Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 April 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 10 - Edizione CA)
Indagine dell'ateneo di Cagliari
I giovani laureati chiedono investimenti su lavoro e trasporti
Il tentativo è quello di parlare di giovani e di politica senza distinzione, tenendo insieme in un unico discorso quella parte dell'elettorato considerato “trasparente” e quelli che tengono le fila del potere.
LA RICERCA Si può scoprire così che i giovani sardi puntano a confrontarsi con il mondo considerando priorità fattori come continuità territoriale, investimenti in ricerca, riduzione dei costi della politica, mentre ritengono argomenti di “vecchia politica” quelli relativi alla zona franca e all'autonomismo regionale. Desideri e attese di fronte al nuovo Parlamento emergono dall'indagine di SmartLab, spin-off dell'università di Cagliari. Condotta in due fasi, prima e dopo il voto, su un campione di oltre mille persone, perlopiù laureate e laureande. Nei giorni scorsi se n'è parlato nel corso di una tavola rotonda, alla presenza dei parlamentari Emilio Floris, Silvio Lai, Emanuele Cani, Pierpaolo Vargiu e Paola Pinna.
I RISULTATI «Quella che appare», spiega Francesco Mola, statistico dell'ateneo, «è la voglia dei giovani di investire fortemente in cultura, istruzione e nell'impresa, abbandonando i principi del vecchio modello di sviluppo come quello della grande industria». In un momento di stallo del Parlamento, in cui la fiducia dei cittadini nei partiti è crollata al 3%, spetta dunque ai nuovi eletti provare a dare risposte alle aspettative dei giovani. Le priorità non sono l'assistenzialismo sociale né la valorizzazione della lingua sarda, ma gli investimenti in infrastrutture, nel settore turistico.
IL DOCENTE «I giovani dimostrano di essere portatori di una fortissima domanda di politica», sottolinea il giurista Gianmario Demuro, «che testimonia la necessità di un cambiamento radicale». Insomma, di fronte alla "politica", i giovani sardi non scappano. Anzi rilanciano. E sui temi considerati prioritari, come lavoro, economia, trasporti e cultura, la forza politica che secondo loro può intervenire con maggiore efficacia è il Movimento 5 Stelle di Grillo.
Mauro Madeddu
 
 
2 - L’Unione Sarda / Provincia di Sassari (Pagina 45 - Edizione NU)
Sassari
Polemiche per il campus universitario, Pd all'attacco
Il campus universitario logora chi ce l'ha (a Sassari fondi e progetto sono pronti) e chi non ce l'ha (a Cagliari vorrebbero realizzarlo prima del 2017). Qualche giorno dopo la presentazione del progetto sulla costruzione del campus nell'area delle ex Semolerie Azzena, nuove polemiche sono state sollevate dal consigliere regionale Luigi Lotto e cinque consiglieri comunali del Pd con in testa Simone Campus. Le accuse: sede inopportuna, scelta anacronistica e dispendiosa, scarso coinvolgimento di Ateneo e studenti. Il presidente dell'Ersu sassarese Gianni Poggiu, replica duramente: «I 40 milioni non sono reindirizzabili su altri progetti, come confermano gli uffici regionali. Questo progetto non ha i colori della politica ma rappresenta un volano per l'ateneo e l'economia sassarese». Poggiu rammenta che l'idea è stata ampiamente discussa negli ultimi 5 anni: «Il progetto del campus è nato infatti proprio in seno al precedente consiglio presieduto da Antonello Mattone, del quale Simone Campus faceva parte come rappresentante degli studenti, e ha ottenuto le prime risorse dalla Giunta di Renato Soru». Per quanto riguarda le due aree alternative, il presidente dell'Ersu nota: «Lo spazio dell'ex brefotrofio proposto dall'Università di Sassari pur essendo interessante sotto diversi aspetti non era compatibile con le prescrizioni urbanistiche né del vecchio Prg né del nuovo Puc che prevede una destinazione d'uso che non ammette la residenzialità. La struttura dell'ex Turritania è incompatibile con il progetto approvato dal Cipe, dove sono previsti oltre ai posti letto, impianti sportivi, parcheggi, spazi verdi e ristorante». ( g. m. )
 
 
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 33 - Edizione CA)
Il convegno dei Riformatori: il tram presto a Settimo, si rafforza anche l'ipotesi Sestu
La metro è pronta a crescere
A settembre la stazione del Policlinico. Il progetto Poetto
Da un capo potrebbe superare piazza Repubblica e arrivare a lambire il quartiere Sant'Elia, dall'altro spingersi sino a Settimo (una certezza, grazie alla biforcazione della linea 2 che va da San Gottardo a Monserrato), ma anche a Sestu, dove viene chiesto a gran voce il prolungamento della linea ferroviaria oltre la Cittadella universitaria. Ma per la Metropolitana leggera del capoluogo, il presente è fatto già di buoni numeri, con la possibilità a settembre - salvo imprevisti - di attivare anche il terminal del Policlinico.
