Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
09 January 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

 
L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Economia (Pagina 10 - Edizione CA)
Grazie ai bandi sulle start up viene favorita la creazione di imprese ad alto valore aggiunto
INNOVAZIONE, ISOLA ALL’AVANGUARDIA
Dall’attività di Sardegna Ricerche sono nate 49 nuove aziende
 
Il futuro della Sardegna passa per l’innovazione e la tecnologia. La ricetta della Regione è puntare su idee vincenti, che partano da giovani motivati e preparati. Ketty Corona, numero uno di Sardegna Ricerche, è convinta che questa strategia premierà. L’agenzia regionale, dal 2011 a oggi, ha messo in campo quasi 30 milioni di euro per aiutare le start up (nuove aziende) isolane, favorendo la nascita di 49 società innovative. A fine mese, poi, arriveranno ulteriori risorse: 9 milioni spalmati su tre bandi da destinare a chi sarà capace di creare reti di aziende: «Più ci si unisce», spiega Corona, «più avremo forza per competere sui mercati».
I SEMINARI La Sardegna, continua il manager, «è la seconda regione italiana, dopo la Valle d’Aosta, per la diffusione di internet nonché per la qualità delle infrastrutture informatiche. In sostanza, viviamo in un territorio fertile per la nascita di nuove iniziative». Sardegna Ricerche, nel 2012, ha organizzato tre workshop per conto dell’assessorato alla Programmazione proprio sul tema della ricerca. Il primo, del 12 giugno, ha affrontato il dialogo tra aziende, ricerca e istituzioni. Il secondo (del 16 novembre) ha messo in comunicazione esperienze e progetti già avviati con le Università e le scuole.
IL CONFRONTO Il terzo seminario ha invece illustrato le novità introdotte dal decreto Crescita 2.0 e di quanto già fatto in Sardegna per creare un sistema favorevole ai processi innovativi. «Abbiamo fatto il punto», commenta Corona, «sul sistema delle start up e abbiamo confrontato le esperienze del sud est asiatico, statunitensi e israeliane - paesi dove l’innovazione è da molti anni al centro delle politiche di sviluppo - con le realtà del resto d’Italia e della Sardegna. In particolare», aggiunge Corona, «si è parlato di come i vari organismi (Regione, Sfirs, banche e Sardegna ricerche) possano mettere a disposizione una serie di servizi a supporto dello sviluppo dell’imprenditoria».
LE RISORSE Ma il vero problema di una start up spesso non è il progetto: è la carenza di denaro. «Una buona idea non basta per dare vita a un’impresa», prosegue il presidente di Sardegna Ricerche. «Servono capitali e conoscenze. Per questo abbiamo attivato servizi che mettano assieme i contributi con i percorsi di consulenza».
LE BANCHE Fondamentale infine l’accordo con le banche (Banca di Sassari e Banco di Sardegna in primis). «Abbiamo firmato un’intesa decisiva per l’avvio di un’azienda: dopo l’erogazione della prima quota del contributo, l’istituto interviene con un’anticipazione della seconda quota di finanziamento. Dopo il pagamento della seconda parte dell’incentivo, la banca anticiperà la terza e ultima rata dell’aiuto. Questo servirà a velocizzare il processo di crescita».
Lanfranco Olivieri
 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Università
CONVEGNO SULLE ADOZIONI INTERNAZIONALI DI BAMBINI
 
“I bambini e le bambine hanno tutti i diritti del mondo. Il principio di sussidiarietà e l’adozione internazionale come strumento di tutela”: è il titolo del convegno organizzato dal Dipartimento di Pedagogia, Psicologia, Filosofia che comincerà oggi alle 15 nell’Aula magna Motzo della facoltà di Studi Umanistici (Sa Duchessa).
All’incontro, moderato da Cristina Cabras e Silvia Carboni, partecipano: Paola Crestani, presidente del Ciai, Ong, Cooperazione allo sviluppo per la tutela della minore età, Miguel Giordano, presidente della Corte d’appello per i minori di Città del Guatemala, Miguel Giordano jr, console dell’ambasciata del Guatemala a Tokyo, Marinella Polo, presidente del tribunale per i minorenni di Cagliari, Anna Cau, sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale per i minorenni, Angela Quaquero presidente della Provincia, Luciana Fancello, dirigente psicologo del consultorio familiare della Asl 8, Laura Tedde, direttrice dell’Unità operativa complessa di neuropsichiatria dell’infanzia e adolescenza della Asl.
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Cronaca di Alghero (Pagina 25 - Edizione NU)
Fusako Yusaki alla facoltà di Architettura
MASTER CON LA MAGA DELLA PLASTILINA
 
Tornerà in Sardegna, domani ad Alghero, Fusako Yusaki, la nota animatrice giapponese specializzata nel campo dell’animazione in plastilina. L’artista sarà ospite del Dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari, nell’ambito del master di primo livello in Communication Design for sustainability. Per un giorno, la donna famosa in Italia soprattutto per la trasmissione Rai L’Albero azzurro, lascerà le aule didattiche per incontrare il grande pubblico alle 21,15 nell’asilo Sella sul lungomare Garibaldi.
Sarà il primo di una serie di appuntamenti voluti dall’Università di Sassari e dal direttore del master Nicolò Ceccarelli, per condividere con la comunità algherese le opportunità di conoscenza offerte dal corso finanziato dalla regione Sardegna, nel quadro del nuovo Master in Sardinia (evoluzione del Master and back). Fusako Yusaki è specializzata in Claymation, l’animazione in plastilina ed è nota soprattutto per la straordinaria serie di spot Fernet Branca, realizzati negli anni ’70. Da anni è impegnata nella realizzazione di serie tv animate per la televisione svizzera e giapponese.
Antonio Brundu
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna / Prima Pagina (Pagina 1 - Edizione CA)
PATTO PDL-LEGALE
PAURE DEL MERIDIONE
di Francesco Pigliaru
 
Anche se non è facile, proviamo a prendere sul serio i contenuti dell’annunciato accordo tra Pdl e Lega Nord. Al centro c’è un punto che se realizzato avrà conseguenze importanti. Lo ha sbandierato con grande enfasi Maroni: se la loro coalizione vincerà le elezioni, il 75 per cento del gettito fiscale lombardo rimarrà nelle regione. Bandierine politiche a parte, vediamo cosa implica questa modifica del rapporto Stato-Regione Lombardia per tutti gli altri cittadini italiani.
CONTINUA A PAGINA 15
 
Economica Sardegna (Pagina 15 - Edizione CA)
ACCORDO PDL-LEGA SULLE TASSE
I RISCHI PER IL MERIDIONE
di Francesco Pigliaru
Segue dalla prima
Se davvero, come prevede il patto elettorale, il 75%del gettito fiscale lombardo rimanesse nella regione, nel Mezzogiorno lo scenario diverrebbe critico
 
Per capirlo, bastano poche cifre prese da uno studio recente della Banca d’Italia. In ogni regione i cittadini pagano le tasse e ricevono in cambio servizi finanziati con soldi pubblici. In Lombardia in media ogni cittadino dà allo Stato circa 15 mila euro ogni anno e riceve servizi per un valore pari a 10 mila euro. C’è chiaramente uno scompenso tra il dare e l’avere. Questo scompenso si chiama "residuo fiscale". Se lo moltiplichiamo per la popolazione lombarda otteniamo la cifra complessiva che migra dalla Lombardia verso lo Stato centrale: si tratta di qualcosa come 45 miliardi di euro all’anno, il 3% dell’intero prodotto interno lordo italiano.
Senza confronti adeguati, queste cifre dicono poco. Allora mettiamola così. Ogni cittadino lombardo finanzia attività che si svolgono altrove per una cifra pari a quasi cinquemila euro all’anno. Nessun altro cittadino italiano è così "generoso". Gli emiliani, che sono i secondi in questa particolare classifica, forniscono un contributo pro-capite pari appena alla metà di quello lombardo. Tra le restanti 18 regioni, solo altre quattro ricevono dallo Stato meno di quanto danno attraverso la fiscalità. Per tutte le altre vale il contrario (la Sicilia per esempio ottiene 1,4 euro per ogni euro versato). Il contributo dei cittadini lombardi alle finanze nazionali è dunque un caso del tutto particolare.
Ora veniamo all’accordo tra Maroni e Berlusconi, quello secondo cui il 75% del gettito fiscale rimarrà in Lombardia. Cosa cambia rispetto alla situazione attuale? Oggi ciò che resta nella regione, in una forma o nell’altra (pensioni, sanità, scuola, più tutto ciò che è finanziato con soldi pubblici gestiti da bilanci regionali, provinciali o statali), è pari al 68% del gettito fiscale riscosso nel territorio. Nessun’altra regione ha un indice così basso: Veneto ed Emilia sono all’81%, il Piemonte all’89%, le altre hanno indici ancora più alti.
Passare dal68%al75%significaaumentare di 10 miliardi di euro la spesa pubblica in Lombardia, e ridurre di colpo del 10% il totale dei trasferimenti netti delle Regioni "virtuose" a favore dello Stato centrale. Come sempre, questo decremento non colpirebbe tutti nello stesso modo. Le più esposte sono le regioni più deboli, quelle meridionali. Date le disastrose condizioni in cui si trovano alcune di loro, enormi risorse finanziarie si trasferiscono, da decenni, da nord a sud per garantire ai cittadini italiani condizioni di vita decenti ovunque vivano. Nei dati della Banca d’Italia questo trasferimento può essere stimato in qualcosa come 55 miliardi di euro all’anno, con la conseguenza che, in media, nelle regioni meridionali la spesa pubblica supera del45%le entrate fiscali.
E’ dunque facile immaginare che la regola del 75% proposta da Maroni avrebbe il principale impatto su risorse che fino a oggi il Mezzogiorno ha avuto a propria disposizione. Alla fine, infatti, tutti I numeri che ho citato fin qui rivelano una cosa piuttosto semplice. Al netto delle sciocchezze dette e che si diranno nelle prossime settimane, riemerge con forza il solito punto di vista della Lega sul problema della bassissima produttività delle regioni meridionali. Questo:con i soldi non abbiamo risolto granché; quei soldi ora ce li riprendiamo e d’ora in poi ognuno sia responsabile del proprio destino. Berlusconi cercherà di nascondere questa semplice verità, ma così stanno le cose ed è bene che gli elettori lo sappiano.
E gli altri partiti, le altre coalizioni cosa dicono del grave ritardo del meridione? Un rapido giro nelle varie proposte programmatiche, Agenda Monti inclusa, rivela una quasi completa assenza di idee sul principale problema economico del Paese. Più soldi o meno soldi per il Mezzogiorno? Federalismo fiscale sì o no? Politiche più decentrate o meno decentrate? L’impressione è che si evitino le domande per nascondere l’assenza di risposte chiare. Ma chi si candida al governo del Paese non è credibile se non affronta questo tema cruciale. Speriamo che le prossime settimane ci portino notizie migliori sulle proposte in campo per risollevare le sorti economiche del sud, e dunque dell’Italia.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
5 – La Nuova Sardegna / Economia Sardegna (Pagina 10 - Edizione CA)
GIOVANI SARDI, DISOCCUPAZIONE RECORD
L’Istat aggiorna i dati: l’isola perde posti di lavoro e non crea alternative. Medde (Cisl): «Siamo all’emergenza sociale»
 
L’Istat ha aggiornato ieri i dati sulla disoccupazione: per i giovani è la strage degli innocenti. La percentuale nazionale (37%) è da record. Il fenomeno della non occupazione si è allargato in tutta Italia, (i lavoratori sono diminuiti),ma in Sardegna è il precipizio: nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni è disoccupato in media il 40 per cento dei sardi e oltre il 20 per cento nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni. Un dato terribile che dev’essere associato, per capire che cosa sta accadendo nell’isola, alla bassa scolarizzazione dei giovani e alla crescita del fenomeno di coloro che non studiano e non hanno occupazione, i Neet. Che fare? L’economista Gustavo Piga ha lanciato da tempo l’idea di stanziare una parte di risorse per un piano del lavoro che consenta ai giovani di prendere fiato, dar loro la possibilità di avvicinarsi al miraggio di un’occupazione.
Che fatica essere giovani sardi! Per molti studenti dei paesi s’inizia con l’affrontare la difficoltà del pendolarismo che porta i ragazzi a dover studiare in un bus, per via degli orari e spesso dei doppi turni scolastici. Poi chi riesce ad andare avanti nel corso degli studi si deve predisporre ad emigrare.
«Siamo all’emergenza sociale », afferma Mario Medde, segretario generale della Cisl sarda, «senza un ruolo attivo dello Stato e una maggiore efficacia della Regione la questione dell’isola è irrisolvibile e tenderà anzi a peggiorare».
Da diversi anni ormai, Cgil-Cisl e Uil considerano il lavoro come il problema dei problemi; una questione così urgente che richiede soluzioni degne di una politica di massa. «E’ davvero urgente risolvere il rapporto Stato-Regione rinegoziando il patto costituzionale attraverso un nuovo statuto », spiega Mario Medde, «solo così di può arrivare a un profondo cambiamento nelle istituzioni sarde e nelle politiche del lavoro e dello sviluppo».
«La crisi economica ha avuto un impatto devastante sul mercato del lavoro sardo», spiega Francesco Porcu, segretario della Cna, «dopo la ripresa dell’occupazione del 2011, nel 2012 il numero di occupati ha ripreso a scendere: circa tremila posti di lavoro in meno nella media dei primi tre trimestri dell’anno. E si deve considerare che il ricorso alla cassa integrazione, intensificatosi ancora, ha contribuito a mitigare gli effetti negativi della nuova crisi».
L’apparato industriale sardo è alle corde: crolla il manifatturiero, resistono solo, sia pure con grandi difficoltà, le piccole imprese e il sistema della cooperazione; condizioni che non possono favorire l’occupazione giovanile. Per la Banca d’Italia è allarmante il trend in Sardegna: «La quota dei Neet risulta maggiore tra i laureati con un’età tra i 25 e i 34 anni nell’isola è al 22,7 per cento, un valore superiore al dato medio nazionale», riporta l’ultimo studio di Bankitalia sulle regioni. Il dramma viene da lontano: tra il 2008 e il 2010 l’occupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni aveva subito una riduzione del 16%. Anno dopo anno, la tendenza non solo non s’inverte ma l’indicatore punta sempre più in basso. Ieri sera l’Istat ha precisato: non si può affermare che è disoccupato un giovane su tre. Questo perché «se un giovane è studente », riferisce l’Istat, «e non cerca attivamente un lavoro non è considerato tra le forze di lavoro,ma tra gli inattivi. Anche con questa interpretazione, non cambierebbe la sostanza e l’urgenza di arrivare al più presto a una soluzione.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna / Provincia di Nuoro (Pagina 28 - Edizione CA)
GAVOI, IL GAL RIPARTE CON DUE PROGETTI
L’iniziativa dello sviluppo rurale comprende la valorizzazione dell’ambiente delle aree protette e dei siti culturali nelle regioni montane
di Giovanni Maria Sedda
 
