Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
19 December 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

 
1 - L’Unione Sarda / Agenda Cagliari (Pagina 25 - Edizione CA)
CAGLIARI I decani
Un premio agli ingegneri di lungo corso: quelli con 30 anni di iscrizione all'albo e 50 anni dalla laurea. È stato consegnato ieri pomeriggio nella facoltà di Ingegneria. Nella foto di Stefano Anedda Endrich il decano Antonio Bussalai riceve l'attestato.



2 - L’Unione Sarda / Primo Piano (Pagina 2 - Edizione CA)
L'IMPIANTO. Concordi il ministro dello Sviluppo Economico e il numero 1 dell'Eni
«IL FUTURO È LA CHIMICA VERDE»
Passera: l'isola può crescere. Scaroni: ecco un miliardo
Augusto Ditel
PORTO TORRES Tutta una questione di chimica. In principio fu la Sir, un mostro mangiasoldi, nemico giurato dell'ambiente, che nessuno, davanti al ministro dello sviluppo economico, ha avuto il coraggio di nominare. Oggi, sempre di chimica si tratta, ma quando l'accompagni all'aggettivo giusto (il verde), beh, è tutta un'altra roba. A Porto Torres, nel bel mezzo di questa maledetta crisi che morde e non dà tregua, nell'ex impero di Nino Rovelli diventato poi il simbolo del tracollo di un'industrializzazione mancata e di una classe operaia umiliata e offesa, finalmente il verde genera speranza.
MILLE ETTARI Una speranza che misura più di mille ettari con vista su un mare dapprima increspato, poi sempre più mosso, con gli spumini alimentati da un maestrale che ti entra nelle ossa. Su quell'immensa terrazza affacciata con grazia sul golfo dell'Asinara, l'Eni rovescerà un miliardo di euro, dopo «un incubo - denuncia l'ad Paolo Scaroni - costatoci due miliardi, in seguito al fallimento della vecchia proprietà e il passaggio ex lege del 1982. Oggi, con Matrìca, quest'incubo si è dissolto perché possiamo guardare al futuro con serenità: daremo lavoro ai dipendenti e ai loro figli». Basta la parola di questo potente signore alto, massiccio e biondo (che ha mostrato aperture anche sull'esigenza delle bonifiche) per allietare la platea, felice di apprendere che «il cantiere dell'innovazione della chimica verde va inteso come propulsore del rilancio dell'economia della Sardegna. E questa è anche un'opportunità concreta di innovazione per tutta l'industria chimica del nostro Paese».
IL PROGETTO Matrìca (attenzione: accento sulla i) è il nuovo polo della chimica verde (il più grande d'Europa), frutto di una joint venture tra Versalis (Eni) e Novamont (ex Montedison, leader mondiale nelle bio-plastiche), secondo il protocollo del 26 maggio 2011 firmato con il governo. Come ha spiegato con chiarezza Catia Bastioli (ad di Matrìca e di Novamont), si tratta di una «bioraffineria integrata intesa come obiettivo strategico e modello di sviluppo, realizzata in collaborazione con le università sarde e il centro di ricerca del Cnr». Ridottissimo, l'impatto ambientale. La materia prima prodotta in Sardegna, nel settore dell'agricoltura (che dunque conoscerà un nuovo impulso anche sotto il profilo dell'occupazione) servirà a realizzare le shopping bags biodegradabili, le buste di plastica per fare la spesa, insomma. Nell'impianto è previsto l'utilizzo del cardo.
IL MINISTRO La star, manco a dirlo, è Corrado Passera. Alto, ieratico, il ministro che ha avuto il coraggio di definire «un passo indietro per l'Italia» la (ri) discesa in campo di Berlusconi e per questo si è guadagnato la simpatia della sinistra, è finalmente rilassato. Accompagnato dal sottosegretario Claudio De Vincenti, questa volta non ci sono operai che contestano là fuori, non c'è bisogno di scappare in elicottero com'è accaduto di recente nel Sulcis. «Il governo torna in Sardegna - fa notare Passera - per confermare la sua attenzione a un territorio che soffre, ma che oggi presenta concrete occasioni di crescita. Questo progetto è un grande esempio di ristrutturazione di qualcosa non più sostenibile. Qui non si tratta di nuovi modelli di sviluppo da ricercare. Qui è stato creato, si sta realizzando qualcosa che crea potenzialità illimitate e un inseguimento di tecnologie».
IL GOVERNATORE «Eravamo al capezzale di un malato terminale - attacca Ugo Cappellacci -, ora ci troviamo in un reparto neonatale, con la culla che ospita una giovane vita. La Sardegna ha detto no al nucleare, e sostiene con forza la scelta della green economy , e ne ha fatto un fiore all'occhiello della sua strategia. Il percorso virtuoso aperto con Matrìca dovrebbe essere d'esempio anche per altre realtà del territorio: una di esse è sicuramente Eon». In proposito, lo stesso Corrado Passera, durante i colloqui con gli amministratori locali e le forze sociali, ha confermato che il governo farà la sua parte «affinché la società tedesca chiarisca rapidamente le sue intenzioni sui piani di investimento nell'area di Fiumesanto».
I LAVORI Prima dei discorsi ufficiali, Passera e Scaroni hanno indossato il caschetto bianco per il sopralluogo (con foto di gruppo) nel cantiere. I lavori, cominciati il 9 luglio, vanno avanti con speditezza. Oggi, gli occupati sono 200 e presto diventeranno 300. A regime, saranno 700.
 


