Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 February 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Il patto Regione-Università
SANITÀ. Costituiti gli organi d'indirizzo degli atenei
 
Regione, Università di Cagliari e Sassari e le rispettive Aziende ospedaliero-universitarie migliorano i propri rapporti istituzionali grazie alla nascita, per la prima volta in Sardegna, degli Organi di indirizzo. I nuovi organismi sono stati nominati dalla Giunta che ha accolto la proposta dell'assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci.
ORGANI DI INDIRIZZO Il compito degli Organi di indirizzo è legato alla proposta di iniziative che coordinino, in maniera coerente, l'attività di assistenza delle Aou con quella più didattica delle Università. L'assessore ha parlato di «una lacuna colmata dopo tanti anni e che aveva inciso notevolmente nell'azione di programmazione delle Aziende».
LE NOMINE È un protocollo di intesa tra Università e Regione a stabilire la composizione degli Organi di indirizzo che avranno un massimo di 5 rappresentanti (2 Regione, 2 Università e 1 di intesa tra assessore e rettori). Il presidente dell'Organo di controllo dell'Azienda mista di Cagliari è Pietro Paolo Murru, coadiuvato da Paolo Contu, Massimo Deiana, Cinzia Laconi e Mariangela Ghiani. Per l'Organo di indirizzo di Sassari, invece, il presidente è Ida Mura e gli altri componenti sono Lucia Giovannelli, Antonio Succu, Marcello Tidore e Francesco Sanna.
LA NOVITÀ A spiegare le novità introdotte dalla nascita dei nuovi organismi e come cambierà l'attività nel rapporto tra i soggetti coinvolti è lo stesso assessore della Sanità. «Grazie al ruolo definito degli Organi di indirizzo - ha dichiarato - la Aziende ospedaliero-universitarie potranno contare su attività più integrate ed efficaci, traendo grande vantaggio nella loro gestione». La composizione degli organi, rappresentativa di Regione, Università e Aou, inoltre, «permetterà di migliorare i rapporti e le interlocuzioni tra istituzioni», ha concluso l'assessore De Francisci. (mat.s.)
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 33 - Edizione CA)
Dieta, omega3 e computer non bastano contro la malattia
Studio internazionale evidenzia i limiti dei trattamenti senza farmaci
 
La condizione dei bambini iperattivi viene affrontata con trattamenti farmacologici e non. Sull'argomento è da tempo in corso un vivace dibattito fra genitori, medici e operatori sociali. Un importante studio che valuta l'efficacia degli interventi non farmacologici è stato pubblicato venerdì scorso dall'American journal of Psychiatry, una delle riviste scientifiche più autorevoli a livello internazionale. Il lavoro, cui ha partecipato anche il professor Alessandro Zuddas, dell'università di Cagliari, è stato realizzato dall'European ADHD guidelines group, network di 22 specialisti di vari paesi, che per 3 anni ha analizzato tutto ciò che è stato pubblicato, in materia, nel mondo. Sono partiti da 15 mila articoli, poi ridotti a 54. Hanno preso in esame 6 tipi di intervento: diete, eliminazione di coloranti artificiali dai cibi, somministrazione di grassi omega3 e omega6, terapie comportamentali, training cognitivo e neuro feedback (rieducazione del sistema nervoso con l'uso del computer).
Questi trattamenti si sono rivelati efficaci, sui sintomi principali della malattia (inattenzione, iperattività, impulsività) quando chi doveva esaminarli sapeva quali erano i soggetti trattati “in attivo” e quali “con placebo”. Quando invece i valutatori agivano “in cieco”, cioè senza conoscere la distinzione, l'efficacia era rilevata, in misura modesta, solo per gli omega3 omega6 e per l'eliminazione dei coloranti, limitatamente a soggetti con particolari sensibilità alimentari. Per capire, il professor Zuddas spiega che «questi risultati inattesi forniscono ai medici indicazioni importanti riguardo alla limitata efficacia degli interventi non farmacologici, attualmente disponibili, nel ridurre i sintomi cardine del disturbo da deficit di attenzione. Tuttavia i dati non escludono che tali interventi, oggi ampiamente utilizzati nella pratica clinica, possano svolgere un ruolo importante nel trattamento della malattia quando coesistono altre patologie e sintomi, o che possano promuovere la genitorialità responsabile».
Si è compiuto insomma un progresso nella conoscenza dei trattamenti non farmacologici. Secondo un'autorità mondiale in materia, lo psicologo inglese Edmund Sonuga Barke, (University of Southampton), «avere delle evidenze attendibili circa i trattamenti esistenti rappresenta il primo passo verso lo sviluppo di migliori». (l.s.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 33 - Edizione CA)
Piccoli terremoti a caccia di guai
I bambini con il Deficit di attenzione e iperattività
 
