Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 June 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 34 - Edizione CA)
Ercole Contu ricorda il maestro degli archeologi sardi
Presentati ieri a Cagliari gli atti della XLIV riunione dell'Istituto di Preistoria
Il nostro Pater Lilliu e la Storia scritta sugli scarti di tipografia
 
È stato un pomeriggio rigoroso e affettuoso, che nell'aula “Roberto Coroneo” della Cittadella dei musei cagliaritana ha visto la figura di Giovanni Lilliu rivivere nelle parole degli archeologi sardi. L'occasione l'ha data la presentazione degli atti della XLIV riunione scientifica dell'Istituto italiano di preistoria e protostoria, che si tenne dal 23 al 28 novembre fra Cagliari, Barumini e Sassari, inaugurata dalla lectio magistralis del fondatore dell'archeologia sarda moderna. Si trattò di un'occasione per un ampio confronto sugli ultimi decenni di scavi e di elaborazione scientifica in Sardegna, come disse la professoressa Giuseppa Tanda che ieri ha introdotto e coordinato l'appuntamento organizzato dall'Iipp e dall'Università di Cagliari.
Un momento di approfondimento e di riflessione che ha visto al centro l'eredità culturale e umana di Lilliu, scomparso il 19 febbraio dello scorso anno. A tratteggiarne la fisionomia accademica e non solo è stato un altro grande vecchio dell'archeologia sarda, Ercole Contu, al quale si devono scoperte come quella di Monte d'Accoddi - solo per citare la più nota delle sue avventure nel passato remoto della nostra Isola.
Quello proposto dal decano della nostra archeologia è un ritratto di Lilliu vivace e ricco di curiosità, denso di un rispetto che non fa mai premio sulla sincerità, ma anzi a tratti si tinge di autoironia. «Qualche tempo prima della sua scomparsa - ha raccontato il professore emerito di Antichità Sarde all'Università di Sassari - mi aveva telefonato per dirmi che mi stimava e mi voleva bene. Ed io l'avevo ricambiato con la manifestazione di uguali sentimenti. Chissà perché la gente deve sempre trasformare il dibattito scientifico in disistima e inimicizia. Forse c'era fra noi, come spesso può avvenire, solo qualche differenza di carattere e qualche piccola incomprensione; ma io avevo cominciato con lui e anche il mio stile - per esempio poco testo e molte note - lo avevo preso da lui; pur se avevo avuto, oltre che esperienze diverse, anche altri maestri, e soprattutto... dieci anni di meno».
Oltre quelle lievi differenze caratteriali c'era «un grande uomo, aperto anche a molti altri campi della cultura, della socialità e in genere della vita; e in specie di quella di noi sardi». Un intellettuale capace di impegnarsi con passione e onestà anche in politica e nel giornalismo, e dalle colonne dei quotidiani «ci ha anche raccontato tutta la sua vita. Pur non accennando mai al nostro casto e scomodo dormire quella volta in un unico lettino a Nuoro, per la festa del Redentore, testimone Mingazzini...».
Certo, anche per un testimone diretto e costante come Contu Lilliu mantiene dei lati inesplorati. Ad esempio «resta per me un segreto come raccogliesse i suoi appunti e le sue attentissime e ricchissime note, ma ho visto dove le scriveva: su degli stretti rotoli di carta scartati dalle tipografie: specie di volumina , se così vi piace. La sua scrittura era, se possibile, peggiore della mia, il suo periodare più complesso e articolato».
Di sicuro non aveva un cattivo carattere: «All'inizio della mia carriera, allo scavo del pozzo di Orroli demolii, davanti a lui, per scattare una foto, una capanna nuragica su cui ero salito. E lui non reagì in modo scomposto...».
Ma per quanto Lilliu, Accademico dei Lincei, fosse anche uomo sereno che «alle gite archeologiche cantava, suonava la chitarra e sapeva stare in compagnia», il suo rapporto con Contu e con gli altri allievi fu innanzitutto e robustamente intellettuale. «Entrambi amavamo moltissimo l'archeologia e la Sardegna; forse al di sopra di ogni cosa. Ed entrambi sapevamo che la scienza archeologica non può nutrirsi di favole, ma di serrati ragionamenti. Anzi persino i sentimenti o le idealità politiche possono essere devianti e pericolosi, nell'attività archeologica».
Ora che il Sardus Pater non c'è più e lo stringente dibattere con lui non è più un'abitudine ma un rimpianto, non c'è bisogno di cautela da scienziati nel proporne la figura: «L'uomo, ha detto qualcuno, diventa eterno attraverso i suoi figli. E ciò vale anche per la figliolanza archeologica di Giovanni Lilliu».
Celestino Tabasso
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 35 - Edizione CA)
Era “povera e nuda”
Oggi la filosofia diventa spettacolo
Considerazioni sul successo dei festival
 
La filosofia, che un tempo - come lamentava Francesco Petrarca - se ne andava “povera nuda”, da qualche anno beneficia di una considerevole esposizione mediatica e consegue notevole “visibilità”. È presente nelle terze pagine dei quotidiani ad alta tiratura, nei programmi tv e si esibisce, con notevole successo, nei teatri e nelle pubbliche piazze rivolgendosi alle persone “comuni”, al di fuori dei recinti accademici, in una dimensione nuova e con nuove modalità di approccio ai problemi. I “festival” prendono il posto di congressi e di convegni, riservati a specialisti di collocazione accademica. Di questa nuova tendenza ha beneficiato anche il pubblico cagliaritano,con l'organizzazione di due importanti “festival”, tra il 2012 il 2013, su argomenti di grande rilevanza: la legge, la libertà, la grazia, l'“avventura di esser sé”. Argomenti che non possono e non devono essere affrontati in modo esclusivo dai filosofi della cattedra perché sono, come scriveva il grande pensatore americano John Dewey, “problemi di tutti” (“Problems of Men”), senza che con questo si voglia necessariamente porre in essere, l'ambigua e discutibile figura di una filosofia “popolare”.
Non c'è da stupirsi che le persone “comuni” accorrano ad “audiendum verbum” e si sentano coinvolte e partecipi, traendo beneficio da quanto gli specialisti prospettano e discutono, e manifestando con applausi “teatrali” (absit iniuria!) il loro gradimento. Per qualche ora o qualche giorno anche i non-filosofi si scoprono, o si sentono, filosofi. Anche non avendo la cultura e le competenze dei filosofi “professionali”, sono indotti e sollecitati a riflessioni di carattere “speculativo”, sul bene e sul male, sul vero e sul falso, sul giusto e sull'ingiusto, sulla materia e sullo spirito, sull'essere e sul divenire, sulla vita e sulla morte….Lo fanno ben consapevoli di essere legittimati a dire la loro quando, come accade nei “festival”, gliene sia offerta l'occasione.
Sarebbe ingeneroso accusare i protagonisti dei “festival” di “teatralizzare” la filosofia, facendola oggetto e materia di intrattenimento di qualità e al tempo stesso “di consumo” colto e reclutando in una sorta di itinerante “Carro di Tespi” filosofi “professionali”, universitari “di chiara fama”, per trasferte organizzate a beneficio del pubblico “periferico”. Qualche perplessità nasce dal fatto che questa spettacolarizzazione rischia di far confondere l'intrattenimento divulgativo con quell'approfondimento scientifico che la disciplina filosofica, come ogni altra disciplina, esige e prescrive (Hegel parlava di “scienze filosofiche” e Husserl considerava la filosofia “scienza rigorosa” - “strenge Wissenchaft”). Mentre è condivisibile l'affermazione che la filosofia è cosa troppo seria e importante per essere lasciata ai filosofi, si pone il problema se una “scienza rigorosa” possa diventare legittimamente materia di spettacolarizzazione e se guadagni o perda, in quanto “scienza rigorosa”, nell'esporsi al “grande pubblico” dei teatri e delle piazze. Si può far posto opportunamente a una filosofia “popolare”, ma sarebbe discutibile il proposito di dar vita a una filosofia “leggera” e “orecchiabile”.
Quanto accade per la filosofia non sarebbe pensabile, nel caso di altre “scienze rigorose”. Sarebbe difficile immaginare “festival” di medicina organizzati in luogo di convegni e congressi a cui sono estranee le finalità divulgative e in cui gli specialisti si confrontano, pur essendo innegabile che anche i problemi della medicina sono problemi di tutti (forse ancor più di quelli filosofici) e che le persone “comuni” hanno il diritto di essere informate circa l'Aids, il morbo di Alzheimer, l'artrite reumatoide, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson, e anche di porre domande agli specialisti, di esigere spiegazioni e chiarimenti. Meno plausibile sarebbe che le persone “comuni” si avventurassero in valutazioni e critiche di quanto gli scienziati e gli specialisti prospettano e discutono.
È apprezzabile che gli “specialisti” della disciplina filosofica si prestino al pubblico confronto al di fuori dei recinti accademici, ma non è altrettanto positivo il fatto che questa offerta può indurre a equivoci e malintesi circa la funzione “pubblica” di una filosofia che non voglia rinunciare alle sue prerogative e sottrarsi al suo impegno di scienza rigorosa. Ciò riguarda tanto il “grande pubblico” quanto gli specialisti che si esibiscono al suo cospetto e che al suo cospetto spezzano il pane della “scienza” filosofica.
Senza nulla togliere al merito di chi organizza i “festival” filosofici e di chi vi partecipa, da protagonista o da spettatore, senza negare il vantaggio culturale derivante da simili iniziative e anzi prendendo atto delle ragioni di quanti ritengono che la filosofia non debba essere confinata negli angusti spazi delle accademiche “torri d'avorio”, sembra giusto segnalare i possibili inconvenienti di un approccio pubblico tale da ingenerare equivoci e malintesi circa una filosoficità che, per non andare “nuda e povera”, “si dà da fare” e si “promuove”, si esibisce, rendendosi appetibile e facilmente accessibile, sostituendo i preziosi “ornamenti” della serietà non ostica e austera, della compostezza, della sobrietà, l'appariscente bigiotteria del successo e la logica della “visibilità”, del “malo videri quam esse” (“preferisco apparire che essere”) contrapposta a quella del classico e molto più nobile “malo esse quam videri” (“preferisco essere che apparire”).
Alberto Granese
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Macciotta, giù il sipario
Tra dieci giorni il trasferimento nella notte
I piccoli pazienti verranno portati in ambulanza al Policlinico
 
Il giorno X è stato fissato. Nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 finirà la storia pediatrica della clinica Macciotta: scatteranno le operazioni di trasferimento dei piccoli pazienti (compresi quelli in terapia intensiva) e del personale sanitario verso il Blocco Q del Policlinico di Monserrato. Il fine settimana e le ore piccole non arrivano a caso: il traffico ridotto consentirà alle ambulanze di percorrere più agevolmente i dieci chilometri tra il centro del capoluogo e l'ospedale alle spalle della 554. E gli ambulatori chiusi al pubblico il sabato mattina permetteranno di completare le operazioni di trasferimento.
DECISIONE FORMALE La decisione era nell'aria da diverse settimane, anche perché la clinica di via Porcell è ormai priva dei più elementari requisiti di sicurezza (il presidio fisso dei vigili del fuoco è la conferma lampante). Il giorno è stato scelto ieri dalla cabina di regia istituita apposta all'assessorato alla Sanità, con la partecipazione dell'Azienda ospedaliero-universitaria, la prefettura, la direzione generale della Protezione civile regionale, i vigili del fuoco, le forze dell'ordine e i rappresentanti dei Comuni interessati. Secondo i calcoli, i bambini da trasferire saranno non meno di 18, ma potrebbero salire sino a 30, anche in base alle nascite negli ospedali del capoluogo nei prossimi giorni.
TRASFERIMENTO DIFFICILE L'operazione è complessa, anche perché riguarderà piccoli pazienti in una condizione clinica particolarmente delicata (molti sono nelle incubatrici). Da qui il coinvolgimento della Questura e in particolare della Polstrada. Non si esclude che possano essere necessari temporanei blocchi al traffico lungo il percorso da via Porcell al Policlinico di Monserrato. Saranno ridotti al minimo i tempi di percorrenza per garantire l'assistenza ai bambini: le ambulanze saranno scortate dalle forze dell'ordine, che presidieranno anche gli incroci stradali per evitare anche il minimo intoppo.
LA CORSA NELLA NOTTE Il percorso da compiere tra la clinica Macciotta e il Policlinico sarà di circa 10 chilometri. Ci vorranno quindici minuti per ogni ambulanza. Ma sono da calcolare anche i tempi di uscita da via Porcell e il passaggio dall'ambulanza al reparto del blocco Q, una volta completato il tragitto fino a Monserrato. (g. z.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Ersu
Pedagogisti: seminari sugli sbocchi professionali
 
