Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
13 September 2013

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 34 - Edizione CA)
ALGHERO. «Subito i locali»
Architettura: il Rettore mostra i muscoli
 
SASSARI Alla vigilia del nuovo anno accademico la facoltà di Architettura è ancora a corto di spazi per il regolare svolgimento delle lezioni. E il rettore avverte: «Faremo lezione davanti al Municipio». Con un telegramma Attilio Mastino ha sollecitato il sindaco Stefano Lubrano al rispetto del protocollo d'intesa firmato il 25 luglio al termine di un lungo periodo di contrattazione. «Il Comune di Alghero consegni immediatamente al Dipartimento di almeno tre aule nei locali dell'ex Ospedale Santa Chiara entro il 15 settembre». Nel documento sottoscritto quasi due mesi fa l'amministrazione comunale si era impegnata a garantire all'Università di Sassari, per le esigenze del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica, l'uso esclusivo di parte dei locali del complesso di Santa Chiara (che sono tuttora interessati da interventi di ristrutturazione); l'ex Asilo Sella; il palazzo del Pou Salit; alcuni locali al primo piano di Palazzo Serra per le esigenze del Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali, del Centro linguistico di Ateneo e della Scuola universitaria di lingua e cultura italiana per stranieri. Tra due settimane, esattamente a partire dal primo di ottobre, gli studenti dovranno iniziare le lezioni e il Comune non ha ancora consegnato all'Ateneo nessuna delle nuove aule del complesso di Santa Chiara. La disponibilità di spazi in altri istituti scolastici cittadini «non è stata confermata - spiegano dall'Università - e comunque non è accettata dal direttore del Dipartimento». Il Rettore, tra l'altro, si è detto disponibile a partecipare alla seduta del Consiglio comunale che discuterà il testo del protocollo d'intesa tra Comune e Università. «Se le nostre richieste non saranno accolte, il primo ottobre sarò ad Alghero assieme agli studenti - conclude Attilio Mastino - magari per fare lezione all'aperto davanti al palazzo del Municipio».
Caterina Fiori
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda
Cultura (Pagina 37 - Edizione CA)
Ricordo di Tito Orrù
 
La figura del professor Tito Orrù verrà ricordata a Bitti in un convegno dedicato al “Maestro di studi e di vita” (domani alle 16,30 al cinema Ariston). Il tema dell'incontro è tratto da una frase dei Frammenti Postumi (1882-1886) di Friedrich Nietzche: «Fecondare il passato generando futuro, questo sia il mio presente». Fra i relatori: Arturo Colombo (Università di Pavia); Manlio Brigaglia e Raimondo Turtas (Università di Sassari); Aldo Borghesi (Istituto Storia dell'Antifascismo e dell'Età Contemporanea nella Sardegna Centrale). (p.calv.)
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda
Provincia Sulcis (Pagina 26 - Edizione CA)
Nasce il polo della bioedilizia
Nel 2015 a Sa Stoia energia da biomasse e pannelli isolanti
IGLESIAS. La Regione dice sì al progetto della cooperativa sociale San Lorenzo e di Renovo
 
