Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
08 February 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cagliari (Pagina 16 - Edizione CA)
Quei baroni pagati in nero
Macciotta è sotto processo per una truffa ai danni dell'Asl
I PRECEDENTI. Già in passato gli arrestati sono finiti nel mirino della magistratura
 
Non è la prima volta che Antonio Macciotta e Sergio Porcedda, arrestati ieri per il crac del Policlinico Città di Quartu, si trovano coinvolti in un'inchiesta giudiziaria. A carico del primo - come riportato anche nel provvedimento restrittivo - ci sono pendenti «nove procedimenti penali per i reati di truffa e violazioni di natura fiscale».
Recentemente è stato rinviato a giudizio insieme ai medici Claudio Velluti e Alberto Maleci per una presunto raggiro architettato nel 2008 ai danni dell'Università e dell'Asl. I due professionisti, entrambi all'epoca professori universitari e dunque già stipendiati dall'Ateneo cagliaritano, avrebbero infatti lavorato in nero per la casa di cura Città di Quartu all'epoca gestita da Macciotta. Il che avrebbe provocato un danno alle casse pubbliche di 439.790 euro, cifra che la Asl 8 avrebbe rimborsato al Policlinico in relazione ai «numerosi interventi di chirurgia ortopedica e vertebrale» eseguiti abusivamente dai due chirurghi. E sempre nell'ordinanza viene ricordato che fu denunciato insieme a Carlo Uda, imprenditore di Iglesias anche lui indagato per il crac, «per il reato di truffa finalizzato all'ottenimento di ingenti finanziamenti pubblici per la realizzazione di alcune residenze sanitarie assistenziali».
Porcedda invece è stato condannato a tre mesi di reclusione nel dicembre del 2010 per falso ideologico e disturbo della quiete pubblica: cinque anni prima, nel chiedere il rinnovo della concessione al Comune per lo stabilimento il Lido di sua proprietà, aveva falsamente attestato che gli impianti musicali presenti nella discoteca non avevano subito alcuna modifica rispetto al passato, circostanza che fu invece smentita da un sopralluogo che rilevò più decibel del consentito.
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 20 - Edizione CA)
La clinica va al Brotzu
Incidente alla Macciotta, trasloca un reparto
Accelerata dopo un corto circuito nell'ospedale dei bambini
 
