Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 January 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA 
1 – L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
Dopo il caso del magazziniere di Tortolì trasferito in gravi condizioni al San Raffaele
SCATTA L’ALLARME FEBBRE SUINA
Altri 3 adulti e 2 bambini positivi al test ma stanno bene
 
Sta meglio il magazziniere quarantasettenne di Tortolì colpito dal virus della febbre suina A/H1N1, che nel 2009 creò allarme in tutto il mondo. Delle tredici persone sotto osservazione, prevalentemente familiari del paziente trasferito in elicottero a Milano, cinque, tra cui due bambini, sono risultati positivi al test. «Questo significa che sono entrati in contatto col virus ma non che sono malati. Sono a casa, vengono seguiti con attenzione e, se servirà, saranno prontamente assistiti», ha precisato l’assessore regionale alla Sanità, Simona De Francisci. «Stiamo prendendo tutte le precauzioni del caso», ha aggiunto il direttore generale della Asl 4 di Lanusei Francesco Pintus.
Viste le gravissime condizioni, giovedì mattina l’operaio era stato trasferito al San Raffaele dove è stato collegato a una macchina che assicura l’ossigenazione del sangue, nonostante l’insufficienza respiratoria. Ad annunciare la positiva evoluzione del suo quadro clinico è stata ieri mattina Simona De Francisci, al termine di una riunione convocata per fare il punto della situazione e prendere tutte le misure necessarie. Notizia confermata dal fratello del paziente che lo ha accompagnato a Milano: «Si è un po’ ripreso», ha detto.
NIENTE ALLARMISMI Prima preoccupazione dell’assessore, tranquillizzare sul singolo caso e prevenire allarmismi immotivati. «La ricomparsa di questo ceppo – ha detto – non è certo una sorpresa: la Sardegna è attrezzata sia per la diagnosi che per l’eventuale cura». Il trasferimento del paziente ogliastrino non è quindi dovuto a carenze delle strutture isolane ma all’applicazione del protocollo che indica Milano e Palermo come centri nazionali di referenza quando il decorso della malattia crea gravi complicazioni. Il magazziniere era stato ricoverato visto l’acutizzarsi dei sintomi accusati dopo il rientro da un viaggio a Roma. L’assessore De Francisci e gli esperti da lei riuniti hanno insistito non poco sul fatto che le paure del 2009 non hanno più ragion d’essere. Allora l’allarme scattò in tutto il mondo dopo i primi casi in Messico che confermarono il “salto” del virus dagli uccelli ai suini e da questi all’uomo con il successivo contagio tra umani. La pericolosità dell’H1N1 è poi risultata inferiore perfino ad altri virus come quelli che provocano le sindromi influenzali delle ultime settimane.
NESSUNA EMERGENZA «Siamo organizzati non solo per affrontare l’emergenza, che al momento non esiste – ha precisato Simona De Francisci – ma anche per curare i casi meno gravi che potranno essere gestiti dalla Asl di Sassari e dall’ospedale “Brotzu” di Cagliari». L’assessore ha lanciato un appello per evitare che il panico finisca con l’intasare i pronto soccorso. «Se si accusano sintomi influenzali la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico di famiglia. Sarà lui a decidere se è necessario il ricovero in ospedale». Eventualità abbastanza rara come tutti sanno anche per esperienza personale. Febbre più o meno alta, dolori muscolari, tosse e qualche problema ai bronchi e anche disturbi intestinali non devono spaventare. La cosa migliore è affidarsi al proprio medico.
LA DIAGNOSI Il caso del paziente di Tortolì ha destato notevole preoccupazione perché si tratta di una persona ancora relativamente giovane e in buone condizioni di salute. Purtroppo il virus ha comunque provocato serie complicazioni. Quel che è importante, però, è il fatto che la diagnosi sia stata effettuata tempestivamente. «L’H1N1 è un virus influenzale non più pericoloso di tanti altri. Per neutralizzarne gli effetti è fondamentale identificarlo nel più breve tempo possibile», spiega Germano Orrù, ricercatore del laboratorio del Centro diagnostico dell’azienda mista (Università-Asl) cagliaritana. «Sia noi che Sassari – spiega il direttore Ferdinando Coghe – abbiamo le competenze e le apparecchiature per intervenire tempestivamente. La diagnosi va comunque fatta correlando i risultati degli esami di laboratorio con le valutazioni cliniche». Qualora il male dovesse essere accertato, anche a Cagliari c’è la possibilità di collegare il paziente all’Ecmo, acronimo inglese che in italiano sta per ossigenazione extracorporea a membrana. Macchina disponibile al “Brotzu”. «La usiamo per gli interventi ma se necessario può essere impiegata per affrontare gravi insufficienze respiratorie migliorando l’ossigenazione del sangue», dice Luciano Curreli, responsabile della Cardioanestesia dell’azienda ospedaliera. L’influenza è un male di stagione. Ok non sottovalutarla ma senza confonderla con la peste.
Stefano Lenza
 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Cronaca Regionale (Pagina 6 - Edizione CA)
PREVENZIONE. I consigli dell’esperto per evitare il più possibile di contrarre malattie infettive
LAVARSI SPESSO LE MANI E VACCINARSI
 
