Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
20 December 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

1 - L’Unione Sarda / Economia (Pagina 14 - Edizione CA)
Oggi il governo metterà la fiducia. Per l'approvazione sarà necessario un nuovo passaggio alla Camera
STABILITÀ, ALLA FINE È UN'ALTRA LEGGE
Il testo approdato al Senato stravolto dagli interventi inseriti negli emendamenti
La legge di stabilità approda finalmente nell'aula del Senato al termine di un percorso in commissione Bilancio segnato dalla confusione e dai continui rinvii, gli ultimi dei quali anche nella giornata di ieri. Il tutto però non determinato tanto dalla volontà di far slittare l'approvazione finale, quanto dal fatto che con l'inserimento nel testo del Milleproroghe, la legge è diventato un «omnibus» difficilmente gestibile sia dal governo che dai gruppi parlamentari. Non a caso il presidente del Senato Renato Schifani ha negato che qualcuno volesse fare «melina». Oggi il governo porrà la fiducia a Palazzo Madama e dopo il via libera dell'aula il testo tornerà alla Camera per la terza e definitiva lettura, che apre la strada alla chiusura della legislatura.
TESTO STRAVOLTO Proprio per gestire l'equilibrio politico e finanziario delle mille richieste contenute negli emendamenti dei senatori, i due relatori Giovanni Legnini (Pd) e Paolo Tancredi (Pdl), nella serata di martedì hanno avuto l'idea di non procedere votando tutti i singoli emendamenti, bensì predisponendo un loro testo di sintesi su cui la commissione poi si esprimesse con un unico voto. Questo è slittato dalle 8,30 di ieri mattina sino alle 14,30 determinando rinvii dell'inizio dei lavori d'aula. Alla fine ne è uscito un mini “milleproroghe” che si è aggiunto a quello già inserito dal governo nel testo, con misure microsettoriali o locali, che a norma di legge non dovrebbero nemmeno entrare nella legge di stabilità.
NUOVE MISURE Tra le norme significative ci sono i finanziamenti di 150 milioni l'anno fino al 2029 della Tav Torino-Lione, 100 milioni per il Fondo ordinario delle Università, 52,5 milioni per i Policlinici gestiti direttamente da università non statali (più 12,5 milioni per il Bambin Gesù di Roma e 5 milioni alla Fondazione Gaslini di Genova), l'aumento da 10 a 70 milioni per il turn over nel comparto sicurezza, 40 milioni per l'editoria e 15 per l'emittenza locale. Naturalmente questi si aggiungono a quelli approvati nei giorni scorsi, come il miliardo e 400 milioni a favore di Comuni e l'aumento del Fondo per la Cig in deroga a 1,7 miliardi.
Nella confusione e nel tira-e-molla ci sono state polemiche interne al governo, come il grido di dolore del ministro Profumo che avrebbe voluto per l'Università 400 milioni, o la critica del ministro della Sanità Balduzzi per la norma sulle sale gioco per video-poker, anche se su questo punto la norma non è contenuta nella legge di stabilità bensì nel decreto Tremonti del luglio 2011. Comunque in entrambi i casi è stato criticato il Tesoro che tiene i cordoni della borsa.
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 7 - Sardegna
Concorsi & Veleni, primi ricorsi al Tar 
Il caso di un ricercatore assunto in Gran Bretagna ed escluso dall’ateneo di Sassari: «Lotto per procedure più trasparenti» 
di Pier Giorgio Pinna
SASSARI Polemica senza fine: ancora veleni al concorso per 29 posti di ricercatore all’università. Avete presente la pubblica denuncia fatta dal Coordinamento precari per segnalare anomalie nelle procedure di selezione? E ricordate come i vertici accademici abbiano invece spiegato che le prove stanno svolgendosi nel pieno rispetto della legalità? Beh, parecchi tra i candidati adesso valutano nuove opposizioni. E qualcuno ha deciso di presentare ricorso al Tar. Come Massimo Ragnedda. Il quale, pur essendo molto giovane, è già stato assunto e inserito a tempo indeterminato tra i ranghi dei docenti della Northumbria University, in Gran Bretagna. Ma ha comunque partecipato ai test per un incarico triennale nella sua Sassari, dove ha operato per diversi anni in Lettere e filosofia. Ora ha saputo di non aver vinto. E, dopo aver chiesto l’accesso agli atti amministrativi, vuol dar vita a un contenzioso. Tutto sulla scia di altri ricercatori che nel recente passato si sono decisi a intraprendere una lotta analoga contro l’università turritana, più di una volta riuscendo a spuntarla e a ottenere l’azzeramento delle prove. «In realtà chiedo semplicemente più trasparenza in nome del merito», spiega. E sottolinea poi come la sua non è che «una battaglia di principio». Ma lei ha già un posto sicuro all’estero: perché è così interessato a un lavoro a tempo in Sardegna? «Sul piano professionale quella di