GAVOI All’inizio del 2013 riparte l’attività del Gal Barbagia, Mandrolisai, Gennargentu e Supramonte operante già da più di un anno all’interno del vasto territorio della Sardegna centrale, che abbraccia ben 25 paesi, per una estensione complessiva di 1.476,85 chilometri quadrati e una popolazione di circa 47mila abitanti. Una realtà territoriale costituita per il99% da pascoli e boschi. Un territorio di pascoli, frutteti, vigne e orti, boschi di lecci, querce e sugheri che chiedono agli amministratori del Gal, di cui è presidente Bachisio Falconi, iniziative rivolte soprattutto alla valorizzazione del patrimonio naturalistico. Ed è quanto ha deciso di fare il consiglio di amministrazione, convocato da Falconi lunedì scorso per «ripartire con le attività amministrative e decisionali con l’obiettivo di impegnare, nel corso del 2013, tutte le risorse di cui dispone il Gal, per un ammontare di circa 20 milioni di euro». E la ripartenza ha avuto inizio proprio nella riunione di lunedì in cui il CdA ha approvato il “Programma di Sviluppo rurale 2007 – 2013” e il “Progetto di cooperazione internazionale” intitolato “Tramudas” cioè transumanza. «L’iniziativa dello sviluppo rurale comprende la valorizzazione dell’ambiente delle aree protette e dei siti culturali nelle regioni montane della Sardegna e dell’Eifel della Renania settentrionale e Vestfalia, per lo sviluppo sostenibile del turismo ambientale e culturale».
Una vera e propria cooperazione transnazionale quindi dei due partner territoriali Gal Eifel e Gal Bmgs i quali da anni mantengono contatti reciproci che hanno la loro origine nella cooperazione scientifica tra le facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari e dell’Università di Bonn.
Gli obiettivi che si vogliono raggiungere sono: la valorizzazione dell’ambiente, il paesaggio e lo spazio rurale e il miglioramento dell’offerta qualitativa e quantitativa dei servizi alla comunità.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Cultura e Spettacoli (Pagina 35 - Edizione CA)
QUANDO SCOLPIRE LA PLASTILINA È ARTE VERA
Domani alle 21,15 la grande Fusako Yusaki, ospite di Architettura, incontrerà il pubblico di Alghero
 
ALGHERO Domani ritorna in Sardegna la numero uno nel campo dell’animazione in plastilina: Fusako Yusaki, giapponese trapiantata a Milano. Sarà ospite del Dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari nell’ambito del Master di I livello in "Communication Design for sustainability". Per un giorno, l’artista pluripremiata, famosa in Italia soprattutto per la trasmissione Rai "L’Albero azzurro", lascerà le aule didattiche per incontrare il grande pubblico alle 21.15 nell’Asilo Sella sul Lungomare Garibaldi ad Alghero. Sarà il primo di una serie di appuntamenti con personalità di alto livello, voluti dall’Università e dal direttore del master Nicolò Ceccarelli per condividere con la comunità le opportunità di conoscenza offerte dal corso finanziato dalla Regione Sardegna nel quadro del nuovo "Master in Sardinia" (evoluzione del "Master & back").
Dopo essersi laureata in design creativo nel 1960, Fusako Yusaki è venuta in Italia grazie a una borsa di studio per frequentare l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano. Qui ha messo a frutto il suo background in scultura specializzandosi nella Claymation, l’animazione in plastilina.
Nota soprattutto per la straordinaria serie di spot Fernet Branca, realizzati per Carosello negli anni ’70, Fusako ha in questi anni lavorato intensamente, realizzando serie TV animate per la televisione svizzera e giapponese. Da anni per la TSI Svizzera realizza la serie per bambini Peo.
In Italia ha collaborato a lungo con l’Albero Azzurro, amata trasmissione RAI per l’infanzia. Ha lavorato per il Consiglio Nazionale delle Ricerche realizzando una serie di film sull’origine dei terremoti. Nell’arco di una lunga e fortunata carriera, Fusako Yusaki ha ricevuto numerosi premi tra cui il Bagatto d’Oro (1971) e un Leone di Bronzo a Cannes nel 1972. Nel 2004 ha vinto il premio alla carriera al Festival Internazionale Del Cinema D’Arte di Bergamo. Recentemente ha ricevuto il Premio alla Carriera di Cartoons On the Bay, principale appuntamento italiano dedicato all’animazione. Fusako Yusaki è stata chiamata a svolgere il ruolo di giurata nei più prestigiosi festival di cinema d’animazione,
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 22 - Edizione SS)
INFEZIONE DELLA SOIA, RICERCATRICE SASSARESE SULLA RIVISTA SCIENCE
Sara Melito è l’unica studiosa italiana ad avere messo la propria firma sulla prestigiosa rivista scientifica mondiale
 
