Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
11 May 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
Da Svevo a una pagina autobiografica, un viaggio nel rapporto fra generazioni
Mio padre sul letto di morte mi promosse tenente Camilleri
Ieri la lezione magistrale cagliaritana del romanziere 
Sarà bizzarra, questa abitudine di rendere dottore honoris causa un uomo per continuare a chiamarlo maestro, ma ha degli aspetti interessanti, belli, umani.
Uno è la ressa che c’era ieri nell’aula magna del rettorato cagliaritano per la lectio di Andrea Camilleri, con il garbato servizio di accoglienza costretto a trasformarsi in teutonico servizio d’ordine («Niente invito? Mi spiace, deve aspettare. Sì, lo so che lei è una professoressa: abbia pazienza»).
Un altro sono gli accenti di gratitudine e di ammirazione del rettore Giovanni Melis e del docente Giuseppe Marci, autore della laudatio , per uno scrittore che ieri ha rinsaldato un rapporto con Cagliari che risale alle lezioni degli anni ’90 e alla lettura di Sergio Atzeni.
Un altro ancora - infine e soprattutto - è il regalo scelto dal romanziere per ricambiare l’onore accademico: un lungo excursus - letterario e poi intimo - sulle difficoltà del rapporto fra padre e figlio, fra antico e nuovo.
Il viaggio del Dottor Camilleri parte da Grazia Deledda, con l’ineluttabile obbedienza ai maggiori e alla tradizione, sfiora Gavino Ledda e Federigo Tozzi e si tuffa nel suo amatissimo Pirandello, così lontano dal proprio genitore garibaldino, concreto, uomo d’azione al punto «da finire coinvolto in sparatorie western», perplesso davanti a un figliolo con tanti impalpabili grilli per la testa, rinserrato nei suoi rancorosissimi silenzi. Un figlio che, sorpreso il padre a colloquio con l’amante, gli sputerà in faccia. E poi saprà raccontare le vite “agganciate a un gesto sbagliato”.
Ed è subito tempo di Svevo, in aula magna. È tempo di farsi guidare dal vocione pastoso e arrochito nella stanza da pranzo dove il padre di Zeno Cosini guarda quel figlio che lo inquieta più di chiunque altro. Lo inquieta perché ride, sa solo sganasciarsi per esprimere il proprio disagio, per prendere le distanze. Il vecchio lo crede pazzo? E lui si presenta dopo una visita con un certificato che attesta la sua perfetta salute mentale. Sarà quel foglio a convincere definitivamente il papà della sua follia.
E se quell’attestato di salute allontanerà padre e figlio, sarà una diagnosi infausta ad avvicinarli. La malattia del padre, l’odio di Zeno per il medico che potrebbe, dovrebbe fare tutt’altro per salvarlo, il terrore di dover finalmente vedere l’uomo che si celava dentro la corazza da Pater, e infine la voglia, la necessità di incontrarlo. Sono le tappe di una rincorsa frenetica, di una corsa contro il tempo per colmare le distanze e i silenzi. Scavalcare le incomprensioni, perdonare le amarezze. E quando il padre, nell’ultimo lampo di agonia, si leverà in piedi lucidissimo e spettrale e lascerà piombare sulla guancia di Zeno un ceffone, lui quel gesto violento se lo porterà dentro fino ad ammorbidirlo, trasfigurarlo, digerirlo, avendone infine una rilettura dolcissima della figura paterna.
E Camilleri, su quest’ultimo tratto del cammino di Zeno, non è d’accordo. Per spiegarlo fa forza alla sua ritrosia a parlare di sé e nell’aula magna, una frase dopo l’altra, prende forma e colore la figura di Camilleri senior. Un uomo non banale, un impasto di contraddizioni come siamo quasi tutti.
Fascista della prima ora e invincibilmente contrario alle leggi razziali: quando Andrea raccontò a casa che un suo compagno ebreo lo aveva salutato, spiegandogli che dal giorno dopo non gli sarebbe più stato consentito di seguire le lezioni, quella camicia nera «arrossì, strinse i pugni e disse che tra noi e gli ebrei non c’era alcuna differenza, le leggi razziali erano una tragica buffonata che serviva a far contento Hitler».
Era una figura complessa, uno squadrista che da giovane ufficiale - raro siciliano arruolato nella Brigata Sassari - aveva combattuto nella Grande Guerra agli ordini di Emilio Lussu, per il quale continuò sempre a nutrire un’autentica venerazione. Un fascista che perse la fede nel regime e non esitò a dirlo pubblicamente, andando verso il deferimento alla commissione disciplinare. Proprio in quei giorni Andrea si avvicinava al comunismo e nel dopoguerra, al momento del referendum, il padre monarchico e ormai liberale e il figlio rosso e repubblicano si guarderanno increduli dalle due sponde di un lago di silenzi offesi.
«Che cosa ho fatto io di male per avere un figlio comunista?» è una delle rare frasi paterne che spezzano in parte quei silenzi, ma non è una domanda diretta: Camilleri la orecchia in un dialogo fra i genitori. Delusioni gliene aveva date altre, non in campo politico ma sempre per via di passioni non condivise. Andrea non amava la caccia, al contrario del padre, e tantomeno amava le partite di calcio e neppure l’imprescindibile biliardo. Il padre lo amava, questo sì, e molto. E amava la sua biblioteca da borghese non intellettuale ma di buone letture. E questo amore velato di fraintendimenti, appannato da microscopiche delusioni vivrà ma forse senza scintillare fino a un pessimo giorno romano, quando un medico «mi spiegò che la pleurite di mio padre era un tumore diffuso, e gli restavano forse due mesi . Lo odiai, come Zeno odiava il medico di suo padre, quando dopo avermi dato brutalmente la notizia girò le spalle e si allontanò fischiettando».
Quelli che restano sono giorni di intimità fra padre e figlio in quella stanza di ospedale, in quel tempo sospeso dove il vecchio e l’adulto sussurrano, si tengono per mano, si pacificano. E quell’amore che era sempre andato dall’uno all’altro inciampando ora nella politica e ora nel biliardo, ora fluisce lieve e potente. Ma una notte il padre cambiò voce. Era più asciutta, ora, e imperiosa: «Tenente Camilleri. Tenente Camilleri!».
Andrea rimase confuso, e poi addolorato.
«Tenente Camilleri, si defili. Non vede che lì piovono pallottole? Si defili, le ho detto!».
Il padre riviveva una pagina della sua guerra. In quel momento era Lussu, e in suo figlio rivedeva se stesso.
«Si defili, tenente! Vuole dimostrarci di essere più coraggioso di noi, coglione di un siciliano?».
«Signorsì».
Quella risposta giusta rasserenò il padre, che si distese sul letto. Quando poi il figlio lo vide muovere con impaccio la mano verso il volto, capì che stava cercando di farsi il segno della croce. Lo aiutò. Poi fu congedato: «Ora esci».
«Ma papà...».
«Vai a fumarti una sigaretta, e torna dopo».
Camilleri obbedì all’ordine del tenente suo padre. Mentre fumava, sapeva che tornando nella stanza lo avrebbe trovato morto.
Celestino Tabasso
 
  
2 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
Lo scrittore agli studenti
«Misurarsi, ecco il senso della vita»
«Che cosa penso io di loro? Piuttosto voglio sapere io che cosa pensano di me. Ho bisogno di sentire le opinioni dei giovani su ciò che scrivo. Nel ’58, quando misi in scena “Finale di partita” di Samuel Beckett, il critico Nicola Chiaromonte scrisse su “Il Mondo” tre colonne di recensione per lo spettacolo giudicandolo estremamente serio e impegnato. Della regia però, aggiunse, «non condivido quasi nulla» e punto per punto spiegò il suo dissenso. Sei anni più tardi, usai molte di quelle note per la versione televisiva dell’opera di Beckett. Oggi mancano i recensori seri dei miei romanzi, scrive troppo dicono, e così li ignorano».
Andrea Camilleri è uomo generoso e ironico, e giovedì, nel corso dell’incontro con gli studenti della facoltà di Studi Umanistici, che hanno commentato e recensito la sua opera nel seminario coordinato dal filologo Giuseppe Marci, e durante il quale è stato presentato il suo ultimo libro “La rivoluzione della Luna”, ha raccontato molto di sé, della vita e del lavoro di scrittore. Nell’aula magna di Sa Duchessa, davanti a una platea affollatissima, ha dimostrato che il senso di una vita non è mai dato una volta per tutte, piuttosto consiste nel mettersi continuamente alla prova (la serie di Montalbano nasce da una sfida con se stesso), nel non demordere (dieci anni hanno impiegato i romanzi prima di uscire dal cassetto), che ognuno ha un talento e quello gli tocca seguire.
Per un certo periodo della sua vita Camilleri incontrava ogni sabato Niccolò Gallo, un critico letterario al quale, dopo un po’, si decise a consegnare il manoscritto “Il corso delle cose”. Quello non si fece vedere per due mesi. Se è per il romanzo, lo chiamò un giorno lo scrittore siciliano, fai finta di non averlo ricevuto che tengo più alla nostra amicizia. Gallo, che nel frattempo il romanzo se l’era perso, aveva però annotato vari foglietti e alla fine gli aveva detto che, una volta per tutte, doveva decidersi: «O scrivi in italiano, o scrivi come stai cercando di scrivere». E Camilleri scelse, con buona pace di Sciascia che gli preconizzò l’oblio: «Non puoi scrivere così, non ti legge nessuno».
Ognuno deve fare ciò che sa fare, chiosa lo scrittore: «Io non mi faccio illusioni sulle mie capacità. So costruire belle, accoglienti e piacevolissime chiese di campagna, non ho mai avuto la pretesa di costruire un Duomo». Peccato, gli ha fatto eco il giornalista del Sole24 Stefano Salis, che ha coordinato il convegno, che l’intera produzione letteraria di Camilleri abbia contribuito a edificare «quel Duomo», e in particolare l’ultimo libro, dedicato a Eleonora de Moura, viceré della Sicilia, è un pinnacolo, una delle sue opere migliori. Nel romanzo, che riassume le caratteristiche dell’opera di Camilleri, il singolare impasto linguistico di dialetto e italiano che la contraddistingue, raggiunge la sua massima libertà e naturalezza. Già Sergio Atzeni aveva detto che la lingua, più della memoria, è il posto della letteratura.
Franca Rita Porcu
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)Prima fase del trasferimento
Clinica Macciotta svuotata la biblioteca
«Salvate le librerie»
Ancora due settimane, forse tre, e la clinica Macciotta inizierà il trasloco verso Monserrato. La data per il trasferimento dei reparti di Puericultura e Terapia intensiva neonatale è ancora ballerina: il sabato 25 maggio oppure sette giorni dopo, il primo giugno. Ma l’aria di smobilitazione nello storico edificio di via Ospedale è palpabile. All’esterno, da un mese, c’è un presidio fisso dei vigili del fuoco. All’interno alcune stanze sono già state svuotate.
Una vicenda in particolare sta creando non pochi malumori tra medici e infermieri della clinica: la biblioteca al quarto piano. I libri, migliaia di volumi di grande pregio e valore scientifico, sono già stati inscatolati e portati al Policlinico di Monserrato. Preoccupa il destino della storica libreria. Sembra che l’Università, proprietaria di scaffali, tavoli e sedie, autentici pezzi di antiquariato, abbia deciso di vendere tutto. Un pezzo di storia della Clinica che lascerebbe per sempre gli ambienti universitari. «Perché la biblioteca non viene lasciata lì e riutilizzata?» Questa la domanda ricorrente tra medici e infermieri. Le tre stanze hanno ospitato tutti gli specializzandi che dagli anni Trenta si sono formati e hanno studiato a Cagliari. Un punto di riferimento con le librerie costruite apposta per occupare tutte le pareti e con libri e volumi, numerosi quelli antichi, su cui studiare e aggiornarsi. Nella biblioteca si svolgevano le lezioni per le specializzazioni e qui, al quarto piano, è stato festeggiato professor Macciotta quando ha compiuto ottant’anni. «Vendere tutto a un antiquario sarebbe buttare via un pezzo di storia della Clinica», ripetono tutti i camici bianchi. Per questo lanciano un appello affinché l’Università faccia un passo indietro e conservi quello che è considerato un patrimonio identitario della Macciotta.
Il personale medico, infermieristico e ausiliario sembra oramai aver fatto l’abitudine al divorzio tra blocco neonatale e pediatrico. Il primo, con i reparti di Terapia intensiva, pronto soccorso per neonati (fino a trenta giorni di vita) e Puericultura, a fine mese finirà al Blocco Q del Policlinico di Monserrato. Il secondo, con la clinica Pediatrica e il pronto soccorso pediatrico, resterà, per ora, in via Ospedale in attesa di finire al Microcitemico. La speranza di chi da una vita lavora nella Clinica Macciotta era quella di veder realizzato un polo unico.
Matteo Vercelli
 
