Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
18 December 2012
ufficio stampa e redazione web
RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI
  
    

 
L’UNIONE SARDA

L’Unione Sarda / Cultura (Pagina 48 - Edizione CA)
LA RICERCA DI SCROCCU
Giolitti, l’eretico che sbagliò di mezzo secolo 
Perché Giolitti è un intellettuale con doti che sono proprie di una grande tradizione culturale, ma è un intellettuale nuovo, che lotta per migliorare il mondo. È, in una parola, comunista”. Così Italo Calvino descriveva nel 1953 il compagno Antonio. Il profilo apparve sulle pagine de “La Voce”, periodico comunista di Cuneo. Dieci anni prima le stesse valli avevano protetto il nipote del grande ministro liberale, sfuggito al silenzio borghese per sposare la Resistenza. Il primo studio sulla sua vicenda politica si deve a Gianluca Scroccu, autore di “Alla ricerca di un socialismo possibile, Antonio Giolitti dal Pci al Psi” (Carocci ). Nell’immediato dopoguerra Giolitti è il vice di Cesare Pavese nella direzione romana della Einaudi. Progetta con Bobbio la “Collana di cultura giuridica”. Collabora all’edizione dei Quaderni di Gramsci, traduce Max Weber. Il 2 giugno 1946 Cuneo elegge Giolitti, ormai pupillo di Togliatti, alla Costituente.In questi anni la politica si piega alle religioni di Washington e Mosca. Per Giolitti gli Usa sono “il paese più fascista”, l’imperialismo che parla con il denaro del Piano Marshall. Sul fronte interno si batte per la sicurezza sul lavoro e le questioni previdenziali, insiste sulla programmazione economica, soprattutto in relazione alla politica energetica. Il XX congresso del Pcus e i fatti d’Ungheria del 1956 sono un terremoto che passa per la faglia bipolare di Roma. Il partito è impegnato a sedare lo sgomento destato dagli orrori staliniani. Quando poco tempo dopo Giolitti parla dal podio dell’VIII congresso del Pci, il messaggio è chiaro come l’accigliarsi di Togliatti: «Deve essere chiaro che noi facciamo la più radicale autocritica di tali errori, condannandoli come errori nostri». Il Pci deve trovare una strada nazionale al socialismo in seno alla democrazia. Il giovane Giorgio Napolitano è il più feroce critico dell’apostasia giolittiana. Dopo una lunga riflessione Giolitti abbandona il partito. È il luglio 1957. L’amico Calvino lo seguirà pochi mesi dopo.
È ancora Cuneo a portare Giolitti in parlamento, questa volta con il partito socialista. Nel centro-sinistra del primo governo Moro, 1963, Giolitti è ministro del Bilancio. Ma il riformismo progressista europeo non attecchisce in Italia, culla di trasformismi e dittature e ora terra di confronto fra i due grandi sogni politici del ’900. L’esperienza al governo si chiude dopo sette mesi, e con essa il lavoro di Scroccu, che dopo i volumi su Pertini e il partito socialista fra il 1953 e il 1963 chiude il trittico con il volume su Giolitti. A 50 anni da Budapest, un Napolitano eletto ma non ancora assurto al Quirinale salì le scale di casa per dirgli: avevi ragione.
Luca Foschi
 
    
 


LA NUOVA SARDEGNA 
 
1 - La Nuova Sardegna

S C I O P E R O
  
    

QUOTIDIANI NAZIONALI
Link: rassegna stampa CRUI
Link: rassegna stampa MIUR

 

Questionnaire and social

Share on:
Impostazioni cookie