Un corto circuito, per fortuna senza conseguenze gravi, e una relazione dei vigili del fuoco che inviterebbe ad accelerare il trasferimento programmato per l'estate: il reparto di Terapia intensiva della Clinica Macciotta potrebbe essere ospitato temporaneamente dal Brotzu, prima del suo definitivo spostamento al blocco Q del Policlinico universitario. I lavori nella struttura di Monserrato non sono ancora terminati e questo obbligherebbe l'azienda mista a un doppio trasloco nel giro di pochi mesi.
IL BROTZU «Siamo pronti ad accogliere il reparto se dovesse essere necessario», spiega il direttore generale del Brotzu Antonio Garau. Al momento però l'azienda universitaria starebbe cercando di evitare un trasferimento così complesso da organizzare in tempi brevi, in modo da rinviare qualsiasi trasloco a giugno o luglio, quando dovrebbero essere pronte le nuove sale del Policlinico. «Al momento non è previsto nessuno spostamento, se non quello già programmato nel blocco Q, non appena i locali saranno a disposizione», fanno sapere dall'azienda mista.
IL TRASFERIMENTO Ieri si è parlato dell'ipotesi di un trasferimento in una riunione convocata in tutta fretta, dopo l'episodio di qualche giorno fa. Il corto circuito è solo l'ultimo di una serie di campanelli d'allarme: è da anni che la Clinica Macciotta deve fare i conti con alcune gravi carenze strutturali. Di sicuro alcuni reparti andranno nel futuro “Dipartimento pediatrico” del Microcitemico, dove la Asl 8 sta portando a termine i lavori di ampliamento dell'ospedale. L'azienda sanitaria locale, l'università e il Brotzu dovrebbero firmare un accordo, sotto la supervisione della Regione, che prevede la fusione dei reparti di Pediatria e la concentrazione dei posti letto in un nuovo grande “polo” per i bambini in via Jenner. A dirlo è l'atto aziendale della Asl pubblicato a fine dicembre. Sicuramente per i reparti della Macciotta è arrivato il momento di lasciare la vecchia clinica: ad aprile entreranno in vigore alcune norme che non consentiranno più deroghe alle condizioni strutturali, considerate da tutti come una vera emergenza.
IL PRECEDENTE Due anni fa un neonato in preda a una crisi respiratoria rischiò di morire: l'ascensore si bloccò proprio quando gli infermieri stavano cercando di portarlo in Terapia intensiva, al terzo piano. Gli ultimi tempi sono costellati di episodi del genere, fino al recente corto circuito che ora costringerebbe a rivedere i programmi. Nel blocco Q del policlinico di Monserrato andranno la Puericultura e la Terapia intensiva neonatale. La Pediatria e la Neuropsichiatria infantile invece troveranno casa al Microcitemico, dove si dovrebbe trasferire anche il reparto di Pediatria del Brotzu. Nel nuovo dipartimento potrebbe aggiungersi in futuro anche Ostetricia, come auspicato dall'assessore regionale alla Sanità Simona De Francisci.
SAN GIOVANNI DI DIO Oltre ai reparti della clinica Macciotta, a Monserrato dovrebbe spostarsi entro il 2013 anche una buona parte del San Giovanni di Dio. Si tratta di Ginecologia, Cardiologia, Chirurgia, del Pronto soccorso e di alcuni laboratori. Gli altri reparti rimarranno invece ancora per qualche anno nella struttura di via Ospedale. Prima che si completi lo spostamento, bisognerà concludere l'ampliamento del Policlinico, che nei prossimi mesi dovrebbe essere raggiunto anche dalla metro leggera.
Michele Ruffi
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 26 - Edizione NU)
Sassari
Biblioteche universitarie
 
Si è insediata ieri mattina a Sassari la nuova commissione di ateneo per le biblioteche dell'Università. Sarà guidata dal delegato del rettore Pietro Pulina che avrà il compito di attuare la nuova riforma prevista della legge. Negli ultimi anni, il servizio è stato reso più complicato dalla centralizzazione di otto biblioteche e con la crisi generale. «Le potenzialità per risollevarsi ci sono tutte - ha detto il rettore Attilio Mastino e il sistema bibliotecario tornerà a essere il fiore all'occhiello dell'Università». Incoraggiante invece la situazione dal punto di vista economico. Numeri alla mano, il sistema non ha subìto decurtazioni nel budget: nel 2012 aveva ricevuto circa 3 milioni di euro, cifra confermata per il 2013. Tra i primi problemi da affrontare invece ci sarà sicuramente quello legato al contenzioso con la cooperativa Sos Balaros che si era aggiudicata la gara d'appalto per la fornitura triennale dei servizi bibliotecari. «La gestione sarà un compito gravoso - ha spiegato Mastino - ma sono presenti professionalità per ritornare ad alti livelli». (a. br.)
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Scienze (Pagina 37 - Edizione CA)
Brevetti
Dalla Sardegna le scelte strategiche per abitare lo Spazio
 
Il sogno di abitare lo Spazio e creare nuove dimore per l'uomo non abbandona i ricercatori e li spinge a cercare soluzioni strategiche. Un passo importante in questa direzione è stato compiuto nel dicembre 2009, quando è diventato operativo il progetto italiano Cosmic.
Finanziato dall'Asi (l'agenzia spaziale italiana) con 500mila euro, è coordinato da Giacomo Cao, docente del dipartimento di Ingegneria meccanica, Chimica e dei Materiali all'università di Cagliari e ricercatore del CRS4 di Pula (il centro di ricerca del Parco tecnologico della Sardegna), e coinvolge anche il Dipartimento di Energia e Trasporti del CNR e la Corem Srl.
L'obiettivo degli scienziati, centrato con la proposta di un brevetto, è quello di creare elementi strutturali utili al sostentamento di missioni su Luna, Marte e/o asteroidi attraverso l'utilizzo di risorse reperibili sul posto. La domanda di brevetto per il Fabrication process of physical assets for civil and/or industrial structures on the surface of Moon, Mars and/or asteroids - i cui inventori sono lo stesso Cao, Alessandro Concas, Gianluca Corrias, Roberta Licheri, Roberto Orrù, Massimo Pisu e Claudio Zanotti - è stata già giudicata completamente inventiva e brevettabile ed è stata nazionalizzata a livello europeo, americano, cinese, indiano, giapponese e russo.
Due delle tecnologie contenute nell'atto sono tra quelle che la Nasa ha preso in considerazione per i futuri scenari di esplorazione sia robotica sia umana nello Spazio, nell'ambito dell'ISECG (International Space Exploration Coordination Group), a cui partecipano 14 agenzie spaziali.
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Cronaca di Nuoro (Pagina 17 - Edizione NU)
Abbandonata l'aula
Idea Comune e la seduta flash «È uno spreco»
 
