Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
29 April 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 19 - Edizione CA)
Università
Studenti, Meloni punta al Consiglio
 
È Marco Meloni il candidato di Unica 2.0 alle prossime elezioni del Consiglio nazionale degli studenti universitari. «Una sfida difficile ma di cruciale importanza per la possibilità di incidere sulle scelte nazionali e ministeriali, sia come liste di sinistra che come regione». Lo slogan è “Per l’università di tutti”. L’associazione, forte dell’esperienza maturata nel precedente mandato di Alice Marras, sarà rappresentata da Chiara Fadda per il Cda dell’Ersu. L’appuntamento elettorale il 21 e 22 maggio. (p.l.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 22 - Edizione CA)
Università
Laureati, due premi per le tesi
 
L’Associazione Culturale Giorgio Asproni, per onorare la memoria dell’illustre politico sardo bandisce un premio per tesi di dottorato e laurea magistrale a lui intitolato.
I due 2 premi sono: 1.500 euro per la miglior tesi di dottorato e 1.000 per la miglior tesi di laurea. Il premio è riservato alle tesi discusse nelle università di tutto il territorio nazionale e dovranno avere come oggetto la storia dell’Italia contemporanea.
Le domande, indicanti la data della discussione della tesi di laurea dovranno pervenire entro e non oltre il 31 agosto alla sede amministrativa dell’Associazione Giorgio Asproni, in viale Trieste 59.
Asproni, fu deputato della sinistra storica dal 1848 al 1876, giornalista presso molte testate italiane, spagnole e americane, nonché direttore di vari quotidiani. Fu amico di Mazzini, Garibaldi e Cattaneo, ai quali illustrò la questione sarda, fornendo preziose relazioni e documentazioni concernenti la regione. Fu strenuo promotore dello sviluppo economico e culturale della Sardegna e in generale di tutto il Meridione.
Per scaricare il bando completo: www.associazioneasproni.it. Per informazioni chiamare il numero: 349 8329709 oppure scrivere a: segreteria@associazioneasproni.it
 

LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 13 - Sardegna
«Con la ricerca combattiamo il cancro»
La campagna della Firc a favore dei lasciti testamentari, uno studioso sassarese parla dell’importanza delle donazioni
di Silvia Sanna
 
SASSARI Senza le donazioni, i suoi progetti di ricerca non sarebbero mai nati. E senza i suoi progetti e quelli di tantissimi colleghi, la lotta contro il cancro si combatterebbe ad armi spuntate, perché non esisterebbero molti di quei farmaci grazie ai quali sono stati ottenuti risultati impensabili sino a pochi anni fa. Diego Calvisi, 42 anni, di Bitti, vive e lavora a Sassari, presso il Dipartimento di medicina clinica e sperimentale della facoltà di Medicina e chirurgia delle Cliniche universitarie. Diego è l’ideatore e coordinatore di un progetto di ricerca sui tumori epatici. In particolare, la ricerca studia la correlazione tra cellule tumorali e l’accumulo di grasso nel fegato. È stato infatti dimostrato che le cellule tumorali epatiche hanno bisogno dei grassi per moltiplicarsi e pertanto questi ultimi potrebbero essere il bersaglio di terapie sperimentali. A supporto di questa teoria, i risultati ottenuti da Diego indicano che alcuni farmaci anti obesità rallentano la proliferazione delle cellule tumorali epatiche. A dare gambe alla ricerca e’ stata l’Airc, che nel 2012 ha finanziato l’Ig (Investigator grant) di Diego Calvisi e della sua squadra con lo stanziamento di 70mila euro all’anno per tre anni. Calvisi, titolare già nel 2008 di un progetto di ricerca sostenuto dall’Airc, è testimone diretto dell’importanza delle donazioni. Per questo sostiene con passione tutte le campagne dell’Airc e della Firc, la Fondazione per la ricerca sul cancro. Quest’anno la Firc ha scelto di promuovere in Sardegna l’iniziativa sui lasciti testamentari a favore della ricerca, individuando tre testimonial, tre simboli dell’isola: lo scultore Pinuccio Sciola, lo stilista Antonio Marras e il gruppo musicale dei Tazenda. «Quella sui lasciti è un’iniziativa giusta, un gesto di civiltà», dice Diego Calvisi. Che racconta la sua esperienza come ricercatore anche per dissipare ogni dubbio sulla trasparenza del meccanismo delle donazioni. «I soldi hanno una destinazione chiara e certificata, ogni singolo euro serve per fare partire e sostenere progetti di ricerca e iniziative di alto valore scientifico – spiega Diego –. I controlli sono assidui, ogni anno i ricercatori sono chiamati a illustrare il valore del loro lavoro, a dimostrare che i fondi stanziati sono stati ben spesi. In questo senso le pubblicazioni sulle riviste scientifiche costituiscono una garanzia, perché certificano la validità della ricerca e il notevole impatto dei suoi obiettivi sui pazienti oncologici». Neppure un euro dei fondi stanziati dall’Airc e dalla Firc «può essere utilizzato per scopi differenti da quelli della ricerca», sottolinea Diego Calvisi. Che mette in evidenza la complessità del lavoro che si svolge nei laboratori: «L’attività di ricerca richiede molto tempo, continui approfondimenti e verifiche. Si tratta di una sfida faticosa durante le quale le sconfitte si alternano alle vittorie, alla soddisfazione quando un esperimento dà il risultato sperato». Per questo la ricerca deve essere alimentata, «non può fermarsi di fronte a malattie che camminano sempre più veloci». Purtroppo c’è ancora resistenza, «e spesso chi decide di aiutare la ricerca lo fa dopo un’esperienza dolorosa in famiglia. In realtà tutti, anche chi ha avuto la fortuna di non essere stato colpito, direttamente o indirettamente, da un tumore, dovremmo renderci conto che sostenendo la ricerca si può garantire il diritto a una salute migliore alle generazioni che restano e a quelle che arriveranno». Vietato nascondere la testa sotto la sabbia, nella convinzione che “certe cose capitano sempre agli altri”. Perché magari quell’altro potrebbe essere un parente, un amico, un figlio o un nipote. «Con una donazione o disponendo un lascito testamentario – conclude Diego Calvisi – si dà a noi ricercatori la possibilità di lavorare per dare a tutti una speranza».
 

4 - SardegnaQuotidiano
Cagliari – pagina 14
Sanità
Il blocco Q è un cantiere aperto
«A maggio pronto il piano per i bimbi»
POLICLINICO Il nuovo reparto che dovrà ospitare i piccoli pazienti che saranno trasferiti dalla Macciotta ancora senza infissi. Entro la fine del mese prossimo, assicurano dall’azienda mista, sarà tutto a posto. In testate l’apertura totale
 
Fare un giro al Blocco Q del Policlinico di Monserrato per adesso significa andare via impolverati ed avere molta fiducia. Entro un mese in questo gioiello, nuovo fuori ma ancora disadorno dentro, con prese da sistemare e porte nel cellophane, sarà trasferita una parte i bambini della clinica Macciotta che da giorni è presidiata dai vigili del fuoco. Condizioni precarie arcinote e altri episodi poco piacevoli hanno fatto accelerare ciò che era già presumibile da tempo, lo sgombro della vecchia clinica. Ma se preparare tutto l’edificio nuovo nei tempi previsti sarebbe un’impresa, almeno quel secondo piano destinato a ospitare e custodire i bambini del reparto di Neonatologia dovrebbe essere pronto come richiesto. Nel frattempo i lavori proseguiranno.
L’ULTIMATUM L’urgenza è urgenza da qualche anno, ma in attesa di capire che fare con le creature ricoverate in via Porcell si ipotizzavano le soluzioni. Finché l’assessore alla Sanità Simona De Francisci, col blitz dello scorso 8 marzo al Blocco tanto atteso, ha deciso di dare l’ultimatum al Policlinico dell’Azienda mista. L’ordine che arriva dalla Regione è che la struttura del Policlinico sia pronta entro il 30 maggio per poter ospitare un numero che va dai 18 ai 30 bambini che lasceranno la Macciotta con un trasferimento speciale, calcolato nei dettagli di tempo e chilometri, per il quale saranno impiegate ambulanze attrezzate e personale specifico, ma anche forze dell’ordine che assicurino un viaggio senza ostacoli. Per adesso il nuovo reparto di neonatologia nelle due sezioni di terapia intensiva e puericultura dovrebbe sorgere in un edificio che presenta scavi aperti nel retro, che ha già asfaltato una strada nel fronte per l’accesso delle ambulanze ma che all’interno avrebbe bisogno di essere sistemato e ripulito. Renderlo accogliente in un mese non è impossibile, a mancare all’interno sarebbe solo qualche rifinitura e soprattutto gli arredi adatti per un ospedale per bambini per il quale si stanno muovendo insieme le due direzioni mediche delle due cliniche che devono studiare nei minimi dettagli il sorgere del nuovo ospedale. Gli operai nel frattempo lavorano ogni giorno nell’attesa della prima data da rispettare, il resto verrà da sé perché nel nuovo edificio del Policlinico al più presto dovranno essere trasferiti anche altri reparti della clinica.
A GIUGNO ALTRI TRASFERIMENTI A giugno, secondo i piani e gli accordi, sarà la volta del reparto di Pediatria e dalla Neuropsichiatria infantile che andranno ad occupare gli altri due piani dell’edificio. Per Ginecologia e Ostetricia che saranno disposte probabilmente nel terzo piano si dovrà ancora aspettare qualche mese ma sembra chiaro che entro fine estate la clinica Macciotta, uffici universitari esclusi, sarà chiusa. Qualche giorno fa un ulteriore incontro tra Regione, forze dell’ordine e Asl ha iniziato a pianificare nei dettagli l’esodo dei bambini. Che non sarà facile e richiederà molte forze e sostegno.
Virginia Saba
 
5 – SardegnaQuotidiano
Pagina 12 – Cagliari
MACCIOTTA CLINICA FATISCENTE
PRESIDIO DEI VIGILI DEL FUOCO
 
«La clinica Macciotta, che in tutti questi anni è stata un punto di riferimento in Sardegna ora non è più adatta alle esigenze né di sicurezza, tantomeno sanitarie, sia per i bambini ricoverati che per il personale che ci lavora. Il trasferimento con urgenza della Neonatologia, di Ginecologia e Ostetricia non è più dunque rinviabile e anzi va eseguito al più presto». Così aveva dichiarato un mese fa Simona De Francisci sulla clinica che da tempo non è più adeguata ad ospitare i bambini per le condizioni fatiscenti e che da diversi giorni è presidiata dai vigili del fuoco. Nel 2011 un neonato aveva rischiato di perdere la vita. Gli infermieri non erano riusciti a salire in ascensore fino al terzo piano della struttura universitaria perché il montacarichi, l'unico ascensore in grado di accogliere il lettino, che aiuta i prematuri a respirare, era bloccato.

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