3 - L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 42 - Edizione CA)
Convegno dell'Università di Sassari, domani “notte preistorica” all'Unione Sarda
Il planetario di granito degli astronomi prenuragici
Le domus de janas orientate in base alla mappa celeste
Prima dei nuraghi, 6-7 mila anni fa, il sardo dell'età della Pietra sapeva già leggere il cielo. Conosceva l'equinozio, era in grado di approntare un calendario solare utile per l'agricoltura e sapeva orientare a sud o est le tombe. I dati raccolti nel secondo anno di studi del progetto “La misura del tempo” confermano che la disposizione delle domus de janas non è casuale. Il secondo convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna, ospitato nell'Aula Magna dell'Università di Sassari, è servito per illustrare i progressi di un progetto che successivamente esplorerà le testimonianze delle età del Rame e del Bronzo per arrivare sino alla civiltà Nuragica, tra il II millennio e il II secolo avanti Cristo.
Il primo anno le associazioni Aristeo e Società astronomica turritana hanno censito diciannove siti di domus de janas, per un totale di 156 ipogei (le costruzioni sotterranee adibite a sepolcro) tutti in provincia di Sassari. Dalla necropoli algherese di Anghelo Ruju a Sant'Andrea Priu di Bonorva, dai siti sassaresi (Sos Laccheddos, Calancoi e Montalé) a Monte Siseri (Putifigari), da Su Crocifissu Mannu di Porto Torres a Mandra Antine (Thiesi). Nel 2012 si sono spinti anche oltre, arrivando a Filigosa (Macomer) e Oniferi (Brodu e Sas Concas, con le tombe tutte orientate a sud), e sino alla maestosa necropoli di Montessu (Villaperuccio). Finora sono stati censiti una quarantina di siti e 350 tombe.
Il fisico Gian Nicola Cabizza avverte: «Fra tre anni, quando avremo raccolto dati su almeno mille tombe, potremo essere certi, ma più andiamo avanti e più troviamo conferme al fatto che i sardi conoscessero il calendario già nel Neolitico».
La cautela è d'obbligo, perché la archeoastronomia, che cerca di far convivere senza diffidenza archeologi e astronomi, è scienza che non ha neppure mezzo secolo di vita (il nome fu coniato nel 1973) e ancora poche regole e strumenti di controllo. E il compito è titanico: ricostruire la civiltà sarda soltanto da quello che è rimasto. Non iscrizioni, perché l'uomo primitivo era analfabeta, e neppure abitazioni, ma tombe, le domus de janas.
Spiega Simonetta Castia, presidente della società culturale Aristeo: «Il loro orientamento e la tipologia consente di capire quali sono i complessi costruiti nello stesso periodo, anche se va tenuto conto di quanto abbia influito la morfologia del terreno. Comunque il dato è significativo: il 45 per cento degli ipogei esaminati è orientato verso sud con uno scarto di più o meno 30 gradi, e il 25 per cento è costruito con l'ingresso ad est con uno scarto di più o meno 10 gradi. Il numero di tombe rivolte a nord è trascurabile».
Il calendario fondato sul corso del sole e le costellazioni zodiacali era il fondamento dell'agricoltura, che tra il 6 e il 4 mila avanti Cristo vide i sardi trasformarsi da cacciatori in popolazione stanziale, di agricoltori e allevatori.
STELLE E STUDENTI Afferma Michele Forteleoni, della società Astronomica Turritana: «A quel tempo le stelle visibili a occhio nudo erano quelle della costellazione del Centauro». Il cielo che vedevano i sardi pre-nuragici non è naturalmente quello attuale. Gli studenti del Liceo Classico “Azuni” di Sassari potranno constatare la differenza tra qualche giorno con la visita al Planetario de L'Unione Sarda. Sono alunni delle prime classi, coinvolti nel progetto “La misura del tempo” che potranno visitare nei prossimi anni alcuni siti di domus de janas per vedere come si fanno i rilievi.
Al convegno sono intervenuti come relatori pure Lavinia Foddai, Andrea Polcaro, Valentina Leonelli, Roberto Sirigu, Elio Antonello e Mario Codebò.
Giampiero Marras
 
  


LA NUOVA SARDEGNA 
 
 
4 - La Nuova Sardegna / Pagina 3 - Fatto del giorno
Pagina 3 - Attualità
I NUMERI  Avvio degli impianti entro un anno
PORTO TORRES. Le attività del cantiere della chimica verde occupano al momento 200 persone delle aziende dell’indotto che all’inizio dell’anno diventeranno 300. Più altre 100 con il coinvolgimento delle officine esterne. L’avvio degli impianti è previsto entro la fine del 2013. Il Centro ricerche è già operativo da febbraio e a gennaio 2013 saranno avviate le sperimentazioni di tre impianti pilota: attualmente occupa 14 persone (4 sono giovani laureati, è prevista una integrazione con 7 ricercatori nel 2013). E’ attiva la Convenzione quadro con le Università di Sassari e Cagliari e con il Cnr per sviluppare sinergia e programmi di ricerca. Gli occupati diretti di Matrìca sono al momento più di 50 e raggiungeranno quota 130 entro il 2013. Il piano industriale prevede la costruzione di sette impianti entro il 2016. Per la fase 1 l’investimento previsto è di 110 milioni di euro.

 
 
5 - La Nuova Sardegna / Pagina 11 - Attualità
Legge di stabilità, più soldi ai Comuni 
Slitta l’esame. Confermata la proroga per gli sfratti. Profumo: metà delle università a rischio default 
Legnini: in arrivo fondi per gli atenei e per malati di Sla Ma Salvatore Usala mette le mani avanti: «O trovate i 400 milioni promessi per i non autosufficienti o noi boicottiamo il voto»
di Maria Rosa Tomasello
ROMA La frenata impressa dal Pdl alla legge di stabilità ha provocato l’ennesimo slittamento della corsa finale del provvedimento verso il voto del Senato. È il terzo rinvio: dopo la maratona notturna, il provvedimento è atteso in aula stamene alle 11, mentre ieri la commissione Bilancio ha sciolto una serie di nodi. Tra le novità annunciate dal relatore del Pd Giovanni Legnini, l’incremento del fondo ordinario per l’università («più di metà delle università sono a rischio default», ha detto il ministro Profumo) e lo sblocco del turn over nel comparto sicurezza. E soprattutto si è lavorato sino a tarda sera per aumentare i fondi per i malati si Sla. Salvatore Usala, portavoce del comitato, ha messo le mani avanti: si trovino tutti i 400 milioni promessi per i non autosufficienti, ha detto, o boicotteremo il voto. Ai Comuni 150 milioni. Dopo le minacce di dimissioni di massa dei sindaci, gli enti locali incassano 150 milioni: sale così da 250 a 400 milioni nel 2013 la riduzione dei tagli alle amministrazioni locali (250 milioni era la richiesta dell’Anci). Con questo aumento, l’allentamento del patto di stabilità passa da 1,250 a 1,4 miliardi: di questi, 200 milioni saranno riservati alle Province, il resto ai Comuni. La