In classe disturba, a basket non lo sopportano, al catechismo non è gradito, i compagni lo evitano, a casa si scatena, corre, cade, si fa male, la mamma lo rimprovera, lui le fa saltare i nervi. Tutti i giorni, senza tregua. In altri tempi, Carlo sarebbe stato solo «un bambino cattivo». Da adolescente si sarebbe messo nei guai e qualcuno avrebbe ricordato: «Anche da piccolo era un po' strano». Oggi Carlo è un bambino infelice: a scuola è un disastro, qualsiasi cosa faccia non va bene, lui si abbatte: “Non so far niente, non valgo niente”. C'è il rischio che si isoli, oppresso da un senso di colpa e solitudine. Ma i bambini cattivi non esistono, Carlo ha solo un problema. Si chiama Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, noto con l'acronimo inglese ADHD (Attention deficit hyperativity disorder). I suoi genitori prima hanno sopportato, poi si sono persi in un calvario fra studi medici, prima di approdare nel posto giusto: la Clinica di Neuropsichiatria infantile dell'Università di Cagliari, Centro di riferimento regionale per questa patologia. Lì hanno scoperto che in Italia i bambini (e i ragazzi) ipercinetici sono 100 mila, il 3-4 per cento circa, una media di 1 per classe. Stessa situazione nel resto del mondo.
PRIMI SINTOMI Per molti genitori rivolgersi allo psichiatra non è facile. «Mio figlio non è pazzo, mio figlio è uguale agli altri», ribattono alla maestra che vuole aiutarli, perché l'allarme arriva sempre dalla scuola. I primi sintomi possono infatti comparire a 3 o 4 anni, con l'ingresso alle Elementari diventano condizionanti. «Ma non bisogna avere fretta di arrivare a una diagnosi - ammonisce Alessandro Zuddas, direttore della Clinica di Neuropsichiatria infantile -: prima è necessario parlare con i genitori e l'insegnante, ma anche col bambino, per accertare se presenta i sintomi principali dell'ADHD: iperattività, impulsività, disturbo dell'attenzione. È indispensabile valutare le sue capacità cognitive e il rendimento scolastico, se è in grado di stare attento, di controllarsi e di organizzarsi da solo. Infine va sottoposto a un esame medico e neurologico». Tappe ineludibili, perché non ci si può basare su un sospetto o sulla semplice vivacità: «Bisogna che i sintomi principali siano presenti in entità chiaramente superiore rispetto alla media dei bambini di quella età, che il loro esordio sia precoce e che interferiscano chiaramente, peggiorando la qualità della vita quotidiana e i rapporti affettivi in casa, a scuola, con i compagni».
TRATTAMENTO Solo quando il quadro clinico sarà ben delineato, il medico formulerà la diagnosi e il trattamento necessario: «Nei casi lievi si insegna ai genitori e alla maestra come affrontare la situazione e si prescrivono interventi psicoterapeutici e comportamentali. In quelli medio-lievi e più gravi può essere necessaria anche una terapia». I farmaci più usati sono il metilfenidato (Ritalin) e l'atomoxetina (Strattera), ma sono risolutivi? «Dipende dall'età del soggetto, se soffre solo del disturbo ADHD e dalla sua situazione individuale. Uno studio su 150 bambini seguiti per 3 anni ha dimostrato che hanno effetti positivi nel 75 per cento dei casi. Nello specifico: un terzo dei piccoli ha smesso di prenderli dopo 1 anno perché stavano bene; più o meno la metà ha continuato per altri 2 anni; il 20 per cento ha smesso perché non ha avuto benefici». Attualmente l'équipe del professor Zuddas collabora con altri gruppi nazionali perché si arrivi alla registrazione europea di nuovi farmaci, spesso più efficaci, e ben tollerabili.
LA SCUOLA Nell'affrontare l'ADHD, oltre alle pillole, sono previsti interventi non farmacologici, di cui riferiamo in altro articolo. Un ruolo sempre più importante lo riveste la scuola: ma è preparata ad affrontare un problema così delicato e complesso? Il professor Zuddas non ha dubbi: «Sembrerà strano, ma in questa scuola, così degradata nelle strutture e nell'organizzazione, gli insegnanti fanno sforzi incredibili per aiutare i bambini e noi. Vengono in Istituto, si informano, collaborano. Dimostrano una grande attenzione che un tempo non c'era».
Lucio Salis
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 33 - Edizione CA)
Quei geni sotto accusa
Diversi fattori all'origine della patologia
 
Bambini ipercinetici si nasce o si diventa? Secondo il professor Zuddas, «la patogenesi dell'ADHD è complessa: differenti fattori, genetici e ambientali, interagiscono durante le fasi precoci dello sviluppo creando una vulnerabilità neurobiologica al disturbo». L'origine genetica è confermata dal fatto che «bambini con un genitore o un parente affetto da ADHD hanno un rischio maggiore di sviluppare la malattia». Ma alla nascita di un bimbo ipercinetico possono contribuire fattori ambientali, legati allo stile di vita della madre che, in fase prenatale, ha fumato, bevuto alcol, assunto farmaci o sostanze illecite, è stata sotto stress. «mentre fattori perinatali, come il basso peso alla nascita, sembrano raddoppiare il rischio di ADHD e fattori post natali e sociali (la dieta o l'esposizione a livelli tossici di piombo) possono contribuire a causare o più verosimilmente a mantenere il disturbo». Il fattore sociale ha trovato conferma in uno studio su bambini romeni adottati, che prima di arrivare in Inghilterra avevano trascorso alcuni anni in orfanotrofio».
È importante che l'ADHD venga curato subito, perché se fra i 6 e i 15 anni il piccolo viene trascurato, si porterà dietro le cicatrici per tutta la vita.
Il disturbo ADHD è trattato in due presìdi, Centri di riferimento riconosciuti dall'Istituto superiore di Sanità: Clinica di neuropsichiatria infantile dell'università di Cagliari, diretta dal professor Alessandro Zuddas, via Ospedale 119. Tel. 6093509- 3510, e-mail azuddas@unica.it.
Clinica di Neuropsichiatria infantile dell'università di Sassari, diretta dal professor Stefano Sotgiu, c/o Policlinico sassarese, viale Italia 11. Telelefono 079-2062350, e-mail stefano @uniss.it (l. s.)
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Salute (Pagina 34 - Edizione CA)
Ministero della salute
Laureati in scienze motorie e fisioterapisti: accordo sulle rispettive competenze
 
Accordo, finalmente raggiunto. Ministero della Salute, ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, Regioni e rappresentanze professionali dei fisioterapisti e dei laureati in scienze motorie hanno raggiunto un'intesa definitiva sugli ambiti di competenza delle due professioni al fine di promuovere programmi di attività motoria, finalizzata al mantenimento dello stato di salute, individuando modalità di lavoro integrato, ma non sovrapponibile.
L'accordo, si legge in una nota, è stato sottoscritto al tavolo tecnico di lavoro attivato a Roma presso il ministero della Salute. Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, si è dichiarato soddisfatto per il raggiungimento dell'intesa.
«Programmi di questo tipo devono essere sempre più presenti nei Piani sanitari regionali», ha detto il ministro, «perché abbiamo bisogno di intensificare la lotta alla sedentarietà e promuovere l'attività fisica attraverso lo sviluppo sul territorio di una rete di strutture per la somministrazione-erogazione dell'attività fisica presso realtà specificamente attrezzate come palestre e centri sportivi pubblici e privati».
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 14 - Edizione CA)
Esclusa dal Master, riammessa da Napolitano
Una studentessa cagliaritana aveva dimenticato di mettere una crocetta
 
Aveva dimenticato di mettere una crocetta sul modulo prestampato, proprio sulla casella in cui avrebbe dovuto indicare se lavorava o meno, quella relativa allo stato occupazionale. Aveva anche cercato in tutti i modi di rimediare, senza riuscirci. Così la sua domanda di finanziamento di un master fuori dalla Sardegna non era stata accettata.
È sfumato tre anni fa il sogno di Ilenya C., una giovane cagliaritana laureata in Scienze politiche nell'ateneo cittadino, esclusa dal programma Master and Back (bando del 2009) per aver dimenticato di spuntare un campo su uno dei documenti da presentare all'Agenzia regionale per il lavoro. Non era di certo l'unica esclusa, altri suoi colleghi infatti, a suo tempo, avevano fatto ricorso al Tar, ma la sua famiglia non poteva permettersi di rivolgersi ai giudici di Piazza del Carmine.
RICORSO A NAPOLITANO ACCOLTO Non si è persa d'animo, e assistita dall'avvocato Carlo Tack, ha optato per un'altra strada, meno onerosa ma molto più lunga: ha fatto ricorso straordinario al Capo dello Stato contro Regione e Agenzia regionale per il lavoro. Il suo ricorso presentato i primi di febbraio del 2010 è stato accolto appena una settimana fa. Ricevuto il parere positivo del Consiglio di Stato, è arrivata la decisione tramite decreto del Presidente della Repubblica.
LE MOTIVAZIONI La seconda sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Pietro Falcone, aveva dato ragione alla studentessa, evidenziando che «l'omissione è consistita nel non aver barrato una casella non riguardante i titoli necessari per usufruire del finanziamento chiesto, ma relativa solo ad un eventuale fatto ostativo alla partecipazione al programma, fatto peraltro non sussistente poiché la ricorrente non lavorava. Conseguentemente, l'Agenzia non avrebbe potuto escluderla per una mera irregolarità formale, priva di valenza sostanziale». Inoltre, sempre l'Agenzia regionale avrebbe dovuto anziché escluderla, favorire la sua partecipazione, ovvero «il responsabile del procedimento avrebbe dovuto attivarsi chiedendo il rilascio di più puntuali dichiarazioni». Ora il legale della ragazza si appresta a chiedere un risarcimento danni alla Regione. (v.n.)
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 15 - Edizione CA)
Università
Via al corso in collaborazione con l'Unicef
 
«Un impegno visibile per i bambini invisibili». Si rinnova la collaborazione tra Unicef e Università. Anche quest'anno la Facoltà di Scienze della formazione, a Sa Duchessa, ospiterà il "Corso multidisciplinare di educazione allo sviluppo", giunto alla sua diciannovesima edizione. Le iscrizioni sono aperte (250 i posti disponibili). Possono partecipare non solo universitari ma anche educatori e operatori sociali.
L'inaugurazione è fissata per il primo marzo e l'attività proseguirà fino a fine maggio. Durante il corso si parlerà della Convenzione Onu sull'infanzia, di diritti negati, di lotta alla discriminazione e di mortalità infantile. Tanti e illustri i relatori: docenti, giornalisti, medici, esperti di cooperazione internazionale, attivisti dell'Unicef. Prevista la presenza anche di importanti ospiti stranieri. Le adesioni devono arrivare entro il 27 febbraio al numero 070/2776034. In alternativa si può usare l'indirizzo e-mail comitato.cagliari@unicef.it. p.l.
 