«Amministrazione sprecona»: Idea Comune lascia l'aula in polemica con il presidente del Consiglio Gianni Salis e il resto della maggioranza, per aver convocato una seduta con soli tre punti all'ordine del giorno, «buttando via i soldi senza produrre nulla». Il gruppo di opposizione di Idea Comune (in realtà era presente solo Antonello Delogu) ieri ha disertato subito dopo la surroga tra i banchi del Pdl dove al posto di Enrico Spanu, autodimessosi, è arrivato Pietro Salis. Alla base del mal di pancia il fatto che, «nonostante ci siano un sacco di interpellanze che giacciono indiscusse da tantissimo tempo, interrogazioni alcune delle quali addirittura scadute e che quindi diventeranno carta straccia», spiegano, «il presidente e chi lo appoggia ha deciso di indire un'assise per discutere di tre argomenti uno dei quali è un semplice cambio di guardia». E incalzano: «Denunciamo lo spreco di risorse pubbliche, del denaro dei nuoresi, per un'ora di Consiglio se ne volano minimo 5 mila euro, tutti tolti alle tasche dei cittadini».
IL CASO UNIVERSITÀ Ma i fumi di tempesta ieri, arrivano anche da un'altra parte. Dopo l'intervento del rettore di Sassari Attilio Mastino che a proposito del presunto scippo del master sugli incendi boschivi, ha motivato il fatto che sia stato attivato con la ragione che il consorzio universitario nuorese non ha mai presentato un progetto a riguardo, scende in campo Pierluigi Saiu del Pdl: «Se Nuoro ha perso Piros è perché il consorzio non è in grado di presentare proposte da prendere seriamente. Il commissario Caterina Loi dovrà risponderne in Consiglio. Il consorzio anche se in liquidazione è partecipato da Comune e Provincia in parti uguali e ha come scopo quello della promozione degli studi universitari nella Sardegna centrale. L'idea che Nuoro abbia perso un'occasione importante per l'incapacità di fare proposte spendibili sul piano accademico non può che preoccupare. (fr. gu.)
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda
Cronaca di Alghero (Pagina 27 - Edizione NU)
Carcere, via alla sezione semiliberi
Con l'ok del Dipartimento detenzione morbida per alcuni detenuti
Dopo un anno e mezzo accolta la richiesta, ancora in fase sperimentale, della direttrice dell'istituto
 
