Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 June 2013

RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
«La ripresa? Insignificante»
L’Isola soffre e perde ricchezza: non sappiamo innovare
CRENOS. Presentato il 20° rapporto. La Regione: «Colmare il gap infrastrutturale»
 
La Sardegna naviga in acque agitate. La situazione economica è «particolarmente critica» e «gli indicatori di crescita, reddito e consumi confermano la stagnazione che si registra a livello nazionale». La fotografia, a tinte fosche, è stata scattata dal 20° Rapporto Economia della Sardegna del Crenos. «Al di là delle carenze infrastrutturali, che pure sono importanti», spiega Giovanni Sulis, ricercatore del Crenos, uno dei curatori del Rapporto, «in Sardegna esiste un problema di scarsa dotazione di capitale umano specializzato». Anche per questo il Pil dell’Isola ristagna: in linea con il resto del Paese, il prodotto interno lordo del 2014 rimarrà vicino allo zero (0,7% in Italia).
IL LAVORO Uno dei tasti dolenti è il mercato del lavoro. Continua ad aumentare il numero di disoccupati (+16% del 2012 rispetto al 14% del 2011) anche se migliora l’accesso da parte delle donne in settori come i servizi alla persona, ma non rallenta l’incremento del ricorso alla cassa integrazione (+600% rispetto al 2007). «Sono dati che ovviamente ci preoccupano», commenta l’assessore regionale della Programmazione, Alessandra Zedda, «ma dobbiamo concentrarci sugli elementi positivi e batterci per colmare il gap infrastrutturale che deriva dall’insularità. Solamente puntando su lavoro, competitività, sistemi produttivi e innovazione possiamo superare la terribile crisi che stiamo attraversando».
IL TURISMO Arranca anche il turismo che sconta il decremento dei flussi nazionali. In Italia, quasi la metà delle presenze è di origine straniera (46%), la quota diventa superiore per le regioni del Centro Nord (49%). In Sardegna e nel Mezzogiorno, la differenza fra turisti italiani e stranieri è più ampia rispetto alla media nazionale, anche se, spiega il Crenos, è in miglioramento negli ultimi anni grazie soprattutto ai trasporti aerei “low cost”. Tra le province, Olbia-Tempio si conferma una delle più frequentate dagli stranieri (il 44% delle presenze sul totale) come l’Ogliastra e Sassari. La quota di turisti italiani è invece preponderante a Cagliari (oltre il 60%) e nelle province di Carbonia-Iglesias e del Medio Campidano. Nel 2013, tuttavia, gli operatori scommettono sul rilancio del turismo italiano, ipotizzando un aumento di poco superiore al 30%.
LA SPESA PUBBLICA Sul fronte della spesa pubblica, la Sardegna procede a due velocità. Mentre il sostegno della Regione al territorio resta tra i più alti d’Italia (1.076 euro pro capite per l’erogazione di servizi pubblici, in particolare sul fronte sociale che vale il 20% di quella complessiva) e nell’ultimo quinquennio la spesa sanitaria è aumentata di circa il 2% (-0,4% la media italiana), dal punto di vista produttivo l’Isola perde ricchezza rispetto al 2007 (-2,7% del valore aggiunto pari a 27,2 miliardi di euro e +0,5% rispetto al 2011) a causa della crisi industriale. Pure la dotazione infrastrutturale è scarsa. Fatta 100 la media italiana, la Sardegna registra un valore di 86 per le infrastrutture portuali, 47 per quelle stradali, 37 per quelle bancarie e 17 per le ferroviarie. Infine, occorre fare ancora parecchia strada sul campo della ricerca e dell’innovazione: in questi settori è troppo bassa la spesa pubblica rispetto al Pil: dallo 0,05% del 2007 allo 0,12% del 2012, mentre quella privata è quasi pari allo zero (0,06%).
LE PROSPETTIVE Riguardo alle prospettive per la seconda metà del 2013 e per il 2014, la ripresa economica in Sardegna appare «insignificante e quindi si prevede un altro periodo di stagnazione».
Lanfranco Olivieri
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
L’analisi sul mercato del lavoro
Siamo poco competitivi: il 53% dei sardi ha una bassa istruzione
 
«Un sardo su due ha solo la licenza media: se non si mettono in campo politiche per invertire la tendenza, l’impatto sul mondo del lavoro sarà dirompente». Gianni Loy, docente di diritto del lavoro all’Università di Cagliari, commenta così sul settimanale Il Portico i dati del Rapporto annuale del Centro studi di relazioni industriali, presentato nei giorni scorsi. Un’indagine che mette in evidenza «il grande e progressivo divario fra l’Italia e l’Europa». Il rapporto, relativo al 2012, racconta, a partire dai dati sull’istruzione, quanta strada ancora ha da fare la Sardegna nel cammino che porta a una crescita della competitività.
IL RITARDO «La quota di popolazione poco istruita», dice Loy, «con la quale si intende la percentuale di popolazione il cui titolo di studio più elevato sia la licenza media, è altissima in Italia (il 43% della popolazione adulta), ma in Sardegna sale addirittura al 53% del totale. Si tratta di un forte handicap», continua Loy, «che non consente niente di buono, se è vero che la presenza nel mercato del lavoro di professioni specializzate costituisce elemento di attrazione degli investimenti». Persino «i Paesi colpiti dalla crisi in maniera pesante, come Spagna e Irlanda, sono riusciti a incrementare l’occupazione di professionisti specializzati, mentre l’Italia e la Sardegna hanno registrato una drastica regressione», conclude Loy. ( lan. ol. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 17 - Edizione CA)
A Pula Linkontro della Nielsen
«Il Paese non cresce perché è vecchio e ostile all’innovazione»
 
