Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
02 February 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Primo Piano (Pagina 3 - Edizione CA)
Incontri
Il Pd discute di Università, ricerca e Zona Franca
 
La campagna elettorale del Pd per le Politiche entra nel vivo. Oggi la giornata inizia a Settimo , dove alle 10 è prevista la passeggiata democratica con Romina Mura e Thomas Castangia. Alla stessa ora, ma a Sassari, nella sede dei democratici in Piazza d'Italia, ci si confronterà sulle “Zone franche Urbane”. Intervengono Silvio Lai, Francesco Sanna e il sindaco Gianfranco Ganau. Partecipano i candidati territoriali del Pd alla Camera e al Senato. Sempre a Sassari alle 11, nella sala della Polizia municipale in via Carlo Felice, incontro su Università e ricerca con Maria Chiara Carrozza, Marco Meloni e Silvio Lai. Saranno presenti i candidati territoriali alla Camera e al Senato Giovanna Sanna, Gavino Manca, Guido Melis, Alba Canu, Salvatore Rubino. Appuntamenti anche a Cagliari dove, all'Hotel Caesar's in via Darwin, si tiene alle 17 il convegno su Università e Ricerca. Intervengono Maria Chiara Carrozza, Marco Meloni, Silvio Lai e i candidati al Parlamento Romina Mura, Ignazio Angioni, Paolo Fadda, Thomas Castangia, Maria Grazia Dessì. Nel circolo Berlinguer in via Leopardi 3 alle 17,30 del capoluogo regionale è convocata un'assemblea pubblica. Alla stessa ora a Monserrato, in via del Redentore 164, inaugurazione della sede elettorale del partito con Romina Mura e Maria Grazia Dessì. Alle 18 a Ghilarza in casa Badalotti incontro con il deputato uscente Caterina Pes.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
PA, tanta (inutile) spesa
Nell'Isola la pubblica amministrazione costa 30 miliardi all'anno
ma le risorse non sostengono gli investimenti in infrastrutture
 
Ogni sardo produce mediamente 19.700 euro di prodotto interno lordo. Il 63% di questo importo (12.400 euro) serve a coprire le spese della Pubblica amministrazione, in senso stretto. Se si considera la spesa dell'intero Settore pubblico allargato (Spa) si arriva all'85% del Pil pro-capite (16.800 euro a testa). I nostri connazionali fuori dalla Sardegna devono fronteggiare una spesa pro-capite per la Pubblica amministrazione equivalente alla nostra, dato che contribuiscono anch'essi per 12.400 euro. L'importo della spesa dell'intero settore pubblico allargato a carico dei singoli cittadini italiani è invece inferiore di mille euro (15.700 euro). Tra le due aree confrontate vi è un'altra importante differenza: il valore del Pil pro-capite. Quest'ultimo in Italia è mediamente più elevato di quello sardo di 6 mila euro.
TROPPE SPESE Ne deriva che l'incidenza media della spesa pubblica allargata a livello nazionale si ferma al 61% del Pil pro-capite, vale a dire 24 punti percentuali in meno rispetto alla Sardegna. La spesa complessiva del settore pubblico allargato ammonta nell'Isola a 30 miliardi di euro, di questi: 26,6 miliardi sono destinati a spesa corrente (l'89%), i restanti 3,4 miliardi agli investimenti (l'11%). Anche a livello nazionale si rileva lo stesso sbilanciamento verso le partite correnti. Tuttavia nell'Isola le infrastrutture pubbliche sono fortemente in ritardo rispetto alla media nazionale. Per cui, per superare il divario infrastrutturale che peraltro deprime la crescita del prodotto interno lordo regionale, sarebbe opportuno spostare parte delle spese correnti verso gli investimenti.
GLI OCCUPATI Un altro dato rilevante riguarda gli occupati pubblici: in Sardegna sono 146 mila (contando Amministrazione pubblica e difesa, assicurazione sociale obbligatoria, istruzione, sanità e assistenza sociale), ossia uno ogni quattro occupati. Nel resto d'Italia sono invece uno ogni sei. Come terzo elemento di analisi si ricorda che il valore aggiunto della sola PA in Sardegna è pari al 26,4% dell'intero sistema economico, mentre nel resto d'Italia si ferma ben al di sotto: 17,4%.
LO SBILANCIAMENTO Queste variabili mettono in evidenza quanto in Sardegna la pubblica amministrazione sia predominante rispetto agli altri settori. Seppure in misura più limitata questo vale anche a livello nazionale. Nonostante la dimensione in entrambe le aree sono limitati i ritorni, in termini di efficienza, dei servizi erogati. Una recente analisi condotta dal Centro studi di Confindustria sostiene che le semplificazioni della PA, a regime, determineranno un risparmio per le piccole e medie imprese manifatturiere pari al 28% dei costi attuali: 4 mila euro all'anno; per le imprese del terziario (più numerose in Sardegna) il risparmio arriverebbe a quasi 7 mila euro (il 30%).
PIÙ EFFICIENZA Non vi è perciò alcun dubbio sugli effetti di un miglioramento del settore pubblico, non solo a livello micro, si pensi ai costi della burocrazia a carico delle piccole imprese, ma anche a livello macro, come dimostra uno studio della Commissione europea, che ha calcolato che la burocrazia in Italia ha un impatto reale sulla crescita economica, con un costo di 73 miliardi di euro, pari al 4,6 del Pil. Rendere più efficiente il settore pubblico significherebbe quindi ridurre il debito senza gravare ancora una volta sui cittadini attraverso il sistema della tassazione, ma anche offrire un maggiore efficientamento del sistema delle imprese.
Il problema, che oramai ci trasciniamo da lungo tempo, è che le riforme bisogna farle e non solo enunciarle. A causa della frammentarietà delle procedure e l'incertezza nell'interpretazione, le riforme restano imbrigliate tra resistenza e incrostazioni burocratiche, generando solo aumento di costi. Occorre perciò implementare le semplificazioni e diffondere le conoscenze, in particolare quelle legate all'informatica.
Francesco Manca
Lucia Schirru
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Privatizzare i servizi pubblici
La proposta per snellire la burocrazia
 