Gli ostacoli burocratici sono stati ormai superati. Sulla carta il polo della bioedilizia esiste già, ma per vedere i primi pannelli isolanti in fibra di legno e lana di pecora “made in Iglesias” bisognerà aspettare più di un anno. Nei primi mesi del 2015 l'ambizioso progetto della cooperativa sociale San Lorenzo dovrebbe diventare realtà. Nel 2012 era stato presentato ufficialmente dai responsabili della Renovo (un'azienda che opera nel settore della energie rinnovabili), dal Comune di Iglesias e Sardegna Ricerche. Nei giorni scorsi è arrivata l'autorizzazione regionale e ieri il progetto è stato illustrato a Cagliari durante una conferenza stampa negli uffici dell'assessorato all'Industria.
EDILIZIA E BIOMASSE L'obiettivo è quello di creare un polo della bioedilizia che sposa le energie rinnovabili. Il progetto è stato realizzato dalla Renovo in collaborazione con l'Università Bocconi di Milano. «Si tratta di una nuova opportunità per il territorio - ha detto Stefano Arvati, presidente della Renovo - i residui della lavorazione del legno e anche dell'agricoltura verranno riutilizzati per produrre energia. Tutte le aziende coinvolte in questo progetto sono italiane. L'accordo nasce dalla collaborazione con diverse realtà del territorio». Già, l'occupazione. Tra dipendenti diretti e indotto le buste paga dovrebbero essere un centinaio: 18 nella centrale, 70 nella produzione dei pannelli isolanti, altri 25 in entrambe le attività. L'investimento previsto è di 18 milioni di euro. Capitale esclusivamente privato, neanche un centesimo dalle casse pubbliche.
L'ASSESSORE «Per il Sulcis Iglesiente si tratta di un progetto molto importante - ha sottolineato l'assessore Antonello Liori - la Regione ha creduto molto nel polo della biodilizia. C'è stata una grande collaborazione tra gli enti. Il progetto tra l'altro nasce nel mondo della cooperative sociali, un settore della nostra economia che ha sentito meno gli effetti della crisi. C'è inoltre anche la collaborazione di Legambiente e Confocooperative. Questo progetto favorirà lo sviluppo della green economy e l'affermarsi della nuova concezione di industria da sviluppare nell'Isola. Tutto perfettamente inserito nelle strategie che sono alla base del nuovo Piano energetico regionale, in fase di ultimazione». La Renovo costruirà una centrale termoelettrica alimentata a biomassa vegetale. «Renovo e San Lorenzo - si legge in un comunicato stampa - hanno raggiunto un accordo in base al quale tutto il piano di approvvigionamento della centrale e dell'impianto di pannelli isolanti con fibre di legno con biomassa da filiera verrà affidato alla cooperativa. Il progetto prevede la costruzione di una centrale cogenerativa di piccola taglia che sarà al servizio della linea di produzione».
LA COOPERATIVA Giuseppe Madeddu, presidente della cooperativa San Lorenzo, ha creduto molto nel progetto della bioedilizia. Durante l'incontro con i cronisti non nasconde la soddisfazione per quello che considera «un ottimo risultato». La coop San Lorenzo è una della realtà economiche e sociali più importanti del Sulcis Iglesias. Nasce nel 1997. Si occupa prima del reinserimento di persone disagiate e con il passare degli anni allarga la sua sfera d'azione al mondo dell'imprenditoria. «Ma restiamo sempre una cooperativa sociale - spiega Giuseppe Madeddu - e anche di questo si terrà conto quando saranno creati i nuovi posti di lavoro». Nella San Lorenzo occupa una ventina di persone con contratto a tempo indeterminato. Il numero dei lavoratori part-time varia in base ai progetto che la coop porta avanti nel Sulcis Iglesiente: nel 2012 erano 267. Non sono pochi nella provincia più povera d'Italia.
Francesco Pintore
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda
Provincia di Sassari (Pagina 34 - Edizione CA)
Scavi, il gigante viene alla luce
Scoperto durante i lavori archeologici nell'antico villaggio di Bisarcio
OZIERI. Trovati i resti di un individuo adulto: il suo femore misura 49 centimetri di lunghezza
 