copertura sarà garantita dal Fondo per la restituzione dei crediti fiscali. Ma l’Anci non festeggia e, anzi, parla di «emergenza», invitando i Comuni a non approvare i bilanci di previsione 2013: «La riduzione non è sufficiente, c’è un effetto dirompente sui Comuni, che dovranno tagliare i servizi ai cittadini». Protesta anche la Lega: per coprire le maggiori spese, accusa Massimo Garavaglia, il governo ha ridotto il fondo per i rimborsi Iva alle imprese di 2,8 miliardi. Sfratti e precari, ok alla proroga. Con il via libera all’emendamento Milleproroghe, la commissione Bilancio ha approvato la proroga degli sfratti per le categorie disagiate fino al 30 giugno. Le famiglie interessate, secondo l’Anci, sono 150 mila. Prorogati fino al 31 luglio anche i contratti dei precari della pubblica amministrazione, mentre è stato approvato anche l’emendamento che riserva ai lavoratori precari il 40% dei posti nei concorsi pubblici. Le altre misure. È prorogata al 2013 l’erogazione di contributi alle aziende in crisi che utilizzano contratti di solidarietà: «un contributo pari alla metà del monte retributivo da esse non dovuto a seguito della riduzione di orario». La norma si applica alle imprese artigiane fino a 15 dipendenti, che possono anche accedere in caso di crisi alle liste di mobilità. Viene inoltre rifinanziata con 30 milioni la proroga a 24 mesi della Cig straordinaria in caso di cessazione di attività, mentre 11,7 milioni vengono assegnati a Italia Lavoro spa. Tra le altre proroghe quella degli incentivi per gli impianti fotovoltaici (30 giugno) per la produzione di energia elettrica, ma solo se realizzati su edifici pubblici e quella dell’obbligo di verifica anti-sismica da parte dei proprietari di edifici di interesse strategico per finalità di protezione civile durante i terremoti. Slitta a marzo la riorganizzazione dei tabaccai, con proroghe di un anno per la scadenza dei mandati dei presidenti degli enti parco e per la riorganizzazione delle capitanerie. Ilva, votata la fiducia. È stata votata ieri, intanto, la fiducia al governo sul decreto sull’Ilva di Taranto (421 sì, 71 no e 24 astenuti). L’esame del testo riprende questa mattina in aula alla Camera, con l’esame degli ordini del giorno, le dichiarazioni e il voto finale.

 
 
6 - La Nuova Sardegna / Pagina 1 - Prima Pagina
SASSARI Università
Il campus Ersu nei vecchi Mulini Azzena 
L’Ersu ha deciso: il campus universitario sorgerà all’interno della grande area degli ex Mulini Azzena, di fronte al cimitero, in prossimità del cavalcavia di Santa Maria. La decisione è passata nel Cda con tre sì, un no e un astenuto. Si utilizzeranno finanziamenti pari a 36 milioni.
LAUDANTE A PAGINA 21 
 