Il principale aspetto che emerge dall'analisi del Centro Studi è che la pubblica amministrazione, per consistente che sia il suo intervento, incontra limiti notevoli nel processo di creazione di ricchezza a vantaggio dei cittadini, né è in grado di innescare gli automatismi che possano generare lo sviluppo economico, soprattutto in un mondo globalizzato, caratterizzato dalla competizione e dall'economia di mercato. Da questo punto di vista, la Sardegna costituisce un caso emblematico, che non necessita di ulteriori commenti.
Un secondo aspetto concerne l'inefficienza della pubblica amministrazione, ovvero il fatto che i suoi costi possano risultare eccessivi rispetto al valore dei servizi resi ai cittadini. Non è tanto il caso dei fenomeni di corruzione e di negligenza, che pure esistono (e l'Italia - ahinoi - ne è tutt'altro che esente), quanto piuttosto l'estrema difficoltà della nostra PA di modernizzarsi, adeguandosi alle nuove esigenze che il mercato impone e che la società manifesta.
BUROCRAZIA Alla base di queste difficoltà riveste un ruolo essenziale l'evoluzione funzionale subita nel tempo dall'amministrazione pubblica. Limitandoci all'epoca moderna, si è passati da una concezione nella quale essa si sovrapponeva e quasi si confondeva con la gestione del patrimonio del sovrano, curandone gli interessi, ad una versione più democratica, in cui essa assume il ruolo di braccio operativo del governo, nell'interesse dei cittadini. Questa trasformazione ha fatto sì che la PA acquisisse una posizione di potere (burocrazia), in grado di condizionare la politica, da cui invece dovrebbe dipendere. L'approdo dell'economia fra le discipline scientifiche, col riconoscimento del ruolo centrale del libero scambio, ha comportato la precisazione dei compiti della PA, da ricondurre alla gestione dei beni e dei relativi servizi non suscettibili di essere prodotti e scambiati attraverso il mercato (beni pubblici). Nei decenni centrali del secolo scorso, tuttavia, gli obiettivi di welfare hanno portato ad un notevole aumento delle attività del settore pubblico (più che mai nelle così dette economie miste), aggiungendo alla funzione di erogazione dei servizi per loro natura pubblici, anche quella di produzione e di distribuzione di beni su cui il mercato avrebbe avuto competenza, talvolta riservandosene l'esclusiva (nazionalizzazioni), nonché quella di regolamentazione e indirizzo dell'intero sistema economico (programmazione). L'esperienza è stata fallimentare: i risultati hanno evidenziato l'inefficienza con cui invariabilmente queste funzioni aggiuntive venivano realizzate dal pubblico; per cui dappertutto si è dovuto procedere all'avvio di drastici processi di privatizzazione delle attività che il mercato sarebbe stato in grado di gestire in maniera più efficiente.
RIFORME A parte i ritardi e le titubanze con cui le privatizzazioni sono state realizzate in Italia, è comunque generalizzata la consapevolezza che sia improcrastinabile una riforma in senso liberale della nostra PA, se non altro per meglio attrezzarci a fronteggiare la globalizzazione. Il raggiungimento di questo obiettivo contrasta però con interessi di parte (burocratici, innanzitutto) e con incrostazioni culturali varie (prima fra tutte, un eccesso di giuridicismo, di cui peraltro andiamo fieri). Il problema è ovviamente assai più complesso, non solo procedurale, e coinvolge modifiche strutturali (si pensi al ruolo dell'informatica, che timidamente si sta cercando di introdurre), aspetti occupazionali (che sono quelli più duri da digerire) e soprattutto un radicale mutamento di mentalità del personale: un compito certamente impegnativo e che richiederà non poco tempo per la sua realizzazione; ma se mai lo si affronta con decisione, mai potrà essere portato a termine
Vittorio Dettori
Comitato scientifico
Centro studi L'Unione Sarda
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Economia (Pagina 13 - Edizione CA)
Poca produttività e scarsa efficienza
Ecco la soluzione: le Unioni di comuni
 
Uno dei problemi della pubblica amministrazione (PA) italiana è rappresentato dagli inadeguati livelli di efficienza e di produttività, tra i più bassi al mondo, almeno tra i paesi avanzati. Questo significa che esiste un forte divario tra costi sostenuti e ciò che la PA restituisce a cittadini e imprese in termini di benefici. Recenti studi individuano in una PA efficiente uno degli elementi su cui investire per favorire lo sviluppo.
Se da un lato gli enti pubblici sono, dunque, oggi uno dei principali ostacoli per la nostra economia, dall'altro essi possono essere un elemento fondamentale per la qualità della vita, poiché forniscono (o dovrebbero farlo) i beni e i servizi necessari per rendere più semplice e proficua la nostra esistenza. Al di là degli aspetti legati all'uso illecito delle risorse pubbliche, purtroppo, molto frequente, uno dei principali problemi è rappresentato dal controllo del loro utilizzo. Detto in altre parole, il cittadino dovrebbe poter valutare se al sacrificio che gli è richiesto (il pagamento delle imposte e di tutti gli altri tributi) corrispondono beni e servizi di valore almeno equivalente.
I COMUNI Uno degli aspetti che qui è considerato riguarda il livello di efficienza dei comuni che rappresentano il livello istituzionale più vicino al cittadino e che, in virtù del principio di sussidiarietà, sono chiamati a intervenire per primi nel soddisfacimento dei bisogni. La Sardegna, con i suoi 377 comuni, si caratterizza per una forte frammentazione amministrativa. Le ridotte dimensioni della maggior parte dei comuni sardi (oltre l'80% ha meno di 5.000 abitanti, circa il 30% ha meno di 1.000 abitanti) e la progressiva e inesorabile riduzione delle risorse a disposizione, insieme all'aumento delle funzioni assegnate, rende la situazione dei comuni difficilmente sostenibile dal punto di vista finanziario. Ciò comporterà e ha già comportato una riduzione della quantità e della qualità dei servizi erogati. Se da un lato è giusto richiedere che maggiori risorse siano assegnate ai comuni, dall'altro lato è indispensabile che tali risorse siano utilizzate in modo più efficiente. Oltre a indispensabili interventi sui processi interni di ciascun comune, una strada da perseguire, ancora poco battuta, è l'associazionismo e in particolare le Unioni di comuni, veri e propri enti locali previsti dal nostro ordinamento giuridico, con l'obiettivo dell'esercizio associato di funzioni e servizi. Numerosi studi dimostrano come l'erogazione associata favorisca l'incremento di efficienza. In Sardegna esistono 35 Unioni di comuni che riuniscono circa 270 enti e coinvolgono 600 mila abitanti. Questi dati, in teoria, mostrerebbero il grande interesse verso le Unioni.
LE DIFFICOLTÀ La realtà, tuttavia, è che le Unioni stentano a decollare, con un volume di servizi erogati ancora insufficiente. Ciò dipende da vari fattori. Innanzitutto, vi è un'atavica avversione a livello locale a rinunciare a parte della propria sovranità, sia dal punto di vista sociale che politico. Inoltre, l'erogazione in forma associata richiede una razionalizzazione organizzativa, ad esempio, con un unico ufficio a presidio di un determinato servizio, invece che uno per comune. Questo significa assegnare un solo incarico di tipo dirigenziale (nei comuni più piccoli si parla di “posizioni organizzative”) e ridurne la proliferazione. Questi fattori possono contribuire a spiegare il motivo per il quale l'associazionismo in Sardegna (ma anche nel resto d'Italia) non si sia ancora sviluppato a sufficienza. Se si riuscirà a superare tali ostacoli, l'erogazione in forma associata dei servizi potrà rappresentare, anche a prescindere dai recenti obblighi normativi, un importante strumento per migliorare i livelli di efficienza e di efficacia dei nostri comuni utilizzando al meglio le scarse risorse.
Alessandro Spano
Docente di Economia
delle aziende e amministrazioni pubbliche Università di Cagliari
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
ERSU. Ieri il sit-in di Unica 2.0
Qui le borse di studio più basse d'Italia, protesta dei fuorisede
 
«Le borse di studio erogate dall'Ersu ai fuorisede dell'ateneo cittadino sono le più basse d'Italia. Si parla, in media, di 3.500 euro contro 4.900». A denunciare la disparità di trattamento è l'associazione studentesca "Unica 2.0" che ieri ha promosso un sit-in davanti alla sede dell'Ersu, in Corso Vittorio Emanuele II, mentre all'interno era in corso la riunione del Consiglio d'amministrazione.
Sono 17 i ricorsi al Tar (10 chiedono l'annullamento, 7 il risarcimento) già presentati. In attesa che i giudici amministrativi si esprimano, l'Ersu ha inviato ai borsisti una raccomandata nella quale si ipotizza l'obbligo di restituzione degli importi erogati, qualora le graduatorie dovessero essere invalidate dal Tribunale. Comunicazione che ha scatenato una dura reazione. Con lo slogan «rispediamo le raccomandate al mittente», un centinaio di studenti hanno manifestato con cartelli di dissenso. «L'Ersu deve chiedere i soldi alla Regione, non agli studenti», sostiene Marco Meloni di Unica 2.0, «non può scaricare sui beneficiari delle borse il dovere di sostenere il diritto allo studio. Solo a Cagliari ci sono 5 mila borsisti e il 42% rischia di restare a bocca asciutta perché i fondi sono stati tagliati da 8 a 5 milioni di euro. Con le proteste siamo riusciti a ottenere un nuovo stanziamento di 2 milioni (7 in totale) ma non sono ancora disponibili».
L'associazione ha invitato i borsisti a riconsegnare in maniera simbolica le raccomandate all'Ente. «La borsa di studio è un diritto», afferma Sabrina Saba, 22 anni, iscritta in Scienze dell'educazione, «la raccomandata dell'Ersu ci ha lasciato di stucco». Perplessa Maristella Carta (Scienze politiche) che si è rivolta al Tar. «Nel resto d'Italia le borse sono più alte. Mille euro fanno la differenza perché le spese sono tante, dall'affitto ai libri». La prossima udienza il 6 febbraio. «Speriamo bene». Dall'Ersu solidarietà agli studenti. «L'Ente condivide le preoccupazioni», recita una nota. Dopo aver delineato il quadro delle risorse di cui l'Ersu dispone, in rapporto alle richieste, e quello normativo cui deve rispondere, il Cda «ha espresso preoccupazione per la situazione finanziaria, condividendo l'esigenza, rappresentata dagli studenti, di una maggior dotazione di risorse per far fronte ai bisogni di mantenimento agli studi dei fuori sede».
Paolo Loche
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 17 - Edizione NU)
UNIVERSITÀ. Nuovo scippo
Corso a Sassari, lavoratori senza stipendio
 
Il consigliere regionale Roberto Capelli denuncia il nuovo scippo: il dipartimento di scienze della natura e del territorio dell'Università di Sassari sta portando avanti un master di II livello sulla lotta agli incendi boschivi, frequentato in gran parte da funzionari e agenti del Corpo forestale. Il corso destinato a Nuoro è finito a Sassari dopo l'inaugurazione ufficiale di novembre nella sede di Sa Terra Mala. Sulla vicenda intervengono Caterina Loi, commissario del consorzio universitario nuorese, l'assessore comunale Paola Demuro che porterà il caso in Consiglio, e Franca Carroni, delegata per la Provincia.
CONTRO LA REGIONE «Il master è finanziato dalla Regione, la stessa è stata sorda alle istanze presentate dall'Università nuorese relative alla crescita dell'offerta didattica e formativa, anche sul settore ambientale e forestale - sostengono -. Nuoro ospita da circa vent'anni due corsi di laurea unici in Sardegna (triennale in Scienze ambientali e forestali, e magistrale in sistemi forestali), gemmati dall'Università di Sassari. È quantomeno singolare che un master così specifico non si svolga nella sede nuorese, competente sulla prevenzione degli incendi dove la materia viene trattata da anni in via esclusiva. Anche recentemente diverse sono state le iniziative che hanno evidenziato come Nuoro stia diventando un centro di riferimento regionale per il settore forestale e ambientale», sottolineano. E poi: «Ancora una volta, sembra che la nostra lontananza da Cagliari e da Sassari, ci penalizzi in termini culturali, economici e sociali, soprattutto nelle nostre relazioni con la Regione che elargisce a piene mani risorse, escludendo questo territorio che faticosamente tenta un riscatto».
SENZA STIPENDIO La Regione non ha trasferito al Consorzio oltre 700 mila euro del 2011 e neanche l'anticipazione per il 2012. «Sono gravissime le ripercussioni di tali omissioni - dicono Loi, Demuro e Carroni -: i lavoratori del Consorzio non sono retribuiti da agosto e le onerose anticipazioni bancarie sono esaurite».
 
L’UNIONE SARDA
7 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 29 - Edizione NU)
È nato l'Osservatorio del welfare
L'assessore Sanna: «Strumento necessario per la studio e la pianificazione»
SASSARI. Con i dati rilevati sulla popolazione provinciale da Comuni, Asl, associazioni e Università
 
Popolazione che invecchia, stranieri che raddoppiano, esigenze sanitarie e assistenziali che cambiano, fondi che diminuiscono. Diventa vitale conoscere alla perfezione i bisogni dei 337 mila abitanti della provincia di Sassari e le risorse disponibili dei Comuni, dell'Asl n°1, delle associazioni e dell'Università. L'assessore provinciale alle Politiche Sociali, Daniele Sanna, ha presentato ieri mattina l'Osservatorio del welfare e delle politiche sociali. «È uno strumento per conoscere a fondo la realtà del territorio e consentire una programmazione mirata che utilizzi al meglio le risorse economiche e i servizi».
L'adesione dei Comuni è stata totale o quasi: 62 su 66 hanno inviato degli operatori per seguire al Centro ecologico di Serra Secca il corso curato dalla società Policy. Nel sito della Provincia dedicato all'Osservatorio, ogni Comune può consultare i dati già raccolti con gli studi per i profili d'ambito dei quattro Plus (Piani locali unitari dei servizi) divisi in distretti: Alghero-Bonorva, Osilo, Ozieri e Sassari. Sono dati sugli aspetti demografici, economici, sanitari e sull'istruzione. Salta agli occhi come dal 2005 al 2011 la popolazione residente nella provincia sassarese sia cresciuta da 333.576 unità a 337.237 solo grazie agli stranieri, passati da 3.463 a 6.549. E qui vanno fatti dei distinguo, come spiega Stefano Sotgiu, responsabile Policy: «Nei paesi con sempre più anziani sono arrivate le badanti, che però non portano a un incremento della popolazione, a differenza dei centri maggiori come Sassari e Alghero, dove arrivano intere famiglie».
I Comuni dovranno inserire tutti i dati aggiornati che li riguardano, persino la ripartizione della spesa per gli interventi. Fondamentale la conoscenza delle associazioni realmente funzionanti e la stretta collaborazione con la Asl e l'Università. Esempio: inutile da un paese andare al Pronto Soccorso di Sassari per un codice bianco, se magari a pochi chilometri c'è un'associazione che fornisce il servizio adeguato. E ancora, conoscere il numero di disabili e immigrati, i casi di dipendenze, emarginazione e salute mentale, consente di programmare meglio gli interventi. Per il momento i dati sono accessibili solo a Provincia e Comuni, ma la seconda fase prevede la loro disponibilità su Internet. Per tutti, associazioni e cittadini.
Giampiero Marras
 

LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
FINANZIAMENTI»IN ARRIVO 11 MILIONI DI EURO
Lungomare e vie d’acqua Sant’Elia rinasce da qui
Il sindaco Massimo Zedda ieri ha presentato i progetti finanziati dal Piano città e i partner che hanno partecipato alla stesura del programma scelto a Roma
di Alessandra Sallemi
 
CAGLIARI Il programma per Sant’Elia è piaciuto nella cabina di regia che doveva selezionare i progetti per il Piano nazionale delle città ed è stato scelto fra 457 proposte di intervento giunte da tutta Italia assieme ad altre 27. Il Comune affiancato da autorità portuale, Ance (costruttori edili di Confindustria), Confcooperative, Legacoop, Agci, università di Cagliari ha proposto un progetto completo per la totale rinascita del quartiere che costerebbe 111 milioni di euro, la cabina di regia ha scelto di finanziare con 11 milioni di euro il dragaggio definitivo del canale di Terramaini e la ristrutturazione del padiglione Nervi. Si tratta di due progetti dove si possono aprire i cantieri rapidamente e che mettono in moto le attività mille volte suggerite per il lungomare. A tutto il resto il gruppo di lavoro non vuole rinunciare, ieri il sindaco Massimo Zedda ha spiegato che non è stata casuale la scelta di presentarsi a Roma con un programma ambizioso, fotografia fedele delle richieste del bando ministeriale: forse il governo ripartirà le risorse stanziate dall’Unione europea finora non spese per varie difficoltà e quindi gli altri punti di pregio del programma per Sant’Elia hanno serie possibilità di non restare sulla carta. Maurizio De Pascale presidente dell’Ance ha espresso compiacimento per il respiro acquistato dal Piano città che è un’idea elaborata dal centro studi di Roma dell’Ance e ha stimato in 10 mila posti di lavoro le possibilità di occupazione se l’intero programma di Sant’Elia venisse realizzato. «Il settore edilizio, per occupazione pesa al 48 per cento degli occupati industriali dell’isola – diceva De Pasquale – la crisi che ha colpito l’edilizia in questi ultimi 3, 4 anni equivale alla chiusura di trenta imprese come l’Alcoa». Nel programma ci sono anche l’estensione della metropolitana di superficie, lo stadio, il porticciolo, l’assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras ha chiarito che i progetti fanno parte del programma del Comune, il Piano città arriva in aiuto, la scelta di finire i lavori nelle vie d’acqua «serve per mettere un tassello importante per lo sviluppo della città», il gruppo di lavoro vorrebbe inserire Area (ex Iacp) nel programma perché l’ente dispone di 40 milioni di euro per la riqualificazione di Sant’Elia e, quelli sulle case del Borgo vecchio, sono tra gli interventi più attesi. I progetti finanziati dal Piano città si saldano con le opere già avviate dall’autorità portuale. Il presidente Piergiorgio Massidda ha annunciato che poche settimane fa è stata appaltata la pista ciclabile e che si farà il ponte indispensabile per congiungere il “lungomare del Comune” col “lungomare dell’autorità portuale”. Sul padiglione Nervi ha premiato la decisione di Massidda «appena insediato» di mettere in sicurezza il pregevole capannone. La destinazione del Nervi non è ancora decisa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 20 - Ed_Cagliari
MANIFESTAZIONE
Borse di studio: studenti ed Ersu chiedono risorse
 
CAGLIARI Borse di studio per costruirsi un futuro. Ma anche per quelle è battaglia. Una questione di soldi. O di "dinai", come recitava lo striscione esposto ieri dagli studenti davanti alle sedi dell'Ersu. Ma soprattutto una sfida a colpi di lettere. Pomo della discordia proprio le borse di studio per gli universitari: con il ricorso del Tar presentato dagli studenti c'è il rischio, in caso di accoglimento, che si faccia una graduatoria bis. E che alcuni degli attuali beneficiari, se tagliati dalla nuova classifica, debbano restituire quanto già percepito. Questo é in sintesi ciò che é stato ricordato nelle settimane scorse con una raccomandata dell'Ente per il diritto allo studio. Comunicazione però rispedita al mittente con una simbolica riconsegna nel corso della manifestazione di ieri nel Corso. Gli studenti, al momento di rimandare indietro la comunicazione, hanno consegnato un altro messaggio. Che inizia proprio con il più classico dei "caro Ersu". Molto chiaro: «Non restituiremo nessuna borsa, quei soldi ci servono per vivere. Abbiamo partecipato e vinto un bando per una borsa di studio su cui abbiamo pianificato il nostro immediato futuro, su cui abbiamo investito un anno di studi, anticipando il versamento di caparre é mensilità d'affitto, pagando bollette, comprando i testi universitari. Spendendo insomma i nostri soldi per tutto ciò che voi-evidentemente- non potete o non volete capire. Il patto va rispettato. Abbiamo creduto in un altro anno di studio e non vogliamo smettere di crederci». Ma non è una vera e propria guerra. Perché dallo stesso Cda dell'Ersu é arrivata nell'incontro con gli studenti una pacca sulle spalle. «Dopo aver delineato loro il quadro informativo delle risorse- spiega in una nota il Consiglio di amministrazione- di cui l'Ente regionale dispone, in rapporto alle richieste a cui dovrebbe far fronte, e quello normativo cui deve rispondere, il Cda ha espresso la sue preoccupazioni per la situazione finanziaria dell'Ente e ha condiviso l'esigenza, rappresentata dagli studenti, di una maggior dotazione di risorse per i bisogni di mantenimento degli studenti dell'Ateneo, con particolare attenzione ai fuori sede".
Stefano Ambu
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 25 - Ed_Cagliari
PROVINCIA
Un concorso di idee per lo sviluppo del territorio
 
CARBONIA Parte da un concorso di idee per lo sviluppo sostenibile del territorio il percorso del bando internazionale per la ricerca di soluzioni alla crisi del Sulcis. Un documento inserito nel protocollo d’intesa di novembre sul Piano Sulcis e firmato dai ministeri dello Sviluppo Economico e della Coesione Territoriale, da Regione, Provincia e comuni. L’iter consiste in una informazione preliminare per annunciare l’imminente pubblicazione di un avviso dettagliato che sfocerà nel bando di partecipazione. Con il primo avviso si sta cercando di creare interesse intorno all’idea Sulcis per individuare i suggerimenti più utili per la predisposizione del bando. Ad occuparsi del bando è Invitalia, agenzia nazionale che cura la ricerca di investimenti e di sviluppo delle imprese. «Il concorso dovrà stimolare nei mercati locale, nazionale e internazionale, delle idee per valorizzare il Sulcis Iglesiente – spiega il presidente della Provincia Tore Cherchi – Idee per lo sviluppo, utili alla costruzione del progetto strategico per il Sulcis, a cui sono già state assegnate risorse finanziarie nazionali e regionali. Obiettivo? Creare crescita e sviluppo, offrendo nuove prospettive al territorio». Ma suggerimenti e idee dovranno armonizzarsi con le iniziative ed i progetti delle comunità locali. «Tutto dovrà essere orientato a recuperare, valorizzare ed integrare le potenzialità, le abilità e le tradizioni del territorio, in una visione strategica di sviluppo sostenibile – aggiunge Cherchi – le amministrazioni intendono avviare un confronto aperto per innovare, valorizzare, integrare, specializzare, attrarre e recuperare il territorio, attraverso la partecipazione di cittadini, professionisti, studiosi, portatori di interessi singoli e in associazione». Sul sito http://www.99ideas.it sono già stati pubblicati dati e informazioni sul Sulcis, adesso i suggerimenti e le idee per contribuire alla stesura del bando.(e.ca.)

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