«Vaccinarsi, vaccinarsi, vaccinarsi». Carlo Steri, responsabile del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asl 8 di Cagliari, non ha dubbi su quale sia la scelta migliore per evitare i più fastidiosi effetti dell’influenza. «A prescindere dal virus in circolazione, compreso l’H1N1 che non è scomparso. Dal 2009 non ha mai smesso di farsi vivo un po’ ovunque e perciò l’Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nei tre ceppi dell’attuale vaccino».
I primi focolai di infezione della cosiddetta febbre suina furono accertati nel 2009 in Messico. La classificazione popolare deriva dal fatto che il virus saltò dagli uccelli ai maiali e da questi all’uomo. A provocare la pandemia fu però la trasmissione tra umani. Il riferimento al suino, come è stato raccomandato ieri nel vertice all’assessorato regionale alla Sanità, non deve trarre in inganno. Questa sindrome influenzale non ha niente a che vedere con la peste suina o altre patologie animali. Quindi, non esiste alcun rischio collegato al fatto di mangiare carne di maiale e suoi derivati come salumi, prosciutti e delizie varie.
Fatta questa puntualizzazione, gli esperti riuniti negli uffici cagliaritani di via Roma hanno voluto rassicurare rispetto ai timori suscitati dal caso del quarantasettenne di Tortolì trasferito giovedì mattina al San Raffaele di Milano. «L’H1N1 non deve essere sottovalutato come per nessuna patologia infettiva. Al momento non ci troviamo ad affrontare alcuna epidemia e, inoltre, disponiamo di un efficace vaccino che mancava nel 2009», commenta Maria Stella Mura, direttrice della clinica Malattie infettive dell’Università di Sassari. Nella pandemia di quattro anni fa, l’H1N1 suscitò nell’immediato l’allarme rosso. Nei fatti, però, si è poi constatato che il tasso di mortalità collegato a questo ceppo virale è di molto inferiore perfino a quello delle normali influenze stagionali.
Sul fronte della prevenzione, oltre al vaccino, valgono le buone abitudini che nulla costano e molto aiutano. «Fondamentale lavarsi le mani accuratamente, come raccomandano i bravi genitori ai loro figli. Un accorgimento fondamentale per evitare l’influenza e tutte le malattie infettive», dice Carlo Steri. Se non si dispone di acqua e sapone, si possono utilizzare disinfettanti come l’alcol o altri prodotti oggi disponibili in gel o liquidi in confezione facile da portarsi appresso. «Inoltre - aggiunge Steri - è bene coprirsi la bocca con la mano prima di starnutire o tossire, così da preservare da eventuale contagio chi ci è vicino». Poiché non tutti si preoccupano degli altri, conviene evitare la frequentazione di luoghi particolarmente affollati. Se poi non se ne può fare a meno, arrangiarsi per evitare contaminazioni attraverso il fiato, principale veicolo di contagio. Una volta che il virus contamina l’ambiente può essere veicolato attraverso le mani e per questo la prima raccomandazione è di lavarle spesso e bene.
S. L.
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Economia (Pagina 15 - Edizione CA)
I fondi raccolti dall’istituto grazie ai Certificati di deposito solidali
RISPARMIO E RICERCA
Il Banco di Sardegna sostiene le cure sulla Talassemia
 
