Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
15 April 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 28 - Edizione CA)
Sassari
Decine di stand per scegliere l’università
 
"Destinazione Uniss - Un biglietto per il futuro". Partirà questa mattina la decima edizione delle giornate dell’orientamento nel mondo dell’Università di Sassari. Il polo bionaturalistico di Piandanna è pronto per accogliere centinaia di persone, famiglie, studenti e docenti delle scuole superiori che entreranno in contatto per la prima volta con il mondo accademico. Tutti i giorni dalle 9,30 alle 14 e sino a venerdì 19 aprile, il pubblico potrà visitare oltre 35 stand coi servizi offerti dall’ateneo di Sassari. (a. br.)

LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Sardegna
la sardegna e l’ue
Fondi europei, tanti e spesi male
La Regione chiede la pagella dal 2000 a un gruppo di esperti Giudizio impietoso: un miliardo e mezzo investito a vuoto
di Giuseppe Centore
 
CAGLIARI Non chiamatelo fallimento, ma solo per non buttare sulla Regione l’ennesima croce; il concetto di fondo non è però distante. Le politiche regionali cofinanziate con i fondi europei negli anni scorsi per bene che vada sono rimaste complessivamente molto al di sotto delle aspettative: i fondi manovrati, e spesi, centinaia e centinaia di milioni di euro, hanno prodotto alcune interessanti operazioni, ma nel complesso i risultati sono stati «deludenti». A dirlo è la stessa Regione, che proprio per verificare la bontà del suo lavoro ha affidato a un nucleo di valutazione, formato da interni ed esterni l’amministrazione, lo studio e l’analisi dei piani nel periodo 2000-2006 (con giunte regionali di centrodestra fino a metà del 2004, quando vinse le elezioni il centrosinistra). Il nucleo di valutazione, nominato durante la giunta Soru e in scadenza a fine anno, è diretto da un ingegnere, Corrado Zoppi, docente all’università di Cagliari. Il pool da lui coordinato, che si è avvalso anche del lavoro di società esterne specializzate nella raccolta e nell’analisi dati, ha prodotto già quattro studi, su politiche urbane, ricerca scientifica e innovazione tecnologica, azioni contro la dispersione scolastica e sul sistema pubblico dei servizi per il lavoro. A questi quattro studi, già pubblici, se ne aggiungeranno altrettanti che saranno completati entro l’anno: riguardano i pacchetti integrati di agevolazioni rivolti alle imprese e al turismo, quello sull’unione dei Comuni, quelle sulle politiche per il turismo e l’ultimo sulle politiche energetiche. Infine vi sarà un quinto studio, condotto in collaborazione con Nomisma e Prometeia, sull’impatto che complessivamente le politiche che hanno utilizzato i fondi strutturali hanno avuto per l’economia dell’isola. Anche questo non sarà pronto prima del 2014. Fonti interne allo stesso nucleo di valutazione ritengono altamente probabile, se non certa, una analoga sentenza anche per il successivo Por, che si concluderà quest’anno e che sarà monitorato solo dal 2014. Bisogna leggere tra le righe del linguaggio degli esperti per cogliere il fallimento di queste politiche. «Non sempre i risultati sono stati all’altezza delle aspettative». Delusione. È il concetto che a più riprese e in diverse forme viene declinato da tutti gli autori degli studi. Una delusione profonda, solo mitigata dal fatto che i diversi piani hanno comunque smosso le acque. «Ma in ogni