Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
10 March 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
Le conseguenze del giudizio espresso dall'agenzia Usa
Il rischio per le famiglie: l'aumento dei tassi sui mutui
 
Rating, spread, funding. Termini inglesi che oggi hanno un impatto molto forte sulla vita reale del Paese e che rischiano di avere conseguenze non proprio positive sull'economia reale dell'Italia.
Per una volta, il punto critico non è lo spread, ma il rating. La notizia è di venerdì: chiusi i mercati, l'agenzia internazionale Fitch ha deciso di abbassare il rating italiano portandolo da A- a BBB+. Il rating non è altro che un giudizio, espresso sulla base di una serie di parametri economici, sul grado di rischio di un Paese e quindi del suo debito pubblico. Più uno Stato è virtuoso, più il rischio che non restituisca i soldi ai suoi creditori è basso. Viceversa, al degradare del giudizio, corrisponde un incremento del rischio. La conseguenza più immediata è che i creditori, in cambio di liquidità, chiederanno tassi d'interesse più alti. Se così sarà per il nostro Paese, lo si vedrà in settimana quando ci saranno le aste sui titoli pubblici italiani. Con un rating più basso, il tasso d'interesse da corrispondere a chi acquista i Btp non potrà che essere più alto. E, come spiega Riccardo De Lisa, docente di Economia degli intermediari finanziari all'Università di Cagliari, «in una situazione di crisi, il rischio viene sovrastimato, mentre durante la bolla, avviene l'opposto: il rischio è sottostimato».
SPREAD L'aumento dei tassi d'interesse sui titoli di Stato si traduce in un incremento immediato dello spread (il differenziale tra i tassi d'interesse dei Btp decennali italiani e i Bund tedeschi) che proprio venerdì era tornato a quota 300, annullando così l'effetto del dopo voto, grazie al buon andamento di Wall Street e degli altri mercati internazionali. Tradotto, significa che i circa duemila miliardi di debito pubblico italiano da rifinanziare costeranno sempre di più a ogni singolo residente nel Belpaese.
MUTUI E PRESTITI Se questo non bastasse, anche chi chiederà un prestito, imprese o consumatori, dovrà pagare di più il denaro. Una delle conseguenze della riduzione del rating da parte di Fitch è, infatti, l'immediato taglio del giudizio anche sulle banche italiane, che peraltro hanno in pancia consistenti quote di titoli di Stato. La conseguenza è facilmente intuibile: le banche, per approvvigionarsi di denaro (funding), pagheranno di più sul mercato interbancario, per cui saranno costrette ad alzare il loro spread (in questo caso il differenziale tra l'euribor, per i mutui a tasso variabile, e l'interesse finale praticato ai clienti).
Insomma, prestiti e mutui costeranno di più, nonostante i possibili interventi della Bce per sterilizzare questo effetto, colpendo soprattutto la speculazione, con l'immissione di liquidità sui mercati.
Giuseppe Deiana
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Commenti (Pagina 16 - Edizione CA)
Quali proposte per il trasporto?
Cagliari vittima dell'assenza di un Piano
 
È noto che la mobilità è affidata all'uso dell'auto privata e che le nostre città soffrono di forti flussi pendolari quotidiani, prevalentemente a bordo di vetture, dovuti al fatto che quasi tutti gli “attrattori di interessi” sono nei centri maggiori, nell'ambito delle rispettive aree conurbate, e alle carenze del trasporto collettivo. Quest'ultimo è dato da linee ferroviarie, da linee di metropolitana, da linee di superficie (tram, filobus e autobus) e dall'interconnesso sistema dei parcheggi.
In Sardegna abbiamo linee ferroviarie, di differente scartamento, che penetrano anche nelle città maggiori: linee che per essere migliorate nelle prestazioni di servizio richiedono interventi non tanto onerosi quanto quelli per la costruzione di nuove strade. Queste linee, intervenendo adeguatamente sulle frequenze dei servizi e sulle velocità commerciali, costituiscono un grande patrimonio esistente e immediatamente disponibile per risolvere problemi di pendolarità, alleviando risolutamente taluni problemi di insicurezza della circolazione nelle strade di accesso. In aggiunta dovrebbero essere approntati parcheggi di scambio, con costi contenuti, in corrispondenza delle stazioni.
Per l'area vasta di Cagliari, da tempo si parla di trasporto collettivo di massa in sede propria, le metropolitane. Questa indicazione è anche presente nel Piano strategico; è conclamata la scelta di intendere il trasporto collettivo come struttura portante del governo della mobilità. Nonostante l'esistenza di studi prevalentemente redatti negli ambiti universitari, non esistono progetti attuativi, ad eccezione di quello del CTM di metropolitana pesante, e altri due di metropolitana leggera sui collegamenti piazza Repubblica-aeroporto di Elmas e piazza Repubblica-piazza Matteotti.
È opportuno che le proposte vengano concretizzate in progetti vincolanti le aree necessarie, evitando che possano essere compromesse da altre iniziative se rese disponibili dagli strumenti urbanistici.
Francesco Annunziata
(Ordinario di Costruzioni
Università di Cagliari)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 38 - Edizione NU)
Sassari
Convegno su abusi a minori
 
Un tavolo inter istituzionale con la Asl, la polizia, i carabinieri, gli ordini dei medici e degli avvocati e le associazioni che operano nel territorio, coordinato dalla Prefettura. È l'obiettivo fissato al termine del convegno che si è tenuto ieri nell'Aula Magna dell'Università di Sassari dal titolo “Dall'abuso sui minori alla violenza sulle donne: combattiamo il silenzio”, promosso tra gli altri dai Lions Club di Sassari, Castelsardo e Porto Torres. Gli interventi hanno evidenziato che il problema principale è la rete che deve accogliere e supportare bambini e donne vittime di violenza. Oggi esistono realtà che operano separatamente, o con accordi bilaterali. Si tratta di metterle insieme, e anche in fretta, per poter garantire un vero sostegno alle vittime di abusi e violenze. Per raggiungere questo scopo è necessario un protocollo, obbiettivo degli organizzatori del convegno.
 

LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 11 - Ed_Cagliari
l’intervento
Uno strumento antico, oggi depotenziato Le esenzioni doganali, un tempo fondamentali, riguardano solo una parte delle attività economiche
di GIANFRANCO SABATTINI
 
Di nuovo la zona franca! E' stata rilanciata nelle ultime settimane da iniziative della Giunta Cappellacci. Il dibattito che ne è seguito è stato rapidamente banalizzato, perché sul "vecchio strumento doganale" si è detto "di tutto e di più". Vale la pena, perciò, tentare di fare chiarezza sull'oggetto del dibattito e sullo "stato dell'arte". Storicamente, la funzione della zona franca è stata quella di favorire la distribuzione e la commercializzazione delle merci. In epoche in cui era assai limitato lo sviluppo del settore industriale e il volume dei traffici, soprattutto quello via mare, era caratterizzato da tecnologie arretrate, che rendevano lunghi e onerosi i tempi del trasporto, si avvertiva la necessità di "spezzare" le lunghe rotte commerciali; ciò al fine di consentire operazioni usuali sulle merci per il loro "confezionamento" in unità dimensionate alle condizioni di entrata nei vari mercati di collocamento. Poiché nella logica dei traffici commerciali e marittimi i prelievi doganali erano quelli più ricorrenti, non solo ai fini fiscali, ma anche ai fini protezionistici, la "franchigia doganale" era in effetti valido strumento che facilitasse le operazioni di distribuzione e commercializzazione. La franchigia forniva nel contempo ai Paesi che si trovavano al centro delle grandi rotte commerciali e che istituivano zone franche opportunità generalizzate di aumenti dell'occupazione e del reddito. Allo stato attuale, ipotizzare di poter attivare un processo di crescita e sviluppo di un'area in ritardo sulla via della crescita e dello sviluppo attraverso l'allargamento della base produttiva mediante l'istituzione di una zona franca doganale significa utilizzare uno strumento di politica economica, se non proprio "residuo storico" e obsoleto, certamente molto depotenziato. Allo stato attuale, per le direttive europee, le esenzioni dalle imposte dirette ed indirette sono estremamente improbabili, mentre le esenzioni dai diritti di confine possono riguardare o attività concernenti la distribuzione e la commercializzazione di merci importate in un'area interna alla comunità europea, ma destinate ad essere riesportate all'esterno dell'area comunitaria, oppure attività di trasformazione delle merci importate, nel rispetto della normativa comunitaria sul perfezionamento attivo, sulla trasformazione sotto controllo doganale e sull'importazione temporanea. Sia il perfezionamento attivo che la trasformazione sotto controllo doganale consentono, dunque, di sottoporre le merci importate a operazioni di "completamento e trasformazione"; operazioni, queste, che sono molto diverse da quelle che prevedono la sola "manipolazione" delle merci in transito. Com'è noto, con il decreto legislativo del 10 marzo 1998, n. 75, è stata istituita la Zona franca di Cagliari. Tale decreto detta le norme di attuazione dello Statuto speciale per la parte concernente l'istituzione di zone franche. Il decreto stabilisce che, in attuazione dell'articolo 12 dello Statuto speciale per la Regione Sardegna, possono essere istituite nell'area regionale zone franche, secondo le disposizioni di cui ai regolamenti CEE n. 2.913/1992 (Consiglio) e n. 2.454/1993 (Commissione), nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegati o collegabili. La zona franca, perciò, allo stato attuale attende solo che si ponga un freno ai "bailamme" sul "come", "dove" e in "che modo" può essere attuata ed l'azione pubblica sia orientata perché essa diventi realmente operante e possa risultare un utile strumento per favorire l'avvio di un processo di crescita e di sviluppo che interessi l'intera area regionale. L'aspetto che più stupisce del "rilancio" della discussione sulla zona franca sono le contrapposizioni tra le parti politiche; queste, anziché decidere sulle cose che realisticamente possono essere fatte, si dilungano in contrapposizioni sterili, proponendo azioni e progetti destinati a rimanere inattuati. Se le discussioni ed i confronti non saranno opportunamente corretti e resi più responsabili e concreti, essi finiranno, come è avvenuto nel passato, col ridursi a semplici e inutili dispute elettorali.
Economista
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Ed_Cagliari
Università di Sassari, valanghe di ricorsi in vista
di Vincenzo Garofalo
 
SASSARI Il pagamento delle indennità pregresse ai medici-docenti e a tutti i dipendenti che hanno lavorato nella Sanità fa tremare l’Università sassarese. Dopo le due sentenze del Tar, depositate la scorsa settimana, con cui si intima all’Ateneo il pagamento di un totale di 3 milioni di euro a saldo del credito vantato da venticinque medici-professori, ora l’amministrazione universitaria rischia di essere messa al tappeto da una valanga di richieste simili. Un altro centinaio di dipendenti dell’Università di Sassari che hanno svolto attività di assistenza, ricerca e formazione presso la Asl prima e l’Aou poi, si sono rivolti al Tar per far rispettare i loro diritti e ottenere il pagamento delle indennità di posizione e di esclusività stabilite per legge. Di questi cento dipendenti che chiedono il saldo delle indennità dal 2001 al 2011, secondo le previsioni e i conteggi dello stesso Ateneo, almeno 39 dovrebbero ottenere una sentenza a proprio favore. Ciò significa che l’Università sarà costretta a sborsare ancora diversi milioni di euro per chiudere i conti con il passato. Per il presente e per il futuro, invece, l’Ateneo si è coperto le spalle siglando un protocollo d’intesa con l’Azienda ospedaliera: «Si tratta di un accordo storico che fa salvi i sacrosanti diritti del personale universitario e ci permette di guardare al futuro con maggiore serenità», ha spiegato il rettore, Attilio Mastino, nel corso di una conferenza convocata ad hoc, alla presenza dei rappresentanti dell’Aou e delle sigle sindacali attive all’interno dell’Ateneo. «Con l’accordo l’Azienda ospedaliera sassarese riconosce che il personale in questione ha lavorato e lavora per l’Aou e si fa carico del pagamento delle relative indennità, a partire dal 2011 e per il futuro. Questo solleva i nostri bilanci di un onere davvero gravoso, specie in tempi di crisi economica e di tagli ai trasferimenti, come quelli che stiamo attraversando». Si tratta di cifre importanti: 109 posizioni per il 2011, con pagamenti per 1 milione 566mila e 559,17 euro, 103 posizioni per una somma di un milione 550mila 121,25 euro per il 2012 e per l’anno in corso una cifra identica a quella del 2011. La preoccupazione quindi resta per i debiti relativi al passato. «La legge 517 del 1999 non è mai stata applicata finora in Sardegna – spiega ancora il rettore – Non dovrebbe essere l’Università a saldare quel debito, bensì Regione, Asl e Aou, perché le attività lavorative sono state svolte a beneficio di questi enti e non dell’Università – continua Attilio Mastino – Chiederemo al più presto un incontro con il presidente Cappellacci perché deve essere la Regione a farsi carico di questi debiti». Nel frattempo, però, ci sono le sentenze del tribunale amministrativo che devono essere rispettate entro 45 giorni, a partire del 28 febbraio: «A fine mese sarà il Consiglio d’amministrazione dell’Ateneo a decidere cosa fare – spiega ancora Mastino – ci sono quattro possibilità: ricorrere in appello, pagare le cifre e poi rivalersi sulla Regione, pagare i debiti chiedendo ai ricorrenti di accettare una rateazione, non pagare e aspettare che il Tar nomini un commissario ad acta».
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Ed_Cagliari
Pronto soccorso e polemiche
Asl e Aou unite nell’emergenza: «Le cliniche collaborano sempre»
 
