrosanto che, finalmente, premi l’eccellenza. Forse il sistema può essere migliorato e forse alcuni studenti di valore sono rimasti fuori. Certamente bisogna rafforzare e ampliare il sostegno economico agli studenti di condizioni disagiate. Ma le due politiche non si escludono a vicenda. Bentornato, merito (e speriamo bene).
Daniela Pinna
 
 
 
3 – L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
VIA DE CANDIA. Alle 19 il primo aperitivo con la mostra “Piranesi ritrovato”
Riapre oggi il Teatro Civico in Castello
Con la seconda tappa cittadina della mostra “Piranesi ritrovato” riapre oggi il Teatro Civico in Castello.
Appuntamento alle 19 con il primo aperitivo della stagione. «Abbiamo puntato su questa mostra - spiega l’assessore alla Cultura, Enrica Puggioni - per offrire anche ai turisti che circolano per il centro storico l’occasione di ammirare la collezione d’arte cittadina del grande artista veneto».
La struttura di via De Candia rimarrà aperta due mesi. Tra l’altro sono stati previsti alcuni lavori di manutenzione straordinaria che saranno svolti nel prossimo futuro: «C’è già lo stanziamento previsto dal Piano triennale - spiega la Puggioni - ci sono dei lavori importanti da fare e decideremo come e quando eseguirli in modo da valorizzare lo spazio».
Già per questa apertura, tuttavia, l’amministrazione ha cercato di rendere lo spazio adeguato alle esigenze della gente: «Per esempio siamo intervenuti sui climatizzatori - dice l’esponente della Giunta cittadina - che in un periodo come questo sono indispensabili».
Il teatro aprirà dunque a partire da oggi tutti i giorni (escluso il martedì) dalle 18 alle 23, con serate speciali fino al prossimo 26 settembre. Lunedì ci saranno suggestive visite guidate a Castello, mercoledì sarà la volta della rassegna di cinema argentino, giovedì reading, performance e musica, venerdì, aperitivi ad arte con interventi musicali e domenica rassegna cinematografica. «Stiamo parlando di un bene culturale che deve rimanere aperto ed essere frequentato da cittadini e turisti - continua la Puggioni - per questo faremo sempre di più per valorizzare questa struttura».
La mostra “Piranesi ritrovato” di stasera è un progetto espositivo reduce dal successo di tre mostre, tenutesi contemporaneamente al Museo di belle arti di Bilbao, al centro culturale il Ghetto e al Palazzo di Città di Cagliari. Un progetto che nasce dal fortunato e inaspettato ritrovamento, nei cassetti della biblioteca della facoltà di Architettura, di un consistente nucleo di incisioni, tratte da lastre incise da Giovanni Battista Piranesi (1720-1778).
Il fondo da cui sono tratte le opere in mostra, non a caso conservato presso la facoltà di Architettura, fu acquisito con finalità didattiche, in coincidenza con una fase di rinascita dell’incisione originale in Italia e in Europa e con l’affermazione, in Sardegna, di una “scuola” locale di incisione che vanta nomi quali Giuseppe Biasi, Mario Delitala, Stanis Dessy, Remo Branca, Carmelo Floris e Felice Melis Marini, attivi in campo xilografico e calcografico. (p.c.c.)
 

 
4 – L’Unione Sarda / Estate (Pagina 7 - Edizione IN)
Al Ghetto di Cagliari mostra “Quando l’idea incontra il gesto”
MARIA LAI E GLI ALTRI: UNIVERSO ARTIGIANATO
L’incipit della mostra “Quando l’idea incontra il gesto. Arte e artigianato artistico in Sardegna” è con i pani di Maria Lai, che sull’onda degli insegnamenti di Arturo Martini (“L’opera deve avere la semplicità del pane”) decide di attingere dalla vocazione del suo paese Ulassai alla panificazione, e, traendo spunto dalle donne che in paese impastavano la farina, forgia pani dalle numerose forme. Di pane è anche il pannello “Il paradiso dei bambini” firmato dall’artista nel 1977, opera che dialoga con la vicina “Processione della Madonna d’Itria” di Maria Crespellani, che della Lai fu grande amica. All’artista di Ulassai, recentemente scomparsa, si riunisce idealmente l’opera dei ventisette artisti presenti in mostra, suddivisi in tre sezioni tematiche. Maria che con i suoi telai, i pani e i libri cuciti rappresenta un po’ la sintesi di quel fare artigianale che con la modernità ha dovuto fare i conti a lungo.
È il leitmotiv dell’esposizione al Ghetto di Cagliari, curata da Simona Campus e organizzata dal Consorzio Camu’ (in collaborazione col Comune, consulenza del Dipartimento storia, beni culturali e territorio dell’Università), che nella prima sezione, “Terra e acqua”, mette a confronto le opere di pane con quelle in ceramica di alcune figure storiche come Francesco Ciusa Ciriaco Piras, Federico Melis, Simeone Lai (piatto su disegno di Salvatore Fancello) e Antine Nivola, suo il “Lettino”, adagiato su un tappeto di grano, il cui allestimento di Sabrina Cuccu (per conto della Fondazione del Teatro Lirico) trae ispirazione dalla mostra milanese del 1962, dove queste opere furono presentate per la prima volta.
All’impronta storica degli artisti si affiancano gli esiti più recenti di Francesco Farci, autore di alcuni vasi in ceramica dalle linee asciutte, e quelli di Caterina Lai che firma un lungo pannello i cui segni si ripetono nelle opere in bucchero adagiate sul pavimento. Ma l’arte è anche produzione tessile, come rivela la sezione “Trame e orditi”, o il ricamo e cucito di “Fili e storie” con le creazioni di Luciano Bonino. Ancora un incontro fra la tradizione e l’interpretazione moderna. Se ieri c’erano i tappeti di Eugenio Tavolara e Mauro Manca, che segnano il passaggio da un orizzonte artigianale al design, oggi ci incantano i lavori sul segno di Italo Antico, le geometrie di Piero Zedde e Carolina Melis, i tappeti delle tessitrici di Nule disegnati da Rosanna Rossi, Zaza Calzia e Wanda Nazzari, i cuscini di Antonello Ottonello.
L’allestimento, pensato sugli elementi acqua (trasfigurato in frammenti di specchio), terra (contenuto dentro bicchieri di vetro) e lana (nei fili reggi-didascalie), è esso stesso opera d’arte, ma troppo “colmo” in alcuni punti, tale da rendere difficoltosa la lettura delle opere. A chiudere la mostra è ancora Maria Lai: i suoi libri cuciti di fili intrecciati, che rimandano a scritture immaginarie, sono un monito a capire che “l’artista non deve spiegare”. Qui parlano le opere, le radici di un’isola che, come amava dire Maria, non devono “interpretare se stesse, ma far generare una nuova pianta”.
Maria Dolores Picciau
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link:
rassegna stampa CRUI
Link:
rassegna stampa MIUR

 

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