OZIERI . Gli scavi archeologici nell'antico villaggio di Bisarcio hanno riservato anche quest'anno sorprese inaspettate. Un vecchio cimitero è stato riscoperto sul fianco nord della cattedrale di Sant'Antioco, restituendo quattro scheletri di bambini, alcuni piccolissimi, e di un individuo adulto il cui femore misura la bellezza di 49 cm di lunghezza. Un soggetto certamente di statura notevole, superiore alla media del periodo. I resti ossei saranno ora analizzati per verificarne la datazione precisa, eventuali patologie, la nutrizione, le cause della morte e il dna. Secondo le prime ipotesi, il camposanto potrebbe essere legato all'ultimo periodo vitale del borgo, prima che questo fosse completamente abbandonato tra la fine del Seicento e i primi del Settecento.
Quest'anno non si è potuto indagare la zona del villaggio a causa di una direttiva ministeriale che impedisce gli scavi in terreni privati. Le attenzioni si sono quindi concentrate tutte all'interno del perimetro vescovile. «Tutta l'area intorno alla chiesa poteva essere cimiteriale», ha spiegato Marco Milanese, ordinario di Metodologie della ricerca archeologica e di Archeologia medievale all'Università di Sassari, che ha guidato la campagna di scavi iniziata il 19 agosto, organizzata dall'Università turritana in collaborazione con Soprintendenza archeologica e Comune di Ozieri.
Tutto il sito ha un curriculum insediativo antichissimo ma costante, e le strutture della chiesa e dell'episcopio poggiano su fondazioni preromane, nuragiche e puniche. «La lunga presenza umana ci fa capire che si trattava di un luogo strategico - ha affermato Milanese - che non fu scelto a caso come sede vescovile. Tutto il terreno è intriso di ceramiche nuragiche - ha continuato il docente - mentre i ritrovamenti di età giudicale confermano la forte presenza di contatti commerciali con Pisa".
L'équipe di circa 20 professionisti - quasi tutte donne - che già lo scorso anno aveva iniziato a tracciare una mappa del sito grazie all'ausilio di un drone, quest'anno ha rinvenuto tra i reperti più interessanti una fusaiola in steatite, una ceramica a vernice nera di derivazione punica, maioliche medievali e una grande quantità di tegole piane di tipo toscano.
Salvatore Taras
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda
Politica Regionale (Pagina 4 - Edizione CA)
Sel per il diritto allo studio
 
La graduatoria provvisoria delle borse di studio dell'Ersu di Cagliari evidenzia ancora una volta l'inadeguatezza dello stanziamento previsto dalla Regione per il diritto allo studio. Lo sostengono gli esponenti di Sel Francesco Agus, Carlo Sechi e Michele Schirru. «Anche quest'anno», sostengono, «milletrecento studenti assaporeranno la beffa di essere idonei ma non beneficiari di borse di studio».
 

LA NUOVA SARDEGNA
6 – La Nuova Sardegna
Pagina 19 - Ed_Cagliari
L’opinione
Agricoltura e pastorizia possono essere strategiche
L’analisi del presidente regionale di Confindustria sulle cause che bloccano lo sviluppo della Sardegna deve far riflettere
di ANTONIETTA MAZZETTE
 
La crisi pluridecennale in cui versa la Sardegna merita riflessioni e decisioni rapide fuori da facili slogan. Il presidente della Confindustria Alberto Scanu nell'individuare le responsabilità politiche della perdita di migliaia di posti di lavoro ha indicato tre aspetti critici: la burocrazia, "il chiodo" dell'ambiente, i costi energetici "insostenibili". Trascurando il fatto che il presidente ha estromesso da ogni responsabilità e dal "deserto di idee" il mondo imprenditoriale sardo, avanzo alcuni elementi riflessivi. Per ciò che riguarda la burocrazia egli ha perfettamente ragione nel ritenere ormai insopportabile il peso crescente che ha assunto in tutte le sfere economico-sociali,compresa la sfera dell'istruzione. La classe politica in questi ultimi decenni, in assenza di idee chiare in materia di sviluppo, ha saputo però creare un labirinto di regole, spesso aggirabili. Eppure, è senso comune il fatto che avere regole snelle ma chiare, inderogabili e controllate costituirebbe un'agevolazione per tutti, tranne per coloro che di eccesso di burocrazia (che può avere anche derive corruttive) vivono piuttosto bene. Compito di una buona politica è, dunque, fare un lavoro di sfoltimento che non equivale a dire che ognuno fa quel che vuole. Per ciò che riguarda l'ambiente, vi è ormai la consapevolezza che il rispetto delle qualità intrinseche del territorio (le cosiddette vocazioni naturali) è la chiave per produrre lavoro e sviluppo durevole, quindi benessere sociale. Il problema è come uscire da affermazioni di principio e tradurle in progetti concreti. Prendiamo come esempi l'agricoltura e la pastorizia, settori maltrattati in Italia e nella nostra Isola da 50 anni a questa parte, non solo per l'idea distorta di sviluppo esclusivamente fondata sulla rendita immobiliare e che ha visto lo smantellamento di quasi tutta l'industria nei settori strategici , ma anche per le manchevolezze locali e dei nostri rappresentanti in Europa, professionalmente inadeguati, e che perciò hanno avuto poca contezza nel difendere gli interessi italiani da quelli della Francia e della Germania. Considerato che il cibo è uno dei problemi del XXI secolo e che il settore agroalimentare in altre parti d'Italia è diventato una vera e propria industria, non è forse arrivato il momento di considerare l'agricoltura e la pastorizia settori strategici per i quali sono necessari strategie comuni, investimenti mirati e professionalità altamente qualificate? In Sardegna certamente abbiamo a disposizione risorse umane qualificate. Per ciò che riguarda i costi energetici la Sardegna non esce dalla solita impasse: c'è sempre un mega progetto risolutivo di tutti i mali. Prima il metano (il Galsi che non va comunque abbandonato), ora le mitizzate trivellazioni nell'oristanese e una miriade di impianti fotovoltaici sparsi in diversi territori, per non parlare delle pale eoliche che svettano per lo più inutilizzate in luoghi straordinari. Il tutto in assenza di un piano energetico regionale che, a mio avviso, deve avere due caratteristiche di base: produrre quel che si consuma in loco e costruire filiere corte. Prendiamo l'esempio del fotovoltaico, diventato un vero business speculativo. Il presidente Scanu ritiene, a ragione, che sono necessarie politiche industriali, ma non è fare industria produrre i pannelli in Sardegna e con imprese locali? E non è questo un settore che potrebbe assicurare lavoro e investimenti a lunga durata? Se la politica, invece di inventarsi ulteriori proroghe dell'infausto Piano Casa, facesse una vera e propria programmazione di riqualificazione urbana, ebbene uno dei problemi primari da affrontare sarà quello di abbattere i costi energetici delle abitazioni e dei luoghi di lavoro. La verità è che si è persa una qualunque nozione di programmazione di lungo respiro, mentre la Regione si è adeguata ai governi nazionali che hanno assunto il mercato come unico modello di riferimento, con i dissesti ben conosciuti.
 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna
Pagina 31 - Ed_Cagliari
green economy
Dalla chimica verde nasce un futuro bio
L’amministratore delegato Catia Bastioli spiega la filosofia di Matrìca: «Occasione straordinaria di sviluppo per il territorio»
Non mi aspettavo di trovare tante difficoltà: l’eredità del petrolchimico si sente
di Luigi Soriga
 