 
4 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
C’è anche il museo delle cere
Monumenti Aperti, oggi e domani 60 luoghi da visitare
Parte stamattina la diciassettesima edizione di Monumenti Aperti. Siti pronti già dalle 9, anche se l’inaugurazione ufficiale avverrà alle 10 al Palazzo Civico di via Roma. Più di 60 i luoghi da visitare.
MUSEI Tanti i musei aperti al pubblico, tra i quali il museo delle cere anatomiche Clemente Susini e il museo Cardu.
OGGI Previste anche tante iniziative che faranno da cornice. A Villa Muscas i bambini dell’Infanzia Lieta faranno da “ciceroni” e descriveranno gli spazi della struttura. Alle 21, la chiesa di Santa Maria del Monte, in via Corte d’Appello, ospita il concerto “Rosa das Rosas-Canti Mariani del Medioevo”. Mini tour organizzato dalle associazioni Turistabile e Bambini Cerebrolesi. Si parte alle 16,30 dal museo delle Ferrovie dello Stato per testare l’accessibilità di alcuni monumenti per le persone diversamente abili.
DOMANI Ritornano “I Racconti di Monumenti Aperti”, iniziativa dedicata ai bombardamenti col racconto Nel buio e nel vento, scritto dal giornalista e scrittore Gianni Zanata, che sarà letto domani alle 17 nella stazione ferroviaria di piazza Matteotti con la musica di Francesco Bachis (tromba). Il “Laboratorio Segni di Bombe, Sogno di Città. Cagliari 1943 - 2013” è in programma domani dalle 10 alle 19 al Ghetto. L’attività è rivolta a bambini e adulti, e racconta su due grandi quadri bianchi la storia delle bombe sulla città e della sua ricostruzione. Nei locali della Mem si terrà dalle 17 alle 20 una maratona di lettura dal titolo “LeggiGiaime” sulla figura, l’attività e l’opera intellettuale di Giaime Pintor. Ieri, tra l’altro, è giunta nella sede di Monumenti Aperti la medaglia inviata dalla Presidenza della Repubblica Italiana. Il riconoscimento giunge quale «premio di rappresentanza per l’edizione 2013 della manifestazione Monumenti aperti».
CASERMA TRIESTE Non è stato possibile garantire l’apertura dello spazio occupato dai resti della caserma Trieste, edificata nel periodo fascista che ospitò l’8 settembre del 1920 la prima partita del Cagliari calcio. All’interno erano stati previsti alcuni interventi artistici, tra cui la proiezione della video-installazione di Marta Anatra. L’apertura non è stata resa possibile, ma il Comune ha offerto al collettivo Trw le mura del palazzo di via Sauro come schermo per la proiezione, prevista per domani alle 21.