Pagina 21 - Sassari
L’ERSU: IL CAMPUS NEGLI EX MULINI AZZENA 
Il consiglio d’amministrazione ha scelto la semoleria per l’intervento da 36 milioni. Ma con tre sì, un no e un astenuto 
di Elena Laudante
SASSARI Il campus universitario da 36 milioni di euro potrebbe nascere nella ex semoleria Azzena, in via Predda Niedda, tra il cavalcavia e la galleria commerciale Tanit. Una collocazione che rischia di suscitare qualche polemica. È questa la scelta, che oggi verrà formalizzata con una delibera, del consiglio d’amministrazione dell’Ersu nell’ambito di una selezione che dura da febbraio, quando venne pubblicato l’avviso che dava il via alle manifestazioni di interesse. Arrivate numerose: erano almeno sette i candidati ad ospitare sulla propria area la nuova cittadella universitaria, campus all’americana con 500 posti letto, biblioteche, servizi, aree verdi, piscine e spazi per lo sport. Per l’intervento il Cipe ha pronti 20 milioni di euro, che si aggiungono ai circa 16 milioni dell’Ersu. Investimento importante, dunque, che di certo fa gola a molti in un settore immobiliar-edilizio particolarmente sofferente. «Tra le candidate, l’area più adatta alla realizzazione del campus è quella degli ex mulini Azzena», è il titolo che si potrebbe dare alla discussione in cda dell’11 dicembre scorso. Ma non tutti i cinque componenti il consiglio la pensano così: a favore hanno votato il presidente Giovanni Poggiu, Ottaviano Canalis e Giuseppe Masala, rappresentanti della Regione; si è astenuto invece il rappresentante dei docenti universitari Ciriaco Carru, mentre ha detto no quello degli studenti, Giosuè Cuccurazzu. Dall’Ersu, interpellato attraverso l’ufficio stampa, nessun commento. «La decisione non è ancora ufficiale», è la spiegazione per tanto riserbo. Ma una certa accelerazione il progetto dovrebbe prenderla proprio in questi giorni, se è vero - come alcuni sostengono - che bisogna fare in fretta, scegliere un’area adatta e presentare un progetto per non perdere i fondi Cipe. L’area della ex semoleria Azzena ha sbaragliato la concorrenza di altri due siti che avevano superato una sorta di preselezione. Proprietaria è la società “Cator Srl”, amministratore unico Marco Cavalieri, figlio di Gianni, l’ex commissario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria e attualmente nella compagine sociale della finanziaria Sarda Vibro Cementi, proprietaria di Tanit, il centro commerciale a due passi da lì. Le quote della Cator sono di un’altra società, la Newco Srl. L’area è grande poco più di un ettaro, conta 4 o 5 corpi di fabbrica che potrebbero essere demoliti e ricostruiti per ospitare un massimo di 350 posti letto, quando l’avviso pubblico faceva riferimento a 500 posti. Proprio alcune presunte difformità con il bando - come l’estensione dell’area, più piccola del previsto - potrebbero scatenare qualche opposizione. Ma le sue caratteristiche urbanistiche sono le uniche conformi al nuovo Piano urbanistico comunale, assicura chi è favorevole, Puc che però non è vigente. Ecco perché uno dei rappresentanti della Regione, Masala, ha chiesto che il perfezionamento dell’acquisto e l’eventuale approvazione del progetto Cator sia vincolato all’entrata in vigore del Puc. Scartati l’ex Turritania offerto dal Comune e il befetrofio proposto dall’Università, ad aprile sembrava che la prescelta dovesse essere uno spazio grandissimo in via Verona, riconducibile all’impresario Giovanni Antonio Sanna, che si contendeva il primo posto con quella di via Budapest, della famiglia Salis. Poi però è tornata in auge l’opzione ex semoleria.
 
Dubbi per i pedoni? C’è il tunnel 
Una delle contestazioni sollevate sulla ipotesi di realizzare il campus agli ex mulini Azzena è il collegamento col centro: tra piazza Santa Maria e l’area c’è solo il cavalcavia. Se sarà facile raggiungere l’ipotetica nuova sede universitaria in auto, sembra difficile poterla raggiungere a piedi, come la gran parte degli studenti faranno. Per superare un limite difficile da negare, la Cator - proprietaria dell’area - ha proposto all’Ersu, anche dopo una audizione, di realizzare una sorta di microtunnel, con un tubo oppure con prefabbricati, che metta in collegamento le due parti. Intervento, questo, che potrebbe rendere necessaria una deviazione parziale e momentanea del tracciato Sassari-Alghero, in corrispondenza del sottopasso durante i lavori.
   
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie