Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 February 2013
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI


 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
CLINICA PEDIATRICA. Parla il direttore generale dell’azienda mista
«No al trasferimento al Brotzu
Accelereremo sul Policlinico»

Scarta la soluzione del Brotzu («troppo dispendioso, sia in termini economici che per il personale») e punta tutto su un trasloco anticipato al Policlinico universitario: «Vogliamo trasferire la Terapia intensiva della clinica Macciotta entro aprile», spiega il direttore generale dell’azienda mista Ennio Filigheddu. Un’accelerata netta - fino a ieri le previsioni parlavano di giugno o luglio - per scongiurare il rischio di un doppio spostamento: prima al Brotzu e poi nelle nuove sale del blocco Q, a Monserrato. «Abbiamo grossi problemi strutturali, sia alla Macciotta che al San Giovanni di Dio», ricorda il manager scandendo l’età dei due edifici: la clinica è stata costruita nel 1938, l’ospedale addirittura nel 1844. «I disagi per i pazienti e per i dipendenti sono tantissimi».
L’ALLARME Ecco perché all’inizio della settimana, dopo l’ennesimo allarme (un cortocircuito che ha fatto saltare l’impianto elettrico e bloccato anche i macchinari salvavita), si è cercata una soluzione immediata. Trasferire il reparto di Terapia intensiva neonatale al Brotzu. «Ma abbiamo verificato che non ci sono le condizioni per poterlo fare. L’ospedale, che ha dato la propria disponibilità, impiegherebbe oltre un mese ad allestire i locali necessari. Sarebbe uno sforzo inutile, visto che abbiamo la possibilità di finire i lavoro al blocco Q entro aprile. Salvo imprevisti», dice Filigheddu.
I RITARDI DEL “BLOCCO Q” ”Il cantiere infinito di Monserrato sta per arrivare al traguardo. «I tempi di realizzazione degli appalti sono quelli previsti», avverte il direttore generale dell’azienda universitaria, «semmai sono stati i finanziamenti a essere arrivati in quattro tranche. Questo ci ha costretto a bandire quattro gare diverse, e ovviamente i tempi si sono allungati. Ma non si poteva fare di più: la Regione ci ha dato i soldi non appena ha avuto la disponibilità».
MANCANO GLI ARREDI Nei prossimi due mesi si dovrebbe concludere l’installazione degli impianti nel blocco Q, poi verrà aggiudicata la gara per la fornitura degli arredi. La Pediatria e la Neuropsichiatria infantile della Macciotta invece troveranno casa in estate al Microcitemico, dove si dovrebbe trasferire anche il reparto di Pediatria del Brotzu. Ora si tratterà di incrociare le dita e sperare che i problemi legati all’età della struttura siano contenuti: «Abbiamo intensificato in turni e creato delle vere e proprie squadre di emergenza», dice Filigheddu. «Facciamo quello che si può per garantire un’assistenza di qualità nonostante la situazione». (m.r.)
 