caso – ha detto diplomaticamente Zoppi – l’attuazione di queste politiche, non è stata efficace, rispetto alle aspettative e alle esigenze della programmazione. Gli interventi sono stati troppo parcellizzati, è mancata una visione di insieme che sapesse e potesse renderli fruttiferi nel tempo e facesse crescere realmente l’isola». I numeri. I soldi non sono certo mancati: quasi 500 milioni di euro per le politiche urbane, oltre 800 per la ricerca e l’innovazione; molti di meno, vista la specificità dell’intervento, per la scuola, quasi 30 milioni di euro, e per i servizi dell’impiego (i vecchi Cesil, che oggi vivono un triste crepuscolo). In totale quasi un miliardo e mezzo. In ogni caso il nucleo di valutazione regionale ha sfatato un mito che sino a ieri reggeva senza sforzi: la spesa programmata e poi realizzata di per sé è efficace e produce benefici. Purtroppo non è così. La sentenza. I risultati, racchiusi in sostanziosi studi di centinaia di pagine dicono il contrario. Basta leggere le asettiche righe contenute nel documento annuale di programmazione economico e finanziaria del 2013 presentato nei giorni scorsi dalla giunta regionale, per farsi una idea del fallimento di queste politiche, non ascrivibili a una giunta e a una stagione politica. Sviluppo urbano. Su questo tema «il risultato è stato considerato piuttosto deludente. Le correlazioni (tra indici del disagio sociale e misure di intensità degli interventi) anche nei casi migliori sono piuttosto basse anche se significative». Viceversa le politiche urbane «non hanno conseguito l’obiettivo prioritario di migliorare la qualità della vita nelle aree urbane, conseguendo invece un obiettivo non dichiarato: la permanenza del tessuto insediativo diffuso». Come dire, i soldi gettati nel calderone degli interventi nelle aree abitate hanno se non altro attenuata la tendenza allo spopolamento e alla concentrazione nei grandi centri. Ricerca scientifica. Il quadro non cambia, semmai ci sono alcune novità, come la non omogenea diffusione temporale dei finanziamenti, «a periodi di grande lentezza sono succeduti periodi di forte accelerazione, soprattutto nella parte finale dei periodi»; insomma si sono spese risorse perché altrimenti si sarebbero perse, più che per un motivo valido. E poi «è mancato il coordinamento tra ai diversi soggetti regionali incaricato di attuare queste politiche e c’è stato uno scollamento tra chi gestiva i fondi e i beneficiari degli stessi». Modesta infine la capacità di attrarre imprese esterne: solo 34 su 1600. Dispersione scolastica. I laboratori scolastici sono stati sicuramente interessanti per docenti e studenti, ma non hanno fermato la dispersione, Né hanno modificato il rapporto tra promossi e bocciati; in questo caso i dati rendono difficile una valutazione scientifica degli effetti, anche perché «la ripartizione dei fondi non è stata preceduta da alcuna analisi sul reale fenomeno della dispersione, ma è stata di tipo burocratico». Servizi per l’impiego. Qui è stato misurato l’appeal dei nuovi strumenti rispetto al vecchio collocamento: «Gli utenti non hanno sfruttato le potenzialità offerte dai servizi, e non c’è stata l’auspicata inversione di tendenza».
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 2 - Sardegna
E alla fine è premiato chi innova di meno
Ricerca e tecnologia: tempi lunghi per finanziare le imprese più meritevoli, il mercato non aspetta
 
CAGLIARI Il più significativo centro di spesa monitorato finora dal nucleo di valutazione riguarda il settore della ricerca e dell’innovazione tecnologica. In questo caso la confusione è alta, nonostante, o forse proprio per questo, le risorse messe a disposizione venissero definire da tutti gli attori persino «sovradimensionate rispetto alle esigenze». E così i politici ritengono che la strategia fosse stata chiara, gli attuatori dicono il contrario, i destinatari ribadiscono che la confusione e la mancata concertazione ha creato solo problemi. L’unica cosa che ha funzionato, naturalmente, è il fatto che il sistema finanziario ha favorito la nascita e il consolidamento di realtà pubbliche come il CRS4, o private come Vol e Tiscali. Che poi la storia abbia mostrato la debolezza in un caso e la caduta nell’altro delle iniziative private, o le difficoltà nelle quali si dibatte il centro di ricerca che ebbe Rubbia come suo presidente, è un’altra questione. Ma sono anche altri gli elementi che emergono dalla valutazione della stessa Regione. Tra questi la scarsa, per non dire debolissima capacità di attrarre in Sardegna le imprese esterne e una eccessiva polarizzazione territoriale. Insomma, solo società legate all’information techology, pochissimo nel manifatturiero e nulla nell’energia, e soprattutto tutte concentrate nel Cagliaritano, con una piccola appendice sassarese e il deserto assoluto nel resto dell’isola, nonostante l’immaterialità dei lavori potesse in teoria non sfavorire le zone interne. Il confronto. La ricerca ha anche messo a confronto le politiche di ricerca e sviluppo dell’isola e della Puglia, ricavandone strategie, impegni e soprattutto esiti ben diversi. Dal 2003 la Sardegna ha ridotto i suoi investimenti, la Puglia li ha invece aumentati: e se nell’isola è arretrata la componente finanziaria pubblica, aumentando quella privata, in Puglia sono aumentate, a dimostrazione di una migliore sinergia tra gli attori, sia la componente pubblica che quella privata. Le politiche e l’innovazione. Anche in questo caso la confusione è stata elevata. Le interviste e il confronto con i protagonisti hanno portato alla conclusione che: è mancato il coordinamento tra società e agenzie create con fondi regionali, mentre l’università non è stata coinvolta, se non nell’ultima fase; non vi è stato un luogo adeguato dove verificare, monitorare e aggiornare le politiche per l’innovazione; non vi è stata una analisi della domanda di innovazione delle imprese; la Regione ha sempre trasferito in ritardo i fondi necessari, creando naturalmente problemi; dal 2000 al 2006 c’è stato un blocco della spesa, e a monte la stessa gestione dei bandi è stata lenta. Il paradosso. Tutti questi elementi, associati in un perverso meccanismo, hanno condotto a una situazione incredibile: le società che necessitano di innovazione, ma per le quali il mercato non consente tempi lunghi per eseguire i loro progetti, pur avendone i titoli e i meriti non hanno usufruito dei finanziamenti. Le aziende invece che non avevano bisogno di finanziamenti per l’innovazione si sono rivolte con calma a queste politiche che nell’ultima fase, quando era evidente il rischio di perdere le somme destinate all’isola, hanno allargato i criteri di accesso alle agevolazioni. È stato questo forse il campo dove le distorsioni del sistema regionale hanno prodotto più danni, impedendo quella crescita da tutti, almeno a parole, ricercata.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 3 - Sardegna
Interventi a pioggia per assistenza, cultura e turismo
Finanziamenti distribuiti in 242 Comuni dell’isola Il 33% è andato a Cagliari e a Sassari-Alghero-Porto Torres
Il direttore del Centro di programmazione: i fondi ai piccoli paesi non hanno risposto all’esigenza primaria di migliorare la qualità della vita
 