I fondi raccolti grazie ai “Certificati di deposito solidali” del Banco di Sardegna contribuiranno a finanziare un Progetto di ricerca internazionale per la cura della Talassemia. A un anno dal lancio sul mercato i Certificati solidali hanno, infatti, consentito di raccogliere 21.000 euro che saranno devoluti all’equipe di ricerca che opera nell’ospedale Microcitemico, diretta dal professor Renzo Galanello.
I fondi contribuiranno a finanziare il progetto già in corso che ha lo scopo di utilizzare la terapia genica per la cura della Talassemia ed è il primo a esser approvato negli Stati Uniti e che vede coinvolti il Memorial Sloan Cancer Center di New York, il Microcitemico di Cagliari e l’ospedale “Cervello” di Palermo. Il primo paziente talassemico è stato sottoposto al trasferimento genico a dicembre, mentre il secondo dovrebbe essere sardo ed eseguirà la terapia entro gennaio. Un biologo e un medico sardi prenderanno parte alla sperimentazione.
La commercializzazione dei Certificati è iniziata nel dicembre 2011 in seguito a un accordo fra il Banco e il dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologie dell’Università di Cagliari. Il direttore generale del Banco, Giuseppe Cuccurese, si è detto orgoglioso «di contribuire a questo progetto che conferma la presenza nell’Isola di grandi eccellenze».
 
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda / Economia (Pagina 16 - Edizione CA)
Sarà arduo trovare il “come fare”
USCIRE DAL TUNNEL A PICCOLI PASSI
 
Cosa ci si può aspettare dal futuro se ognuno di noi aspira a cose diverse o addirittura a mete fra loro contrapposte o escludenti? Sappiamo che le attese collettive non hanno le stesse caratteristiche di quelle individuali: richiedono un accordo, un patto solidale, una non sopraffazione. Un progetto e tanti passi individuali indietro e concordati, per scelta o per necessità. Ma da noi stessi, in termini collettivi, cosa ci aspettiamo? Qualcosa ci aspettiamo sicuramente dalle azioni che contribuiamo a costruire.
Avvertiamo spesso che la voce della nostra coscienza ha necessità di trasformarsi in coscienza pubblica, civica, comunitaria, sociale. Avvertiamo la difficoltà nell’essere semplici “individui” come quelli che ci vengono indicati dai modelli prevalenti per essere “adeguati ai nostri tempi”; sentiamo una voce interiore e un movimento che sgorga dal disagio di tanti e che rivendica invece l’essere “persone del nostro tempo”. Valutiamo tacitamente il distacco fra queste due esigenze e ne misuriamo la solitudine di ciascuno davanti a una scelta.
Scopriamo che la nostra realtà geografica, sociale, storica della Sardegna non è quella di essere “centro”. Il che non significa essere periferia secondo una logica dualistica di polo. No, la Sardegna fa parte delle tante isole che compongono la maggior parte del mondo. Isola non solo intesa per i suoi aspetti geografici ritenuti limitanti, ma soprattutto per le sue caratteristiche sociali e culturali, per la sua disponibilità al possibile e al non voler comandare il mondo, per le sue capacità di dialogo con tutte le parti e per le sue abilità nell’elaborare continuamente in modo autonomo, e persino resistenziale, proposte innovative in relazione alla propria realtà complessiva.
Grazie a questa percezione possiamo operare affinché il processo di partecipazione diffusa ci porti a riconoscere le capacità decisionali e realizzative che sono vive nei vari territori di cui si compone la Sardegna. Possiamo agire per poter uscire da una visione e da una pratica di vita che ci hanno portato angustie finanziarie, di prospettiva occupativa e di assenza di lavoro, di vissuto personale intimo che attualmente sembrano sovrastarci e condizionarci così pesantemente. Sarà arduo trovare il “come fare”, senza cadere in ulteriori promesse insostenibili come quelle a cui abbiamo ceduto nei decenni precedenti, ma sarà solamente con rinnovate, ponderate e condivise progettualità che potremo tracciare altre strade. Riusciamo a pensare a una sorta di nuovo “Piano di rinascita”, morale ancor prima che socio-economico, della Sardegna? Una società formata da persone coscienti di avere possibilità di guadagnarsi la vita, di avere garanzie per la propria salute, per la vecchiaia e per i momenti di necessità, di avere accesso a beni non solo materiali ma pure morali, immateriali, relazionali non ha bisogno di sfoghi individuali di violenza e di depressione .
Pensare allora a rilanciare gli investimenti e a indirizzare i cittadini verso la partecipazione civica, verso un rilancio dell’autonomia regionale, verso la valorizzazione della lingua non è meno importante dell’aspetto economico, ma è chiaramente fatto concomitante e base sostanziale per rilanciare l’occupazione, i prodotti tipici di qualità, l’assetto del territorio e il recupero del patrimonio edilizio e storico, gli assetti infrastrutturali e dei trasporti, l’attenzione verso l’agricoltura, l’allevamento, la pesca, l’artigianato, la silvicoltura, un ripensato turismo, l’economia sociale, le forme di tutela e cura alle persone. E così possiamo ripensare le bonifiche industriali e minerarie e altri progetti produttivi, insieme al proporre percorsi di formazione, di ricerca e di educazione non meno importanti dei processi di produzione tradizionale e di innovazione della qualità sui beni materiali.
Sono queste le politiche di sviluppo possibili. Politiche di sviluppo da pensare in modo unitario, armonico e confacente alle nostre realtà. Politiche di sviluppo da realizzare in modo continuativo e durevole, a piccoli e sicuri passi complementari dentro un progetto partecipato e condiviso.
Alberto Merler
Docente di Sociologia, Università di Sassari
 
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda / Provincia di Nuoro (Pagina 22 - Edizione NU)
Oniferi
LA STORIA DEL PAESE LIBRO-OMAGGIO AI CITTADINI
 
Omaggio di inizio anno per i cittadini di Oniferi. L’amministrazione comunale dona a tutte le famiglie del paese una copia dell’ultima fatica letteraria di don Gianni Bitti intitolata Oniferi nei Quinque libri. Il sacerdote, guida spirituale della comunità dal 2010 fino allo scorso ottobre, nel suo libro ha voluto ricostruire la storia di Oniferi, dalle origini (le prime tracce risalgono al 1713) fino ai primi del 900, attraverso la trascrizione dei Quinque libri (matrimonio, battesimo, cresima, decessi e stato delle anime). «Siamo lieti - dice l’assessore alla Cultura, Daniela Daga - di aver finanziato interamente la pubblicazione dell’opera. Vogliamo donarne una copia ai cittadini perché, come diceva Forster, se non ricordiamo non possiamo comprendere». Il libro verrà presentato oggi alle 16,30 nella chiesa di Sant’Anna. Saranno presenti anche il sindaco Stefania Piras, l’attuale parroco don Giuseppe Argiolas, monsignor Salvatore Floris, padre Raimondo Turtas, docente di storia della chiesa all’università di Sassari, e Nicola Corraine, dell’archivio storico diocesano.
Giovanna Falchetto
 
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 29 - Edizione PC)
CORTE DEI CONTI. Il caso
CANE DA TARTUFO, TOCCO ASSOLTO: NESSUNA COLPA
 
Il danno alle casse pubbliche c’è stato, perché il progetto sulla ricerca dei tartufi affidato dalla Provincia del Medio Campidano all’Università di Sassari non è stato portato a termine. E non c’è traccia di attività di allevamento dei tuberi, malgrado il denaro speso per finanziare la ricerca accademica tra Giara e Arburese (circa 20 mila euro). Ma i giudici della Corte dei Conti di Cagliari hanno assolto il presidente Fulvio Tocco (difeso dal professor Costantino Murgia): «Manca l’elemento soggettivo della grave colpevolezza richiesto dalla legge». Cioè il dolo: l’errore di valutazione che ha portato a finanziare un progetto sui generis (36 mila euro per due anni, due mila dei quali destinati all’affitto o all’acquisto di un bastardino particolarmente bravo nella ricerca del tartufo) è giustificabile, secondo i giudici, da una serie di circostanze. In primis il fatto che Tocco si è insediato alla presidenza di un nuovo ente intermedio e quindi, sull’onda di un entusiasmo iniziale, è partito con il varo di iniziative pur in assenza di piani specifici. E poi era ipotizzabile, in teoria, che la nascita di aziende in grado di coltivare i tartufi potesse creare lavoro e reddito, uno degli obiettivi della politica della Provincia del Medio Campidano.
I giudici del Tribunale contabile, pur assolvendo Tocco, ne hanno censurato il comportamento. Per esempio, quando ha accettato passivamente la comunicazione dell’Università di Sassari che metteva fine alla ricerca dei tartufi dopo un anno di attività e pochissime sortite nelle campagne della zona. Oppure quando non ha contestato la relazione degli esperti della Facoltà di Agraria di Sassari, che ammettevano di aver svolto uno studio assolutamente insufficiente. E soprattutto quando ha tardato a chiedere la restituzione dell’auto fuoristrada acquistata dall’Università con i fondi della Provincia e non ancora rientrata nella piena disponibilità dell’Ente intermedio.
Inammissibile, secondo i giudici, l’accusa nei confronti del direttore generale, Nicola Sciannameo, per un vizio di forma.
La Procura della Corte dei Conti sta valutando l’ipotesi di ricorrere in Appello.
Paolo Carta
 

 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 9 - Edizione CA)
Lanusei, il ritorno dell’influenza A/h1n1
FEBBRE SUINA, 5 POSITIVI AL VIRUS
L’operaio sta meglio, la Regione: «Nessun rischio pandemia»
 
LANUSEI Sta meglio, ha risposto bene alle cure e non corre pericolo di vita l’operaio di 46 anni di Tortolì colpito dal virus A/H1N1, noto anche come febbre suina. Provvidenziale, come riferisce Francesco Pintus, direttore generale della Asl 4 dell’Ogliastra, è stata la terapia a cui l’uomo è stato sottoposto all’ospedale San Raffaele di Milano. Intanto altre 5 persone (di cui 2 bambini), delle 13 in tutto che sono entrate in contatto con il paziente ogliastrino, sono risultate positive al tampone. Le loro condizioni sono buone, stanno bene e non hanno sintomi della malattia e il fatto che siano risultate positive non implica che debbano sviluppare la stessa influenza. La Asl 4 di Lanusei e l’assessorato della Sanità stanno comunque monitorando il loro stato di salute e hanno adotatto tutte le misure di profilassi necessarie per evitare l’eventuale diffusione del virus. Secondo la Regione non esiste comunque il rischio di pandemia da influenza A/H1N1 nell’isola: «È normale che il ceppo sia riapparso, dato che circola dal 2009, e la sua virulenza è pari o anche inferiore rispetto ad altri tipi di influenza che stanno diffondendosi in queste settimane anche nell’isola», è stato detto al termine di un vertice convocato ieri a Cagliari. Simona De Francisci, assessore regionale alla Sanità, spiega che «il vaccino è in distribuzione dal 2010 ed è raccomandabile assumerlo soprattutto se si fa parte di una categoria considerata a rischio, cioè cardiopatici, anziani e bambini». La riunione che si è svolta ieri era stata convocata dall’assessore De Francisci per fare il punto sulla situazione con i medici, esperti e i vertici dell’Azienda sanitaria di Lanusei, del Brotzu e delle Aziende ospedaliero-universitarie di Cagliari e Sassari. «Siamo attrezzati non solo per affrontare l’emergenza che al momento non esiste – ha aggiunto l’assessore De Francisci – ma anche per i casi meno gravi che potranno essere gestiti dalla Asl di Sassari e dal Brotzu di Cagliari. Inoltre, siamo in grado di effettuare una diagnosi in poche ore. Per evitare di intasare i pronto soccorso, specie quelli di periferia, è necessario prima rivolgersi al proprio medico di famiglia all’insorgenza di sintomi influenzali». (l.cu.)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Economia Sardegna (Pagina 11 - Edizione CA)
I RISPARMIATORI FINANZIANO LA RICERCA SULLA TALASSEMIA
Il Banco di Sardegna ha destinato il ricavato dei certificati di deposito solidali al progetto dell’Ospedale microcitemico con lo Sloan cancer center di New York
 
SASSARI I fondi raccolti con i certificati di deposito solidali del Banco di Sardegna contribuiranno a finanziare un progetto di ricerca internazionale per la cura della talassemia. A un anno dal lancio sul mercato, i certificati solidali del Banco di Sardegna hanno consentito di raccogliere 21mila euro, che saranno interamente devoluti all’équipe di ricerca dell’Ospedale microcitemico di Cagliari diretto dal professor Renzo Galanello. I fondi raccolti contribuiranno a finanziare un progetto internazionale che utilizza la terapia genica per la cura della talassemia ed è stato il primo a essere approvato negli Stati Uniti. Nella ricerca sono coinvolti il Memorial Sloan cancer center diNewYork, il Microcitemico di Cagliari e l’ospedale Cervello di Palermo. Un primo paziente talassemico è già stato sottoposto al trasferimento genico a dicembre, mentre il secondo paziente, che dovrebbe essere un sardo, dovrà seguire la terapia entro gennaio sotto il controllo diretto di un biologo e di un medico sardi, esperti di questo tipo di terapia mediante vettori lentivirali, che parteciperanno attivamente alla sperimentazione. I fondi raccolti attraverso i certificati del Banco saranno utilizzati per coprire i costi del ricercatore biologo che, per seguire il paziente, dovrà trasferirsi al Memorial Sloan cancer center diNew York. La commercializzazione dei certificati di deposito solidali era stata avviata nel mese di dicembre del 2011, in seguito a un accordo tra il Banco di Sardegna e il Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologie dell’Università di Cagliari di cui fa parte l’unità di ricerca sulla talassemia. L’accordo prevedeva la creazione di un prodotto che consentisse di abbinare le modalità tradizionali di risparmio con un’iniziativa innovativa di solidarietà. I clienti che hanno utilizzato i certificati di deposito solidali hanno avuto la possibilità di conoscere un prodotto di risparmio affidabile e caratterizzato da rendimenti vantaggiosi, ma con un ulteriore scopo benefico. Il Banco di Sardegna si è infatti impegnato a destinare alla ricerca sulla talassemia una quota di denaro calcolata in misura percentuale sull’importo depositato dai clienti. E la somma raccolta è stata di 21mila euro al 31 dicembre 2012, quando si è concluso il collocamento dei certificati solidali. «Considerato il successo, abbiamo già allo studio ulteriori iniziative benefiche – ha spiegato il direttore generale del Banco di Sardegna, Giuseppe Cuccurese –. Siamo orgogliosi di aver contribuito a dare forza a questo progetto di ricerca che conferma la presenza di grandi eccellenze in Sardegna: un risultato possibile grazie aalla sensibilità dei nostri clienti».
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna / Lettere e commenti (Pagina 15 - Edizione CA)
L’analisi
UNIVERSITÀ DELLA SARDEGNA: È IL MOMENTO DELLA SVOLTA
di Pietro Luciano*
 
Le recenti notizie circa la situazione di bilancio dell’Università di Sassari, che presenta per il 2013 un considerevole disavanzo, e l’annuncio di un ulteriore taglio di 4 milioni di euro del fondo di finanziamento ordinario da parte del Ministero dell’Università (FFO), portando così la cifra persa negli ultimi quattro anni a circa 15 milioni, non possono non suscitare in me alcune considerazioni, che ritengo opportuno rendere pubbliche per aprire un vero dibattito sul futuro dell’Ateneo. Già nel 2009 i segnali che le cose non andassero bene sotto il profilo finanziario c’erano tutti, tanto da spingermi a candidarmi per il rettorato con lo slogan "Sassari Ateneo sostenibile" e ad evidenziare nel mio programma un’eccessiva utilizzazione di fondi per stipendi ed edilizia. Purtroppo i segnali negativi non sono stati altrettanto allarmanti per la maggioranza del corpo accademico e si è proseguito senza porre un adeguato freno alle assunzioni, tanto da portare l’Università di Sassari al quarto posto nella graduatoria delle Università italiane per spese di personale in rapporto alle entrate stabili (come reso noto dal Sole 24 Ore del 12 novembre 2012).Ma sul latte versato è inutile piangere, bisogna guardare al futuro partendo dai dati attuali e trovare le proposte e le soluzioni migliori per recuperare la situazione. Innanzi tutto ritengo che bisogna proseguire con lo sforzo di accrescere le performances di ricerca e didattica, che, pur migliorate negli ultimi anni, appaiono ancora in-sufficienti, visti gli ulteriori tagli di FFO. Accanto al rinnovato impegno di tutti i docenti e del personale tecnico-amministrativo bisogna però porre mano ad un’adeguata riforma strutturale del sistema universitario sardo. Ritengo che il patto federativo stipulato fra le Università di Cagliari e di Sassari possa essere lo strumento privilegiato per ricalibrare l’offerta formativa in una Regione che attraversa la più profonda crisi economica dal dopo guerra e che non potrà indefinitamente reintegrare le risorse che lo Stato toglie alle Università isolane. Bisogna inoltre avere uno sguardo prospettico e tenere quindi nel debito conto il sensibile calo demografico che si sta verificando in Sardegna e che di per se stesso toglie utenti al sistema universitario. Si tratta quindi a mio parere di procedere subito a: - programmare la dimensione dell’offerta formativa adeguandola alla potenziale futura utenza, incrementando comunque gli sforzi per attrarre studenti dall’estero; - armonizzare l’offerta formativa dei due Atenei riducendo ad esempio le duplicazioni dei corsi di laurea, in particolare di quelli di I° livello, per allargare magari l’offerta di quelli magistrali, favorendo quindi anche lo scambio di studenti; - innovare l’attuale offerta formativa, utilizzando le risorse di docenza liberate con la cancellazione delle duplicazioni per aprire, ad esempio, qualcuno dei corsi di laurea scelti dagli studenti sardi che attualmente frequentano, in oltre 10.000, Università del continente italiano. L’attuale povertà di risorse apre comunque ulteriori problematiche sulle quali bisognerà intervenire senza infingimenti e dare concrete risposte; ad esempio agli associati e ai ricercatori delle Università sarde, che a decine conseguiranno nel prossimo futuro l’abilitazione scientifica nazionale per professori di I e II fascia, come si garantirà la tanto agognata e sudata progressione di carriera? Basterà per l’Università di Sassari l’annunciato aumento delle tasse universitarie e magari l’incentivazione al prepensionamento anziché il blocco del turnover?
*Dipartimenti di Agraria
Università di Sassari
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 33 - Edizione CA)
Università
«NESSUN AUMENTO DI TASSE E SARÀ FISSATO UN TETTO MASSIMO»
 
Vorrei tornare sul tema del bilancio dell’Università di Sassari, che il Consiglio di amministrazione ha approvato in pareggio il 20 dicembre, pur in un quadro di gravissima crisi determinata dal taglio di 400 milioni improvvisamente deciso dal Governo sul Fondo di funzionamento ordinario a carico di tutti gli atenei italiani. Analoghi tagli, per circa il 25% del fondo, erano stati decisi nei tre anni precedenti.
Amministriamo la nostra Università in un periodo davvero difficile e sono risultate fondate tutte le più fosche previsioni sull’applicazione della legge Gelmini, che avrebbe scardinato l’Università pubblica senza aumentare di un euro le risorse. Il presidente della Conferenza dei Rettori ci aveva chiesto di ingoiare la riforma, perché il ministro Giulio Tremonti prima e il ministro Vittorio Grilli poi solo così avrebbero aumentato le risorse pubbliche. Ci è stata raccontata una favola e credo di essere uno dei pochi rettori che hanno denunciato per tempo il disegno di indebolire il sistema universitario nazionale, che ha visto il taglio di tutte le Facoltà e di metà dei dipartimenti. Ne ho parlato due volte al telefono nei giorni scorsi al ministro Francesco Profumo.
Nonostante tutto siamo riusciti a chiudere in pareggio il bilancio 2013, un segno che testimonia la fiducia che è riposta in noi e l’impegno per lavorare in positivo per monitorare prestazioni e risultati di tutti. Il problema che dobbiamo affrontare questo mese è quello della discussione sul bilancio triennale 2013-2015, che stiamo rivedendo alla luce delle raccomandazioni dei revisori dei conti, dei sindacati e dei nostri studenti, raccomandazioni che intendiamo accogliere sempre con l’obiettivo di dare stabilità in prospettiva ai nostri conti.
Non intendo in nessun modo proporre il raddoppio delle contribuzioni studentesche: tale provvedimento ci porterebbe al livello di quasi tutti gli altri atenei italiani e metterebbe per sempre al sicuro i nostri conti, ma sarebbe insopportabile in Sardegna, oltre tutto in un drammatico contesto di disagio delle famiglie come quello che la nostra isola e in particolare la provincia di Sassari stanno vivendo in questi mesi.
Siamo solidali con i nostri studenti e c’è al lavoro una commissione tasse che introdurrà una progressiva riforma per modificare la curva di tassazione, proteggere i redditi più bassi e premiare i meritevoli. Gli introiti delle tasse per l’Ateneo non sono aumentati nell’ ultimo anno anche a causa della riduzione del numero degli studenti e ci ripromettiamo di fissare un tetto massimo di incremento del 5% che potrà essere spalmato in modo da rispondere alle preoccupazioni manifestate.
Mi ha lasciato sbalordito la notizia di una mobilitazione studentesca per ipotetici aumenti indiscriminati delle tasse e di un malumore del personale tecnico amministrativo per immaginarie assunzioni che peggiorerebbero il rapporto tra Fondo di funzionamento e stipendi. Le notizie riportate sono inesatte. Al contrario abbiamo voluto rispondere alla crisi con serietà e rigore, raffreddando le spese e tagliando sugli stipendi e sulle indennità, anche se il basso indice di indebitamento ci avrebbe consentito di assumere una decina di persone. Proprio per rispondere alle preoccupazioni dei sindacati il Cda ha bloccato il turn-over e non ha utilizzato al momento neppure una frazione dei punti organico disponibili per assunzioni, che oltretutto ci proponevamo di concentrare non sulla fascia docente ma sulla fascia tecnica amministrativa e bibliotecaria. Ne riparleremo tra qualche mese. Il 28dicembre abbiamo deciso di bandire sui fondi aggiuntivi del Piano straordinario per professori associati (somme che rischiavamo di perdere) due posti di diritto privato e oculistica, su richiesta dei Dipartimenti di Scienze Umanistiche e di Chirurgia. Ma le spese saranno compensate dai trasferimenti statali previsti dal Piano.
Amministriamo il nostro Ateneo senza rinunciare ad un progetto di sviluppo, alla difesa di una storia lunga, alla voglia di rappresentare un pezzo di Sardegna. Con il desiderio di superare le difficoltà insieme ai nostri studenti, ai nostri docenti, ai nostri tecnici, amministrativi e bibliotecari.mune che ci ha visto impegnati su tanti fronti alla ricerca di sinergie e di alleanze.
Attilio Mastino
Rettore dell’Università
di Sassari

Questionnaire and social

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