Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
17 July 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Chiarite le responsabilità
Borse di studio, gli studenti vincono al Tar
 
Studenti uno - ritardo nei pagamenti zero. Vittoria per i beneficiari di borsa di studio dell'ateneo cagliaritano: il presidente del Tar ha sospeso la determinazione con cui l'Ersu aveva vincolato il pagamento della seconda tranche del sussidio alla sentenza - favorevole all'Ente - di un precedente ricorso, presentato da un gruppo di universitari a gennaio per chiedere importi minimi di borsa più alti. La seconda rata di borsa dovrà essere pagata al più presto possibile. Si è espresso così ieri mattina il Tribunale amministrativo sardo che ha accolto il ricorso presentato dai legali dello studio Rossi Giua Marassi, Nicola Ibba e Roberta Patrizia Giannotte. I rappresentanti degli studenti, soddisfatti, non dimenticano le difficoltà che hanno dovuto affrontare i borsisti durante l'ultima battaglia: «L'ente - scrive Unica 2.0 in una nota - ha agito con metodi che poco hanno a che fare con la difesa del diritto allo studio».
IL RUOLO DEL DIRETTORE GENERALE Quanto alle responsabilità del caos di questi giorni, Michela Mancuso, direttore generale dell'Ersu, chiamata in causa da una dichiarazione del presidente dell'Ente Daniela Noli, chiarisce di non avere alcuna responsabilità sui ritardi visto che la competenza dell'adozione dei provvedimenti per il pagamento delle borse di studio è del dirigente del Servizio assistenziale e culturale (Angela Porcu, ndr). È lei ad essere in ferie.
Dice in sintesi Mancuso: io ho fatto il bando, che è stato pubblicato il 1° luglio sul sito dell'ente, ma le pratiche per erogare i fondi spettavano al dirigente del Servizio assistenziale e culturale facente funzioni la quale otto giorni dopo ha adottato la determinazione che autorizza il pagamento della seconda rata, subordinandola a una pronuncia del Tar favorevole all'Ersu. Ma il dirigente - chiarisce Mancuso - non ha pubblicato alcun avviso e dal 10 luglio è in ferie. Unica 2.0 ha impugnato la determinazione chiedendo la sospensiva, che ieri è stata accordata.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 12 - Edizione CA)
L'agricoltura sarda è più giovane
Cherchi: ora la Pac sarà focalizzata sulle nuove generazioni
IL CENSIMENTO. Aumenta il numero delle donne e dei laureati alla guida di aziende rurali
 
Cambia l'agricoltura in Sardegna: in dieci anni il comparto ha subito gli effetti della crisi, lasciando per strada il 43,4% delle aziende, ma ha rappresentato anche un'opportunità per i giovani, intenzionati a crearsi il proprio posto di lavoro. A offrire una lettura esaustiva sono i dati del 6° Censimento generale dell'agricoltura, presentato ieri a Cagliari, realizzato dall'Istat in collaborazione con la Regione: i dati fanno riferimento al 2010. Le aziende censite, agricole e zootecniche, sono 60.182, in calo rispetto al 2000, ma a fronte di questo è aumentata la superficie agricola utilizzata: oltre un milione di ettari. «Abbiamo uno strumento importante per calibrare le azioni», dice Oscar Cherchi, assessore regionale dell'Agricoltura, «le aziende sono più qualificate e reggono quelle che riescono a sostenersi da sole».
SUPERFICI Il calo del numero delle aziende segue un andamento diffuso su tutto il territorio nazionale, in controtendenza con l'aumento degli ettari medi per azienda e della superficie utilizzata. Negli anni c'è stato un processo di concentrazione dovuto al trasferimento delle superfici da aziende non più operative a quelle in attività. La provincia che ospita le aziende con la dimensione media più alta è quella di Nuoro (28,2 ettari), mentre la maggiore crescita si è verificata in Ogliastra: da 7,1 ettari per azienda a 20,9.
GESTIONE Le aziende individuali, o familiari, sono il 96,5% e la gestione diretta è la più diffusa (98%). Sempre la famiglia risulta essere il bacino più utilizzato per la mano d'opera: 86,6% contro il 13,4% extra familiare, mentre 120mila sono state le persone coinvolte nel 2009 e 2010. Sbilanciata la proporzione tra uomini e donne impegnati nelle aziende: i primi rappresentano il 68,2% della manodopera, le seconde il 13,8%. Aumenta, però, il numero delle donne tra coloro che guidano un'azienda (+4,1%) mentre, nonostante l'aumento dell'incidenza dei giovani fino a 49 anni (+3,6%), cresce anche la percentuale degli imprenditori con oltre 75 anni (+1,7%) frenando il processo del ricambio generazionale.
ISTRUZIONE In dieci anni aumenta il livello di istruzione degli imprenditori. I laureati, seppure con cifre non esorbitanti, crescono così come i diplomati. In Sardegna il titolo di studio prevalente è la licenzia media: nel 2000 era quella elementare.
OVICAPRINO Il comparto rappresenta uno dei punti di forza del sistema agricolo sardo. Il numero dei capi supera i 3 milioni, prevalentemente pecore (95,1%). La media dei capi per azienda è di 239 ed è cresciuta in maniera consistente in dieci anni.
CAMBIAMENTI Pietro Pulina, docente dell'Università di Sassari, evidenzia «il ritorno alla terra da parte dei giovani che cercano in questo settore prospettive». Rimangono alcune criticità legate ai fondi europei che «hanno causato un eccesso di burocrazia», spiega Pulina, «si dovrebbero evitare i pagamenti parcellizzati e programmare in base alle reali esigenze del mercato». Su questo aspetto si è soffermato l'assessore Cherchi, annunciando «particolare attenzione al cambiamento del comparto per migliorarne la produttività». Infine, la Politica agricola comunitaria (Pac) sarà focalizzata su «giovani e minore burocrazia delle pratiche». E proprio la macchinosità delle procedure rappresenta, secondo l'assessore, «un disagio nell'accesso alle pratiche del Psr che sarà più flessibile».
Matteo Sau
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Nuoro (Pagina 31 - Edizione CA)
Nonnina brinda ai 108 anni
Maria Antonia Manca nel gotha della longevità
MEANA SARDO. Il Mandrolisai ancora una volta patria di ultracentenari
 