 
2 - L’Unione Sarda / Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
CAESAR’S HOTEL. Fra le novità la tekno-lana di pecora usata come isolante
Le migliori idee per il futuro in un workshop
La “tekno-lana” di pecora sarda da utilizzare in edilizia come isolante termico e il dispenser da ufficio che ricava acqua dall’aria anche nel deserto. Queste alcune delle chicche del workshop “Le sfide dell’innovazione e dell’economia digitale” che si è tenuto ieri al Caesar’s Hotel di via Darwin per iniziativa di Confesercenti e Confcommercio.
Tre ore di tempo, dalle 10 alle 13, sono state concesse a una ventina di imprese grandi e piccole per promuovere novità altamente tecnologiche. «Numerosi i settori coinvolti», hanno spiegato Roberto Bolognese e Nicola Murru, rispettivamente presidente e direttore della Confesercenti provinciale, «dal commercio all’artigianato, fino ai servizi, alla cooperazione e all’agricoltura». L’esposizione ha attirato una gran folla di curiosi. La cooperativa Brebey Scarl di Decimomannu (7 soci) ha presentato “la lana naturale per una casa ecologica”. «Un risultato», ha spiegato Pierluigi Damiani, «ottenuto dopo anni di una ricerca in collaborazione con l’Università». I trentenni Alessandro Culeddu e Francesco Sarais di Quartucciu hanno invece proposto un dispenser per acqua senza acqua. Il prezzo? 2800 euro. «L’acqua viene catturata dall’atmosfera e poi filtrata fino a diventare pura al 99%».
Il dispenser dev’essere collegato alla corrente, ma può anche farne a meno se ci sono i pannelli solari. «Abbiamo venduto un esemplare in Africa, ma non da utilizzare in ufficio, bensì come irrigatore per una grande serra». Infine “Quriio.us”, piattaforma web capace di ancorare il mondo virtuale a quello reale attraverso i “quriio.us-code”, particolari codici di marketing esposti nelle vetrine dei negozi. Il sistema è stato ribattezzato “social commerce dei negozi sotto casa”.
Paolo Loche
 
 
3 - L’Unione Sarda / Provincia di Cagliari (Pagina 27 - Edizione CA)
IL FATTO. Ieri Provincia e Università hanno discusso dati e tracciati futuri
Metro, il progetto si allarga
Tempi stretti per Selargius e Sinnai, poi Capoterra
La metropolitana leggera tra Cagliari e Monserrato funziona. Al punto che ieri in Provincia si è discusso di ampliare il vecchio progetto. Nel 2008 si era deciso di estendere i binari sino al Poetto, a Quartu, Sestu, Settimo, Cittadella universitaria di Monserrato e ovviamente sino a piazza Matteotti a Cagliari. Ieri, davanti alla commissione provinciale ai Trasporti, il professore universitario Italo Meloni ha esposto numeri e progetti per tre nuove linee: verso Sinnai, sino a Capoterra e poi la bretella da Monserrato a Selargius-Paluna. Tutto questo quando stanno per entrare in funzione, entro l’anno, altri due spezzoni: sino al Policlinico universitario di Monserrato e sino a Settimo. Una rivoluzione per il traffico nell’hinterland di Cagliari.
SUBITO SELARGIUS È bene chiarirlo, i discorsi di ieri sono solo virtuali. «È importante partire con un progetto, con uno studio dei possibili tracciati - dichiara Luca Mereu, presidente della commissione provinciale ai Trasporti - una città importante come Selargius non può aspettare il collegamento con Quartu, è necessario risolvere al più presto i problemi e per questo sarebbero sufficienti due fermate partendo da via Vesalio».
SINNAI Fattibile in tempi stretti anche il collegamento con Sinnai, da estendere poi anche verso il Parteolla. Meno perseguibile, almeno rapidamente, il discorso Capoterra, quindici chilometri di binari che costerebbero circa 30 milioni di euro: c’è da risolvere anche il problema dell’attraversamento delle zone umide protette. Sicuramente per tutti questi discorsi proposti ieri mancano i finanziamenti.
POETTO Allo stato attuale sono disponibili 50 milioni stanziati dalla Regione per collegare Cagliari al Poetto. Progetto fortemente voluto dalla nuova amministrazione cagliaritana guidata del sindaco Massimo Zedda, che vorrebbe estenderlo sino a piazza Matteotti e verso Sant’Elia. Tutto il resto sono proposte, idee, modifiche al disegno originario firmato dai sindaci dell’Area vasta di Cagliari e dalla Regione nel 2008, su input del Governatore Renato Soru.
LE PRIORITÀ «Quel che è importante adesso - spiega il professor Meloni - è stabilire le priorità degli interventi. Attraverso dati come quelli studiati dal nostro centro interuniversitario di ricerche economiche e mobilità (Cirem). Innanzitutto il collegamento con Quartu e l’hinterland stretto (Quartucciu e Selargius). Fondamentale anche lo sviluppo verso Capoterra, da cui ogni giorno in città si riversano 20 mila veicoli, e sino a Sestu, paese in crescita verso Monserrato. Strategici anche i binari sino a Sinnai, che potenzialmente alleggerirebbero il traffico di 10 mila mezzi. Noi stiamo fornendo gli strumenti tecnici, ma alla fine le decisioni spettano alla classe politica. Per risolvere il problema della viabilità nell’Area vasta di Cagliari».
Paolo Carta
 