Newcastle, dove insegno Mass Communication, è certo un’attività più prestigiosa e remunerativa. Lì, tra maggiore meritocrazia e assenza di servilismo, sto ricevendo adeguate gratificazioni». E allora: quali sono con precisione le sue ragioni? «Non voglio perdere energie e tempo per un posto peggiore. E neppure per un capriccio. È solo una questione morale, di dignità. Magari può apparire un fatto personale. In effetti, come ha insegnato Enrico Berlinguer, coinvolge tutti. In particolare la comunità scientifica». Che cosa contesta nello specifico? «Sostengo che la correttezza e il merito devono essere gli unici parametri di valutazione. Posso accettare di perdere in un concorso: e negli anni mi è capitato decine di altre volte. Ma preferisco confrontarmi con regole chiare, precise, non arbitrarie». Che cosa vuol dire? «Trovo ingiusto che che in un unico bando per 29 posti di ricercatore ogni commissione possa scegliere in maniera autonoma quali criteri di giudizio adottare. Soprattutto reputo sbagliato ricorrere a parametri non previsti». Eppure, sia il rettore sia il direttore generale hanno già assicurato che a Sassari tutto si svolge, anche per i concorsi non ancora conclusi, nella piena osservanza della legge. «Ma c’è il rischio, come hanno denunciato i precari della ricerca, che si creino spazi per giudizi ad hoc. Per quanto riguarda la prova alla quale ho partecipato, Sociologia dei processi culturali e comunicativi, sono stati per esempio presi in considerazione due criteri non previsti dalle norme». Quali, esattamente, a suo avviso? «Nella stima dei titoli si è deciso di dare un massimo di 30 punti: suddivisi in dottorato, attività di ricerca e così via. Poi si sono valutate le pubblicazioni. Per ognuna, con un limite massimo di punteggio pari a 12, se ne prevedevano 30: 10 punti per “originalità e innovazione”, 2 per “rilevanza scientifica della collocazione editoriale e sua diffusione”, 8 per “congruenza con l’oggetto specifico del progetto di ricerca”». Ma, al di là degli aspetti tecnici, che cosa non la convince in questa griglia? «L’ultimo parametro. Non è contemplato tra i “Criteri per la valutazione preliminare di candidati di procedure pubbliche di selezione” di cui si parla nel secondo comma dell’articolo 24 di una legge del 30 dicembre 2010». Però il direttore dell’ateneo Guido Croci e il professor Attilio Mastino sostengono la piena regolarità di tutti gli aspetti presi in considerazione per stimare la preparazione dei candidati. Come lo spiega? Le sue non saranno solo opinioni personali? «Quando per ogni pubblicazione s’inseriscono 8 punti su 30 per un qualcosa di non previsto, basta fare due conti: moltiplicato per 12, quante sono le pubblicazioni da consegnare, fa 96 punti. Tutto questo può influenzare gli esiti delle prove. Ed è esattamente uno dei motivi per i quali sto presentando ricorso davanti al Tribunale amministrativo regionale». Sarà comunque un percorso costoso e basato sull’interpretazione delle disposizioni sulla materia. Che ne pensa? «So che mi costerà fra i 3mila e 5mila euro. Perciò in passato un gruppo di economisti, al Secs, si era fatto promotore di una raccolta fondi per favorire questo genere di opposizioni. Io a ogni modo andrò avanti sino in fondo perché sono convinto che sui risultati di questa come di altre prove non debba restare la minima ombra». Ma perché è tanto convinto di avere ragione? «Non pretendo di essere migliore o peggiore degli altri: dico solo che le regole avrebbero dovuto essere più chiare in partenza. E non sono un ingenuo: so bene che in questa battaglia posso avere più da perdere che da guadagnare». E quindi per quale motivo ha deciso d’intraprenderla comunque? «In tutta onestà penso che dobbiamo cominciare a ribellarci: quali esempi daremo agli studenti se non alzeremo la testa in nome della legalità?».
il protagonista della battaglia legale Ha lavorato anche a Cambridge e Oxford
A soli trentasei anni, Massimo Ragnedda, laureato in Lettere e filosofia, famiglia con origini di Bortigiadas, ha già alle spalle un lungo curriculum. Con numerose pubblicazioni e parecchi attestati scientifici. Giornalista pubblicista, opinionista in diversi siti online, fra l’altro ha fatto un post dottorato a Cambridge e vinto una borsa di studio nel quadro di un progetto europeo a Oxford. E se oggi è docente nell’ateneo di Newcastle, città di 250mila abitanti quasi ai confini con la Scozia, in passato ha insegnato per 5 anni a Sassari. «Ho avuto anche contratti retribuiti con 0,88 euro a semestre – puntualizza –Sì, era una cifra simbolica: così esigua, per un metodo diffuso pure in altre università italiane, che alla fine ci sono state proteste anche per questo». (pgp)
 
 
 
2 - La Nuova Sardegna / Pagina 21 - Sassari
DOMANI 
La cerimonia degli auguri all’Università 
SASSARI Domani alle ore 12 in aula magna l'Università celebrerà la cerimonia degli auguri natalizi. Il rettore Attilio Mastino traccerà le linee guida che orienteranno il suo mandato da qui al 2014. Lo scambio degli auguri sarà accompagnato da un'esibizione del Coro dell'Università di Sassari diretto dal Maestro Daniele Manca e dal Direttore artistico Stefano Melis. Inoltre, alle 10.30 ci sarà l’ingresso in servizio del personale docente e tecnico-amministrativo; alle 11.30 la consegna delle targhe ai precedenti componenti del Nucleo di valutazione e del Collegio dei Revisori dei conti.
 
 
 
3 - La Nuova Sardegna / Pagina 22 - Sassari
SOTTO L’ALBERO DELL’ERSU FONDI PER LE BORSE DI STUDIO 
La Regione ha sbloccato in extremis l’accredito dei soldi necessari Resta comunque grave la carenza di liquidità dell’Ente per il diritto allo studio 
SASSARI Gli universitari troveranno sotto l’albero le borse di studio dell’Ersu, che è riuscito in extremis a farsi accreditare i fondi necessari da parte della Regione. Se non si fosse trovata una soluzione in zona Cesarini, questa volta l’Ente regionale per il diritto allo studio non avrebbe potuto onorare i suoi impegni con gli studenti. Questo a causa del ritardo nell’accerdito dei fondi regionali, per effetto del patto di stabilità, che ha determinato la grave carenza di liquidità dell’Ente regionale per il diritto allo studio. La situazione si è sbloccata martedì dopo i ripetuti solleciti presentati dal direttore generale Maria Assunta Serra e dal presidente Gianni Poggiu, che era stato incaricato dal Cda di fare pressing sul presidente della Regione Cappellacci e sull’assessore Sergio Milia. Le risorse sono state reperite grazie all’intervento dell’assessore, spiegano all’Ersu. L’accredito consentirà l’immediato via libera delle borse di studio. Risolto il problema contingente, la situazione resta complicata. «A tutt'oggi – spiega una nota – l’Ersu ha un credito sia per le risorse relative alle borse di studio del 2011 che ammonta a 3.272.000 euro sia per quelle di stesso importo del 2012 il cui pagamento in acconto agli studenti è dovuto entro la fine di questo mese». Ma sono anche altri, spiegano all’Ersu, i mancati trasferimenti che stanno pregiudicando la stabilità economica dell’ente. Le carenze riguardano le risorse in conto capitale destinate al pagamento delle rate semestrali del mutuo, relativo alla residenza universitaria di via Coppino, che dal 2009 ad oggi ammontano a 6 milioni e duecentomila euro. «Nel corso degli ultimi quattro anni – spiega la nota – l'Ente si è trovato pertanto costretto ad anticipare le rate del mutuo ricorrendo alla liquidità destinata alla gestione di parte corrente. A tale situazione si aggiunga il mancato accredito del saldo delle risorse necessarie per la gestione 2012 pari a 1.760 mila euro che porta ad un credito totale verso Stato e Regione di 14 ,milioni 500 mila euro. Sino allo scorso anno l'Ersu ha potuto anticipare con risorse proprie l'intero importo delle borse di studio, riuscendo a soddisfare le esigenze di tutti gli studenti universitari aventi diritto ma da quest’anno sarà molto difficile confermare questo trend. «Da gennaio 2013 ove la Regione, compatibilmente con i problemi legati alla crisi finanziaria e al patto di stabilità, non dovesse provvedere ad ulteriori accrediti delle risorse dovute, l’Ersu correrà il rischio di non poter assicurare la gestione ordinaria – conclude la nota – . Le conseguenze sono facilmente intuibili se si considera che ad oggi l’Ente garantisce circa 1800 pasti giornalieri agli studenti e 600 posti letto ai fuorisede. Nel frattempo il Direttore Generale dell’Ersu, per far fronte alle emergenze, ha avviato le pratiche per il ricorso ad anticipazione bancaria».
 
  
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
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