CAGLIARI Se non sono finanziamenti a pioggia questi, poco ci manca. I 729 progetti che hanno riguardato la misura 5.1 del Por (il programma operativo regionale che applica e poi spende le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale, quelle concesse alle aree più povere del Continente) hanno interessato 242 Comuni su 377. Ma non è la pioggia di finanziamenti che ha reso non efficace il programma, quanto il fatto che non vi sia stata una “vera” programmazione sulla destinazione dei fondi. Facile intuire cosa sia successo: per non scontentare i sindaci dei Comuni grandi e piccoli, i soldi sono stati distribuiti pensando più alla geopolitica che alle effettive esigenze. Una scelta che non è stata fatta solo dalla Sardegna, ma da tutte le regioni del Sud, al punto che nel prossimo Pon, quello che partirà dal 2014 ci saranno due misure diverse per le grandi città e i piccoli centri. Per la Sardegna il concetto di grande città si può applicare solo alle due aree metropolitane presenti, quella di Sassari-Alghero-Porto Torres (con Castelsardo, Sennori, Sorso e Stintino) e l’area metropolitana di Cagliari, che da sole hanno coperto il 17,5 per cento degli interventi ma il 33 per cento delle risorse. Il resto è naturalmente destinato ai Comuni di media e piccola dimensione, con questi ultimi che hanno avuto quasi il 50 per cento dei finanziamenti. «Nei finanziamenti destinati alla qualità urbana – ha detto Vincenzo Cossu, architetto, dirigente del Centro regionale di programmazione e responsabile della ricerca valutativa sulle politiche di sviluppo urbano – i fondi ai piccoli centri hanno sì ridotto il distacco tra questi e le aree metropolitane, ma non hanno risposto alla primaria esigenza di questi interventi, che era quella di migliorare la qualità della vita». I numeri da questo punto di vista sono impietosi: il 68 per cento delle risorse destinato alle infrastrutture secondarie ha finanziato soprattutto i settori della cultura e del tempo libero e le attività socio-assistenziali, ma due terzi di questi sono stati realizzati nei centri storici, e non nelle aree periferiche «e dismesse per soddisfare i bisogni dell’infanzia l’integrazione sociale e la lotta alla marginalità». Non è un caso che a Sassari siano stati spesi buona parte dei soldi per le infrastrutture e i sottoservizi nel centro storico (forse più degradato delle aree periferiche tradizionali), mentre ad Alghero si è recuperato il complesso mediale “Lo Quarter”, a fini turistici, sociali e culturali, mentre a Tempio, con il recupero delle terme di Rinaggiu si è cercato di aprire la strada a un diversa offerta dalla Gallura interna. Infine a Cagliari gli interventi più grossi sono quelli realizzati al Parco della Musica, in piazza Giovanni, e alla Mem in via Pola, luoghi non certo periferici o degradati. L’altro elemento più sorprendente è che anche i due centri “metropolitani” maggiori hanno perseguito strade diverse, nella scelta delle opere da finanziare con i fondi comunitari. Nel sud prevalgono gli interventi per infrastrutture sociali e assistenziali (con tanto verde nel centro storico e in quello urbano) mentre nel nord prevalgono strutture per cultura e tempo libero. Viceversa, le riqualificazioni e il rinnovo del tessuto edilizio urbano, sebbene abbiano «catalizzato solo l’11 per cento delle risorse destinate alle infrastrutture secondarie – scrivono i ricercatori – hanno assorbito i due quinti dei fondi nei Comuni con meno di 3mila abitanti, che hanno realizzato soprattutto ristrutturazioni nei centri storici». Insomma, tante piccole piazze messe a nuovo, tanti selciati di piccole chiese rifatti, facciate di antichi palazzi di nuovo perfetti, soprattutto nei piccoli centri. Se non è sufficientemente chiaro, si può andare a leggere cosa scrivono i ricercatori nelle conclusioni: «Il non aver identificato budget, criteri di selezione, tipologia e soglia dimensionale degli interventi per ciascuna delle tre categorie di sistemi urbani (aree metropolitane, centri di media dimensione e piccoli - ndr) ha inevitabilmente comportato un generico unanimismo partecipativo che ha premiato i piccoli interventi nei piccoli centri». E la pioggia di fondi è arrivata, facendo felici piccole imprese e manovali, ma lasciando inalterato il volto dell’isola: proprio il contrario di quello che volevano legislatori e amministratori. O no?
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 9 - Sardegna
Finanziaria, quattro ore di centrifuga
Le correzioni imposte dal vertice di maggioranza: riscritto il documento, scelte le priorità di spesa, coinvolti gli assessori
di Umberto Aime
 
CAGLIARI Il tabellone del presidente non esiste più. La Finanziaria della coppia Cappellacci-Zedda (presidente e assessore al bilancio) è stata rivoltata, centrifugata e corretta dal vertice di maggioranza. Da ieri è più unitaria, meno del governatore e più degli assessori. Come annunciato venerdì scorso dallo stesso Cappellacci nessuno sarà più prigioniero della tabella F, il tabellone, dove nella prima stesura erano finite le voci da finanziare col miliardo e 200 milioni caricato e messo in conto oltre il Patto di stabilità. Ora ci sono delle priorità: Fondo unico per gli enti locali, finanziamenti diretti per lo sviluppo e reddito di cittadinanza, ad esempio, non sono più capitoli sterilizzati: sarà la giunta a decidere come farli partire appena l’aula darà il via libera alla manovra. Il vertice. Quattro ore secche di conclave, a Villa Devoto, e ieri il centrodestra ha fatto pulizia di tutto quello che finora non era piaciuto ai Riformatori, nella delegazione Franco Meloni, Attilio Dedoni e il presidente della commissione bilancio Pietrino Fois, e l’Udc, Giorgio Oppi e Giulio Steri, che già avevano preso le distanze con una doppia astensione durante l’iter dei pareri consultivi. E che aveva lasciato perplessi anche gli altri alleati: Mario Floris (assessore dell’Uds), Franco Cuccureddu (Mpa) e Matteo Sanna (Fratelli d’Italia). Per questo voci interne dicono che il risultato è stato portato a casa grazie alla mediazione decisiva del capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis: «È stato lui a smussare tutti gli angoli» è una delle indiscrezioni. Dal vertice domenicale, la maggioranza sostiene così di essere uscita più forte: «Abbiamo lavorato bene per limare e asciugare la Finanziaria e questo lavoro porterà a un’accelerazione dei tempi dopo l’approvazione del testo in commissione», è stata la dichiarazione rilanciata da Cappellacci al termine dell’incontro, per poi sottolineare «il proficuo clima di collaborazione della riunione», che tradotto vuol dire: da 24 ore la legge è blindata, nessuno potrà più toccarla e non sono ammesse altre ribellioni. E questo verdetto nei fatti è anche una vittoria per il presidente della commissione bilancio, Pietrino Fois, che sabato era stato perentorio nel dire: «Auspico un testo condiviso entro le prossime ore»: l’hanno accontentato. Mentre Matteo Sanna va anche oltre: «È stato fatto un ottimo lavoro e i risultati si vedranno in fretta». Le novità. Secondo l’assessore Alessandra Zedda, la «manovra è stata asciugata e resa molto snella». Il che vuol dire: un bel po’ di capitoli dubbi sono stati cancellati, a Villa Devoto, per evitare che poi in Consiglio qualcuno della maggioranza cercasse di introdurne altri persino più sospetti. Sono state scelte le priorità e molta zavorra è stata rinviata al collegato che arriverà in aula subito dopo la Finanziaria, ma in cui saranno inserite anche le riforme degli enti e delle Asl. Il meccanismo. Il vertice ha confermato che entro il 30 giugno la Regione cercherà di ottenere lo stesso trattamento di favore già riconosciuto alla Sicilia e al Piemonte, regioni autorizzate a spendere più del Patto. Se il tentativo andrà a vuoto, da luglio, straccerà l’intesa e di sua iniziativa – semmai con l’accensione di un mutuo – metterà a corre il 1 miliardo e 200 milioni. I prossimi passi. Domani riprenderanno i lavori della commissione bilancio e il voto è previsto in settimana. Sempre martedì, alle 18.30, si ritroverà anche la maggioranza per centrifugare le spese di ciascun assessorato.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 16 - Sassari
Oggi il ministro Profumo inaugura il Conservatorio
 
SASSARI Oggi il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Francesco Profumo sarà in città per inaugurare, insieme alle istituzioni cittadine, i nuovi locali recentemente ristrutturati del Conservatorio di musica Luigi Canepa. Il rappresentante del governo sarà a Palazzo Ducale intorno alle 11.15 per il primo incontro istituzionale programmato con il sindaco Gianfranco Ganau – in forma riservata – che sarà seguito da un breve saluto alla giunta e al presidente del consiglio comunale. Terminato l’incontro, il ministro Profumo si sposterà al Conservatorio di musica in piazzale dei Cappuccini dove arriverà intorno a mezzogiorno.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Cagliari
Open Campus, Silicon Valley in laguna
L’iniziativa di Tiscali nella sede di Sa Illetta: nuove “start up” e una spinta alla condivisione di conoscenze e innovazioni
Renato soru Vogliamo creare uno spazio di confronto tra persone animate da passione e desiderio di crescere
di Michele Ciampi
 
CAGLIARI Tiscali celebra 15 anni di vita. Nel tempo del web 2.0,15 anni corrispondono ad un’era geologica. Basti pensare che aziende che solo 5 anni fa detenevano un dominio o quasi monopolio nel loro specifico campo - come Microsoft nel software - si vedono sorpassate da aziende più intraprendenti e innovative. Ma Tiscali ha conservato intatta nel tempo la sua propensione ad innovare e a pensare con lo sguardo rivolto al futuro. Proprio da questa propensione e con lo sguardo rivolto al domani, nasce il progetto Open Campus, uno spazio di lavoro e condivisione che ha il duplice obiettivo di sostenere la nascita di nuove start up in ambito digitale e di accelerarne lo sviluppo che per tre giorni ha ospitato nuove idee di impresa. Pensato e diretto da Alice Soru, figlia del fondatore di Tiscali, Renato Soru, che dice: «Tiscali ha “aperto” il proprio Campus - prima esperienza del genere in Sardegna -, mettendo a disposizione non solo gli spazi e le infrastrutture tecnologiche, ma anche competenze e know-how, offrendo programmi di accelerazione per start up digitali, spazi di co-working - ovvero la condivisione di un ambiente di lavoro, spesso un ufficio, mantenendo un’attività indipendente, il tutto con due modalità che sarebbero quella del resident cioè il trasferimento fisico degli uffici nella sede di Tiscali pagando un affitto mensile e quella del member che ha una tessera gratuita di 50 ore al mese e riguarda chi ha già un altro lavoro ma vuole sviluppare un proprio progetto in un ambiente stimolante come quello del campus in cui poter scambiare idee e un ricco calendario di eventi e incontri con i protagonisti del mondo dell’innovazione. Open Campus nasce come spazio di condivisione e confronto in cui chi vuole far crescere e sviluppare la propria idea d’impresa, può beneficiare dei servizi logistici primari e accedere al know- how di manager e tecnici Tiscali per accrescere la propria esperienza, anche attraverso un costante scambio di informazioni oltre alla collaborazione a al confronto con le altre start up. Questa di Tiscali è la formula del successo della Silicon Valley, perché le start up sono le aziende che nascono da zero, ma attorno ad un’ idea innovativa generando un indotto che coinvolge circa 5.000 persone all’anno. Così Tiscali ha pensato con Open Campus di parlare - e nel contempo agire - di start up fuori dai politecnici, dalle facoltà scientifiche e dal mondo dei tecnofan del web per fare in modo che si possa familiarizzare con concetti che ci riguardano e riguarderanno sempre più da vicino. Dieci le aziende invitate a parlare del proprio lavoro in 7 minuti ciascuna per spiegare cosa e come hanno realizzato un ecosistema sardo di impresa. Come Telit, che ha qui a Cagliari un centro di ricerca e che dalla produzione dei cellulari si è riconvertita alla produzione di moduli per tutte le tecnologie del mercato machine to machine. O la piattaforma di Pamela Bini e Roberta Desogus - quote rosa digitali della giornata - Mychildworld che permette alle mamme di scoprire, condividere e acquistare online prodotti per i loro bambini comodamente da casa e rimediando alla mancanza di tempo; piattaforma sviluppata da Softfobia a sua volta presente quest’oggi. E ancora Paraimpu, Prossimaisola, Easynetwork, Seies etc. «Il futuro dell’Italia passa dall’innovazione e dall’industria della conoscenza – ha dichiarato Renato Soru, presidente e amministratore delegato Tiscali –. Con Open Campus, vogliamo creare uno spazio di confronto e contaminazione in cui le persone sono animate dalla stessa passione e desiderio di crescere. Ribadiamo il nostro impegno a contribuire allo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali, perché il nostro obiettivo è collaborare attivamente al percorso di crescita di nuove imprese, dando spazio all’iniziativa dei molti giovani meritevoli che abbiamo, elemento imprescindibile per garantire un futuro al nostro Paese».
 

SARDEGNA QUOTIDIANO

8 – Sardegna Quotidiano / Pagina 13 - Cagliari
INGEGNERIA IL TEST DI ORIENTAMENTO
DA MAGGIO SARÀ ONLINE E IN PIÙ DATE

Sarà on line il test di orientamento e di valutazione delle capacità iniziali per accedere ai corsi di laurea a numero programmato in Ingegneria. Per gli studenti dell’ultimo anno delle superiori più date per la prova: la prima è il 3 e 4 maggio, ma il calendario prevede nche il 31 maggio-1 giugno, il 15 luglio, il 26 luglio, e l’ultima possibilità il 2-3 settembre. Il test potrà essere ripetuto, in caso di mancato superamento della soglia prevista.


SARDEGNA QUOTIDIANO

9 – Sardegna Quotidiano / Pagina 22 - Cultura
Il premio
Laurearsi nel ricordo di Coroneo
Per onorare la figura di Roberto Coroneo, illustre ed appassionato studioso, storico della storia dell’arte medievale, l’associazione ulturale Sa Illetta bandisce un premio per tesi di laurea magistrale a lui intitolato. La notizia è stata ufficializzata dal responsabile culturale dell’associazione, Idimo Corte, in occasione della conferenza-dibattito tenutasi recentemente alla fattoria di Sa Illetta, dove è stato anche presentato alla presenza di un folto pubblico il documentario “Karalis e l’isola del mito”. Il concorso prevede l’assegnazione di un premio di 1.500 euro per la migliore tesi di laurea magistrale in Storia dell’arte medievale (discussa nelle università di Cagliari o Sassari). Può partecipareal concorso chi abbia conseguito una laurea magistrale/specialistica, o magistrale a ciclo unico, in Storia dell’arte medievale, in data successiva al 1° gennaio 2012 e sino al 31 luglio 2013. Il premio sarà assegnato da una commissione composta da Idimo Corte e dai docenti universitari Rossana Martorelli e Andrea Pala. La consegna avverrà in occasione della tradizionale festa di San Simone, che si celebra a Sa Illetta il 28 ottobre. Roberto Coroneo, scomparso all’età di 53 anni, bruciò tutte le tappe della carriera accademica: ricercatore, poi professore associato e infine ordinario all’università di Cagliari. Ricca la sua bibliografia, che spazia tra i diversi ambiti del medioevo: da “La cattedrale di Oristano” (2008) a “Sardegna preromanica e romanica” (2004), da “Scultura mediobizantina in Sardegna” (2000) a “Chiese romaniche in Sardegna” (2005). Il luminare ebbe molti contatti anche fuori dall’Isola, in particolare con la Corsica, la Spagna e la Turchia, dove aveva cominciato ad indirizzare i suoi studenti. Eccellente insegnante, Coroneo prediligeva un apporto diretto e spontaneo con i suoi allievi, li incoraggiava all’apprendimento con metodi nuovi e appassionanti. L’associazione culturale Sa Illetta, che collaborò più volte col professore, a un anno dalla scomparsa rende omaggio alla memoria di Roberto Coroneo mediante l’istituzione di un concorso che porterà il suo nome.
 

Questionnaire and social

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