Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 June 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Nuoro e Provincia (Pagina 23 - Edizione NU)
UNIVERSITÀ. Dopo il fumoso annuncio del commissario del Consorzio Caterina Loi
«Non illudiamo gli studenti»
Il rettore Giovanni Melis: nessun nuovo corso di laurea a Nuoro
Un passaggio del comunicato inviato due giorni fa dal Consorzio universitario nuorese, fa saltare sulla sedia il rettore dell’Università di Cagliari Giovanni Melis.
Nella nota il commissario Caterina Loi annunciava di aver avuto mandato dal presidente della Provincia Roberto Deriu e dal sindaco Alessandro Bianchi riunitisi in assemblea, di definire i contatti con la facoltà di Cagliari di Scienze politiche per la «fruibilità presso la sede di Nuoro del corso di laurea triennale di Scienze politiche e magistrale di Politiche, società e territorio». Ieri una precisazione dall’ateneo cagliaritano: «Non è previsto un ampliamento dell’offerta formativa con l’attivazione di nuovi corsi di laurea nella sede decentrata di Nuoro per l’anno accademico 2013/2014». Contattato telefonicamente Melis premette: «Per carità, lungi da me ogni volontà polemica, vorremmo solo che non si ingenerassero false aspettative negli studenti nuoresi». E aggiunge: «Prendiamo atto con soddisfazione della collaborazione con il dipartimento di Scienze sociali e delle istituzioni, ma di fatto c’è solo l’attivazione di un master di primo livello in Politiche per lo sviluppo locale, con sede a Nuoro, e l’idea di dare vita a una sinergia e uno scambio previa predisposizione di supporti didattici per facilitare la fruizione in loco».
Eventuali lezioni in videoconferenza dunque, nulla di più per ora è plausibile immaginare. Accordi che peraltro non sono ancora stati sottoscritti, la cui operatività in ogni caso è subordinata a risorse di cui al momento non disporrebbe il Consorzio. Così traspare dalle parole della stessa Caterina Loi, che, nell’ipotizzare «lezioni frontali oltre a quelle a distanza», lancia un appello alla Regione perché «non ci lasci soli e provveda a un’adeguata copertura finanziaria dei nostri progetti».
Il problema di fondo sembra però essere un altro: le linee ministeriali hanno posto dei paletti molto severi sull’apertura di corsi periferici e questo rende difficile, se non impossibile, che ciò possa avvenire a Nuoro. (fr.gu.)
 
 
 
2 - L’Unione Sarda / Ultime della notte (Pagina 16 - Edizione CA)
MONSERRATO. Mobilitazione
Trasferiti al Policlinico i piccoli pazienti della Clinica Macciotta
La prima incubatrice compare alle 23.50 sotto il gazebo bianco piazzato davanti all’ingresso di via Porcell. Si apre il portellone dell’ambulanza, operazione lampo. Comincia l’ultima notte della storia della Clinica Macciotta. Pochi secondi dopo spunta l’“Unità mobile di soccorso”, a bordo c’è un altro bambino. Si accendono i lampeggianti, partono le sirene. E parte anche il primo corteo sanitario: le moto della polizia, dei carabinieri, dei vigili urbani aprono la strada lungo il percorso blindato verso il Policlinico di Monserrato. Strade bloccate e fiato sospeso, un percorso lungo tredici minuti. Trecento persone (cento sanitari, cento uomini delle forze dell’ordine, cento volontari) impegnate nell’operazione straordinaria del trasferimento dei reparti di terapia intensiva e puericultura neonatale.
«All’inizio sono stati trasportati i neonati in condizioni migliori», sottolinea Ennio Filigheddu, manager dell’Azienda ospedaliero-universitaria. «Alla fine saranno trentasei». Prove generali prima dei momenti più difficili, poco prima dell’alba. Grande apprensione per il trasporto dei dieci pazienti in condizioni gravi, nati prematuri al sesto-settimo mese. «Sono quelli in terapia intensiva, attaccati ai respiratori», spiega Giambattista Melis, primario di Ostetricia della clinica universitaria.
A guidare la cabina di regia del trasferimento c’è l’assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci: «È una notte emozionante, finisce la storia della clinica che ha segnato il passaggio di migliaia di bambini, generazioni di cagliaritani». (g.z.)
 