 
5 - L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 23 - Edizione NU)
POSADA. Università
Rischi alluvione, un decalogo per i nuovi Puc
Un decalogo per favorire la pianificazione urbanistica dei Comuni che devono fare i conti con il rischio idrogeologico. Grazie a uno studio effettuato dal dipartimento di Scienze chimiche e geologiche dell’università di Cagliari a Capoterra e Posada, è stata messa a punto una nuove metodologia propedeutica che faciliterà una caratterizzazione approfondita delle aree che hanno registrato gli effetti devastanti delle alluvioni e convivono con questo pericolo. I risultati della ricerca, finanziata con 250 mila euro dall’Unione Europea, sono stati presentati a Posada durante una due giorni conclusasi ieri. Al convegno hanno preso parte oltre agli amministratori locali del centro baroniese, anche un nutrito numero di addetti ai lavori insieme a una delegazione dell’università della Corsica (partner dell’iniziativa), Legambiente e funzionari regionali.
AMMINISTRATORI E BUROCRATI «Spesso quando i Comuni elaborano le pianificazioni dei rispettivi territori, non tengono in considerazione aspetti imprescindibili come la conoscenza approfondita e storica delle aree da edificare - dice il funzionario regionale, Luisa Manigas - e a volte per mancanza di fondi non si fanno ricerche approfondite o , per il semplice fatto di non conoscere i fattori di rischio, vengono estesi dei programmi approssimativi che poi risultano inadeguati ai reali pericoli». Soddisfatto per i risultati del confronto con docenti universitari anche il sindaco di Posada: «Per noi - sottolinea infatti Roberto Tola - si tratta di un’ulteriore strumento di valutazione che ci consentirà di affinare la pianificazione del Puc che abbiamo approvato di recente».
FIUME MINACCIOSO I partecipanti, inoltre, hanno potuto toccare con mano le realtà della piana del rio Posada più volte devastata dalle acque, dove il Comune da anni sta portando avanti alcuni interventi di messa in sicurezza di aree ad alto rischio alluvione.
F. U.
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 34 - Edizione NU)
SASSARI. Ieri l’annuncio, il rettore: «I sardi non sempre in seconda fila»
Veterinaria, crisi superata
La facoltà promossa dalla commissione europea
Esame superato a pieni voti: il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari è stato promosso dall’Eaeve (European Association of Establishments for Veterinary Education). In sintesi, è una eccellenza. È la conclusione a cui sono giunti gli ispettori che da lunedì scorso hanno verificato ogni singola attività del Dipartimento e, soprattutto, l’ospedale didattico. Il lavoro si è concluso ieri con un giudizio pienamente positivo.
L’ANNUNCIO Ad annunciarlo, il coordinatore del team Gert Niebauer, che si è congratulato con il rettore dell’Università Attilio Mastino e con il direttore del Dipartimento Salvatore Naitana. «In tutte le aree d’interesse, il livello di Medicina Veterinaria è compatibile con gli standard europei», ha detto Niebauer nella sala di via Vienna davanti a una platea di studenti, docenti e tecnici.
LE ECCELLENZE Gli esperti europei hanno rilevato alcune aree di assoluta eccellenza, in particolare il reparto Infettivi dell’ospedale didattico veterinario, inaugurato nel novembre scorso e già a livelli di qualità elevatissimi. Ci sono aspetti migliorabili (più casi clinici da sottoporre agli studenti per la pratica), ma nel complesso didattica, ricerca e strutture sono perfettamente in linea con l’Europa.
PIÙ STUDENTI IN FUTURO E ancora: «L’attuale numero di 30 studenti ammessi ogni anno al corso di laurea in Veterinaria, come da disposizioni nazionali, può gradualmente aumentare fino a raggiungere quota 40-50 unità». Il Dipartimento ospita anche il corso di Biotecnologie sanitarie mediche e veterinarie, due scuole di specializzazione e un dottorato di ricerca.
IL RETTORE «È una splendida notizia che vogliamo condividere con tutti, riconoscendo l’appassionato impegno del direttore, dei tanti colleghi, del personale tecnico e amministrativo, dei nostri studenti- ha detto il Rettore Mastino - ho partecipato con emozione al momento forse più significativo del mio mandato e mi ha colpito l’entusiasmo degli studenti, degli specializzandi, dei nostri giovani ricercatori».
LA REGIONE Presenti all’evento, anche gli assessori regionali alla Sanità e all’Istruzione, Simona de Francisci e Sergio Milia, che hanno fornito un grande sostegno per il raggiungimento del risultato. L’assessorato all’Istruzione nel 2009 aveva concesso all’Ateneo circa 6 milioni di euro, attraverso i fondi europei, per la realizzazione dell’ospedale. All’incontro di ieri pomeriggio hanno partecipato, tra gli altri, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau, il vicedirettore del Dipartimento Antonio Scala, il direttore sanitario dell’Ospedale veterinario Eraldo Sanna Passino, Sergio Ledda e Cesare Cuccuru e altri docenti e ricercatori.
 
 
7 - L’Unione Sarda / Cronaca di Oristano (Pagina 21 - Edizione OR)
UNIVERSITÀ. MeetJob su turismo e web marketing
Arriva Trivago, motore di ricerca

Dopo le tappe dedicate al corso di laurea in Biotecnologie Industriali e a quello in Tecnologie Viticole, Enologiche, Alimentari, il MeetJob 2013, organizzato dal Consorzio Uno, si conclude il 15 e 16 con Economia e Gestione dei Servizi Turistici. Il nuovo appuntamentonto è incentrato sulle tematiche del turismo 2.0, del web marketing e del social networking in ambito turistico: mercoledì 15 ci sarà la conferenza sul tema “Le professioni web oriented nel settore turistico”. Al termine della conferenza seguiranno le testimonianze delle esperienze professionali di 3 laureati a Oristano in Economia e Gestione dei Servizi Turistici. Nel primo pomeriggio altro momento importante con gli incontri con le aziende, i colloqui e le selezioni per i tirocini da svolgere presso la Fondazione Sistema Toscana e il Mart Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. La mattinata di giovedì 16 invece è dedicata monograficamente, con la testimonianza dell’Italy country manager Giulia Eremita, al case history della Trivago, il portale di ricerca con sede a Dusseldorf e operante in 33 paesi diversi che, con una media di 20 milioni di visitatori al mese, è il principale motore di ricerca e confronto prezzi hotel in Europa e una delle aziende internet di maggior successo dell’ultimo decennio. Nel pomeriggio si terrà invece il laboratorio dal titolo "Social media e destinazioni turistiche" a cura di Carla Pinna, curatrice del lancio di Visit Sardinia.
 