SASSARI E’ di una ricercatrice dell’Università di Sassari l’unico nome italiano che compare tra gli autori di un articolo incentrato sui geni della soia per la resistenza all’infezione da Heterodera Glycines.
Sara Melito, 34 anni, assegnista di ricerca nel Dipartimento di Agraria, sezione di Agronomia, Coltivazioni Erbacee e Genetica dell’Ateneo sassarese, ha messo la propria firma su «Science», una delle riviste scientifiche più prestigiose in assoluto insieme a «Nature». Heterodera Glycines è un verme parassita da quarantena che attacca le radici e causa deperimento e morte della pianta; la sua pericolosità, inoltre, è legata al fatto che può minacciare anche altre specie come lupino e fagiolo. La ricerca dell’Università del Wisconsin coordinata dal professor Andrew Bent - primo autore dell’articolo pubblicato il 30 novembre 2012 - individua i geni di resistenza e ha il merito di definire una delle possibili applicazioni positive delle biotecnologie e della genetica agraria. Argomenti «spesso collegati solo agli Ogm e guardati con sospetto, ma in realtà capaci di divenire uno strumento intelligente per favorire un’agricoltura sostenibile,sempre meno ricca di pesticidi e più vicina alle esigenze del singolo agricoltore», riflette la dottoressa Melito.
Nel caso specifico, è bene ricordare che la soia è una delle leguminose più diffuse e utilizzate al mondo: non solo per l’elevato contenuto di proteine (oltre il 44 per cento) ma anche per il frequente impiego nella nutrizione degli animali, nella produzione di oli e, più di recente, di carburanti "verdi". La ricerca ha consentito di raggiungere un traguardo importante, che diversi studiosi, sparsi per tutto il globo, stavano inseguendo da almeno 20 anni: «L’individuazione di un nuovo locus di resistenza (Rhg1) in cui sono stati identificati tre geni coinvolti nella resistenza al parassita, consente di ipotizzare e pianificare incroci genetici in modo da rendere resistenti le varietà di maggior interesse per gli impieghi umani», spiega ancora Sara Melito. Un risultato non da poco, se si considera che, solo negli Stati Uniti, la soia genera un fatturato di oltre 35 miliardi di dollari l’anno, mentre l’azione infestante dell’Heterodera Glycines causa perdite economiche pari a un miliardo di dollari l’anno. La soia potrebbe rappresentare una coltura di grande interesse per l’Italia, dove la coltivazione di questa leguminosa, solo in Emilia-Romagna, per citare un esempio, ha interessato nel 2007 una superficie di 16.978 ettari, per una produzione di 38.600 tonnellate.
Dopo la laurea in Biotecnologie agrarie e vegetali conseguita a Napoli, Sara Melito ha svolto un dottorato di ricerca e, successivamente, ha approfondito la propria formazione alla Cornell University di Ithaca (New York, Usa) e nell’Università del Wisconsin (Madison). «Per tornare in Italia ho sfruttato una borsa di ricerca per giovani ricercatori, bandita dalla Regione Sardegna, e il mio rientro dall’estero, come spesso succede, non è stato semplice. Al momento lavoro come assegnista di ricerca presso l’Università di Sassari,con il professor Andrea Porceddu, sempre nel settore della genetica vegetale. Lo studio dell’interazione tra pianta e patogeno è un argomento che mi ha sempre affascinato e la soia è una delle colture che avranno sempre più peso nell’economia mondiale».

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie