Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
25 February 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Università
Via all'orientamento per undicimila studenti
 
Sono 101 le scuole che hanno aderito alle Giornate dell'orientamento promosse dall'Università. L'ateneo intende presentare la propria offerta formativa agli studenti delle ultime classi delle superiori. Il via mercoledì alle 9 alla Cittadella universitaria con la partecipazione di 11 mila ragazzi.
La novità è un più stretto rapporto col mondo del lavoro attraverso incontri tematici (6 al giorno) con testimonial aziendali e altri esperti. Le Giornate rientrano in un progetto finanziato dalla Regione attraverso i fondi Por del Fondo sociale europeo 2007/2013. Presentazione mercoledì alle 10,30 nel Dipartimento di Chimica, a cura del rettore Giovanni Melis. Si parlerà anche delle nuove procedure per l'attivazione dei corsi di laurea e dei problemi connessi ai test d'accesso alle facoltà di Medicina e Architettura. Si chiude sabato. ( p. l. )
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Domani
Fotovoltaico, presentazione del progetto Foster in med
 
Si terrà domani , alle 9, nell'aula magna di Ingegneria civile, ambientale e architettura, in via Corte d'Appello 87, il meeting di presentazione del progetto Foster in med (Fostering solar Technology in the Mediterranean area), finanziato al 90% dal bando per progetti strategici sul tema dell'energia solare.
Il progetto ha l'obiettivo di costruire un know how condiviso nel campo delle tecnologie solari fotovoltaiche, favorire il trasferimento di metodologie progettuali e competenze tecniche condivise e promuovere le opportunità offerte dall'energia solare, contribuendo così al superamento delle barriere culturali e normative presenti nei Paesi coinvolti.
Sono attesi, tra gli altri, gli interventi del rettore dell'Università, Giovanni Melis, e dell'assessore regionale dell'Industria, Alessandra Zedda. Prenderanno la parola anche Antonello Sanna, direttore del dipartimento di Ingegneria civile, ambientale e architettura, Alessandra Carucci, presidente della facoltà di Ingegneria e Architettura, Paolo Frau, assessore all'Urbanistica del Comune.
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Cagliari (Pagina 21 - Edizione CA)
«Leucemie, rischio elevato»
Assemini, Sarroch e Pula sono i centri più esposti
IL FATTO. Gli ambientalisti: subito chiarezza sulle cause dell'allarme sanitario
 
Era tutto scritto, raccontato nero su bianco, nel rapporto consegnato nel giugno del 2008 all'allora direttore generale della Asl 8. Il risultato di uno studio dettagliato sull'incidenza dei “linfomi non Hodgkin” nel distretto sanitario di Cagliari ovest (capoluogo escluso) che denunciava una situazione allarmante per le popolazioni residenti a due passi dai poli industriali di Macchiareddu-Sarroch. Erano stati gli anni tra il 1974 e 1993 a finire una prima volta sotto la lente dei ricercatori. E poi ancora quelli tra 1994 e il 2003. Ebbene, quella ricerca, diventata un articolo dal titolo “Lezioni della sindrome di Quirra. Epidemiologia no grazie”, firmato dal professor Pierluigi Cocco, docente di medicina del lavoro all'Università di Cagliari, è apparso su “Epidemiologia & Prevenzione”, rivista ufficiale dell'Associazione italiana di epidemiologia.
LA POLEMICA Un intervento che ha fatto ora sobbalzare le associazioni ecologiste Gruppo d'intervento giuridico e Amici della Terra tanto da spingerle a presentare una specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e provvedimenti al ministero della Salute, alla Regione, all'Arpas, ai sindaci di Sarroch, Pula e al commissario straordinario di Assemini. Centri, questi, in cui lo studio mise in evidenza i rischi più elevati sulle leucemie. Otto i casi osservati a Pula, 5 a Sarroch, ben 17 ad Assemini. Altri comuni dello stesso distretto, come Capoterra, Domus de Maria, Elmas, Teulada e Villa San Pietro, fortunatamente non manifestavano alcun eccesso.
I PERICOLI «Rischi purtroppo confermati dal rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari e militari della Regione Sardegna e dal rapporto Sentieri promosso dal ministero della Salute e dato alle stampe nel 2012», racconta Stefano Deliperi, responsabile del Grig. Gli ambientalisti vogliono insomma conoscere le cause del pericolo in particolare nei tre centri più colpiti dalle leucemie e ancora di più perché persista il silenzio da parte delle amministrazioni pubbliche. E anche per questo che i risultati dell'indagine sono stati inviati alla Procura della Repubblica. «Da anni le amministrazioni pubbliche competenti sono a conoscenza che la popolazione maschile di Pula, Sarroch e Assemini corre un rischio di leucemie quasi triplo rispetto a quanto sarebbe lecito attendersi, eppure - scrive Deliperi - non risultano adottati provvedimenti per limitare il rischio ambientale e sanitario».
LE RICHIESTE Furono proprio i comuni di Sarroch, Pula e Villa San Pietro, negli anni Novanta, a chiedere indagini approfondite a causa della segnalazione di un eccesso di leucemie. «Nonostante il rapporto del 2008 abbia confermato e anzi evidenziato l'aumento della patologia, non ne seguì alcuna reazione», sostengono gli ambientalisti.
LE REAZIONI Arrivano da Assemini le prime reazioni dopo la pubblicazione dello studio. Così nel blog di Fortza Paris: «Emergono i dati ufficiali sullo stato di salute di Assemini che si posiziona tra i primi posti in Italia per l'altissimo l'indice di tumori e asma. Questo è ciò che rimane di decenni di politiche sbagliate e improduttive, alimentate da una sterile e culturale sudditanza; da una profonda miopia politica e amministrativa. Già lo scorso novembre erano stati resi noti i dati del ministero della Salute e Assemini risultava tra le città più inquinate d'Italia. In questi anni abbiamo ripetutamente richiamato l'attenzione dell'amministrazione comunale per costituire una Commissione».
Andrea Piras
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Lavoro (Pagina 11 - Edizione CA)
Bankitalia, concorso per 76 coadiutori
CREDITO. Altre 283 opportunità nel gruppo Ubi Banca
 
Ci sono ancora chance per avere un posto nel mondo del credito. Banca d'Italia ha indetto 4 concorsi finalizzati all'assunzione di 76 coadiutori. Per partecipare c'è tempo fino al 5 marzo. Le procedure prevedono lo svolgimento di test preselettivi ed esami, che consisteranno in una prova scritta e una orale. I concorsi di Banca d'Italia mirano alla copertura dei seguenti posti: 30 coadiutori con orientamento nelle discipline economico-aziendali; 20 con orientamento nelle discipline giuridiche; 7 con orientamento nelle discipline statistiche e matematico-finanziarie; 19 con orientamento nelle discipline economiche e giuridiche, per le esigenze della funzione di vigilanza ispettiva centrale su intermediari bancari e finanziari.
I REQUISITI Ai candidati si richiede il possesso di alcuni requisiti: laurea specialistica-magistrale o di “vecchio ordinamento”, conseguita con un punteggio di almeno 105/110. L'età non deve essere superiore ai 40 anni, salvo le eccezioni previste dal bando. Le domande di partecipazione ai concorsi devono essere presentate, esclusivamente attraverso l'apposita procedura on line (www.bancaditalia.it, sezione concorsi), entro le 18 del 5 marzo 2013. È consentita la partecipazione a uno solo dei concorsi.
UBI BANCA Ma ci sono altre novità sul fronte bancario. Il gruppo Ubi, dal primo aprile, realizzerà 283 assunzioni, 43 in più rispetto a quelle previste, e accoglierà ulteriori 127 domande di esodo incentivato, presentate dai lavoratori. Tra le nuove assunzioni di Ubi Banca rientrano anche 63 stabilizzazioni dei lavoratori precari che già operano negli sportelli dell'istituto di credito. Ubi Banca ha assicurato che, a seguito delle 777 uscite e della riduzione volontaria dell'orario di lavoro previste dal piano industriale 2012-2015, provvederà a costituire una task force a supporto della rete di almeno 100 lavoratori assunti ex novo.
LE DOMANDE Per candidarsi bisogna andare sul sito del gruppo, www.ubibanca.it, visitare la sezione dedicata alle offerte di lavoro e caricare il curriculum compilando il modulo di registrazione. Ubi Banca sta già cercando giovani che saranno assunti con contratti di apprendistato della durata di 24 mesi o a tempo determinato di 12 mesi, nella posizione di addetto clienti di filiale. ( lan. ol. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
gli uomini e le idee di paolo pillonca
La scultura che canta il ricordo di Lilliu
Una pietra sonora di Sciola e una lapide bilingue nella Cittadella dei musei di Cagliari intitolata al grande archeologo
La cerimonia organizzata dall’Università a un anno esatto dalla morte del “Babbu Mannu de sa Sardigna”. La figlia Caterina: mio padre l’avrebbe gradita così
 
CAGLIARI La scritta bilingue gli sarebbe piaciuta così, com'è nata nell'idea dei suoi allievi: «Giuanni Lilliu/ professori de antighidadi/ in s'Universidadi de Casteddu/ Babbu Mannu de sa Sardigna/ at torrau a luxi su Nuraxi/ po pònniri a frutu/ su disignu de fundai/ in ideas e pràticas noas/ de identidadi/ sa citadi de cras/ bona a crèsciri/ in su sentidu de sa libbertadi/ e in su respiru de su mundu./ Giovanni Lilliu/ archeologo/ professore/ dell'Università di Cagliari/ accademico dei Lincei/ sotto la terra della collina/ fertile di messi/ intuendo/ la forma del Nuraghe/ al popolo sardo/ e all'umanità intera/ restituì/ un patrimonio di cultura/ fecondo di ricchezza/ e di incontri fra le genti». Il rimando alla reggia di Barumini è indelebile: salta i tempi angusti delle singole esistenze e si consegna al succedersi delle generazioni nell'andare dei secoli. La Cittadella dei musei avrà per sempre il nome di Giovanni Lilliu. Nel rito sacro del tributo i grandi massi del nuraghe dissepolto dal Maestro si legano alla scultura dell'Artista, sa perda sonadora di Pinuccio Sciola dedicata a Babbu Mannu. La dea madre di entrambi è l'Isola megalitica dei silenzi millenari. A un anno esatto dalla morte dell'archeologo per antonomasia l'idea del rettore dell'ateneo cagliaritano Giovanni Melis, condivisa e sostenuta in particolare dai docenti delle facoltà umanistiche Enrico e Francesco Atzeni, Giuseppe Marci, Giulio Paulis e Giuseppina Tanda si traduce nella festa di intitolazione che raduna in Cittadella una folla non proprio piccola. C'è Attilio Mastino, rettore dell'Università di Sassari: sarà lui, allievo e amico carissimo di Giovanni Lilliu, a tracciare uno straordinario profilo del Maestro, originale e veridico – ne parliamo a parte – oltre che vestito di sentimento poetico. Per Pinuccio Sciola la Cittadella «dovrà diventare il cuore della cultura sarda, attivo nel quotidiano». L'artista di San Sperate, da sempre legato al professor Lilliu da un senso profondo di devozione filiale, si sente «onorato dell'incarico della scultura» e per la prima volta rivela un episodio premonitore. «Il giorno dei funerali del professore, un anno fa a Barumini – racconta Sciola – mentre toccavo la bara sono venuto in contatto con una mano femminile: era una compaesana del professore portatrice di un dono, la copia di un bronzetto nuragico. Quel gesto per me è rimasto come un simbolo di riconoscenza del paese di Barumini al suo cittadino più illustre». Giuseppe Marci, altra anima da molti anni in sintonia con il professore, rivela un retroscena: «Da subito ho approvato l'idea del rettore Giovanni Melis e sono stato felice di dargli una mano nell'organizzare l'evento. L'intitolazione della Cittadella a Giovanni Lilliu la ritengo doverosa – osserva –. Lilliu non era solo un archeologo preistorico, era un grande spirito mediterraneo ed europeo, un uomo predisposto ad essere cittadino del mondo, senza pregiudizi, sempre disponibile al dialogo nel pieno rispetto di tutti gli interlocutori, a partire dai più umili». Caterina, la figlia minore dello studioso, esprime il gradimento della famiglia e l'apprezzamento della semplicità della cerimonia: «Babbo l'avrebbe gradita proprio così: misurata, veritiera, senza orpelli. Evidentemente le intenzioni erano buone e di questo siamo felici». Come spesso accade in queste circostanze, si registra anche qualche presenza stonata – rara, per fortuna, come pure alcune assenze previste – di gente che poco o nulla aveva in comune con Giovanni Lilliu e di sicuro ne ha poco anche con Pinuccio Sciola. Ma nel mondo si dice ci sia posto per tutti. Di sicuro, Lilliu avrebbe cristianamente sopportato pur senza gradire e Sciola non ha voluto rovinare una festa nata con le migliori intenzioni. Cala un mezzodì storico sul Castello e, chissà, per i cipressi del cimitero di Barumini forse è proprio questa l'ora di levare un canto consolatorio all'eterno bambino orfano destinato a rivelare i misteri della sua isola madre e ora affidato per sempre alla loro custodia, come Giuseppe Parini all'ombra del tiglio a Milano. Con la differenza che Barumini non è una «città lasciva». Alla maniera di Parini, tuttavia, anche Lilliu era un poeta che per la sua terra materna amata teneramente sognava la libertà dell'indipendenza.