La condivisione di obiettivi può rappresentare il mezzo per superare la crisi economica. Le strategie di marketing riescono ad acquisire forza quando sono frutto di un raffronto che parte anche dall’innovazione. Non è un caso che la seconda giornata della 29ª edizione de “Linkontro”, a Santa Margherita di Pula, abbia avuto come tema “Il valore del Noi, la nuova frontiera del cambiamento”. Rappresentanti del mondo accademico, economico e delle istituzioni sono impegnati fino oggi per il tradizionale appuntamento promosso da Nielsen, azienda specializzata in misurazioni e informazioni di marketing su acquisti, consumi e pubblicità.
Gli effetti della crisi possono essere tamponati con un equilibrio tra individualismo e collettivismo. Almeno è questa la posizione esposta da Vincenzo Perrone, docente di Organizzazione aziendale dell’Università Bocconi. «Il passaggio mancante», ha sottolineato poi Giuseppe De Rita, tra i fondatori del Censis, «è quello dell’uscita dall’io verso il riconoscimento dell’altro, per costruire una vera e propria “cultura del noi”». Secondo Francesco Daveri, economista e docente dell’Università di Parma, viviamo in un Paese incapace di crescere perché vecchio e ostile all’innovazione. La soluzione per cambiare rotta esiste. «Per esempio, spostando il finanziamento sanità dall’Irap alla tassazione generale», ha rimarcato Daveri, «o facendo diventare lo Stato più amico delle imprese, con una semplificazione delle procedure che riducono le differenze tra PA e imprese-cittadini».
Nel pomeriggio alla sessione su “Il nuovo paesaggio della comunicazione”, hanno partecipato Luca Bordin, general manager media Nielsen Italia e Valerio Di Natale, rappresentante dell’Upa.
Intanto, giovedì è stato presentato “Nielsen Online Campaign Ratings” (Ocr), una soluzione che permette di rendere il marketing più incisivo. L’Ocr, secondo Bordin, «offre una straordinaria opportunità sia a chi investe, sia a chi raccoglie pubblicità online in maniera semplice e con un alto livello di affidabilità». Oggi, la giornata conclusiva dei lavori sarà focalizzata sul tema “Le sfide della crescita si vincono insieme”.
Eleonora Bullegas
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 18 - Edizione CA)
Stagione lunga significa più passeggeri
Vacanze-trasporti, trend da invertire
 
Quella fra trasporti e turismo è una “relazione pericolosa”, più complessa e meno scontata di quanto si pensi. In genere si usa liquidare la questione inquadrandola in una prospettiva nella quale il trasporto è funzionale al turismo e quindi l’assenza, l’inadeguatezza o l’eccessiva discontinuità del primo, genera forti criticità nel secondo. Sarebbero le criticità dell’offerta e del costo di accesso alla Sardegna a frenare il turismo, per cui, potenziando i trasporti, si renderebbe appetibile la nostra offerta turistica. Ragionamento ineccepibile sotto il profilo logico, che suggerisce però alcune considerazioni. L’esortazione a potenziare i trasporti è una condivisibile petizione di principio alla quale il quadro normativo e istituzionale attuale non consente però di fornire una reale implementazione. Non è infatti chiaro (a molti) chi dovrebbe farlo (lo Stato, la Regione, il sistema economico locale??), e soprattutto con quali misure e con quali risorse intervenire.
IL MERCATO È noto che i servizi di trasporto, e quelli aerei e marittimi più degli altri, sono ormai da tempo sottratti alla gestione pubblica e affidati per principio al mercato, che può essere solo parzialmente temperata dagli strumenti di garanzia della mobilità sociale (i famigerati oneri e obblighi di servizio pubblico), i quali però a loro volta costituiscono una mal tollerata intromissione pubblica nella dinamica concorrenziale eminentemente privatistica delle imprese di trasporto. Occorre riconoscere che la Sardegna con il suo milione e mezzo di residenti è un mercato quantitativamente modesto dal punto di vista trasportistico perché la massa critica dei potenziali fruitori e la loro disomogenea distribuzione nell’arco dell’anno spesso non giustificano economicamente alcun servizio di trasporto, e comunque non un servizio di trasporto regolare annuale.
In situazioni di questo tipo la competizione fallisce semplicemente perché non esiste un mercato di adeguate dimensioni che la sostenga; così non accade per esempio in Sicilia, dove i 5 milioni di residenti garantiscono una domanda che giustifica una reale competizione. Si pensi alla tratta Catania-Roma, prima rotta aerea italiana per passeggeri, dove si confrontano in mercato libero tre/quattro players, o, per rimanere in casa si pensi allo scalo di Olbia, primo porto passeggeri italiano, dove il mercato induce due/tre armatori a competere. Chiedere ai vettori di farsi carico del problema sarebbe innaturale e illogico, ma anche pretendere che il problema venga risolto dalla pubblica amministrazione, con i pur doverosi interventi di riequilibrio dell’insularità, sarebbe velleitario, oltreché eccessivamente oneroso.
IL TURISMO Potrebbe rivelarsi invece utile provare a capovolgere la prospettiva e valutare se non possa essere proprio l’attrattività turistica ad aiutare a colmare il deficit di domanda e far diventare la Sardegna un mercato trasportisticamente significativo. In altri termini, quando si è parlato di destagionalizzazione si sono investite risorse in maniera spesso avventurosa per sostenere collegamenti marittimi e aerei; potrebbe al contrario essere sostenuta (con un minore impiego di risorse) l’offerta di servizi turistici, con meccanismi più semplici e meno impattanti a livello comunitario, incrementando naturalmente la domanda di trasporto e favorendo l’apertura al mercato. L’incentivazione (fiscale, retributiva e contributiva) a prolungare l’apertura delle strutture ricettive, la razionalizzazione nell’acquisto di stock di materie prime locali per la ristorazione, il sostegno al web engineering, piattaforme efficienti di servizi informatici: sono esempi di misure sostenibili che, rendendo il bacino-Sardegna appetibile per periodi più lunghi, possono contribuire a incrementare la domanda di trasporto.
Massimo Deiana
Ordinario di Diritto della navigazione, Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
BENI CULTURALI.
Il direttore «L’Archivio non subirà declassamenti»
 