Di giorno a spasso e di notte in carcere. Con il riconoscimento della sezione di semiliberi, da parte del Dipartimento penitenziario, arrivano nell'istituto di pena algherese i primi quattro detenuti che godono di un regime carcerario molto più elastico. Con questa misura alternativa alla detenzione tradizionale chi ha affrontato con successo un percorso rieducativo, può lasciare la cella al mattino, andare al lavoro, stare in famiglia, per poi rientrare in istituto soltanto per dormire, entro le 22. É un obiettivo che la direttrice della casa circondariale algherese, Elisa Milanesi si era prefissata fin dal suo insediamento.
LA DIRETTRICE E ora è arrivato il benestare dal Dipartimento: «La mia richiesta risale a un anno e mezzo fa - spiega - il riconoscimento di questa sezione per ora è in via sperimentale». Proprio in vista dell'apertura di questo spazio riservato ai semiliberi per il momento sono state sospese altre assegnazioni. Attualmente la popolazione carceraria sfiora le 170 unità. «Anche gli altri detenuti godono di un'ampia libertà, pur stando sempre all'interno e sono coinvolti in tante attività rieducative». Altri undici reclusi lavorano esternamente, attraverso progetti con enti pubblici e aziende private.
NUOVI PROGETTI Una sessantina sono impegnati nelle attività lavorative interne al penitenziario, dalla cucina, alla pulizia degli spazi comuni, alla lavanderia. Tutti gli altri frequentano corsi di studio di vari livelli, dalla scuola media all'università. Oltre i corsi per i servizi alberghieri, si sta cercando di attivare fin dal prossimo anno scolastico il corso professionale per diventare elettrotecnico. Poi c'è chi ambisce alla laurea. «Abbiamo dieci studenti iscritti a varie facoltà che grazie ad un protocollo intesa con l'università possono seguire i corsi direttamente in carcere e dare gli esami», riferisce la direttrice.
L'UNIVERSITÀ Grazie alla proficua collaborazione con l'ateneo sassarese a breve partirà un ciclo di conferenze nella struttura di via Vittorio Emanuele. Per chi invece non ama i libri, ci sono attività sportive. Circa quindici detenuti hanno scelto di conseguire la qualifica di arbitro. Contestualmente si lavora per migliorare le condizioni di vivibilità all'interno. L'edificio è interessato infatti da una ristrutturazione per dotare di docce ciascuna camera di reclusione. Un altro traguardo che la responsabile vorrebbe tagliare è riattivazione della falegnameria e della tipografia. Gli impianti sono fermi per il mancato rifinanziamento dei progetti. «L'ideale - pensa Milanesi - sarebbe trovare delle aziende che vogliano impiantare la propria attività sfruttando queste attrezzature, in comodato d'uso gratuito».
Pierpaola Pisanu

LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 1 - Prima Pagina
I MOLTI DUBBI SUL CAMPUS UNIVERSITARIO
di ANTONIETTA MAZZETTE
 