Le immense potenzialità del circuito metropolitano integrato sono state il tema del convegno organizzato venerdì dai Riformatori a Sestu, città con oltre ventimila abitanti che da tempo chiede l'ingresso nel circuito urbano. A discuterne, oltre al vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, c'erano anche il direttore generale dell'Arst, Carlo Poledrini, l'assessore regionale ai Lavori pubblici, Angela Nonnis, e il sindaco di Sestu, Aldo Pili.
«L'avvio della nuova stazione del Policlinico», spiega Poledrini, «rappresenterà un salto importante del servizio, con riflessi positivi anche per Sestu e altri centri vicini. Nell'attesa che venga prolungata la linea, poi, si sta già studiando l'operatività di un collegamento integrato con gli autobus, così da anticipare quella che poi sarà la nuova linea».
In Regione ci sono già vari progetti in fase di studio: quello fortemente voluto dall'amministrazione cagliaritana guidata dal sindaco Massimo Zedda, per cui ci sono disponibili 50 milioni di euro, vorrebbe l'estensione del tragitto della metro sino al Poetto. Poi ci sono tante di richieste: da un lato Capoterra, dall'altro Sinnai e ancora Selargius.
Già in fase di attuazione, sulla linea già esistente, il collegamento per Settimo, mentre quello per Sestu, in un primo momento verrà garantito facendo sposare il tram su rotaia con i minibus. «Collegare bene l'area vasta» chiarisce Pili, «può essere una soluzione strategica e di sviluppo per tutti».
Quella dell'Arst nell'area vasta metropolitana non sarà dunque una sfida al Ctm nei collegamenti urbani (il consorzio è già leader nelle tratte dentro Cagliari e con Quartu, Quartucciu, Selargius, Monserrato, Elmas e Assemini), ma un potenziamento dell'offerta di mobilità pubblica.
«Si studiano nuove soluzioni» assicura Michele Cossa, «e questa del biglietto unico può, di fatto, ampliare l'offerta di mobilità agli oltre ventimila abitanti di Sestu, rendendo loro accessibile da subito la metro». Di collegamenti, non su rotaia, ma su strada, ha invece parlato l'assessore regionale ai Lavori pubblici, confermando gli investimenti. «Per la mobilità dell'area vasta», assicura Nonnis, «abbiamo già 222 milioni per sistemare gli svincoli della statale 554. Un intervento che renderà più sicura una delle strade strategiche dell'area vasta».
Francesco Pinna


 
LA NUOVA SARDEGNA
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Cultura-Spettacoli
Sul campus studenti sono pronti a condividere soluzioni migliori 
di GIOSUÈ CUCCURAZZU
LA POLEMICA 
La vicenda relativa al cosidetto "Campus Universitario", da realizzarsi nell'ex Semoleria Azzena, si fa di giorno in giorno più scottante. Le ragioni delle contestazioni che piovono quotidianamente contro questa scelta sono capaci di cogliere tutte le criticità rispetto agli aspetti "politici" di indirizzo e le "ombre" dei passaggi amministrativi. Sono critiche legittime. Per una semplice ragione la questione non può essere liquidata rifacendosi all'autonomia decisionale del C.d.A Ersu: la gestione del denaro pubblico coinvolge tutti e, tutti hanno diritto di esprimersi sulla spendita, specie poi se il contributo al dibattito ha come fonte illustri membri della comunità accademica. Eviterei a tal proposito le fastidiose dichiarazione del Presidente contro la professoressa Mazzette, utile interlocutrice sulle vicende urbanistiche e non una scomoda dissidente. Sia chiaro, la carica di Presidente è una carica prettamente politica, legata a logiche di spartizione di sottogoverno da parte della Giunta regionale (lungi dal merito delle competenze), priva della legittimità propria invece della rappresentanza studentesca e del corpo docente che non è nominale bensì elettorale. I "nominati della politica" sono gli unici ad aver votato a favore: Pd, Udc e Riformatori. Attenendoci al merito dell'oggetto in questione ribadisco la mia netta contrarietà. Le ragioni sono semplici. In primo luogo, le caratteristiche proprie dell'area non corrispondono a nessuno dei criteri stabiliti dalla manifestazione d'interesse. Nessuno. Non ci vuole un occhio attento nel raffronto dei due casi per constatare (l'offerta venne scartata nell'Aprile 2012!). Da qui la domanda che ci poniamo è: quella delibera è legittima? In caso contrario andrebbe preventivamente ritirata e ridiscussa l'intera questione, coinvolgendo gli altri enti locali, come richiesto in sede consiliare dal sottoscritto. In secondo luogo, il C.d.A. ha totalmente cambiato progetto rispetto a quello che era l'indirizzo unanime predefinito: la realizzazione di una "nuova residenzialità" in un'area libera (anche da vincoli della sovraintendenza), all'interno del tessuto urbano, ove fosse possibile realizzare contestualmente servizi sportivi, didattici e avere a disposizione aree verdi, qualcosa di diverso e di migliore rispetto alla classica Casa dello Studente compatta. Tutto ciò nell'ex Semoleria Azzena non si potrà avere. L'aspetto più raccapricciante è la giustificazione con la quale si vuole far passare la positività di questo intervento urbano, ossia affermando che "portare" gli studenti in una zona di Sassari degradata sia un elemento utile per renderla fruibile, vivace, vitale. Ecco questa impostazione va ribaltata, con fermezza. Gli studenti non devono essere il mezzo col quale rendere un posto degradato migliore, bensì la Città deve essere resa accogliente e attrattiva per gli studenti. Segregare gli studenti in quell'area vorrebbe dire non solo portarli ai margini della Città, bensì ai margini della società purtroppo. E' una zona nella quale fa da padrona l'attività criminale, dallo sfruttamento della prostituzione allo spaccio di droga. E' un' area tagliata fuori dal tessuto sociale urbano, incastrata fra il cimitero cittadino, la ferrovia e la zona industriale. Vi è stata una forte pressione durante il dibattito interno al consiglio, per certi versi ricattatoria. Si paventava il rischio di perdere le risorse. Siamo sicuri che i probabili vizi di procedura e la totale incongruità tra avviso pubblico e l'area scelta non rischino di portare proprio alla perdita delle risorse ? La posizione critica della rappresentanza studentesca avrebbe dovuto far riflettere, facendo prevalere un più umile confronto fra le parti. Gli studenti sono pronti a condividere soluzioni diverse, migliori.
 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 25 - Sassari
Bando per Oculistica, Carta a processo 
L’ex docente universitario rinviato a giudizio per tentato abuso d’ufficio: il figlio idoneo alla selezione da lui impostata 
di Elena Laudante
SASSARI La presunta successione ereditaria alla cattedra di Oculistica e alla guida della Clinica oculistica finisce al vaglio di un tribunale. Dal prossimo 12 giugno, saranno tre giudici a ricostruire la storia della selezione per un posto di professore ordinario alla facoltà di Medicina, annullata dal Tar nel marzo 2012. Nei giorni scorsi Francesco Carta, docente in pensione ed ex titolare di quella cattedra, imputato di tentato abuso d’ufficio per aver provato a favorire il figlio Arturo (ricercatore, estraneo al processo) è stato rinviato a giudizio dal gup Antonello Spanu. I suoi difensori, i penalisti Giuseppe Conti e Paolo Spano, non avevano chiesto riti alternativi, certi che una vicenda complicata per riferimenti normativi e sottili questioni giuridiche vada chiarita nel corso di un dibattimento pubblico, magari a favore dell’imputato. Quello che emerge dall’inchiesta condotta dal pm Carlo Scalas sembra invece l’archetipo di un certo tipo di concorsi all’italiana. Un bando «ritagliato appositamente da Carta sull’esperienza professionale del figlio», scrive il pm riferendosi ai requisiti che proprio lui aveva indicato, nel 2008, all’allora preside della facoltà di Medicina, Giulio Rosati, quando stava selezionando la tipologia di impegno didattico. Una voce tra tante che però molto incideva sul punteggio. Arturo Carta, 42 anni, ricercatore che aveva già vinto un concorso a Parma, era tra i pochi in Italia ad aver studiato quella particolare malattia degli occhi, che in Sardegna aveva un’incidenza praticamente inesistente. Era difficile che non arrivasse primo in graduatoria. Sotto il profilo penale, i momenti controversi della procedura sono due. Nel 2008, poco prima che Carta andasse in pensione, si rese necessario di mettere quel posto a concorso. Fu lui a chiederlo al preside di facoltà, come le norme consentono. Solo che indicò anche il tipo di impegno didattico e scientifico, cioè il bagaglio professionale indispensabile per ottenere quel posto. Che sia stato il diretto interessato, padre di chi poi risulterà idoneo, a introdurre quel requisito, lo spiega Rosati alla Finanza, in una audizione-lampo di agosto 2012. La sua testimonianza è importante perché prova come quella selezione fosse stata in qualche modo disegnata dal padre sul profilo del figlio, che sarà scelto dalla commissione esaminatrice nel febbraio 2011. Quella indicazione è presente nella delibera che il Consiglio di facoltà approvò nell’aprile 2008, per bandire la selezione. Secondo la Procura, Carta commise il reato di tentato abuso d’ufficio nel non astenersi dalla votazione di quella delibera. Perché l’indicazione da lui fornita avrebbe reso il bando illegittimo, in quanto «fondato su una scelta preferenziale - scrive il magistrato - del tutto sganciata da giustificazioni e motivazioni di ordine oggettivo». Saranno i giudici a stabilire se sia trattato di favoritismi contrari alla legge, oppure di una scelta compiuta nell’alveo delle norme. Interpellato attraverso i suoi difensori, Carta si è detto «sereno, certo di poter dimostrare l’estraneità alle ipotesi di reato e fiducioso dell'esito del procedimento». Al processo non si è costituito parte civile Alberto Pinna, ricercatore che era stato escluso dalla selezione. Aveva proposto il ricorso al Tar che l’aveva fatta dichiarare illegittima, poi inviato un esposto in Procura. Il suo legale, l’avvocato Pierluigi Carta, partecipa al processo in qualità di difensore di persona offesa. Assente invece l’Ateneo: indicato tra i danneggiati, ha deciso di non contrapporsi a Carta.
 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 27 - Sassari
Pagina 27 - Sassari
«Lo Stato ci aiuti a ritrovare la speranza»  
La quinta B dell’Itc Dessì-Lamarmora parla del rapporto con il futuro in una società che non dà spazio ai giovani   
LE PROSPETTIVE 
Qualcuno di loro è già rassegnato ed è pronto a scelte di ripiego 
SASSARI Rassegnazione e sfiducia. Non è bello parlare del futuro e rendersi conto che i sentimenti più diffusi, tra noi giovani, sia il pessimismo. La nostra età dovrebbe farci guardare al domani con un altro stato d’animo, eppure basta un dibattito franco per svelare un pessimismo contagioso. Noi ragazzi della quinta B ell’Istituto tecnico commerciale Dessì-Lamarmora ci siamo fermati per qualche ora a riflettere sul nostro futuro e ci siamo trovati d'accordo sul fatto che si sta facendo sempre più vivo, tra i giovani, un forte sentimento di rassegnazione e sfiducia nei confronti della vita, nella possibilità di realizzare sé stessi e il proprio sogno. è vero che, come ci dicono i nostri genitori, in passato la vita era più dura e fatta di sacrifici. Ma è altrettanto vero che, se avevi le carte in regola, era anche più facile realizzarsi nel lavoro e nello studio. Si trovava lavoro anche senza un titolo di studio specifico mentre oggi, oltre alla laurea è necessario un ricco curriculum fatto di conoscenza dell'inglese, degli strumenti informatici, di eventuali stage o master. E tuttavia non basta perché gli anni di studio non rappresentano una garanzia. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che sono numerosissimi i giovani laureati disoccupati. Per questo, dopo l’esame, molti di noi hanno già messo nel conto di abbandonare gli studi e i sogni. La paura di non poterli realizzare ci scoraggia a tal punto da farceli dimenticare nel cassetto. Altri invece, per continuare ad accarezzare quei sogni ai quali pensiamo di avere diritto, stanno pensando di cercare speranza e fortuna all'estero. L'elevazione dell'età pensionabile, poi, comporta conseguenze evidenti. Infatti l'aumento della disoccupazione giovanile è acuito dalla mancanza del tourn-over: è invece necessario che le “vecchie” generazioni possano lasciare il posto alle nuove, senza forzature naturalmente. Vogliamo approfittare dello spazio che ci viene offerto dalla Nuova Sardegna per lanciare un appello alla classe politica, che ha il dovere di prestarci ascolto e di risponderci. Prima ancora degli interventi concreti, secondo noi lo Stato e chi lo rappresenta deve mettere a punto un programma che risvegli la fiducia dei giovani. Nella nostra classe qualcuno ha già vissuto l'esperienza del concorso pubblico. Vengono banditi concorsi di ogni genere, per giovani e meno giovani. Noi giovani li tentiamo tutti, anche quelli che nulla hanno a che fare col proprio titolo di studio. I compagni che ci hanno provato ci raccontano che i partecipanti alle preselezioni per 53 posti erano migliaia. In attesa di vincere una selezione, ci si accontenta di tutto: lavori stagionali, regolarmente in nero, con un salario inadeguato alle ore prestate. E tutto questo con la consapevolezza che per la nostra generazione il futuro sarà più difficile. La sfiducia investe anche il mondo dell'Università. Un nostro compagno cita come esempio i test di ammissione alla facoltà di Medicina e Odontoiatria di Sassari e la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso di un centinaio di studenti esclusi. «Molte persone che conosco si sono lamentate del fatto di essere state costrette a mettere a fianco al loro codice segreto la carta d'identità – conferma Alessio –. In questo modo, anche secondo i giudici del tribunale amministrativo, durante la correzione dei compiti si sarebbe potuto risalire agli autori». Casi del genere non riguardano solo Sassari, purtroppo. Secondo noi deve essere abolito il numero chiuso poiché limita e condiziona le possibilità della scelta. Ci sono tanti ragazzi che pensano «Faccio più test, almeno uno lo passerò!..» oppure «Pazienza se non passo quello di Medicina, vorrà dire che farò Lettere». Noi invece vogliamo essere certi del fatto che il nostro impegno e il nostro lavoro saranno riconosciuti, che i nostri diritti saranno tutelati e che saranno evitati privilegi e favoritismi. C'è in gioco sia il nostro futuro, ma anche il futuro dell'Italia stessa. Noi ragazzi ce la stiamo mettendo tutta ma gli adulti dovrebbero aiutarci a ritrovare la speranza.
LA CRITICA
Politica e istituzioni indifferenti invece dovrebbero preoccuparsi 
SASSARI In Italia il mancato riconoscimento dei meriti personali è un problema in tutti i campi, dal mondo della scuola a quello delle professioni, però nessuno vi pone rimedio. Nell'accesso all'università si presentano grandi difficoltà determinate dal numero chiuso. Nel mondo del lavoro spesso si va avanti per raccomandazioni, penalizzando chi veramente merita. Oltre allo scoraggiamento dei giovani, questa realtà determina la “fuga dei cervelli”: giovani che hanno appena concluso gli studi e che decidono di realizzare all'estero i propri sogni. Giovani consapevoli del fatto che la scelta di andare via comporta una nostalgia obbligata della propria famiglia e dei propri cari perché ci si è stancati di aspettare. L’attesa di qualcosa che non arriva rende i ragazzi incapaci di reagire di fronte alle difficoltà e impotenti di fronte a circostanze che rendono irrealizzabili i loro progetti: giovani validi ma che non hanno le armi giuste per difendersi da un sistema sbagliato. Sono in tanti a pensare che non si può vivere aspettando che lo Stato realizzi le condizioni per una crescita meritocratica in ogni settore. L’attesa vana alla lunga può portare alla disperazione. Ma essere giovani implica un desiderio inestinguibile di felicità, giustizia, verità e bellezza. È grazie a questa speranza, a questo desiderio, se la volontà di continuare a lottare per ciò che si ritiene giusto non viene meno. La politica e le istituzioni dovrebbero preoccuparsi più di noi e chiedersi cosa potrebbe accadere il giorno in cui i giovani smettessero di combattere per il proprio futuro. Questo è, secondo noi, l’ interrogativo che si faranno le generazioni che oggi non fanno niente per cambiare.
SENTIRSI ESCLUSI 
Mercato del lavoro off limits anche se hai un curriculum valido 
SASSARI Mercato del lavoro off limits per i giovani e pare che la soluzione sia ancora lontana. Ciò che sorprende maggiormente, al giorno d'oggi, è il fatto che un titolo di studio valido, anche accompagnato da un curriculum ricco di master e stage non permetta automaticamente l'ingresso nel campo lavorativo. Il fenomeno sembra colpire soprattutto gli under 35, ma gli “over” non ne sono esclusi... L'introduzione delle riforme pensionistiche, in un periodo come quello che stiamo affrontando, non fa che aggravare la situazione. Sono necessarie nuove leggi e agevolazioni per le classi sociali più colpite dalla profonda crisi. Inoltre la burocrazia in Italia ha un impatto negativo sulla crescita economica, è necessario diminuirne tempi e costi, che sono un altro ostacolo. La classe politica, sempre più contestata dall'opinione pubblica, non riesce a risollevare le sorti del nostro paese. Gli italiani, stremati da una profonda recessione, si aspettano dai loro rappresentanti manovre migliori che consentano in particolare a noi giovani, soprattutto a chi si ritrova fra le mani uno o più attestati di studio, l'inserimento nel mondo del lavoro, possibilmente con un contratto a tempo indeterminato. Ad aggravare la situazione concorre l'introduzione di nuovi vincoli economici, che non consentono il finanziamento di politiche a sostegno del lavoro e delle imprese. D'altro canto non si investe adeguatamente su istruzione e ricerca, scoraggiando di fatto l'iscrizione all'Università. In generale, però, è il futuro della nostra nazione ad apparire totalmente cupo e incerto. Tutta la società civile deve sentirsi coinvolta nelle politiche che consentano ai giovani di non rinunciare alle loro speranze né, tantomeno, ai loro sogni.
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

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