Il ruolo e gli sbocchi professionali del pedagogista nella nostra società. Su questi temi verterà il ciclo di seminari che si svolgerà da venerdì al 4 luglio all'Ersu - in collaborazione con l'Anpe (Associazione nazionale pedagogisti italiani) e la Facoltà di Studi umanistici dell'Università degli studi di Cagliari (Corso in Scienze pedagogiche e servizi educativi - Scienze dell'Educazione e della Formazione) - con l'obiettivo di indirizzare gli studenti verso i possibili sbocchi professionali della laurea in Pedagogia. Saranno cinque giornate dedicate al profilo pedagogico fra cura, cambiamento, narrazione e cultura che vedranno alternarsi in cattedra pedagogisti, docenti e ricercatori del Corso di laurea in Scienze pedagogiche e servizi educativi e Scienze dell'Educazione e della Formazione, oltre lo stesso presidente dell'Ersu Daniela Noli.
Il 17 giugno al teatro Nanni Loy, Don Ettore Cannavera affronterà il tema dei giovani e degli adulti in espiazione penale, dove il ruolo del pedagogista può essere determinante nel percorso di inclusione sociale. Per partecipare è necessario iscriversi inviando un'e-mail all'indirizzo ersu.studentjobs@gmail.com.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Ateneo
“Intesa” finanzia 24 giovani
 
Borse di studio per un totale di 35 mila euro sono state assegnate a 24 studenti universitari in condizioni di svantaggio economico, fisico, psichico, sociale o familiare. A bandirle è stata la Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, in collaborazione con l'Università di Cagliari.
Su iniziativa della Fondazione, l'Ateneo ha pubblicato il bando di concorso per l'anno accademico 2012/2013. Sono giunte 101 domande. Le borse sono state assegnate in base alla valutazione dei singoli casi e comunque a studenti che non hanno beneficiato di altri sussidi economici per il diritto allo studio.
I contributi agli studenti in condizioni di difficoltà sono ormai una tradizione per la Fondazione «che ha trovato nell'Università di Cagliari», commenta Cristina Motta, consigliere della Fondazione, «un interlocutore attento ai bisogni degli studenti. Ringraziamo il rettore Giovanni Melis e l'intera Commissione per l'impegno con il quale hanno lavorato per la buona riuscita dell'iniziativa».
Da parte sua, l'Università ha sottolineato la sensibilità e l'impegno che caratterizzano l'attività della Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, che hanno consentito di sostenere nel loro percorso formativo 24 studenti dell'Ateneo in condizioni di disagio e di difficoltà economica.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
La Cantera si aggiudica la Coppa Rettore 2013
 
Trionfo della Cantera nella Coppa Rettore. La compagine studentesca di bianco vestita, già vincitrice del trofeo universitario nel 2011, si è ripetuta quest'anno superando in finale la temibile Creatina, a sua volta vittoriosa nel 2012.
Due a zero il risultato. A segno Federico Sanneris al 20' e William Tronu allo scadere. Buono il livello di gioco. Non poteva essere che così, vista la presenza in campo di numerosi protagonisti del panorama calcistico regionale, tra cui Fabio Boi, Alessandro Cherchi, Claudio Cocco, Carlo Sanneris, Alberto e Riccardo Usai, Pietro Casale, Stefano Catte, Simone Doneddu, Michele e Federico Scattu (solo per citarne alcuni). Partita vera, insomma, se si eccettuano i tempi ridotti (da 35 minuti). Spalti gremiti per la contemporaneità con Olimpika e cerimonia di premiazione a cura del rettore, Giovanni Melis. Per la Cantera è il secondo successo. Il record resta saldamente nelle mani (e soprattutto nella bacheca) dell'Escalasini, di Paolo Sini, vincitrice di ben tre edizioni consecutive: 1995-96-97. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Cittadella universitaria
Venerdì il fisico Tonelli spiega il bosone di Higgs
 
Si parlerà del bosone di Higgs e dei risultati dell'esperimento Cms nella ricerca della “nuova fisica”, durante il seminario in programma venerdì alle 16 nel dipartimento di Fisica della Cittadella universitaria di Monserrato. Lo scienziato Guido Tonelli farà una panoramica sui passi più importanti che hanno portato alla storica scoperta. Si parlerà anche delle sue implicazioni sulla comprensione della natura.
Autore di oltre cinquecento pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, Tonelli è uno dei protagonisti principali della scoperta del bosone di Higgs. Professore ordinario di Fisica generale all'Università di Pisa, ricercatore associato all'Istituto nazionale di Fisica nucleare, ha condotto ricerche in fisica delle particelle elementari con esperimenti al Cern svizzero e al Fermilab negli Usa. Larga parte della sua vita professionale è stata dedicata alla ricerca del bosone di Higgs e di eventuali segnali di nuova fisica. A partire dal 1993 ha contribuito a ideare e a costruire l'esperimento Cms al Large Hadron Collider (Lhc) del Cern.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 9 - Edizione CA)
Il Sud non vive sulle spalle del Nord
False litanie contro il Mezzogiorno
di Gianfranco Sabattini*
 
Nel libro “Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce. Falso!”, Gianfranco Viesti, economista della Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Bari, traccia un quadro sui pregiudizi più frequenti riguardo al Mezzogiorno; i pregiudizi sono condivisi da molti, inclusi non pochi meridionali. In conseguenza degli effetti della crisi sulle condizioni di vita dell'intero Paese, il Mezzogiorno è ora il capro espiatorio sacrificale nell'illusione di poter esorcizzare gli esiti indesiderati della crisi. Il Sud è divenuto così l'origine di tutti i problemi nazionali: la palla di piombo al piede che frena la loro soluzione e l'ostacolo al rilancio del processo di crescita e di sviluppo dell'Italia. La colpa è del Mezzogiorno perché se non ci fosse, si pensa e si dice, l'Italia sarebbe innanzitutto più ricca. E crescerebbe più velocemente, perché le regioni del Mezzogiorno rallentano lo sviluppo del Paese. Sono più indietro e vanno più piano. Questo accade nonostante il fiume di soldi pubblici che ha inondato per decenni quel territorio; perché questi soldi sono stati per lo più sprecati, da classi dirigenti incapaci e corrotte che hanno alimentano clientele e criminalità.
Per tutte queste ragioni e per altre ancora, che non sono che corollari di quelle elencate, si sostiene che i meridionali vivano sulle spalle dell'Italia che produce. Viesti spiega perché le litanie che colpevolizzano il Mezzogiorno sono false, dimostrando, cifre alla mano, che il Sud non vive sulle spalle di quella parte del Paese che produce, in quanto tutti gli indicatori evidenziano il contrario: che il Sud è stato privato di risorse proprie o che gli erano dovute. Va perciò respinto il pregiudizio che lo vorrebbe antropologicamente diverso e incapace di emulare gli standard europei. Il Sud, però, afferma Viesti, dovrà responsabilizzarsi e, a tal fine, occorrerà che prenda coscienza che non esistono ricette facili; non si potranno confutare gli stereotipi antimeridionalisti con facili illusioni e immotivati ottimismi, aggirando i problemi senza capirne le cause che li hanno determinati. In particolare, occorrerà un maggior impegno da parte delle regioni meridionali, fondato sulla consapevolezza che il tempo delle risorse indefinite è cessato. Ciò significa che le popolazioni dovranno rendersi conto che il loro problema, lungi dall'essere stato risolto, si presenta oggi con un livello di complessità ben maggiore rispetto al passato.
Oggi, il Mezzogiorno, come Viesti ha osservato in altra sede, non è più «la terra della miseria e del sottosviluppo», in quanto l'intera sua società civile appartiene, grazie alla solidarietà nazionale, alla parte più ricca del mondo. Vi è certo la presenza di fasce sociali povere; tuttavia, le genti del Sud hanno una speranza di vita del tutto simile a quella media italiana ed europea ed è tra le più elevate del mondo. Il quadro delle regioni meridionali dal punto di vista delle condizioni di vita non è, dunque, catastrofico. Ciò che è catastrofico è il modo in cui le stesse regioni hanno sinora utilizzato, con la responsabilità dello Stato centrale, le risorse che hanno avuto a disposizione, a causa della mancata soluzione dell'antico problema italiano dell'insufficiente integrazione della società civile e dell'economia delle regioni del Sud nel più ampio ambito della società civile e dell'economia sia a livello nazionale che europeo.
*Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Spettacoli e Società (Pagina 39 - Edizione CA)
Vetreria
La guerra nella città
 
Domani alle 18,30, alla Vetreria di Pirri, Cada Die teatro e Aipsa edizioni presentano il libro “Cagliari 1943. La guerra dentro casa. Racconti e percorsi teatrali. La memoria attraverso gli occhi e le voci dei bambini del 43”, a cura di Pierpaolo Piludu, con le illustrazioni di Sabrina Anna Piras.
In programma gli interventi di Annamaria Baldussi per la casa editrice, Giulio Angioni, Marco Mostallino, le letture di Alessandro Lay e Alessandro Mascia, le incursioni teatrali degli allievi della scuola di arti sceniche La Vetreria. Per la prima volta Dr Drer e i CRC Posse canteranno dal vivo “Casteddu '43” scritta per il documentario “Cagliari 1943, quando scappavamo con cappotto sul pigiama” realizzato per la sede regionale della Rai da Pierpaolo Piludu.
Il libro (con foto d'epoca, foto di scena del teatro, illustrazioni a colori) è una tappa importante di una ricerca incominciata sette anni fa dalla compagnia teatrale cagliaritana in collaborazione con la cattedra di Antropologia culturale dell'Università di Cagliari e con l'Isre di Nuoro, sui testimoni dei bombardamenti.
 
L’UNIONE SARDA
10 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 15 - Edizione NU)
Dallo studio alla ricerca
Seicento ragazzi coinvolti nel progetto dell'Ailun
Gli allievi sperimentano nei laboratori dell'università le teorie della fisica
 
