Press review

ufficio stampa e redazione web: rassegna quotidiani locali
05 December 2012

 


RASSEGNA QUOTIDIANI LOCALI A CURA DELL’UFFICIO STAMPA DELL’ATENEO

L’UNIONE SARDA
1 – L’Unione Sarda / Commenti (Pagina 12 - Edizione CA)
Commenti
PER UN GOVERNO DEL TERRITORIO
Il modo migliore per spendere soldi pubblici
 
Nell'ultimo confronto televisivo, nessuno dei candidati alle primarie Pd ha parlato della necessità di governare il territorio, per evitare che, al verificarsi di eventi meteorologici di entità critica, il Paese scivoli a valle, trascinato da acqua e fango. È ovvio che i corsi d'acqua debbano essere gestiti, i canali tenuti puliti. Tutto questo è importante, ma non basta. Governo del territorio significa rispettare gli equilibri; per esempio, non è pensabile obbligare i corsi d'acqua a scorrere in alvei diversi da quelli storici e naturali, o entro ristrette coperture artificiali. Non è pensabile costruire in terreni di golena o distruggere la copertura vegetale dei terreni. Si sa che il dimensionamento delle opere (ponti, etc.) nasce dalla conoscenza della portata che defluisce da monte e che un terreno con copertura vegetale e colture terrazzate determina una portata inferiore e quindi opere di dimensioni più contenute e un minor costo di costruzione? Tutti possiamo osservare la grande quantità di fango trasportata dalle acque; non è solo un problema di contenerne la portata, è anche una necessità di limitare il trasporto di materiale solido da monte a valle. Si risolve con i muri di contenimento e le reti di protezione? No, si risolve evitando che sia distrutta la copertura vegetale e mantenendo/ripristinando gli equilibri naturali, che devono essere conosciuti e riconosciuti.
È tutto troppo semplice/semplicistico? Le progettazioni corrette sono importanti, ma non è pensabile, quando si progetta un ponte, avere come riferimento un evento che si verifica una volta ogni mille anni e supporre che il terreno sia assolutamente impermeabile, per mettersi al sicuro. È urgente investire in salvaguardia/recupero degli equilibri preesistenti: è il modo migliore per spendere i denari.
Francesco Annunziata
(Ordinario di Costruzioni Università di Cagliari)
 
 
L’UNIONE SARDA
2 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Universitari contro l'Ersu: non aggiornati gli importi minimi
BORSE DI STUDIO, RICORSO AL TAR
 
Nei mesi scorsi hanno organizzato manifestazioni, assemblee e presidi sotto il palazzo del Consiglio regionale per ottenere più fondi per il diritto allo studio. Oggi hanno deciso di rivolgersi ai giudici del Tribunale amministrativo sardo. Un gruppo di studenti universitari (beneficiari di borsa di studio) hanno presentato un ricorso al Tar contro l'Ersu per chiedere borse di studio più alte. Secondo gli universitari, supportati dall'associazione studentesca Unica 2.0, l'Ente regionale per il diritto allo studio non avrebbe adeguato gli importi minimi delle borse a quelli stabiliti dal Ministero dell'Università con un decreto del 22 maggio scorso. Assistiti dall'avvocato Luisa Giua Marassi, hanno deciso di intraprendere una battaglia legale contro importi «nettamente inferiori a quelli stabiliti per legge». Il decreto a cui fanno riferimento nel ricorso, infatti, prevede l'aggiornamento - di anno in anno - degli importi minimi in base alle variazioni del costo della vita in ogni regione, quest'anno così fissati: 4.905 euro per i fuori sede, 2.704 per i pendolari, 1.848 per gli studenti in sede. Ma l'Ersu, «in palese contrasto con la normativa ministeriale - sostengono i ricorrenti - ha invece previsto di assegnare borse di studio con importi massimi differenti»: 3.620 euro per i fuori sede (di cui 490 convertiti in buoni pasto e 1.100 in posto alloggio), 2.046 per i pendolari e 1.398 per gli studenti in sede. «Una rilevantissima differenza di circa 1.300 euro, che pesa soprattutto sugli studenti più svantaggiati». Nel ricorso, inoltre, viene evidenziato come altri enti universitari «hanno conformato la propria attività» ai parametri previsti dal Ministero. Le aziende per il diritto agli studi dell'Aquila, di Teramo, di Reggio Calabria, e altre ancora «prevedono di assegnare agli studenti fuori sede l'importo di 4.906 euro». A penalizzare gli studenti sardi sarebbe il taglio di 2,5 milioni di euro di fondi regionali. Una mancanza per le casse dell'Ersu (ente regionale, appunto), che quest'anno non ha potuto soddisfare le tantissime richieste di borsa, con una graduatoria composta per circa la metà (42%) da studenti idonei (per reddito e merito) ma non beneficiari, che non hanno ottenuto un euro.
Veronica Nedrini
 