 
 
3 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 19 - Edizione CA)
LA PROPOSTA. Convegno
«Pagare i salari con il sardex: oggi è possibile»

C’è una terza via che passa tra gli euroscettici e i nostalgici della lira: l’hanno scelta migliaia di imprese che in Sardegna, ma non solo, utilizzano le monete complementari. Nell’Isola, dal 2009, è attivo Sardex, circuito on line che si propone di collegare le imprese del territorio, fornendo un sistema di pagamenti e di credito paralleli a quelli tradizionali. Anche in Francia, a Nantes, si sta completando un progetto (curato da Massimo Amato, filosofo e docente alla Bocconi di Milano) di valuta alternativa, mentre in Svizzera da quasi dieci anni la Banca Wir ha istituito un tipo di commercio basato sulla propria moneta (denominata Wir appunto).
COME FUNZIONA Per chiarire le idee sull’argomento ieri è stato organizzato un convegno dal Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari. In poche parole, imprese e professionisti operano in un circuito virtuale, che è una camera di compensazione di beni e servizi all’interno della quale le aziende (in Sardex se ne contano più di 1200) comprano ciò di cui hanno bisogno e lo ripagano vendendo il proprio prodotto (o servizio) alla comunità. Lo scambio avviene alla pari: un sardex equivale a un euro. Per interagire è necessario solo iscriversi al circuito. Il primo passo per essere operativi è iniziare ad accumulare crediti sardex, che funzionano come una moneta di scambio alternativa per usufruire di beni e servizi, sui quali, però, non ci sono interessi.
Non esistono banconote sardex, perché si tratta di una moneta riconosciuta solo dalle imprese che si associano al circuito. Un sardex, come detto, vale un euro e su questo valore si effettuano le transazioni. I crediti, si badi bene, non sono convertibili in denaro corrente ma solo in prodotti. Quindi se si accumula un attivo di mille sardex non si può pretendere di cambiarli in euro. Si possono solo fare acquisti in prodotti dello stesso valore. Insomma, una sorta di baratto, ma molto più sofisticato.
LE BUSTE PAGA L’azienda Sardex è andata oltre, proponendo il pagamento di parte dello stipendio dei lavoratori assunti nelle società iscritte. «Oggi sono centinaia i dipendenti pagati per una quota in sardex», spiega Roberto Spano, amministratore delegato di Sardex. «La meta successiva sarà quella di coinvolgere anche i consumatori».
LA REGIONE Il progetto Sardex ha affascinato anche la Regione, interessata a entrare nel circuito offrendo servizi pubblici che possano essere utili alle imprese del circuito. Con questo primo passo, si accumuleranno crediti in sardex, che la Regione intende mettere a disposizione dei giovani disoccupati con il reddito di comunità. «Prima di firmare la convenzione», afferma Alessandra Zedda (foto), assessore regionale della Programmazione, «abbiamo lanciato un forum di discussione con le Università e la Pubblica amministrazione per valutare tutti i benefici dell’operazione». ( lan. ol. )
 
 
 
4 - L’Unione Sarda / Provincia Ogliastra (Pagina 31 - Edizione NU)
ARZANA
Dotti medici e sapienti alla corte dell’arzanolo
Dotti, medici e tanti politici. Tutti insieme alla corte dell’elicriso e del suo principio attivo, l’arzanolo. Prende il via oggi la due giorni di studi per celebrare i vent’anni di ricerca scientifica sulle erbe officinali. La rassegna “Le erbe medicinali del Gennargentu”, organizzata dalla Pro loco Siccaderba e dal suo presidente Raffaele Sestu, comincerà alle 17 con il convegno “Vent’anni anni di erbe medicinali del Gennargentu, il presente e il futuro dell’arzanolo”. Saranno presenti il vice ministro della salute Paolo Fadda, gli assessori Oscar Cherchi, Mariano Contu, Simona De Francisci, Luigi Crisponi e Angelo Liori.
Interverranno Carlo Ballero, docente all’Università di Cagliari, Giovanni Appendino, Eduardo Munoz dell’Università di Cordoba, Orazio Taglialatela-Scafati, docente alla Federico II di Napoli, Francesco Marongiu e Pierluigi Onali. Domani alle 11 è in programma l’escursione sul Gennargentu alla scoperta delle erbe officinali. A Cixi Crobeni si terrà la cerimonia per la stipula dell’accordo tra Coldiretti e Unpli Sardegna.
 
 
 
5 - L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 17 - Edizione CA)
L’informatica per competere
Capire dove va il mondo e dove conviene andare

Una delle colpe più gravi, forse il peccato “mortale” che un amministratore della cosa pubblica non deve commettere è quello di non mantenere fede alla parola data agli elettori. Qualunque sia la causa o i fattori esterni che possono aver ostacolato la realizzazione dei programmi promessi, nessuna scusa può giustificare la mancanza di rispetto dovuta ai cittadini. Proprio perché viviamo in un periodo difficile, i contribuenti vogliono risposte credibili e obiettivi realizzabili.
I sindacati sardi da molti anni sono impegnati nel denunciare la nostra grave crisi economica e sociale. Nonostante ciò, la politica non ha dato alcuna risposta né ha indicato una via d’uscita. Anzi, qualche giorno fa si è osato dire che le nostre difficoltà dipendono dallo Stato centrale, che non ci restituisce parte delle entrate tributarie a noi spettanti. Non è colpa dei mancati introiti da parte del governo se le fabbriche chiudono, l’agricoltura e la pastorizia sono in crisi. I posti di lavoro si creano se c’è un sistema produttivo e questo è fatto dalle imprese e dagli investimenti privati. La nostra regione può creare condizioni favorevoli allo sviluppo, ma non può creare posti di lavoro. Proviamo a capire dove va il mondo e dove conviene andare. La Information and Communication Technology sarà sempre più il motore centrale delle economie mondiali. Tutta la nostra vita, salute, benessere, scuola, trasporti, affari, ruoterà attorno e sarà condizionata dall’informatica. Nel 2015 in Europa serviranno 700mila informatici che non ci sono; nella sola Svizzera ne servono 35mila. Negli Usa i nuovi miliardari sono giovani informatici. La Apple dà lavoro a 600mila persone. Ci serve indirizzare i giovani alle materie scientifiche e informatiche per sviluppare con nuovi criteri le nostre risorse: agricoltura, pastorizia, ambiente e turismo. Dobbiamo avere una laurea in informatica di alto livello per entrare in competizione, produrre brevetti, idee. Quello che ci propone la politica non si sa.
Antonio Barracca (antoniobarracca@gmail.com)



6 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
PIAZZA L’UNIONE SARDA. Nell’ambito di “Queeresima 2013”
Proseguono gli appuntamenti della quinta settimana della Queeresima 2013, percorso politico e culturale che condurrà al “Sardegna Pride” del 29 giugno.
Oggi, alle 19 e in replica alle 20 si terrà “Costellazioni ed eros”. Un viaggio nei miti di un’era in cui la sessualità non era un tabù. L’appuntamento è ospitato e promosso da Il Planetario de L’Unione Sarda, a cura del professor Gian Nicola Cabizza e delle dottoresse Katia Fontana ed Elisa Ciccu. Ingresso libero e gratuito.
Ieri si è svolto, nell’aula A della facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche dell’Università, una tavola rotonda sul tema delle famiglie, da quelle allargate del passato fino al matrimonio gay. Un incontro organizzato dall’Arc al quale hanno partecipato alcuni importanti esperti del settore tra i quali avvocati, assistenti sociali e il mondo dell’associazionismo.
 
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 51 - Edizione CA)
Stasera a Cagliari incontro “Star Trek, cosa cerchiamo lassù?” con Possenti e Giovanardi
La scienza a bordo dell’Enterprise

“Star Trek, cosa cerchiamo lassù?”. Non è un appello fantascientifico ma il titolo del caffé scientifico organizzato dall’ente regionale Sardegna Ricerche in programma oggi alle 16,30 al Sette Vizi di Cagliari (Mediateca del Mediterraneo) con Andrea Possenti (direttore dell’Osservatorio astronomico di Cagliari) e Stefano Giovanardi (curatore del Planetario di Roma).
All’astrofisico Andrea Possenti (scopritore nel 2003, insieme ai colleghi Nichi d’Amico e Marta Burgay, della prima pulsar doppia) abbiamo chiesto se s’è ancora bisogno di cercare qualcosa al di fuori della Terra. «Il nostro pianeta è come una piccola navicella che si muove in un mare, l’Universo, enormemente più grande. Sarebbe miope guardare solo all’interno della nave e non cercare di capire quello che le sta attorno. Decifrare le leggi che regolano l’Universo ha un’enorme valenza culturale, che ha segnato la storia del genere umano. E per approfondire queste ricerche serve anche una combinazione di idee e di tecnologie di frontiera che lascia una traccia evidente nella vita di ogni giorno: dal wi-fi ai computer portatili e ai sistemi ccd delle fotocamere, per fare alcuni esempi».
A che punto siamo con il Sardinia Radio Telescope?
«La costruzione dello strumento è terminata da tempo e da qualche settimana si è conclusa anche la fase di installazione dei principali strumenti elettronici. Adesso siamo nella fase di validazione scientifica, ossia di verifica della qualità dei dati che SRT è in grado di raccogliere. Tutti i test compiuti fino ad ora sono stati estremamente incoraggianti e circa un mese fa SRT ha anche ottenuto il suo primo risultato scientifico di risalto mondiale: è stato infatti il primo radiotelescopio ad osservare, alla frequenza di 7 GHz, una stella “magnetar” localizzata vicino al centro della nostra Galassia».
A Stefano Giovanardi, che prima di lavorare al Planetario di Roma ha fatto il ricercatore alla Columbia University di New York e allo Space Telescope Science Institute di Baltimora, abbiamo domandato qual è il ruolo dei planetari nella nostra epoca. «Il planetario per noi e per il pubblico può fare da macchina dello spazio e del tempo: una macchina in grado di rappresentare il cielo in qualunque istante del tempo e in ogni luogo dello spazio. Con i nostri spettacoli astronomici offriamo un’anteprima del turismo spaziale: itinerari di viaggio verso corpi celesti diversi, pianeti, stelle, galassie, buchi neri, perfino i lampi gamma. La nostra speranza è offrire a ogni visitatore la direzione sulla quale stabilire il proprio raccordo personale con il cosmo».
Cosa sono le “Psicosi Cosmiche”?
«È il titolo di uno dei 60 spettacoli astronomici che fanno parte del programma del Planetario di Roma. Racconta storie celesti che contengono sorprendenti intersezioni con la cultura popolare, che spesso si lascia suggestionare dai fenomeni celesti più appariscenti con reazioni ingenue e a volte buffe. Così si innescano le psicosi cosmiche: storie di panico mediatico e isteria collettiva scatenate dai fenomeni del cielo, sulle quali si può anche ridere».
Andrea Mameli
    

 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
8 - La Nuova Sardegna / Pagina 36 - Nuoro
UNIVERSITÀ» LA POLEMICA Il rettore: no al corso di scienze politiche
Melis risponde al commissario del consorzio. Ma Caterina Loi ribatte: è solo l’inizio di un percorso, non ci fermeremo
le tappe del progetto Cominceremo con l’attivare un master di primo livello, sarà possibile inoltre seguire alcune materie a distanza
di Valeria Gianoglio wNUORO È tutta una questione di termini, ma il rettore dell’università di Cagliari, Giovanni Melis, ci tiene, che siano chiari. Perché quando avant’ieri mattina, ha letto, sui giornali, che “scienze politiche» stava aprendo anche a Nuoro, la cosa, evidentemente, non gli è piaciuta per nulla anche perché ritiene la notizia sostanzialmente infondata o la ritiene quantomeno forzata. Tanto che ieri mattina, attraverso il suo ufficio stampa, ha inviato una nota con un obiettivo preciso: «Non ingenerare false aspettative negli studenti». Come dire, insomma, ai nuoresi: non fatevi illusioni. Scienze politiche, dunque, non aprirà a Nuoro, dice il rettore cagliaritano, Melis. «Non è previsto, infatti, un ampliamento dell’offerta formativa con l’attivazione di nuovi corsi nella sede decentrata di Nuoro». Ed è che qui che subentra la guerra dei termini. Perché il commissario del consorzio nuorese, Caterina Loi, nel suo comunicato di qualche giorno fa, in realtà non aveva annunciato l’avvio a Nuoro di un corso di laurea di scienze politiche, ma “la fruibilità” dello stesso corso, insieme alla “fruibilità” del corso di laurea magistrale. Cosa si intenda per “fruibilità” è presto detto: si intende che il corso in questione non sarà aperto e fisicamente presente a Nuoro, ma alcune delle sue materie di insegnamento potranno essere seguite on line, evitando così agli studenti del Nuorese costose trasferte a Cagliari. «Così è stato deciso in base a un progetto già definito con il dipartimento di scienze sociali e delle istituzioni di Cagliari» precisa Caterina Loi. Nessuna forzatura né notizia infondata venduta ai mass media, insomma, spiega il commissario del consorzio universitario. Quello che, si spera per il 2014, dovrebbe partire a Nuoro, sarà un master di primo livello in Politiche per lo sviluppo locale”, insieme, per l’appunto, alla possibilità di seguire on line o comunque a distanza alcuni corsi di Scienze politiche. Lo stesso rettore Melis, del resto, «prende atto con soddisfazione» di questo progetto, ma ci tiene anche a precisare che non si tratta dell’attivazione di un corso vero e proprio. Scienze politiche, insomma, a Nuoro non s’ha da fare, secondo i progetti cagliaritani. Tutt’al più, si potrà seguire a distanza. Ma il commissario Loi è tutt’altro che intenzionata a cedere terreno. Anche perché, spiega, «è una questione di giustizia. L’ateneo nuorese ha tutto il diritto di crescere, e noi continuiamo a perseguire l’obiettivo di ampliare l’offerta formativa e di aiutare gli studenti che non possono trasferirsi in un’altra città. Il percorso, dunque, è solo all’inizio».
 
 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Prima Pagina
IL RITORNO AL RISPETTO DELLE REGOLE
di MASSIMO DEIANA
La decisione dell’Agcm, non sorprendente, né inattesa,  certifica una anomalia e sanziona una pratica anticoncorrenziale conclamata. L’Autorità antitrust ha accertato l’esistenza di un parallelismo di condotte fra soggetti virtualmente in competizione fra di loro.
Pagina 19 - Ed. Naz.le
L’Autorità ha ripristinato la normalità del diritto
La decisione dell’AGCM, non sorprendente, né inattesa, certifica una anomalia e sanziona una pratica anticoncorrenziale conclamata. L’Autorità antitrust ha accertato l’esistenza di un parallelismo di condotte fra soggetti virtualmente in competizione fra di loro, che in termini eleganti si chiama pratica concordata e più volgarmente cartello. Quanto accaduto ha tanti padri, più o meno distratti o lussuriosi e una sola grande madre, di facili e licenziosi costumi, che si chiama "privatizzazione Tirrenia". È stato in nome di questa "madre di tutte le scuse" che dal 2007 in poi sono stati fatti letteralmente a pezzi i caposaldi giuridici del settore. Sono state le more di tale privatizzazione che hanno creato un vero e proprio cimitero di diritti, con uno speciale monumento funebre al diritto alla mobilità marittima dei sardi. È stato nelle more della privatizzazione della compagnia di Stato, che nel dicembre del 2006 si previde nella legge finanziaria la possibilità di prorogare per 4 anni (dal 2008 al 2012), la convenzione fra Stato e Tirrenia, altrimenti in scadenza nel 2008. È stato sempre sull’altare della privatizzazione che abbiamo subito l’oltraggio di veder assegnare ad una cordata di imprenditori privati oltre che la compagnia di navigazione, anche 8 anni di contratto di servizio blindato con lo Stato, con ben 72 milioni all’anno di sovvenzione. Senza uno straccio di procedura ad evidenza pubblica ai sensi del reg. CEE 3577 del 1992, senza un minimo di discussione o di coinvolgimento sul contenuto della convenzione. Ma pochi ricordano, o vogliono ricordare, che è stato nelle more di tale privatizzazione che nel 2010 il Ministro Matteoli, per venire incontro alle esigenze del liquidatore della Compagnia pubblica, consentì alla Compagnia stessa di sospendere per i tre mesi estivi del 2011 le tariffe da convenzione per consentire alla Tirrenia di competere alla pari con i suoi concorrenti, sulle rotte da e per la Sardegna. Un vero e proprio colpo di genio, fatto passare abilmente sotto silenzio e più o meno colpevolmente ignorato da quasi tutti. Già, un colpo da veri geni del male, per due motivi, peraltro facilmente intuibili in anticipo. In primo luogo i concorrenti con i quali Tirrenia doveva competere ad armi pari nel mercato estivo altri non erano se non quelli che (Tirrenia) se la stavano comprando e questo in un Paese normale dovrebbe avere qualche rilevanza (non solo civile o amministrativa). In secondo luogo era evidente anche agli occhi di un bimbo che sospendendo le tariffe di convenzione, si sarebbe perduto l’effetto calmieratore che esse producevano, generando la forte tentazione, fra imprese che complessivamente detenevano quote molto elevate di un mercato di riferimento ormai sgombro da vincoli tariffari, di concordare i prezzi. Quanto successe poi è ormai storia: gara di lamenti e geremiadi, tentativi più o meno avventurosi di mobilità identitaria, minacce di fuoco e fiamme. Fortunatamente qualcuno pensò anche di denunziare l’accaduto all’Antitrust, e alla fine, in questa saga degli errori e dell’approssimazione, è stata l’unica mossa accorta e appropriata. La sanzione comminata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato è consistente, ma non adeguata, e soprattutto ricordiamoci che la incamera lo Stato, supremo garante della corretta dialettica concorrenziale, che nel caso di specie, per un bizzarro gioco del destino, è lo stesso soggetto che con la sua miope tracotanza ha prima generato e poi tollerato quanto accaduto. La multa, dicevamo, la incamera lo Stato; ai veri danneggiati, quindi alla Sardegna, agli operatori turistici sardi, alle decine di migliaia di turisti che quell’estate maledetta pagarono dal 40 all’80% in più i loro biglietti, solo la consolazione di essere i vincitori morali della contesa. E ciò sembra, davvero, l’unica cosa morale di tutta questa vicenda.
Massimo Deiana
Ordinario di Diritto della Navigazione Università di Cagliari
 
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 34 - Cultura-Spettacoli
Alla scoperta delle erbe medicinali
ARZANA “Vent’anni di erbe medicinali del Gennargentu: il presente ed il futuro dell’Arzanolo”: è il tema del convegno in programma per questa sera a partire dalle 17 nella sala polifunzionale “Contu”. L’appuntamento, come sempre, è organizzato dalla Pro loco Siccaderba, con il patrocinio di diversi enti. Dopo l’intervento del sindaco Marco Melis, prenderanno la parola diversi esperti del settore, da Mauro Ballero dell’università di Cagliari a Giovanni Appendino, dell’università di Novara, da Eduardo Munoz dell’università spagnola di Cordoba a Orazio Taglialatela-Scafati dell’università Federico II di Napoli, fino a Francesco Marongiu e Pierluigi Onali, entrambi dell’ateneo di Cagliari. Per l’occasione verrà presentato il libro “Le piante tossiche della flora italiana” a cura di Tonino Oppes (Delfino editore), con il contributo di Luigi Demelia. A coordinare il dibattito sarà Raffaele Sestu, presidente regionale delle Pro loco. Ad allietare la serata, invece, saranno il tenore Remunnu ’e Locu di Bitti e il coro Su Nugoresu. Interverranno: l’eurodeputato Francesca Barracciu, gli assessori regionali Oscar Cherchi, Mariano Ignazio Contu, Luigi Crisponi, Simona de Francisci, Antonio Angelo Liori, il vice ministro della Salute Paolo Fadda, il deputato Salvatore Cicu, il presidente della Provincia Ogliastra Bruno Pilia, il direttore regionale della Coldiretti Luca Saba e i consiglieri regionali Franco Sabattini e Angelo Stochino.
  
 
 