Dopo la protesta sul web contro il possibile declassamento dell’archivio di Stato, interviene Maria Assunta Lorrai, direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici della Sardegna, che sottolinea come non ci sia alcun pericolo: «In Sardegna esistono quattro archivi - spiega - dall’identica struttura, uno per ognuna delle quattro province storiche, tutti dipendenti dal Ministero. Alcuni sono sedi dirigenziali e altri no. Ma la presenza o meno di un dirigente alla guida di un istituto archivistico - prosegue il direttore - non ne muta struttura e finalità, non fa automaticamente venir meno la rilevanza dell’istituto e della documentazione che ha in custodia né la sua libera fruizione al pubblico o la qualità del servizio erogato». La Lorrai si sofferma anche sulla preoccupazione per una futura dipendenza dalle “Soprintendenze archivistiche regionali di nuova costituzione”, internamente rette da funzionari. «Se una ipotetica riorganizzazione ministeriale dovesse attribuire dei nuovi compiti a tali soprintendenze, si tratterebbe comunque di istituti già facenti parte dell’organizzazione archivistica sul territorio». Infine una replica alla dichiarazione del professor Mattone, dell’Università di Sassari, secondo cui il nostro patrimonio culturale sarebbe dovuto passare alla Regione così come è stato fatto in Sicilia: «Ricordo - dice la Lorrai - che la prerogativa di gestire i beni culturali da parte della Regione Sicilia non ha mai riguardato gli archivi, che sono sempre stati di competenza dello Stato italiano. In Sicilia operano infatti una Soprintendenza archivistica e una rete di Archivi di Stato presenti, anche in questa regione, nei capoluoghi di provincia».
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Nuoro e Marghine (Pagina 25 - Edizione NU)
Silanus
Formaggi in vetrina per due giorni
 
Sarà inaugurata oggi e si concluderà domani la seconda edizione della giornata del formaggio, manifestazione organizzata dalla Pro loco in collaborazione con Comune, Agris Sardegna e agenzia Laore di Macomer.
Prevista l’esposizione di diversi tipi di formaggio, con produzioni legate alla tradizione, che si svolgerà nell’antica casa Ajelli. Nella mattinata l’inaugurazione della mostra “Formaggi innovativi della Sardegna”, con una conversazione sulle sperimentazioni dei formaggi salutistici con Antonio Piris diAgris Sardegna e Sebastiano Banni dell’Università di Cagliari. Seguirà la vendita dei prodotti tipici. Nel pomeriggio in programma la valutazione dei saggi sulla produzione di “Su ischidu” da parte di produttori locali. Domani mattina i saggi dimostrativi sull’attività dell’allevamento, quindi degustazioni dei prodotti locali e vendita. La manifestazione si concluderà con la consegna degli attestati di partecipazione e con “pane e casu e binu a rasu”. ( f. o. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Prima pagina - Ed_Cagliari
L’Azienda Sardegna sul precipizio
Il rapporto Crenos degli atenei di Sassari e Cagliari: dal 2007 l’isola ha perso il 2,7% della ricchezza E’ ai vertici nella classifica dell’isolamento europeo. De Rita (Censis): «Ci si salva aiutandosi»
 
Pagina 2 - Ed_Cagliari
il rapporto crenos
Crisi economica, l’isola è in panne
In picchiata investimenti e consumi, boom di cassintegrati Dal 2007 è stato perso il 2,7% della ricchezza prodotta
di Alfredo Franchini
 
CAGLIARI La Sardegna è in mezzo alla “tempesta perfetta”, travolta dalla crisi aperta nel 2007 in America, e diventata negli anni un deficit politico, economico e sociale. Lo testimonia il Rapporto del Crenos, il Centro ricerche economiche delle Università di Cagliari e Sassari, giunto alla ventesima edizione e presentato ieri nella Facoltà di Ingegneria. Le speranze della ripresa si sono affievolite anno dopo anno e anche le previsioni più ottimistiche rivelano che se il prossimo anno dovesse essere quello della svolta, l’occupazione non crescerebbe. Il direttore del Crenos, Stefano Usai, e il ricercatore Giovanni Sulis osservano la stagnazione della crescita e dei consumi ma soprattutto la riduzione drastica degli investimenti. Il risultato è sconfortante perché la ricchezza prodotta nell’isola è in calo: tra il 2007 e il 2011 (ultimo dato ufficiale disponibile), la Sardegna ha perso oltre un punto del Pil; i consumi continuano a diminuire con un tasso di variazione medio annuo per lo stesso periodo pari a un punto in meno. Investimenti. La parola che nessuno pronuncia è recessione, ma è di quello che si tratta. Purtroppo la recessione è accompagnata dal crollo degli investimenti pro capite (-6,7 per cento), in completa controtendenza rispetto a quanto accade nel resto del Paese. La depressione economica va a intaccare le fasce più deboli della società, i giovani e le piccole imprese. Quando c’è una recessione servirebbe l’intervento della mano pubblica ma l’assessore alla Programmazione, Alessandra Zedda, è stata chiara: «Si deve sburocratizzare, avete idee della lungaggine delle procedure»? Tanto da portarla a dire successivamente: «Le risorse europee per il periodo 2014-2020 saranno ridotte del trenta per cento. Ma se vediamo l’attuale capacità di spesa mi viene da dire almeno le spendessimo tutte»... Produzione. Ormai nei settori della produzione prevale l’arte del rattoppo visto che nell’isola esistono poco meno di duemila casi di crisi. La struttura produttiva dell’isola ha un valore aggiunto di 27 miliardi e 218 milioni di euro: dal 2007 a oggi è stato perso il 2,7 per cento della ricchezza. Il settore che ha subìto le maggiori offese è quello dell’industria (-2,5%, in valori assoluti migliaia di posti di lavoro persi), di minore entità il calo dell’agricoltura, mentre per il settore dei servizi si registra un calo del 4,4%. «Il segnale sembra quello di una pressante necessità di investimenti», afferma Giovanni Sulis, «da parte del sistema produttivo regionale per accrescere la competitività delle aziende. Dall’altra sarebbe necessario puntare su settori più dinamici, tipici del terziario, che rappresenta, in termini percentuali, il maggior contributo alla produzione del valore aggiunto regionale (circa l’ottanta per cento). Mediterraneo. Fatto cento l’indice della ricchezza europea, la Sardegna è attestata a quota 78: non malissimo ma tre punti percentuali in più per superare la soglia fatidica che la esclude dall’Obiettivo 1, la maggiore fascia di aiuti riservata ai Paesi in ritardo di sviluppo. Ma il vero “scandalo” è un altro: il Crenos ha approfondito le conseguenze derivanti dall’insularità e, concentrandosi sul Mediterraneo, è giunto a una conclusione: la Sardegna (sulla base di un indice individuato per misurare l’accessibilità del territorio), è più isolata rispetto a isole ad essa vicina, come la Corsica; da segnalare che il territorio più isolato del mondo è l’Isola di Pasqua con un indice di 149 contro i 32 della Sardegna che quindi ha un valore pari a un quinto. Ammortizzatori. C’era una volta la Cig, poi negli ultimi due anni la cassa integrazione si è spostata verso quella “in deroga”, cioè pura emergenza. La crescita della Cig era stata costante e dal 2007 al 2012 è esploso il monte di ore con un incremento in rapporto all’occupazione pari al 600 per cento. Siccome il ricercatore non deve produrre soluzioni ma sollevare dubbi, il Crenos ha svolto un esercizio davvero interessante. Si è chiesto cosa accadrebbe se al tasso di disoccupazione si aggiungesse il parametro dei cassintegrati e di coloro che sono scoraggiati e abbandonano la ricerca di un lavoro. Il risultato è che il tasso di disoccupazione salirebbe di dieci punti percentuali. Un’emergenza sociale che propone la necessità di elaborare nuove strategie.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Ed_Cagliari
EMERGENZA ISTRUZIONE
Dispersione scolastica, solo Spagna e Malta peggio di noi
 
CAGLIARI La scuola sarda è davvero nella tempesta: troppi record negativi. Solo Spagna (26,5%) e Malta (33,5%) in Europa fanno peggio della Sardegna in termini di dispersione scolastica. È emerso dal rapporto Crenos che dedica un lungo capitolo al problema-emergenza dell’istruzione nell’isola. Dopo aver ridotto il tasso di dispersione del 10% tra il 2005 e il 2007, si è avuta una graduale crescita dal 2007, che ha portato la quota di abbandoni dal 21,8% al 25,1%, il 12% in più della media europea. A picco anche le immatricolazioni: si va dal 2,5% del 2007 al 2,2% del 2012, a fronte di un dato italiano più o meno costante e di poco inferiore al 2,6%. E sono sempre pochi i laureati con il risultato negativo sulla qualità degli occupati. È positivo, invece, il dato della spesa pubblica per la ricerca: dopo il calo del 2005-2007 la Sardegna ha aumentato gli investimenti dallo 0,5% allo 0,12 per cento. Valori che però sono sempre più bassi delle medie nazionali.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Ed_Cagliari
I sindacati: subito lavoro
Carrus (Cgil): «Occorre ripartire dalle infrastrutture»
 
CAGLIARI «I dati emersi dal rapporto Crenos evidenziano che la situazione più volte denunciata dal sindacato è persino più grave». Lo sostiene il segretario generale della Cgil Michele Carrus. «Nessun segnale di ripresa si intravede e mentre l’isola si distingue per un arretramento di quasi tutti gli indicatori economici, le scelte della politica regionale appaiono lontane da questa realtà». Ovviamente la priorità per il sindacato è il lavoro e su questo Carrus afferma: «Le scelte degli ultimi cinque anni sono state del tutto insufficienti e non sono servite a tamponare le emergenze». Questo perché manca una strategia di sviluppo: «Anche sui fondi strutturali i risultati sono discutibili. Non basta dire che le risorse sono state spese quando vengono disperse in mille rivoli oppure bloccate in fondi di garanzia». E non appare per nulla consolatorio vedere segnali di ripresa dell’occupazione femminile, «perché quando si parte da numeri così bassi, un lieve movimento non può essere confuso per un successo». Per queste ragioni la Cgil sollecita ancora una volta l’adozione di misure che creino immediatamente lavoro: «Il rapporto – conclude Carrus – ha evidenziato che gli investimenti pubblici sono stati praticamente azzerati, ripartiamo dalle infrastrutture cantierabili nei servizi a rete e nei centri urbani e abbandoniamo una volta per tutte Sardex, microcrediti generalizzati e fondi di garanzia ipertrofici». La particolare criticità della situazione economica e, soprattutto, il fatto che anche per la seconda metà del 2013 e per il 2014, si prevede in Sardegna un ulteriore periodo di stagnazione, con indicatori economici peggiori rispetto a quelli medi italiani, conferma le preoccupazioni già manifestate dalle organizzazioni regionali di Rete Imprese. «Occorre agire insieme e subito – ha affermato Agostino Cicalò, presidente regionale di Confcommercio e portavoce di Rete Imprese – per sostenere il tessuto imprenditoriale isolano con interventi in grado di superare l’emergenza e, al tempo stesso, favorire investimenti per lo sviluppo e l’occupazione. Il dialogo tra maggioranza e opposizione in Consiglio Regionale, che ha prodotto la significativa riduzione dell’Irap e la preannunciata imminente convocazione delle associazioni di categoria per l’operazione trasparenza e l’immediato sblocco dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione, sono segnali positivi, che non devono restare isolati». «È auspicabile – aggiunge Cicalò – che anche altri provvedimenti all’esame del Consiglio, alcuni dei quali sollecitati da Rete Imprese, come il sostegno ai Consorzi Fidi del commercio e dell’artigianato, la creazione dei distretti economico territoriali, ed il sostegno all’occupazione, trovino anch’essi rapida approvazione ed attuazione».
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Ed_Cagliari
De Rita del Censis: «Ma a salvarci sarà la solidarietà»
L’intervento alla convention a Pula sullo stato del Paese «Insieme possiamo uscire dalla crisi, ma non sarà subito»
di Umberto Aime
 
Dalla crisi, la peggiore dal dopoguerra a oggi, si salta fuori con il noi, che sta per «tutti insieme«, senza altra macelleria sociale, senza spaccare le comunità, senza la barbarie della giungla del più forte (o più ricco) che divora il più debole (o più povero). Nell’epoca del Papa francescano, il messaggio, stavolta laico, non poteva che essere questo: dall’affondamento del Titanic possiamo salvarci solo «se sapremo stringerci nell’unica scialuppa, quella della solidarietà». Tutto il resto va scacciato e messo da parte: «Perché è finito il tempo della forza e dell’arroganza dell’io, che è stata esplosiva per cinquant’anni», ha detto il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, dal palco dell’Inkontro. È l’annuale appuntamento di maggio organizzato dalla Nielsen, l’azienda che da sempre tasta polso e fiducia ai consumatori, alle imprese e dunque «al mondo Italia». Che è in ginocchio, travolta dalla recessione, e persino impaurita. Lo è ancora di più la Sardegna del 2013, affossata da numeri infernali: 16,4 per cento di disoccupazione, cinque punti in più della media nazionale, tasso d’inattività oltre il 40 per cento, giovani disperati e un esercito, sono 146 mila, in cassa integrazione. De Rita ha detto che il dramma, globale, nazionale e locale, deve essere esorcizzato, ma «il passaggio verso la necessaria identità del noi, non è facile, perché quei processi che servirebbero sono ancora animati dall’ego e dall’individualismo». Quella del presidente del Censis non è stata comunque una condanna: «Dobbiamo trovare dentro di noi e fra noi la forza di resistere, o meglio affidarci, senza esagerare, alla restanza». È un neologismo e significa che quando si è in crisi e tutto sembra venir meno, è «quasi automatico far conto su quello che ci resta». Scatta, la restanza, quando un Paese è deluso, inappagato dalla mancanza di futuro e incapace di investire sul cambiamento, allora si aggrappa a quello che ha funzionato in passato. Dunque, anche alle tradizioni che possono apparire spesso una prigione, ma in questi anni difficili possono avere un potere salvifico. Soprattutto in Sardegna, terra dove il nucleo famiglia è ancora un salvagente sicuro nel mare in tempesta. Sui tempi del passaggio dall’io al noi, De Rita è stato chiaro: «Non sarà subito. Probabilmente dovremo aspettare la prossima generazione. Oggi l’anello ancora mancante è quello dell’uscita dall’ego col successivo riconoscimento dell’altro, per costruire infine una vera e proprio cultura delle stare insieme, basata sulla comprensione e la solidarietà reciproca». Bisognerà stringere i denti, perché «stavolta rischiamo davvero di romperci le ossa e restare ingessati per almeno un’intera e lunga stagione», ha scritto il Censis nell’ultimo rapporto sullo stato dell’Italia. Concetto ripreso da Vincenzo Perrone, docente di marketing alla Bocconi di Milano: «Davanti alla violenza della crisi, una parte cospicua della popolazione ora vede messi a rischio sia la soddisfazione dei bisogni primari che la sua stessa sicurezza». In questa condizione estrema, ha aggiunto, «è forte la tentazione che ciascun individuo lotti da solo, in solitudine, per la sopravvivenza e cerchi di sopraffare gli altri». Il rischio è reale, quotidiano, e sempre più tambureggiante, con internet che «in presa diretta ti sbatte in faccia ogni brutalità». A questo punto del cammino, la salita è ripida, Perrone ha detto: «Il primo impegno della società deve essere quello di impegnarsi a correggere queste distorsioni figlie della disuguaglianza. Ma spesso non basta – ha proseguito – l’interesse comune a sostenerci uno con l’altro. Servono luoghi intermedi di aggregazione e integrazione dove impariamo a stare assieme e dove sarà più facile sviluppare la nuova dimensione sociale del gruppo». Sarà il gruppo a salvarci dalla crisi, non certo gli illusionisti egocentrici e arroganti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Ed_Cagliari
CHIMICA VERDE
Università-Cnr-Matrìca, ricerca e più collaborazione
 
SASSARI L’Università di Sassari per ora non “boccia” i cardi (ma casomai, «li rimanda a settembre» precisa il professor Pier Paolo Roggero) e continuerà a collaborare e a confrontarsi con Matrìca per individuare le migliori soluzioni per la chimica verde a Porto Torres. Il professor Roggero, del dipartimento di Agraria, torna appunto sui contenuti della sua audizione in commissione Agricoltura del consiglio regionale: «Dal punto di vista agronomico è opportuno distinguere la filiera agroindustriale dell’olio da quella delle biomasse. La materia prima ideale per la bioraffineria di Matrìca è rappresentata in particolare da olio ad alto contenuto di acido oleico, ottenibile da particolari varietà selezionate di colza o girasole, che sarebbe opportuno sperimentare in Sardegna per valutarne le potenzialità. Il cardo gentile, su cui sta puntando Matrìca, è noto soprattutto come coltivazione per la produzione di biomassa ligno-cellulosica, che rappresenta la materia prima per la centrale elettrica di Enipower. Il cardo produce anche seme oleaginoso, ma il contenuto di acido oleico del seme è molto più basso rispetto a quello di colza e girasole e le rese attese sono inferiori a quelle conseguibili anche in Sardegna con il colza e probabilmente anche con il girasole in semina autunnale». Continua Roggero: «Sono seguite nel mio intervento osservazioni su aspetti che meriterebbero una urgente verifica sperimentale, su cui il Dipartimento di Agraria ha dato a Matrìca sin da due anni piena disponibilità a collaborare. È previsto a breve un confronto tra i ricercatori dell’Università e quelli che collaborano con Matrìca; inoltre, la società ha annunciato la volontà di finanziare alcune borse di dottorato di ricerca con l’intento di formare le maestranze locali necessarie a gestire la complessa filiera agroindustriale. Nel quadro della convenzione con Università di Sassari e di Cagliari, Cnr e Novamont-Matrìca, la Regione sta inoltre valutando la possibilità di finanziare ricerche per affrontare molti degli interrogativi in merito alle potenzialità di sviluppo della coltivazione del cardo gentile, che comunque rappresenta una risorsa di sicuro interesse. La speranza è che queste 2 iniziative possano partire entro settembre, così da avviare la sperimentazione con la prossima annata agraria».
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Turismo sostenibile: Cagliari e il sud nel club dei migliori
 
CAGLIARI Il sud Sardegna passa l’esame internazionale di turismo sostenibile, rispettoso dell’ambiente e delle comunità che ospitano i visitatori. Cagliari, Villasimius, Muravera, Pula, Domusdemaria e Muravera sono entrati in un ristretto club mondiale, certificato dall’agenzia non governativa Global sustainable tourism council, patrocinata dall’organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni unite, che comprende altre otto aree, alcune delle quali molto conosciute: Jackson Hole, Wyoming (Usa), mt. Huangshan (Cina), st. Kitts and Nevis (Caraibi), Fjords (Norvegia), Lanzarote (Spagna), Okawango delta (Botswana), Cuzco (Perù), Los lagos (Cile). Un lancio internazionale preparato in modo scientifico con l’intervento dell’Università: «I vantaggi- ha spiegato Patrizia Modica, facoltà di Economia- sono legati a una visibilità internazionale mai avuta: essere una destinazione accreditata significa essere una destinazione leader nella sostenibilità». Il sud Sardegna - è stato spiegato ieri mattina durante una conferenza stampa con i sindaci dei territori coinvolti (per Cagliari c’era anche l’assessore alle attività produttive Barbara Argiolas - è entrata tra le prime nove destinazioni sostenibili al mondo grazie al rispetto di 41 criteri e 81 indicatori: tra questi il rispetto del patrimonio naturalistico e la tutela delle comunità residenti. Il percorso è partito a marzo con la promozione della candidatura, mentre un mese dopo è arrivato l’okay dal Consiglio globale del turismo sostenibile. Non è finita: il territorio del sud Sardegna sarà sotto esame dal 28 luglio al 6 agosto con una delegazione di esperti che valuterà il progetto secondo standard internazionali. E alla fine ci sarà un quadro completo del territorio con la segnalazione delle eccellenze, ma anche delle criticità da superare. Soddisfatti i sindaci dei comuni partecipanti: la sostenibilità può essere un’arma in più per vincere la battaglia, sempre più accesa, tra località turistiche. (s.a.)
 
LA NUOVA SARDEGNA
13 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
Sardex e bilinguismo alla Ted conference
 
CAGLIARI Il caso Sardex, il bilinguismo, la storia dei pastori: temi sardi che però possono essere interessanti anche per il resto del mondo. Ora andranno su una piattaforma su internet, a disposizione di centinaia di migliaia di utenti: il progetto si chiama TedxviaTirso ed è inserito nelle Ted conferences, lectio magistralis condensate in 15- 18 minuti. Un’idea nata in California venticinque anni fa per diffondere idee ed esperienze da tutto il mondo. Un’iniziativa che ora ha trovato sempre più spazi e audience grazie alla diffusione capillare di internet e ora anche dei social network che rilanciano i temi discussi. TedxViaTirso, in particolare, è articolato in quattro conferenze. Silvano Tagliagambe, componente del comitato scientifico del Fisec (foro iberoamericano sobre estrategias de comunicaciòn) parla dei "vantaggi cognitivi del bilinguismo". Gianni Loy, docente universitario, si sofferma su "plurilinguismo e infanzia". Renato Illotto, presidente cooperativa allevatori ovini, approfondisce il tema della pastorizia. (s.a)
 
LA NUOVA SARDEGNA
14 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
I tesori di Monte Claro, sul colle la storia dei sardi
Rinvenute tracce architettoniche che potrebbero appartenere all’era nuragica L’archeologo Nicola Dessì: «Forse un pozzo sacro risalente all’età dei metalli»
di Stefano Ambu
 
CAGLIARI La città dei colli, pieni di tesori archeologici. Per Monte Claro, per fortuna, la strada è in discesa: i pezzi di storia ritrovati nell’area verde tra via Liguria, via dei Valenzani e via Cadello sono già all’interno di un parco pubblico, al riparo da polemiche e battaglie. Lunedì partono gli scavi per capire meglio che cosa si nasconde nel colle. E comunque andrà, sará un successo: il parco, che già aveva preso imboccato il sentiero della cultura, tra biblioteche e pietre di Sciola, si ritroverà in casa una nuova attrazione, anche turistica. Si tratta di tracce architettoniche di etá nuragica. Per ora è solo un’ ipotesi, ma i resti individuati nel 2011 dall’archeologo Nicola Dessì, 32 anni, di Perdaxius, potrebbero appartenere ad un edificio della tarda etá dei metalli. Forse un pozzo sacro, del diametro di due metri e mezzo, con pietre lavorate con la tecnica della "martellina". Ad accertarlo ora saranno proprio gli scavi diretti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Oristano e coordinati da Dessì. La natura archeologica della struttura è stata confermata dalla Soprintendenza dopo il sopralluogo effettuato dall’archeologa Donatella Mureddu. Che il capoluogo sardo fosse frequentato in epoca nuragica per gli studiosi era ormai una certezza. Tanto che si parla di "cultura di Monte Claro". Con stratificazioni successive sino all’etá medioevale. Ma ancora non si avevano le testimonianze architettoniche di queste presenze. Gli scavi riguarderanno anche l’area del ritrovamento di alcune anfore di epoca romana emerse a un centinaio di metri dal pozzo ritrovato. I lavori più importanti, però, riguardano la struttura muraria circolare. L’operazione vede insieme Soprintendenza, Provincia di Cagliari e Amici della Terra, associazione che offre un supporto in termini di risorse e volontari. «Tutto qui a Monte Claro – spiega Angela Quaquero, presidente della Provincia – ci racconta che il passaggio dell’uomo è avvenuto per millenni. Il nostro compito sarà quello di valorizzare questi ritrovamenti e di metterli a disposizione. Con una fruizione attenta al rispetto del bene». Tuvixeddu, Bonaria, Sella del Diavolo e ora Monte Claro: agli antenati dei cagliaritani, ma non solo a loro come dimostra la storia di Roma e di tante altre città, piaceva guardare il mondo dall’alto. Un parco di cultura: ora c’è anche il via ufficiale al trasferimento dei libri dalla biblioteca provinciale di Villanova a quella nuova in cima al colle con vista sulla città.
 

15 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 7
IL RAPPORTO SULL’ECONOMIA
Un’isola impantanata nella crisi
I NUMERI Il Crenos pubblica i dati della ricerca sulla “vitalità” della Sardegna: «Una condizione estremamente critica». Ripresa pronosticata solo per il 2014, ma l’occupazione non aumenterà
 
“Crisi profonda e generalizzata” che va di pari passo, lento e inesorabile, con “una condizione economica estremamente critica”. Il rapporto 2012 del Crenos (Centro di ricerche economiche nord sud) certifica l’agonia del tessuto produttivo della Sardegna. Numeri messi in fila uno dietro l’altro sono il computo, se mai ce ne fosse bisogno, di un’economia bloccata. Di ripresa si tornerà a parlare nel 2014 ma, specifica Giovanni Sulis del Centro, «non si accompagnerà all’aumento dell’occupazione, per cui appare insignificante e quindi si prevede un altro periodo di stagnazione ». I dati sul lavoro incrociati con quelli sulla cassa integrazione, testimoniano l’affanno delle imprese. Nel 2012 il tasso di disoccupazione supera la soglia del 15 per cento, portandosi dietro 109mila lavoratori a spasso, e un relativo più 16 per cento rispetto all’anno precedente. La perdita delle buste paga poi investe l’isola con effetti diversi da provincia a provincia. E se il crollo è limitato in quella virtuosa di Olbia e Tempio (-2 per cento con dato complessivo del 57,5), devasta invece quella di Carbonia-Iglesias: 44 per cento, con una forbice di 14 punti di percentuale tra i due estremi sardi. Cassa integrazione quindi in costante crescita sin dal 2008, con più 600 per cento nel quinquennio 2007-2012. Altro punto critico, la crescita della spesa corrente della Regione, (incide sul Pil per il 60 per cento), ossia quella necessaria per il mantenimento della macchina amministrativa, a discapito degli “investimenti in settori strategici e competitivi”, riflettono dal Crenos: appena il 7 per cento la quota destinata, tra l’altro in diminuzione di due punti nell’ultimo anno. Sarà per questo che la Sardegna conquista il secondo posto nel Mediterraneo “come terra più isolata”. I numeri sulle infrastrutture chiariscono meglio il concetto: considerando 100 la media italiana, quella sui porti si stabilizza a 86, 47 quella stradale e appena 14 il dato ferroviario. Anche i segnali di ottimismo che arrivano dal settore turistico, con gli addetti ai lavori che prevedono un più 31,4 per cento, non sono però supportati da cifre concrete: «I dati di bilancio non confermano le previsioni, sono numeri da prendere con cautela», riflette ancora Sulis. Soffrono anche settori strategici come ricerca ed innovazione: investimenti ridotti al lumicino, 0,12 per cento nel 2012. «Gli indicatori economici sono peggiori rispetto a quelli medi italiani che, a loro volta, risultano meno buoni rispetto alle medie europee», è la sintesi finale.
La situazione preoccupa Reteimprese: «Occorre agire insieme e subito«, incalza Agostino Cicalò, portavoce dell’associazione, «per sostenere le imprese e superare l’emergenza favorendo investimenti per lo sviluppo». Per l’assessore al Bilancio Alessandra Zedda invece: «Dobbiamo puntare su azioni e strumenti che stanno offrendo reali segnali di crescita come la ricerca di base, quella applicata e di sviluppo sperimentale, passando anche attraverso la sburocratizzazione della macchina regionale». All’attacco va Michele Carrus, segretario regionale della Cgil: «Mentre l’Isola si distingue per un arretramento di quasi tutti gli indicatori economici, le scelte della politica regionale appaiono lontane da questa realtà».
F. O.
 