 
L’UNIONE SARDA
3 – L’Unione Sarda / Cronaca di Cagliari (Pagina 18 - Edizione CA)
Ma ci sono anche 1500 analfabeti: il record al Cep e alla Marina
LA CITTÀ DEI LAUREATI
Pergamena in tasca per un cagliaritano su 5
 
C'è un solo bene: il sapere. E un solo male: l'ignoranza . Se Socrate oggi passeggiasse per Cagliari, troverebbe l'applicazione concreta alle sue meditazioni filosofiche. Da una parte oltre 32mila laureati, poco più di un quinto della popolazione totale; all'estremo opposto fanno da contraltare i 1474 analfabeti. Poi si aggiungono altre settemila persone che sanno appena leggere e scrivere e non hanno neanche la licenza elementare. Al centro il vasto esercito dei diplomati: 44mila e poco più, la fetta più grossa. «Ultimamente il numero dei laureati è aumentato», sottolinea Francesco Atzeni, prorettore delegato alla didattica. «Negli ultimi due anni abbiamo recuperato circa 900 fuori corso, alcuni persino di dieci anni».
L'UNIVERSITÀ REGGE Nonostante la crisi, nel capoluogo l'Università regge. «Il numero degli iscritti è rimasto stabile». Medicina è la facoltà più gettonata, Economia, Giurisprudenza e Ingegneria vanno sempre bene. Stabile il polo umanistico. Ma è una città di contraddizioni se si guarda all'istruzione nel senso più ampio: «La scuola sarda è allo sbando, lasciata sola, abbandonata a se stessa. La situazione è drammatica», polemizza Peppino Loddo, segretario regionale Cgl scuola. «Stiamo regredendo, stiamo tornando ai tempi in cui era già tanto avere la licenza media».
LA SCUOLA BARCOLLA E il futuro si prospetta a tinte grigie. «La dispersione scolastica è altissima, la Regione non risponde in modo adeguato. Bisogna investire su istruzione e formazione». A passarsela peggio sono gli Istituti superiori: «La percentuale di abbandono è altissima». Cagliari come il resto dell'Isola. «Lo scenario è allarmante ovunque, nelle zone periferiche le cose vanno anche peggio. Basta pensare a Sant'Elia e Is Mirrionis. Siamo molto al di sotto degli standard europei».
PASSI IMPORTANTI La cultura arranca, ma negli ultimi dieci anni il livello d'istruzione è cresciuto: i laureati sono passati dai 24.803 del 2001, ai 32.187 attuali. Gli analfabeti sono passati da 1.557 a 1474.
L'ISTRUZIONE NEI QUARTIERI Nel capoluogo il tasso di scolarizzazione si spalma tra i quartieri con un ordine preciso: la maglia rosa in fatto d'istruzione va al Quartiere Europeo, con il 39,40 per cento di laureati, ben 342 su 868 residenti. Secondo gradino per Monte Urpinu, 34,59 per cento; seguono a poca distanza Generuxi, 34,43, Castello 34,29 e Monte Mixi, 33,06. Alla top five dei “rioni colti” si oppongono zone in cui l'istruzione in molti casi è ancora una chimera. Al Cep circa il 3 per cento dei cagliaritani non sa né leggere né scrivere, la percentuale scende al 2,42 alla Marina. A ruota: San Michele 1,84, Is Mirrionis 1,69, e quasi a pari merito Mulinu Becciu e Sant'Elia. E dopo cinquant'anni di scuola dell'obbligo un po' stupisce. La crisi si abbatte pure sull'istruzione.
INTERVIENE IL COMUNE Ma il Comune non sta a guardare. «Stiamo concentrando le risorse in questi quartieri. Ci sono due fondi antidispersione, uno regionale, l'altro comunale, una parte di questi è destinato alle realtà più difficili», spiega Enrica Puggioni, assessore alla Cultura. Si punterà sul potenziamento dei servizi scolastici, sulle forme di didattica utili alla prevenzione e al recupero. «Come amministrazione non abbiamo fatto tagli alla pubblica istruzione, ma servirebbero molte più risorse».
Sara Marci
 
 
L’UNIONE SARDA
4 – L’Unione Sarda / Cagliari Tempo Libero (Pagina 22 - Edizione CA)
Da visitare. Da domani e sino al 20 gennaio al T-Hotel mostra ed eventi
L'ARTE DI CAPPUCCETTO ROSSO
Oltre 50 creativi ripercorrono la grande fiaba
 
Dal sogno alla fiaba fino alla vita reale: una passeggiata attraverso la foresta e i suoi misteri, un percorso che nasce dal racconto e cresce nell'immaginazione, quella più appassionata e ricca perché alimentata da artisti, illustratori, designer e artigiani. Domani alle 19 la storia della bambina perduta nel bosco diventa occasione di intraprendere un cammino onirico tramite la magia di “T Racconto Cappuccetto Rosso”, la mostra che sarà ospite del T Hotel fino al 20 gennaio.
IL TEMA Tra le narrazioni per l'infanzia, gli organizzatori sono andati a sceglierne una tra le più popolari: «Il tema è noto a tutti, pure ai bambini di oggi e mantiene elementi che parlano anche del mondo attuale - specifica Marco Peri, curatore del progetto che coinvolge le associazioni Tramare e T-Art - per questo abbiamo pensato di invitare gli artisti ad esprimersi, perché il racconto è ricco di metafore e simbolismi che attualmente vengono mutuati anche dalla moda e dal cinema. Il risultato sarà una pluralità di narrazioni, ognuna unica e irripetibile, frutto delle suggestioni che la fiaba mantiene inalterate nel tempo». Per un mese e mezzo la hall dell'hotel di via dei Giudicati si trasformerà in un folto bosco dove troveranno spazio 51 opere.
ALLESTIMENTO A occuparsi dell'allestimento in questi giorni (con la supervisione di Peri e Tramare) è un gruppo di donne affiatate e precise, a loro il compito di intrecciare il lavoro degli artisti con la storia e la scenografia che la ospiterà, insieme ai fili di juta e ai tessuti, ai fiocchi di lana. «Tre grandi installazioni accompagneranno il visitatore - anticipa Manuela Cao - dal bosco si procederà verso un grande letto appeso che ospita il lupo appena saziato e infine dritti verso la piscina esterna del THotel fino al divano di muschio». Sul canapè dei ricordi, tra una vecchia teiera e i racconti della nonna, «un sofà rassicurante, palcoscenico di improvvise emozioni dove il mondo è sospeso tra i sogni e la realtà - aggiunge Francesca Gasbarrini - da lì tutto nasce e tutto si conclude, con un lieto fine». Perché tra le innumerevoli versioni della fiaba, hanno scelto di avvicinarsi a quella dei fratelli Grimm. Cappuccetto Rosso è un'ombra, non si materializza se non nelle opere. Ai visitatori il compito di seguire le sue orme, piccoli passi che conducono nel sogno.
BIBLIOTECA RAGAZZI Nel sottopiano dell'albergo la macchina organizzativa è in piena attività, Eleonora Ayala Daga (insieme a Francesca Gasbarrini, Manuela Cao e Daniela Siddi fa parte di Pickwick Officinae) mette insieme gli ultimi dettagli dell'allestimento, le opere sono già pronte e aspettano di trovare la giusta collocazione tra i preziosi pezzi di scenografia concessi dal Teatro Lirico per tirare le fila della favola. Tra immagini fotografiche, dipinti e installazioni, Cappuccetto Rosso è anche protagonista di una mostra bibliografica curata da Tiziana Roversi (con la collaborazione della Biblioteca ragazzi della Provincia di Cagliari), esperta di editoria per ragazzi e illustrazione, che parte dalle prime trascrizioni della tradizione orale per giungere fino alle edizioni dei giorni nostri. Saranno presenti moltissime edizioni illustrate, alcune antiche e di pregio, insieme ad edizioni della favola provenienti da paesi lontani. «L'esposizione non sarà fine a se stessa - sottolineano Maria Cristina Boy e Margherita Usai (Tramare) - ma con i “Giovedì favolosi”, andremo avanti con una serie di eventi collaterali, letture per ragazzi e due conferenze curate da Tiziana Roversi e Susanna Barsotti (Università di Cagliari)».
Grazia Pili
 