MEANA SARDO Sarà l'aria indenne dall'inquinamento e l'alimentazione a base di prodotti genuini, come attestano gli studi avviati dall'Università di Sassari con il progetto Akea (acronimo di A Kent'annos) diretto dal professor Luca Deiana. Sta di fatto che il Mandrolisai, ancora una volta, si rivela patria della longevità. A Meana Sardo qualche giorno fa, precisamente il 10 luglio, è stata festeggiata tzia Maria Antonia Manca, classe 1905 che mercoledì scorso ha spento la bellezza di 108 candeline. Un traguardo importante in questa area della Sardegna spesso penalizzata dall'isolamento, ma che vanta primati da guinness.
TERRA DI CENTENARI Il Mandrolisai ha dato i natali a tanti ultracentenari come tziu Antoni Todde di Tiana, 113 anni, e tzia Rosa Frau di Ovodda 111 anni, entrambi scomparsi, senza dimenticare gli altri centenari del paese di Don Conte. Ora tocca a tzia Maria Antonia che vanta il privilegio di entrare nella cerchia delle persone più longeve della Sardegna.
LA VITA Meanese doc, tzia Maria è nata in una famiglia di umili origini, terzogenita di otto figli: quattro maschi e quattro femmine. Tzia Maria ha visto l'ultima sorella morire una decina di anni fa, all'età di 86 anni. La sua infanzia l'ha trascorsa lontana dai banchi di scuola, proiettata nel mondo del lavoro, ha prestato servizio come domestica in diverse famiglie del paese. Ragazza dal carattere gioviale e allegro, si innamorò di un uomo sette anni più giovane di lei, Luigi Polli, fabbro di professione. La grande differenza di età costituì motivo di attrito con la famiglia di lui che cercò di ostacolare in tutti i modi la loro storia e di separarli.
IL MATRIMONIO Nonostante l'opposizione dei familiari, alla fine la storia d'amore ebbe un lieto fine: Maria e Luigi si sposarono. Dalla loro unione nacquero tre figlie: Sebastiana, Giovanna e Giuseppina. Tzia Maria è rimasta vedova trent'anni fa: il marito è stato stroncato da una grave malattia. Attualmente la nonnina vive a casa della figlia Giuseppina, assistita anche da Giovanna, la sua secondogenita, circondata dalla gioia degli otto nipoti e dei dieci pronipoti.
IL BALLO SARDO Nonostante l'età avanzata tzia Maria è ancora una donna di spirito, accoglie con il sorriso chi passa a farle visita, le piace tantissimo la compagnia della gente e coltiva, acciacchi permettendo, la sua più grande passione: il ballo sardo. Appassionata da quando era una bimba di folklore e tradizioni popolari, è stata una grande ballerina sino a pochi anni fa. «Ancora oggi appena alle sue orecchie giunge la melodia della musica tradizionale scandita dall'organetto - racconta la nipote Luisa - i suoi piedi si muovono al ritmo della danza meanese». Tzia Maria Antonia circondata dall'affetto di parenti e amici ha festeggiato serenamente le sue 108 primavere.
Salvatora Mulas
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Ed_Cagliari
Numero chiuso, caccia al posto in facoltà
Scadono domani i termini per l’iscrizione ai test d’ingresso di settembre. Medicina boom, architettura in calo
di Annalisa D’Aprile
 
ROMA Domani, alle 15 in punto, scade il termine ultimo per l’iscrizione ai test di accesso ai corsi universitari a numero chiuso. Solo on-line e attraverso il portale - universitaly.com - messo a disposizione dal Miur, è possibile prenotarsi per le prove delle lauree magistrali in medicina e odontoiatria, veterinaria, architettura. Anche i corsi di laurea delle professioni sanitarie e scienze della formazione sono a numero chiuso, ma è in particolare per i quattro citati prima che il decreto (n. 449 del 12 giungo)del ministero dell’Istruzione - dopo le proteste per la prospettata anticipazione dei test a luglio - ha riportato lo svolgimento delle prove a settembre. Posti e domande. A ieri, secondo gli ultimi dati aggiornati rilevati dal Miur, gli iscritti ai test sono arrivati a quota 80.170 per medicina e odontoiatria, 10.022 per veterinaria, 17.807 per architettura (trend in crescita, rispetto allo scorso anno, per tutte tranne che per quest’ultima). Il totale arriva a 107.999 domande, mentre i posti disponibili non arriva a 21mila, così ripartiti: 10.157 posti per medicina e chirurgia; 984 per odontoiatria e protesi dentaria; 825 per veterinaria; 8.787 per architettura. In sostanza è come se a contendersi ogni posto ci fossero almeno cinque studenti. L’alto numero di domande per iscriversi ai corsi di area medica (in crescita del 14 per cento per medicina e odontoiatria e del 23 per cento per veterinaria, rispetto agli anni precedenti) conferma una sorta di boom verso la professione del medico, dottore o veterinario che sia. Il bonus. Sempre nello stesso decreto, il ministero ha rimesso mano anche alla valutazione del cosiddetto “bonus” maturità. Con calendario diverso per ogni facoltà infatti, le prove d’accesso avranno tutte luogo a settembre. E questo consente di calcolare il bonus in base all’effettivo voto conseguito all’esame di Stato. Voto che viene considerato in riferimento a quelli presi da tutti gli studenti che hanno sostenuto la maturità davanti alla stessa commissione. Quindi, il bonus scatta solamente per coloro che oltre ad aver conseguito un voto di maturità di almeno 80/100, si saranno posizionati anche dall’ottantesimo percentile in su. Cioè il voto deve essere superiore rispetto a quello all’80 per cento dei compagni esaminati quest’anno dalla medesima commissione. Mentre qualche punto - da zero a 10 - si può rastrellare anche attraverso la valutazione del percorso scolastico. La graduatoria. Altra novità introdotta nella riforma ministeriale è la graduatoria unica nazionale (che verrà pubblicata il 30 settembre nell’area riservata agli studenti del sito accessoprogrammato.miur, e sarà comprensiva dell’eventuale bonus), mentre la sede viene assegnata in base alle opzioni, in ordine di preferenza, segnalate dallo studente al momento d’iscrizione al test. Questa soluzione dovrebbe così evitare ricorsi e problematiche innescate dal momento che in determinate sedi venivano ammessi studenti con punteggi inferiori rispetto a quelli di colleghi invece esclusi in altri luoghi. Gli altri corsi. Discorso diverso per quanto riguarda i corsi di laurea delle professioni sanitarie e scienze della formazione. Anche queste sono a numero chiuso ma ad occuparsi della preparazione dei test ed a gestire le rispettive graduatorie continuano a essere i singoli atenei; lo stesso discorso vale per la gestione dei parametri di valutazione dell’iter scolastico. Per le altre discipline e relative facoltà, quali giurisprudenza, economia, ingegneria, psicologia, chimica, biologia, la scelta di attivare il numero chiuso potrà avvenire localmente, a seconda della programmazione effettuata. Ad esempio potrebbero esserci dei test d’orientamento, i cui risultati però pregiudicano le possibilità di acceso. In questi casi quindi, gli studenti devono rivolgersi direttamente agli atenei delle facoltà che vorrebbero frequentare chiedendo informazioni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Ed_Cagliari
60 DOMANDE, 90 PUNTI E 100 MINUTI PER RISPONDERE
 
Un modulo prestampato, 60 domande, 5 opzioni tra cui scegliere e 100 minuti per rispondere (inizialmente ne erano previsti 90). È questa la struttura dei test di accesso per le facoltà di medicina, odontoiatria, veterinaria, professioni sanitarie e architettura. Dei quesiti, la metà - quindi 30 - sono riservati alle materie di indirizzo, 25 riguardano le capacità di ragionamento logico-critico ed i restanti 5 testano le conoscenze di cultura generale. Il punteggio massimo del test è 90 punti. Ogni risposta corretta vale 1,5 punti, quella errata ne sottrae 0,4 e per ogni mancata risposta 0 punti. Nelle date del 17, 23 e 24 settembre il Cineca (Consorzio interuniversitario e centro di calcolo) pubblicherà sul sito accessoprogrammato.miur il punteggio conseguito dalle aspiranti matricole nelle rispettive prove, basterà digitare il codice identificativo. Dopo l’uscita della graduatoria nazionale (prevista per il 30 settembre), i candidati “assegnati” che rientrano nei posti disponibili per la prima preferenza dovranno immatricolarsi entro 4 giorni, altrimenti perderanno il loro diritto. Mentre i candidati “prenotati” su una delle scelte successive alla prima possono iscriversi entro 4 giorni (annullando così le altre preferenze espresse) oppure possono restare in attesa che la graduatoria scorra.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Ed_Cagliari
SASSARI
Sono solo 250 i posti disponibili
Lo scorso anno ricorso al Tar degli studenti per il test di Medicina
 
SASSARI Anche a Sassari scadono domani le iscrizioni online ai test di ammissione ai corsi di laurea per i quali è previsto il numero programmato. È il caso di Medicina veterinaria (35 posti), Medicina e chirurgia (133 posti) e Odontoiatria e protesi dentaria (22 posti), Scienze dell'architettura e del progetto (60 posti), Professioni sanitarie. Le scadenze sono ormai imminenti: per poter sostenere le prove d'accesso è indispensabile iscriversi on line sul sito www.universitaly.it (entro il 25 luglio dovranno essere pagati i contributi d'iscrizione all'ateneo). Fanno eccezione i corsi delle Professioni sanitarie le cui iscrizioni sono gestite a livello locale attraverso il link www.uniss.it/applicazioni/numeroprogrammato. Si prevede che anche quest’anno saranno parecchi i giovani diplomati che si cimenteranno nella prova di ammissione. Nel 2012 per la sola facoltà di Medicina al palazzetto dello Sport di piazzale Segni si erano presentati 1178 studenti per 120 posti più 20 disponibili. Gli studenti devono rispondere, in due ore, a ottanta quesiti che spaziano dalla cultura generale alla logica, dalla matematica alla biologia. E proprio il test di Medicina aveva provocato parecchie polemiche per le condizioni in cui si erano svolte le prove e altrettanti ricorsi al Tar per la violazione della privacy da parte della commissione nella consegna dei compiti. I ricorrenti avevano poi vinto il ricorso e dopo una lunga battaglia con i vertici dell’ateneo sono stati ammessi alla facoltà di Medicina per sostenere esami liberi. (g.g.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Ed_Cagliari
CAGLIARI
Medicina e odontoiatria per pochi
Alle facoltà mediche possono aspirare in 218, 126 per architettura
 
CAGLIARI Si prevede un numero di aspiranti iscritti superiore allo scorso anno per i test che si terranno ai primi di settembre per le facoltà a numero chiuso. Lo scorso anno hanno partecipato ai test poco meno di 2500 studenti, per 198 posti di Medicina e 20 di Odontoiatria. Stessa scadenza, domani alle 15, per gli aspiranti ai 126 posti della laurea triennale di Scienze dell’Architettura; lo scorso anno furono 581 i candidati per i 126 posti disponibili. Dal 19 luglio al 26 agosto ci si può iscrivere, invece, sempre sullo stesso sito del Ministero per l’università e la ricerca scientifica, agli altri corsi a numero programmato. Nel campo delle materie scientifiche questa data riguarda la laurea magistrale a ciclo unico di Chimica e tecnologie farmaceutiche (100 posti in tutto) e Farmacia (100 posti). Pochissimi gli indirizzi nei quali non ci saranno test di ingresso e riguardano principalmente le lauree magistrali scienze della natura, ingegneria, fisica, matematica e scienze chimiche. Nessun filtro invece per scienze economiche, giuridiche e politiche, lettere (triennale e magistrale). Sono invece a numero programmato beni culturali (200 posti), scienze dell’educazione, comunicazione e psicologiche, scienze pedagogiche e psicologia del lavoro, e informatica che ha test di ingresso sia per la laurea triennale che per quella magistrale. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito dell’Università all’indirizzo http://people.unica.it/orientamento/bandi-di-selezione/.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Ed_Cagliari
L’ASSESSORE REGIONALE CHERCHI
«Servono finanziamenti mirati»
Pietro Pulina (Università Sassari): puntare all’autosufficienza
 