L’UNIONE SARDA
8 – L’Unione Sarda
Nuoro e Provincia (Pagina 14 - Edizione NU)
Rivolta contro Sassari
«Nuoro è la sede naturale del master anticendio»
UNIVERSITÀ. Cresce la preoccupazione sul futuro dei corsi di laurea in città
 
Nessuno contesta legittimità o regolarità. Ma quel master universitario, per il titolo stesso che porta, ovvero “pianificazione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi in area mediterranea”, sarebbe stato naturale che fosse decollato a Nuoro, anziché a Sassari, visto che qui i corsi di laurea, peraltro gemmati dall'ateneo turritano, privilegiano il filone ambientale-forestale. Ne sono più che mai convinti il consigliere regionale Roberto Capelli che pone il caso nei giorni scorsi, il commissario del consorzio Caterina Loi, l'assessore comunale Paola Demuro e la delegata della Provincia per l'università Franca Carroni. Sullo sfondo c'è il timore dell'ennesimo scippo, come pure che si ripeta la sorte del corso di laurea in pubblica amministrazione, creato a Nuoro e portato via dalla sede-madre, l'università di Cagliari.
FACOLTÀ Il master sassarese fa capo al dipartimento di Scienze della natura e del territorio, facoltà di Scienze. I corsi di laurea nuoresi - la triennale in Scienze forestali e ambientali e la specialistica in Sistemi forestali, unici in Sardegna - sono gemmati dalla facoltà di Agraria. Distinzione fondamentale per capire le possibili dinamiche nell'ambito dello stesso ateneo. Non a caso dice Franca Carroni: «La logica è ancora una volta quella della campagna elettorale, di accontentare gli amici degli amici mentre noi battagliamo per difendere il radicamento dell'università in questo territorio. Anziché in termini di ateneo si ragiona in termini di cortile».
CONSORZIO «L'iniziativa è ottima», premette Caterina Loi con diplomazia. «Contestiamo la scelta della sede, che l'università di Sassari non abbia coinvolto Nuoro essendo questa la sede naturale dove ci sono i corsi di laurea che fanno capo al dipartimento di Agraria e la scuola forestale regionale». L'indice è puntato anche contro l'assessorato regionale al Lavoro. «Abbiamo proposto vari programmi di ampliamento alla Regione chiedendo finanziamenti che non ci sono stati concessi. Sassari è riuscita ad avere i fondi per il master, ma avrebbe dovuto realizzarlo a Nuoro che ha corsi unici in Sardegna in materia ambientale e forestale ed è sede di alta formazione».
IL COMUNE Paola Demuro è pronta a chiedere un'audizione alla conferenza dei capigruppo. Dice: «Vorrei definire con i consiglieri il percorso e parlare della vicenda in aula. Nuoro è la sede più idonea per un master sulle tematiche ambientali, forestali e dell'anticendio».
RISORSE PUBBLICHE «Abbiamo investito tante risorse e poi ci troviamo che un corso specifico che doveva essere in capo a ciò per cui abbiamo investito va altrove - sottolinea Capelli -. C'è una errata programmazione dell'assessorato al Lavoro e dell'università di Sassari. C'è una guerra tra baroni universitari. E poi una spesa pubblica non controllata: Sassari ha altre eccellenze, perché espropriare Nuoro della sua unica eccellenza?».
Marilena Orunesu
 
L’UNIONE SARDA
9 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 15 - Edizione NU)
Corsi di lingue all'Università
Lezioni di inglese, arabo, tedesco e spagnolo a Sa Terra Mala e Cartaloi
L'iniziativa dell'ateneo sassarese consente anche di ottenere la certificazione internazionale
 
Il Cla, Centro linguistico di ateneo dell'Università degli Studi di Sassari, ha pubblicato un bando per corsi gratuiti di lingue straniere, Inglese, Arabo, Tedesco e Spagnolo finalizzati al miglioramento del livello delle competenze linguistiche e al conseguimento delle certificazioni internazionali. I corsi finanziati con il Por Fse 2007-2013 Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione - Asse IV Capitale umano, si svolgeranno anche nelle sedi periferiche di Sa Terra Mala e Cartaloi di Nuoro dell'Università di Sassari. L'obiettivo è l'apprendimento, il miglioramento e l'ottimizzazione delle competenze linguistiche della popolazione, così da perfezionare le capacità di comunicazione, favorire la mobilità internazionale e nuovi sbocchi occupazionali. Ciascun corso della durata di cento ore, prevede un numero massimo di venti iscritti. Si stilerà però anche una graduatoria di altri venti idonei per ogni ciclo con i nominativi , una sorta di lista d'attesa utile per coprire i posti resisi eventualmente liberi a causa di rinunce o per mancata partecipazione alle prime due lezioni da parte dei primi beneficiari.
Per poter partecipare ai corsi che si terranno in città è prevista una conoscenza minima della lingua scelta da verificare tramite un esame. Per iscriversi si deve compilare il modulo all'indirizzo internet http://clapor.uniss.it. Possono partecipare i residenti in Sardegna compresi gli immigrati in possesso di regolare permesso di soggiorno e residenti in Sardegna, con un'età compresa tra i 18 e i 60 anni. A Nuoro, secondo il programma reso noto dall'Università, saranno attivati i corsi B1 (pre-intermedio) e B2 (intermedio) di Inglese; A2 (elementare) di Tedesco e Arabo, ed A2 (elementare) e B1 (pre-intermedio) di Spagnolo. ( f. le. )
 

LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Ed_Cagliari
LE BANCHE E I SILENZI DELLA POLITICA
di TITO BOERI e LUIGI GUISO
 
Le crisi bancarie e gli scandali finanziari sono eventi molto costosi – per le istituzioni che li vivono, per i risparmiatori che ne sono investiti, per le altre istituzioni finanziarie che talvolta ne vengono contagiate, per le imprese e i consumatori che fanno uso dei loro servizi. Ma le crisi bancarie e gli scandali finanziari hanno un pregio: portano alla luce ciò che non va nell'architettura del sistema del credito e costringono ad aprire gli occhi, anche quelli di chi gli occhi non voleva aprirli o, pur avendoli aperti, non sapeva vedere. Così è stato per la crisi finanziaria, così è per la vicenda Monte dei Paschi di Siena. La vicenda del Monte dei Paschi non è un problema di carenza di controlli da parte delle autorità di supervisione, malgrado il tentativo di parecchi di sostenere il contrario. La ricostruzione depositata martedì scorso in Parlamento dimostra che Banca d'Italia ha operato con tempismo, ha monitorato costantemente le attività e i conti del Monte Paschi intensificando i suoi interventi mano a mano che la situazione diveniva più tesa. Ad esempio, via Nazionale ha chiesto che la situazione di liquidità del banco fosse trasmessa giornalmente alla vigilanza, e successivamente, forse non fidandosi, ha imposto al direttore Vigni di firmare personalmente i report. L'autorità di supervisione si è spinta fino a dettare all'azionariato il cambio dell'intero consiglio di amministrazione e del direttore generale, utilizzando quindi tutti i poteri che la legislazione le assegnava e, per quanto riguarda la rimozione del CdA, la propria moral suasion. Il caso Monte Paschi è invece un caso di cattiva gestione le cui responsabilità vanno addossate al management. È del management e della proprietà che gli sta dietro la scelta di espandersi e acquisire Antonveneta, il vero turning point delle fortune dell'istituto senese. Ed è responsabilità del management e della proprietà la decisione di accettare di pagare il prezzo che ha pagato al Santander, così come è della dirigenza e di Mps la scelta di usare i due derivati per distribuire nel tempo perdite maturate e la loro modalità di rendicontazione. E la qualità del management e il suo comportamento riflette la struttura della proprietà, la governance delle banche. È questo il punto sui cui occorre riflettere. La miopia di Mps è figlia della struttura proprietaria del nostro sistema bancario, politicizzato per tramite delle fondazioni, come denunciamo da tempo e come rimarcato anche dal Fondo monetario nelle sue raccomandazioni al governo italiano (si veda lo Staff Report del 2001, (ignorate dal Governo Berlusconi e poi dallo stesso Governo tecnico. Come denunciava il Fondo monetario in documenti che generalmente sono molto cauti nei toni, "i politici locali che controllano le fondazioni, possono esercitare un'indebita interferenza nella governance delle banche e allontanare investitori potenziali da queste ultime". Il Fondo chiedeva anche che non fosse più il ministero del Tesoro a esercitare la supervisione sulle fondazioni. Purtroppo, la sua richiesta è rimasta lettera morta. Certo un vero regolatore avrebbe impedito alla Fondazione Monte dei Paschi di indebitarsi e bruciare il proprio patrimonio pur di partecipare all'aumento di capitale della banca conferitaria. Il fatto grave è che nessun partito affronta nel suo programma elettorale questo nodo cruciale. Nei programmi di Pdl, Pd, Movimento 5 Stelle, Lista Monti, il tema della struttura proprietaria, della governance del nostro sistema bancario non viene minimamente affrontato. Legittimo pensare che sia perché questi partiti hanno tutti poltrone nei board delle fondazioni e, da questa posizione, realizzano il loro sogno di "avere una banca" tutta per loro. Vogliamo sperare che la gravità del caso Mps induca a un serio ripensamento. Molti rappresentanti politici, a partire da Mario Monti, si sono precipitati in questi giorni a chiedere di separare le banche dalla politica, ma non hanno detto come raggiungere l'obiettivo e si sono astenuti dal nominare le fondazioni bancarie, che è il canale attraverso cui politica e banche si saldano. Nei fatti le premesse di una svolta ancora non si vedono. Tratto dal sito www.lavoce.info
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
Arbitrato
Lodo Tuvixeddu imminente mentre la Procura indaga
 