 
L’UNIONE SARDA
5 – L’Unione Sarda / Gallura (Pagina 21 - Edizione OL)
Arzachena
AMMINISTRAZIONE SOLIDALE COL CIAD
 
L'amministrazione comunale è solidale con la popolazione africana di Bongor, una piccola città del Ciad. La Giunta Ragnedda ha concretizzato l'impegno con l'Università di Sassari, preso a suo tempo dall'ex sindaco Filigheddu, destinando all'ateneo cinquemila euro dal fondo comunale “Contributi per associazioni di volontariato operanti nei servizi sociali”. La somma verrà utilizzata dalla clinica ortopedica sassarese per il raggiungimento degli obiettivi prefissati in campo socio sanitario nella città africana. Il progetto complessivo, finanziato in buona parte dalla Regione, serve a migliorare la qualità della vita degli abitanti attraverso il rafforzamento dell'assistenza sanitaria, in particolare in ambito ortopedico. È una delle molteplici iniziative realizzate in sinergia fra gli enti istituzionali pubblici e privati sardi. ( w. b. )
 
 
L’UNIONE SARDA
6 – L’Unione Sarda / Provincia Medio Camp (Pagina 27 - Edizione PC)
IL FATTO. L'assessore Cherchi ieri ha incontrato i sindaci della zona: così aiuteremo is cuaddeddus
GIARA, UN PARCO PER I CAVALLINI
La Regione lancia l'idea per salvare la specie di equini unica al mondo
 
Entro gennaio i microchip per i cavallini della Giara. Ma la tutela della razza unica al mondo sarà solo l'inizio di un percorso che porterà alla costituzione di un parco naturale sull'altopiano della Marmilla. Ieri pomeriggio l'assessore regionale all'Agricoltura, Oscar Cherchi, ha dettato a Cagliari tempi e tappe del progetto di salvaguardia de is cuaddeddus , che negli ultimi mesi hanno patito la fame. Lo ha fatto nell'incontro con i sindaci di Genoni , Gesturi , Setzu e Tuili e i rappresentanti di Agris, Asl di Sanluri, Corpo Forestale, Università di Sassari ed Ente Foreste. Un progetto condiviso da tutti questi enti, pronti a firmare una convenzione proposta dall'assessorato.
«La settimana prossima invieremo una bozza della convenzione ai Comuni ed agli altri soggetti», ha spiegato Cherchi, «che sarà firmata entro i primi di gennaio. Dopo quindici giorni saremo in grado di avviare l'operazione di microchippatura dei cavallini per capire il loro numero esatto sulla Giara ma anche per verificare quanti risultino di proprietà privata. Poi gli altri interventi verranno di conseguenza, come l'apporto dell'Università per la tutela dell'aspetto della biodiversità».
Ma la Regione è pronta a guardare più avanti assieme alle amministrazioni locali. «L'obiettivo finale è la nascita del parco naturale della Giara», ha concluso l'assessore regionale all'Agricoltura, «ritengo sia meglio partire con i quattro Comuni per poi estenderlo ad altri paesi».
Il sindaco di Gesturi, Gianluca Sedda è soddisfatto: «Un altro importante passo avanti. La Regione sta tenendo fede agli impegni presi e l'assessore ci ha garantito che verrà nel territorio per la firma della convenzione». Sulla stessa linea il collega di Tuili, Antonino Zonca: «I progetti sono buoni, ci auguriamo che i tempi siano rapidi e non biblici, come talvolta capita».
Antonio Pintori