SASSARI Non si placano le polemiche sul perenne intasamento del pronto soccorso e sulla difficoltà di trovare letti disponibili nei reparti per i pazienti che devono essere ricoverati. In particolare la direzione aziendale della Asl si dissocia dalle accuse di scarsa collaborazione dei colleghi delle cliniche formulate da alcuni medici dell'emergenza. «Per la sanità, come in altri settori – si legge in un comunicato – questi che stiamo vivendo sono momenti difficili e il futuro non sarà più roseo», commenta il direttore sanitario Cesarino Onnis. «I tagli ai posti letto per acuti e la razionalizzazione delle risorse richiesti al sistema sanitario impongono a tutti toni più pacati. I dirigenti e il personale medico di tutti i reparti del Santissima Annunziata, nessuno escluso – conferma Onnis – in queste ore stanno cercando di dare risposte a tutte le richieste di assistenza che provengono soprattutto dal Pronto Soccorso. Per decongestionare i reparti internistici dell'ospedale civile e dell'area oncologica, ortopedica e chirurgica, le unità operative di Lungodegenza post acuzie di Sassari, Ittiri e Thiesi stanno operando a pieno regime con una media di tre ricoveri al giorno e un tasso di occupazione di posti letto prossimo al 100 per cento». Per quanto riguarda la collaborazione con l'azienda ospedaliero universitaria, il direttore sanitario assicura che «c'è assoluta sinergia. Le direzioni della Asl e dell'Aou sono in contatto quotidiano proprio per risolvere i problemi della sanità sassarese». Intesa confermata anche dai vertici dell'Azienda ospedaliero universitaria i quali ribadiscono che «ogni posto letto libero presso i reparti delle cliniche di San Pietro è sempre stato, e continuerà ad essere, a disposizione per eventuali urgenze. Lo confermano i dati: i reparti della Aou registrano una percentuale di ricoveri provenienti dal Pronto Soccorso che va dal 50 per cento al 70, numeri dai quali traspare il contributo effettivamente prestato. Purtroppo però il problema dei ricoveri esiste, in Sardegna come su tutto il territorio nazionale, e con i tagli previsti andrà inevitabilmente a peggiorare. L'unica strada percorribile per limitare i disagi all'utenza è quella della cooperazione tra le due aziende sanitarie». Un percorso sinergico già avviato come evidenzia lo stesso direttore sanitario della Aou Francesco Tanda: «Si registra un atteggiamento di collaborazione crescente da parte dei reparti di Lungodegenza della Asl dei quali si apprezza il lavoro svolto».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Ed_Cagliari
L’Izs scelto per la formazione sanitaria
Importante riconoscimento per l’Istituto zooprofilattico: è stato accreditato provider nazionale
 
SASSARI L’Istituto zooprofilattico della Sardegna viene abilitato come soggetto in grado di offrire formazione sanitaria, anche a distanza, riconosciuta a livello nazionale. Un gran bel risultato per l’ente di Sassari che è stato riconosciuto come provider nazionale per la formazione continua in medicina. L'accreditamento è arrivato a seguito del parere favorevole espresso dall'Age.Na.S (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e dalla Regione, sulla base di specifici standard di capacità tecniche, competenza ed esperienza riconosciuti all'Izs. Con la qualifica di provider, l'Istituto zooprofilattico viene abilitato come soggetto in grado di offrire formazione, anche a distanza, per tutte le professioni sanitarie riconosciuta a livello nazionale. «L’accreditamento è un obiettivo che questa amministrazione si era prefissata di raggiungere – commenta con grande soddisfazione il direttore generale dell’Istituto, Antonello Usai – Questo ci consentirà di diventare un punto di riferimento nel nostro territorio per l'educazione continua in medicina veterinaria, perché il Servizio formazione si rivolge a tutti i professionisti del settore: veterinari, biologi, medici, chimici e farmacisti, e agli organismi di controllo che lavoro nel campo delle produzioni alimentari e zootecniche della Sardegna». La formazione svolta dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (la sede a Sassari si trova in via Duca degli Abruzzi) riguarda diversi ambiti: dalla sicurezza alimentare, alla sanità animale e al benessere degli animali, e va dalla profilassi e dal controllo delle malattie alle indagini sulle contaminazioni dei cibi, fino allo studio dello stato di stress degli animali. E c’è anche un’altra novità:dal primo marzo, infatti, l’Istituto zooprofilattico ha inaugurato una nuova versione del software di gestione per registrare e comunicare i risultati delle analisi di laboratorio ai propri utenti. Una innovazione informatica che interesserà centinaia di veterinari sardi e i partner istituzionali di Asl, Nas, Ara, Corpo forestale, Università e agenzie regionali. Tra le novità più curiose la firma digitale con valore legale e la notifica e-mail.
 

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