16 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 14
Ersu
Tempi lunghi per il campus e l’ente cerca case per gli studenti
UNIVERSITÀ L’appalto della struttura che sorgerà in viale la Playa affidato all’impresa Pellegrini. La presidente Daniela Noli: « L’iter burocratico è lungo, intanto individuiamo altri alloggi»
 
Aspettando il Campus di viale La Playa, è meglio darsi da fare. Per prevenire le emergenze alloggi per il prossimo anno accademico, l’Ersu indaga e chiede se in città, da qualche parte, vi siano delle strutture ricettive con un minimo di 50 posti letto disponibili ad accogliere gli studenti universitari. Nessun bando ancora è stato presentato dall’Ersu, ma solo un comunicato “esplorativo”. «Perché il Campus tra autorizzazioni e iter burocratico prima del prossimo anno sarà solo un’idea » , spiega il presidente dell’Ersu Daniela Noli. E quindi anche tra qualche mese si ri ripresenterà il problema degli alloggi per gli studenti, i fuori sede che secondo gli ultimi dati porterebbeo a Cagliari 100 milioni di euro all’anno, in media 6682 euro a testa. Ma tornando al Campus, idea suggestiva da 12 anni in fase di realizzazione, è l’impresa di costruzioni Pellegrini, più la Viip Lavori Spa, che si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione della residenza per studenti che sorgerà in viale la Playa. Oltre 500 posti letto, mensa, palestra, biblioteca, auditorium. «È ancora presto per dire quando inizieranno i lavori - spiega la presidente dell’Ersu - ancora il progetto va reso definitivo e poi ci vorranno le concessioni, insomma bisognerà aspettare ancora un po’». La Pellegrini è la stessa società che lo scorso gennaio si era aggiudicata i lavori di restauro del Rettorato (884 mila euro) e che metterà su il campus universitario con 25 milioni e 479 mila euro. Tempi di realizzazione più incerti ancora, la speranza era di vedere realizzato tutto il complesso nel 2016. Sono previsti 250 nuovi posti letto che andranno ad aggiungersi a quelli già disponibili. E a proposito, «la casa di via Roma è ancor chiusa ma come promesso quella di via Montesanto è stata riaperta a gennaio e anche se si stanno continuando i lavori gli studenti possono abitarci ». E se il Campus è ancora lontano Daniela Noli inizia a prevenire per settembre. «Vogliamo capire, senza creare vincoli alcuni, se ci sono delle strutture ricettive a Cagliari da utilizzare qualora si presentassero problemi di alloggi nei prossimi mesi». E così è stato pubblicato un comunicato sul sito dell’Ersu volto a far conoscere tutti i requisiti: almeno 50 posti letto arredati, con connessione internet, telefono e la possibilità di avere una reception al piano terra. Una manifestazione di interesse indirizzata a pubblici e privati, chi è interessato dovrà presentare la documentazione entro il dieci giugno, con spese eventuali bene indicate.
Vi.Sa.
 
17 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 14
IL RETTORE: «IN CITTÀ SPAZI DISPONIBILI»
 
Secondo il rettore dell’Università di Cagliari, Giovanni Melis il Campus «comunque non sarà sufficiente. Ricordo però che in città ci sono camere e spazi disponibili, una politica comunale attiva darebbe in questa direzione un grande contributo». Queste le parole di qualche settimana fa che hanno trovata pronta la risposta del presidente dell’Ersu Daniela Noli che ha pubblicato una manifestazione di interesse, quindi senza vincoli, destinata a conoscere alternative pronte per i fuori sede. Sono 851 posti letto a disposizione non sono pochi, ma solo 784 i beneficiari: ci sono dei posti non assegnati. Studenti nei quartieri storici? «Bisogna fare attenzione - ha aggiunto Noli - perché questo significherebbe case piene d’inverno, ma vuote d’estate».
 
18 – SardegnaQuotidiano
Sardegna – pagina 15
Università
Test di ammissione, che caos
 
L’ultimo giorno è il 7 giugno, e per l’anno prossimo già si parla del mese di aprile. È panico per chi si vuole iscrivere ai test di ammissione nelle facoltà di Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Architettura. La nuova normativa nazionale anticipa di 3 mesi la data per tentare l’accesso a queste facoltà. Fino all’anno scorso se ne parlava a settembre. A soli sette giorni dallo “stop alle domande” sono ancora lontani i numeri degli iscritti ai test. La decisione del 7 giugno è stata contestata dai presidi delle facoltà, ma alla fine è andata così. Chissà per l’anno prossimo. «Ho saputo che qualche giorno fa c’erano pochi iscritti rispetto al solito, che è rappresentato da ben oltre mille candidati. Il test di ammissione è stato anticipato per via della normativa nazionale, con la motivazione che ora le graduatorie non sono più locali», spiega Paolo Contu, preside di Medicina, «quindi serve più tempo per tutti i conteggi del caso».

Questionnaire and social

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