Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 March 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Cronaca di Cagliari (Pagina 17 - Edizione CA)
Ingegneria, rubati 10 pc
Furto notturno nella sala multimediale della facoltà
VIA IS MAGLIAS. I ladri hanno portato via anche un costoso impianto audio
 
Hanno portato via diversi computer e un impianto audio dalla sala multimediale della facoltà di Ingegneria, in via Is Maglias. I ladri, dai primi rilievi effettuati dagli agenti della Squadra volante intervenuti dopo la segnalazione del personale della facoltà, non hanno faticato per entrare: recinzione facile da scavalcare e nessuna telecamera. Con il mistero dell'allarme, probabilmente guasto o in quel momento disattivato. Il furto risale a domenica. Il giorno dopo la preside ha presentato la querela. La banda entrata in azione durante la notte è fuggita con una decina di computer, tastiere e mouse. Portato via anche un impianto audio.
Secondo la prima ricostruzione degli agenti coordinati dal dirigente Gianfranco Murgia, i ladri sono passati dalla recinzione, scavalcata senza problemi, entrando poi nell'edificio da una porta antipanico dopo aver mandato in frantumi il vetro. Entrare nella sala poi è stato facile: la porta è stata buttata giù a spallate. Infine la razzia di pc. Il lavoro è stato completato con il trasporto della refurtiva quasi sicuramente su un furgoncino parcheggiato nelle vicinanze della facoltà. Dopo i rilievi della Scientifica è iniziata la conta dei danni. Ma anche la segnalazione della poca sicurezza della struttura di via Is Maglias. Senza telecamere per la sorveglianza e con un allarme che funziona a singhiozzo. ( m. v. )
 
LA NUOVA SARDEGNA
2 – La Nuova Sardegna
Pagina 10 - Ed_Cagliari
Scoperta geografica: nel Sulcis c’è un lago e nessuno lo sapeva
Per tutti era uno stagno, ma uno studio del professor Ginesu dell’Università di Sassari ne ha rivelato la vera identità
di Chiaramaria Pinna
 
SASSARI È nato 12 milioni di anni fa, milione più, milione meno, e in molti hanno aspirato da quel bacino come fosse un pozzo, e tutt’ora lo fanno. Dall’industria agli agricoltori, senza troppi complimenti, tutti hanno attinto da quello che senza grande fantasia centinaia di anni fa è stato battezzato Stagno ’e Forru forse perché è a pochi metri dal mare. Ma dello stagno non ha nessuna caratteristica, tantomeno il salmastro. Nessuno però si è reso conto che quello specchio di 400 metri di diametro e profondo due e mezzo, a meno di 500 metri dal litorale, in realtà è un lago naturale di acqua dolce alimentato dalle piogge. Incastonato in uno dei paesaggi fino a trent’anni fa tra i più belli e oggi in parte violato dell’isola, a un passo da Portoscuso e Bruncuteula, ma anche dai fanghi rossi del Sulcis, sembra una maxi piscina circolare, «perfetto come una grande tazza di porcellana», dice con soddisfazione Sergio Ginesu, il docente di Geografia fisica e geomorfologia del dipartimento di Scienze della natura e del territorio dell’Università di Sassari che ha fatto la scoperta regalando così alla Sardegna il secondo lago. Una scoperta che ora costringerà a riscrivere la geografia dell’isola anche nei libri scolastici perché Baratz non è più solo. L’occhio di Ginesu è caduto su quel cerchio d’acqua mentre era impegnato in un altro studio. «Seguivo l’evoluzione della linea di costa – spiega il docente – di un’area purtroppo trascurata, dove l’industria ha estratto 4 milioni di metri cubi di sabbia dai fondali per rigettarli sulla costa cancellando dune e stagni per realizzare i piani di ampliamento, cambiando così la morfologia costiera, quando sono stato attratto dalla forma di quello stagno: Ho pensato subito che fosse una formazione derivata dalla caduta di un meteorite o che si trattasse di un maar». Il maar, spiega Ginesu, è una caldera originata da esplosioni scatenate dal contatto tra magma e acqua di falda. L'acqua della falda freatica riempie poi la caldera residua formando così il laghetto nel fondo della cavità. Un evento di una potenza incredibile che deriva dal collasso di parte dell'edificio vulcanico all'interno della camera magmatica una volta che questa si è svuotata del magma interno. Spesso, data la loro geomorfologia concava, le caldere sono la sede di laghi formati dall'accumulo dell'acqua piovana che rimane intrappolata all'interno. Qualche giorno dopo il primo approccio, come Indiana Jones, Ginesu ha cominciato ad avvicinarsi al laghetto per raccogliere i primi elementi e condividere l’esperienza con altri esperti volontari. «I fondi per la ricerca sono pochi, si sa – spiega il docente – quindi siamo andati avanti senza un euro. Ci sembrava impossibile che nessuno avesse considerato quello specchio d’acqua...», quindi, a maggior ragione, il progetto ha conquistato la geografa Donatella Carboni, gli esperti in geomorfologia Stefania Sias e navigazione Massimo Coppini, la biochimica Bruna Tandolini, i vulcanologi Francesco Secchi e Marco Marchi e la studiosa di biologia del lago Bruna Tadolini, mentre il supporto logistico è stato garantito da Giacomo Fonsa. Cinque anni di studi, e oggi l’ufficializzazione del lavoro: la pubblicazione sulla rivista internazionale Geografia fisica e dinamica quaternaria del lavoro firmato da Sergio Ginesu e intitolato: “A new lake in southwestern sardinia: a maar”? «Ma porterò ancora avanti la ricerca – spiega il docente – perché il punto interrogativo scompaia». L’ipotesi più affascinante resta sicuramente quella del meteorite. E del resto parte della commissione scientifica che ha giudicato il lavoro prima della pubblicazione propendeva per questa. Nuovi sondaggi e campionamenti delle polveri potrebbero presto confortare questa teoria che potrebbe essere suffragata da un dato certo: il fondo dell’ormai ex Stagno ’e Forru, misurato palmo a palmo, non ha nessun avvallamento che faccia pensare a un cratere. È piatto, come se una pesantissima lastra di metallo fosse caduta dal cielo, milioni di anni fa.
 
LA NUOVA SARDEGNA
3 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Ed_Cagliari
L’APPUNTAMENTO
Lezione di storia sulla chiesa di San Salvatore
 
IGLESIAS Domani è previsto il primo appuntamento con la “scuola civica di storia”. Alle ore 18, presso l’archivio storico comunale in via delle carceri, si terrà una lezione dal titolo “Nuovi contributi per lo studio della chiesa di San Salvatore a Iglesias”. Interverrà il professor Giorgio Cavallo, dell’Univesrrità degli studi di Cagliari. L’invito a partecipare alla prima lezione della “scuola civica di storia”, organizzata con il patrocinio dell’amministrazione comunale, è idealmente rivolto a tutti gli appassionati della storia della città mineraria. Nei prossimi giorni sarà inoltre fornito tutto il calendario completo delle lezioni dedicate a fatti. luoghi e personaggi di Iglesias.
 
LA NUOVA SARDEGNA
4 – La Nuova Sardegna
Pagina 44 - Ed_Cagliari
Ecco “Istella”, super nova dell’universo web
Renato Soru presenta a Roma la sua creatura: «Un motore di ricerca che punta sulla cultura e sul sapere condiviso»
Tecnologia e informazione
Rilanciare l’industria tecnologica e creare lavoro, sollevare la testa, capire che cosa sappiamo fare e farlo con coraggio Mai smettere di provare
di Titti Santamato
 
ROMA Viene da Cagliari e il nome è sardo: Istella (stella, in italiano). È il nome del nuovo motore di ricerca di Tiscali, azienda che si mette in gioco creando un’alternativa a Google. «Non vogliamo però contrastare Google sul suo stesso terreno: oggi muoviamo i primi passi con un servizio che più che alternativo è complementare», ha spiegato Renato Soru, presidente dell’azienda di telecomunicazione di Sa Iletta, ieri pomeriggio a Roma in conferenza stampa. Soru ha tenuto a precisare che l’algoritmo alla base del nuovo motore di ricerca «è la qualità e il sapere condiviso» e non la popolarità. «Istella – ha aggiunto Soru – vuole scandagliare il web nascosto, fatto di archivi e di contenuti di inestimabile valore, ma anche il sapere comune, per conoscere e condividere la cultura italiana». Dovendosi diversificare da quello di Mountain View, ma anche da altri motori di ricerca, Istella punta dunque su contenuti diversi. «Verrà dato spazio a quanti più archivi possibile», ha spiegato Soru. Come quelli – solo per citarne alcuni – dell’Istituto Treccani e del ministero dei Beni culturali, ma anche di Blom, l’azienda leader in Italia nel settore del telerilevamento. E Istella darà anche la possibilità agli utenti di contribuire e condividere i propri archivi personali: «Perché ogni vita è un’enciclopedia», ha sottolineato Soru citando Italo Calvino. Con la funzione “condividi” si potranno mettere in comune immagini, video e audio che saranno poi indicizzati da Istella per essere ricercati in rete. Chi vuole può diventare follower di altri utenti e ogni utente avrà una propria bacheca digitale che sembra ispirata al social network per foto Pinterest (settore su cui Tiscali si è gia lanciata con Indoona). «Non c’è un controllo preventivo – ha spiegato Soru – sui contenuti degli utenti, ma verrà data la massima attenzione alle segnalazioni sulle violazioni di copyright o di altre norme». Un po’ come fa YouTube. Inoltre, il presidente di Tiscali ha assicurato che non verrà fatta “profilazione” dei dati degli utenti, uno dei motivi per cui molti big della tecnologia sono sotto la lente delle autorità per la privacy («Non ti tracciamo e non ti cataloghiamo», promette la home page di Istella). A sottolineare l’identità italiana oltre che sarda, nella stessa homepage campeggia la Torre di Pisa. Un ringraziamento “speciale” Soru lo ha rivolto anche ai partner tecnologici che sono, tra gli altri, l’Università di Pisa e il Consiglio nazionale delle ricerche. Altra peculiartità di Istella è infatti che mette a disposizione della scienza i suoi archivi, dando vita così a una sorta di open data per il settore. Ovviamente Istella ha un modello di business. «Venderemo la pubblicità e le parole chiave, ma potremo anche stringere accordi con le pubbliche amministrazioni e con gli editori», ha detto Renato Soru ricordando che questo è «un segmento che fatturerà due miliardi e mezzo l’anno e il progetto ci è costato quindici anni di investimenti. È quello a cui voglio più bene». «Vorremmo – ha detto Soru – confrontarci, a livello di tecnologia, con i giornali e con i loro editori. Istella si propone di servire le testate che usano i motori di ricerca per il quotidiano lavoro redazionale. Speriamo di attivare una proficua sinergia». «L’auspicio – ha concluso il presidente di Tiscali – è di rilanciare l’industria tecnologica in Italia e di creare lavoro. Nei momenti di difficoltà abbiamo il dovere di sollevare la testa, capire che cosa sappiamo fare e farlo con passione e con coraggio. Non bisogna smettere di provare a intraprendere iniziative nostre». Istella è accessibile su Internet digitando www.istella.it.

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