Università Ailun, bilancio di tre anni di progetto Esperimentando . Oltre 600 studenti delle province di Nuoro e Ogliastra sono stati presi per mano, e guidati dagli esperti della piccola accademia nuorese nel misterioso e affascinante mondo della fisica che sottende alle tecnologie ottiche. Laboratori, sperimentazioni dirette, stage, diffrazioni, interferenze e visualizzazioni delle proprietà cromatiche della luce. Percorsi da protagonisti nei quali i ragazzi hanno potuto saggiare con le proprie mani, la propria testa e i loro occhi, come nasce un disegno scientifico, come si sviluppa e quali sono le difficoltà a cui va incontro uno scienziato. Ma anche e soprattutto provare dentro di sé l'emozione della scoperta, l'incontro ravvicinato con le proprie capacità che si verifica ogni volta che si arriva a capo di un problema, al bandolo della matassa.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA «I ricercatori del nostro centro mettono a disposizione le loro conoscenze, competenze e anche gli strumenti», spiega Alessandra Canedo, responsabile del progetto, «l'obiettivo principale è arricchire l'offerta formativa che normalmente viene messa a disposizione dalla scuola, e soprattutto insegnare a trasferire dati e nozioni da un piano teorico a uno pratico. Nel 2011 eravamo partiti in via sperimentale, coinvolgendo quella che allora si chiamava scuola media numero 4, oggi Maccioni, insieme alle quinte del Liceo scientifico di Nuoro. Il programma è ormai giunto alla terza edizione e ogni anno si confermano importanti conclusioni. La prima è che l'interazione, il ruolo attivo nell'acquisizione del sapere, favorisce la memorizzazione, crea l'ambiente giusto perché tale sapere possa attecchire ed essere metabolizzato dai ragazzi».
TRE ISTITUTI SUPERIORI Sotto i riflettori di questo 2013 scolastico che volge al termine c'era il Businco di Jerzu, nel 2012 l'Ipsia Volta di Nuoro, e l'Agrario Bernardo Brau, sempre del capoluogo barbaricino. Più di 600 i partecipanti, 33 classi di ogni ordine e grado e 144 le ore di attività: «Ciò che ci preme è la divulgazione scientifica», continua la dottoressa Canedo, «ricordiamo che la formula è gratuita. Crediamo che l'amore per la scienza nasca sul campo. Gli studenti, insieme ai nostri esperti, acquisiscono le basi della fisica, e di volta in volta mettono in pratica ciò che hanno imparato rispetto ai fenomeni ottici e colorimetrici».
STUDIO E RICERCA I percorsi sono calibrati sull'età degli allievi: i più piccoli, si tratta comunque sempre di classi terminali, vengono impegnati per una mattinata. I giovani delle Superiori invece dispongono di un iter più articolato e complesso, scandito da specifici moduli didattici nei quali sono in tutto e per tutto dei ricercatori in erba. Un fiore all'occhiello dell'associazione libera università nuorese che in questo modo ritrova in un certo senso la sua antica ragion d'essere.
Francesca Gungui
 
L’UNIONE SARDA
11 – L’Unione Sarda
Cronaca di Alghero (Pagina 25 - Edizione NU)
Alghero
La nautica in vetrina
 
Sfruttare le opportunità offerte dalle strategie comunitarie in tema di "blue economy". È l'obiettivo che ha perseguito la Provincia di Sassari, grazie all'alleanza con la Camera di commercio del Nord Sardegna e con l'Università di Sassari, attraverso il progetto strategico Innautic, i cui risultati verranno illustrati nell'ambito di un grande Conference Expo che verrà ospitato ad Alghero da domani e fino al 9 giugno, nel Quarté Sayàl del lungomare Barcellona. I lavori inizieranno con una conferenza stampa alle 11. Alle 12 sarà inaugurato l'Expo, che terrà i battenti aperti sino a domenica, mentre nel pomeriggio prenderà il via il meeting vero e proprio con una sessione scientifica che verrà moderata da Maurizio Vernassa dell'Università di Pisa. (c. fi.)
 

LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
Unione europea
Contro i populismi bisogna costruire un’Europa dei cittadini
di PAOLO FOIS
 
Alcuni mesi fa Mario Monti, allora presidente del Consiglio, formulava la proposta di una riunione straordinaria del Consiglio europeo dedicata ad una approfondita riflessione sul fenomeno del populismo in Europa. Una diffusa, crescente disaffezione nei confronti del funzionamento e delle politiche dell'Unione, una disaffezione che si tramutava spesso in una vera e propria avversione, rendeva quanto mai opportuna ed urgente la convocazione di una simile riunione, da tenersi a Roma nei primi mesi del 2013. Siamo arrivati al mese di giugno: Monti non è più presidente del Consiglio, e della riunione nessuno parla più da tempo, sebbene il pericolo del populismo venga ancora di frequente evocato e le richieste di referendum sull'Europa siano sempre all'ordine del giorno. Appare a questo punto legittimo chiedersi se la nascita in Italia di un nuovo governo sia l'unica ragione di questa dimenticanza, ovvero se l'emergere fra i leader europei di un diverso orientamento al riguardo abbia consigliato l'accantonamento di una proposta che, al momento della sua formulazione, sembrava riscuotere ampi consensi. Certo, le finalità perseguite da Monti non mancavano di sollevare qualche riserva. La sua era infatti un'iniziativa che, identificando le tendenze "populiste" con le tendenze "antieuropee", si proponeva essenzialmente di porre in risalto i rischi che da simili tendenze potevano derivare per il processo di integrazione in una fase quanto mai delicata, in cui una devastante crisi economica lasciava trasparire scenari nient'affatto incoraggianti per il futuro dell'Europa. Senza volere in alcun modo sottovalutare simili rischi, si deve tuttavia al tempo stesso rilevare che sarebbe riduttivo affrontare la questione del populismo ignorando le cause profonde di questo fenomeno, da non liquidare attribuendone la responsabilità a spregiudicati capipopolo, abili nello sfruttare e canalizzare in una determinata direzione l'indubbio malcontento di molti cittadini europei. Una obiettiva valutazione di un così diffuso stato d'animo dovrebbe invero tener conto del fatto che a questi cittadini l'Unione europea e le sue istituzioni appaiono lontane, incapaci di dare adeguate risposte alle loro attese. Le assicurazioni con cui, da molti anni ormai, si tenta di accreditare la tesi che l'obiettivo perseguito è quello di una "Europa dei cittadini" sono destinate a lasciare il tempo che trovano, ove si consideri che, in realtà, ben poco è stato fatto per colmare quel deficit democratico provocato da una prolungata attribuzione del potere legislativo ad un'istituzione dell’Unione, il Consiglio, composto da rappresentanti degli esecutivi nazionali..Il fatto che attualmente il potere legislativo sia esercitato congiuntamente dal Consiglio e dal Parlamento europeo non può far dimenticare che è sempre più il Consiglio europeo (composto dai Capi di Stato e di Governo degli Stati membri) a prendere le decisioni che contano: se, ad esempio, la politica dell'Unione debba essere orientata verso il rigore o verso la crescita; se, e con quante risorse, debba attuarsi un piano straordinario per contrastare il drammatico fenomeno della disoccupazione giovanile in Europa. Ben difficile, quindi, ritenere che un dibattito sul populismo in Europa possa limitarsi ad una condanna senza appello di tutti coloro che si ritiene nutrano sentimenti antieuropei, senza chiedersi quali siano le cause che originano questi sentimenti, e senza definire le regole e le politiche di cui l'Unione dovrebbe dotarsi per essere realmente vicina ai suoi cittadini. Un'Unione diversa da quella attuale, senza dubbio. Ma, proprio per questo, la conferenza sul populismo non è certo per domani.
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Macciotta, trasferimento nella notte del 14
 
CAGLIARI È stato programmato nella notte tra venerdì 14 e sabato 15 giugno il trasferimento di alcuni reparti della clinica Macciotta (Terapia intensiva neonatale e Puericoltura) al nuovo Blocco Q del Policlinico di Monserrato. La decisione è stata presa ieri dalla cabina di regia istituita all’assessorato regionale della Sanità e alla quale hanno preso parte oltre alla Regione l’Azienda ospedaliero-universitaria , la Prefettura, la protezione civile , i Vigili del fuoco, le forze dell’ordine e i rappresentanti dei Comuni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Intesa San Paolo e Università: 35mila euro in borse di studio
 
CAGLIARI La Fondazione Intesa Sanpaolo Onlus, in collaborazione con l’Università di Cagliari, ha assegnato borse di studio per un totale di 35mila euro a 24 studenti universitari che si sono trovati in condizioni di svantaggio - economico, fisico, psichico, sociale o familiare - tali da pregiudicare i risultati negli studi. Su iniziativa della Fondazione, lo scorso 21 gennaio, l’Ateneo ha pubblicato un bando di concorso. Sono pervenute 101 domande: le borse sono state assegnate in base alla valutazione dei singoli casi e comunque a studenti che non hanno beneficiato di altri sussidi economici previsti dalla normativa vigente sul diritto allo studio. I contributi a favore del diritto allo studio rappresentano per la Fondazione una modalità ormai collaudata con la quale sostenere gli studenti che, pur nella difficoltà, si prefiggono di concludere il proprio iter universitario e intraprendere un’attività lavorativa. «La Fondazione ha trovato nell’Università degli Studi di Cagliari un interlocutore attento ai bisogni degli studenti ed è nata una collaborazione che ha consentito di concretizzare in tempi brevi le proprie finalità - ha detto Cristina Motta, consigliere della Fondazione».
 
LA NUOVA SARDEGNA
15 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Ed_Cagliari
SANITÀ »OSPEDALI INADEGUATI
Sale operatorie abusive, manager in aula
Due ex direttori dell’Azienda mista sotto processo: i nuovi padiglioni non hanno l’autorizzazione quale struttura sanitaria
di Elena Laudante
 
SASSARI Le sale operatorie? Abusive. Gli ambulatori? Abusivi. E la Clinica medico-chirurgica? Come sopra: fuori legge. Sembra difficile da immaginare ma gran parte della struttura denominata “Stecca bianca”, la nuova ala delle cliniche universitarie che fanno capo all’Azienda ospedaliero-universitaria, e l’edificio “Clemente”, non hanno l’autorizzazione all’esercizio quale struttura sanitaria e di assistenza specialistica e ambulatoriale. Autorizzazione che la Regione non ha rilasciato, formalmente - almeno fino al 2009 - perché da Sassari non erano partiti tutti i documenti necessari alla pratica. È quanto emerso ieri in un’aula di tribunale, davanti al giudice Giuseppe Grotteria, chiamato a stabilire se per quegli “abusi” sono responsabili due ex direttori generali dell’Azienda ospedaliero-universitaria, Renato Mura, 68 anni, e Antonello Ganau, 66, imputati per la violazione di decreti e leggi in materia. Alla prima udienza del processo, sul banco dei testimoni sono saliti due marescialli del Nas che dal 2002 denuncia le condizioni quantomeno inadatte dell’ex policlinico universitario, che dal 2007 fa capo all’Azienda mista. È nel 2008, dopo una ispezione, che i militari vanno a verificare il rilascio di quella autorizzazione da parte della Regione, e scoprono che - semplicemente - non esiste. Acquisiscono agli atti dell’inchiesta il carteggio tra Cagliari e Sassari su una procedura comunque avviata. E scoprono che «l’assessorato alla Sanità aveva chiesto alla direzione generale la documentazione tecnico amministrativa indispensabile per il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento e accreditamento», è stata la spiegazione del Nas. Nella relazione informativa inviata alla procura della Repubblica nell’ottobre 2009, specifica le ragioni: «L’Azienda ospedaliera non ha ancora prodotto la documentazione richiesta». Ad oggi, secondo l’attuale dirigenza, le ragioni di tale mancanza sono diverse. Ma la situazione resta la stessa: i due nuovi complessi delle cliniche San Pietro non hanno ottenuto la specifica autorizzazione «per l’esercizio quale struttura sanitaria che eroga prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo, ovvero prestazioni di assistenza specialistica ed ambulatoriale». Una situazione che si perpetua dal 2002, ricorda il Nas, che per questo aveva segnalato alla Procura i nomi di coloro che avevano preceduto Mura e Garau, cioè Antonello Pisu, Antonio Monni e l’ex rettore Alessandro Maida. Per loro non ci sono stati strascichi processuali visto che è passato troppo tempo dai fatti (2002) e la prescrizione avrebbe comunque spazzato via le accuse. A Mura oggi la Procura contesta anche di aver tenuto aperto il laboratorio di endocrinologia, al quinto piano della clinica medica, senza l’autorizzazione regionale. E poi di aver omesso di chiedere il certificato di prevenzione incendi per la clinica medica, dove c’è il laboratorio di analisi all’interno del quale sono sistemati gas medicali e materiali radioattivi «tali da pregiudicare, in caso di incendio - recita il capo d’accusa - l’incolumità dei lavoratori e dei pazienti, essendo il quinto piano sprovvisto della scala antincendio e delle vie di fuga». Al processo ieri, l’avvocato di Mura, Giuseppe Masala (in difesa di Ganau c’è l’avvocato Salvatore Porcu), ha prodotto invece una serie di documenti per provare che Mura avesse più volte richiesto l’autorizzazione, che in realtà è vincolata alla realizzazione di opere strutturali dei nuovi reparti che la stessa Regione non ha mai finanziato. Se Cagliari non versa i fondi per costruire due torri che servano come vie di fuga, ha sostenuto il penalista, quelle autorizzazioni non potranno mai essere rilasciate. In una sorta di “comma 22” burocratico, circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire. Gli imputati saranno in aula il 5 luglio. Mura racconterà di come, appena insediato, avesse chiesto pure un incontro in Prefettura, che però non fu risolutivo. L’unica cosa da fare, per rispettare le regole, sarebbe stata la chiusura dei reparti. Ma non se la sentì.
 
LA NUOVA SARDEGNA
16 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Ed_Cagliari
Il direttore Cattani: «Tanto è stato fatto ma la Regione tace»
di Gabriella Grimaldi
 
SASSARI Piani di evacuazione, rilevatori di fumo, impianti di videosorveglianza, formazione del personale a tappeto, protocolli specifici per ogni tipo di incidente. Il cammino verso il completo adeguamento delle cliniche di San Pietro sotto il profilo della sicurezza sembra non finire mai. E infatti, come ammette anche il direttore dell’Azienda ospedaliera universitaria Alessandro Cattani, in carica da due anni, nonostante tutti gli sforzi fatti per mettere in atto le indicazioni dei vigili del Fuoco l’autorizzazione all’esercizio provvisorio dell’attività da parte della Regione non è mai arrivata, se non per le parti realizzate ex novo, come ad esempio il recentissimo reparto di terapia intensiva neonatale. «Abbiamo fatto tanto – dice Cattani – ma per ottenere l’accreditamento definitivo nelle strutture a valle di viale San Pietro è necessario realizzare almeno due torri di fuga verticale ai lati della stecca bianca e del palazzo Clemente. Progetti per i quali abbiamo chiesto da tempo il finanziamento alla Regione». Intanto però si fatica a realizzare una ristrutturazione completa dell’ospedale. Sono troppi gli aspetti da rivedere anche considerando che per tantissimi anni, soprattutto prima della nascita dell’Aou nel 2007, il lavoro nei reparti veniva svolto ignorando norme elementari di sicurezza. All’inizio del suo mandato, poi, l’attuale manager, aveva dovuto fare i conti con alcuni incidenti che avevano mostrato la fragilità del sistema, il più grave dei quali fu la morte di una paziente durante il trasporto in un ascensore che era rimasto bloccato per un black-out (caso poi archiviato dal giudice). «Gli ascensori – conclude Cattani – da allora sono tutti a norma, ma il lavoro da fare è ancora tanto», mentre il responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Antonio Piga aggiunge che «soltanto la realizzazione del nuovo ospedale potrà dare risposte definitive». Un sogno che forse si avvicina con lo stanziamento del 95 milioni necessari per il nuovo blocco ospedaliero. Se tutto va bene potrebbe essere disponibile una tranche di 8 milioni per il 2013 che consentirebbe di accantierare, in autunno, le famose due torri senza le quali la pratica dell’accreditamento continuerà a “languire” negli uffici dell’assessorato regionale alla Sanità.
 
LA NUOVA SARDEGNA
17 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
Il Ced pronto da tre anni resta chiuso: manca la luce
Esplode la polemica sul moderno centro elaborazione dati dell’Università Il rettore scrive al prefetto sul caso paradossale della cabina dell’Enel
 
SASSARI Circa un anno fa è stato inaugurato in via Rockefeller il Centro di elaborazione dati e di trasferimento tecnologico dell'Università di Sassari: un edificio modernissimo, costato una somma considerevole, che ospita il cuore informatico dell'Ateneo turritano e che ospiterà anche l'incubatore d'impresa, altra struttura importante per il decollo economico del territorio. Tutto è pronto al via: server, reti, cablaggi, arredi ed ogni altra cosa necessaria. Cosa impedisce, allora, a questa struttura di altissima tecnologia di partire e di contribuire in modo sostanziale al funzionamento ottimale dell'Università? «La mancanza di energia elettrica - spiega il prorettore all'Edilizia Aldo Maria Morace -. Può sembrare un paradosso, ma è così. La vicenda si trascina ormai da tre anni. Da quando, cioè, l'Ateneo ha richiesto e pagato oltre 15mila euro, in due rate successive (giugno 2011 e marzo 2012), all'Enel, secondo quanto richiesto dai preventivi dell'ente». Dopo ritardi vari, e dopo un intervento personale del rettore Attilio Mastino, volto a sbloccare la situazione, l'Enel nel luglio del 2012 ha comunicato finalmente che, per poter effettuare la fornitura, è necessario avere in comodato d'uso o in cessione gratuita la cabina esistente del Presidio multizonale di Prevenzione, situata vicino all'edificio universitario di via Rockefeller. «Abbiamo subito sollecitato l'Asl, che si è professata disponibile alla cessione, salvo poi comunicare di non poterlo fare perché la cabina è di proprietà dell'Arpas, cui è stata ceduta, senza che però si possa dimostrare con i documenti che tale cessione è avvenuta», continua Aldo Morace. «Nel gennaio di quest'anno, finalmente, l'odissea sembra destinata a giungere a una lieta conclusione. Viene effettuato un sopralluogo congiunto fra Enel e Arpas; il tecnico preposto prende l'impegno di formalizzare, entro dieci giorni, la procedura di frazionamento catastale dell'area su cui insiste la cabina, mentre i tecnici dell'Enel si impegnano a loro volta ad allacciare l'energia elettrica entro un mese dalla data di acquisizione (gratuita) della cabina». Sembrerebbe tutto risolto e invece il 5 maggio giunge un fax dall'Asl, che chiede alla Regione il nullaosta per la cessione. Ma, allora, di chi è la cabina? Dell'Asl o dell'Enel? La questione piomba nuovamente nell'incertezza. L'Asl assicura che, appena avuto l'assenso della Regione, o anche soltanto trascorsi i dieci giorni, procederà alla dismissione. I dieci giorni sono trascorsi invano; il Rettore ha inviato la pratica al prefetto, chiedendo "un intervento immediato e risolutore". Intanto l'Università continua da mesi e mesi ad attendere di poter finalmente mettere in funzione il Ced, essenziale per la sua funzionalità e competitività.
 
LA NUOVA SARDEGNA
18 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
 “Blue economy” con la nautica, domani un meeting
 
ALGHERO. Ipotizzare e realizzare nuovi modelli per la crescita del settore della nautica nel Nord Ovest Sardegna, sfruttando le opportunità offerte dalle strategie comunitarie in tema di “blue economy”. È l’obiettivo che ha perseguito la Provincia di Sassari insieme alla Camera di Commercio del Nord Sardegna e all’Università di Sassari, attraverso il progetto strategico “Innautic”, i cui risultati verranno illustrati nella Conference Expo che verrà ospitata da domani a domenica 9 giugno ad Alghero, nel Quarté Sayàl sul lungomare Barcellona. Domani i lavori inizieranno con una conferenza stampa convocata per le 11, durante la quale il senso e il contenuto dei quattro giorni di meeting verranno precisati nel dettaglio. Sono previsti i saluti di benvenuto del sindaco di Alghero, Stefano Lubrano, cui seguiranno gli interventi del presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici; del presidente della Camera di Commercio del Nord Sardegna, Gavino Sini; del rettore dell’Università di Sassari, Attilio Mastino; dei rappresentanti della Regione e dei partner transfrontalieri della Provincia nel progetto “Innautic”: Regione Toscana, Regione Liguria e Corsica.(g.o.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
19 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Nuoro
Smontato un mito «Il nostro pecorino non fa ingrassare»
Lo rivelano gli esperti a un dibattito del Maggio universitario
«E ha anche proprietà anti-cancro e anti-arteriosclerosi»
di Francesco Pirisi
 
NUORO Le conferenze del Maggio Universitario si chiudono con un’informazione che tornerà utile agli allevatori: il formaggio pecorino non è causa dei rischi di malattie cardiovascolari, né dell’obesità. Un consumo bilanciato porta anzi a una riduzione del colesterolo nel sangue e dello stesso marker dello stress ossidativo. Sono le conclusioni del convegno "Pecorino e salute", ospitato sabato nella sala dell’ex mercato civico. Il confronto ha chiuso gli eventi promossi per il quarto anno dall’associazione degli studenti del corso di Scienze forestali e ambientali di Nuoro. Il confronto specialistico porta a Nuoro i docenti del dipartimento di Agraria dell’università di Sassari, Anna Nudda e Pietrino Deiana, e il collega dell’ateneo di Cagliari, Sebastiano Banni. Tre voci per sconfessare credenze e luoghi comuni. Banni inquadra il problema: «Si è soliti dividere gli alimenti in buoni e cattivi, e si mettono i prodotti lattiero-caseari tra questi ultimi. Niente di più sbagliato, a meno che non ci sia l’azione di inquinanti». Il docente di Cagliari porta una serie di elementi alla causa di formaggi e affini: «È stato fatto uno studio, su un campione di 200mila consumatori, per valutare quali alimenti fanno aumentare di peso: il formaggio non è tra questi». Così come il latte, dove non cambiano gli esiti nell’organismo a seconda che il prodotto sia intero o scremato. Ma il riscontro più interessante arriva da Cagliari, con lo "Studio casu", del Dipartimento di Scienze Biomediche e dell’ospedale Brotzu. «Per tre settimane è stato dato ad un gruppo di individui una porzione di 90 grammi al giorno di formaggio arricchito con acido linolenico», racconta Sebastiano Banni. Dopodiché ci sono state altre settimane di alimentazione completamente priva di latticini, e altrettante con una dose di 45 grammi al dì, con la funzione di controllo: e da qui il responso sull’assenza di un aumento del colesterolo totale e di quello Ldl, il colesterolo cattivo». Il nome alle componenti benefiche del formaggio li dà Anna Nudda, docente con cattedra anche a Nuoro: «Sono gli acidi alfalinolenico e linolenico coniugato, o Cla, due componenti ad azione nutrizionale, dei quali si conoscono le proprietà anti-cancerogene e anti-arteriosclerosi». Il fatto che nel settore per tanto tempo si sia pensato esattamente il contrario fa parte «degli abbagli dei medici», dice il professor Pietrino Deiana. La sua smentita si appoggia sulle abitudini alimentari dei centenari sardi: «La metà di essi consuma abitualmente carne ovina, caprina, oltre ai formaggi. Il 40 per cento consuma carboidrati, il 69 per cento verdura e frutta di stagione. Nella dieta dei vegliardi, in oltre il 90 per cento dei casi, anche il cannonau». Il motto di Deiana è preso a prestito da Ippocrate, medico della Grecia antica: «Lascia che il cibo sia la tua medicina». E il formaggio fa parte della “cura”. A maggior ragione quando la premessa alimentare dell’allevamento è il pascolo. Oltre alla professionalità citata dal rettore di Sassari, Attilio Mastino, «di cui si deve essere consapevoli e che va valorizzata. Anche perché sino a questo momento il nostro formaggio più conosciuto, il pecorino romano, porta un nome che non riconduce alla nostra isola». E con questo evento, dunque, Il Maggio universitario va in archivio «con un ottimo risultato», commenta Antonella Putzulu, presidente dell’associazione.

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