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Sardegna
Mastino, la gratitudine dell’allievo
Il rettore di Sassari: «Un rapporto durato 45 anni con un grande maestro di generazioni di sardi»
 
CAGLIARI Tra ragione e sentimento, il ricordo di Attilio Mastino è il culmine della festa in onore di Giovanni Lilliu, il momento più bello e più alto. Il rettore dell'Ateneo sassarese ringrazia «l'Università di Cagliari che ha inteso onorare un grande maestro di generazioni di sardi». E ricorda tre realizzazioni di Lilliu: il dipartimento di scienze archeologiche e storico-artistiche di Cagliari, l'Istituto superiore regionale etnografico di Nuoro, la scuola di specializzazione in Studi sardi. Il rapporto tra maestro e allievo «è durato 45 anni, un periodo lungo della mia vita – dice Mastino – che ha visto una straordinaria crescita dell'archeologia, anche come passione e tema di discussione per insegnanti, studenti, gente qualunque alla ricerca delle proprie radici: fenomeno culturale di massa che ha coinvolto intere generazioni». Lilliu era «un uomo inquieto e ruvido, un democratico senza pace, che combatteva per la sua terra, contro la subalternità e l'emarginazione. Il suo pensiero, nutrito a volte di utopie e di asprezze, si è arricchito nel tempo, sino a giungere ad una straordinaria coerenza, pure in una incredibile varietà di interessi». Lilliu si considerava – rievoca Mastino – «un uomo di campagna che aveva avuto il privilegio di accedere all'incanto dell'archeologia. Era orgoglioso delle sue origini contadine e leggeva la sua esperienza in continuità ideale con la storia della sua famiglia a Barumini, generazioni di antenati che lo riportavano indietro, fino agli eroici costruttori del nuraghe: un tenace legame affettivo con gli spazi, i monumenti, il territorio che contribuiva a costruire un'identità». Identità non fossile, però, «anzi aperta al nuovo, storicamente dinamica. E allora la lingua sarda, innanzi tutto, che avrebbe voluto insegnata nelle scuole e utilizzata liberamente nelle sedi ufficiali. Egli aveva anche indicato una strada coraggiosa sul trasferimento delle competenze in materia di Beni culturali dallo Stato alle Regioni, alle Province e ai Comuni». Per Lilliu, aggiunge il rettore dell'Università di Sassari, «la storia della Sardegna era fondata su un mito, il mito dell'età dell'oro dell'epoca nuragica, una cultura non pacifica e imbelle ma conflittuale, quando le armi venivano usate dagli eroi per difendere la sovranità del popolo sardo padrone del suo mare. La preistoria e la protostoria furono il tempo della libertà, prima che i popoli colonizzatori imponessero una cultura altra. Gli altipiani ed i monti al centro dell'isola gli sembravano l'antico regno dei pastori indipendenti. A questo popolo accerchiato e assediato andavano le simpatie di Giovanni Lilliu, che denunciava la violenza del colonialismo romano, giunto ad espropriare i Sardi della loro terra, della loro libertà, della loro lingua. Eppure in Barbagia e sul Tirso sarebbe sopravvissuto uno zoccolo duro che giustificava la continuità di una linea culturale barbarica e anticlassica, che per Lilliu era possibile documentare fino ai nostri giorni». La storia della Sardegna è fondata «su quella che Lilliu chiamava una costante resistenziale, che illumina l'identità di un popolo perseguitato e oppresso ma non vinto. A quest'anima profonda di nazione proibita rimanderebbe la cultura alternativa popolare sarda dei paesi dell'interno: anche la nomenclatura e i valori sono allora ribaltati, se barbarica e selvaggia sono due categorie positive della diversità del processo della storia del mondo, contro la monocultura imposta dall'esterno e per costruire la nuova autonomia sarda contro ogni forma di dipendenza».
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 15 - Sassari
la polemica
«Asl e Aou aprano un centro unico per la diabetologia»
Adms e Fand alzano il tiro dopo il trasferimento del servizio nel palazzo rosa: «Più rispetto e meno demagogia»
«Microinfusori, non costi ma necessità»
 
C’è poi quello che Michele Calvisi ed Ettore Giuliani definiscono lo «scandalo microinfusori»: piccoli apparecchi che possono migliorare le condizioni di vita dei pazienti ma che non vengono forniti. «I microinfusori non sono presi nella giusta considerazione e ritenuti ingiustamente onerosi per la collettività – scrivono i due presidenti –. L'incidenza sui bilanci delle Asl è minima nel medio periodo. Allo stato attuale i presidi giungono a singhiozzo, i pazienti che hanno richiesto il microinfusore non sono stati accontentati».
SASSARI «Più rispetto e meno demagogia». Michele Calvisi ed Ettore Giuliani, portavoce degli oltre quattromila diabetici in cura nelle strutture dell’Asl e dell’Aou, alzano la voce per esprimere il punto di vista dei malati dopo la bufera scatenata dal trasferimento del servizio di Diabetologia territoriale della Asl da via Tempio al palazzo rosa di via Monte Grappa. La scelta non era piaciuta a Cgil, Cisl, Uil, Nursind e Fials. I avevano chiesto alla Asl di tornare sui propri passi perché così aveva «dimezzato l’offerta». La presa di posizione sindacale ha scatenato la reazione piccata dei presidenti di Adms e Fand, le associazioni onlus cui fanno riferimento i diabetici e i loro familiari. Calvisi e Giuliani fanno precedere da una stoccata alcune proposte operative. Altro che ambulatorio unico per l’Asl, puntualizzano i due sodalizi, l’Azienda sanitaria e l’Azienda ospedaliero universitaria dovrebbero riunire le forze per costituire un centro diabetologico unico. Una struttura dove dovrebbero operare tutte le figure specialistiche necessarie per curare il diabete, ma anche per prevenirlo. Michele Calvisi ed Ettore Giuliani caldeggiano da anni il progetto che ora ripropongono alle istituzioni sanitarie. Segue l’invito «a rispettare le esigenze di migliaia di pazienti, la cui qualità di vita di coloro è al di sotto degli standard minimi di un paese civile – scrivono i presidenti di Adms e di Fials –. L'intera classe politica regionale avrebbe dovuto preoccuparsene, anziché stratificare le sue gravi colpe, visto che la patologia ormai assume da tempo dimensioni epidemiche». «Le diabetologie ospedaliera e universitaria devono essere accorpate in un unico sito – entrano nel merito i presidenti di Adms e di Fand –. Quello prescelto dalla direzione generale della Asl nel palazzo rosa è coerente con le nostre aspettative, purché l'ala occupata venga ampliata e liberata da ambulatori non di natura diabetologica». Nella struttura, spiegano i presidenti dei diabetici, «i diabetologi potrebbero assicurare la prima assistenza ai pazienti provenienti dal pronto soccorso, ovvero garantire la consulenza a qualsiasi altro reparto ove fosse ricoverato un diabetico ed infine, richiedere di effettuare esami nel vicinissimo centro analisi». «Per dovere di cronaca – scrivono ancora Calvisi e Giuliani –, si precisa che la Diabetologia ospedaliera non ha raddoppiato il suo organico medico, né tantomeno infermieristico, in quanto ai due medici già operanti è stato incluso un solo terzo medico che ha portato con se ben 2.000 pazienti che vanno ad aggiungersi ai circa 4.000 pazienti già in carico al Centro (e non 3.000 utenti come indicato dai sindacati)». Per realizzare un servizio sanitario degno di questo nome, occorre «un organico adeguato in medici ed infermieri, necessario per offrire un servizio di eccellenza senza far calare l’offerta del servizio e, semmai, far incrementare la domanda di prestazioni – concludono i due presidenti –. La diabetologia dovrebbe essere composta da varie specializzazioni che devono formare un team integrato, che realmente si prenda carico della persona con diabete o della famiglia se si tratta di bambini o anziani».