CAGLIARI Per agevolare il ritorno alle campagne è indispensabile rendere l’agricoltura più redditizia e diversificare le produzioni di qualità, ma anche snellire la macchina burocratica: è ancora macchinoso l'accesso ai bandi delle diverse misure europee per lo «sviluppo rurale». Reddito e finanziamenti mirati: sono queste le strade individuate dall’assessore regionale all’agricoltura, Oscar Cherchi, per dare una scossa al mondo delle campagne. Ma per Pietro Pulina del dipartimento di Scienze della natura dell’università di Sassari è importante che «la nostra agricoltura non si metta a inseguire le produzioni internazionali o pretenda di essere protagonista nella grande distribuzione. Con questi avversari, ammettiamolo, è impossibile competere. Da sempre sono colossi imbattibili e lo sono su due fronti: quantità e prezzi. La nostra forza invece deve continuare a essere l’alta qualità e dobbiamo puntare all’autosufficienza alimentare e a un piano di sviluppo mirato che esalti la tradizione delle aziende. A quel punto saremo noi le lepri». (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Ed_Cagliari
CENSIMENTO DELLE AZIENDE NELL’ISOLA
Flop agricoltura, regge la pastorizia
Pubblicati i risultati dell’indagine svolta durante il decennio 2000-2010 dal Servizio statistica della Regione
 
CAGLIARI I dieci anni (2000-2010) forse fra i più rivoluzionari dell’agricoltura in Sardegna da ieri sono raccontati, catalogati, analizzati e persino colorati, con torte e grafici, sulle 110 pagine del “Sesto censimento generale dei campi”. Il risultato dell’indagine, presentato dal Servizio statistica della Regione, è riassunto in un filotto di numeri ormai vecchio di tre anni, ma sempre buono per dire quello che va o non va, quello che potrebbe essere fatto e quanto dovrebbe essere deciso in fretta per evitare il collasso di un frammento storico dell’economia isolana: da solo vale poco più del 3 per cento del valore aggiunto regionale. Nicchie. Oggi, si sa, l’agricoltura di casa nostra boccheggia, schiacciata com’è da incubi concatenati: globalizzazione, crisi internazionale, importazioni selvagge, contaminazioni, consumi azzerati e molto altro ancora purtroppo. Il censimento sull’argomento è vago, ma tutti lo gridano da tempo: l’agricoltura invece andrebbe difesa, coccolata e salvata, fino a diventare prima o poi una certezza alternativa alla disoccupazione soprattutto giovanile. Ma c’è ancora un muro che andrebbe abbattuto ora e con i trattori: è l’inferno della commercializzazione in cui la quantità oggi conta più della qualità e sui grandi numeri l’agricoltura sarda è sconfitta in partenza. Allora bisognerebbe lavorare sui prodotti di nicchia, sulla tradizione, sul marchio unico, sui trasporti: sono queste le sole strade per aumentare ricchezza e redditività anche in agricoltura. Numero di aziende.Nel 2010 la Regione ha censito 60mila 812 aziende. Erano più del doppio dieci anni fa e dunque il calo è stato del 43,4 per cento. Il che vuol dire: quasi la metà delle attività sono scomparse per morte naturale, o perché travolte da debiti, fisco e banche. Solo questo dato – come denunciato più volte dalle associazioni di categoria – dovrebbe mettere in allarme i governanti, anche se poi non è così. L’agricoltura continua a essere appena un puntino sulle mappe economiche e politiche. L’ultima conferma è arrivata dalla Procura generale della Corte dei conti, che pochi giorni fa ha denunciato: nel 2012 l’agricoltura è stato il settore che più di ogni altro ha visto diminuire gli stanziamenti, dai 617 milioni del 2003 ai 205 dell’anno scorso. Una mazzata, certo, ma forse è servita a evitare nei campi la pioggia devastante dell’assistenzialismo. Chi ha resistito, in sostanza, può consolarsi così: è sopravvissuto con sole le sue forze, quasi un miracolo. La dimensione. Le aziende con una proprietà inferiore ai due ettari sono ancora in maggioranza (la loro quota è di poco inferiore al 40 per cento del censimento) a conferma che la parcellizzazione resta uno storico handicap isolano. Ma ci sono buoni segnali di aggregazione. Sono pressoché scomparse le micro-aziende con un solo ettaro coltivato, mentre la media regionale è salita, oggi è intorno ai 19 ettari (fra le più alte in Italia) e aumentano le maxi-aziende aggregate (quelle con 30 ettari e oltre) ormai prossime a raggiungere il 30 per cento del totale. Tipo di aziende. Continuano a prevalere quelle individuali e a conduzione familiare (sono il 95,5 per cento) quasi sempre gestite direttamente dai proprietari dei terreni (98 per cento). Forza lavoro. Nell’annata agraria 2009-2010, è stata intorno alle 120mila unità, con una manodopera soprattutto familiare, oltre l’87 per cento del totale. In diminuzione le giornate di lavoro: -12,9 per cento. Cambio generazionale. C’è ma è lento. Oggi i giovani ritornano all’agricoltura più per necessità che per convinzione. Il loro impegno è cresciuto in 10 anni dal 28,5 al 32 per cento e allo stesso tempo è migliorato il livello di istruzione, con la quota dei laureati che è salita fino al 4,8 per cento e quella dei diplomati al 14 per cento. Comunque a dominare sono ancora gli oltre 75enni e il primo titolo di studio resta la licenza media col 40,4 per cento. Un altro dato interessante è la crescita della manodopera femminile che ha superato l’asticella del 30 per cento. Superficie coltivata. È uno dei pochi dati positivi. Nell’isola la superficie agricola utilizzata è cresciuta del 13 per cento (in totale, sono oltre un milione e mezzo di ettari) con Sassari al primo posto sul podio regionale, mentre è nel Nuorese che è concentrato il maggior numero di aziende biologiche. Con in più questa novità: anche in Sardegna i grandi proprietari cominciano a dare in affitto i terreni. E sono queste virtù a tenere a bada il triste fenomeno dell’abbandono delle campagne ed è diminuito il numero degli ettari non coltivati con l’aumento dei cosiddetti pascoli permanenti. Più allevamenti. L’ovi-caprino continua a essere il settore trainante, anche se è diminuito (-34 per cento) il numero assoluto delle aziende. Sono quasi 13 mila quelle censite (rappresentano il 61 per cento del totale) ed è in crescita il numero di pecore (3 milioni) e capre (241mila). Ma la pastorizia vive lo stesso dramma di tutta l’agricoltura sarda: troppo spesso resta inchiodata ai margini del mercato e senza il mercato non si va da nessuna parte. (ua)
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Ed_Cagliari
Lavoro, metà dei giovani precari
Denuncia dell’Ocse: il 53% ha un contratto a termine. Expo, ultimatum di Giovannini alle parti sociali
 