Ancora una volta sollevo l'attenzione sulla delibera dell'Ersu in merito all'acquisizione dell'area a ridosso del cavalcavia per trasformarla in un “campus” impropriamente detto. Ciò perché ritengo che Sassari, oggi più che nel passato, non possa permettersi di distrarsi da decisioni così importanti e che, se sbagliate, determinerebbero effetti perversi che la città non potrebbe sostenere. Per questo motivo pongo qui tre diversi tipi di ragioni: 1) uno di metodo; 2) uno di trasparenza; 3) uno di merito. Per ciò che riguarda il primo mi permetto di chiedere al presidente dell'Ersu e a quanti in consiglio di amministrazione hanno votato a favore di questa acquisizione, se abbiano o no coinvolto l'Università e l'Amministrazione comunale nei loro processi decisionali, giacché, in un caso, riguarderebbe i suoi studenti, nell'altro caso l'intera città. Inoltre, quali studi hanno supportato le loro scelte e se questi siano accessibili a quanti volessero visionarli. Ossia, quali logiche urbanistiche hanno condotto all'individuazione dell'area che non sia il mero calcolo delle distanze da percorrere. Calcolo certamente importante ma che in una città di piccole dimensioni come Sassari potrebbe costituire uno dei tanti indicatori da utilizzare, non il principale. Per ciò che riguarda la trasparenza, chiedo che rassicurino l'opinione pubblica sul fatto che non vi è nessuno all'interno dei due enti (Ersu e Università) coinvolto né direttamente né indirettamente nella proprietà dell'area. So bene che si tratta di due enti pubblici separati, ma la ragione primaria dell'Ersu è rispondere alle esigenze degli studenti universitari, mentre quella dell'Università è vigilare perché il diritto allo studio venga garantito nelle forme previste dalle norme. In altre parole i due enti, pur operando distintamente, hanno a che fare, per così dire, con la stessa "materia, perciò sarebbe una necessità etica sgombrare il campo da eventuali sospetti che interessi privati abbiano influito sulla decisione e sul progetto. Per ciò che riguarda il merito, ci sono almeno tre ragioni che mi portano a dire che la scelta effettuata dall'Ersu è sbagliata. In primo luogo, perché è superata la logica del cosiddetto campus. Non mi soffermo su questo aspetto perché ho avuto modo di affrontarlo nel mio precedente articolo del 21 dicembre scorso. In realtà, più che di campus, si tratterebbe di una sorta di segregazione (seppure confortevole) territoriale e funzionale di centinaia di giovani. In secondo luogo, perché l'area individuata è situata fuori dal tessuto urbano e, dunque, dalla vita sociale (l'unica attività di prossimità è quella dei centri commerciali) e perché sarebbe comunque dislocata lontano da tutte le sedi universitarie. Curiosamente la scelta sembra contraddire proprio quell'indicatore largamente pubblicizzato. La sede più vicina è quella del polo di economia, giurisprudenza e scienze politiche, ma il percorso che porta a viale Mancini non è agevole e sicuro. In terzo luogo, è sbagliata per gli inevitabili alti costi di gestione (oltre che di risanamento e di riqualificazione dell'area). Si tratterebbe di una gestione centralizzata delle residenze, delle aree verdi (da inventare), delle aree di svago e di studio, dalla biblioteca agli impianti sportivi. La domanda che sorge spontanea è con quali risorse umane e finanziarie l'Ersu intenderebbe far fronte nel tempo a tutte queste attività? In verità, il progetto così come era apparso nell' "Avviso pubblico esplorativo", si è già sgonfiato strada facendo: da 500 posti letto sembra che si sia scesi a 350; il terreno scelto non ha "vegetazione ad alto fusto esistente" e neppure "è integrato nella vita cittadina", da 4/10 ettari si è passati a poco più di un ettaro. Il che mi porta a dire che i primi a non rispettare i termini dell'Avviso sono stati proprio i membri del consiglio di amministrazione dell'Ersu che hanno votato a favore, che i nostri studenti hanno ancora da pazientare. Eppure, ci sarebbero altre soluzioni e parlarne in una sede pubblica con tutti i protagonisti potrebbe essere utile perché consentirebbe di maturare una scelta condivisa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 17 - Ed_Cagliari
l’opinione
Sono le imprese che creano il lavoro e non la burocrazia
di MASSIMO PUTZU
 
La Sardegna si trova certamente ad un bivio: scegliere di continuare su una strada di progressivo declino oppure avere il coraggio di guardare alle sfide del futuro e cercare di risollevarsi. I dati economici indicano in maniera inequivocabile che la Sardegna è almeno da un decennio in una condizione di stagnazione economica, se non di progressivo arretramento.L’occupazione dell’industria nel suo complesso (manifatturiero+edilizia) dal 1993 ad oggi ha perso oltre 42.000 occupati, dei quali 25.000 nell’industria in senso stretto. Il PIL regionale mantiene costante il divario rispetto a quello nazionale. Il complesso delle entrate della nostra regione che, per il settore pubblico allargato, ammonta a 22 miliardi di euro a fronte di spese per 30 miliardi per il complesso dei beni e servizi assicurati dai vari livelli della Pubblica Amministrazione. Se fossimo uno Stato ciò vorrebbe dire che spendiamo la totalità del nostro PIL, ma a fronte di un debito che ammonterebbe a circa 8 miliardi di euro. Se fossimo un’azienda privata significherebbe il fallimento. In questi anni di crisi abbiamo visto contrarsi la produzione industriale, calare drasticamente i consumi - solo a titolo di esempio come settore che è un termometro dell’andamento dell’economia- in Sardegna tra il 2009 ed il 2012 sono state immatricolate il 50% in meno delle auto nuove, e’ praticamente sparito la meta’ del mercato. Diversi operatori usciranno inesorabilmente dalla competizione. Abbiamo visto crollare il livello degli investimenti da parte delle imprese, aumentare i disoccupati ( il tasso di disoccupazione giovanile in Sardegna sfiora ormai il 50%). Vi è un deficit di imprenditorialità e di impresa che è la conseguenza di un sovradimensionamento della pubblica amministrazione ai vari livelli che ha portato ad un’invasione di campo, ricoprendo aree che avrebbero potuto vedere lo sviluppo di iniziative imprenditoriali capaci di generare ricadute ben maggiori. Forse ancora non è ben chiaro che il lavoro non lo porta la cicogna. Il lavoro lo portano le imprese, quelle piccole, quelle medie e quelle grandi. Il lavoro lo creano gli allevatori, gli artigiani, i commercianti, gli industriali, tutti quegli imprenditori che rischiano tutti i giorni sul mercato che ormai non c’è più, che rischiano tutto e che se sbagliano saltano senza possibilita’ di rimediare. Ridurre la spesa pubblica, renderla più efficiente, sburocratizzare e semplificare la pubblica amministrazione, snellire il sistema di norme e regolamenti che si sovrappongono le une alle altre. Questo deve essere l’obiettivo. La crisi ha evidenziato l’insostenibilità di questa situazione. È questo il primo fronte di guerra. Il neocentralismo regionale oltre che confusionario ha determinato un onere per imprese e società che grava sulle possibilità di sviluppo nella nostra Isola. Il secondo fronte, ma che è strettamente connesso al primo, è quello stimolare la domanda pubblica e privata, creare opportunità di impresa riducendo gli oneri che essa sostiene. Facilitare l’accesso al credito per chi vuole creare lavoro. Sostenere gli investimenti in infrastrutture, materiali ed immateriali, ridurre il peso delle imposte, specie sul costo del lavoro in maniera tale da incentivare le nuove assunzioni, sostenere i giovani imprenditori e le imprese e settori più innovativi. Dovrebbero essere queste le priorità di una vera politica economica regionale. Deve essere questa la sfida per il futuro della Sardegna. A questo punto non è più un’opzione ma una drammatica necessità.
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
FIDAPA
Doppia preferenza di genere, dibattito a Palazzo Regio
 
CAGLIARI Per le donne sarde è arrivato il momento di chiedere al Consiglio Regionale della Sardegna un voto unanime sulla "doppia preferenza di genere": questo è l'obiettivo della Tavola Rotonda "Quale democrazia", organizzata dalla Fidapa-Distretto Sardegna, oggi, alle 16,30 a Palazzo Regio. Dopo l'apertura dei lavori dei lavori di Elena Burrai, presidente Fidapa-Distretto Sardegna e Paola Melis, presidente Fidapa-Sezione di Cagliari e i saluti di Angela Quaquero, presidente della Provincia di Cagliari e Massimo Zedda, sindaco della città, si aprirà la Tavola Rotonda con Rosanna Floris - Consigliere Regionale Pdl, Francesca Barracciu - Consigliere Regionale Pd, Angelo Merlini, avvocato del Foro di Nuoro, Andrea Deffenu - Docente di Diritto Costituzionale Università di Cagliari ed Elena Burrai. Seguirà il dibattito con rappresentanti delle Associazioni Femminili e delle Istituzioni.
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna
Pagina 21 - Sassari
UNIVERSITà
Sistema bibliotecario, insediata la commissione
 
SASSARI Si è insediata ieri la nuova commissione che avrà il compito di guidare il sistema bibliotecario dell’Università. Il gruppo di lavoro dovrà far fronte a un momento di crisi. «La riforma – si legge in una nota – ha trasformato profondamente la governance del servizio, istituendo otto biblioteche centralizzate e creando non pochi problemi organizzativi. La crisi generale ha influito sulle performance del sistema bibliotecario, riducendo alcuni dei servizi erogati come i prestiti e le acquisizioni del materiale bibliografico inventariato, mentre è aumentato l’orario di apertura al pubblico». «Le potenzialità per risollevarsi ci sono tutte – ha dichiarato il rettore Attilio Mastino –. Il Sistema bibliotecario di Ateneo tornerà a essere il fiore all'occhiello dell'Università di Sassari». Del resto - numeri alla mano - nonostante le ristrettezze dovute al taglio del Fondo di finanziamento ordinario, il Sistema bibliotecario di Ateneo non ha subito decurtazioni del budget: nel 2012 aveva ricevuto 2,8 milioni di euro, una cifra praticamente identica al finanziamento previsto per il 2013. Segno dell'attenzione speciale di cui le biblioteche godono da parte del Rettore e degli Organi di governo. Alla nuova commissione, guidata dal delegato rettorale alle Biblioteche Pietro Pulina, sono giunti gli auguri di buon lavoro da parte del Prorettore vicario Laura Manca e del direttore generale dell'Università, Guido Croci.
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna
Pagina 35 - Cultura-Spettacoli
Fai, mercoledì della cultura
Armonia naturale e decrescita: il pensiero di Lombardi Vallauri
di Anna Sanna
 
SASSARI «La crescita è un feticcio che viene agitato, come quello dello spread, da persone che non pensano che crescere ancora significherebbe consumare più energia, vendere cose inutili. Crisi ce n’è troppo poca, se uscirne significa continuare con il modello di sviluppo che abbiamo portato avanti finora». Quello proposto dal filosofo Luigi Lombardi Vallauri non è soltanto il cambiamento di un’economia basata sullo sfruttamento senza limiti delle risorse. È soprattutto un ripensamento radicale di tutto il sistema di valori della nostra società, finora orientato alla fruizione di beni che possono essere soltanto patrimonio di pochi. Lo studioso, ordinario di filosofia del diritto all’Università di Firenze e quest’anno titolare di un corso della stessa disciplina all’Università di Sassari, mercoledì pomeriggio nella Sala Siglienti del Banco di Sardegna in viale Umberto ha tenuto una conversazione sul tema “Per l’armonia dell’ambiente: un diverso stile del desiderio”. L'appuntamento era inserito all'interno del ciclo di conferenze “I Mercoledi della cultura”, organizzato dalla delegazione sassarese del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) che ha scelto di invitare il professore per le sue teorie sull’ambiente vicine agli scopi della fondazione, di tutela e salvaguardia dei beni paesaggisti e culturali. «Il nemico principale dell’armonia è l’antropocentrismo che dipende dal potere tecnologico della specie umana - ha spiegato il filosofo – l’uomo però è diventato una spaventosa malattia cutanea del pianeta, con queste enormi pustole che sono le megalopoli e queste enormi vene varicose che sono le autostrade. Le nostre società evolute sono dominate dal desiderio di ricchezza, di potere, di notorietà: beni esclusivi perché chi li persegue e ottiene tende ad escludere gli altri dal loro possesso». Secondo Lombardi Vallauri, vicino al Movimento delle Decrescita felice, vegano e refrattario a quelli che chiama i tre “fatali audiovideo metallici” di matrice umana (televisione, computer e cellulare) da cui ci arriva un “mondo di cemento e vetro”, «L’individualismo possessivo crea una società di inimicizia, di crisi strutturale disastrosa non solo dal punto di vista economico ma anche etico. Non si può pensare di andare avanti così, se la popolazione dei Paesi emergenti come Cina, India, Brasile raggiungesse il nostro stesso stile di vita sarebbe la fine del mondo. Certo questo discorso va fatto soprattutto ai ricchi, non a chi è stato sempre povero finora». Quale, allora, la strada da perseguire per un modello di sviluppo sostenibile? «L’armonia si può raggiungere con l’equilibrio tra cinque punti: gli uomini attuali, le generazioni future e gli animali, i beni culturali e quelli ambientali - risponde Lombardi Vallauri - per questo è necessario un ripensamento del desiderio verso beni non esclusivi che nulla tolgono alla collettività perché possono essere fruiti da tutti: il corpo, la mente e le relazioni affettive». Un diverso stile del desiderio, lo definisce il filosofo, da perseguire attraverso l’amore per la bellezza, la non violenza, la tutela dell’ambiente e il rispetto per gli animali «esseri senzienti, uccisi al ritmo di 60 miliardi l’anno». «Bisogna andare verso una decrescita dei beni esclusivi, che può essere felice nel momento in cui capiamo di non aver bisogno di tutta questa energia, di tutto questo sfruttamento – conclude lo studioso - e verso una crescita soddisfacente e consapevole di quelli non esclusivi: beni che non accrescono il Pil ma il benessere delle persone e dell’intera società».
 
 

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