SASSARI Il terreno più fertile perché la chimica verde possa attecchire, è quello che presenta contemporaneamente due condizioni: la dismissione industriale e l'abbandono di aree agricoli perché improduttivi. Il nord ovest della Sardegna ha tutti i requisiti, con la chiusura del Petrolchimico di Porto Torres e con circa 70mila ettari di zone agricole perse dal 1982 a oggi nell'intera provincia di Sassari. Ecco perché Matrìca l’ha eletto a sito ideale in cui tentare di cambiare modello di sviluppo economico: un caso di studio per la chimica verde a livello mondiale. Catia Bastioli, amministratore delegato di Matrica (la joint venture tra Polimeri Europa, oggi Versalis, Novamont ed Eni) ha spiegato a un pubblico di ricercatori e studenti universitari la filosofia della green economy che sta muovendo i primi passi nell'ex polo chimico turritano. L'occasione è stata offerta dal 35° Convegno Nazionale della Divisione di Chimica Organica della Società Chimica Italiana, organizzato dal Dipartimento di Chimica e Farmacia e dall’Istituto di Chimica Biomolecolare del CNR. A Porto Torres saranno realizzate una centrale a biomasse e una bioraffineria di terza generazione, che prevede l'utilizzo di materie prime agricole per la produzione di bio plastiche, tra le quali sacchetti per la spesa, piatti e posate in mater-bi, materiale biodegradabile. «A Porto Torres è in corso la sperimentazione attraverso l'utilizzo del cardo – ha detto Catia Bastioli – materia prima scelta per due ragioni: la vasta disponibilità di terreni in cui avviare le coltivazioni e il fatto che il cardo non necessita di irrigazione». Ma il cardo (sulla cui sperimentazione a luglio Matrica ha siglato un accordo con Coldiretti) è considerato solo il primo tassello di un processo produttivo virtuoso che evolve in maniera circolare. «A differenza dell'industria tradizionale, che si basa sullo sfruttamento delle risorse in maniera orizzontale e si concentra sulla realizzazione di un singolo prodotto - ha spiegato la Bastioli - la chimica verde si sviluppa attraverso una circolazione continua di risorse, idee e conoscenze. Per questo sarà fondamentale l'apporto dei ricercatori, professionisti radicati nel territorio, del quale conoscono alla perfezione le caratteristiche e dunque le potenzialità e le risorse». Il progetto prevede continue sperimentazioni, attraverso analisi e combinazioni delle materie prime per ottenere produzioni variegate, senza trascurare “neppure una delle infinite possibilità”. La filosofia e' quella del rifiuto zero, perché anche gli scarti saranno oggetto di lavorazioni. Con la finalità di ottenere produzioni locali di altissimo livello tecnologico e a ridottissimo impatto ambientale: un esempio può essere quello dei lubrificanti per motori ottenuti da scarti vegetali, che a Porto Torres potrebbero essere prodotti già dal 2014. Non meno importante la possibilità' di raggiungere l'autosufficienza limitando le importazioni: è il caso della farina di soia, di cui la Sardegna importa ogni anno 140mila tonnellate. Ma introdurre una rivoluzione copernicana, un modello di sviluppo a sistema in un territorio abituato a convivere con gli scenari e le logiche l’industria pesante, è molto complicato: «Il progetto dovrebbe essere visto come una straordinaria occasione di impulso economico, occupazionale e dai risvolti ambientali importanti – ha detto Catia Basioli – Ma perché i risultati siano positivi, devono crederci con forza tutti i soggetti coinvolti. Finora ad essere sinceri le difficoltà a far decollare il progetto sono state superiori alle aspettative. Sapevamo che ogni territorio ha la sua storia e le sue ferite, e quella di Porto Torres è molto sofferta». Pesa molto l’eredità di Eni, le centinaia di speranze di riconversione e rilancio disilluse. I cittadini ormai diffidano di fronte alle panacee e fiutano facilmente odor di fregatura. I dubbi sulla chimica verde ancora persistono e riguardano l'effettivo potenziale della coltura del cardo. Anche l’introduzione di una monocoltura estensiva, sul versante dell’impatto ambientale, lascia qualche perplessità. Ma la paura più diffusa è sempre un’altra: riguarda la possibilità che in futuro, nel caso il cardo dovesse rivelarsi un flop, la centrale a biomasse possa essere utilizzata per bruciare rifiuti tradizionali. L'ipotesi però è sempre stata respinta con decisione dai responsabili della joint venture. In altre occasioni i dirigenti di Matrica avevano sottolineato anche i ritardi nella procedure, i tempi lunghi per ottenere un'autorizzazione da parte delle istituzioni: il primo accordo risale al 2009, poi sino al 26 maggio 2011, giorno della firma del protocollo d’intesa non è stato fatto nulla. E anche adesso il progetto non corre così spedito. Ci sono tanti tavoli di confronto, (dalla Provincia, alla Regione, alle associazioni di categoria...) tutti piccoli, e nessuno complessivo capace di affrontare in maniera globale la questione.
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna
Pagina 29 - Sassari
UNIVERSITÀ
Il rettore Mastino: «Non sposteremo mai Architettura»
 
ALGHERO Il direttore di Architettura Bibo Cecchini ha festeggiato ieri il suo compleanno (sono 63 primavere) con un una notizia che potrebbe essere confortante: anche se il Comune non dovesse consegnare entro i tempi stabiliti (il che francamente appare impossibile) le aule del complesso di Santa Chiara, il dipartimento resterà in città. A dirlo è il rettore dell’ateneo turritano Attilio Mastino, che pur non nascondendo un certo disappunto per gli impegni disattesi da parte dell’amministrazione catalana, assicura che l’ateneo sta facendo il possibile per risolvere la situazione. «Un trasloco a Sassari? Non se ne parla nemmeno - dice -, tanto è vero che ci stiamo attivando per trovare altre sistemazioni. Attualmente sono al vaglio dell’ateneo cinque o sei strutture, che ovviamente, visto che siamo in fase di contrattazione, non posso citare. Ma certo non costringeremo i nostri studenti, i quali hanno già affittato gli alloggi ad Alghero, a trasferirsi in un’altra sede». Da parte sua il sindaco Stefano Lubrano afferma che il Comune non si sta affatto disinteressando della questione. «Voglio rassicurare il rettore - spiega il primo cittadino - che stiamo seguendo la situazione con estrema attenzione, ma se i lavori del complesso di Santa Chiara non ci sono stati ancora consegnati non dipende da noi».
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna
Pagina 30 - Sassari
Gli scavi a Bisarcio confermano la presenza pisana
Marco Milanese illustra la seconda campagna di studi Anche due antropologi canadesi nella équipe dell’Università
di Barbara Mastino
 
OZIERI Ha prodotto notevoli risultati, già spendibili per una valorizzazione del sito, la seconda fase della campagna di scavi nell’area medievale di Bisarcio adiacente alla basilica di Sant’Antioco. I risultati dei lavori sono stati resi noti ieri da Marco Milanese, direttore dello scavo che per un mese ha visto al lavoro una ventina di archeologi, studenti e dottorandi dell’Università di Sassari. La prima novità riguarda la presenza accertata di una necropoli, ipotizzata nella prima campagna di scavo e ora confermata. Come ha spiegato il professor Milanese, sono stati rinvenuti resti dell’ultima fase di utilizzo del cimitero, testimoniata da strati di copertura depositati tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700, anni nei quali si ebbe lo spopolamento dell’area. Per il resto si è avuta conferma del periodo di popolamento del sito, grazie alla datazione della struttura del recinto intorno alla basilica, che risale al XII secolo, in piena età giudicale, e degli altri tratti risalenti a epoche successive. All’interno del recinto è stato poi rinvenuto un pozzo nero, a servizio delle strutture vescovili sino agli inizi del ‘200. Intorno al recinto si sono rinvenute vestigia interessanti di cantieri riconducibili alla canonica della basilica (come dimostra la presenza di nicchie simili a quelle della chiesa) che sono databili al restauro di fine ‘300. Nella sua relazione il direttore degli scavi ha anche dato la notizia della presenza di resti di materiali edili di età punica utilizzati come base per le fondazioni delle strutture dell’episcopio, realizzate in epoca giudicale. Ultimo elemento da approfondire, è la forte caratterizzazione “pisana” della fase vescovile di Bisarcio: già testimoniata dalla documentazione scritta - che riferiva di maestranze pisane al lavoro nei restauri seguiti all’incendio della fine dell’XI secolo e ovviamente di presuli di origine pisana sulla cattedra vescovile - la presenza è stata confermata dal ritrovamento di ceramiche di età giudicale sia realizzate a Pisa sia importante dalla Grecia dai commercianti pisani. Non si può parlare di una “colonia” stabile di pisani, ma i ritrovamenti confermano comunque l’esistenza di un forte scambio istituzionale e anche politico in una zona che - alla luce anche di questi nuovi ritrovamenti - risulta avere avuto un’importanza strategica, giurisdizionale e politica notevole negli anni dell’episcopato, anche per la vicinanza con la sede giudicale di Ardara. I dati demografici potranno essere verificati in futuro con l’ausilio di esperti di altre discipline (anche se è risultata già importantissima la presenza dell’équipe canadese dei bio-antropologi David e Nikki Kelvin). In vista di questi sviluppi, gli archeologi hanno lavorato sui resti umani rinvenuti nel cimitero secondo rigidi protocolli volti alla salvaguardia del Dna. I risultati saranno a breve presentati in un convegno.

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