ROMA La partita sull’Expo 2015 sarà giocata tra sindacati e imprese, ma il governo non esce di scena, fissando una data ultima, il 15 settembre, per il raggiungimento di un accordo quadro tra le parti sociali sui contratti speciali da utilizzare per l’Esposizione. Una scadenza che se superata richiamerà in causa l’esecutivo, secondo l’aut aut posto dal ministro Enrico Giovannini. Intanto l’Ocse certifica come il lavoro tra i giovani sia sempre più precario: tra i pochi fortunati under 25 che nel 2012 sono riusciti a strappare un’assunzione oltre la metà, ben 53%, può contare solo su un contratto a termine. Inoltre l’organizzazione parigina vede per l’Italia una disoccupazione in crescita, e non solo tra le nuove generazioni. Ma nell’analisi dell’Ocse c’è anche un giudizio positivo, il riconoscimento alla riforma Fornero, considerata favorevolmente soprattutto grazie al nuovo articolo 18. Sul fronte lavoro quindi la giornata è iniziata con l’ultimatum del ministro del Lavoro alle parti sociali, in occasione del primo incontro sull’Expo, l’evento milanese per cui sono allo studio forme contrattuali nuove, adeguate ai picchi occupazionali che dovrebbero essere raggiunti. Alle parti è stata data la possibilità di regolare tra di loro la materia, concedendo due mesi di tempo. Ma il governo resterà vigile, tornando a vedere le parti il 30 luglio e il 29 agosto. Una road map e una mediazione che convincono le rappresentanze dei lavoratori, dopo gli attriti scoppiati a seguito della proposta di deregulation sui rapporti di lavoro a termine, sollecitata dalle imprese e sponsorizzata dal Pdl. Nell’incontro Giovannini esordisce spiegando che «il governo intende favorire un punto di equilibrio ed è preferibile che siano le parti a concordare un’intesa», altrimenti «governo e Parlamento faranno quello che è necessario». Tuttavia il ministro si dice «fiducioso» e così appaiono anche i sindacati: il segretario della Cgil, Susanna Camusso, crede che ci siano le potenzialità «per trovare soluzioni adatte», ancora più esplicito il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, «l’accordo si farà». Un plauso al confronto arriva pure da Uil e Ugl. I sindacati apprezzano soprattutto il ridimensionamento del discorso alla Lombardia. Sull’altra sponda, le imprese sono disponibili al confronto, ma con Confindustria non rinunciano a sottolineare la necessità di «avere tempi molto rapidi». Sulla stessa linea Confcommercio. Certo con l’inizio della trattativa la spinta alla deregulation sui contratti, che puntava ad avere un’estensione nazionale, subisce una battuta d’arresto.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
ERSU»DIRITTO ALLO STUDIO
Vittoria degli studenti le “borse” vanno pagate
Il Tar ha accolto l’istanza di Unica2.0 contro la decisione della dirigenza Attesa per l’udienza sull’altro ricorso per gli importi troppo bassi
 