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Nuoro
Duecento studenti in rivolta: «Non ci danno i soldi per la casa»
Esplode sui social network la rabbia degli universitari barbaricini che vivono nella penisola «L’assessorato regionale all’Istruzione non ha ancora erogato i contributi destinati a pagare l’affitto»
di Valeria Gianoglio
 
NUORO C’è chi, ormai disperato, è stato costretto a fare le valigie, abbandonare la propria sede universitaria, e far ritorno mestamente in patria, perché i soldi che aveva in tasca o che riceveva dalla famiglia, purtroppo, pur facendo grandi economie non gli bastavano. C’è chi, nell’attesa che la situazione si sbloccasse, invece, ha dovuto lasciare la casa in affitto, tornare in Sardegna, e saltare così almeno una sessione di esami. C’è anche chi, profondamente sconsolato, ha gridato via internet la propria frustrazione. È un piccolo esercito di 207 universitari barbaricini che studiano nella Penisola, quello che in queste ore infiamma la rete e i social network di appelli e lettere cariche di indignazione. Il problema, per tutti loro, si chiama “contributi per il fitto casa”, e sono quelle somme che la Regione stanzia e distribuisce, dopo aver fatto un’apposita graduatoria, a tutti quegli universitari sardi che sono andati a studiare fuori dai confini della Sardegna. Sono soldi, insomma, che gli studenti in questione, e le loro famiglie, attendono sempre con grande trepidazione, perché fino al momento di riscuoterli li hanno dovuti anticipare spesso con grandi sacrifici. Servono per pagare gli affitti delle case, per acquistare libri e materiale didattico, per pagare le tasse universitarie sempre più esose. Per finanziare, più in generale, la loro vita da universitari fuori sede. Ma quest’anno in particolare, è sorto un grosso problema: quei contributi, ad anno accademico inoltrato, non sono mai arrivati. Nessuno dei circa 1100 studenti sardi fuori sede che sono stati inseriti nella graduatorie – e di questi, poco più di 200 sono di Nuoro e provincia – ne ha visto neppure un solo euro. Nella sola provincia di Nuoro li aspettano in poco più di 200. Novantanove dei quali, attendono il rinnovo dei contributi, visto che in passato ne hanno già beneficiato. Mentre 108, sempre di quei 200, attendono le nuove assegnazioni dei contributi. E di questi 200, 89 sono di Nuoro città. Anche loro, in queste ultime settimane in particolare, hanno gridato alla Sardegna la loro rabbia per un ritardo snervante, nell’erogazione dei contributi per il fitto casa. E lo hanno fatto tempestando di mail la Regione e diversi politici. «La Regione – scrivono in una lettera indirizzata all’assessore competente, Sergio Milia, e sottoscritta da tantissimi universitari – non si è degnata di fornire alcuna spiegazione per la mancata erogazione dei contributi. Siamo stanchi di essere trattati come cittadini di serie B, nemmeno considerati degni di ricevere spiegazioni o indicazioni chiare riguardo un procedimento amministrativo che ci riguarda. L’assessorato all’Istruzione ha la piena responsabilità di molti studenti che hanno dovuto abbandonare gli studi, e dopo essere stati sfrattati, sono tornati a casa saltando sessioni d’esami, rimandando date per la laurea e tutti i propri impegni accademici».

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