Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
07 March 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca Italiana (Pagina 9 - Edizione CA)
Catania
Il rettore lascia la poltrona
 
Il magnifico rettore dell'università di Catania lascia la sua poltrona. Ieri, con una mail, Antonino Recca ha annunciato le sue irrevocabili dimissioni, dicendosi non disponibile a completare il suo secondo mandato, in scadenza a ottobre. Il motivo, da lui stesso chiarito, va ricercato in «alcuni commenti rilasciati dopo le elezioni del nuovo rettore e delle sedute di senato accademico e consiglio di amministrazione del primo marzo scorso», quando - come racconta il Coordinamento unico d'ateneo sul blog Fuori dal coro - si sarebbero verificati scontri sull'approvazione di due provvedimenti presentati da Recca. Uno su un «parere sul reclutamento docenti», l'altro su «un'inedita commissione per la riforma dello Statuto»: entrambi avevano rappresentato punti di rottura con la precedente amministrazione.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 36 - Edizione CA)
E le ragazze di via Donizetti scoprirono quanto erano forti
Domani alla Facoltà di Lettere si presenta “Compagne di parola”
 
Un insieme di frammenti, microricordi, o anche riflessioni, tranches de vie, fotografie, volantini. Un libro prismatico per raccontare una storia collettiva, un'esperienza che ha cambiato la vita di chi l'ha vissuta. “Compagne di parola” (Aipsa Edizioni, pp.357, 18 euro) hanno scelto di intitolarlo le donne del Collettivo femminista di via Donizetti a Cagliari, sorto nel 1972, il primo nel capoluogo sardo (il secondo sarà il gruppo di Ricerca femminista, nato nello stesso anno).
Curato da Maria Grazia Longhi e Luisa Milia, il volume è un racconto a più voci (di Silvia Ambu, Maria Antonietta Calledda, Mariella Cao, M.Nella Caredda, Afra Carubelli, Lulli Castaldi, Lella Lallai, M.Gabriella Mereu, Anna Rita Oppo e Luisa Salis). Sarà presentato domani alle 17, in piazza d'Armi, presso la Facoltà di studi umanistici (aula magna “B.R.Motzo”), da Gabriella Da Re e Patrizia Manduchi.
Costituito da un gruppo di donne provenienti da precedenti esperienze politiche (una trentina le più attive e costanti, qualche centinaio coloro che l'hanno frequentato in periodi diversi), il Collettivo di via Donizetti è stato un punto di riferimento nella storia del movimento femminista isolano. Se per chi l'ha seguito ha rappresentato un momento di crescita personale, attraverso la pratica del dialogo e del confronto, per la città ha segnato un periodo di grande protagonismo politico e civile delle donne. Come scrive Mariella Cao, nella cronistoria, il tratto distintivo del Collettivo è la scoperta «della nostra forza, della nostra capacità di cambiare il mondo, del sentirci protagoniste della nostra vita e della storia». Erano gli anni Settanta e le donne di via Donizetti erano in prima fila nella lotta contro la discriminazione sul lavoro, a favore della depenalizzazione dell'aborto, del divorzio e per l'accesso responsabile alla contraccezione. A trent'anni di distanza, il libro restituisce alle nuove generazioni un'intensa fotografia di quel periodo di cambiamenti radicali e sofferti. ( f.r.p. )
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
Conferenze
Italia Nostra, le scoperte della ricerca archeologica
 
Riprende il nono ciclo di conferenze organizzato da Italia Nostra sulle recenti acquisizioni della ricerca archeologica nell'Isola. Il tema di quest'anno (coordinatore è il professor Felice Di Gregorio) riguarda “Caratteri insediativi, architetture templari e pratiche culturali del periodo prenuragico e nuragico”. Oggi alle 17,30 Riccardo Cicilloni, ricercatore all'Università di Cagliari presso il dipartimento di Storia e Beni culturali, parlerà su “Strutture e architetture del complesso prenuragico e nuragico di Cuccurada (Mogoro)”, il 14 marzo Fabio Nieddu (ricercatore al Dipartimento di Storia) si occuperà de “L'architettura templare di età nuragica in Sardegna”, il 21 marzo, Gianfranca Salis, archeologa alle Soprintenza dei beni archeologici di Cagliari e Oristano, terrà una conferenza su “Caratteri insediativi e pratiche culturali a Sa Sedda 'e sos Carros, Seleni e altri siti nuragici della Sardegna centro-orientale”.
Gli incontri si terranno nella sala conferenze del Search, presso il palazzo municipale, nel largo Carlo Felice 2.
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Oristano (Pagina 20 - Edizione OR)
La “fabbrica” del lavoro nell'ateneo di informatica
SCANO MONTIFERRU. Aperte le iscrizioni all'anno 2013/14
 
Sono partite qualche giorno fa le iscrizioni per l'anno accademico 2013/14 dell'università di Informatica di Scano Montiferru, l'unica in Sardegna in partnership con il Politecnico di Torino.
I NUMERI E per il 14° anno consecutivo l'ateneo montiferrino, che ha sfornato 170 laureati, propone la ricetta miracolosa: laureati entro tre anni e subito al lavoro. Lo dicono le statistiche, il 47% dei neolaureati triennali di Scano trova immediatamente un'occupazione, mentre il 46% prosegue gli studi e solo un misero 7% non trova sistemazione entro il primo anno dalla laurea. Numeri da record e il merito è tutto dello specifico percorso di studi, «orientato a formare laureati con immediata capacità operativa. Oltre all'informatica, infatti, i futuri ingegneri studiano elementi di elettronica e automatica, svolgono attività di laboratorio e durante il terzo anno effettuano un tirocinio in azienda, esperienza che in alcune occasioni si trasforma in contratto di lavoro», spiega il direttore Giuseppe Rosa.
GLI SBOCCHI Quelli professionali sono molteplici dal privato al pubblico sia in Italia che all'estero, e anche in Sardegna presso aziende di prim'ordine: di rilievo internazionale in campo informatico, ma anche numerose piccole imprese nel campo delle Ict. In aumento è la richiesta di esperti in sistemi informatici da parte di aziende dei settori tradizionali. Tra le aziende che hanno assunto laureati di Scano Rosa ricorda «la Akhela di Macchiareddu, Telecom, Banca di Sassari, l'azienda di antivirus per computer Symantec di Dublino, e ancora Centro Marino di Torregrande, ASL di Oristano, Esercito, Guardia di Finanza e una laureata al Politecnico di Madrid». Non finisce qui perché i ragazzi che compiono il tragitto virtuoso della laurea entro i tre anni sono il 44% contro la bassa percentuale 20% a livello nazionale.
LE ISCRIZIONI Quelle al corso di laurea in Ingegneria informatica sono a numero chiuso e riservate a 54 studenti. L'ammissione avviene in ordine cronologico, pertanto all'esaurimento dei posti corrisponde la chiusura delle iscrizioni. La scadenza è il 15 luglio, solamente nel caso di posti ancora disponibili. Per informazioni si può contattare la segreteria studenti: segreteria@montiferru.it; 0785329002.
Joseph Pintus
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione NU)
Sassari
Donne abusate: un convegno
 
Sabato 9 marzo, alle 9, nell'Aula Magna dell'Università di Sassari, si terrà il convegno Dall'abuso sui minori alla violenza sulle donne: combattiamo il silenzio, promosso dai Lions Club di Sassari, Castelsardo e Porto Torres insieme all'Ordine dei Medici della provincia e al consiglio dell'Ordine Forense di Sassari. Uno degli obiettivi principali del convegno, oltre allo scambio di competenze mediche e giuridiche sul tema degli abusi e delle violenze, avrà dei risvolti pratici, sarà quello di iniziare a costruire un tavolo tecnico inter istituzionale per realizzare un protocollo condiviso, sapere chi fa cosa e creare un collegamento fra tutti i soggetti che possono venire a contatto con il problema, siano esse forze di polizia, medici, avvocati, magistrati, assistenti sociali, psicologi, centri antiviolenza.
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione NU)
Oggi alle 18 la presentazione del volume
Quindici anni di scavi nel libro di Milanese
 
Una efficace sintesi delle indagini archeologiche urbane svolte in città. “Alghero. Archeologia di una città medievale” è il libro di Marco Milanese che sarà presentato oggi alle 18 nei locali della Fondazione Meta a Porta Terra, per iniziativa dell'associazione culturale Tholos. A meno di tre anni dalla pubblicazione del primo volume della collana Aura (Archeologia urbana ad Alghero), che raccoglieva i primi risultati degli scavi de Lo Quarter coordinati da Milanese tra giugno del 2008 e settembre del 2009, è uscito in questi giorni il libro che presenta proprio le ultime indagini svolte dagli archeologi. Il volume, della collezione “Sardegna medievale” diretta dallo stesso Milanese, offre gli strumenti per una lettura più attenta della storia della città attraverso i risultati dell' archeologia urbana. L'autore, professore ordinario di Metodologia della ricerca archeologica e di Archeologia medievale nell'Università di Sassari, conduce da oltre quindici anni indagini archeologiche in città in sintonia con l'ispettore archeologo della Soprintendenza Daniela Rovina. La presentazione avrà come relatori, oltre all'autore, il sindaco Stefano Lubrano e i giornalisti Giovanni Pinna e Pierpaola Pisanu. ( c. fi. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Ed_Cagliari
l’analisi
Uno studio matematico sul risultato elettorale
di GIUSEPPE PULINA
 
In un articolo dal titolo apparentemente innocuo "L'efficienza del caso", apparso su Le Scienze del gennaio scorso, Alessandro Pluchino e colleghi analizzavano in dettaglio il seguente risultato di alcune loro simulazioni: "il caso è importante anche in democrazia" per cui "se alcuni parlamentari fossero estratti a sorte, l'efficienza del Parlamento aumenterebbe". Ho provato a rianalizzare i contenuti del saggio e ho scoperto che, se gli eletti del Movimento 5 Stelle rappresentano davvero uno spaccato dell'attuale società Italiana (come essi stessi sostengono di essere, "uno vale uno"), allora PD&alleati e loro potranno realmente massimizzare il beneficio collettivo dell'attività politica del Parlamento italiano. Gli Autori sostengono che l'idea della selezione casuale del decisore pubblico o degli organi di governo non era affatto nuova, ma che affondava addirittura le radici nella tradizione culturale di chi la democrazia l'ha inventata. Ad Atene i componenti dell'Assemblea non erano eletti, ma estratti a sorte." La stessa strategia la si ritrova nel rinascimento in molti comuni italiani quali Bologna, Firenze e, in particolare, Venezia dove il Doge era scelto in base ad un elaborato protocollo basato sull'alternanza di elezioni e lotterie, proprio per minimizzare l'influenza delle aristocrazie familiari". Molto più recentemente, proposte analoghe sono state avanzate in Francia da Segolene Royal e da alcune forze politiche australiane. Gli Autori hanno applicato lo studio dei sistemi complessi all'efficienza di un ipotetico Parlamento, definita come la percentuale di proposte di legge approvate moltiplicato per il benessere sociale assicurato da quelle leggi; essi hanno mostrato che l'efficienza di questo Parlamento virtuale raggiunge il massimo con un numero ottimale di parlamentari estratti a sorte non aderenti a nessun partito. Dalle simulazioni effettuate, infatti, la peggiore efficienza parlamentare la si ha o con tutti i Parlamentari inquadrati nei partiti oppure con tutti i parlamentari estratti a sorte. La situazione ottimale, perciò, la si ottiene con una quota di parlamentari eletti ed una di parlamentari estratti il cui numero dipende dalla percentuale (p) di voti del partito che ottenuto la maggioranza. Ho provato ad applicare la formula risultata dallo studio al risultato delle recenti elezioni, con questi presupposti: 1) che i parlamentari del Movimento 5 Stelle siano un campione casuale della popolazione italiana (se loro dicono di rappresentarla in pieno, lo dovrebbero essere per definizione in quanto in statistica casualità campionaria e rappresentatività coincidono); 2) che il loro comportamento parlamentare sia totalmente indipendente da una disciplina di partito (se "uno vale uno", così dovrebbe essere); 3) che il bipartitismo italiano sia rappresentato dalla coalizione Pd&alleati+Monti, da un lato, e Pdl&alleati, dall'altro (escludendo dal computo il M5S, i cui componenti in questa simulazione entrerebbero in Parlamento per estrazione). Poiché nelle recenti elezioni politiche la coalizione vincente ipotizzata ha ottenuto il 40% dei consensi e quella perdente il 30%, se fossero state le uniche in lizza il risultato sarebbe stato di 4/7 = 57% per la coalizione PD&alleati+Monti. Applicando la formula dello studio, si ottiene che il numero dei parlamentari indipendenti estratti a caso dovrebbe essere di 204, molto vicino ai 162 deputati e senatori eletti nel M5S. In conclusione, se gli eletti del M5S si comporteranno da grilli, indipendenti e corali panorami acustici delle splendenti notti d'estate, e non da grillotalpe, votati a una cieca obbedienza "ad un solo pensatore" degna di partiti d'altri tempi, il Parlamento che è risultato da queste ultime elezioni potrà, con ogni probabilità, essere il più vicino al Parlamento ideale dimostrato dagli studi di Puchino e colleghi.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Ed_Cagliari
VERDE URBANO»IL CASO VIA DEFFENU
Il preside Luciano: alberi abbattuti, è colpa del Comune
Il docente universitario replica all’assessore Lapia «Se avessero seguito i nostri consigli, i lecci sarebbero salvi»
di Valeria Gianoglio
 
NUORO «Ma scherziamo? Quei lecci di via Deffenu potevano benissimo essere salvati come è successo nel caso di quelli del parco delle Rimembranze di Tempio o a Campobasso. Se solo il Comune di Nuoro avesse continuato a collaborare con noi dell’università, e se soprattutto avesse seguito i nostri consigli per le medicazioni. Perché quelle vanno fatte sempre e solo tra maggio e giugno, non prima e non dopo. E non è vero che per il caso di via Deffenu ci ha coinvolto in tempi recenti: è dal 2010 che non ci chiede consulenza». Dopo i problemi dell’ateneo barbaricino, gli stipendi arretrati, le lezioni in piazza, e persino un cancello sbarrato, il preside di Scienze forestali, Pietro Luciano forse pensava di averne viste già abbastanza, nella sua lunga avventura nuorese, ma l’altra mattina ha capito che non era così. Perché mentre sfogliava il giornale, un articolo gli è balzato agli occhi: era quello che riguardava le polemiche scoppiate a Nuoro attorno all’abbattimento di alcuni lecci di via Deffenu, nel tratto più vicino alla prefettura. Diversi cittadini, soprattutto via internet, se n’erano lamentati, ma il Comune, con l’assessore competente, quello all’Ambiente, Luca Lapia, aveva risposto che in sostanza, per i lecci di via Deffenu, non rimaneva altra strada se non l’abbattimento. Perché un maledetto parassita delle piante, aveva aggiunto l’assessore, aveva avuto ragione su un paio di anni di cure da parte del Comune, del centro antinsetti della Provincia, e dell’università nuorese. Ebbene, Pietro Luciano, a leggere quella frase, quel passaggio dove l’assessore spiegava che anche l’università che lui dirige sarebbe stata coinvolta, non l’ha presa tanto bene. Anche perché, comprensibilmente, non ci tiene a passare sostanzialmente per incompetente, né soprattutto a far passare i suoi allievi e colleghi come professionisti che non hanno la minima cognizione di come si possa sconfiggere un minuscolo parassita dei lecci, avendo, tra l’altro ben due anni a disposizione. Il docente universitario, a quella frase, risponde da docente universitario: con i fatti e i numeri. Quindi aspetta che finisca la sua lezione della mattina, poi entra nel suo ufficio di Sa Terra mala, apre il computer portatile, e mostra, come prova di ciò che sta per dire, le immagini e i file di alcune relazioni fatte per rispondere a una richiesta del Comune di Nuoro che riguardava proprio lo stato dei lecci di via Deffenu. «La vede la data? – dice – è il 2010. Da allora, però, il Comune non ci ha più interpellato sulla faccenda, quantomeno me o i miei collaboratori. Tre anni fa, invece, l’ente locale ci aveva mandato un agronomo, forse assunto a tempo determinato, per chiederci di collaborare nella lotta alla cocciniglia. E noi, dunque, avevamo studiato la faccenda e dato una serie di consigli per eliminare la cocciniglia dei lecci. Ma il problema è che poi l’ente non ci ha più interpellato e a quanto vedo dal risultato di questi giorni, ritengo che non abbia messo in pratica i nostri consigli». Il docente universitario, infatti, e grande esperto di insetti, al Comune aveva suggerito di medicare i lecci con oli minerali bianchi a maggio, «quando la cocciniglia è appena nata, perché solo allora la medicazione è efficace». «Avevamo anche suggerito che gli insetticidi che in genere nelle città si spargono per eliminare le zanzare non venissero sparsi sugli alberi, perché così facendo uccidono i nemici della cocciniglia, e dunque spianano la strada a questo parassita Temo che nessuno di questi passaggi sia stato seguito. Mi auguro che il Comune li segua almeno in futuro per salvare i lecci restanti, e che riprenda il raccordo con l’università. Perché anche le potature vanno fatte con criterio».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 33 - Ed_Cagliari
storia»DOMANI CONVEGNO A SASSARI
Uno sguardo agli Usa: Il federalismo regionale di Antonio Segni
La Sardegna e l’autonomia Il pensiero ancora attuale del futuro presidente della Repubblica all’indomani della liberazione
di Salvatore Mura
 
Nella primavera del 1944, Antonio Segni aveva compiuto da poco cinquantatre anni ed era rettore dell'Università di Sassari. Sobrio e riservato, non incline agli atteggiamenti eclatanti, era già, tuttavia, uno dei protagonisti della politica sarda. All'interno del movimento cattolico era probabilmente, per formazione giuridica e prestigio sociale, l'uomo più idoneo ad affrontare pubblicamente il complesso e affascinante problema dell'autonomia della Sardegna. Militante del Partito popolare dalla fondazione sino alle leggi "fascistissime", aveva aderito con convinzione alle tesi regionaliste di Luigi Sturzo. Il sacerdote siciliano nel 1921, in una fortunata relazione al III Congresso del PPI, aveva delineato un modello di Regione destinato a rappresentare un importante riferimento per il movimento cattolico. É da questa riflessione di Sturzo che Segni, all'indomani della caduta del fascismo, prese le mosse per definire e tratteggiare - in una serie di scritti apparsi nel quotidiano "L'Isola" e nei periodici "Libertà" e "Riscossa" - l'ente Regione, le sue caratteristiche e i suoi compiti. La Regione era per Segni anzitutto "un'unità naturale"; una "realtà geografica, economica, se non anche etnica"; un "organo autonomo" e non un "nuovo organismo intermedio" che avrebbe appesantito la burocrazia statale; un "ente autarchico non statale", il quale in determinate materie (agricoltura, industria e commercio, ad esempio) si doveva sostituire allo Stato. Gli organi della Regione, eletti democraticamente, dovevano avere sia potere normativo che potere amministrativo. L'esempio che l'Italia doveva tenere ben presente nella costruzione del nuovo apparato statale era quello della democrazia statunitense e di una parte degli Stati del Commonwealth britannico. Segni non a caso suggeriva, avendo come riferimento il Senato degli Stati Uniti, la creazione di una seconda Camera parlamentare, con un numero uguale di rappresentanti per ciascuna Regione, in modo da sancire parità di diritti. In questo modo ogni Regione avrebbe potuto influire sulla politica nazionale indipendentemente dal fattore ricchezza e numero di abitanti. Un nuovo ordinamento fondato sulla Regione, secondo Segni, avrebbe ridimensionato il centralismo statale, sarebbe arrivato ad una migliore amministrazione e soprattutto avrebbe rappresentato una garanzia per l'Italia post-fascista. La Regione, limitando l'azione statale, avrebbe contribuito a custodire l'autonomia dei corpi intermedi, i diritti naturali dell'individuo, la libertà e la democrazia. Il consolidamento di un regionalismo forte avrebbe ostacolato l'affermazione di uno Stato totalitario. «Un ordinamento regionale dello Stato - scriveva Segni - non significa creare organi statali periferici, in luogo di organi statali centrali. No: questo ha fatto anche il fascismo, con i suoi provveditorati alle opere pubbliche etc., ma il regime fascista disconosceva in pieno (perché accentratore dei poteri dello Stato) il valore delle autonomie regionali». Per cambiare passo, bisognava accrescere l'autonomia dei Comuni, abolire le Province, fare in modo che una parte consistente dei compiti statali venissero svolti dalla Regione. Era perciò necessario, fra l'altro, rivedere la distribuzione delle risorse finanziarie: evitare una ripartizione delle varie voci di spesa secondo «criteri politici variabili», dovuti alle «momentanee oscillazioni del potere dei partiti», e «localizzare l'imposta nel luogo dove il reddito veniva prodotto». Evidentemente, queste affermazioni rappresentavano un'importante salto qualitativo per il movimento cattolico sardo, che prima di allora sul terreno dell'autonomia aveva subito l'attivismo del Partito sardo d'azione. Alla luce della sua idea di Stato, Antonio Segni si può collocare nel filone del federalismo? Sicuramente, non fu mai pienamente federalista. Forse si può sostenere che fu tendenzialmente federalista. In ogni caso, precisò, quasi per evitare equivoci e prendere le distanze dai federalisti convinti, che «i diritti delle Regioni» si potevano «salvaguardare senza arrivare alla forma federativa». Non era necessaria la forma federativa, secondo Segni, perché le Regioni potevano trovare «una loro completa autonomia e nuova forza e dignità politica nella struttura nuova dello Stato». Alla scelta di prendere ripetutamente e pubblicamente posizione su un tema così caratterizzante per l'ordinamento dello Stato non seguì un attivismo particolare nei lavori preparatori della Carta costituzionale. Certo, dal dicembre del 1944 al luglio del 1951, prima come sottosegretario e poi come ministro dell'Agricoltura e foreste, Segni si concentrò quasi esclusivamente nell'elaborazione dell'ambizioso progetto di riforma agraria. Negli anni successivi avrebbe comunque attenuato sensibilmente la sua originaria visione autonomistica. Mancano i documenti che dimostrino e spieghino chiaramente le ragioni di questo cambiamento, anche se si possono in qualche modo intuire. I due principali partiti italiani cambiarono posizione già durante la Costituente: la Democrazia cristiana, temendo il successo dei comunisti nelle cosiddette regioni rosse, smorzò sensibilmente l'originario programma regionalista e poi non si adoperò immediatamente per la nascita delle regioni a statuto ordinario; mentre il Partito comunista divenne strumentalmente autonomista, così da utilizzare la politica locale per contrastare il predominio parlamentare della DC. Non deve stupire, quindi, se gli scritti di Segni sull'ente Regione hanno avuto una circolazione (e un'influenza) estremamente limitata, anche all'interno del mondo cattolico. Rimane comunque il valore - non soltanto storico ma per molti aspetti anche attuale - della sua riflessione.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Nuoro
LA PRESENTAZIONE
I rapaci di Domenico Ruiu all’università
 
NUORO Chi ha avuto modo di vederlo e sfogliarlo è rimasto a bocca aperta: «Il fotografo dei rapaci», il grande volume fotografico che un editore coraggioso ha dedicato all’opera di Domenico Ruiu, il fotografo naturalista nuorese che ha inseguito aquile e falchi in giro per il mondo, è un’opera davvero eccezionale. Le foto, centinaia, le dimensioni e la qualità ne fanno un volume dove l’aggettivo straordinario, per una volta, è più che appropriato. La presentazione ufficiale ai nuoresi si terrà sabato alle ore 18 nell’auditorium dell’università a Sa Terra Mala. A portare i saluti, alla presenza di Domenico Ruiu, saranno Antonello Arru, presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Giuseppe Pulina, direttore del dipartimento di Agraria dell’università di Sassari, il sindaco Alessandro Bianchi. Gli interventi saranno tenuti da Francesco Petretti, documentarista e autore della trasmissione televisiva “Geo & Geo” sui Rai 3, e il rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino. Previste letture di Franco Stefano Ruiu, fratello di Domenico e fotografo anche lui, e l’omaggio musicale di un altro nuorese molto noto, il cantautore Piero Marras. L’incontro, aperto a tutti, sarà coordinato da Renato Brotzu.

Questionnaire and social

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