CAGLIARI L’Ersu deve pagare il saldo delle borse di studio, l’ha deciso il Tar ieri mattina. L’istanza degli studenti di Unica2.0 rappresentati dall’avvocato Luisa Giua Marassi è stata accolta contro la determina della dirigente dell’Ente che il 9 luglio aveva deciso in autotutela di sospendere pagamenti destinati a essere messi in discussione di nuovo quando al Tar ci sarà l’udienza di merito sul ricorso presentato da dieci studenti contro l’importo delle borse giudicato troppo basso. Ieri i ragazzi, gli avvocati, la presidente dell’Ersu si sono presentati in aula alle 10, il presidente del tribunale amministrativo voleva ascoltarli prima che si decidesse se accogliere o meno l’istanza. Ma anche durante la breve udienza è apparso chiaro che lo stesso presidente del Tar riteneva necessario pagare una “borsa” indispensabile a studenti non abbienti per continuare gli studi. Gli studenti hanno espresso visibilmente la loro contentezza e all’Ersu non hanno perso tempo, i mandati di pagamento sono stati inviati alla banca, tra domani e giovedì le somme dovrebbero essere disponibili. Inutile cercare di indagare sul giallo dei mandati già firmati, il direttore generale è in malattia da tempo e la dirigente è in ferie dal 10 luglio, ma ieri è stato possibile dare corso alle procedure perché la firma del direttore generale sui mandati di pagamento c’era già. La rata da pagare è il saldo della borsa per gli studenti degli anni successivi al primo. La somma viene pagata in due tempi, all’inizio dell’anno ed entro il 30 giugno, stavolta si è profilato un problema: se il Tar dovesse decidere che gli studenti hanno ragione a chiedere un aumento della borsa di studio, restando uguale l’importo stanziato dalla Regione, succederà che 700 studenti dovranno restituire i soldi già ricevuti. Immaginando un’evidente difficoltà nel rientrare in possesso della somma, la dirigente si è consultata con l’avvocatura dello Stato e, per mettere l’Ersu al riparo da ipotesi di danno erariale, ha sospeso i pagamenti. Il punto è che questi fondi agli studenti servono e basta e si attende con vivo interesse l’udienza al Tar di dicembre perché ormai appare chiaro che la Regione è piuttosto sorda alle richieste degli studenti: anche per il 2013/2014 la somma stanziata per le borse di studio dell’Ersu di Cagliari è di quasi sei milioni di euro come l’anno scorso cui si aggiungono le tasse universitarie regionali il cui importo, se non viene modificato, resta piuttosto basso. Il consiglio di amministrazione dell’Ersu ha già deliberato di chiedere linee guida perché per il prossimo anno accademico il bando delle borse di studio è già stato pubblicato ma ancora la Regione non ha dato direttive sugli importi. Il 26 luglio ci sarà una seduta di cda, su mobilità internazionale, contributi viaggi, sussidi straordinari. (a.s.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
presidenza
«Giusto dare i soldi agli studenti»
 
CAGLIARI. La presidente dell’Ersu Daniela Noli, richiesta di un commento sulla vicenda, dice: «La scelta della dirigente aveva una ragion d’essere perché c’era il rischio che varie borse dovessero essere restituite e quindi la dirigenza amministrativa ha ritenuto di cautelare l’ente, il Tar ha valutato diversamente. Ma certo il fatto che gli studenti riceveranno le borse è comunque positivo, l’Ersu c’è per sostenere il diritto allo studio dei giovani».
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
La città dei servizi favorirà le start-up
Un protocollo, capofila il Comune, per agevolare le imprese
I progetti innovativi come moltiplicatori di posti di lavoro
 
CAGLIARI Industria, servizi, turismo? C'è anche un'altra strada che può portare lontano dalla disoccupazione. Si chiama Start Up. E per chiamare in Sardegna nuove imprese, il più delle volte legate alle nuove tecnologie, ora c'è “Startup Cagliari”. Il protocollo è stato firmato pochi giorni fa: capofila il Comune. Ma ci sono anche Sardegna Ricerche, CRS4, The Net Value, Camera di Commercio, Confindustria Sardegna Meridionale, Banco di Sardegna, Università, Sartec. Tutto nato in città, ma il sito è solo in inglese: perché l'obiettivo è quello di far sapere soprattutto al resto del mondo che qui si possono impiantare nuove start up. Sviluppo e lavoro: «Lo dicono gli esperti – spiega Barbara Argiolas, assessore comunale alle attività produttive – come ad esempio Enrico Moretti, docente a Berkeley: ogni posto qualificato in una start up ne porta altri tre nei servizi. Con un moltiplicatore più alto di qualsiasi altro settore». E Cagliari cosa offre? Il Comune, oltre a impegnarsi nel progetto, promette data base, wifi allargato e bandi di concorso per start up. Ma nel sito si parla anche di Fi-wi. Che non è un wi fi che funziona al contrario ma un sistema innovativo che consente connessioni sicure e ad alta velocità basandosi su wireless e fibre ottiche. Sì, ma un'imprenditore che ha molte idee e pochi, per non dire niente, soldi? Sul sito di “Startup Cagliari” si scopre che il Banco di Sardegna mette a disposizione, due milioni per finanziare ciascuna nuova azienda (quelle che rispondono ai criteri della legge Passera) con 50mila euro in tempi molto rapidi. Naturalmente la start up deve essere made in Cagliari o avere comunque una sede nel capoluogo. «Stiamo parlando di un sistema aperto – continua Argiolas – a enti pubblici e privati: le start up possono davvero essere fondamentali per la crescita del territorio». Nel sito c'è anche una sezione dedicata alla ricerca di personale da parte delle imprese. Nuove aziende, nuovi tipi di figure, sempre più qualificati. Si cercano ad esempio “junior controller”, “sviluppatori ios senior, “Visual designer” o “customer care” (madre lingua portoghese). Con invito a mandare esperienze e curriculum vitae, in lingua inglese naturalmente. Perché Cagliari? Perché il capoluogo, gli esempi sono tanti e conosciuti a livello internazionale, da vent’anni dice alla sua e vince scudetti su scudetti sui temi dell’innovazione tecnologica. Anche perché la rivoluzione digitale non fa sentire a Cagliari e alla Sardegna, il peso dell'insularità. Un terreno insomma- questo è il presupposto dell'iniziativa Start up Cagliari e il motivo che ha convinto i promotori a cominciare questa esperienza che per elevate competenze tecniche, una diffusa cultura dell’innovazione, la presenza di diversi incubatori e acceleratori pubblici e privati, e per disponibilità di finanziamenti in ricerca e sviluppo, può avere tutte le carte in regola per far nascere un'azienda o aiutarla a crescere mentre muove i primi passi.
Stefano Ambu
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Cagliari
SOTACARBO
Progetto innovativo approdato in Alaska
 
CARBONIA Approdano in Alaska le tecnologie della Sotacarbo, l’ente di ricerca che ha la sua sede nella Grande miniera di Serbariu. Destinato ad una miniera di carbone sarà progettato e realizzato un impianto di gassificazione, della potenza di 5 megawatt, destinato a produrre l’energia elettrica necessaria per i cantieri. La miniera è la Usibelli Coal Mine, una miniera di carbone di basso rango situata in una zona dell’Alaska isolata e soggetta a continue interruzioni della fornitura elettrica. Come rivelato dai test di gassificazione del carbone dell’Alaska, effettuati lo scorso anno presso il Centro Ricerche di Carbonia. Il processo di gassificazione in letto fisso controcorrente impiegato nella piattaforma Sotacarbo è risultato il più efficace per superare queste limitazioni. Sulla scia di questi risultati estremamente positivi è stato avviato un programma di sviluppo per la realizzazione dell’impianto. Un progetto sul quale Sotacarbo lavorerà con la società texana Hamilton Maurer International, che ha contribuito tra l’altro alla progettazione dei gassificatori della piattaforma pilota presente nella Grande Miniera di Serbariu. Sembra vincente, insomma, la strategia della Sotacabo di puntare sui carboni poveri partendo dal carbone Sulcis come rampa di lancio per ritagliarsi un ruolo di riferimento a livello mondiale. Quella dei “combustibili di basso rango”, senza la tecnologia adatta per sfruttarla in modo conveniente, è una situazione che accomuna il Sulcis ad altri territori con problemi analoghi. Questo fa sì che l’interesse per la ricerca sui carboni “poveri” possa contare su bacino che va ben al di là del solo ambito isolano. Recentemente è stato siglato un accordo con gli ungheresi dell’Ormosszén Kft, per la costituzione di un Consorzio internazionale finalizzato allo sviluppo di tecnologie di valorizzazione dei carboni di basso rango. I riscontri decisamente incoraggianti dei test hanno spinto le due società a avviare un progetto di ricerca – per il quale verrà chiesto il co-finanziamento dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 per lo sviluppo e la sperimentazione di differenti tecnologie, come quelle relative alla gassificazione del carbone, al trattamento del gas da essa derivante per la produzione di idrogeno e combustibili liquidi e alla rimozione della C02. Tutto ciò in attesa che si sappia che fine farà il progetto principale a cui sta lavorando Sotacarbo, quello legato alla nuova ipotetica centrale a bocca di miniera. (g.f.n.)

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