 
8 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Convegno
L’architettura ai tempi della crisi
“Antiche tecnologie per una nuova architettura in tempi di decrescita” è il titolo del convegno organizzato da Sardigna Libera in programma oggi alle 16 all’hotel Mediterraneo. Partecipano Antonello Sanna, studioso di architetture dei luoghi e del costruire in terra cruda; Fabrizio Carola, considerato “il signore delle cupole di terra”; il giornalista Giulietto Chiesa, che farà un intervento sulla crisi delle economie mondiali e la ripresa delle economie locali e tradizionali; Vincenzo Migaleddu, uno scienziato al servizio della salute dell’Ambiente per tutelare la salute dell’uomo; Claudia Zuncheddu, leader di Sardigna Libera, che parlerà della metamorfosi forzata dei territori e delle reazioni e le proposte delle collettività sarde. Secondo Zuncheddu «è possibile uscire dalla crisi restituendo benessere, equilibrio alla vita degli uomini e del pianeta».
Carola si soffermerà sui 40 anni di bioarchitettura in Africa e sull’antico “compasso nubiano” che oggi rappresenta il superamento delle costose e impattanti strutture in uso per la costruzione di archi e volte.
  


LA NUOVA SARDEGNA 
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 42 – Ed. Naz.le
CAMILLERI: «MIO BABBO SALVATO DA LUSSU»
La rivelazione ieri all’Università di Cagliari durante la cerimonia di conferimento della laurea ad honorem
Lectio magistralis su Italo Svevo
di Walter Porcedda
CAGLIARI «Tenente Camilleri! Cosa fa? Si defili». Chi dà quell’ordine nei giorni della Grande Guerra fu Emilio Lussu comandante della Brigata Sassari. E così salvò la vita a un ufficiale siciliano. A raccontarlo dopo cento anni è il figlio, lo scrittore Andrea Camilleri. Rivela l’episodio, come in un coup de théâtre, al termine dell’appassionante lezione magistrale, ieri nell’aula magna del Rettorato, rigurgitante di pubblico accorso ad ascoltare le parole del letterato che seguono quelle della laudatio del docente Giuseppe Marci. E’ l’inizio della cerimonia che si concluderà con la consegna allo scrittore, da parte del rettore Giovanni Melis, della Laurea honoris causa in Lingue e letterature moderne europee e americane. L’anedotto giunge alla fine di una avvincente analisi sul rapporto tra genitori e figli che ha visto lo scrittore concentrarsi tra Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Grazia Deledda e Italo Svevo. E’ in questo contesto che emerge quel racconto. Dopo un rapporto contrastato come spesso sono quelli tra un genitore e un figlio, giunge il momento tra i due di dirsi tutto. Accade quando il padre di Camilleri sarà ricoverato per una grave malattia. Lo scrittore allora ultraquarantenne, decide di stargli accanto ogni sera. Come quella notte. Verso l’alba «aveva aperto gli occhi e, alzatosi mi fissava. A voce alta gridava: "Tenente Camilleri, tenente Camilleri". Io non sapevo cosa rispondere. Continuò a chiamarmi con tono imperioso "Tenente Camilleri". Capii allora che stava rivivendo un momento di guerra e io ero lui. E lui era Lussu. "Signorsì" risposi. "Presto tenente si defili, non vede che è sotto tiro?". Indugiai. Ero commosso, emozionato. Allora lui insistette imperioso: "Si defiliii !". Molti anni prima gli avevo domandato: "Babbo, ma tu quando andavi all’attacco non provavi paura?" E lui: "Certo! Ma con quella gente lì, se non ti dimostravi coraggioso…". "Si defili", ripetè. Non sapevo più che cosa rispondere. Allora lui disse: "Si defili, gli ho detto, o vuole insegnarci il coraggio, coglione di un siciliano". "Signorsì”. Prima di quella notte Camilleri come Zeno di Svevo sentì immediato il bisogno di stare accanto al padre. «Non potevo lasciare che se ne andasse senza avergli spiegato le ragioni di certe mie convinzioni che l’avevano profondamente addolorato. Ero l’unico figlio che aveva, e penso, di averlo deluso da ragazzo e nella prima giovinezza in tante aspettative. Voleva che andassi con lui alle partite di calcio. E io mi rifiutai. Voleva che lo accompagnassi a caccia, qualche volta ci andai ma poi smisi. Voleva insegnarmi a giocare a biliardo, ma non riuscì mai a farmi prendere in mano una stecca. L’amavo intensamente ma non mi piacevano le cose che faceva. Al contrario amavo molto i libri che leggeva. Non era un intellettuale ma un uomo di buone letture. Era stato fascista della prima ora, squadrista, ma non facinoroso, né settario (e infatti sugli ebrei disse che "quella della razza era una tragica buffonata per fare piacere a Hitler"). Fu negli ultimi mesi del ’42 che prese le distanze pubblicamente dal regime. Su per giù nello stesso periodo io maturai segretamente la mia conversione al comunismo». Adesso sentiva la necessità di un ultimo colloquio con lui che chiudesse il discorso. «Prendendoci per mano ci parlammo. A cuore aperto, sussurrando. Quasi una lunga confessione. Le parole ora scorrevano fra di noi, senza intoppi. Non ci fu una domanda che non ebbe una risposta». Ed è proprio in questo intimo racconto la chiave per comprendere le relazioni tra giovani e vecchi. Camilleri prende le mosse dal "Mastro Don Gesualdo" di Verga focalizzandosi sulla "roba", cioè il patrimonio accumulato che andrà disperso. Sono quelle linee di contrasto di tradizione rintracciabili anche in "L’incendio nell’oliveto" di Deledda in cui viene fuori la paura del nuovo. Lo scontro tra due mondi chiusi sulle proprie certezze, senza dialoghi che possano aprire spiragli. E solo con il passare dei tempi questa lacerazione muta. Non sta più nell’avere ma nell’essere come in "I vecchi e i giovani" di Pirandello. Ma è proprio in "La coscienza di Zeno", nel quarto capitolo che si legge come questo conflitto sia collegato alla difficoltà di comunicare. Entrambi, dice Camilleri, hanno difficoltà a farlo perché non hanno la stessa età e non condividono le identiche esperienze. Il contatto può avvenire solo se c’è la volontà reciproca di aprire un dialogo. Rendendo omaggio alla memoria del padre, Camilleri ha dimostrato come la letteratura sia il racconto del mondo. Di quello che siamo stati e saremo. Ed ecco gli ultimi attimi di quei momenti vissuti con il padre. “Ricadde in un torpore quieto. Io invece ero profondamente scosso. Dopo un po’ vidi alzare la mano all’altezza del viso e credetti che volesse fare qualcosa che non gli riusciva. Pensando che gli dava fastidio il boccaglio dell’ossigeno, gli presi la mano, ma lui a fatica se la portò sulla fronte. Capii che si voleva fare il segno della croce. Aprì gli occhi, mi guardò. Aveva uno sguardo lucidissimo. "Vai via", mi disse, "vai via e torna dopo che ti sei fumato una sigaretta". Ubbidii. E quando, dopo aver fumato, andai verso la sua camera, sapevo che non l’avrei trovato più”.
 
 
10 - La Nuova Sardegna / Pagina 38 – Ed. Naz.le
Ok dell’Europa, Veterinaria è salva
di Gabriella Grimaldi
SASSARI Quattro giorni di passione per i docenti, i ricercatori e gli studenti di Veterinaria. Alla fine, quando Gert Niebauer, il coordinatore della commissione europea Eaeve per l’accreditamento dei dipartimenti, ha comunicato il suo verdetto e cioè che la facoltà risponde ai requisiti previsti dalla severa normativa d’Oltralpe, la platea di ragazzi che avevano atteso con ansia il momento della verità è esplosa in un coro da stadio. E c’era il tanto, visto che il dipartimento ha rischiato davvero di scomparire dal panorama universitario dopo l’ultima bocciatura arrivata come una mazzata nel 1998. Da allora ad oggi una realtà che da sempre rappresentava un fiore all’occhiello tra le facoltà di tutta Italia ha attraversato tante vicissitudini ma alla fine, «con lo sforzo di tutti – ha detto il direttore del dipartimento Salvatore Naitana –, dagli studenti al corpo docente al personale amministrativo, siamo arrivati a un risultato eccezionale che ci deve spronare per il futuro». Alla presentazione pubblica dell’evento ieri pomeriggio anche il rettore Attilio Mastino ha manifestato entusiasmo: «È una splendida notizia che vogliamo condividere con tutti, riconoscendo l’appassionato impegno del direttore, dei tanti colleghi, del personale tecnico e amministrativo, dei nostri studenti- ha dichiarato –. Ho partecipato con emozione vera forse al momento più significativo del mio mandato e mi ha colpito l’entusiasmo degli studenti, degli specializzandi, dei nostri giovani ricercatori che hanno manifestato la loro gioia dopo essersi spesi fino in fondo con passione e generosità. Un grande passo è stato fatto – ha aggiunto –. Adesso il dipartimento di Veterinaria può diventare un centro di eccellenza europea. Collaboreremo attivamente con l’Istituto Zooprofilattico e infatti ieri ho incontrato il direttore per una serie di accordi tra i quali la vendita da parte dell’ateneo dell’area che l’istituto ha in comodato d’uso per 30 anni». La svolta per l’accreditamento della ex facoltà è stata di sicuro l’inaugurazione dell’ospedale veterinario, struttura fondamentale per il riconoscimento dei requisiti, che si è svolta a novembre dell’anno scorso. La commissione internazionale di esperti ha rilevato alcune aree di eccellenza, in particolare il reparto Infettivi dell’ospedale. Ci sono certamente aspetti che potranno essere migliorati (come il numero di casi clinici da sottoporre agli studenti per l’addestramento pratico), ma nel complesso la didattica, la ricerca e le strutture – a quanto risulta dalle parole di Niebauer – sono perfettamente in linea con l’Europa. Le caratteristiche dell’ospedale (coordinato da Eraldo Sanna Passino) e del dipartimento hanno permesso inoltre alla commissione di sottolineare che «l’attuale numero di 30 studenti ammessi ogni anno al corso di laurea in Veterinaria, deciso sulla base di disposizioni nazionali, può gradualmente aumentare fino a raggiungere 40-50 unità». Parole di apprezzamento sono state espresse dall’assessore regionale all’Istruzione Sergio Milia e dal sindaco Gianfranco Ganau mentre il rettore ha sottolineato l’impegno e la celerità nell’utilizzare i fondi a disposizione: per adeguare le strutture del dipartimento e affrontare con una certa sicurezza la prova Eaeve sono stati stanziati 8 milioni e mezzo di cui 6 e mezzo messi a disposizione dalla Regione e due dall’ateneo. 