11 - La Nuova Sardegna / Pagina 39 - Cultura-Spettacoli
E la razza delinquente divenne affascinante
“L’invenzione della Sardegna” fino a settembre al Man di Nuoro, come la pittura creò l’immaginario visivo dell’isola
di Paolo Curreli
NUORO L’invenzione della Sardegna è una mostra sul tema dell’identità visibile fino a settembre al Man di Nuoro e con una sezione sul paesaggio a L’Ormeggio di Orosei. Curatrici Giuliana Altea e Maria Paola Dettori. Opere di Ballero, Biasi, Delitala, Floris, Fancello e Cugusi e altri raccontano la pittura sarda dei primi cinquant’anni del ventesimo secolo. Giuliana Altea storica dell’arte e studiosa dei movimenti artistici contemporanei sardi. Quanto hanno contribuito le arti visive alla creazione di un immaginario legato alla Sardegna? «Moltissimo. Le immagini visive sono sempre determinanti nei processi di costruzione identitaria e di autorappresentazione dei popoli. Nella Sardegna del ’900 sono stati gli scrittori e i poeti ad aprire la strada, ma gli artisti hanno dato corpo alla loro visione e l’hanno declinata secondo inflessioni proprie. Un pittore come Biasi, visto al suo esordio come l’interprete autorizzato dei romanzi di Grazia Deledda, non si è limitato a echeggiare temi e ambientazioni tipici della scrittrice, ma ne ha accentuato la componente estetizzante e simbolista-decadente. È lui che inaugura la visione di una Sardegna esotica e suggestiva che dominerà per tutti gli anni ’10 e nei primi ’20. Un’immagine non realistica, è chiaro, ma coerente con la cultura primitivista a quel tempo diffusa in Europa, e soprattutto funzionale a liberare l’Isola dagli stereotipi razzisti attraverso i quali la si guardava. Non dimentichiamo che ai primi del ’900 i sardi erano descritti dagli antropologi come una "razza delinquente" e che la stessa parola Sardegna era (ed è) nei dizionari sinonimo di discarica di rifiuti. Le affascinanti contadine di Biasi, eleganti come figurini di Poiret, smentivano questi luoghi comuni, e così le opere di Edina Altara, Melkiorre Melis, Mario Mossa de Murtas... La Sardegna di Biasi però non è l’unica. Ci sono degli snodi storici che determinano dei cambiamenti nella rappresentazione dell’isola? «La prima guerra mondiale e la nascita del Partito Sardo d’Azione sono uno snodo importante. Nel clima del sardismo postbellico, la Sardegna esotica di Biasi sembra troppo frivola; si cerca ora di rispecchiare non solo l’esteriorità ma la forza morale del popolo sardo. Opera chiave di questa fase è “La cacciata dell’arrendadore” con cui Mario Delitala decora nel 1926 il comune di Nuoro, presente in mostra insieme alle lunette che la accompagnavano: tele molto austere e drammatiche, realistiche ma anche piene di richiami classici. Devo dire che questo momento di elaborazione identitaria ha nella mostra particolare rilievo. Questo taglio si deve al carattere delle due collezioni del Man e del Mus’a, in cui gli anni tra le due guerre sono meglio rappresentati degli anni ’10; ma è anche frutto di una scelta, quella di mettere a fuoco un momento storico complesso e ambiguo, in cui gli ideali sardisti si saldano ai valori propagandati dal fascismo: patria, famiglia, fede, ecc. Ed è un momento che a livello figurativo si prolunga per tutti gli anni ’50: sono infatti eccezioni i due artisti che a metà secolo si staccano da questo panorama, e che chiudono le due sezioni della mostra, quella del Man e quella di Orosei dedicata al paesaggio: Salvatore Fancello con la sua Sardegna candida e primordiale, una specie di Eden abitato solo da animali, e Maria Lai, il cui paesaggio sardo ridotto a poche linee essenziali prelude già alle ricerche che verranno dopo». Il senso di identità per gli artisti sardi come può essere descritto? «È un’ossessione che non li abbandona mai, fino agli anni ’60 e in qualche caso anche oltre. A pensarci, è sorprendente come i segni dell’identità siano onnipresenti nella pittura sarda del secolo scorso». È la prima volta che il Man, il Mus’a e l’Università di Sassari realizzano una mostra insieme. La storica dell’arte Maria Paola Dettori, della soprintendenza dei monumenti di Sassari e Nuoro. Come è nata questa collaborazione ? «Il Man l’anno scorso ha chiesto l’"aiuto" della Soprintendenza per una serie di restauri. Attivare forme di collaborazione, specie in tempi come questi, è importante e la richiesta è stata subito accolta dalla soprintendente Casule, che ha affidato la direzione degli interventi a me e al collega Pietro Usai. In previsione del rientro al Museo delle opere restaurate, il direttore Lorenzo Giusti ha pensato di realizzare, con la collaborazione di Giuliana Altea e quindi della cattedra di Storia dell’arte contemporanea dell’Università, una mostra incentrata sulla collezione del Man e su quella della soprintendenza, conservata al Mus’a. Un progetto come questo dimostra che si possono ottenere migliori risultati a più livelli – tutela, conservazione e valorizzazione, diffusione della conoscenza – se si lavora insieme per lo stesso obiettivo. Il restauro del quadro di Delitala La cacciata dell’arrendadore è stato in un certo senso il punto di partenza di questa mostra. Come è cambiato dopo il restauro il dipinto? «Il restauro è stato il più interessante di questa serie e anche il più difficile, dato che le condizioni del dipinto imponevano particolare cautela. L’opera, come le altre, era stata oggetto di almeno due pesanti manomissioni; l’ultima l’aveva persino privata di una parte essenziale del telaio, indebolendola molto: si tenga presente che la tela è lunga più di tre metri. Tuttavia il restauro – ottimamente eseguito da Maria Albai – non solo ha reso il dipinto più sicuro e stabile, ma ne ha recuperato pienamente l’aspetto originale, restituendoci la coerenza stilistica con le lunette, che si era perduta a causa della evidente diversità di tono delle tele; altro risultato importante è che il restauro ha consentito di chiarire alcuni dubbi finora irrisolti circa la loro datazione. Infine, la rimozione della spessa vernice ossidata che rendeva la tela uniformemente tendente al giallo ocra, e la riscoperta dei colori originali portano anche a correggere alcuni indirizzi critici fin qui sostenuti, che propendevano per una dipendenza da modelli caravaggeschi, invece assenti». In che condizioni è il nostro patrimonio artistico moderno? Non solo dal punto di vista del restauro ma anche da quello della fruizione e archiviazione. «C’è ancora molto da fare... è noto che le soprintendenze e il ministero dei beni culturali si dibattono oggi in gravi difficoltà: conservazione, fruizione e archiviazione sono azioni che riescono a compiersi solo se vi sono risorse. Per questo è così importante poter contare su queste forme di collaborazione».




SARDEGNA QUOTIDIANO

12 - Sardegna Quotidiano / Pagina 21 - Cultura
IL DOCUMENTARIO
Ritratto intimo del Sardus Pater
IN ONDA DOMANI
“Sardus Pater I” è una produzione Paofilm creata per Rai Sardegna. Il filmato andrà in onda domani alle 12.55 su Rai Regione. La regia è di Marilisa Piga, ideatrice del progetto con Carlo A. Borghi. La colonna sonora originale è di Mauro Palmas. Animazioni e grafica sono di Matteo Fadda.
Perché intitolare il lavoro “Sardus Pater I”? Anzitutto, in quanto Giovanni Lilliu ha potuto fregiarsi di questo riconoscimento nel 2007. Ma soprattutto perché il professore era davvero un numero uno». La regista Marilisa Piga spiega così il titolo del documentario dedicato al grande archeologo di Barumini, Accademico del Lincei, scomparso il 19 febbraio dell’anno scorso. “Sardus Pater I” è stato presentato ieri alla Cineteca Sarda e andrà in onda domani alle 12.55 su Rai Regione Sardegna. Il filmato, della durata di 30 minuti («ma è prossima l’uscita di una versione più ampia, di quasi un’ora, intitolata “Lilliu professor Giovanni», ha spiegato la regista), è il frutto di una paziente e accurata raccolta di immagini girate tra il 1999 e il 2008 nei luoghi più cari allo scopritore della reggia nuragica di Barumini. La Marmilla, naturalmente, ma anche Cagliari e Tuili. Ideato da Carlo A. Borghi e dalla stessa Marilisa Piga, “Sardus Pater I”fa parte di una serie che comprende anche “Inventata da un dio distratto”, biografia di Maria Lai che porta la firma anche di Nico di Tarsia. Le immagini, accompagnate dalla colonna sonora originale composta da Mauro Palmas, offrono allo spettatore un ritratto tanto intimo quanto inconsueto del professore. Lo si vede “duettare ” con l’amato nipote Gabriele - un bambino di nove anni nella prima parte del filmato, un ragazzone di diciotto nella sconda - al quale racconta dell’infanzia in paese («qui non c’era tanto da fare, dunque noi piccoli salivamo sulla collina de Su Nuraxi per dare la caccia agli uccelli rapaci»), dei cinque anni di scavo dell’antico monumento, dal 1950 al 1955, dell’amore sconfinato per Barumini: «Gabriele, non scordare che sei figlio della tua terra, e questa terra è anche un po’ tua» lo si sente dire al nipote, che attentissimo ascolta le parole del nonno, cammina con lui per strade e campi, annaffia le piante del suo giardino. Altro elemento che colpisce del ritratto di Lilliu è l’ironia, che guizza nei frequenti sorrisi, nello sguardo vispo e nella vocina chioccia: «Io il militare non l’ho fatto perché ero troppo basso... ed è stata la mia fortuna!». Accademico dei Lincei, testimone di un’epoca: «Il Novecento è stato un secolo crudele, con tante guerre, troppe. Io sono per la pace, e coltivo la speranza di un futuro migliore». Avanti con gli anni, nel 2008, il professore chiacchiera ancora col nipote. Del Sessantotto dice: «Epoca mica facile, tantomeno per me che ero preside di facoltà all’epoca. Ma sono sempre stato dalla parte degli studenti». Una vita piena, quella del professore: «Non sono mai stato solo, ho sempre avuto mia moglie accanto, che mi ha confortato, sostenuto e amato». E ancora, la ricetta per un mondo più felice: «Che le donne tornino a governare, come nel Neolitico. Sono convinto che il futuro appartenga alle donne, e sarà un bene per tutti». Applausi, e ancora applausi, per il numero uno dei Sardi.
Fabio Marcello
 
 

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