 
LA NUOVA SARDEGNA
7 – La Nuova Sardegna / Sardegna (Pagina 4 - Edizione CA)
Giara di Gesturi
CONVENZIONE SALVA CAVALLINI, SLITTA L’ACCORDO CON I COMUNI
 
CAGLIARI I quattro sindaci della Giara (Gesturi, Tuili, Setzu e Genoni) hanno incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura Oscar Cherchi. Tema dell’incontro la convenzione per la tutela dei cavallini della Giara che questa estate hanno rischiato di essere sterminati dalla siccità. La bozza di convenzione preparata dalla Regione - che vede il coinvolgimento anche dell’università di Sassari, di Agris e delle Asl oltre alle amministrazioni locali - è stata accolta con diversi distinguo dai sindaci che hanno chiesto modifiche al testo ispirato a quello per la tutela dei cavalli del Sarcidano. Le parti hanno concordato una revisione della bozza che dovrebbe essere pronta entro una settimana . Se tutto va bene, la convenzione che prevede microcippatura dei cavallini e controlli sanitari, potrebbe entrare in vigore già in gennaio. Quanto al progetto del parco sovracomunale della Giara, è stata solo impostata la discussione che ha visto molta distanza tra sindaci e sindaci e la Regione.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
8 – La Nuova Sardegna / Agenda (Pagina 22 - Edizione CA)
Mostre
UNIVERSITART ALLA CITTADELLA, CON SORPRESE CONTINUE
CAGLIARI UniversitArt è una mostra di arte contemporanea nata dall'idea di creare uno spazio in cui i giovani studenti universitari che si dedicano a differenti attività artistiche possano trovare una dimensione espositiva tutta loro. L'idea è nata quasi per caso e ha avuto la fortuna di trovare l'aiuto e l'apprezzamento dell'Università di Cagliari, che ha concesso lo spazio espositivo della Cittadella dei Musei, principale polo museale, e dunque artistico, della città. Durante la mostra saranno esposti dipinti, fotografie, installazioni. UniversitArt non vuole essere uno spazio statico o passivo. Si punta invece, a coinvolgere tutti coloro che dimostreranno interesse, con diverse attività che si spera possano essere stimolanti il più possibile per tutti i visitatori. Sarà ospitata anche la critica d'arte Alessandra Menesini , il regista Giovanni Coda, i ragazzi di S'Umbra Fotografia che terranno delle lezioni e apriranno dei forum A questo si aggiungeranno dei reading letterari e altre sorprese pubblicate sulla pagina di UniversitArt a breve. (mi.ci)
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
9 – La Nuova Sardegna / Sassari (Pagina 31 - Edizione CA)
“Sigillo” dall’ateneo per ex dipendenti
IERI LA CERIMONIA ALL’UNIVERSITÀ: CONFERITO IL TITOLO DI PROFESSORE EMERITO AI DOCENTI PAOLO FOIS E GIANCARLO NIVOLI
di Luca Fiori
SASSARI Il ricordo di tre dipendenti dell'Università recentemente scomparsi e la consegna alle loro famiglie di un sigillo alla memoria.
È stato questo il momento più emozionante della cerimonia con cui l'Ateneo ieri sera ha consegnato, nell'aula magna dell'università, i riconoscimenti al personale docente e tecnico – amministrativo che nel 2012 ha concluso l'attività lavorativa. Il rettore Attilio Mastino ha ringraziato personalmente i 37 ex dipendenti per il «prezioso contributo fornito in tanti anni di carriera» e poi, senza nascondere l'emozione, ha consegnato tre sigilli alla memoria alle famiglie di Pietro Carboni, Filippo Ledda e Paolo Bacciu.
Dopo l'introduzione musicale affidata al Coro dell'Università di Sassari, diretto dal maestro Daniele Manca e dal direttore artistico Stefano Melis, sono stati conferiti due titoli di "professore emerito" al professor Paolo Fois e al professor Giancarlo Nivoli. Alla cerimonia insieme al rettore Mastino erano presenti il prorettore Laura Manca, il delegato rettoriale alla sanità Maria Stella Mura e il direttore generale Guido Croci.
Tanta emozione durante la consegna delle pergamene anche per i due nuovi professori emeriti. Paolo Fois, oggi garante degli studenti, è stato professore ordinario di Diritto Internazionale all'Università di Sassari dal 1980 al 2008; componente del consiglio d'amministrazione dall'82 all'84; Presidente della Commissione di Ateneo dall'83 all'85; presidente della Commissione di studio per la predisposizione del nuovo Statuto dell’Ateneo (1989); Direttore del Dipartimento “Economia, Istituzioni, Società" dal 1987 al 1990 e dal 1999 al 2006; Preside della Facoltà di Giurisprudenza dal 1989 al 1994; Delegato rettorale per le Relazioni internazionali dal 2001 al 2006; presentatore al Consiglio regionale della Sardegna della proposta di legge “Norme sui rapporti tra la Regione e le Università della Sardegna” (legge regionale 8 luglio 1996, n. 26). Inoltre il professor Fois, che vanta diverse decine di pubblicazioni, è componente del Comitato scientifico della Rivista di diritto internazionale privato e processuale,membro della International Law Association, dell’Associazione Italiana Giuristi Europei e della Società Italiana di Diritto Internazionale. Nel 2006 ha presieduto la Società Italiana di Diritto Internazionale.
Giancarlo Nivoli è stato professore ordinario di Psichiatria all'Università degli Studi di Sassari fino al 2011. Nel 1975 ha conseguito tra il Canada e l'Italia un dottorato in Psichiatria e Criminologia clinica. Nello stesso anno ha intrapreso l'attività di consulente psichiatra per i tribunali, e nel 1980 è diventato esperto psichiatra nelle carceri italiane. Dal 1975 al 1980 è stato responsabile di due unità di trattamento per malati mentali autori di reati violenti presso l'Istituto psichiatrico P. Pinel affiliato all'Università degli Studi di Montreal in Canada. Dal 1990 ha diretto la Clinica e il Servizio di Psichiatria dell'Università di Sassari, e dal 1993 ha guidato la scuola di specializzazione in Psichiatria.
Dal 2011 è presidente della Società italiana di Psichiatria forense. Autore di oltre 300 pubblicazioni scientifiche e di 7 volumi monografici, Nivoli ha rappresentato l'Italia nell'Unione europea per la "Ricerca Stop" per la lotta contro la tratta di esseri umani e lo sfruttamento dei bambini.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
10 – La Nuova Sardegna / Cultura e società (Pagina 37 - Edizione CA)
Archeologia Un volume su Monte Prama
GLI ULTIMI STUDI SUI GIGANTI
UNA LUCE SUGLI EROI DI PIETRA
Bedini, Tronchetti, Ugas e Zucca, gli archeologi autori dello scavo, pubblicano i risultati sulle misteriose figure ritrovate più di trent’anni fa nell’Oristanese
di Marcello Madau
 
La schiera di guerrieri appartiene a un racconto unitario e non dovrebbe essere separata
La mancanza di spazi anche per altri reperti
Un sottotitolo recita "Monte Prama. L'Heroon che cambia la storia della Sardegna e del Mediterraneo."Vero. Fra il IX ed il VII secolo a.C. nel territorio del Sinis la storia della Sardegna e del Mediterraneo stavano profondamente cambiando. A pochi mesi dalla presentazione ufficiale del restauro, una bella pubblicazione riapre l'attenzione sullo straordinario sito del Sinis, abbacinante paesaggio dell'oristanese e luogo irripetibile, dove vivono la poetica della memoria e del confine, dei suoi attraversamenti. Si tratta di “Giganti di Pietra”, di Alessandro Bedini, Carlo Tronchetti, Giovanni Ugas e Raimondo Zucca (nella bella edizione di Fabula, editore cagliaritano attento alla nostre più antiche vicende): sono gli archeologi che intervennero direttamente, a più riprese, conducendo e operando gli scavi della necropoli. Ricche analisi del territorio e dei contesti archeologici e, per la prima volta in tale forma, una fondamentale serie di dati direttamente dalle campagne condotte nel sito fra il 1975 ed il 1979. E le indicazioni cronologiche, con alcune differenziazioni che si misurano nell'ambito dei decenni, collocano le diverse serie di tombe in tre fasi - costituenti un sepolcreto unitario - fra il IX e l'VIII secolo a.C. Le statue si datano in quest'ultimo secolo. Siamo nell'età del Ferro, i secoli dell'apogeo (memoriale, non architettonico) della civiltà nuragica e del suo progressivo declino; sparisce senza possibilità di appello l'immotivata cronologia che riporterebbe le statue ancora entro il millennio precedente. Anche l'identificazione del contesto è unitaria: viene scartata la possibilità di un vicino edificio templare al quale riferire le statue distrutte e rovesciate sulla necropoli (per Giovanni Lilliu, e altre letture, tale eventualità era legata al'identificazione di alcuni possibili capitelli se non addirittura di basi e rocchi di colonne); viene sostenuta piuttosto, sulla base delle giaciture dei materiali, la stretta relazione fra statue e tombe e la disposizione delle prime su ogni sepoltura. E' una linea che sembra indicare un limite e un'alterità, che pure vengono a sciogliersi nella nascente e vicina Tharros, dove alcuni signori di tradizione nuragica ebbero a farsi seppellire nello spazio cimiteriale fenicio. Heroon, sepolture monumentalizzate di eroi fondatori. Quelli che costruirono i nuraghi. Un fenomeno imponente e di echi talmente vasti da renderlo rintracciabile nelle fonti greche. Non c'è dubbio che l'antica comunicazione verso fenici e anche comunità nuragiche confinanti, cambia di molto a seconda delle ipotesi di collocazione delle statue: il tempio coperto implica un richiamo più vasto e meditativo del racconto; la collocazione su ogni tomba, con la conseguente parata, è direttamente rivolta verso l'esterno. Ma in entrambi i casi si racconta la memoria con parole di pietra e si mostra un rapporto con "gli altri" molto avanzato. Ne è spia eloquente la recezione - non certo passiva – di correnti stilistiche mediterranee che si compongono fra l'età geometrica e l'orientalizzante. Colpiscono cultura e disponibilità della committenza, e una bottega dove pare addirittura di individuare la mano di uno scultore/decoratore vicino orientale. Come greci, fenici, etruschi, italici, anche i sardi di cultura nuragica declinarono, con un'autonomia molto particolare, quelle tradizioni. E ne fecero parte. Monte Prama fu distrutto, le statue fatte a pezzi, secondo le diverse letture proposte dagli autori, fra il VII ed il VI a.C.: dai fenici emergenti a Tharros, o nelle campagne cartaginesi che precedettero la conquista, senza trascurare l'ipotesi di uno scontro fratricida fra comunità nuragiche. L'assenza di materiali intermedi sembra escludere una possibilità più tarda, di mano cartaginese, attorno alla metà del IV secolo a.C. Ma è anche vero che l'area non è stata indagata in tutta la sua completezza. Che le statue fossero in una parata militare lunga o in un santuario ancora ignoto, esse stavano assieme. Un racconto unitario che pretende e merita una collocazione unitaria. Però non sono di conforto le notizie che filtrano: sembra addirittura ottimistica la controversa ipotesi di una collocazione in diverse sedi (la gran parte a Cabras, dove è lontana la possibilità del nuovo spazio previsto dal felice progetto che ha vinto il concorso di idee, ed i pezzi più rappresentativi di ogni tipologia a Cagliari), criticata dall'appello firmato da autorevoli archeologi e migliaia di persone “No alla divisione di statue e contesto archeologico di Monti Prama. Tale “divisione” è ulteriormente complicata da impossibilità, spaziali e finanziarie, di esporre i previsti esemplari nella stessa Cabras, con l'eventualità che Cagliari, a sua volta,non possa ospitare un numero superiore di quelli programmate. Si rischiano altri scantinati. I giganti, i betili, i modellini di nuraghi in pietra sono parcheggiati a Li Punti, nel centro di restauro dei beni culturali. Meriterebbero un trattamento differente.
 
Il libro
OGGI A SASSARI LA PRESENTAZIONE
Il volume verrà presentato nell’aula magna dell’università di Sassari oggi alle 18.Sarà presente il rettore dell’ateneo, Attilio Mastino, il soprintendente per i beni archeologico Marco Edoardo Minoja, introdurrà Alberto Moravetti, interverranno gli studiosi Alessandro Bedini e Carlo Tronchetti.
 
 
LA NUOVA SARDEGNA
11 – La Nuova Sardegna / Cultura e Spettacoli (Pagina 38 - Edizione CA)
Architettura
OGGI LA LAUREA AD HONOREM AL PORTOGHESE GONÇALO BYRNE
SASSARI Questa mattina alle 11 nell'Aula Magna dell’università di Sassari verrà conferita la laurea specialistica ad honorem in Architettura a Gonçalo Byrne. L'architetto Byrne è nato nel 1941 a Alcobaca, Portogallo. Si è laureato in Architettura nel 1968, presso la Escola Superior de Belas Artes de Lisboa. Iscritto all'Ordine degli Architetti in Portogallo, dal 1975 svolge la libera professione a livello internazionale, attento alle implicazioni urbane dei suoi progetti, nel tentativo di far si che ogni sua costruzione sia il risultato di un processo tendente al dialogo e al confronto con i diversi contesti storici e ambientali destinati ad accoglierla. La sua intensa attività didattica comprende conferenze, seminari e corsi in diversi paesi europei e in USA. E' stato professore invitato in varie Università e in molti workshop internazionali. Ha ricevuto numerosi premia livello internazionale. I progetti di Gonçalo Byrne sono stati esposti in tante mostre a Lisbona, New York, Trevi, Lubliana, Messina, Lucca, Como, San Marino, Oporto, Catania, Milano, Venezia, Buenos Aires, Rosario, Rio de Janeiro, VI Bienal de Sao Paulo, Vicenza, e sono stati pubblicati in cataloghi e riviste internazionali. Oggi in aula magna dopo l’introduzione del magnifico rettore, Attilio Mastino, è previsto il saluto di Arnaldo Cecchini, direttore del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica. Mentre Aldo Lino, presidente del Corso di Laurea in Architettura Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica illustrerà le motivazioni della laurea. Seguirà la Lectio Doctoralis Gonçalo Byrne dal titolo "Tempi d'architettura". Ieri pomeriggio, intanto, alla Torre Sulis di Alghero, il laboratorio EcoUrbanLab del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica dell'Università degli studi di Sassari ha organizza una tavola rotonda dal titolo "Imparare l'architettura" che ha visto la partecipazione di alcuni docenti del Dipartimento come Giovanni Maciocco e Aldo Lino insieme ad alcuni visiting professor coinvolti in un dibattito sull'insegnamento dell'architettura, alla presenza di G. Byrne, coordinato da Massimo Faiferri La tavola rotonda si svolgerà all'interno della Torre Sulis ad Alghero che per l'occasione ospiterà una mostra sui lavori di Gonçalo Byrne organizzata dal laboratorio EcoUrbanLab del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica dell'Università degli studi di Sassari dal titolo «Tempi d'architettura. La mostra sulle opere e progetti di Gonçalo Byrne sarà aperta al pubblico fino al 19 dicembre 2012 ed è curata da Massimo Faiferri, Samanta Bartocci di Ecourbanlab in collaborazione con: Lucu Belisai, Francesco Cherchi, Walter Cuccuru, Vincenzo Demartino, Francesco Frascaro, Rosa Manca,Marta Mibelli, Claudio Mura, Alberto Roggiani, Paolo Piseddu, Alessandro Zilaghe.

Questionnaire and social

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