11 - La Nuova Sardegna / Pagina 25 – Lettere
L’OPINIONE
Per i Fondi europei
Sardegna all’avanguardia
Utilizzando la sua stessa metafora marina, Andrea Murgia, il funzionario della Commissione europea che ha scritto l’intervento “La Sardegna e i Por: le colpe della Regione” (pubblicato su “La Nuova Sardegna” del 9 maggio 2013), si è avventurato senza salvagente nel mare aperto dei Programmi Operativi Regionali (POR), e, avendo come unico obiettivo quello di attaccare il governo regionale, è affogato nell’utilizzo strumentale dei risultati. Innanzitutto, è importante ricordare che esistono due programmi Por, perciò i singoli dati così aggregati risultano mortificati, rendendo l’analisi scipita ed inutile. Ma soprattutto vengono mortificati coloro che, all’interno delle strutture regionali, hanno lavorato per ottenere alcuni risultati di prestigio per la Sardegna. Infatti, per quanto riguarda la capacità di spesa del POR FSE (Fondo Sociale Europeo) 2007/2013, gestito dall’assessorato al Lavoro, la Sardegna è situata al terzo posto in Italia, dopo Emilia Romagna e Provincia autonoma di Trento, e sono stati rispettati e superati i target di spesa obbligatori per due anni di seguito (2011 e 2012), a dimostrazione che non si è trattato di un fatto episodico. Per esempio, quello di dicembre 2012 era di 391 milioni di euro, mentre la spesa certificata dalla Regione è stata di oltre 398 milioni. Un risultato ulteriormente valorizzato dal controllo comunitario che ha rilevato uno 0% di errore nella spesa. Non si tratta di numeri diffusi dal politico di turno a fini propagandistici, ma di dati ufficiali evidenziati in una recente visita a Cagliari dall’ex ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, e, nello scorso mese di gennaio, dal capo dipartimento della Commissione europea, Nicolas Gilbert Morain, che ha evidenziato pubblicamente l’importante risultato raggiunto dalla Regione per quanto riguarda il POR FSE. Il POR FSE, con 729 milioni di euro di dotazione, è stata un’importante opportunità che la Sardegna non ha vanificato, realizzando interventi che hanno consentito di contrastare la crisi economica. Tra gli interventi più importanti, quelli per i giovani (master and back, alta formazione e borse di studio) e per i lavoratori in difficoltà con gli ammortizzatori sociali. Azioni per favorire la creazione di nuove imprese (Microcredito, Europeando e Promuovidea), con particolare attenzione all’imprenditoria femminile (Impresa Donna). In totale, nel 2012 oltre 8.000 progetti finanziati coi fondi Por Fse. Interventi che hanno contribuito ad arginare una crisi che in tempi difficili poteva risultare devastante per la nostra Isola. Come amministratore provo una grande soddisfazione nell’aver raggiunto un importante e positivo risultato nella gestione dei fondi Por Fse, utilizzando tutte le risorse disponibili ed evitando il pericolo di disimpegno. Ora, ovviamente, si dovrà proseguire con una gestione virtuosa per consentire di accelerare e completare i programmi cofinanziati, anche in una logica di programmazione 2014-20, evitando così di perdere importanti risorse comunitarie in questo delicato momento socio-economico della nostra Isola, soprattutto puntando alla creazione di nuove opportunità di lavoro. Infine, un dubbio mi assale: è legittimo il comportamento di un funzionario della Commissione europea che sfrutta il proprio ruolo per entrare in aperta polemica politica con l’istituzione regionale? All’organismo europeo la risposta.
Antonello Liori, Ex assessore regionale al Lavoro (2010-2012)
 
 
12 - La Nuova Sardegna / Pagina 37 – Ed. Naz.le
Cadmio, nasce una società per lo studio del metallo
SASSARI È nata la prima Società internazionale per gli studi sul cadmio: “International Society for research on cadmium toxicity” (Isrct), con sede all’università di Sassari. L’associazione senza fini di lucro ha come scopo istituzionale «la promozione e l’incremento della ricerca e della conoscenza del cadmio in riferimento ai campi sanitari nei quali questo pericoloso metallo pesante può interagire». Il cadmio è presente nelle vernici, nelle batterie, nelle sigarette, nelle miniere, nelle acque inquinate e si pensa che possa concorrere all’insorgenza di determinate patologie. Il rapporto tra il cadmio e i farmaci è da anni al centro dell’interesse di Roberto Madeddu, docente di Istologia nel dipartimento di Scienze biomediche dell’ateneo nonché presidente dell’associazione e dei suoi collaboratori, che studiano anche possibili correlazioni tra il cadmio, alcune patologie neurodegenerative e tumorali (cancro alla prostata, al pancreas, alla tiroide, al polmone). L’atto costitutivo dell’associazione, firmato ad aprile di quest’anno, è il risultato di un processo iniziato a giugno del 2012 all’università di Sassari in occasione del “Cadmium Symposium”, un convegno internazionale organizzato proprio da Roberto Madeddu. In quell’occasione, per la prima volta, si sono incontrati esperti internazionali a vario titolo interessati alla ricerca sul cadmio in un’ottica multidisciplinare: medici in diverse specialità, biologi, chimici da tutto il mondo si sono confrontati per portare un contributo alle conoscenze su questo metallo che, secondo alcuni studi recenti, può essere collegato ad alcune patologie. «Ci concentriamo in particolare sulla Sla e sul diabete, molto diffusi in Sardegna - spiega il professor Madeddu -. Si tratta comunque di correlazioni che devono essere ancora studiate in profondità». (g.g.)
 
 


SARDEGNA QUOTIDIANO

13 - Sardegna Quotidiano / Pagina 6 - Sardegna
EMENDAMENTO Dopo il via libera in Aula ai fondi per far tornare il sorriso agli edentuli, Cappellacci e De Francisci masticano amaro
La dentiera dei “mal di pancia”
Doveva essere in teoria, un emendamento bipartisan. Ma gli “impianti ” dentali finanziati con un milione di euro, per mille anziani senza denti alla fine dividono e pure parecchio. Pollice verso, almeno secondo indiscrezioni, del presidente della giunta Cappellacci e anche l’assessore alla Sanità Simona De Francisci si dispiace per non essere stata avvisata in anticipo della mossa. Che nasce in casa del Pd, almeno così dovrebbero lasciare intendere i firmatari del contestato emendamento numero 153 (Giuseppe Cuccu, Giampaolo Diana, Franco Sabatini e Gian Valerio Sanna) ma giovedì in aula, allo scoppiare della rivolta, viene difeso dal capogruppo dell’Udc, Giulio Steri. Forse perchè davanti alla restituzione di un sorriso smagliante per gli over 65 maggioranza ed opposizione depongono le armi. Il “progetto overdenture”, dal nome dei ponti di ultima generazione utilizzati per fissare meglio nelle bocche disastrate degli “edentuli ” le dentiere, viene pensato dall’Università cagliaritana. In particolare dal Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche, diretto da Vincenzo Piras. Il professore, dopo due anni e mezzo di lavoro, scrive nella relazione del progetto «quanto sia correlata la situazione di cattiva salute del cavo orale con una cattiva qualità di vita, e quindi allo stress». Da qui l’idea di «proporre alla Regione un progetto che coinvolga 1.000 pazienti edentuli totali, provenienti da tutto il territorio sardo». Verranno selezionati «sulla base di un modello matematico da noi messo a punto», precisa Piras, «garantendo l’inserzione degli impianti a costo zero e con un risparmio notevole da parte del sistema sanitario» legato anche «alla diminuzione di patologie legate alla condizione di edentulia». Insomma, ricerca e prevenzione dei devastanti tumori orali, così come spiega il professore: «Il cancro orale è la quinta causa di morte, pensiamo di selezionare un gruppo di 30/40 anziani per portarli in pullman alla clinica». Anche se il finanziamento è stato dimezzato, dai 2 milioni chiesti si è scesi ad uno, Piras è ottimista: «Potremmo vedere una marea di persone, chi ha la protesi fissa vive meglio e costa di meno alla sanità regionale». Ma lo sguardo di Piras si allunga al futuro prossimo: «A quel punto si potrebbe chiedere lo sconto delle attrezzature alle grandi industrie farmaceutiche, senza contare che facciamo imparare i giovani, l’Università serve anche a questo», per poi precisare che l’ateneo del capoluogo non avrà l’esclusiva: «Saranno coinvolti anche quelli di Sassari». Gerhard Seeberger, ex presidente Aio e rappresentante europeo per tre anni della Federazione Mondiale degli odontoiatri non è convinto: «Più che altro può essere dannoso far impiantare protesi e chiodi dagli abusivi». La controproposta: «Fare tutto nelle strutture sanitarie e coinvolgere anche i professionisti che vogliono partecipare. Non ha senso fare prevenzione sugli over 65: il diritto alla salute va garantito a tutte le età».
F. O.
 
 
14 - Sardegna Quotidiano / Pagina 14 - Cagliari
CTM
La linea 7 passerà per i quartieri storici
Cambia percorso la linea 7 del Ctm, per raggiungere i quattro quartieri storici e collegare il mercato di Santa Chiara con quello di San Benedetto. Il capolinea resta in piazza Yenne, poi su verso Castello, discesa in via Università e via Manno verso Villanova, totalmente attraversata dal nuovo tragitto del bus, che tocca per la prima volta via San Giovanni, piazza San Rocco, via San Giacomo e via Sulis, prima di arrivare in piazza Costituzione e scedere da via Manno verso piazza Yenne. La frequenza è di 30 minuti dalle 6 alle 7 del mattino, poi si sale a 33 fino alle 19.36 e di nuovo mezzora fino alla fine del servizio. «Col nuovo percorso si arriva a Castello senza prendere la macchina», dice il sindaco, Massimo Zedda. «Si potrebbe pensare di farlo passare anche di notte, può diventare il nuovo bus per tutte le fasce di età, dagli anziani residenti nei quartieri storici ai giovani che magari devono raggiungere l’area universitaria cittadina». Previsto per ora un solo bus 7, tipologia “sprinter ” con climatizzazione e pedana per disabili.
 
 
15 - Sardegna Quotidiano / Pagina 15 - Cagliari
ARCHITETTURA Decrescita e tecnologia
Un convegno all’hotel Mediterraneo
Oggi alle 16 all’hotel Mediterraneo si terrà un convegno dal titolo “Antiche tecnologie per una nuova architettura in tempi di decrescita”. Aprirà i lavori Antonello Sanna, esperto di architetture dei luoghi. Interverrano: Fabrizio Carola, Giulietto Chiesa, Vincenzo Migaleddu e Claudia Zuncheddu. Il dibattito sarà coordinato dal giornalista e scrittore Nello Rubattu. L’evento è organizzato da Sardigna Libera.
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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