Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
01 February 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

 
L’UNIONE SARDA
1 - L’Unione Sarda / Cronaca Italiana (Pagina 9 - Edizione CA)
ROMA
Giovani in fuga dagli atenei italiani. È questa l'impietosa fotografia del mondo accademico nostrano, secondo uno studio del Consiglio universitario nazionale presentato a governo e Parlamento. Dal 2003, gli immatricolati sono calati di 58mila unità (come se in un decennio fosse scomparso un ateneo come la Statale di Milano). A quanto sembra, la laurea interessa sempre meno, tanto che in 6 anni sono stati eliminati 1.195 corsi.
 
 
L’UNIONE SARDA
2 - L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 23 - Edizione CA)
PERSONE. Specializzando in Pediatria, 32 anni, racconta la sua esperienza con Msf
IN AIUTO DEI BIMBI DIMENTICATI
Marco Olla, medico cagliaritano nell'Africa più povera
 
È tornato il mese scorso da Kabo, cittadina a Nord della Repubblica Centrafricana, quasi al confine col Ciad. Nel cuore del continente nero, uno staterello in perenne guerra civile, uno dei più poveri al mondo, dimenticato da tutti. Ma ha già la valigia pronta, destinazione un altro luogo di sofferenza. Sarebbe il quarto viaggio, dopo quello a Luanda in Angola e a Khartoum in Sudan. Niente vacanza né studio, Marco Olla è un giovane medico cagliaritano (32 anni) specializzando in Pediatria, che ha scelto di vivere la professione aiutando i più deboli. È uno dei tanti volontari di Medici senza frontiere, in prima linea dove fare il medico è più che una missione. Perché? «Rispondere non è facile, diciamo che la risposta è in continua evoluzione».
ANGOLA E SUDAN Ha iniziato nel 2006 con un progetto guidato dall'università di Cagliari, scuola di specializzazione in Pediatria, che aiuta un ospedale a Luanda. Sei mesi per fare esperienza, confrontarsi con una realtà difficile e precaria. «Lavoravo al Divina Provvidenza, un ospedale pubblico alla periferia della città, metà gestito dal governo, metà dai missionari. Ero destinato al centro malnutrizione». Che significa toccare con mano il dramma dell'infanzia tradita e rubata. «Quello che ti colpisce di più alla fine, non è la malattia in sé ma le storie dei bambini e dei loro genitori». Il primo piccolo paziente che ha visitato gli è rimasto impresso. «Aveva due anni, la madre era morta, il padre l'aveva abbandonato. Era solo al mondo. Non parlava, non voleva comunicare, negli occhi un perenne velo di tristezza. Si isolava da tutto e da tutti, come se avesse già perso la partita con la vita che aveva appena iniziato». Ma non è stato questo impatto scioccante a dargli la forza, anche perché alla fine le storie di quei bambini erano e sono tutte simili. Spiega Marco Olla. «Tornato a Cagliari ho iniziato a pensare, in Angola le giornate trascorrevano velocemente, sempre concentrato sul lavoro, attento alla malattia e poco al contesto. E allora ho capito cosa mi interessava: riflettere sul fatto che la povertà nasce dalla diseguaglianza».
EMERGENCY Così, neppure nove mesi dopo, Olla riparte, stavolta appoggiandosi a Emergency. Gli offrono un posto a Khartoum nel campo profughi di Mayo. La scheda dice che in Sudan l'aspettativa di vita è di 55 anni, la mortalità infantile sotto i 5 anni è al 107 per mille, il 50% della popolazione non ha accesso ai farmaci essenziali ed esistono 16 medici ogni 100.000 abitanti. «Stavo in una piccola clinica pediatrica, lavoro duro ogni giorno. Un luogo di frontiera, dietro ogni malattia vedi i problemi della società. Violenze, stupri, discriminazioni, povertà, la difficoltà di far crescere i bambini con un minimo di dignità». Emergency garantisce l'assistenza gratuita a tutti gli abitanti del campo profughi, circa 500 mila, metà dei quali bambini. «Ne visitavo 50-60 al giorno, collaboravo con due medici locali, avevo compiti di assistenza e formazione medica».
MEDICI SENZA FRONTIERE Terminati i sei mesi, Olla è di nuovo a Cagliari. Con l'idea di ripartire e ripetere l'esperienza ma con altri presupposti. «Mi rivolgo a Medici senza frontiere, faccio il colloquio, mi selezionano». Destinazione Repubblica centrafricana. «Non ne conoscevo quasi l'esistenza. Mi sono documentato, rispolverato il francese scolastico e sono salito su un aereo a giugno dell'anno scorso». Per trovare una nazione avvolta da una crisi endemica e un persistente silenzio da parte della comunità internazionale, dove la speranza di vita è di soli 48 anni, il tasso di mortalità infantile è di 112 decessi ogni mille bambini nati vivi. «La situazione sanitaria è di emergenza cronica, nei pochi ospedali si paga tutto dalla cannula al paracetamolo, il governo non fa nulla, impelagato nella guerra ai ribelli che stanno al Nord. Si muore a grappoli, di malaria, hiv, tubercolosi, patologie prevenibili ma che esplodono in cicliche epidemie». Da Bangui, la capitale, Olla è spostato nella zona più calda, a Kabo, dove si asserragliano i ribelli. Nell'ospedale gestito da Medici senza frontiere l'assistenza sanitaria alla popolazione è gratuita, è solo grazie a strutture come queste che si riesce a contenere le percentuali di mortalità.
MOMENTI CRITICI «Ho lavorato nell'ospedale con due bravi ed esperti medici generici locali, non solo in pediatria ma in tutti gli altri reparti, chirurgia, ginecologia, urgenze. Durante la mia permanenza c'è stato il picco della malaria, su 1700 visite alla settimana, metà erano infetti e la metà erano bambini. Il reparto sempre strapieno». Ci sono stati momenti critici, in particolare negli ultimi due mesi «quando i ribelli hanno ripreso vigore e iniziato ad attaccare le città, scendendo verso Sud. Così la popolazione per paura scappa, si rifugia nei campi o nelle foreste dove non c'è nulla, niente cibo, l'acqua non è potabile, si dorme all'aperto. E le donne e i bambini, gli anelli più deboli della catena, ne pagano subito le conseguenze». Un popolo sottoposto a violenze di ogni tipo, dove è faticoso lavorare, si vive con una latente insicurezza. «All'inizio di gennaio è stata siglata una pace fra ribelli e governo ma chissà quanto durerà».
PERCHÉ SI PARTE L'esperienza nella Repubblica centrafricana è stata importante, Marco Olla ha continuato a pensare al perché lasci famiglia, relazioni personali, carriera. A cercare una risposta. «In realtà l'avevo già ma non me ne ero accorto. È stata una frase di un medico, durante un corso sulla malnutrizione. “Non si parte per salvare la vita di un bambino ma per far capire ai genitori che hanno dei diritti”. Tutto ruota attorno a questo». Come dire, ogni diritto calpestato attiva una catena di diseguaglianza. Ecco perché Olla si è ritrovato nell'azione umanitaria di Medici senza frontiere. «Solidarietà il cui fine è per preservare la vita e le sofferenze di altri esseri umani. Obbligo morale di aiuto da parte della società più ricca e fortunata verso quelli che hanno meno».
La valigia è sempre pronta, Marco Olla ha ancora voglia di ripartire. «Vedi il mondo con occhi diversi. E ciò che impari lo riporti. E questo ti deve spingere a cambiare le cose anche qui, non solo dall'altra parte del mondo».
Sergio Naitza
 
 
L’UNIONE SARDA
3 - L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 30 - Edizione NU)
Conferenze
STORIA E CULTURA NEGLI INCONTRI FAI
 
Prosegue il ciclo di conferenze promosso dalla sezione algherese del Fai, Fondo Ambiente Italiano. L'appuntamento è ogni terzo venerdì del mese dalle 17 alle 19 nella sala convegni della Fondazione Meta, in piazza Porta Terra. Il 15 febbraio Pietro Alfonso, archeologo, coordinatore scientifico del sistema museale del Comune di Alghero, terrà una relazione su I doni della fede. Dal santuario nuragico della Purissima di Alghero. Il 22 marzo sarà la volta di Marco Rèndeli, docente di Etruscologia all'Università di Sassari che illusterà i risultati dell'ultima campagna di scavi in località S. Imbenia. Il 19 aprile Maria Grazia Melis, direttore del Lapars (Laboratorio di Preistoria e Archeologia Sperimentale), terrà una conferenza su Monte d'Accoddi e la fine del Neolitico in Sardegna. ( c. fi. )
 

  
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 6 - Edizione CA)
L’OCULISTA CARTA DAVANTI AL GUP
IL PM: FAVORÌ IL FIGLIO
Sassari, chiesto il rinvio a giudizio dell’ex direttore della clinica universitaria per tentato abuso d’ufficio
di Elena Laudante
 
L’inchiesta sul concorso per la direzione della struttura era stata aperta dopo la denuncia di un ricercatore escluso per mancanza dei requisiti richiesti
SASSARI Della successione di padre in figlio (poi saltata) alla guida della Clinica Oculistica, La Nuova Sardegna aveva già dato conto. Ma ora si scopre che, secondo la magistratura, fu proprio il padre, Francesco Carta, all’epoca ordinario di Oculistica dell’Ateneo di Sassari, a suggerire a chi stava predisponendo il concorso per un posto di associato - che poi avrebbe visto idoneo il figlio, Arturo - quel requisito così particolare, quasi unico nel panorama nazionale, che, guarda caso, caratterizzava proprio il curriculum dell’erede.
Se non fosse stato per il Tar, che ha annullato la selezione, nel marzo 2012, la successione al trono di Oculistica forse sarebbe avvenuta. Ed è per questo che la procura della Repubblica di Sassari contesta al docente in pensione Francesco Carta, nato a Salerno 74 anni fa, l’ipotesi di tentato abuso d’ufficio. Più di un sospetto: il pm Carlo Scalas ha già esercitato l’azione penale chiedendo al giudice preliminare il processo per l’ex professore, accusato di aver provato a favorire il figlio Arturo (mai indagato) nella scalata a un posto ambito. Il 12 marzo, l’imputato dovrà presentarsi davanti al gup, assieme ai suoi difensori, i penalisti Giuseppe Conti e Paolo Spano. Toccherà a loro dimostrare, nel corso di un eventuale processo, che quell’«indicazione» fornita da Carta all’allora preside di Medicina, Giulio Rosati, che avrebbe poi inevitabilmente favorito il figlio, non rappresenta un delitto. Quell’indicazione introduceva, come tipologia di impegno, esperienza in una patologia rara, di cui si era occupato Arturo Carta (42 anni, ricercatore a Parma) tra i pochissimi a livello nazionale. Interpellato attraverso i suoi difensori, Carta senior si dice «sereno, certo di poter dimostrare l’estraneità alle ipotesi di reato e fiducioso dell’esito del procedimento».
Un passo indietro per ripercorrere la turbolenta storia del concorso per un posto di docente in Oculistica. A fine aprile 2008 (quando rettore è Alessandro Maida) il Consiglio di facoltà di Medicina approva una delibera con la quale chiede «l’indizione della procedura di valutazione comparativa» per selezionare un professore di II fascia (associato), che poi sarà di fatto il capo della clinica di Oculistica, posto che fino al novembre di quell’anno appartiene proprio a Carta senior. Chi vince, coordinerà anche la divisione ospedaliera: 40mila visite e 3mila ricoveri l’anno. Quella delibera, alla cui votazione Carta non si astiene, cita il contenuto scientifico da lui proposto - almeno così pensa la Procura - a Rosati, qualche giorno prima. Ma Rosati, come i colleghi, sono estranei all’inchiesta, anzi sarebbero stati “indotti in errore” nell’inserire come requisito la ricerca «nell’ambito delle patologie oculari del segmento anteriore, dei disordini visivi in corso di malattie sistemiche e della neuroftalmologia, in particolare riguardo ai disordini ereditari mitocondriali e ai traumi del nervo ottico». La formula è ostica, ma il risultato sembra cristallino. Così lo interpretano gli inquirenti: «È il contenuto scientifico da lui (Carta senior) predisposto» e in precedenza proposto a Rosati, cioè «una patologia rara di cui si era occupato il figlio» che gli consente di «ritagliare appositamente il bando di concorso sull’esperienza professionale di quest’ultimo (Carta junior), che infatti si classificherà primo in graduatoria», scrive il pm. Sette mesi dopo la delibera, Carta senior va in pensione. L’esito è scontato: Arturo è idoneo. Ma un escluso fa ricorso al Tar e presenta un esposto in Procura: è Antonio Pinna, sassarese di 40 anni con 56 pubblicazioni internazionali e una menzione sull’edizione 2011 del “Who’s who in the World”, uno di quei cervelli che l’Italia lascia fuggire. Il Tar annulla la selezione e la bolla come illegittima, poi il Consiglio di Stato congela l’annullamento. In pratica, l’esito del concorso potrebbe tornare a essere efficace, in attesa della sentenza di merito. Ma da allora tutto tace.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 7 - Edizione CA)
2 Febbraio
PDA SASSARI E CAGLIARI SU UNIVERSITÀ E RICERCA
 
Alla presenza di Maria Chiara Carrozza, presidente del Forum nazionale Università e Ricerca, il Pd Terrà domani due incontri. Il primo alle 11 a Sassari (sala dei vigili urbani), il secondo a Cagliari (ore 17 al Caesars’s). Ci saranno anche Silvio Lai, segretario regionale, e Marco Meloni, responsabile nazionale del settore.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna / Attualità (Pagina 15 - Edizione CA)
Ricerca del cun
STUDENTI IN FUGA DALL’UNIVERSITÀ
In dieci anni perse 58mila immatricolazioni, crollano i finanziamenti
 
ROMA È grande fuga dall'università italiana, svuotata di ogni sua componente: studenti, docenti, dottorati, borse di studio (quindi fondi) e perfino corsi di studio. A lanciare l'allarme è il Consiglio universitario nazionale che ieri ha diffuso un documento sullo stato di salute delle nostre facoltà. Negli ultimi dieci anni le iscrizioni sono passate da 338.482 (anno accademico 2003-2004) a 280.144 (2011-2012), con un calo di 58mila studenti (-17 per cento). Il Cun spiega che è come se in un decennio fosse scomparso un intero ateneo di grandi dimensioni, ad esempio la Statale di Milano.
Questa volta non c'è la solita Italia a due velocità, perché il crollo delle immatricolazioni riguarda tutto il territorio. Il documento inoltre denuncia poi il calo del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) che per il 2013 si annuncia prossimo al 20per cento. In sostanza molte università sono «a rischio di dissesto - denuncia il Cun - e non possono programmare la didattica, figuriamoci la ricerca ».
Ma a diminuire è anche il numero dei professori: -22 per cento negli ultimi sei anni e nei prossimi tre scenderanno ancora, perché i docenti non vengono assunti e perché le facoltà sono molto limitate nella possibilità di stipulare contratti di insegnamento. Fuori dall'Italia le cifre cambiano: la media Ocse è di 15,5 studenti per docente, contro i nostri 18,7. Siamo sotto la media europea anche per il numero di laureati, occupiamo il 34mo posto su 36 paesi. E solo il 19 per cento dei 30-34enni ha una laurea, contro il 30 per cento della media europea. Il 33,6 per cento degli iscritti è fuori corso e il 17,3 non fa esami. Segno negativo anche per borse di studio, corsi e dottorati. Nel 2009 i fondi nazionali per finanziare le borse di studio coprivano l'84 per cento degli studenti aventi diritto, nel 2011 il 75. Dal 2006 al 2012 sono scomparsi 84 corsi triennali e 28 corsi specialistici/magistrali, all'inizio per una razionalizzazione delle lezioni, poi per i tagli al personale docente. E ancora, nel confronto con la media Ue in Italia abbiamo 6mila dottorandi in meno che si iscrivono ai corsi. La riforma del dottorato di ricerca inserita dalla Gelmini non è mai partita e il 50 per cento dei laureati segue i corsi di dottorato senza borse di studio.
A rischio anche il funzionamento dei laboratori: il taglio ai finanziamenti Prin (i fondi destinati alla ricerca libera di base per università e Cnr), passati dai 50 milioni l'anno ai 13 milioni per il 2012, compromette il ricambio delle attrezzature. Preoccupato per lo stato delle cose, Andrea Lenzi, presidente Cun, ha detto che proprio in questo momento di crisi bisognerebbe investire nella cultura. (a.d'a.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Nuoro (Pagina 27 - Edizione CA)
Lo scippo
CAPELLI: «IL MASTER SUGLI INCENDI? LO FANNO A SASSARI»
di Giovanni Bua
 
NUORO Il promesso master sulla lotta agli incendi boschivi, fiore all’occhiello della nuova e agognata Scuola forestale regionale inaugurata a Su Pinu? Lo fanno a Sassari, nel dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio. Con buona pace del corso di laurea in Scienze ambientali e forestali gemmato a Nuoro. E del roboante convengo dello scorso 10 novembre dal titolo “Università e Scuola forestale. Quale futuro nel territorio Nuorese?”.
Domanda a cui università di Sassari (e Regione) sembrano aver risposto: nessuno. Almeno a sentire la documentata denuncia del consigliere regionale Roberto Capelli: «Dopo le discutibili scelte sulla localizzazione della struttura della Scuola Forestale, dopo l'avvio dei primi corsi, dopo aver scongiurato(?) lo scippo dei 10 milioni di euro destinati alla realizzazione della stessa, dopo la manifestazione d'intesa e collaborazione tra il Corpo forestale e il Consorzio Universitario nuorese (e per esso l'Università di Sassari) riconfermata dai loro massimi esponenti nel corso dell'ultimo convegno tenutosi a Nuoro il 10 novembre , mi trovo a denunciare l'ennesimo scippo. A seguito dell'ennesimo controllo sullo stato dei lavori per la piena realizzazione della Scuola forestale e con l'idea di proporre la piena legittimazione della Direzione della stessa a Nuoro, vengo a scoprire che è in fase di avanzato svolgimento a Sassari il Master universitario di II livello Piros: pianificazione, prevenzione e lotta agli incendi boschivi in area mediterranea, finanziato dall'Assessorato regionale al Lavoro. Non sfugge che struttura universitaria che si occupa, nel caso specifico, di incendi boschivi non è quella di Scienze Forestali con sede a Nuoro, ma il dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, con sede a Sassari. Non commento ulteriormente, se non che non posso, in piena solitudine, cercare di tutelare tutti gli attacchi alle nostre risorse, idee e progetti che con fatica abbiamo cercato di costruire. Dalla Sanità alla scuola, dall'Università alla Satta, da Prato Sardo al Monte Ortobene, dall'Ailun al Man, dal Nicola alla Scuola civica di Musica o a quella linguistica. Troppi attacchi, troppi tranelli, troppi scippi, marginali risorse in confronto ai milionari interventi dedicati alle cattedrali degli interessi lobbistici cagliaritani, lontani dai Cagliaritani».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 31 - Edizione CA)
Pd
UNIVERSITÀ E RICERCA: DOMANI INCONTRO
 
SASSARI. Domani alle 11 (Sala dei vigili Urbani, via Carlo Felice), i Forum regionali del Pd Università e Ricerca propongono un dibattito su legge 240, diritto allo studio, la circolazione dei cervelli, lo sviluppo e il lavoro. Temi di cui si discuterà con Maria Chiara Carrozza (presidente Forum nazionale), Marco Meloni (responsabile nazionale Università), Silvio Lai (segretario regionale) e i candidati al Parlamento Giovanna Sanna, Gavino Manca, Guido Melis, Alba Canu, Salvatore Rubino. Il dibattito sarà coordinato dai professori Micaela Morelli e Giuseppe Pulina.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna / Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione SS)
Ploaghe, un corso per i test universitari
 
PLOAGHE Dopo il successo ottenuto con i laboratori linguistici, la Cooperativa Bisos , in collaborazione con l'assessorato alla Cultura, promuove un'altra importante iniziativa. A febbraio partono i corsi di preparazione ai test universitari di 150 ore, diretti dalla dottoressa Antonella Mura. Inoltre partirà il progetto del laboratorio teatrale, un corso bisettimanale coordinato dall’attore Carlo Valle. Per iscrizioni contattare la Bisos o l'assessore alla Cultura Pasquale Demurtas. (m.t.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna / Provincia di Sassari (Pagina 27 - Edizione SS)
Pozzomaggiore
BORSE DI STUDIO DAL COMUNE A FAVORE DEGLI UNIVERSITARI
 
POZZOMAGGIORE L’amministrazione comunale, guidata da Tonino Pischedda, ha pubblicato il bando per l’assegnazione di borse di studio a favore di studenti universitari, intestate alle sorelle Castagna–Cossu, per l’anno accademico 2012-2013. Con questa iniziativa il Comune vuole incentivare al proseguimento degli studi offrendo un sostegno economico.
La domanda da parte degli aventi diritto andrà presentata entro il 15 febbraio 2013.
Alla richiesta dovrà essere allegata la dichiarazione Isee per i redditi del 2011, rilasciata da un Caf, e non dovrà essere superiore a 14.650 euro l’anno, una dichiarazione personale dalla quale risulti la facoltà d’appartenenza e l’iscrizione in corso, di non aver beneficiato di altro assegno o borsa di studio per lo stesso anno accademico, per gli scritti al 1’ anno di corso la valutazione conseguita all’esame di maturità, che non deve essere inferiore ai 70/100, per gli iscritti al secondo anno o seguenti il numero degli esami sostenuti e la valutazione conseguita.
E’ necessario rilasciare anche l’autorizzazione al trattamento dei dati personali secondo le attuali disposizioni di legge. (e.m.)

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