CAGLIARI La Regione dovrà pagare 77 milioni di euro a Nuova Iniziative Coimpresa per lo stop ai lavori di costruzione del complesso immobiliare sui colli di Tuvixeddu e Tuvumannu? La risposta del collegio arbitrale, cui si è rivolto il gruppo Cualbu potrebbe arrivare nelle prossime settimane. All’udienza finale di qualche giorno fa a Roma i giudici si sono riservati la decisione, che in ogni caso non sarà definitiva. I legali della Regione hanno difatti già ricorso alla sezione civile della Corte d’Appello di Roma contro il lodo parziale emesso dagli arbitri per affidare la consulenza sull’eventuale risarcimento all’advisory Deloitte srl, mentre i difensori di Renato Soru e Carlo Mannoni hanno ricorso agli stessi giudici d’appello contro l’esclusione dal giudizio dei due ex amministratori regionali. Se poi il lodo definitivo - la decisione del collegio arbitrale - dovesse risultare insoddisfacente per una o per entrambe le parti, partirebbe un ulteriore ricorso ai giudici togati. Pende infine sul giudizio arbitrale un’inchiesta della Procura cagliaritana aperta dopo un esposto nel quale venivano segnalate presunte anomalie nel voluminoso testo della consulenza Deloitte. Mentre i legali della Regione hanno chiesto agli arbitri che la consulenza sia dichiarata inammissibile perché è fuorviante, disseminata di errori, entra impropriamente nel merito delle questioni giuridiche e risponde a quesiti che nessuno aveva posto. Respinta ogni responsabilità della Regione, i legali ricordano come sia stata in ultimo l’ormai celebre decisione del Consiglio di Stato dell’aprile 2011 a confermare la validità del piano paesaggistico regionale e i vincoli imposti dall’amministrazione in base a quello strumento. Fanno riferimento alla sequenza di autorizzazioni negate nell’arco della controversia da parte delle sovrintentendenze e soprattutto ai nuovi ritrovamenti archeologici accertati ormai pacificamente - e citati dai giudici di palazzo Spada - che hanno modificato radicalmente la situazione di Tuvixeddu dopo l’accordo di programma del 2000 che dava il via libera a Coimpresa. L’ufficio legale della Regione attacca frontalmente il consulente Deloitte Advisory attribuendogli una sequenza di «svarioni» sottolineando come in mancanza di un atto illegittimo non può esserci risarcimento. E’ stato dopo l’avvio dell’inchiesta che gli arbitri Franco Bilé, Nicolò Lipari e Giovanni Olla hanno disposto il rinvio dell’udienza per le conclusioni a febbraio 2013 e una nuova serie di quesiti all’advisory. Le risposte sono arrivate ed è ora sulla base del lavoro svolto da Deloitte che il collegio si appresta a decidere. (m.l)
 
LA NUOVA SARDEGNA
12 – La Nuova Sardegna
Pagina 27 - Ed_Cagliari
UNIVERSITÀ»LO SCONTRO
Loi: «Master, basta prese in giro»
Esplode la polemica per «la surreale replica» di Sassari all’accusa di scippo sulla prevenzione incendi
di Giovanni Bua
 
NUORO La replica dell’università di Sassari? A esser buoni: «Fuori tema». A non esserlo: «Offensiva». Lo pensano in molti a Nuoro. A iniziare dal consigliere regionale Roberto Capelli che ha denunciato il caso del master in prevenzione degli incendi boschivi “scippato” alla sede gemmata nuorese (che già fa un corso di laurea di primo livello sullo stesso tema). Proseguendo con il commissario del consorzio universitario Caterina Loi. Entrambi rimandano al mittente le parole del dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio di Sassari. Che, rimarcando la regolarità del procedimento di assegnazione del master («Mai messa in discussione – attacca Loi – al limite ne sottolineavamo la poca opportunità») si lancia poi in una surreale distinzione tra compiti dell’Università e della scuola Forestale regionale di stanza a Nuoro. Sottolineando (e come altrimenti) che il corso poteva solo essere universitario. «Mai sostenuto che l’assegnazione del Master universitario “Pianificazione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi in area mediterranea” – attacca Capelli – sia stato irregolarmente assegnato al dipartimento di Scienze della natura e del territorio di Sassari, e tanto meno che lo stesso dovesse essere assegnato alla Scuola forestale che, come presumo sia noto, ha ben altri compiti e funzioni. Da una, neanche troppo attenta lettura, della mia denuncia (non interrogazione) si può facilmente comprendere quanto sia stato inopportuno deviare tale corso dal dipartimento di Scienze ambientali del Consorzio universitario nuorese, sede naturale di tali temi sulla quale sono stati concentrati gli sforzi (non ultimo l’istituzione della Scuola forestale regionale) per specializzare e qualificare il corso di studi fiore all’occhiello dell’intero territorio. Trovo singolare che Sandro Dettori (il direttore del dipartimento ndr) non colga tale significato. Non essendo il sottoscritto “pateticamente disinformato”, rimarco, per l’ennesima volta, lo strabismo regionale, nel caso specifico dell’assessorato al Lavoro, in fase di programmazione al quale si aggiunge l’interesse di alcuni rivolto più all’arricchimento del personale curriculum che ad una seria e produttiva formazione rispettosa della logica, e degli investimenti pubblici. L’illustrissimo professore capirà che la mia documentata denuncia va ben oltre il caso in questione che è solo un anello di una lunghissima catena si scippi e disattenzioni ai quali anche lui dovrebbe prestare più attenzione». «Non solo non ritenevano il corso illegittimo – affonda Caterina Loi – ma ci piaceva talmente tanto che lo volevamo per noi. Anche perché, in pratica, vi accederanno nostri laureati. Ci dispiace che la Regione, che non onora i pagamenti e boccia a priori qualsiasi nostra proposta di progetti di alta formazione e ricerca, trovi invece le risorse per finanziare questo master. E non possiamo nemmeno compiacerci del fatto che l’università di Sassari, ricevuto il via libera per il master, lo faccia a Sassari invece che nella sue sede naturale: Nuoro. Anche perché speriamo che il piano di sviluppo dell’università in Sardegna, che parte dalla valorizzazione dei suoi poli universitari esistenti, tra cui il nostro, non possa essere messo in discussione, e in pericolo, per qualche frizione tra dipartimenti. Non da oggi ma da anni ci candidiamo a ospitare progetti come questo master. Purtroppo senza che alla Regione, o all’università di Sassari, questo sembri interessare».

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