 
4 - L’Unione Sarda / Libri in Sardegna (Pagina 43 - Edizione CA)
Loy: lavoro, tutela e diritti
Se il diritto del lavoro (inteso come disciplina di studi) è la vostra passione questo volume fa per voi. Ma se pure "giuslavorismo" - o "giuslaboralismo" - vi suona misterioso, date lo stesso un’occhiata a "Lavoro, Europa, diritti", curato da Gianni Loy, perché alcune parti del libro (le meno tecniche) comunque coinvolgono. Il libro è dedicato a Massimo Roccella, morto (a soli 57 anni) nel 2010, il quale aveva iniziato la carriera accademica nel 1987 a Cagliari. Idealmente i saggi - 24 fra autori e autrici, 3 spagnoli - si ricollegano a un seminario cagliaritano per ricordare Roccella. Si passa dall’Europa e dalla Corte di giustizia al riposo domenicale, dall’arbitrato alla riforma del lavoro pubblico, dallo sciopero alla nuova legge spagnola, dagli accordi italiani del 28 giugno 2011 al Welfare (sarà federale o statale?), dalle rappresentanze sindacali alla contrattazione. Non tutti i saggi sono adatti a chi non abbia già un’infarinatura ma il ruolo dei giuslavoristi - e dunque la comprensione del loro impegno - risulta fondamentale ora che, come scrive Gianno Loy, «il fiato dell’economia, il peso della globalizzazione, si avvertono più che mai».
Alcuni saggi si inseriscono nell’attualità, persino nella polemica politica quotidiana. A esempio Maria Vittoria Ballestrero con il suo "Ce lo chiede l’Europa?" solleva 4 questioni (legate a licenziamenti e contrattazione) per verificare se davvero le norme europee prevalgano su quelle nazionali, italiane in questo caso: non è questione da poco. Come è interessante capire se il riposo domenicale (ne parla Anna Fenoglio riprendendo uno scritto di Roccella) sia un retaggio del passato o una tutela da salvaguardare con poche - e motivate - eccezioni. O ancora, ne accenna Lorenzo Gaeta, sino a che punto si possa mercificare il lavoro umano, una pratica che viene combattuta dal pensiero marxista ma pure dalla Chiesa cattolica (anche prima di Wojtyla, «primo papa ad aver fatto l’operaio»).
La maggior parte degli scritti teme un orizzonte fosco per i diritti di chi lavora, addirittura il rischio di «far retrocedere di quasi un secolo il sistema delle tutele». E almeno in questo senso - ancora Loy - «la disciplina che va sotto il nome di Diritto del lavoro non deve essere immolata sull’altare pagano dell’economia».
Daniele Barbieri
"Lavoro, Europa, diritti: in ricordo di Massimo Roccella" a cura di Gianni Loy,
Ediesse e Centro studi di relazioni industriali Università Cagliari Pagine 278, € 15
 
 
5 - L’Unione Sarda / Speciale (Pagina 19 - Edizione NU)
In una città più dinamica
Parola d’ordine: università da rilanciare
Se l’università nuorese fosse un prodotto commerciale l’azienda produttrice, analizzando i profitti, lo ritirerebbe presto dal mercato. Effettivamente questo è ciò che sta accadendo. In questo caso, però, non si tratta di ritirare dagli scaffali una varietà di caramelle, ma di precludere ad una città intera l’occasione di rinascere.
LE NECESSITÀ Perché il prodotto Università abbia successo, è necessario che offra possibilità di scelta, corsi per docenti, una vita extrauniversitaria fatta di eventi, locali, organizzazioni, convenzioni per studenti. Vogliamo focalizzare l’università nuorese su poche ma buone facoltà, oppure creare un ateneo che possa raccogliere tutti quei ragazzi che preferiscono non trasferirsi, aprendo più corsi distinti, seppur meno elitari? Entrambe le opzioni richiedono un elemento comune: cambiare la città. Più innovazione significa più affluenza, ciò che manca è un vero e proprio ambiente universitario, con case dello studente, libri, riviste, internet. Serve garantire maggiore stabilità ed instaurare un dialogo con i docenti, che siano incentivati a stabilirsi a Nuoro non solo in virtù degli aiuti economici, ma perché messi in condizione di lavorare con più mezzi e risorse.
UNA CITTÀ DIVERSA Nuoro ha bisogno di diventare una città civile e che attiri le persone, non che le faccia scappare. Cresce la voglia di fuggire, conoscere altre realtà, diventare indipendenti, ma anche evitare la noia. Bisognerebbe vincere il pregiudizio - tipico di noi giovani in primis - che sia ormai tutto perduto, che le cose non possano essere cambiate.
Facciamo le valigie verso gli altri atenei sardi, o addirittura diretti a Bologna, Roma, Milano, Torino, e nel contempo non sopportiamo di dover assistere alla morte della nostra città. Curiosamente, sembrano affezionarsi alle proprie radici solo coloro che se ne allontanano: anche se spesso con amarezza e rabbia, talvolta in silenzio, quasi con vergogna, vi è sempre la sensazione di essere orgogliosamente sardi nel mondo e stranieri ad ogni ritorno.
Daniela Gaddari
 
 
6 - L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 20 - Edizione NU)
SINISCOLA. Nei punti più caldi transitano in media 1200 auto in 90 minuti
Arrivano i bus di città
Traffico nel caos, occorre il trasporto pubblico
Il crocevia tra via Matteotti, via Conteddu e la bretella del cimitero è lo snodo a più alta densità di traffico a Siniscola. A farlo emergere sono i primi studi effettuati, per conto del comune,dall’Università di Cagliari. All’incrocio, nel periodo invernale, transitano in media 1200 veicoli (calcolati nelle ore di punta in un lasso di tempo di novanta minuti), che aumentano fino a 1800 nella stagione estiva. Per decongestionare il traffico, la strada è obbligata: il Comune deve istituire un sistema di trasporto pubblico. Meno auto e più autobus per ridare vivibilità all’intera cittadina.
L’INCONTRO Il test, eseguito attraverso venti stazioni di rilevamento, ha evidenziato criticità, presentate in un incontro pubblico indetto dall’amministrazione comunale e tenuto martedì scorso nell’aula consiliare del Municipio. Oltre al sindaco Rocco Celentano erano presenti il responsabile dell’ufficio comunale del Lavori pubblici, Efisio Pau, il comandante dei vigili urbani, Massimo Meini, e i rappresentanti del Cirem dell’ateneo di Cagliari, Gianfranco Fancello e Andrea Caria.
ZONE ROSSE Oltre a piazza 4 Novembre le altre sezioni che hanno evidenziato i flussi di traffico più elevati sono state via Sauro a La Caletta (1280 veicoli) e l’intersezione fra via Gramsci e via Roma con via Olbia e la stessa via Matteotti dove sono stati registrati 1654 veicoli in transito ogni 90 minuti. Per approfondire lo studio, i ricercatori dell’università di Cagliari si sono avvalsi anche di 1200 questionari compilati da altrettanti residenti che hanno permesso di analizzare la mobilità all’interno del Comune. I risultati hanno messo in evidenza che l’ora di maggior traffico assoluto va dalle 8 alle 9 del mattino e per il 75 per cento circolano mezzi privati. Il sindaco Rocco Celentano ha annunciato che il comune sta valutando la realizzazione di un sistema di trasporti pubblici nel centro urbano e verso le principali frazioni. «In tal senso abbiamo avviato le procedure per ottenere dalla Regione l’autorizzazione per la realizzazione di un centro intermodale - ha spiegato il primo cittadino - che è determinante per facilitare la mobilità all’interno della nostra cittadina».
PARCHEGGI Molta attenzione è riservata anche al sistema di sosta con un grado di occupazione dei parcheggi (oltretutto assai prolungato nel tempo) superiore ai tre quarti nelle vie più centrali come via Sassari, Roma, la stessa via Gramsci e De Gasperi. Risultano invece sottoutilizzati, soprattutto nella fascia pomeridiana, i parcheggi delle vie Donizetti e Deffenu. Gli esperti hanno presentato le simulazioni degli effetti legati alle nuove scelte di assetto viario e fli automobilisti hanno messo in evidenza la necessità di regolamentare gli accessi alle strade dove sono ubicate le scuole cittadine.
Fabrizio Ungredda
 
 
7 - L’Unione Sarda / Sulcis Iglesiente (Pagina 23 - Edizione PC)
PROVINCIA. Le idee saranno prese in considerazione nella stesura delle proposte del Piano Sulcis
Progetti per il rilancio delle coste
Il risultato del lavoro della Scuola internazionale estiva di architettura
Ruderi recuperati per creare strutture utili al visitatore senza intaccare il paesaggio: è questa la chiave che la Scuola internazionale estiva di Architettura ha trovato per recuperare approdi minerari e porti turistici del Sulcis e dell’Iglesiente.
I risultati sono stati presentati giovedì a palazzo Bellavista a Monteponi. La scuola, promossa fra gli altri da Provincia, Igea e Parco Geominerario, a settembre ha impegnato 70 studenti delle facoltà di Architettura di Cagliari (ateneo capofila) Vienna, Canada, Marsiglia e Zurigo. Nell’équipe che ha studiato la costa del Sulcis Iglesiente c’erano architetti, artisti e fotografi internazionali. L’obiettivo è stato creare un unico arcipelago che si colleghi attraverso il mare e via terra. Sono state disegnate sei idee per le baie di Sant’Antioco, Calasetta, Carloforte, Portoscuso e Portovesme, Buggerru e Cala Domestica e al Golfo di Nebida fino a Masua. Nelle proposte ogni porto diventa un ingresso che restituisce all’osservatore una cartolina della città. In tutti i progetti gli spazi verdi esistenti, recuperati, diventano sentieri che uniscono le varie parti del porto. Inoltre gli abitati storici vengono utilizzati come alberghi diffusi.
A Sant’Antioco il suggerimento è inserire nuove infrastrutture più leggere come un ponte più alto utile anche per invitare lo sguardo di chi arriva dal mare a posarsi sulla città. Negli approdi come Nebida l’idea è ripristinare i collegamenti che esistevano quando operava l’industria estrattiva per metterli a disposizione dei turisti.
I resti di archeologia industriale sono come monumento da mostrare ai visitatori. Gli studi saranno presi in considerazione dalla Provincia per il Piano Sulcis e in questi giorni altri progetti sul territorio vengono discussi nell’università di Vienna. (m .c.)
 
 
8 - L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 26 - Edizione PC)
VILLACIDRO. Affollata assemblea sul piano studiato da Comune e Università
Traffico, una rivoluzione
Le proteste dei residenti: centro storico invivibile
«Per tanto tempo è stato sollecitato uno studio del traffico di Villacidro. Ora l’amministrazione comunale si prepara a una rivoluzione del traffico. Uno studio del dipartimento d’ingegneria dei trasporti dell’Università di Cagliari ridisegnerà la viabilità del paese, soprattutto del centro storico, avanzando proposte di modifiche dei sensi unici e delle intersezioni più pericolose. E per questo vogliamo il contributo della popolazione». Il vice sindaco Federico Sollai non ha avuto difficoltà a spronare il pubblico che ieri sera ha affollato la sala consiliare. Gli interventi sono stati numerosi, anche se in alcuni casi si sono prospettate soluzioni del tutto personali. L’ingegnere Gianfranco Fancello, docente della facoltà di ingegneria di Cagliari e coordinatore del Centro interuniversitario ricerche economiche e di mobilità, si è soffermato sull’analisi dello stato attuale della rete viaria, iniziata nell’ottobre scorso.
I PUNTI NEVRALGICI «Il paese è stato diviso in nove zone per capire quale scelte dobbiamo fare. Sono stati posizionati diversi rilevatori negli incroci via Nazionale-via Repubblica, nelle piazze S’Osteria e Lavatoio, via Todde, via Roma, via Parrocchia. Abbiamo analizzato i punti nevralgici della viabilità urbana con particolare attenzione al centro storico. Lo studio è sperimentale: dopo alcuni mesi dall’attuazione si effettuerà un monitoraggio per verificarne l’efficacia. Siamo qui per ascoltare anche le vostre proposte», ha affermato l’ingegnere. E spunti di riflessione ne sono stati offerti tanti. «Abito nel centro storico e conosco molto bene. La situazione, specialmente nel tratto tra la via Tuveri e via Coxinas, dove si forma un collo di bottiglia. È un problema di difficile risoluzione se non ci saranno strade alternative. L’errore maggiore è stato commesso con la costruzione della nuova piazza Lavatoio, si dovrebbe tornare all’origine», ha sottolineato Vittorio Cabriolu. Il ritorno all’origine lo ha chiesto anche Efisio Cadoni, promotore di una petizione per il Centro storico. «La rotonda di piazza Zampillo è stata costruita sulla Fluminera. Bisogna recuperare la piazza, essere decisi, anche se si va a toccare l’interesse di qualcuno. Si dovrebbe pensare a un’area pedonale, realizzando un ampio parcheggio nell’area del seminario, che la diocesi ha donato all’amministrazione comunale», precisa Cadoni.
IN AUTO AL BAR Salvatore Curridori ha ricordato che alla fine del 1800 l’amministrazione comunale aveva progettato la via Roma per veicolare il traffico in salita e la via Parrocchia in discesa. «Credo che ripristinare quei sensi di marcia possa risolvere più di un problema», ha aggiunto. Accalorato l’intervento di Sisinnio Pittau, che ha raccontato la sua odissea di residente di Via Delle Carceri. Una stretta strada che dovrebbe fungere da sfogo per il traffico in uscita dal centro storico, che invece la maggior parte degli automobilisti usano come pista da corsa e gli incidenti sono all’ordine del giorno. «Bisogna trovare una soluzione anche per il transito dei mezzi pesanti», ha osservato il consigliere comunale Carmela Aru. «Ci dovrebbe essere più buon senso da parte dei cittadini - ha puntualizzato Salvatore Sollai - Il villacidrese ha la brutta abitudine di usare l’auto anche per andare al bar».
Gian Paolo Pusceddu
 


LA NUOVA SARDEGNA
 
9 - La Nuova Sardegna / Pagina 19 - Sassari
Edili: «Coinvolgeteci negli appalti dell’ateneo» 
ECONOMIA»80 MILIONI CONTRO LA CRISI
Il settore costruzioni della Confartigianato lancia un appello alle istituzioni perché le piccole imprese partecipino ai lavori di risanamento degli immobili. Nel Nord Sardegna sono rimasti disoccupati 6300 addetti 
I numeri parlano chiaro. E quelli relativi all’edilizia sono un bollettino di guerra. Basti pensare che negli ultimi dieci anni hanno chiuso i battenti 858 imprese edili di piccole e medie dimensioni, dato corrispondente a un calo del 37 per cento. Hanno invece perso il lavoro 6300 addetti (meno 47 per cento). Una situazione drammatica per un settore che ha sempre rappresentato il tessuto connettivo dell’economia del Nord Sardegna. Gli addetti del settore edile infatti rappresentano il 48,5 per cento dei lavoratori dell’intera industria e il 9,4 per cento di tutti i lavoratori del sistema economico regionale. Tale incidenza diventa più marcata nella provincia di Sassari dove il peso del settore sul totale degli occupati nell’industria arriva al 57 per cento. Adesso dunque la speranza è che una annunciata ripresa e qualche legge apposita possano accompagnare l’uscita dal tunnel.
di Gabriella Grimaldi wSASSARI Un vero e proprio appello quello lanciato dal settore costruzioni di Confartigianato alle istituzioni: «Ottanta milioni di finanziamenti regionali per l’edilizia universitaria potrebbero rappresentare un’ancora di salvezza per tante piccole aziende del territorio che oggi sono a un passo dal baratro. Bisogna mettersi una mano sulla coscienza e fare in modo che un po’ di quelle risorse ricadano sugli artigiani e su tutta la filiera». A dirlo è il presidente regionale e provinciale degli Edili Giovanni Idda che chiede spazio per le realtà piccole e medie sopravvissute allo tsunami economico che negli ultimi anni ha desertificato tutta la provincia. Si parla di migliaia di addetti rimasti senza lavoro, di imprese edili che hanno dovuto dichiarare fallimento lasciando “a piedi” tantissime famiglie, di un settore che non riesce più a risollevarsi. Ecco perché la notizia dei fondi Fas regionali assegnati all’ateneo alla Regione per risanare il patrimonio immobiliare ha creato una forte reazione nell’ambiente. «In gioco ci sono lavori per oltre ottanta milioni di euro – continua Idda –, appalti che però il più delle volte restano no limits per le piccole e medie imprese locali. E proprio nel momento in cui si annunciano questi interventi strutturali chiediamo spazio per le nostre piccole imprese, quelle stesse imprese ormai debilitate dalla perdurante crisi. Il rilancio dell’economia di questo territorio non può prescindere dalla ripartenza dell’edilizia e di tutta la filiera, un settore che da sempre ha rappresentato una voce importantissima per il territorio». Adesso impresari, muratori, carpentieri e piastrellisti chiedono di poter accedere agli appalti. «Il cambiamento di rotta, in tema di appalti pubblici, lo chiediamo a tutti i rappresentanti pubblici: solo in pochissimi casi si ricorre agli appalti sotto soglia, benché previsti dalle normative che regolano la materia». Si tratta di affidamento di lavori per cifre al di sotto dei centomila euro ai quali quindi potrebbero partecipare anche le realtà più modeste. Di solito invece l’appalto rimane unitario e ad aggiudicarselo è una grande impresa che poi subappalta tranche di lavori a ditte più piccole. «È accaduto spesso – spiega Idda – che i lavori vadano a imprese della Penisola disperdendo lontano il possibile rilancio dell’economia locale. Forse è arrivato il momento di cambiare strategia suddividendo gli interventi da realizzare e coinvolgendo le imprese di questo territorio. Nessuno chiede corsie preferenziali o di non rispettare le regole ma in molti appalti pubblici le nostre imprese sono tagliate fuori in partenza e non possono nemmeno partecipare». I finanziamenti dell’università serviranno per ristrutturare tutto il blocco umanistico che si trova nella parte alta di via Roma e in via Zanfarino, ma ci sarà spazio anche per il completamento e la messa in sicurezza di altre grandi opere coma l’Orto botanico. «Con questi ottanta milioni – aggiunge Idda – potrebbero essere agevolate le imprese delle costruzioni e di tutto l’indotto collegato (impianti, serramenti, lapidei e laterizi) ma anche la generalità dei consumi». Ma una raccomandazione ci tiene a farla, Giovanni Idda: «È ora di decidere cosa fare ma le decisioni da assumere, sia ben chiaro, non dovranno reggersi sulla “bagarre” elettorale». Il timore infatti è che eventuali promesse non vadano oltre il giorno del voto.
 
 
 

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

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